profilo curato da

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SANTA LUISA de MARILLAC
COFONDATRICE delle FIGLIE della CARITA’
MISTICA dello SPIRITO SANTO
Luisa, al secolo Louise, nasce a Ferrières-en-Brie
vicino a Meux, il 12 agosto 1591 da una famiglia bene in vista nella società del suo
tempo, ma nasce fuori del matrimonio - da Luigi de Marillac, Signore di Ferrières
(che la riconosce come sua “figlia naturale” con atto notarile tre giorni dopo la
nascita e le assegna una rendita), imparentato con la migliore nobiltà di Francia e da
madre ignota, probabilmente una domestica - e allora deve seguire tutti i
condizionamenti di questa situazione : l’emarginazione, la sofferenza e l'affidamento
a persone fuori della sua famiglia.
Tutto questo fu un’intensa preparazione per la
missione che Dio le riservava. Lei, che conosceva il dolore, potè fare proprie le
sofferenze di chi mancava di tutto. Il servizio dei Poveri divenne la sua vita. La
carità le diede ali e forza superando la poca salute e l’apprensiva sensibilità.
Di lei il biografo Redier scrisse : ”Luisa, il corpo fragile, anima ardente, spirito
irrequieto ma ingegno vigoroso, volontà potente e straordinariamente decisa”.
Dopo il 1604, muore il padre e la quattordicenne Luisa fu tolta dal regio collegio di
San Luigi di Poissy retto dalle domenicane e affidata ad una “signorina povera”
(forse sua madre), che l'avviò al lavoro.
In questo periodo Luisa conobbe la sua origine e ne soffrì, acquisendo nel contempo
numerose competenze domestiche di base e sviluppando capacità relative
all’organizzazione e maturando il proposito di farsi religiosa. Questa esperienza
completò la sua educazione di buon livello e la preparò per il futuro servizio.
Ma i parenti decisero altrimenti e Luisa, il 5 febbraio 1613, sposò lo scudiero e
segretario della regina madre Maria de' Medici, Antonio Le Gras ; dal matrimonio,
nel 1614, nasce il figlio Michele, fonte di tante preoccupazioni per Luisa.
Nel 1618 incontra a Parigi San Francesco di Sales il quale l’aiuta a superare il
difficile momento che attraversava dovuto sia alla malattia del marito che alle
sopraggiunte difficoltà finanziarie.
Nel 1623, mentre pregava, il giorno di Pentecoste, nella
Chiesa di S. Nicola di Chardonays , vive un'esperienza chiarificatrice : una luce si
irradia nella sua vita che la prepara ad affrontare le successive difficoltà e la orienta
nelle scelte da compiere. Descrisse questo fatto come la “ luce di Pentecoste “ su una
pergamena che portò su di sé per ricordarsi che nonostante le difficoltà, Dio guidava
la sua vita. In questa illuminazione, scorse un sacerdote, che riconobbe più tardi come
Vincenzo de Paoli, suo futuro confessore e collaboratore nel servizio.
Nel 1624 c'è l'incontro con S. Vincenzo de'
Paoli che dà inizio al lungo periodo di direzione spirituale che durerà tutto il
resto della vita.
Nel 1625, il 21 Dicembre, muore il marito dopo lunga malattia.
Gli anni 1626-1628 sono un periodo di lenta e
profonda maturazione spirituale che portano Luisa ad una scelta importante :
dedicarsi totalmente al servizio dei poveri.
Il 1629 è l'anno di una svolta importante: dopo lunga riflessione, supera ritrosie e
paure e accoglie l'invito di S. Vincenzo di farsi “visitatrice e organizzatrice” dei
gruppi della carità, già attivi da diversi anni in varie zone della Francia: “Vai
madamigella…” le dice il Santo e Luisa si getta con tutte le sue forze nella nuova
avventura dello spirito.
Il 29 novembre 1633 con altre compagne dà inizio
alla “Compagnia delle Figlie della Carità”, di cui è riconosciuta cofondatrice
assieme a S. Vincenzo.
Da questo momento si dipana tutta una serie di impegni
che la coinvolgeranno totalmente: l'assistenza agli appestati, la cura dei “trovatelli”
(bambini abbandonati per le strade o alle porte dei conventi), l'assistenza e la cura
dei carcerati, il tentativo di scuole (anche con classi miste), la costante e proficua
formazione delle Figlie della Carità.
Luisa de Marillac ha 69 anni. La sua salute ormai è delicatissima e le sofferenze
aumentano ogni giorno di più fino a stremarla: i suoi ultimi pensieri e le sue ultime
parole saranno per le sue figlie e i poveri: “Non abbiate occhi e cuore che per i
poveri…”; era, del resto, soprannominata “la serva dei poveri”. Aveva molto
dolcezza ed accoglieva sempre con grande cordialità. Riferiva tutto a Dio,
“senza la Grazia del quale”, essa diceva, “nulla si sarebbe potuto fare.
Coraggio! Avete in cielo una Madre che ha molto credito presso Dio…”
È il 15 marzo 1660. Nella stanza piccola e
disadorna, tra un agitarsi di cornette bianche, nella commozione di quanti l’hanno
conosciuta e amata, Luisa muore (pochi mesi prima del “padre dei poveri”) nella
pace del Signore della Carità, che non ha mai cessato di amare e servire per andarlo a
incontrare in Paradiso.
Alla morte di Luisa de Marillac, san Vincenzo,
fondatore con lei delle Figlie della Carità, disse : “Ecco il quadro che dovete
contemplare : quadro di umiltà, di dolcezza, di pazienza nelle infermità. Procurate
di modellare la vostra vita su quella di Luisa de’ Marillac”.
Dopo diversi traslochi, la sua salma riposa oggi su uno degli altari a lei dedicato,
nella Cappella della Casa Madre delle Figlie della Carità a Parigi in Rue du Bac, 140
( la stessa cappella della Madonna della Medaglia Miracolosa apparsa nel 1830
a S. Caterina Labouré ).
Luisa de Marillac fu beatificata il 9 maggio 1920 da Papa Benedetto XV e
canonizzata l’11 marzo 1934 da Papa Pio XI.
Considerato tutto quanto si è appena detto sulla stretta collaborazione tra Vincenzo
e Luisa sia per la fondazione delle Figlie della Carità che per lo sviluppo delle opere
di carità che rispondeva a tutta una serie di bisogni dei più poveri, si rimane sorpresi
dinanzi alla scomparsa quasi totale di Luisa di Marillac.
Anche dopo la sua canonizzazione nel marzo
1934 (due secoli dopo quella di Vincenzo de Paoli), si parla appena di lei, e ancor
meno dei suoi contributi. Comunque bisogna riconoscere che, ancora vivente,
Luisa di Marillac non ha mai cercato di mettersi in mostra.
Lei stessa ci dice:
“Nostro Signore, nascendo nella povertà e nell’abbandono delle creature, mi
insegna la purezza del suo amore, …Allo stesso modo debbo imparare a
tenermi nascosta in Dio, nel desiderio di servirlo senza ricercare il plauso delle
creature e la soddisfazione del loro apprezzamento. Debbo accontentarmi che
Dio veda ciò che voglio essere per lui. Egli vuole che mi doni a lui perché operi
in me questa disposizione, e io l’ho fatto per sua grazia” (Scritti 714).
Dopo trecento anni dalla sua morte, nel 1960, il Beato Giovanni XXIII la proclamò
“Patrona” di quanti sono impegnati nelle opere sociali e caritative.
Nel 1983, la nostra Santa, con la pubblicazione della nuova edizione degli Scritti
Spirituali di Luisa de Marillac, esce finalmente dall’ombra perché il terreno era stato
preparato sin dal 1958 dalla pubblicazione della biografia di Giovanni Calvet, dal
titolo “SANTA LUISA DI MARILLAC, con le sue stesse parole: Ritratto”.
S. Luisa de Marillac continua a ben ispirare gli
uomini e le donne del nostro tempo, tra le quali oltre 20000 Figlie della Carità,
(chiamate anche Suore di san Vincenzo de' Paoli) che servono in tutto il mondo, ed i
loro numerosi collaboratori.
Il granello di senape si è prodigiosamente
sviluppato, il pizzico di lievito evangelico è meravigliosamente cresciuto. Le Figlie
della Carità sono ovunque c’è un uomo che soffre, una miseria da soccorrere, una
lacrima da asciugare, una solitudine da colmare, un cuore da consolare. Ma soprattutto, ovunque si realizza l’insegnamento di Luisa : “restituire ad ognuno, con la
salute del corpo, quella dello spirito”.
Gianni Mangano