Comune Cagliari News - Ligabue, un Happy Hour a Cagliari

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Comune Cagliari News - Ligabue, un Happy Hour a Cagliari
LIGABUE, UN HAPPY HOUR A CAGLIARI: "GUARDATE COME
SIETE BELLI"
Fonte: web Castedduonline.it
24 aprile 2015
URL della pagina: http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=44117
Data scaricamento: 29 settembre 2016, 21:09
Ieri il primo show all'Arena Sant'Elia, oggi il gran finale del tour mondiale di Mondovisione. Sotto il
palco tre generazioni che si intrecciano. Alla fine Ligabue spegne la musica per un attimo e dice:
"Guardatevi, guardate quanto siete belli"
Diecimila Smartphone puntati lì, con la scusa del rock'n'roll. Siamo all'ultimo bis quando Ligabue
ferma la musica sul palco dell'Arena Sant'Elia: "No no ferma tutto...Guardatevi. Guardatevi.
Guardate come siete belli". Due ore di concerto mozzafiato come sempre, scenografia perfetta
con gli schermi a immortalare ogni gesto. Il Mondovisione Tour si chiuderà stasera alle 21 a
Cagliari, dopo un "Giro del mondo" durato un anno e mezzo. Ieri il primo dei due show in
Sardegna, con una scaletta d'eccezione: via i nuovi singoli "Tu sei lei" e "Siamo chi siamo",
dentro vecchi successi come Happy Hour e Ho perso le parole. E per Ligabue quello di Cagliari è
stato davvero come un grande happy hour: rilassato e carico come in poche occasioni, il rocker di
Correggio ha innescato la solita miscela esplosiva. L'Arena si è scaldata soprattutto per Urlando
contro il cielo, Balliamo sul mondo e Quella che non sei. Restando col fiato sospeso di fronte alla
bonus track di questa data, "il mio pensiero", scelta direttamente dai fan. O letteralmente
scatenati davanti al sound di "Eri bellissima":in fondo chi non ha mai avuto nella vita una
fidanzata "ostrica e lampone"? O un amore fulminante come quello di "Ti sento", a cui giurare "ti
infili in un pensiero, e non lo molli mai?".
A colpire è stato però soprattutto il pubblico: dai 18enni ai 55enni, tre generazioni diverse si
intrecciavano sotto il palco. Quelli dell'era di Lambrusco e Popcorn insieme ai ragazzini nati con
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Mondovisione, nell'eterno dilemma se sia meglio il Ligabue in chiave rock dei primi anni o quello
fortemente melodico di oggi, immobile sul palco durante l'esibizione di "Ci sei sempre stata". Non
è più il Ligabue che correva a perdifiato sul palco di San Siro, ma un cantante maturato che sta
attento alla perfezione a non stonare neppure una nota, come se cantasse sempre all'Arena di
Verona. Ci sono quelle 4 o 5 canzoni che non può non fare: "Piccola stella senza cielo" nei bis,
"Certe notti", "Tra palco e realtà", "Questa è la mia vita" che arriva seconda subito dopo il
dissacrante "Il sale della terra". Stasera la scaletta potrebbe cambiare ancora, anzi ci saranno
sicuramente delle modifiche. La rabbia rock però c'è ancora, ed esplode nell'immortale "Marlon
Brando è sempre lui" ("Ora ci facciamo sentire sino a Sassari", intona il Liga) , così come nel
durissimo "Il muro del suono" che sembra scritta apposta per i politici sardi finiti nel mirino della
Procura per avere rubato soldi pubblici. Mancano i super classici come "Non è tempo per noi" e
"Ho messo via", ma il pubblico balla e canta a squarciagola su vecchie e nuove canzoni. Al ritmo
incalzante di "I ragazzi sono in giro", o al dolce pop di "Sono sempre i sogni a dare forma al
mondo", il più bel testo dell'ultimo album. O nel "tururu" di "Il giorno di dolore che uno ha", il pezzo
che Luciano mette in scaletta in ogni concerto ormai da 20 anni, come se fosse davvero la tassa
del dolore.
Per molti giovani, nati dal 1990 in poi, era la prima volta, il primo concerto: sono i ragazzi di
Mondovisione, cantano sotto le luci con le lacrime agli occhi. Alla fine non sanno darsi pace: "Non
è possibile, non ha fatto nè Tu sei lei nè Siamo chi siamo", Al loro fianco i papà che sgranano gli
occhi: "Vorrei capire perchè ha sacrificato Salviamoci la pelle e perchè non fa più Figlio di un
cane". E si scoprono uniti dall'unico cantante che insieme a Vasco riempie ancora gli stadi in
Italia. I concerti di Ligabue però sono unici per un altro aspetto: per la compostezza del pubblico,
speculare a quanto i fan vivano letteralmente "attaccati" ai testi, come fossero una ragione di vita.
Come a Campovolo, migliaia di persone a fine concerto vanno via in fila indiana, senza neppure
una spinta. Tra il pubblico giovani arrivati con i pullman da tutta la Sardegna. C'è persino la
deputata del Pd Romina Mura, in jeans con gli amici di Sadali, a cantare quasi mimetizzata nel
parterre che si infiamma per "Bambolina e barracuda". Si filma. Si whatsappa. Si Youtubba. Si
tagga su Fb. Il concerto lo si vede soprattutto dai display, lo si racconta a chi non c'è. In fondo, il
rock è ancora un privilegio: l'ultimo rito pagano, come lo definisce Gianfranco Carboni. "Tutti
vogliono viaggiare in prima", messa lì, come secondo bis, infiamma anche chi si era imposto di
stare seduto. E stanotte si replica, per l'altra metà di Sardegna rimasta senza biglietto. Chiusura
mondiale del Mondovisione Tour. Per l'ultima data sono in arrivo fan da tutta Italia. E c'è da
giurare che sarà una serata memorabile.
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