Speciale Forum Italiano Calce al Salone del Restauro 2010

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Speciale Forum Italiano Calce al Salone del Restauro 2010
FORUM ITALIANO CALCE News - 3/10 - Marzo 2010
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Speciale Forum Italiano Calce al Salone del Restauro 2010 Forum Italiano Calce News 3/10 L’edizione 2010 del Salone dell’Arte e del Restauro di Ferrara ospita uno spazio informativo del Forum Italiano Calce, dedicato interamente alla Calce per il settore dei Beni Culturali. Competenza, passione, orientamento e dialogo aperto con gli estimatori della calce come ingredienti necessari a rispondere alle esigenze di chi si occupa professionalmente di restauro e conservazione. Da mercoledì 24 a sabato 27 marzo 2010, il quartiere fieristico di Ferrara ospiterà la XVII edizione di Restauro – Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali una rassegna interamente dedicata al Restauro, alla Conservazione e alla Tutela del patrimonio storico -­‐ artistico, architettonico e paesaggistico. Contenuto Speciale Salone del Restauro 2010 1 Quando la calce non basta! 2 Abstract delle presentazioni 2 Dieci cose da sapere sul Tadelakt 4 Nota Informativa 5 Forte del successo ottenuto nella precedente edizione, che lo ha visto tra l’altro protagonista di uno dei Convegni più seguiti di tutta la rassegna 2009, il Forum Italiano Calce partecipa al Salone 2010 con uno stand espositivo presso la Collettiva Assorestauro. L’appuntamento è al padiglione 5, stand B10 C13, dove durante tutta la fiera potrete incontrare i soci del Forum Italiano Calce che sapranno darvi tutte le informazioni sulla nostra Associazione e sugli eventi, corsi, visite ecc. programmati per i prossimi mesi. Sempre presso la Collettiva Assorestauro, venerdì 26, ore 14.00-­‐16.00, è prevista una Conferenza sul tema calce e aggregati nelle malta storiche. Vi aspettiamo con l’entusiasmo di sempre! FORUM ITALIANO CALCE News - 3/10 - Marzo 2010
Discuteremo di ciò e dell’esperienze di studio sull’importanza degli aggregati nelle malte da restauro condotte dal Politecnico di Bari e dall’Università degli Studi Bologna. Salone del Restauro di Ferrara, venerdì 26 marzo 2010, ore 14.00 alle ore 16.00, presso la Collettiva Assorestauro, Padiglione 5. Intervengono: Prof. Mario Petrella e Dott.ssa Alessandra Pierucci Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Politecnico di Bari Ing. Elisa Franzoni, Ph.D. Dipartimento di Chimica Applicata e Scienza dei Materiali Facoltà di Ingegneria -­‐ Università di Bologna Quando la calce non basta! L’importanza dell’aggregato nella corretta formulazione delle Malte da Restauro Salone del Restauro – Ferrara – Collettiva Assorestauro -­‐ Padiglione 5 Venerdì, 26 marzo 2010 -­‐ Ore 14,00 -­‐ 16,00 "..se avete sabbia di terra, rozza al tatto come quella che i Romani chiamavano fossicia, mettetene tre misure di essa ed una di calce; fate un miscuglio esatto di queste materie, ed agitatelo quindi aggiungendo la quantità d’acqua necessaria a fare una malta grassa. Se invece è sabbia di terra, bianca, gialla, o rossa, e che sia fina al tatto, mescolatene due parti con una di calce, e seguite il modo testè indicato. Se è sabbia di torrente, ne unirete del pari due parti con una di calce seguendo il metodo stesso. Se è sabbia di mare o di fiume, recentemente estratta dall’acqua, mescolerete due parti senza aggiugnere acqua, mentre questa sabbia ne conterrà quanta occorre per fare una malta grassissima mescolandola perfettamente…” Jean-­‐Baptiste Rondelet (1743 -­‐1829) La calce dunque non basta! Per ottenere una buona malta è necessario selezionare gli aggregati più adatti e aggiungerli all’impasto nelle proporzioni più adatte. Abstract delle presentazioni Potenzialità applicative dei prodotti a base di calce aerea addittivati con aggregato da riciclo A. Pieruccia, M. Petrellab a Politecnico di Bari, Dipartimento di Architettura e Urbanistica b Politecnico di Bari, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale L’attività estrattiva in Puglia rappresenta, attraverso i poli produttivi di Trani e di Apricena, un importante e trainante settore industriale che vede impegnate diverse centinaia di piccole e medie imprese. L’evolversi delle tecniche estrattive e dei metodi di segagione hanno determinato, parallelamente alla commercializzazione di materiali lapidei altamente competitivi, una situazione ambientale sempre più insostenibile a causa dell’ingente quantità di sottoprodotti, generati dai cicli di produzione. Questi si differenziano sul territorio in due tipologie: gli scarti solidi, costituiti da blocchi informi e detriti di estrazione, e i fanghi di segagione, ottenuti dai processi di taglio in lastre. 2
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La ricerca è, appunto, orientata a massimizzare il riutilizzo ad ampio raggio di tali residui, in particolare dei fanghi, nonché alla loro trasformazione da elemento di costo a risorsa economica, da sottoprodotti inutilizzabili di lavorazione a materie prime per prodotti edilizi eco-­‐compatibili, in un processo ciclico di rigenerazione ambientale ed economica. A tale proposito si è studiato un loro impiego, in ambiti ingegneristici, nella produzione di malte e di prodotti di finitura a base di calce aerea (intonaci, stucchi e marmorini) tradizionalmente impiegati nel campo del restauro dei paramenti murari. Questo è stato possibile attraverso la parziale sostituzione dell’aggregato fine, di pari dimensioni granulometriche, attualmente impiegato in tali prodotti. I risultati ottenuti consentono di valutare positivamente l’innesto dei fanghi di segagione in tali compositi in quanto non variano sensibilmente le caratteristiche chimico-­‐fisiche delle malte né quelle di elevato pregio estetico degli intonaci e delle finiture in riferimento ai materiali in commercio. La perfetta compatibilità materico-­‐tecnologica di tali sottoprodotti con la matrice a base di calce aerea conferma la loro piena idoneità nella realizzazione di prodotti per il restauro architettonico e stimola la ricerca verso ulteriori approfondimenti e sperimentazioni. La compatibilità degli intonaci per il restauro: il ruolo degli aggregati. Il caso del Palazzo Ducale di Mantova Elisa Franzoni Università di Bologna -­‐ Facoltà di Ingegneria -­‐ Dipartimento di Chimica Applicata e Scienza dei Materiali Ben al di là del semplice ruolo di “strato di sacrificio”, gli intonaci dell’architettura antica assolvono spesso anche ad un funzione espressiva di primaria importanza e contribuiscono in modo determinante all’immagine architettonica dell’edificio, per cui occorre prestare loro particolare attenzione negli interventi di recupero e restauro degli edifici antichi. In particolare, si rende necessario individuare intonaci di restauro che siano realmente compatibili con l’esistente, da un punto di vista non solo prestazionale, ma anche filologico ed estetico, cercando quindi di ricorrere a formulazioni quanto più possibile simili a quelle originarie, tanto in termini di legante quanto di aggregato (natura, distribuzione granulometrica, rapporto ponderale legante/aggregato, microstruttura, ecc.). Questi concetti sono stati applicati agli intonaci “rustici” di Giulio Romano nel cinquecentesco Cortile della Cavallerizza del Palazzo ducale di Mantova, i quali rappresentano un caso emblematico di utilizzo di un materiale a basso costo (l’intonaco) ad imitazione di uno più nobile, ma di difficile approvvigionamento nello specifico contesto locale (la pietra). Questi intonaci, nei quali l’aggregato concorre in modo determinante all’effetto finale della superficie e quindi al successo dell’intento mimetico, sono stati caratterizzati attraverso una rigorosa ed affidabile procedura diagnostica. Lo studio ha permesso di ricostruirne in modo completo la formulazione e il luogo di provenienza degli aggregati, il che permetterà di confezionare intonaci davvero compatibili per il restauro di questo Cortile, affetto da un forte degrado. 3
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Dieci cose da sapere sul Tadelakt Il Tadelakt è una tecnica d'intonacatura marocchina, molto antica, utilizzata in origine per impermeabilizzare le cisterne per la conservazione dell’acqua potabile, e poi nei rivestimenti di ambienti umidi come gli hammam e le fontane. Le sue straordinarie doti di impermeabilità sono paragonabili, se non superiori, a quelle delle malte a base di cocciopesto impiegate dai Romani per la realizzazione di acquedotti, cisterne e termae. La materia che rende speciale il Tadelakt è il particolare tipo di calce debolmente idraulica, prodotta nelle vicinanze di Marrakech da artigiani berberi che si tramandano di generazione in generazione i segreti della selezione della materia prima e della cottura. Il termine Tadelakt deriva dall’arabo “dellek”, cioè "impastare, schiacciare" a testimoniare il fatto che solo attraverso un’attenta lavorazione della calce, impastata con acqua senza alcuna altra aggiunta, applicata in uno solo strato e successivamente schiacciata, levigata e lucidata con l’ausilio di sapone nero, si ottengono superfici impermeabili e di grande effetto estetico, che rendono unico il Tadelakt Il Forum Italiano Calce è reduce da un viaggio studio in Marocco ‘Alla ricerca del Tadelakt’. Ecco cosa abbiamo imparato e, in sintesi, le dieci cose da sapere sul Tadelakt: 1. Il Tadelakt è un’antica tecnica di intonacatura di marocchina, che permette di realizzare finiture uniche e di grande prestigio. 2. Il Tadelakt è il rivestimento originale degli hammam, delle fontane, delle stanze da bagno dei riad e dei palazzi nobiliari del Marocco. 3. Il Tadelakt originale si ottiene esclusivamente attraverso la calce prodotta artigianalmente nelle vecchie 4
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fornaci a legna di Marrakech. La calce da Tadelakt è ottenuta dalla calcinazione di calcare impuro, cotto in fornaci intermittenti, alimentate a legna di ulivo e palma, per circa 30 ore. La calce da Tadelakt all'uscita del forno, viene spenta con modesto quantitativo d'acqua, setacciata con un vaglio di 2-­‐3 mm e insaccata pronta per l'uso. Una volta in cantiere, la calce da Tadelakt è semplicemente mescolata con acqua, senza alcuna aggiunta di sabbia, poiché contiene di per se una parte di calcare incotto che si comporta da aggregato. Il Tadelakt si applica a mano, con fratazzo in legno, in uno strato di spessore di 1-­‐2 cm su un fondo rustico e assorbente. Appena dopo l'applicazione, il Tadelakt è levigato con particolari pietre di fiume, trattato e lucidato con sapone nero. 9. Le superfici Tadelakt, se ben realizzate, sono perfettamente impermeabili e adatte ad ambienti interni ed esterni anche a contatto diretto con acqua. 10. Il Tadelakt è una nobile espressione della cultura materiale marocchina, e deve essere proposto esclusivamente nel rispetto delle peculiarità dei materiali e nella osservanza delle tecniche di realizzazione originali. Nota Informativa Questa Newsletter è basata sui contributi volontari dei partecipanti, non è finanziata da esterni e non è un periodico. Qualunque testo vi appaia non ha alcun tipo di cadenza predeterminata, nè predeterminabile. Non è una testata giornalistica e non esiste editore. 5