Lavoro Bancario e Assicurativo news

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Lavoro Bancario e Assicurativo news
rivista mensile, numero 9
dicembre 2005
PER UN NUOVO MODELLO DI CRESCITA
Al centro dei lavori del Consiglio Generale di Salsomaggiore (13-15 dicembre)
i temi della democrazia economica, partecipazione dei lavoratori,
responsabilità sociale e sviluppo socialmente responsabile dentro un quadro
di riferimento di nuovi diritti e nuove tutele
Una panoramica sulla situazione
sindacale ma anche accenni,
più in generale, alla situazione
politico- economica nella relazione di Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba Cisl, al
Consiglio Generale della federazione, riunito a Salsomaggiore
dal 13 al 15 dicembre scorsi.
“Quest’anno si conclude positivamente sotto il profilo contrattuale, - ha esordito Gallo - abbiamo chiuso il ccnl Abi, il ccnl
Federcasse e il ccnl Ascotributi.
Un anno che ha anche visto la
concomitanza del Congresso,
nel corso del quale sono state
presentate proposte innovative
sotto il profilo della linea strategica, della linea politica, dell’appartenenza, delle motivazioni.”
Proprio il Consiglio generale
diventa quindi l’occasione per
effettuare una riflessione sullo
stato dell’arte della strategia
della Fiba.
La responsabilità sociale, come
modello di crescita e modello di
fare impresa è al centro dell’azione della Fiba: l’attuale modello di crescita è insostenibile
sotto il profilo economico, sociale ed ambientale. I numeri
sono sotto gli occhi di tutti: gli
investimenti finanziari prevalgono su quelli produttivi, il divario tra ricchi e poveri sta crescendo, se paesi come India e
Cina adotteranno i ritmi di sviluppo dei paesi occidentali gli
effetti sull’ambiente saranno
devastanti.
“Anche le recenti Opa bancarie – ha detto Gallo - sono
da ricondurre a matrice di
insostenibilità economica
con forti ricadute sociali,
poiché hanno obbedito a
logiche di operazioni puramente finanziarie, senza
requisiti patrimoniali né
progetti industriali, organizzate da una consorterie di
faccendieri e speculatori. “
La notizia dell’arresto dell’ex A.D. della Bpi, Giampiero Fiorani, giungeva durante
i lavori e non poteva, dunque, mancare l’appello perché “si arrivi al più presto a
definire un quadro certo di
responsabilità…la Fiba ritiene che i nuovi vertici dell’azienda abbiano l’inderogabile dovere morale di dare
segnali precisi di immediata
inversione di tendenza
nella gestione delle relazioni con tutti i portatori di
interesse: i lavoratori,
clienti, territori, istituzioni”.
La line strategica e politica
della Fiba è stata promossa
e presidiata con determi-
nazione dalla firma
del Protocollo per lo
sviluppo socialmente
sostenibile e compatibile, fino alla firma
dei contratti che sono
seguiti (credito, credito cooperativo e
riscossione, fino all’inserimento in alcuni contratti integrativi
del settore assicurativo di specifici accordi sulla responsabilità sociale).
Si tratta ora – prosegue Gallo – di condurre le relazioni
sindacali nel settore ad una
evoluzione verso un modello
di democrazia economica che
promuova la partecipazione
dei lavoratori; favorisca un
modello di sviluppo sociale
sostenibile e socialmente responsabile, e sostenga nella
Segue in seconda
Direttore Giuseppe Gallo
Redazione Via Modena 5 00184 Roma
Tel 064746351 Fax 064746136
E mail [email protected]
SOMMARIO:
1 Consiglio Generale Fiba di Angela Cappuccini
2 Il Natale caldo dei bancari (A.C.)
3 Accordo Bnl di Emilio Marino
4 Intesa Duetsche Bank di Maurizio Gemelli
5/6 Speciale Congresso Uni di Luciano Malvolti
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dimensione internazionale l’affermazione
del modello organizzativo della società
europea: Gallo ha quindi riportato il caso
di Alliance, che ha intenzione di assumere il modello di società europea, mentre
non sono arrivate risposte positive in merito da Unicredit- Hvb.
Dopo aver esposto le critiche sia nel metodo che nel merito alla legge finanziaria
e alla legge sulla devolution (“gravida di
devastazioni sociali, un attentato alla Co-
stituzione”) ha ribadito l’importanza
del ruolo che la Cisl può svolgere
nel percorso verso un nuovo modello di crescita: “è’ necessario – ha
sottolineato Gallo – definire un nuovo patto concertativo che potrebbe
prendere forma nei prossimi mesi, a
conclusione dell’appuntamento elettorale. “
Infine, tra i temi del dibattito e ripresi dal segretario generale della Fiba,
la necessità di un rafforzamento del
sindacato del primo tavolo, della sua
identità strategica e del suo agire e
l’apertura di una riflessione sulla svolta
della Fabi: “Prendiamo atto con interesse – ha detto - della svolta politica
che la Fabi sta realizzando, ma aspettiamo l’esito del loro Congresso straordinario per effettuare una valutazione
di merito.”
Angela Cappuccini
NATALE CALDO
PER I LAVORATORI BANCARI
Mobilitazioni e scioperi in corso
in varie aziende
Lo stato di disagio dei lavoratori bancari, le insoddisfazioni dei rappresentanti sindacali che non ottengono risposte dai vertici aziendali sulle
vertenze aperte sono alla
base delle mobilitazioni dei
lavoratori di diverse aziende
bancarie. Un “Natale caldo”
potremmo definirlo. Scioperi, presidi con volantinaggi,
assemblee di lavoratori si
svolgono in questi giorni in
tutto il territorio nazionale.
Vediamo in sintesi le azioni
di lotta intraprese dalle oo.ss
dei gruppi coinvolti
Banca Intesa
Le Segreterie di Coordinamento di Fiba, Fisac, Uilca,
Falcri e Dircredito, hanno
preso atto della non volontà
da parte aziendale di trovare
soluzioni condivise, a problemi che si trascinano da tempo.
Tra questi, in particolare, le
questioni legate alle pressioni commerciali nelle filiali,
divenute in moltissimi casi
intollerabili e vessatorie; il
conseguente peggioramento
del clima aziendale;la carenza strutturale di formazione
professionale adeguata e
qualificante; il problema
sempre più palese della sicurezza fisica e psicologica dei
lavoratori esposti al rischio di
rapine; la carenza cronica di
organici, solo in parte risolvibile con le annunciate assunzioni di apprendisti; i processi riorganizzativi attuati unilateralmente (poli back-office e
nuovo lay-out di filiale).
A questi problemi di portata
nazionale va aggiunto il
“sostanziale” deterioramento
delle relazioni sindacali sfociato in episodi intollerabili,
nei confronti di colleghi che
avevano aderito nel luglio
scorso ad uno sciopero locale.
Ebbene, dopo anni in cui i
lavoratori e le OO.SS. hanno
dimostrato, attraverso tantissimi sacrifici, di voler costruire una Banca che potesse
posizionarsi tra le maggiori
banche europee, la risposta
aziendale alle legittime richieste sui questi temi è stata lacunosa e deludente.
Infatti, il tentativo di conciliazione, il 2 dicembre in Abi, ha
dato esito negativo.
Per questo è stato deciso di
avviare un percorso vertenziale e di mobilitazione a livello nazionale, che si esprime con presidi nelle piazze
principali, con volantinaggio
alla clientela e comunicati
stampa. Scioperi sono in corso in alcune realtà, tra cui
Milano e Treviso.
Contemporaneamente, e in
osservanza con la legge di
autoregolamentazione dello
sciopero, che vieta azioni più
incisive in determinati periodi dell’anno, verrà dichiarato lo sciopero dello
straordinario (per le aree
professionali) e delle prestazioni al di fuori del normale orario di lavoro (per i
quadri), reperibilità e interventi programmati e non
(per tutti i lavoratori interessati).
Le azioni di lotta fin qui decise rappresentano un primo
momento di mobilitazione
all’interno di una fase vertenziale che porterà ad altre
iniziative future, se la banca
non dovesse evidenziare
una reale modifica del proprio atteggiamento.
Capitalia
Questi i temi della vertenza,
da tempo posti all’attenzione della controparte e su cui
Fiba, Fisac, Uilca, Falcri e
Dircredito hanno indetto
l’immediata mobilitazione di
tutti i lavoratori delle aziende del gruppo:
Un aumento degli organici,
al netto delle uscite, anticipando le previsioni del piano industriale, per migliorare ritmi e condizioni di lavo-
ro;
un riconoscimento economico adeguato all’impegno
straordinario profuso da
tutto il Personale del Gruppo in questa fase di riorganizzazione;
la definizione dei criteri per
i nuovi Premi aziendali che
dovrà prevedere una forte
componente comune a tutto
il Gruppo, unitamente alla
necessaria valorizzazione
dell’apporto aziendale. I
nuovi Premi, inoltre, non
potranno che registrare il
netto miglioramento economico conseguito nei bilanci
2005;
la costruzione di un protocollo di relazioni sindacali
di Gruppo che consenta di
conseguire a livello aziendale una reale autonomia
ed esigibilità del confronto
sindacale, anche al fine di
una compiuta attuazione
degli accordi finora stipulati
e disattesi.
Le iniziative si svilupperanno contemporaneamente
con modalità diverse nelle
singole aziende, in relazione al dissesto organizzativo
ed al disagio sofferto dai
lavoratori.
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Nel Banco di Sicilia, dove si
registrano le maggiori criticità, è già indetto, in questo
contesto, lo sciopero di tutta
l’Azienda per il 12 Dicembre.
Nelle altre Banche e Società
sarà immediatamente avviata una tornata capillare di
Assemblee del Personale al
fine di pervenire ad una
comune azione di lotta in
tutto il Gruppo.
Per i Lavoratori e per le
Aziende interessati a nuovi
processi societari (Capitalia
Solutions, MCC, Capitalia L/
F, Fineco) le rispettive RSA
hanno già in parte attivato
e completeranno nei prossimi giorni le procedure finalizzate alla mobilitazione
dei Lavoratori coinvolti.
Le Segreterie Nazionali individueranno con le Strutture Aziendali un centro di
Coordinamento che provvederà a valutare i comportamenti delle controparti ed
a sviluppare iniziative, anche pubbliche, a supporto
della vertenza.
Banca d’Italia
E’ stato proclamato dalle
organizzazioni sindacali
Cisl, Cgil, Uil, Cida, Falbi,
Sibc uno sciopero del personale di ogni ordine e grado addetto a tutte le strutture centrali e periferiche della Banca d’Italia e dell’Uic
per l’intera giornata di lunedì 12 dicembre e il blocco
delle prestazioni straordinarie dal 12 al 16 dicembre.
I lavoratori lamentano il
mancato rinnovo del contratto “2002-2005 (la cui validità scadrebbe fra un mese) e il mancato accordo
sulla previdenza complementare scaduto da quasi
due anni. Inoltre la banca,
dopo avere subito a febbraio e a giugno 2004, due
condanne per attività antisindacale in relazione alla
modifica unilaterale delle
norme sul collocamento a
riposo del personale direttivo, ed essere stata costretta
dal Giudice del lavoro a
ripristinare le regole sulla
contrattazione, pretende di
scambiare la riscrittura
“dovuta” della cornice contrattuale con una modifica
dell’art. 79/1 del regolamento
del Personale (norme sul
pensionamento).
Banco di Sardegna
Si apre una stagione di lotta
per protestare contro una
politica aziendale inconcludente, l’eterno rinvio delle
soluzioni dei problemi dei
lavoratori, le sistematiche
violazioni del contratto.
Sono ormai troppi i problemi
che si sono accumulati sulle
scrivanie dell’ufficio del personale e che per quanto urgenti non hanno trovato soluzione. A questa già grave
situazione si aggiunge la forte
e fondata preoccupazione
circa la mancanza di un pensiero strategico aziendale che
tracci la rotta da seguire e
che conduca la Banca fuori
dal ristagno degli affari in cui
oggi si dibatte. Questo immobilismo, dovuto alla mancanza di progetti di largo
respiro sembra non riuscire
a produrre progetti limitandosi ad una navigazione a
vista, attenta unicamente al
contenimento dei costi che
grava soprattutto sulle spalle
dei dipendenti. L’unico pensiero strategico che ora trova
terreno fertile sembra essere
quello che porta alla conduzione di una miope politica
che si guarda bene dall’investire in iniziative che portino
nuova linfa, e nuovi affari,
presso gli sportelli dell’azienda.
Le oo.ss. Fiba, Fisac, Uilca,
Dircredito e Falcri stanno
quindi procedendo all’individuazione e articolazione delle iniziative di lotta, a partire
dalla proclamazione di uno
sciopero in tutte le realtà del
Banco.
(A.C.)
LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
PER LE FUTURE GENERAZIONI
L’Accordo sottoscritto in BNL
Fin dal febbraio 2005, all’indomani della sottoscrizione
del nuovo CCNL, il sindacato
della BNL si è posto l’obbiettivo di trovare una soluzione
al problema della Previdenza per i Lavoratori e Lavoratrici che verranno assunti in
Azienda con le regole previste per l’Apprendistato Professionalizzante.
Il nuovo CCNL, ha fortemente limitato l’introduzione nel
nostro settore delle figure
professionali, cosiddette
atipiche, previste dalla Legge 30, recependo esclusivamente il capitolo relativo
all’Apprendistato Professionalizzante apportando peraltro significative e positive
correzioni. E’ da evidenziare che, sotto l’aspetto previdenziale, per gli Apprendisti sono previste (art. 21 e 22
Legge n° 25/1955 e successive modifiche) aliquote
contributive alla Previdenza
Obbligatoria in misura ridotta nell’ordine di Euro
2,81 a settimana. Tale ridotta
contribuzione obbligatoria,
se non verranno apportati
gli opportuni correttivi di
Legge, comporterà notevoli
ripercussioni negative sull’entità della futura Pensione
di detti Lavoratori.
Grazie alla reciproca sensibilità che da tempo caratterizza il modo di essere delle
Rappresentanze Sindacali
Aziendali (Fiba/Cisl, Fisac/
Cgil, Uilca e Discredito) e
della Direzione Aziendale,
in BNL è stato possibile
raggiungere il seguente
accordo:
Viene prevista la possibilità di iscrizione al Fondo
Pensioni BNL degli Apprendisti con un versamento complessivo del
12% della Retribuzione
assunta a base TFR
(massimo della deducibilità fiscale), di cui l’11% a
carico dell’Azienda e l’1%
a carico dell’Apprendista
oltre al versamento dell’intero TFR. Importo che nel
primo anno d’assunzione a
tempo indeterminato passa
al 10% a carico Azienda e
2% a carico Dipendente.
“In BNL siamo
convinti che
l’accordo
sottoscritto
determini forme di
garanzia,
ricollocando i
Lavoratori e le
Lavoratrici nel
contesto sociale di
riferimento e
all’interno di valori
etici condivisi “
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Successivamente, venendo
meno la contribuzione figurativa ridotta all’INPS, il contributo a carico dell’Azienda e
del Lavoratore sarà uguale a
quello previsto per i Dipendenti iscritti alla Sezione B del
Fondo Pensioni (dal 1° gennaio 2006 3,20% a carico Azienda e 2% a carico Lavoratore);
possibilità d’iscrizione al Fondo Pensioni, a far data dell’assunzione, dei Lavoratori e
delle Lavoratrici assunti con
Contratto a Tempo Determina-
to anche di durata inferiore
ai 12 mesi;
Per gli assunti dal marzo
2003 iscritti alla Sezione B
del Fondo Pensioni BNL, in
coerenza con il processo di
allineamento del contributo
al Fondo condiviso già da
molto tempo con l’Azienda,
il contributo aziendale, dal
1° gennaio 2006, passa dall’attuale 2,70% al 3,20% e dal
1° gennaio 2007 al 3,30%.
In BNL siamo convinti che
l’accordo sottoscritto, determini forme di garanzia, ricollocando i Lavoratori e le
Lavoratrici nel contesto so-
ciale di riferimento e
all’interno di valori etici
condivisi. E’ un accordo
importante anche perché segna un’inversione di tendenza rispetto
ad una sciagurata politica dell’esclusione e del
precariato. Dai dati a
nostra conoscenza, siamo una delle poche
aziende che si sono
mosse, prima ancora
che iniziassero le assunzioni con i contratti di
apprendistato, sul terreno della salvaguardia
delle future generazioni sul
piano previdenziale, continuando a coniugare quelle
forme di solidarietà generazionale proprie delle confederazioni sindacali. Per tutte
queste motivazioni, crediamo
che l’Accordo sottoscritto
possa rappresentare un positivo riferimento per il mondo
del lavoro.
Emilio Marinoe Segretario Responsabile Coordinamento Fiba Cisl BNL
DEUTSCHE BANK: I MOTIVI
DI UNA INTESA “STORICA”
Protocollo Piano industriale di Gruppo
Accordo Fondo esuberi
Contratto integrativo aziendale
Un paio di mesi fa avevamo
già scritto su quello che stava succedendo nel Gruppo.
D.B. Italia (Gruppo che fa
capo al Colosso di Francoforte e quindi pienamente
“inserito” in una logica multinazionale quasi unica nel
nostro settore in Italia).
E, in quella occasione, mi
ero soffermato sulle pesanti
implicazioni che sarebbero
state originate dai Progetti
aziendali che erano nell’aria
e che riguarderanno circa
1.000 Colleghi:
Cessione delle attività di
gestione delle Carte di Credito;
Cessione delle attività della
SIM e dell’Investment Bank
ad una branch italiana di
D.B. AG;
Creazione di un Consorzio
che radunerà le attività di
servizio oggetto di scorporo;
Accesso alle prestazioni del
Fondo di Solidarietà per 161
esuberi dichiarati.
La priorità che ci siamo posti
subito – come FIBA/CISL – è
stata evidentemente quella
di definire le regole e le nor-
me per “governare” tutto il
complesso delle ricadute
derivanti da questi Progetti.
E il risultato di questa scelta
– condivisa da tutte le OO.SS. del tavolo unitario - è
stato estremamente positivo !
L’impostazione del nostro
Sindacato di “portare” la
Banca a condividere la politica
della
gestione
“contrattata” di tutti gli aspetti legati alle riorganizzazioni, ha avuto successo
con una trattativa serrata
che nel giro di un mese e
mezzo ha condotto alla firma di un’Intesa complessiva
che assicura garanzie di
difesa dell’Area Contrattuale per tutto il Gruppo
(anche per i Colleghi soggetti alle cessioni quindi…)
e l’applicazione a tutti del
CCNL , del C.I.A. – con un
Premio Aziendale di Gruppo - e della Previdenza
Complementare.
Ho parlato di un’Intesa storica anche e soprattutto
perché per la prima volta
nel nostro Gruppo siamo
riusciti a ottenere il Piano
Industriale
(cosa
che
sinora era
stata sempre negata con la
discutibile “giustificazione”
di non essere in grado di
definirne uno per l’Italia,
autonomo da quello di Casa
Madre).
Nell’Intesa del 24 e 25 Novembre scorsi abbiamo ottenuto:
un protocollo sulle relazioni industriali e sulle riorganizzazioni/cessioni
nel
gruppo che definisce le garanzie occupazionali e contrattuali (normative e salariali) sopra descritte;
un accordo che regola l’accesso al fondo di solidarietà,
con il quale abbiamo disciplinato le "uscite" volontarie
dei Lavoratori, migliorando
anche il già valido Accordo
sottoscritto nel 2002 su un
progetto simile;
un’intesa di rinnovo del
c.i.a. con un costo complessivo a carico della Banca di
circa il 4,35% dell’attuale
monte retribuzioni per il
quadriennio (che, con l’effetto trascinamento sul quar-
to anno di valenza contrattuale diventa il 6,10%), suddiviso in:
incrementi economici una
tantum;
aumento di 100 € del contributo aziendale annuale per
l’Assistenza Sanitaria;
elevazione del contributo
aziendale sul Fondo Pensione
al 5,75% per i vecchi iscritti
(che diventa il 6,25% per i
nuovi iscritti post 28.4.93);
incremento del Premio Aziendale (VAP) del 6% per il
2006 e nuovi indicatori per i
rimanenti anni.
Infine, siamo riusciti a raggiungere un obiettivo da
sempre prioritario per la
FIBA, con l’impegno della
D.B. ad aprire entro il Marzo
2006 un confronto sui Percorsi Professionali legati agli
Inquadramenti.
Maurizio Gemelli
Segretario Responsabile Fiba
Cisl - Gruppo D.B. -
FIBA CISL
NUMERO 9
SPECIALE 2° CONGRESSO MONDIALE UNI
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Chicago 22-26 agosto 2005
A cura di Luciano Malvolti resp. Ufficio Internazionale Fiba Cisl
Più di 1000 delegati sindacali provenienti da
oltre 100 paesi diversi si sono dati appuntamento a Chicago, la città americana con la più
consolidata tradizione sindacale, per il 2° Congresso Mondiale di UNI, la Federazione Internazionale dei Sindacati dei servizi (banche,
assicurazioni, poste, telecomunicazioni, commercio, media, grafici e spettacolo).
Con i suoi 15 milioni di affiliati di più di 900
organizzazioni sindacali, UNI rappresenta una
realtà forte e dinamica all’interno della CISL
Internazionale, la Confederazione Mondiale
Sindacale che rappresenta più di 150 milioni di
lavoratori e lavoratrici.
UNI nasce come sindacato globale per rispondere alle sfide della globalizzazione, con un’azione globale, quindi, che ha come interlocutori le grandi multinazionali, i governi e le istituzioni internazionali e come obiettivo finale il
miglioramento concreto delle condizioni di
lavoro e degli standard minimi delle
tutele sindacali.
Il Congresso di Chicago ha confermato
gli obiettivi strategici di UNI, la lotta per
la riduzione della povertà, la solidarietà
con i lavoratori e le lavoratrici dei paesi
meno sviluppati e la richiesta di una dimensione sociale della globalizzazione,
rilanciando vecchi e nuovi strumenti di
iniziativa sindacale come gli accordi
quadro globali con le multinazionali, la
collaborazione con l’Organizzazione
Internazionale del Lavoro (OIL), l’azione
di lobby sul Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, la Carta sulle
delocalizzazioni.
Alla guida dell’UNI è stato confermato
Philip Jennings, gallese, mentre Giuseppe Gallo, segretario generale Fiba-Cisl,
è stato confermato nel comitato esecutivo mondiale UNI in rappresentanza
dell’area del Mediterraneo.
UN LAVORO DECENTE PER TUTTI
Wal-mart e la Cina
Il Congresso Mondiale di UNI ha rilanciato
quello che a livello sindacale internazionale
viene definito il 9° Obiettivo del Millennio: la
creazione di impieghi decenti, ovvero di impieghi che incorporano il rispetto dei diritti umani
fondamentali, protezione sociale, remunerazione e condizioni di lavoro adeguate.
L’assunto del sindacato è che la crescita del PIL
mondiale non si traduce automaticamente in
una equa redistribuzione della ricchezza prodotta e quindi in una riduzione della povertà.
Per perseguire in concreto tale obiettivo, è
imprescindibile prevedere anche politiche per
l’occupazione e il mercato del lavoro e in tal
senso il contributo del sindacato è determinan-
te per assicurare che una parte equa
della crescita economica e della produttività venga destinata ai lavoratori.
In questo contesto, le politiche del colosso mondiale del commercio Wal-Mart e
lo sviluppo economico esplosivo della
Cina possono avere effetti devastanti
tanto nei paesi industrializzati quanto in
quelli più poveri.
Wal-Mart è al centro delle iniziative UNI
per le sue politiche anti-sindacali, lo
sfruttamento dei lavoratori e la discriminazione delle lavoratrici e nello stesso
tempo è al vertice delle classifiche per
Segue a pag.6
C A M PA G N A
CONTRO
LA POVERTA’
Il Congresso Mondiale di
Chicago ha confermato l’impegno del sindacato internazionale nella lotta contro la
povertà.
UNI, insieme ad altre centinaia di organizzazioni sindacali, no profit e ONG è fra i
promotori della campagna
Global Call Against Poverty.
Nonostante gli ambiziosi obiettivi del Millennio, fissati
solo cinque anni fa, di dimezzare entro il 2015 la povertà e
il numero di lavoratori che
vivono con meno di un dollaro al giorno, i dati mondiali
aggiornati sono in drammatico peggioramento: 54 paesi
sono più poveri di 15 anni fa,
in 34 paesi si è addirittura
ridotta l’aspettativa di vita.
Ciononostante, la percentuale effettiva della ricchezza
dei paesi occidentali destinata ad aiuti per i paesi meno
sviluppati è ben lontana dall’obiettivo fissato dello 0,7%
del prodotto nazionale lordo
(e l’Italia ha costantemente
ridotto il suo impegno negli
ultimi anni fino all’attuale
0,15% del PIL).
Uno degli obiettivi strategici
perseguiti anche da UNI continua, quindi, ad essere l’annullamento o la sensibile
riduzione del debito estero
dei paesi poveri per poter
ridistribuire su base locale
nuove disponibilità finanziarie concretizzandole in misure migliorative dei livelli di
educazione, salute, infrastrutture, abitazioni e welfare
sociale.
Le misure adottate in tal senso nell’ultimo summit dei G8
(con il solenne impegno ad
annullare 40 miliardi di dollaSegue a pag.6
LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO NEWS
Pagina 6
Segue da pag.5
ri di debiti dei 18 paesi più
poveri) sono un buon segnale, ma sicuramente non
definitivo: la campagna
mondiale dovrà continuare
sia a livello internazionale
sia a livello locale con l’o-
pera di monitoraggio e
controllo anche del sindacato affinché l’utilizzo di
queste risorse finanziarie
non venga distolto dalle
finalità originarie.
GLOBAL FRAMEWORK
AGREEMENTS
(accordi quadro globali)
Segue da pag 5
quanto riguarda i guadagni
(10 miliardi di dollari nel
2004).
L’obiettivo è quello di costringere la multinazionale,
anche con azioni di lobby
sugli investitori istituzionali
e con la collaborazione
delle associazioni dei consumatori, a garantire un
lavoro decente per i propri
dipendenti evitando, così,
che Wal-Mart possa diventare un modello di successo imitabile a livello mondiale.
La Cina, d’altra parte, rappresenta una sfida decisiva
nella lotta per un modello di
globalizzazione compatibile
con i principi di solidarietà
e protezione sociale dei
lavoratori e delle lavoratrici.
L’azione e il sostegno dell’UNI sono, quindi, indirizzati alla creazione di un sindacato libero e democratico
in Cina per perseguire il
rispetto dei diritti fondamentali del lavoro e per
evitare il pericoloso assunto
che sia possibile una crescita economica esponenziale
a spese della classe lavoratrice.
PER GLI ISCRITTI
LA Fiba offre ai propri iscritti opportunità di risparmio, dalla spesa quotidiana agli acquisti
straordinari. Come iscritto ti sono riservati vantaggi e servizi. Hai a tua disposizione servizi di
consulenza gratuita che puoi richiedere per posta, fax o e-mail.
Apri una casella di posta Fiba, così potrai richiedere ([email protected]) le newsletter sui servizi Fiba.
Ricordati, in caso di cambio di indirizzo, di rettificare la tua iscrizione
I Global Framework Agreements (accordi quadro globali) sono uno degli strumenti
più concreti di intervento
utilizzati anche da UNI nei
confronti delle multinazionali.
Sono già 9 gli accordi globali
siglati su base mondiale con
multinazionali del settore
telefonico (Telefonica e OTE),
del commercio (H&M, Carrefour) e di altri settori (Ikea,
Danone, Iss, Volskwagen,
Statoil).
Ma cos’è in concreto un
Global Framework Agreement?
È un accordo che vincola la
multinazionale ad osservare
gli standard minimi internazionali stabiliti dalle Convenzioni OIL e dalle linee guida
dell’OCSE e dell’ONU per le
multinazionali: in particolare,
il riferimento è al divieto di
utilizzare il lavoro minorile o
forzato, alla libertà di aderire
al sindacato e di negoziare
collettivamente, al rispetto
dell’ambiente e dei minimi
salariali.
L’accordo impegna, inoltre, la
multinazionale ad esigere il
rispetto degli stessi standards
anche da parte di eventuali
subappaltatori.
Come si inserisce la responsabilità sociale dell’impresa negli accordi
quadro?
Gli accordi quadro globali
incorporano il principio fondamentale della responsabilità sociale dell’impresa per il
quale il sindacato è conside-
rato uno dei più importanti
stakeholders nell’azienda e il
dialogo sociale lo strumento
principale di confronto con i
rappresentanti dei lavoratori
in un’ottica di ricerca di soluzioni condivise. La responsabilità sociale dell’impresa deve
poi essere declinata in comportamenti e politiche aziendali coerenti nei confronti dei
dipendenti (politiche di genere, equilibrio tra vita lavorativa e privata, ecc) e degli stakeholders esterni, per cui la
multinazionale deve perseguire uno sviluppo economico
sostenibile e compatibile in
rapporto agli effetti sulle economie locali e il mercato del
lavoro (incorporando, per esempio, previsioni simili a
quelle contenute nelle direttive europee sui diritti di informativa e consultazione dei
lavoratori).
Chi controlla il rispetto effettivo dell’accordo?
Il monitoraggio dei comportamenti effettivi della multinazionale è, ovviamente, di importanza strategica.
Gli accordi prevedono sistemi
di controllo sia interni che esterni: ogni anno sono previsti
uno o più incontri di verifica e
un sistema di reportistica periodica che viene pubblicizzata sui media.
Il monitoraggio presuppone
però anche l’intervento diretto
delle strutture sindacali ai vari
livelli e soprattutto a livello
locale.
Tale intervento e controllo
diretto è fondamentale, tanto
che l’iniziativa di UNI comincia
con la creazione di un Comitato Aziendale Globale, ovvero
una rete di cooperazione tra
tutti i sindacati presenti all’interno della multinazionale nei
vari paesi, per garantire il
controllo in loco e dall’interno
ed eventualmente organizzare
iniziative congiunte su scala
internazionale.