7 La giustizia - La Bibbia in parrocchia

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7 La giustizia - La Bibbia in parrocchia
La giustizia
I GRECI
Tutti i vocaboli che dicono giustizia derivano da ‘dike’ = direttiva, indicazione, ordine.
Zeus ha concesso all’uomo la dike perché possa vivere in modo ordinato.
Le si oppone ‘bié’ = violenza.
Fondata nell’atteggiamento religioso, la dike è una forza sovrumana ordinatrice del mondo. Non è
quindi una ‘legge’ imposta, ma un’esigenza, per poter convivere decentemente.
Giusto (dikaiòs’) è colui che si comporta in modo conforme alla sua collocazione nella società e
osserva tutti i doveri verso gli dèi e gli uomini.
L’aspetto più importante è dato dalla componente etico-giuridica del concetto, per cui giusto è
‘colui che si uniforma alla legge’, all’ordine vigente nella città. In quanto ‘giustizia distributiva’
(dikaiosyne) è una virtù cardinale (Aristotele).
AT
Dikaiòs (180) e dikaiosyne (220) traducono la radice ‘sadàk’: ‘sadok’ (giusto) e ‘sedakà’ (giustizia)
Per l’AT l’idea di giustizia si basa sulla conformità di un atteggiamento all’interno di una relazione
bilaterale. La giustizia di Dio si rivela nella sua azione redentrice: Is 45,21-25; 51,4-5; 56,1-2…
Chiunque anela alla salvezza invoca la giustizia di Dio: Ps 71,1-3; 143 11-12.
Nell’epoca del pre-esilio si parla poco della giustizia personale. Importante è rimanere nella
giustizia che Dio ha dimostrato al suo popolo, che è un bene salvifico. Ecco perché non si parla mai
di giustizia nel senso di punizione.
Questo si riflette anche nei rapporti sociali. Non si dice mai che il colpevole viene punito
giustamente, ma che il giusto viene dichiarato giusto e il colpevole, colpevole: Dt 25,1
L’esilio rappresenta un momento di svolta. Punto di riferimento della giustizia diventa non più il
possesso della terra, ma la Legge. Accogliendo la Legge tu partecipi della giustizia di Dio:
Ps 7,9-10; 17,1-5; 18,21-25; 26,1-6
Ma l’uomo è peccatore. Ecco perché, che conta, non è la propria giustizia (Gb 4,16-19) ma la
misericordia di Dio: Dan 9,17-19.
In questo modo la parola giustizia acquista sempre più il significato di bontà, grazia.
Per il giudaismo rabbinico la giustizia non è altro che l’armonia con la Legge: ricerca della
partecipazione al Regno accumulando meriti. Fonti di meriti erano soprattutto le ‘sedakà’ (opere di
misericordia corporale) e le opere di carità (opere di misericordia spirituale). Ecco perché pian
piano ‘il kassìd’ = ‘il giusto’ diventa il vertice spirituale dell’AT.
Il titolo di ‘giusto’ non veniva riconosciuto a molti. E si riteneva che nessuno potesse esserlo senza
la grazia di Dio.
NT
Il termine ‘dikaiòs’ lo troviamo un centinaio di volte, un po’ in tutto il NT. ‘Dikaiosyne’ in s. Paolo
Matteo. La giustizia può essere considerata la base del suo messaggio.
Giovanni il Battista viene ‘nelle vie della giustizia’: 21,31-32
Gesù si fa battezzare ‘per adempiere ogni giustizia’: 3,13-15
Son detti ‘beati’ quelli che ‘han fame e sete ‘ di giustizia: 5,6
È per la logica interna di tale giustizia che Gesù si rivolge ai peccatori e non ai giusti: 9,10-13 e
entra in conflitto coi farisei, perché non riuscivano a concepirla come un dono della libera grazia di
Dio: 23,13. Da qui le loro mormorazioni: 20,13-15…
Tutto questo non vuol portare a una rilassatezza morale, anzi… 5,17-20; 6,33…
Luca. Egli tenta di presentare il Cristianesimo come prosecuzione legittima dell’Ebraismo (‘religio
licita’ nell’impero romano). Dà a ‘giustizia’ un significato particolare.
Chiama per nome molti ebrei ‘giusti’ = osservanti della Legge: Zaccaria ed Elisabetta, Simeone e
Anna, Giuseppe di Arimatea, il centurione Cornelio: At 10,22.34-35…
La speranza escatologica dei giudei nel ritorno di Elia, prepara la strada al Vangelo: 1,13-17.76
La parabola del fariseo: 18,9-14…
L’annuncio della gioia per la conversione dei peccatori (15,7) presenta uno dei momenti più
suggestivi dell’insegnamento di Gesù: il dischiudersi di una nuova possibilità di esistenza per gli
uomini perduti. E vale per tutti: At 10,22.35…
La figura esemplare del giusto è quindi: GESÙ: 23,47-48.
‘Gesù il giusto’ è uno dei temi essenziali della predicazione: At 3,14; 7,52; 22,14… > 4,19
Giovanni. Utilizza la parola ‘dikaiosyne’ una sola volta: 16,7-11
1Giovanni. Distingue nettamente due sfere: 3,7-10.
Ognuno può appartenere a una sola sfera, anche se uno solo è pienamente giusto: Gesù: 2,1-2
E solo Lui può renderci giusti: 2,29
Decisiva è quindi la sfera di appartenenza, cioè se si confessa il proprio peccato o no: 1,8 – 2,2
Paolo
Il suo insegnamento sulla giustizia è in profonda continuità con l’AT.
La giustizia, per lui, è essenzialmente l’opera di Dio, svolta a favore del suo popolo sulla base
dell’alleanza, fino a costituirlo come nuova umanità: giudei e pagani > un solo popolo: Ef 2,14-18
Essa si rivela nel fatto che Dio non si lascia distogliere dal suo piano per il peccato dell’uomo, ma
realizza la sua salvezza ‘malgrado’ e ‘contro’ l’ostinato rifiuto d’Israele Rm 5,16-20.
Sottolineiamo 4 aspetti fondamentali:
1 – Nessun uomo potrà essere giustificato sulla base della Legge, cioè di una perfetta obbedienza:
Rm 3,19-20.28; Gal 2,15-16; 3,11.
Chi cerca di costruirsi una propria giustizia urta contro una pietra d’inciampo: Rm 9,30-33.
La Legge può adempierla solo colui che è stato riempito dalla giustizia di Dio, se no è il peccato a
impadronirsi di lui: Rm 7.
2 – Ne viene che l’uomo può essere giustificato soltanto in base alla fede in Cristo: Rm 3,20-21.2628; 5,1; Gal 3,6.
3 – Essendo morto al peccato con Cristo, e con ciò giustificato, il credente vive ora solo per Dio:
Rm 6,7-14. Alla base c’è un unico messaggio: l’esclusiva appartenenza a Dio del battezzato (Rm
6,20-23). Appartenenza che il credente deve accogliere: Gal 6,7.
4 – La giustizia, nel ‘tempo presente’, è anticipazione della giustizia di Dio nella parusìa: Gal 5,3-5
La giustificazione del singolo ha il suo contesto in quella di tutti gli uomini: Rm 5,19.
È quindi sbagliato dire che noi abbiamo la giustizia: è invece essa che ci possiede (Rm 6,17-18) e
noi ne siamo i servitori: 2Cor 3,7-11.
Pietro. In 1Pt giustizia significa ‘operare giustamente’, rettamente. Esempio supremo è Gesù che,
essendo giusto, è morto per gli ingiusti: 3,18, perché noi potessimo vivere di quella giustizia:
2,21-25