l`interfaccia uomo-macchina secondo le leggi e le norme tecniche

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l`interfaccia uomo-macchina secondo le leggi e le norme tecniche
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L’INTERFACCIA UOMO-MACCHINA
SECONDO LE LEGGI
E LE NORME TECNICHE
Gianfranco Figini
Ogni macchina operatrice deve essere pilotata e controllata dall’operatore mediante dispositivi di comando e segnalazione che devono rispondere ad esigenze funzionali, tecniche e di sicurezza ed inoltre basarsi su regole generali tali da consentire l’univoca
identificazione.
GENERALITÀ
Ogni macchina operatrice deve essere pilotata, in misura maggiore o minore, dall’uomo,
che può comunicare con la macchina stessa
mediante un complesso di dispositivi, denominati globalmente “interfaccia uomo-macchina”.
Tale interfaccia deve normalmente comprendere sia i comandi e le segnalazioni relativi al
lavoro normale, sia segnali di avvertimento o
di pericolo in caso di guasto o di funzionamento anormale, cui l’operatore può rispondere, se
del caso, con i comandi di emergenza.
È evidente l’esigenza che comandi e segnalazioni siano disposti in modo chiaro ed in posizioni facilmente accessibili, e tali da fare in
modo che la manovra avvenga in modo intuitivo e con limitata probabilità di errori.
Inoltre le regole relative a questi dispositivi
devono essere il più possibile uniformi, in
modo che il passaggio da una macchina
all’altra, anche di diverso costruttore o nazionalità, non comporti grosse differenze nel modo di comando.
Pertanto questa materia viene trattata sia in
campo legislativo sia normativo: alla Legge
spetta il compito di stabilire dei principi generali, che le Norme traducono poi in prescrizioni tecniche specifiche.
In campo europeo, questi argomenti sono trattati nel corpo della Direttiva 89/392 dedicata
in linea generale alle macchine operatrici, comunemente detta “Direttiva macchine”, nel
suo “allegato 1”, al par. 1.2. Questa Direttiva,
unitamente ad altre che modificavano il con-
tenuto di alcuni articoli, è stata poi recepita
nel sistema legislativo italiano con il D.P.R.
459 del 24.7.1996, ed è diventata così Legge
della Repubblica Italiana.
In campo normativo, si occupano specificatamente di questi argomenti le seguenti Norme
europee, recepite in Italia come Norme CEI:
❚ EN 60447 (CEI 16-5), Interfaccia uomo-macchina: principi di manovra;
❚ EN 60073 (CEI 16-3), Codifica dei dispositivi indicatori e degli attuatori, con colori e
mezzi supplementari;
❚ EN 61310-1 (CEI 44-8), Sicurezza del macchinario: prescrizioni per segnali visivi, acustici e tattili.
Questi argomenti sono anche trattati, fra altri
argomenti, dalle seguenti Norme:
❚ CEI 64-8, Norme per impianti elettrici utilizzatori;
❚ EN 60204-1 (CEI 44-5), Sicurezza del macchinario: regole generali (ai capitoli 9 e 10);
❚ EN 60947-5-1 (CEI 17-45), Apparecchiature
a bassa tensione. Parte 5: Dispositivi per circuiti di comando ed elementi di manovra;
❚ EN 60439-1 (CEI 17-13/1), Apparecchiature
assiemate di protezione e manovra per bassa
tensione; prescrizioni per apparecchiature di
serie (AS) e non di serie (ANS) (questa Norma
fornisce alcune prescrizioni costruttive).
Come si può rilevare, vi è una certa sovrapposizione fra le varie Norme, che sono state
emanate anche da Comitati tecnici diversi; i
contenuti delle stesse sono comunque coerenti, a parte qualche sfumatura: il presente
articolo cercherà di farne una sintesi, almeno
per i punti più importanti.
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c
1,8 m
0,6 m
a
FIGURA 1
Posizionamento corretto
degli attuatori:
a - su armadio
b - su pulpito
c - su pulsantiera pensile.
b
Caratteristiche dei dispositivi
di comando (attuatori)
La Direttiva 89/392 indica come segue le caratteristiche che sono richieste per i dispositivi di comando (art. 1.2.2 dell’allegato 1):
“I dispositivi di comando devono essere:
❚ chiaramente visibili, individuabili ed eventualmente contrassegnati da una marcatura
adatta;
❚ disposti in modo da garantire una manovra
sicura, univoca e rapida;
Campo visivo verticale
C
25°
B
0°
A
A
D
30°
B
C
25°
Campo visivo orizzontale
C
25°
B
25°
A
❚ progettati in modo tale che il movimento del
dispositivo sia coerente con l’azione del comando;
❚ situati fuori dalle zone pericolose tranne il
caso, all’occorrenza, di taluni organi, come
un arresto di emergenza, o una console di apprendimento per i robot;
❚ sistemati in modo che la loro manovra non
causi rischi supplementari;
❚ progettati o protetti in modo che l’azione comandata, se comporta un rischio, non possa
aver luogo senza una manovra intenzionale;
❚ fabbricati in modo da resistere agli sforzi
prevedibili; particolare attenzione sarà data ai
dispositivi di arresto di emergenza che possono essere soggetti a grossi sforzi.”
La Norma 44-5 (art. 10.1.2) prescrive che i dispositivi di comando debbano essere posti ad
almeno 0,6 m dal piano di servizio e siano facilmente raggiungibili dall’operatore quando
si trova nella sua normale posizione di lavoro;
si può pertanto ipotizzare un’altezza massima
di 1,8 m, come indica la figura 1.
Inoltre, la Norma 44-8 (art. 4.2.2) raccomanda che i dispositivi di comando (detti anche
“attuatori”) siano compresi in un determinato
campo visivo dell’operatore, come indica la
figura 2.
Gli attuatori devono esser posti in modo da
evitare manovre non desiderate a causa di urti con persone o cose: a questo scopo i pulsanti sono spesso muniti di “guardia” o di
“mezza guardia”, oppure essere in esecuzione “a raso”. Questo fatto è particolarmente
importante quando i pulsanti sono posti su di
un piano orizzontale, ove casualmente potrebbero essere appoggiati oggetti che potrebbero azionarli.
Altre volte si dà invece la preferenza alla facilità di comando, ed allora si preferisce l’esecuzione in rilievo. In particolare, il pulsante
di emergenza deve essere facilmente individuabile ed azionabile anche da posizioni diverse da quella normale di lavoro; si usa allora un attuatore a fungo od un altro azionatore
idoneo.
Gli attuatori, oltre che a pulsante, possono essere a levetta, a chiave o rotativi: vari esempi
di attuatori sono rappresentati dalla figura 3.
D
FIGURA 2
Zone del campo visivo:
A - zona preferita
B - zona accettabile
C - zona non adatta
D - asse visivo.
A
25°
B
25°
C
Il colore dei pulsanti
Le varie Norme stabiliscono una correlazione
fra il colore dei pulsanti e la loro funzione: tale correlazione, nella Norma 44-5, è indicata
dall’art. 10.2.1, riportato qui di seguito:
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“I colori per i pulsanti di AVVIAMENTO sono
il bianco, il grigio o il nero, con una preferenza per il bianco. È ammesso anche il verde. Il
rosso non può essere usato.
Il colore rosso deve essere utilizzato per i pulsanti di arresto o di interruzione di EMERGENZA.
I colori per i pulsanti di ARRESTO sono il nero, il grigio o il bianco, con preferenza per il
nero. il verde non deve essere usato. È ammesso anche il rosso, ma si raccomanda che
non venga utilizzato vicino ad un dispositivo
per operazioni di emergenza.
Il bianco, il grigio e il nero sono i colori preferiti per i pulsanti che provocano alternativamente l’AVVIAMENTO e l’ARRESTO. I colori
rosso, giallo o verde non devono essere usati.
Il bianco, il grigio o il nero sono i colori preferiti per i pulsanti che provocano il funzionamento quando sono premuti e l’arresto quando sono rilasciati (movimento ad impulsi o di
jogging). I colori rosso, giallo e verde non devono essere usati.
I pulsanti di RIPRISTINO devono essere blu,
bianchi, grigi o neri. Quando vengono utilizzati anche come pulsanti di ARRESTO/DISINSERZIONE vengono usati il bianco, il grigio o
il nero, con una netta preferenza per il nero.
Non deve essere utilizzato il verde.”
Le indicazioni di cui sopra sono riassunte dalla tabella 1, distinguendo, per le varie funzioni, i colori ammessi – preferiti – vietati. Il colore giallo, che non è indicato per nessuna
delle funzioni sopra elencate, viene solitamente usato per le manovre di ricezione o tacitazione dei circuiti di allarme.
La Norma 16-3 ripete essenzialmente le stesse indicazioni agli articoli da 6.1.2 a 6.1.6 e
nella sua tabella 2.
Come si può rilevare, le indicazioni date da
queste Norme circa il colore dei pulsanti sono piuttosto vaghe, e l’unico dato che affermano con sicurezza è il colore rosso per il
pulsante di emergenza; questo fatto dipende
probabilmente dalla necessità di non contrastare abitudini oramai invalse nei vari
paesi.
In Italia, per esempio, fino a qualche decina
di anni fa, si usava il rosso per il pulsante di
marcia e il verde per quello di arresto: veniva
cioè assimilato il rosso al movimento ed il
verde alla stasi. Si è successivamente passati,
per uniformarsi alle usanze di altri paesi, a invertire questa convenzione per assimilarla ai
significati dei semafori: verde per la marcia e
rosso per l’arresto. Tale convenzione tuttora
usata, con la variante di usare il nero per la
marcia (talvolta si distingue, usando il verde
per la marcia normale ed il nero per la marcia
a impulsi; ciò non è in contrasto con le indicazioni delle Norme, ma non è la combinazione preferita, che prevede invece il bianco
per la marcia ed il nero per l’arresto. Questa
combinazione presenta però l’inconveniente
che il bianco, in officina, diventa presto un
colore indefinibile, tale da distinguersi poco
dal nero).
Vi è in particolare una certa riluttanza da parte delle Norme ad accettare il colore rosso per
il pulsante di arresto normale, per evitare confusioni con il pulsante di emergenza, che normalmente si distingue per con la diversa forma dell’attuatore.
FUNZIONE
FIGURA 3
Alcuni tipi di attuatori (Siemens).
TABELLA 1
Colore dei pulsanti.
COLORE
ROSSO GIALLO VERDE BLU BIANCO GRIGIO NERO
Arresto emergenza
–
–
Arresto normale
*
–
–
Marcia (Avviamento)
–
*
Marcia a impulsi
–
–
–
*
Marcia/Arresto
–
*
*
*
Ripristino
–
*
–
Preferito
Ammesso
– Vietato
–
–
–
* Non definito
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Inserzione
o avviamento
IEC 5007
Avviamento
(di un’operazione)
IEC 5104
Disinserzione
o arresto
IEC 5008
Arresto
(di un’operazione)
IEC 5110
Attesa
(stand-by)
Avviamento
rapido
IEC 5010
IEC 5177
IEC 5010
Avviamento arresto
(2 posizioni stabili)
IEC 5011
Avviamento arresto
(1 posizione stabile)
Arresto
rapido
IEC 5178
Arresto
di emergenza
IEC 5638
Avanz. normale
Avanz. lento
Avanz. veloce
Ritorno
Posizione dei comandi
Anche la posizione relativa degli attuatori sul
pannello di comando ed il loro senso di azionamento, se si tratta di selettori o manipolatori a levetta, debbono essere correlati con il
senso del movimento che ne consegue, onde
rendere più intuitive le azioni dell’operatore.
A tale scopo la Norma 16-5, nei suoi allegati A e
B, suddivide comandi e movimenti in due gruppi, con la convenzione che ad un comando di
un determinato gruppo deve corrispondere un
movimento o un’azione dello stesso gruppo.
Tali correlazioni sono riassunte dalla tabella
3, mentre le figure 4 e 5, riprese dalla stessa
Norma, si riferiscono ad altre condizioni di
comando.
Arresto di emergenza
Indicazioni grafiche
TABELLA 2
Segni grafici per gli attuatori.
FIGURA 4
Posizione relativa dei pulsanti.
Arresto
Indipendentemente dal loro colore, i pulsanti
o i selettori di comando (definiti genericamente attuatori) possono venire contrassegnati
con simboli grafici che ne indicano la funzione, utilizzando i simboli della Pubblicazione
IEC 417. I simboli di uso più comune, riportati dalla Norma 44-8 al cap. 6, sono qui riassunti dalla tabella 2.
Inoltre i vari comandi devono essere distinti
da targhette indicatrici, che possono essere
poste nelle vicinanze del pulsante o del selettore o incise sul corpo del pulsante stesso, se
la sua forma costruttiva lo consente.
È comunque importante che le scritte siano
incise e non riportate fotograficamente, perché queste ultime possono facilmente venire
attaccate da oli o dagli agenti atmosferici.
Bassa velocità
Alta velocità
Arresto
Indietro
Avanti
Alta velocità
Avanti
Bassa velocità
Arresto
Arresto
Indietro
L’operazione di arresto di emergenza è cosi
descritta dalla “direttiva macchine” (art. 1.2.4
dell’all. I):
“Arresto di emergenza
Ogni macchina deve essere munita di uno o
più dispositivi di arresto di emergenza che
consentano di evitare situazioni di pericolo
che rischino di prodursi imminentemente o
che si stiano producendo.
Detto dispositivo deve:
❚ comprendere dispositivi di comando chiaramente individuabili, ben visibili e rapidamente accessibili;
❚ provocare l’arresto del processo pericoloso
nel tempo più breve possibile, senza creare rischi supplementari.
Quando si smette di azionare il comando
dell’arresto di emergenza dopo un ordine di
arresto, detto ordine deve essere mantenuto
da un blocco del dispositivo di arresto di
emergenza, sino al suo sblocco; lo sblocco
del dispositivo deve essere possibile soltanto
con un’apposita manovra e non deve riavviare la macchina, ma soltanto autorizzarne la rimessa in funzione.”
La Norma CEI 44-5, ai suoi par. 9 e 10, distingue fra i comandi di “arresto di emergenza” e
quelli di “interruzione di emergenza”, in
quanto questi ultimi provocano l’immediata
interruzione dell’alimentazione (arresto di tipo 0), mentre i primi comandano l’arresto immediato ma mantengono l’alimentazione per
un tempo sufficiente ad assicurare la frenatura
elettrica (arresto di tipo 1).
Per l’arresto di emergenza, la Norma 44-5 indica i seguenti tipi di attuatori:
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CLASSIFICAZIONE DELLE AZIONI
NATURA DELL’ATTUATORE
NATURA DELL’AZIONE
SENSO DELL’AZIONE
GRUPPO 2
GRUPPO 1
Volanti, manopole, manovelle ecc.
Leve, impugnature ecc. con
moto essenzialmente lineare
Rotazione
Orario
Antiorario
Moto verticale
Verso l’alto
Verso il basso
Destra-sinistra
Verso destra
Verso sinistra
Avanti-indietro
Si allontana dallo
operatore (pressione)
Moto orizzontale
Insieme di impugnature,
pulsanti, aste, cordoni di
trazione ecc., con effetti
opposti
Uno sopra
l’altro
Uno di fianco
all’altro
Pressione, trazione ecc.
+
Si avvicina allo
operatore (trazione)
•
Azione sul dispositivo
superiore
Azione sul dispositivo
inferiore
Azione sul dispositivo
di destra
Azione sul dispositivo
di sinistra
CLASSIFICAZIONE DEGLI EFFETTI
NATURA DELL’EFFETTO
EFFETTO RISULTANTE
Modificazione di una quantità fisica (tensione, corrente, potenza
velocità, frequenza, intensità luminosa, temperatura ecc.
GRUPPO 1
GRUPPO 2
Aumento
Diminuzione
Cambio di condizione
Messa in servizio
Avviamento
Accelerazione
Chiusura di un circuito elettrico
Accensione
Messa in moto del fluido
Messa fuori servizio
Arresto
Frenata
Apertura di un circuito elettrico
Spegnimento
Arresto del fluido
Moto dell’oggetto o del veicolo controllato in relazione
ai suoi assi principali
Moto in relazione all’operatore
Verso l’alto
Verso il basso
Verso destra
Verso sinistra
Avanti (si allontana dall’operatore) Indietro (si avvicina all’operatore)
TABELLA 3
Un solo senso
Arresto
(velocità zero)
Velocità
massima
Velocità
massima
Doppio senso
Classificazione e correlazione fra le azioni e loro
effetti risultanti.
Vel. max. Arresto Vel. max.
(indietro) (vel. zero) (avanti)
Vel. max.
(avanti)
Arresto
(vel. zero)
FIGURA 5
Arresto
(velocità zero)
Vel. max.
(indietro)
Posizione dei comandi in
attuatori a variazione continua.
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FIGURA 6
Pulsante a fungo per arresto di emergenza.
TABELLA 4
Significato dei colori dei
dispositivi indicatori relativi alla sicurezza delle persone, dei beni e/o dell’ambiente.
❚ interruttore con comando a pulsante;
❚ interruttore azionato dalla trazione di una
corda;
❚ interruttore con comando a pedale senza
protezione meccanica.
Per l’interruttore di emergenza, sono validi gli
1
2
3
COLORE
SIGNIFICATO
SPIEGAZIONE
stessi tipi di attuatori, ad eccezione di quelli
con comando a pedale. In entrambi i casi, i dispositivi devono essere con ritenuta meccanica: restano cioè bloccati, una volta azionati,
fino a che si aziona nuovamente l’attuatore.
I pulsanti devono essere con attuatore a fungo
o palmare; devono essere colorati in rosso, e
se vi uno sfondo, questo deve essere giallo (figura 6).
Circa il posizionamento, sia per i pulsanti di
arresto di emergenza che per quelli di interruzione di emergenza, la Norma indica anzitutto che devono essere facilmente accessibili.
Quelli di arresto di emergenza devono essere
collocati in ogni postazione di comando
dell’operatore; quelli di interruzione di emergenza sono invece solitamente distribuiti lungo la macchina, per ragioni di sicurezza; se
vengono montati anche su postazioni di comando, rendono non necessaria la presenza
del pulsante di arresto di emergenza.
4
5
6
AZIONE DA COMPIERE
DA PARTE
DELL’OPERATORE
DA PARTE
DI ALTRE PERSONE
ESEMPI
DI APPLICAZIONE
(1)
ROSSO
Pericolo
Situazione pericolosa o
ordine imperativo
Risposta immediata
ad una situazione
pericolosa
Fuga o arresto
Vietata l’entrata
GIALLO
Attenzione
- Fuori servizio
Intervento per
prevenire una
situazione pericolosa
Evacuazione o accesso
limitato
Accesso limitato
Nessuna azione è
richiesta
Non è richiesta alcuna
azione
Percorso di fuga
- Situazione di guasto
- Rischio permanente o
temporaneo (per
esempio, accessibilità
alle parti attive o mobili)
VERDE
Sicurezza
- Indicazione di una
situazione di sicurezza
- Si può procedere in
sicurezza
-Via libera
BLU
Obbligatorio
- Indicazione di una
necessità di una azione
obbligatoria
Aziona obbligatoria
Azione obbligatoria
Senso unico
BIANCO
Nessun significato
specifico atribuito
- Informazione generale
Nessuna azione è
richiesta
Non è richiesta alcuna
azione
Informazione sul percorso
GRIGIO
NERO
(1) - Persone che sono in prossimità di un impianto o di un processo, ma che non sono gli operatori.
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1
2
3
4
5
COLORE
SIGNIFICATO
SPIEGAZIONE
AZIONE DELL’OPERATORE
ESEMPI DI APPLICAZIONE
ROSSO
Emergenza
Condizioni
pericolose
Risposta immediata ad una situazione
pericolosa, ad es.:
- Pressione/temperatura fuori
dei limiti di sicurezza
- azionando il pulsante di arresto d’emergenza
- Caduta di tensione
- avviando la pompa di raffreddamento
- Guasto di una unità principale
- aprendo la valvola di sicurezza
- Arresto di macchine indispensabili
ai sistemi ausiliari
- Temperatura di congelamento troppo alta
- Superamento della posizione di STOP
per un apparecchio di sollevamento
GIALLO
Anormalità
Condizioni
anormali
Sorveglianza e/o intervento (per esempio,
per ristabilire la funzione prevista)
Condizione critica
imminente
- Pressione/temperatura al di fuori
del normale livello
- Scatto di un dispositivo di protezione
o di una unità ausiliaria
- Trasportatore di sovraccarico
- Superamento della fine corsa di un
attuatore
- Cambio di posizione di una valvola a
nastro trasportatore
- Temperatura di congelamento troppo
bassa
VERDE
Normalità
Condizioni normali
Azione facoltativa
- Autorizzazione a procedere
- Pressione/temperatura entro i limiti
normali
- Indicazione dell’area di lavoro normale
BLU
Obbligatorietà
Condizione che
necessita
di un’azione
Azione obbligatoria
BIANCO
GRIGIO
NERO
Nessun
significato
specifico
attribuito
Ogni significato
Sorveglianza
può essere usato se conferma di un comando, indicazione
sussiste un dubbio
per l’uso di ROSSO,
GIALLO, VERDE
e BLU
Per apparecchiature di modeste dimensioni,
la funzione di interruzione di emergenza può
essere svolta dall’interruttore generale: in questo caso la maniglia deve essere di colore rosso su fondo giallo.
Segnalazioni
Se l’azionamento degli interruttori rappresenta l’”input” (e cioè il comando) nell’interfaccia uomo-macchina, la segnalazione ne rap-
Istruzione all’operatore per ottenere valori
pre-selezionati
Informazioni generali (per esempio,
di valori misurati)
presenta il “feedback”, e cioè il “ritorno”, in
quanto permette di verificare se il comando
effettuato ha ottenuto l’effetto desiderato;
inoltre le varie segnalazioni possono indicare
lo stato e le condizioni di funzionamento delle varie parti dell’impianto.
Le segnalazioni sono normalmente fatte in
forma visiva, con segnalatori luminosi o elettromeccanici o con schermi di visualizzazione, talvolta con l’ausilio di segnali acustici e,
più raramente, di segnali tattili.
TABELLA 5
Significato dei colori dei
dispositivi indicatori relativi alla condizione di un
processo.
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FIGURA 7
Pannello operatore per rilievi e segnalazioni, con
display e tastiera.
Le segnalazioni luminose vengono fatte solitamente con l’accensione di lampade dietro a
gemme colorate, ed anche qui vengono dati
particolari significati al relativo colore.
Tali significati sono indicati dalla Norma 163, in maniera generale al par. 4.3, e più in dettaglio, con riferimento in particolare alla sicurezza delle persone e allo stato del processo,
nelle tabelle 4 e 5, che vengono qui riportate.
Le segnalazioni possono essere a luce fissa o
a luce intermittente; quest’ultima condizione
indica di solito una situazione transitoria o di
allarme.
Per esempio, nel caso di un avviamento stella-triangolo, la segnalazione può essere intermittente durante la fase di avviamento a stella
e passare poi a luce fissa, ad avviamento ultimato, quando si passa al collegamento a
triangolo. Nel caso di un posizionamento, la
segnalazione può essere pulsante durante il
movimento e fissa quando la posizione finale
viene raggiunta.
Circuiti di allarme
Durante il funzionamento di un determinato
impianto occorre verificare che le grandezze
significative del corretto funzionamento
dell’impianto stesso (temperature, livelli, pressioni, velocità, ecc.) restino entro determinati
limiti; qualora ciò non fosse, deve essere data
una pronta segnalazione all’operatore affinché prenda le opportune misure, oppure, nei
casi più gravi, può essere direttamente azionato l’arresto dell’impianto.
Per raggiungere questo scopo vengono inseriti sull’impianto opportuni sensori, sensibili alla grandezza da controllare, che chiudano o
aprano un contatto o modificano una tensione, quando la grandezza esca dai limiti fissati.
Questi sensori fanno capo all’apparecchiatura, dove agiscono secondo quanto previsto
dal progetto dell’impianto stesso, avvisando il
personale con segnali ottici ed acustici o provocando l’arresto dell’impianto.
In ogni caso, anche se la condizione anomala
viene a cessare, il personale deve esserne
informato; a questo scopo, specialmente negli
impianti di maggiori dimensioni, i sensori fanno capo ad appositi circuiti che agiscono secondo cicli determinati, come, per esempio,
il seguente:
❚ al verificarsi della condizione di allarme,
viene azionato un segnale acustico (sirena) e
si accende, a luce pulsante, un segnale luminoso indicativo del guasto;
❚ l’operatore prende visione del guasto e aziona un pulsante di tacitazione: cessa il segnale
acustico, mentre il segnale luminoso passa a
luce fissa;
❚ al cessare della condizione di allarme, se
avvenuta la tacitazione, si spegne il segnale
luminoso e si ha il ripristino della condizione
normale.
In altri casi il ripristino deve essere effettuato
dall’operatore dopo il cessare della condizione anomala, in modo da essere sicuro che
l’operatore abbia preso visione della natura
del guasto.
Il segnale acustico, come pure i pulsanti di tacitazione e ripristino, sono unici per tutti i
punti di allarme, mentre le segnalazioni luminose sono singole e portano l’indicazione del
punto di guasto; se effettuate con gemme colorate, il colore indicato è il giallo per le condizioni anomale, e il rosso per quelle di pericolo imminente.
Nelle apparecchiature controllate da PC (controllori programmabili vengono anche usati
appositi “pannelli operatore”, come quello
rappresentato dalla figura 7, con uno schermo
che può essere programmato per l’indicazione, oltre che dei punti di allarme, anche di dati relativi al funzionamento dell’impianto; i
dati e le scritte possono essere in forma numerica, alfanumerica o semigrafica; inoltre il
pannello può essere collegato ad una stampante per la registrazione dei dati e delle situazioni di allarme.
E