Soluzioni - Edizioni Elena Zurigo
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MANLIO SORBA LETTERATURA E ALTRO SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI EDIZIONI ELENA ZURIGO EDIZONIELENA . CH Soluzioni degli esercizi 1 Il Duecento - Il Dolce Stilnovo A. SECOLO XVI B. SECOLO IX C. SECOLO XIX D. SECOLO XII E. SECOLO XX F. SECOLO XIII G. SECOLO XIV H. SECOLO X Nicolò Machiavelli, "Il Principe" "Indovinello Veronese" Trad. Spingeva avanti i buoi, arava un campo bianco, teneva un bianco aratro, e seminava nero seme Alessandro Manzoni „I Promessi Sposi“. Cielo D‘Alcamo „Contrasto“. Massimo Carlotto „Arrivederci Amore, ciao“. San Francesco d‘Assisi, "Cantico delle Creature" Giovanni Boccaccio, "Decameron" "Placito cassinese" Trad: So che quelle terre, per quei confini che qui sono descritti, le possedette per trent'anni la parte di S. Benedetto 2 Dante Alighieri - Vita e opere Soluzione1: La cupola del Brunelleschi quando Dante era vivo non esisteva ancora, visto che i lavori di costruzione iniziano nel 1420, quando Dante è morto ormai da 100 anni. Soluzione2: CRUCIVERBA Soluzioni: 1: Savi. 2: Verona. 3: Sonetti. 4: Bianchi. 5: Papa. 6: Ravenna. 7: Ghibellini. 8: Cavalcanti. 9: Imperatore. 10: Sommo. 11:Beatrice. 12:Divina. 13: Muore. 14: Esilio. 15: Aquilino. 16: Malaria. 17: Padre. 18: Giotto. 3 Dante Alighieri - Tanto gentile... Adesso analizza „Tanto gentile“ dal punto di vista metrico: „Tanto gentile“ è un sonetto composto da 14 endecasillabi suddivisi in due quartine con rime incrociate (ABBA) e due terzine con rime invertite (CDE-EDC). 6 Dante Alighieri - La Divina Commedia, Inferno, I canto Simboli danteschi e allegoria. Cerca di interpretare gli elementi poetici. Proposte per l'interpretazione: Elementi Descrizione Interpretazione Allegoria Selva Oscura, selvaggia, aspra, forte; il ricordo provoca paura. Luogo misterioso in cui l'Io poetico si è perso e che lo terrorizza. l'Io poetico si è perso nel labirinto del peccato. Collina Alla fine della "valle"; l'Io poetico è ai suoi piedi, guarda verso l'alto; è "vestita" dai raggi del sole. Luogo dove finisce la foresta che gli ha causato tanta paura; ritrova la calma e la fiducia ma deve prima salirci sopra. Speranza di uscire dal peccato; strada in salita, difficile da percorrere. Pianeta È alle spalle della collina; emette raggi; "mena dritto", indica la strada. E' il sole i cui raggi illuminano la collina e che ridanno all'Io poetico la calma e la sicurezza. l'Io poetico si è perso nel labirinto del peccato. La LUPA è il simbolo dell'AVARIZIA e della CUPIDIGIA La LONZA è la lussuria, cioè il desiderio carnale, e il leone la SUPERBIA). Riferimento a Roma città die Papi, colpevoli con Bonifacio VIII in testa, del degrado della religione e della morale. 7 Dante Alighieri - INFERNO, XXXIII Cruciverba "infernale": ORIZZONTALI 1. apristi 5. vituperio 8. brancolar 9. vestisti 11. infamia 13. cruda 14. siepe 1. 2. 3. 4. 6. 7. 10. 12. VERTICALI aspetto impietrai morsi chiavar digiuno sollevò pianger suoli 8 Verona - Giulietta e Romeo – Paolo e Francesca Come sono morti Romeo e Giulietta? Romeo e Giulietta sono due pesci rossi. Qualcuno dalla strada ha tirato un sasso attraverso la finestra aperta, il sasso ha colpito l’acquario che si è rotto e i due pesci sono morti per soffocamento 9 BOCCACCIO - Vita e opere Combina giornata (parte sinistra) con il narratore (parte centrale) e il tema (parte destra): 1a G à 10/h 2a G à 3/j 3a G à 6/e 4a G à 2/a 5a G à 8/g 6a G à 7/i 7a G à 1/c 8a G à 4/b Cruciverba orizzontali 2. nove 5. Petrarca 6. Fiammetta 8. Panfilo verticali 3. avaro 5. Pampinea 7. Bardi 1. peste 4. due 9. Napoli 10. Neifile 9a G à 5/d 10a G à 9/f 11. quattro 12. otto 10 Il Decameron - Novella di Lisabetta da Messina a/9 b/6 c/4 d/1 e/7 f/2 g/3 h/5 i/10 j/8 14 Il Canzoniere - Solo e pensoso... La FIGURA RETORICA ESERCIZIO: cerca di riconoscere nel testo le seguenti figure retoriche. Endiadi: v. 2; vv. 9-10 : “Solo et pensoso i più deserti campi/vo mesurando a passi tardi et lenti“; “sì ch’io mi credo ormai che monti et piagge/ et fiumi et selve sappian di che tempre” Iperbato: v.3: “et gli occhi porto per fuggire intenti” (ricostruzione: et porto gli occhi intenti per fuggire) vv. 12-13: “Ma pur sì aspre vie né sì selvagge/cercar non so“ Antitesi: vv. 7-8: ”atti di allegrezza spenti/di fuor si legge com’io dentro avampi“ Metafora: v.2; v. 8: “vo mesurando”; ”com’io dentro avampi” Polisindeto: vv. 9-10: “monti et piagge/et fiumi et selve sappian di che tempre” Personificazione: vv. 13-14: ”ch’Amor non venga sempre/ragionando con meco, et io co'llui” Allitterazioni: v. 1: “Solo et pensoso i più deserti campi” (sillaba “so” con maggior forza sulla “s”); Che tipo di rima usa Petrarca per questo sonetto? SOLUZIONE: due quartine con rime baciate abba, due terzine con rime incrociate bcd bcd. Il paesaggio del sonetto riflette uno stato d’animo. Quale? SOLUZIONE: ansia di pace; inquietudine; malinconia RIFLESSIONE 1: La solitudine è per Petrarca un momento necessario della sua esistenza. Per te cosa rappresenta la solitudine? SOLUZIONI POSSIBILI: Fuga, evasione dalla realtà. Senso di abbandono. Sconforto. Ricerca di pace interiore Momento di riflessione, di colloquio con se stesso COMMENTO. Prova ora a scrivere un commento finale che comprenda (metta insieme) tutte le "scoperte" che hai fatto nel corso della tua analisi. SOLUZIONI: il sentimento amoroso viene vissuto come tormento. La naturale conseguenza è la fuga, non solo dalla gente ma anche, per certi versi, dal sentimento amoroso stesso. La solitudine però, come si legge nell’ultima terzina, non si realizza, poiché l’IO POETICO viene trovato e affiancato dall’onnipresente e personificato Amore, che ha con l'IO poetico un rapporto tirannico. Ricordi il verso dantesco " Amor, ch’a nullo amato amar perdona" ovvero l'amore che non permette a nessuna persona amata di non riamare? Il concetto è lo stesso. 15 Il Canzoniere - Erano i capei d’oro... Individua le figure retoriche nella poesia metafora 1 v. 1 "erano i capei d'oro" per erano i capelli color oro sinestesia v. 2 "dolci nodi" iperbole v.2 "che 'n mille dolci nodi gli avolgea" Iperbato: v. 3 "e 'l vago lume oltra misura ardea" per ardea oltre misura metafora 2 v.14 "piaga per allentar d'arco non sana" per indicare la forza e la violenza dell'innamoramento Sapresti spiegarmi, anche tematicamente, cosa vuole dire il poeta con l'ultima metafora? Con questa metafora il poeta vuole dire che il suo amore per Laura non cambierà mai anche se negli anni l’ aspetto dell’amata cambierà e non sarà più dotata della grazia e della bellezza originari. Il poeta vuole anche ribadire che il suo amore per Laura non avrà mai fine anche se quest’ultima non ricambierà il suo sentimento. Ricordi cosa abbiamo detto della metrica? Vediamo: sai spiegare che tipo di struttura e di rima ha questa poesia? SOLUZIONE: Sonetto ad endecasillabi. Due quartine e due terzine; le due quartine hanno una rima incrociata (schema ABBA); le due terzine una rima inversa (ABC - BAC). Anche l'uso dei tempi verbali in una poesia può essere importante. Petrarca usa l'imperfetto, il passato remoto e il presente. Come vengono utilizzati questi tempi? Per prima cosa sottolineali con tre colori diversi, poi procedi con l'analisi. Anche l'uso dei tempi verbali in una poesia può essere importante. Petrarca usa l'imperfetto, il passato remoto e il presente. Come vengono utilizzati questi tempi? Per prima cosa sottolineali con tre colori diversi, poi procedi con l'analisi. SOLUZIONE L’imperfetto descrive l’aspetto fisico della giovane Laura. Col passato remoto abbiamo invece dei particolari momenti vissuti da Petrarca, degli attimi brevissimi, come una visione: subito arsi, un vivo sole fu quel che vidi. Con il presente l’autore vuole sottolineare la decaduta bellezza di Laura e la continuità con la quale la ama anche dopo molti anni. Una riflessione particolare: quale significato simbolico dà il poeta al II verso dalla I quartina: “che ‘n mille nodi gli avolgea”. (Se non ci riesci guarda la proposta). Con questo verso l’artista vuole esprimere due concetti. Quello denotativo, immediato è il disordine dei capelli di Laura a causa del vento; quello connotativo è l’idea di questi nodi come qualcosa alla quale Petrarca è rimasto sentimentalmente impigliato e non riesce più a liberarsi. 17 Machiavelli - Vita, opera e un frammento Analisi Secondo te Machiavelli nei confronti dell'uomo è ottimista o pessimista? Chi ti ricorda la figura del principe? Che posizione ha Machiavelli nei confronti della forza e del male? SOLUZIONE: M. è pessimista. Per Machiavelli l'uomo non cambia con il mutare dei tempi; è egoista, vile e non é capace di convivenza sociale. Servono quindi degli uomini eccezionali capaci di salvare la società dal caos, dalle passioni e dagli egoismi individuali. Queste persone hanno a che fare con un mondo dominato da rapporti di forza; quindi bisogna utilizzare, se necessario, anche la forza: il male diventa così una necessità. Qual è secondo te l'importanza di Machiavelli nella storia? SOLUZIONE: Il merito di Machiavelli è quello di aver fatto diventare la storia una disciplina basata sui fatti; essere all'origine di molte dottrine politiche del pensiero moderno; aver teorizzato la ragion di Stato. 20 Ugo Foscolo - Vita e opera Analizza la forma metrica (ricordi il DECALOGO PER ANALIZZARE UNA POESIA in: AD ___ à IL CANZONIERE; SOLO ET PENSOSO?): cerca di scoprire quante più caratteristiche puoi (metrica, figure retoriche, caratteristiche lessicali), poi confronta con la soluzione a fondo pagina. SOLUZIONE Forma metrica: sonetto di endecasillabi costituito da due quartine a rima alternata (ABAB, ABAB) e da due terzine a rima invertita (CDE, CED). Le prime 3 strofe, le due quartine e la prima terzina, costituiscono un unico periodo sintattico che lega tra di loro una lunga serie di immagini. Nell’ultima terzina la tensione emotiva si smorza in un’enunciazione secca e concisa di un sepolcro lontano, privo di affetti e di lacrime. Numerosi enjambement* (versi:3-4; 6-7; 13-14), caratterizzano le prime tre strofe Le rime delle quartine sono tutte assonanti in e. Netta prevalenza dei tempi verbali passati, in particolare del passato remoto, nella parte centrale del sonetto nella quale viene rievocato un passato lontanissimo, addirittura mitico. Nel testo sono presenti numerosi casi di iperbato** (es. v.13/14:” a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura”), Numerose anche le allitterazioni*** (vv. 4-9 e v.13). Dal punto di vista lessicale prevalgono termini aulici, colti, latinismi e grecismi (inclito, dea, fatali) * (Dal francese enjamber, "oltrepassare"): si ha un enjambement quando la fine di un verso non coincide con la fine di una frase e la frase continua nel verso seguente. Se ai tempi di Dante ogni singolo verso era un'unità sintattica e concettuale, a partire dal Cinquecento, e poi sempre più spesso nell'Ottocento e nel Novecento, i poeti spezzano questa unità con l’effetto di allungare il ritmo del componimento e per rompere la rigida e monotona scansione dei versi. ** Figura dell’ordine, che consiste nell’invertire la normale costruzione sintattica delle parole per produrre particolari effetti. *** L'allitterazione è una figura retorica che consiste nella ripetizione di una lettera, di una sillaba o più in generale di un suono in parole successive (Coca Cola, Marilyn Monroe, Deanna Durbin, Mickey Mouse, Cip & Ciop). Il fenomeno avviene per lo più ad inizio di parola. saresti in grado di trovare nella poesia "A Zacinto" temi ed elementi che facciano riferimento all'una o all'altra epoca e di interpretarla? Al finale della tua ricerca confronta le tue con le mie proposte SOLUZIONE: la mia proposta di analisi. I temi della lirica sono: • • • • • • il motivo della terra natale il motivo della classicità, con i suoi valori il mito dell’eroe segnato da un destino avverso il mito della poesia il motivo dell’esilio il motivo della tomba I temi neoclassici sono: • • • • • • • • Richiamo alla terra definita "sacra" (le sacre sponde) La Grecia terra d’origine della poesia e dei miti, perciò luogo sacro e magico. Richiami a figure mitologiche: Venere, Omero e Ulisse Gli dei (Venere) e gli eroi mitici (Ulissi), che la poesia rende vivi immortali dai poeti (Omero) La Grecia come rifugio ideale di serenità (il "mito dell'Ellade") Natura armonica (mare calmo, limpide nubi, sponde sacre, mare greco) Mito dell’eroe classico che conclude felicemente le sue avventure e i suoi viaggi L'uso di termini aulici e grecismi: inclito, dea, fatali, onde, esiglio, Zacinto I temi romantici sono: • il tema dell'esilio e dell'amore per la Patria • • • • La Grecia terra materna (Patria) perduta il mito della poesia la bellezza della natura. L’ossessione della morte Mito dell'eroe romantico che viaggia in continuazione e che muore in terre lontane e sconosciute. INTERPRETAZIONE 1. motivo autobiografico Zacinto, per l'Io poetico, è il ricordo dell’infanzia, un luogo da cui è materialmente lontano, ma a cui è spiritualmente legato per sempre, il luogo della nostalgia. 2. motivo della classicità con i suoi valori Il semplice ricordo di Zacinto fa rinascere nella mente dell'Io poetico tutti gli ideali, i miti e i sogni di cui si nutre la sua vita: il mito e la figura di Venere, simbolo della bellezza, dell’armonia e dell’amore; la figura di Omero, simbolo della poesia che evoca e rende eterni i sentimenti più alti e infine il personaggio di Ulisse, simbolo di tutti coloro che le avversità hanno reso nobili e famosi. 3. il mito dell’eroe segnato da un destino nemico L'Io poetico si identifica con Ulisse, perché anche si sente perseguitato dal destino, anche se, diversamente dall'eroe greco, non potrà tornare a baciare la sua terra. 4. il mito della poesia L'Io poetico si identifica anche con il poeta Omero: come quello fu il cantore dell’esilio di Ulisse così lui sarà il cantore del proprio esilio; Foscolo e Omero sono la poesia che va oltre il tempo e lo spazio, che esalta l’eroismo e i valori umani più alti e che idealmente congiunge l'Io poetico a Zacinto e agli eterni miti della poesia classica. 5. il motivo dell'esilio In Ulisse, “bello di fama e di sventura”, l'Io poetico vede se stesso esule. Ma al contrario di Ulisse, che riuscirà a far ritorno nell’amata Itaca, l'Io poetico ha il presentimento di una sepoltura “illacrimata” in terra straniera. 6. il motivo della tomba La tomba ritorna in molte poesie di Foscolo. La "sepoltura", il sepolcro, ha una funzione simbolica e mitica: ricorda ai viventi i grandi del passato, la loro grandezza e le loro imprese e li stimola ad imitare quelle imprese. E' la continuità fra le generazioni e i popoli e rappresenta per Foscolo - ateo - l'unica forma possibile d'immortalità. 22 Alessandro manzoni - Vita e opera Ed ora un gioco per vedere se hai letto con attenzione i tre brani proposti: metti nelle caselle le parole corrispondenti; con le sillabe nelle caselle in grigio dovrai alla fine formare una nuova parola. Attenzione: le sillabe non sono in ordine! Soluzione: Romanzo storico 23 Luigi Pirandello - Vita e opera 25 GIOTTO - Vita e opera Partendo da quanto hai letto finora su Giotto e la sua arte, cerca di distinguere nelle pagine che seguono i quadri di Giotto da quelli di altri autori. CROCIFISSO: 1: Giotto; 2: Cimabue; 3: Anonimo bizantino; 4: Perugino DEPOSIZIONE: 1: Arazzo bizantino; 2: Giotto; 3: Caravaggio; 4: Raffaello MAESTÀ 1: Cimabue; 2: Giotto; 3: Guercino; 4 Simone Martini 26 Il Rinascimento - Quattrocento e Cinquecento italiano QUIZ sul Rinascimento (solo una risposta è corretta): SOLUZIONI: 1: 1c/2b/3a/4a/5b/6b/7a/8b/9c/10c/11b 27 Il Barocco - Seicento italiano Lavorate in coppia: provate a dire quale delle due Giudette preferite. In fondo alla pagina troverete anche delle osservazioni e chiavi interpretative che potrete confrontare alle vostre Caravaggio la scena si concentra tutta nel momento più drammatico: Giuditta sta tagliando la testa di Oloferne. Il sangue schizza dalla gola ricadendo sul cuscino e sulle lenzuola bianchissime; il re assiro è ritratto tra la vita e la morte, mentre tenta con le ultime forze di rialzarsi. I muscoli delle sue braccia e delle spalle sono ancora tesissimi, ma il volto è già impietrito dalla morte. L’emozione è inoltre accentuata dal modo in cui Caravaggio ha dipinto l’eroina Giuditta: altera, impassibile, giovane e bella, con la veste candida e pura, come puro è il suo cuore. Lo sfondo è scuro (tipico del caravaggio) ed è presente un panneggio rosso in alto a sinistra e una parte minima del letto su cui giace Oloferne. Caravaggio è rimasto fedele al clima dell'episodio biblico, facendo decapitare il re con una daga mediorientale, ma ha anche attualizzato la scena, poiché l'abbigliamento di Giuditta è quello tipico delle donne del Seicento. Accanto a Giuditta Caravaggio ha inserito una serva molto vecchia e brutta, come simbolico contrasto alla bellezza e alla giovinezza della vedova. In questo modo l'autore sottolinea (con un artificio artistico legato alla fisiognomica, caro anche a Leonardo) le differenze tra le due figure e fa risaltare maggiormente la prima, che incarna grandi valori morali. La Giuditta caravaggesca è inorridita e appare esitante e distaccata, quasi non fosse lei a compiere il gesto. La tensione fisica minima con cui l'eroina taglia la testa ad Oloferne mette in risalto il forte valore simbolico dell'episodio biblico (eroismo, patriottismo, fede in Dio, coraggio, senso del dovere). Artemisia Gentileschi Nell'interpretazione di Artemisia vediamo sicuramente il riferimento all’opera di Caravaggio, ma ne vediamo anche l’evoluzione. Qui Giuditta non è più la fanciulla candida, distaccata, simbolo di virtù, ma una donna energica e dalle forti braccia che adopera tutta la sua forza fisica per uccidere Oloferne. Lo fa con freddezza e violenza: con la mano sinistra strappa la barba e i capelli ad Oloferne, mentre con la destra stringe la spada che sgozza l’uomo. La figura della serva, che in Caravaggio assiste alla scena e la cui funzione è quella di risaltare ancora più fortemente la bellezza di Giuditta, nell’interpretazione di Artemisia partecipa all’assassinio tenendo fermo Oloferne con la praticità di una donna abituata, nella vita reale, a macellare animali. Il generale assiro aumenta il realismo tentando di respingerla, con il braccio destro alzato e la mano che stringe il suo vestito all’altezza del petto. A rendere ancora più agghiacciante la scena, il sangue della vittima che cola verso il basso, spargendosi sulle lenzuola candide Nel quadro di Artemisia scompaiono dunque i riferimenti simbolici in senso biblico e tutta la concentrazione è dedicata alla resa drammatica. La Giuditta di Artemisia non è un bel volto da ammirare, ma una donna dura, autentica. Nella tela, eseguita subito dopo lo stupro, possiamo leggere una rievocazione, in chiave simbolica, della violenza subita e dello stato d’animo che sconvolse la pittrice durante il processo: Giuditta è il simbolo della rivalsa e della vendetta della pittrice nei confronti del suo stupratore; attraverso il dipinto, la giovane Artemisia esprime tutta l’amarezza, la rabbia e il disprezzo per l'uomo che ha abusato di lei.