in ascolto di padre arsenio - Suore di Maria Consolatrice
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in ascolto di padre arsenio - Suore di Maria Consolatrice
Vita nello Spirito con PADRE ARSENIO La fede, esperienza dell’incontro Per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. IL MISTERO DELL’INCARNAZIONE Cristo è figlio di Dio. Ma egli riceve la sua umanità – la sua carne e il suo sangue – da noi uomini, dalla Vergine Maria. Dunque nel mistero della nascita verginale sta la fede della Chiesa in Cristo, il riconoscimento di Lui come Dio e Uomo: come Dio divenuto uomo e come uomo divinizzato. È il mistero in cui si incontrano da una parte la decisione libera di Dio di creare l’uomo nuovo e dall’altra la libera accettazione di questo dono da parte dell’uomo: Dio “scende” così dal cielo perché l’uomo possa salirvi. Dice Benedetto XVI: «Ogni volta che recitiamo il Credo, la Professione di fede, ripetiamo le parole: “et incarnatus est de Spiritu Sancto, ex Maria Virgine”, “per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria”. [Questa affermazione del Credo] include quattro soggetti che agiscono. In modo esplicito vengono menzionati lo Spirito Santo e Maria, ma è sottointeso “Egli”, cioè il Figlio, che si è fatto carne nel seno della Vergine …e [Lui stesso] rinvia ad un’altra persona, quella del Padre. Ci parla quindi di un’azione a cui prendono parte le tre Persone divine e che si realizza «ex Maria Virgine». Senza di lei l’ingresso di Dio nella storia dell’umanità non I sarebbe giunto al suo fine e non avrebbe avuto luogo quello che è centrale nella nostra Professione di fede: Dio è un Dio con noi. Maria appartiene in modo irrinunciabile alla nostra fede nel Dio che agisce, che entra nella storia. Ella mette a disposizione tutta la sua persona, “accetta” di diventare luogo dell’abitazione di Dio. A volte, anche nel cammino e nella vita di fede possiamo avvertire la nostra povertà, la nostra inadeguatezza di fronte alla testimonianza da offrire al mondo. Ma Dio ha scelto proprio un’umile donna, in uno sconosciuto villaggio, in una delle provincie più lontane del grande impero romano. Sempre, anche in mezzo alle difficoltà più ardue da affrontare, dobbiamo avere fiducia in Dio, rinnovando la fede nella sua presenza e azione nella nostra storia, come in quella di Maria. Nulla è impossibile a Dio! Con Lui la nostra esistenza cammina sempre su un terreno sicuro ed è aperta ad un futuro di ferma speranza. Ciò che accade in Maria, attraverso l’azione dello stesso Spirito divino, è una nuova creazione: Dio, che ha chiamato l’essere dal nulla, con l’Incarnazione dà vita ad un nuovo inizio dell’umanità. Questo ci fa riflettere su come la fede porti anche in noi una novità così forte da produrre una seconda nascita […] E c'è un altro elemento nelle parole dell'Annunciazione: “La potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”. E’ un richiamo alla nube santa che, durante il cammino dell’esodo, si fermava sulla tenda del convegno, sull’arca dell’alleanza, e indicava la presenza di Dio (cfr Es 40,34-38). Maria, quindi, è la nuova tenda santa, la nuova arca dell’alleanza: con il suo II «sì» alle parole dell’arcangelo Dio riceve una dimora in questo mondo, Colui che l’universo non può contenere prende dimora nel grembo di una vergine […] Questo annuncio…ci dona ogni volta la certezza che, anche se spesso ci sentiamo deboli, poveri, incapaci davanti alle difficoltà e al male del mondo, la potenza di Dio agisce sempre e opera meraviglie proprio nella debolezza. La sua grazia è la nostra forza (cf 2Cor 12,9-10)».1 1 Cf. Benedetto XVI – Udienza generale 2 gennaio 2013 III Contempliamo Maria, cielo che porta Dio; Lei che tesse il corpo al Figlio di Dio (Is 61,10); il Fuoco che avvolge se stesso in fasce; il Re degli Angeli che dorme come un Bambino sul cuore di una fanciulla…immagini poetiche, e insieme altamente teologiche, di S. Efrem che ci aiuta così a contemplare il mistero. Egli era nel suo grembo come un bambino, nonostante il mondo intero fosse pieno di Lui. Per il suo amore Egli discese a rinnovare l'immagine vecchia di Adamo. Perciò, quando tu senti della nascita di Dio, rimani in silenzio; lascia che le parole di Gabriele si imprimano nella tua mente, perché non c'è niente di difficile per quella gloriosa maestà, che per noi si è abbassata e per noi si è rivelata, perché si è piegata su di noi e tra di noi nacque, da uno di noi. Questo giorno Maria è divenuta per noi il cielo che porta Dio, perché in lei il Dio altissimo è disceso ed ha dimorato; in lei si è fatto piccolo, per rendere noi grandi,… in lei si è intessuto un vestito che sarà per la nostra salvezza. [...] Eva ed Adamo attraverso il peccato introdussero la morte nel mondo creato; il Signore della creazione ci ha dato per il suo Unigenito, attraverso Maria, ancora nuova vita. [...] IV Il Dio che niente può contenere Maria l'ha contenuto e portato. Il Re davanti al quale gli angeli di fuoco e di spirito tremano giace sul seno di una ragazza, e lei lo abbraccia come un bambino. [...] Chi ha mai visto il fuoco avvolgere se stesso in fasce? Tale è la misura alla quale Dio ha abbassato se stesso, per amore di Adamo. [...] Lode a questa compassione nell'alto che è stata portata giù agli uomini sulla terra, così che il mondo malato possa essere guarito dal Medico che ha brillato nella creazione. (S. Efrem, Omelia) Benedetto il Seminatore che è diventato Grano seminato, Covone mietuto. (S. Efrem, Inni) PER DISEGNO ETERNO DEL PADRE 2 L’Incarnazione è rivelazione dell’amore folle di Dio per l’uomo. Dio ama così tanto la sua creatura da volersi unire a lei, tanto che potremmo dire che se l’uomo trova la sua gioia in Dio, anche Dio trova la sua gioia nell’uomo. Tutta la storia del cosmo e dell’umanità si sviluppa e compie nell’incarnazione del Verbo. Per cui l’incarnazione non è semplice conseguenza del peccato, ma il coronamento, il punto più alto del disegno di Dio: «Egli è prima di tutte le 2 Cf. M. Campatelli Appunti di cristologia. V cose e tutte sussistono in Lui» (Col 1,17) Scrive Nicola Cabasilas: «La natura umana fu creata fin dall’inizio in prospettiva dell’uomo nuovo… Fin dall’inizio la natura umana tendeva all’immortalità: poté però raggiungerla solo posteriormente, mediante il Corpo del nostro Salvatore».3 L’introduzione del Figlio Primogenito nel mondo è quel mistero che S. Paolo dice rimasto nascosto da secoli (cf Col 1,26). Dio ci ha creato dall’eternità “a immagine”: significa che, quando ci creava, guardava il Suo Figlio: per questo San Paolo dirà: «Tutto fu creato per mezzo di Lui e in vista di Lui» (Col 1,16). Quindi l’incarnazione, come atto di amore di Dio, deve essere compresa come una parte delle intenzioni eterne di Dio: Dio si incarna perché ci ama così dall’eternità. Poi, con il peccato di Adamo, oltre che atto di amore dall’eternità, l’Incarnazione diventa atto di salvezza: Gesù è “Dio salva”. Il peccato infatti ha fatto perdere all’uomo la visione dell’Immagine, cioè la possibilità di vedere Dio. Per restaurare nell’uomo i tratti dell’Immagine divina offuscata dal peccato, ci voleva la presenza del modello: Ecco l’Uomo! Dunque l’Incarnazione è rivelazione della vera Immagine di Dio per la divinizzazione dell’uomo. Detto con S. Ireneo: “Dio si è fatto uomo affinché l’uomo diventasse Dio”. TUTTO IL MISTERO È PRESENTE Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione, non si afferma un mistero senza confessare anche l’altro. È un unico mistero di salvezza. Incarnazione e Nascita sono parte della kenosi di Dio, del 3 La vita in Cristo: PG 150, 680AB. VI suo “abbassamento”, della sua discesa verso l’uomo, che culminerà nella Passione, Morte e Discesa agli inferi, per poi compiersi nella Resurrezione e nella Pentecoste. Dio scende nel “buio” del grembo di Maria. Nasce poi in una grotta, è il punto più basso che esprime l’oscurità del peccato. Ma significa che noi incontriamo Dio negli abissi del nostro peccato, perché Lui è venuto ad assumere su di sé il male del mondo. La stessa grotta ci ricorda il sepolcro del Sabato Santo. Ma anche l’abisso oscuro degli inferi, dove però Cristo entra per strappare l’uomo dalle fauci della Morte. Cristo riprende Adamo ed Eva per riportarli alla dignità di figli di Dio. È la Resurrezione. Comincia così il ritorno al Padre: tutta l’umanità redenta con Cristo e in Cristo tornerà nel cuore della Trinità, dov’è il vero posto dell’uomo. Dagli scritti di padre Arsenio L’ amore eterno di Dio verso di noi Quanto è buono il Signore, e quanto misericordioso. Vedendo come l’umanità andava in rovina …che fa Iddio? Ecco la SS. Trinità quasi radunata a consiglio, e come già in principio del mondo dissero: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”, vedendo ora questa immagine quasi del tutto cancellata ed irriconoscibile pare che dicono: “Restauriamo questa nostra immagine, togliamola dalle mani del demonio, che l'ha così deformata da non quasi riconoscersi più; e restauriamola in modo che possa rimanere sempre bella e diamo all’uomo i mezzi, che se per disgrazia venga ancor macchiata, la possa facilmente ripulire e con il nostro aiuto [far] ritornare bella”. E in che modo [Dio la restaura]? Lo poteva fare in vari modi: senz'altro usando misericordia e perdonare per pura VII sua misericordia. O poteva creare un altro uomo innocente e affidare a lui la redenzione dei suoi fratelli. Poteva mandare un Serafino, che lui si incarnasse e, fatto uomo, soddisfacesse la giustizia divina […]. Ma Dio non volle eleggere il mezzo più facile, né il meno perfetto, né affidare ad altri questa opera, elesse il meglio decretando che lo stesso Figlio di Dio si facesse uomo per redimer l'uomo, in modo che non si potesse dare riparatore migliore, e dove abbondò il delitto, lì sovrabbondasse la grazia. E siccome solo Dio fu l’autore [dell’uomo], così solo Lui lo volle restaurare. APCL, P 390/3 f.3rv. Per opera dello Spirito Santo L’incarnazione del Verbo nel seno purissimo di Maria fu tutto opera sublime dello Spirito Santo. Quanto dunque non doveva esser l’impegno dell’Autore d’ogni grazia di ornare e arricchire la futura sua sposa! Non vi è dubbio che Egli fin dal primo suo primo concepimento non l’abbia ricolma degli immensi tesori delle sue grazie, e sottratta vittoriosamente alla ben che minima schiavitù. […] Chi poi potrà misurarne anche da lontano la sublime altezza di santità cui arrivò al momento d’esser fatta la madre di Dio? L’angelo che l’annunziò non seppe come meglio chiamarla che col nome di piena di grazia! Nessuna mente umana potrà mai concepire, neppur immaginare il grado sublime di grazia, santità tutta cui Maria con la sua fedele corrispondenza andò sempre aumentando e centuplicando, da perdersi per così [dire] e confondersi quasi con la santità divina di cui era Madre. APCL, P 392/1/7 f. 16r.-17v. VIII