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Bechtel, trionfano i pizza-commandos
di Marco D'eramo – fonte www.ilmanifesto.it
(data di pubblicazione su www.attac.it 22 aprile 2003)
Mentre il comandante supremo George W. Bush si preparava a invadere l'Iraq, il Congresso degli Stati uniti,
controllato dal suo partito, prendeva decisioni ben più epocali. Una di queste ha tradotto in legge a gennaio
la cosiddetta «regola della pizza», «la pratica che permette ai lobbisti e ad altri rappresentanti di interessi
particolari di fornire pasti pronti ai parlamentari e ai loro aiutanti che lavorano la sera tardi o durante i weekends» (The New York Times). Per gli indefessi senatori e deputati che vegliano «nella chiusa bottega alla
lucerna», e s'affrettano e s'adoprano «a fornir l'opra anzi il chiaror dell'alba», la pizza è solo un diminutivo
per rinfreschi ben più costosi a base di aragoste e vini d'annata.
Un altro provvedimento legislativo, preso su iniziativa del presidente repubblicano della Camera dei
rappresentanti, Tom DeLay, ha ripristinato la pratica di permettere alle corporations di pagare viaggi di
vacanza fatturati come avvenimenti filantropici (charity events). In questo clima da basso impero, le prime
tre scelte operate dal Pentagono e dalla Casa Bianca per la ricostruzione dell'Iraq illuminano sui criteri con
cui la benevola superpotenza americana si è impegnata a traghettare - volente o nolente - l'intero mondo
alla democrazia laica. Queste scelte hanno tre nomi: Jay Garner, Halliburton e Bechtel.
Jay Garner è l'uomo prescelto a impersonare il McArthur dell'Iraq: il generale Douglas McArthur (1880-1964)
fu il proconsole che tra il 1945 e il 1951 governò e riplasmò il Giappone distrutto dalla guerra (McArthur fu
dimesso da Harry Truman per quel che fu definito un «abuso di potere» o «tentativo di colpo di stato», a
seconda delle versioni). Scelto per dirigere l'Office for Reconstruction and Humanitarian Assistance, Jay
Garner racchiude in sé l'intreccio militare e industriale, visto che è un tenente generale in pensione, che dal
1994 al 1996 guidò il Comando della difesa strategica e spaziale dell'esercito, ed è tuttora presidente del SY
Coleman, ditta appaltatrice del Pentagono per sistemi missilistici: nel 1991, nella prima guerra del Golfo, fu
Garner a operare il dispiegamento dei missili Patriot in Israele; nel 1992 fu sempre Garner, di fronte a una
commissione d'inchiesta senatoriale, a difendere l'efficacia di questo sistema anti-missile, anche se le ultime
rivelazioni affermano che fu del tutto vano. La SY Coleman ha fornito attrezzature missilistiche alle forze
anglo-americane in Iraq: è giusto perciò che l'uomo la cui società ha guadagnato soldi dalla distruzione di un
paese, abbia l'incarico di organizzarne la ricostruzione.
La texana Hulliburton è la più grande società al mondo di infrastrutture ed equipaggiamenti petroliferi.
L'attuale vicepresidente Dick Cheney ne è stato presidente e amministratore delegato fino al giorno prima di
annunciare la propria candidatura insieme a George W. Bush. Hulliburton è stata messa sotto inchiesta per
quel tipo di «contabilità creativa» che ha fatto fallire la Enron e la Tyco e che consiste nel nascondere le
perdite e ingigantire i profitti per far sì che il valore azionario continui a salire. Cheney era amministratore
delegato al tempo della «contabilità allegra» in Hulliburton, che adesso è stata la prima ditta ad aggiudicarsi
un appalto in Iraq, quello per spegnere i pozzi incendiati e per riattivare i pozzi petroliferi inattivi.
Ma è solo quando per i primi lavori di ricostruzione (strade, ponti, acquedotti, centrali elettriche, aeroporti, e
innanzitutto il porto di Umm Qasr), la Bechtel si è aggiudicata un contratto da 680 milioni di dollari, che
abbiamo intrapreso un vero e proprio ritorno al futuro.Bechtel ci fa fare un salto all'indietro di più di
vent'anni, al 1980, quando fu eletto presidente degli Stati uniti Ronald Reagan: suo segretario di Stato (il
ministero degli esteri oggi guidato da Colin Powell) fu George P. Shultz, già segretario al tesoro (ministro
delle finanze) di Richard Nixon dal 1972 al 1974, e poi presidente della Bechtel. Come segretario alla difesa,
Reagan scelse Caspar Weinberger, ora presidente del magazine economico Forbes, e che allora era
vicepresidente della Bechtel (oggi Weinberger è consulente generale del gruppo di San Francisco e Shultz fa
parte del suo consiglio di amministrazione). Partner della Bechtel è stato anche John McCone, ex direttore
della Cia, poi presidente della Commissione per l'Energia.
La Bechtel è una delle rare grandi corporations a proprietà familiare (quindi libera di non rendere pubblica la
propria contabilità), e il suo ultimo erede, e amministratore delegato, Riley P. Bechtel non solo è membro
della Trilateral Commission ma è stato nominato da Bush membro del President's Export Council. Sul suo sito
Web la Bechtel si vanta di aver partecipato alla costruzione del tunnel sotto la Manica e di aver realizzato la
metropolitana di San Francisco. Bechtel dichiara di aver portato a termine nella sua storia 19.000 progetti in
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140 paesi; 80.000 km di oleodotti e gasdotti; 15 sistemi di telecomunicazione, 350 progetti chimici, 200
fabbriche, 2.000 edifici per uffici, 75 aeroporti, 80 porti, 125 km di tunnel e ponti e 27.000 km di autostrade.
«Se solo i faraoni avessero potuto ingaggiare Bechtel!» ha ironizzato un commentatore. Sull'oggi Bechtel
dichiara 47.000 dipendenti e 900 progetti in 60 paesi. Quanto a ordini e fatturato, ammontavano
rispettivamente a 9.3 e 13,4 miliardi di dollari nel 2001 e a 12,7 e 11,6 miliardi di dollari nel 2002. Siamo
certi però che i dati di quest'anno saranno molto più alti. Ma in questa grande società di costruzioni e lavori
pubblici, a colpire è il suo ininterrotto, indissolubile intreccio con l'espansione americana. Nel 1898 Warren
Bechtel fu assunto con la sua mandria di muli per spianare le massicciate ferroviarie nell'Oklahoma. Nel 1936
costruì sul fiume Colorado la diga Hoover (una delle grandi opere pubbliche del New Deal): ma durante i
lavori suscitò alcuni fra i più duri scioperi mai organizzati dalla classe operaia. Durante la seconda guerra
mondiale la Bechtel si lanciò nella costruzione navale, ma - soprattutto - contribuì a costruire alcuni impianti
dei laboratori Lawrence-Livermore per il Progetto Manhattan. La lista delle opere Bechtel scandisce la storia
del dopoguerra: già nel 1950 fu ingaggiata dall'Iraq Petroleum Company per costruire l'oleodotto in cui il
greggio fluisce dai campi di Kirkuk, nell'Iraq nordorientale kurdo, al porto di Banyas in Siria (proprio
l'oleodotto interrotto giorni fa dagli americani come rappresaglia contro Damasco perché ospiterebbe
fuggiaschi gerarchi iracheni). Bechtel costruì anche l'oleodotto transarabico. E nel 1975 si aggiudicò dalla
monarchia saudita il sontuoso appalto per la costruzione della città industriale di Jubail: un investimento da
20 miliardi di dollari per la creazione di 200 industrie che dovevano investire a loro volta 42 miliardi di dollari,
creare 85.000 posti di lavoro e far nascere un insediamento di 157.000 residenti (ma il polo industriale
saudita non è mai decollato).
In Asia Bechtel costruì la base di Da Nang che costituì il maggiore complesso bellico statunitense in Vietnam.
Nel 1980, dopo il disastroso incidente della centrale nucleare di Three Miles Island (1979), Bechtel assunse
13 lobbisti e ottenne un contratto da 1,5 miliardi di dollari per risanare il sito.
In Iraq, dal 1983 ai primi anni `90, Bechtel partecipò insieme al gruppo turco Enka alla costruzione della
diga e della centrale di Bekme (al confine con la Turchia). Sempre nel 1983 Bechtel entrò in trattativa per
costruire un oleodotto dall'Iraq al porto giordano di Aqaba. Il progetto fu discusso da Saddam Hussein e da
Donald Rumsfeld che si trovava a Baghdad nel dicembre 1983 come inviato di pace in Medio oriente. Per
assicurarsi le retrovie, Bechtel fece entrare in questo progetto Bruce Rappoport, un manager svizzero ben
introdotto in Israele, per ottenere la promessa che Israele non avrebbe attaccato l'oleodotto. A sua volta
Rappoport assunse l'avvocato Robert Wallach, molto vicino a Edwin Meese III, allora ministro della giustizia
(Attorney general). Meese fu messo sotto inchiesta, non fu accusato di nulla ma si dimise. L'oleodotto non fu
mai costruito.
Nel Terzo mondo, Bechtel è assurta agli onori delle cronache in Oceania e in America Latina. In Australia
Bechtel ha partecipato alla costruzione e alla sicurezza della fonderia di alluminio dell'Alcoa a Portland (tra
parentesi, era presidente amministratore delegato dell'Alcoa Paul O'Neill, il ministro dell'economia scelto da
Bush il giovane, e poi licenziato perché non abbastanza «falco»). La fonderia suscitò le proteste dei pescatori
della zona per i rifiuti tossici dispersi in acqua, e un'azione di resistenza da parte del popolo aborigeno dei
Gunditchmara. In Bolivia invece nel 1999 il governo privatizzò la distribuzione dell'acqua e la Bechtel assunse
il controllo della compagnia Aguas del Tunari che assicurava il rifornimento idrico della città di Cochabamba
(terza città della Bolivia). Nel girò di poche settimane il canone dell'acqua saliva alle stelle, costringendo
famiglie che guadagnavano 60 dollari al mese a pagarne 15 solo per l'acqua. Le bollette rimasero impagate e
nel 2001 la Bechtel fece addirittura causa per 25 milioni di dollari alla Bolivia! La vicenda è citata in tutti gli
studi sui disastri provocati dalla privatizzazione dell'acqua.
Né Bechtel poteva mancare all'appello nella ex Jugoslavia, dai contratti più polposi (in cui era impegnata
insieme a Hulliburton ed Enron), fino alle minuzie: così vediamo il gigante di San Francisco incaricarsi di
raccogliere 25.000 metri cubi di legname in Croazia e trasportarlo in Kosovo per provvedere alloggi a 8.000
famiglie. Vediamo così Bechtel svariare dai laboratori atomici alle basi in Vietnam, dagli oleodotti in Arabia
agli acquedotti boliviani, dal legname croato alle fonderie australiane, mai troppo lontana dall'esercito Usa.
In Iraq le si aprono davanti nuove, sterminate opportunità (un po' sabbiose a dire il vero) di profitti e opere
pubbliche. Il contratto che ha ricevuto è solo un aperitivo. Il piatto forte sarà servito dai senatori e i deputati,
ma solo dopo che si saranno abbuffati grazie alla pizza rule.
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