IX Comandamento. Non desiderare la donna del tuo prossimo1

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IX Comandamento. Non desiderare la donna del tuo prossimo1
Scheda 13.
IX Comandamento. Non desiderare la donna del tuo prossimo1
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la
sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo (Es 20,17)
Il IX e il X Comandamento, nella formulazione della Chiesa, ripartiscono l’unico comandamento che ha
come tema quello della bramosia, relativa all’attrazione sessuale e all’invidia per i beni altrui2.
1. Desiderio
Il termine che qui noi traduciamo con l’italiano desiderio, in ebr. hamad, indica non il semplice volere, ma le
macchinazioni che si mettono in campo per giungere ad un obiettivo. Il Comandamento, quindi, tocca la
purezza del cuore, e quindi mette in guardia da ciò che è definito concupiscenza.
Il desiderio «è un sentimento intenso che spinge a cercare il possesso, il conseguimento o l’attuazione di
quanto possa appagare un proprio bisogno fisico o spirituale»3. La forza che ci spinge a raggiungere un
obiettivo, la motivazione che anima le proprie scelte o preferenze dipende dal desiderio. Desiderare di per
sé non è negativo (dal lat. de – sidus: avvertire la mancanza delle stelle), anzi è grazie al desiderio che si può
raggiungere una meta o orientare le nostre forze. Anche in ambito spirituale, desiderare la propria santità,
oppure l’attuazione della volontà di Dio, è una condizione indispensabile per crescere nella virtù. Anche il
desiderio sessuale inteso in questa logica, diventa la spinta per mezzo della quale si esprime la pulsione
sessuale, che letta nella categoria dei bisogni primari dell’uomo e della donna può farci comprendere la
dinamica dell’attrazione sessuale e anche di tutto ciò che riguarda la seduzione e il corteggiamento. Tutto
ciò muove una serie di fattori biochimici e psicologici che sono profondamente insiti nell’umanità. Possiamo
dire che desiderare rientra nelle forze dell’uomo, lo spinge ad agire e a scegliere.
2. Bramosia
Il Comandamento, come abbiamo detto mette in guardia dal desiderio violento, dalla brama. La ricerca
spasmodica che muove la persona a raggiungere un obiettivo, rientra nella mancanza di libertà e di piena
realizzazione di sé. Desiderare la donna d’altri vuol dire uscire dai confini del desiderio positivo ed entrare
nella logica del possesso di una persona o di una cosa. L’oggetto del desiderio diventa prevalente anche
riguardo alla legittimità di possederlo, al rispetto di sé stesso o degli altri, fuori dall’autocontrollo e della
prudenza. Il desiderio bramoso indica, insomma, una pulsione che se viene alimentata anche dalla
mentalità di possesso o di soddisfazione del desiderio ad ogni costo, spinge la persona a non agire più
secondo l’opportunità, il valore o l’amore, ma solo secondo l’istinto ed il piacere.
3. Non tradire né con il pensiero né con i fatti
La condizione di adulterio, già trattata nel sesto Comandamento, qui viene ripresa. Nella spudorata società
consumistica, sembra essere stata superata anche questa regola basilare e fondamentale, che ci mette in
guardia dalla tentazione e dalla pratica di intrecciare una relazione tra un uomo/donna libero con una
donna/uomo sposato, o anche tra persone non libere (mettiamo naturalmente in conto anche i consacrati).
Nella situazione attuale possiamo dire che è venuto meno la fermezza sui valori e la facilità di approccio. Il
rispetto di questo comandamento sottolinea la necessità di tenersi lontani dalla ricerca di una relazione che
si pone nella linea del tradimento e anche nella linea della lussuria o del possesso dell’altro. Il tradimento è
spesso frutto di un’insoddisfazione che può determinare una fuga dalla propria relazione matrimoniale o
affettiva, ed è anche figlio di una cultura del vizio. Certamente il tradimento avviene nel momento in cui
viene abbattuta la linea di custodia della propria e dell’altrui intimità, e quando si perde l’inibizione e si
manifesta con malizia il gradimento dell’altro/a con le armi della seduzione. Si consuma il tradimento
1
Di don Federico Saporito, Cammino parrocchiale di catechesi per adulti sui Comandamenti
P.CURTAZ, I Dieci Comandamenti, San Paolo, 2012, 91ss
3
“Desiderio” in http://www.treccani.it/enciclopedia/desiderio_%28Universo_del_Corpo%29/
2
quando si agisce senza prudenza e nella spudoratezza. Oggi i social network e tutte le forme di
comunicazione indiretta, proprie dell’uso di cellulare o computer, consentono anche a persone timide o
meno maliziose di esporsi in modo più mascherato e quindi rende più frequenti le situazioni di tradimento
e di infedeltà (anche quando queste si rivelano inconcludenti).
4. Purificazione del cuore
Possiamo comprendere che il desiderio, dopo tutta questa riflessione, va letto e compreso in profondità,
affinché esprima veramente la proiezione verso il futuro e non la ricerca di compensazioni immature. È
necessario, sempre, operare una purificazione del cuore. La nostra società caricando molto sulla libido,
facendo un uso spropositato della sessualità seduttiva, ha determinato una condizione sbilanciata nei
riguardi dell’espressione della sessualità intesa come linguaggio bello dell’amore. Il desiderare la donna/
l’uomo altrui, ci aiuta ad acuire lo sguardo sulla nostra società e a porci in modo critico e maturo verso le
espressioni della degenerazione dei costumi e la custodia del proprio corpo, dei propri affetti e di quello
altrui.
Possiamo appellarci ad una purificazione del cuore, cioè ad un esercizio continuo nel quale, alimentiamo sia
la cultura della bellezza e del rispetto, relativamente al corpo, sia la soglia di attenzione a non cadere nella
ricerca dell’altro per fini di pura soddisfazione delle proprie passioni o della ricerca del piacere. Si tratta di
proporre uno stile di pudore, che non è nascondimento bigotto del proprio corpo, ma è custodia della
propria intimità, barriera all’invasione altrui e distanza di sicurezza verso l’altro/a. I cristiani per molto
tempo hanno considerato, un po’ platonicamente, che il corpo fosse una prigione e, la materia, una catena
che tratteneva lo spirito. È importante considerare che l’uomo è unità di corpo e spirito, creato da Dio,
perciò è un bene in sé questa realtà.
5. Strumenti di crescita
Verrebbe da porsi una domanda: come mai nel tempo in cui i matrimoni non sono combinati, e le persone
si scelgono e così facilmente si dichiara di essere innamorati, c’è maggiore crisi matrimoniale? Ciò che
dovremmo considerare è sia l’idea che si ha dell’amore, sia il modo di custodire l’amore.
Gesù ci mostra di essere libero nelle relazioni, sia nei riguardi della famiglia e delle amicizie, sia nei
confronti delle donne. Nella scena della peccatrice perdonata, la samaritana, Betania, ecc. troviamo un
grande equilibrio nella descrizione degli eventi che sono raccontati (cfr. Lc 7,36ss, Gv 4…). La libertà di Gesù
è tale perché il suo cuore è libero ed è totalmente rivolto al dono, infatti ci insegna che dal cuore
provengono i propositi malvagi (Mt 15,19), e perciò è in esso che bisogna trovare la purificazione4.
La purificazione del cuore si può custodire attraverso: la preghiera, la ricerca di equilibrio e di pace interiore
e alimentando la cultura del bello (nel senso alto, non nella vanità).
Il CCC n.2520 suggerisce alcuni strumenti di purificazione: 1) la virtù e il dono della castità, perché la castità
permette di amare con un cuore retto e indiviso; 2) la purezza d'intenzione; 3) la purezza dello sguardo 4) la
preghiera.
La purezza esige il pudore che preserva l'intimità della persona (CCC, 2521). Attraverso il pudore possiamo
garantire l’equilibrio necessario a relazionarsi con le altre persone, soprattutto nell’esercizio della prudenza
e nella temperanza e quindi, rende possibile che siano rispettate le condizioni del dono e dell'impegno
definitivo dell'uomo e della donna tra loro.
CCC, 2523 Esiste non soltanto un pudore dei sentimenti, ma anche del corpo. Insorge, per esempio, contro
l'esposizione del corpo umano in funzione di una curiosità morbosa in certe pubblicità, o contro la
sollecitazione di certi mass-media a spingersi troppo in là nella rivelazione di confidenze intime. Il pudore
detta un modo di vivere che consente di resistere alle suggestioni della moda e alle pressioni delle ideologie
dominanti.
4
T. LARRAÑAGA, Nono comandamento in Commento teol. del Catechismo della Chiesa Catt., Piemme, 1993, 595ss.