Lezione 2

Transcript

Lezione 2
CORSO DI
ECONOMIA DELLE AZIENDE
E DELLE
AMMINISTRAZIONI
PUBBLICHE
Prof. Paolo Ricci
a.a. 2008/2009
CORSO DI
ECONOMIA DELLE AZIENDE E
DELLE
AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
II LEZIONE –
IL D.LGS 267/2000 E I PRINCIPI GENERALI
Prof. Paolo Ricci
IL D.LGS N. 267 DEL 2000 (TUEL)
In tale decreto confluiscono tutte le norme emanate in precedenza in
materia di enti locali, sia quelle connesse all’organizzazione e al
funzionamento sia quelle riguardanti la contabilità. Esso si divide
infatti in due parti:
a) Parte Prima: “Ordinamento istituzionale” , (artt. 1 – 148)
b) Parte Seconda: “Ordinamento finanziario e contabile”, (artt. 149–269)
Oggetto del nostro studio sarà esclusivamente la parte seconda
dove non vengono disciplinati solo aspetti di pura contabilità
ma anche aspetti di natura finanziaria
N.B.!
Oggi il TUEL è una norma molto precaria sia a causa della Legge
Costituzionale n. 3/2001 che modifica il titolo V della Costituzione sia per
i continui interventi della Legge Finanziaria
-
Prof. Paolo Ricci
3
D. LGS. 18 AGOSTO 2000 N. 267, ART. 149 –
I PRINCIPI GENERALI IN MATERIA DI FINANZA PUBBLICA
Art. 149
Princìpi generali in materia di finanza propria e derivata
1. L'ordinamento della finanza locale è riservato alla legge, che la coordina con la
finanza statale e con quella regionale
2. Ai comuni e alle province la legge riconosce, nell‘ambito della finanza pubblica,
autonomia finanziaria fondata su certezza di risorse proprie e trasferite.
3. La legge assicura, altresì, agli enti locali potestà impositiva autonoma nel campo
delle imposte, delle tasse e delle tariffe
Ciò significa che si sta realizzando un graduale passaggio
dalla finanza
derivata
ad una finanza
originaria
dovuta a trasferimenti
dello Stato, Regioni o altri
amministrazioni superiori
finanza che l’ente è in
grado di mantenere con
imposizione propria.
-
Prof. Paolo Ricci
4
D. LGS. 18 AGOSTO 2000 N. 267, ART. 149 –
I PRINCIPI GENERALI IN MATERIA DI FINANZA PUBBLICA
Art. 149
Princìpi generali in materia di finanza propria e derivata
3.(….) a tal fine i comuni e le province (…) possono disciplinare con regolamento le
proprie entrate, anche tributarie.
4. La finanza dei comuni e delle province è costituita da:
a) imposte proprie;
b) addizionali e compartecipazioni ad imposte erariali o regionali;
c) tasse e diritti per servizi pubblici;
d) trasferimenti erariali;
e) trasferimenti regionali;
f) altre entrate proprie, anche di natura patrimoniale;
g) risorse per investimenti;
h) altre entrate.
5
-
Prof. Paolo Ricci
D. LGS. 18 AGOSTO 2000 N. 267, ART. 150 –
PRINCIPI IN MATERIA DI ORDINAMENTO FINANZIARIO E
CONTABILE
Art 150
Princìpi in materia di ordinamento finanziario e contabile
1. L'ordinamento finanziario e contabile degli enti locali è riservato alla legge dello
Stato e stabilito dalle disposizioni di principio del presente testo unico.
2. L'ordinamento stabilisce per gli enti locali i princìpi in materia di
programmazione, gestione e rendicontazione, nonché i princìpi relativi alle attività
di investimento, al servizio di tesoreria, ai compiti ed alle attribuzioni dell'organo
di revisione economico-finanziaria e, per gli enti cui sia applicabile, alla disciplina
del risanamento finanziario
Con questa norma è evidente che il legislatore intende vincolare
l’autonomia regolamentare di cui godo gli enti locali al rispetto
delle leggi dello Stato e del presente Testo Unico. Ad esempio, il
Comune, nel determinare l’ICI può solo agire sull’aliquota
muovendosi all’interno di un intervallo stabilito dallo Stato
6
-
Prof. Paolo Ricci
D. LGS. 18 AGOSTO 2000 N. 267, ART. 151 –
I PRINCIPI IN MATERIA DI CONTABILITÀ PUBBLICA
Gli enti locali deliberano entro il 31 dicembre il bilancio di
previsione per l’anno successivo, osservando i principi di:
¾ unità
¾ annualità
¾ universalità ed integrità
¾ veridicità
¾ pareggio finanziario
¾ pubblicità
Il termine può essere differito con decreto del Ministro
dell’interno, d’intesa con il Ministro del tesoro, del bilancio e
della programmazione economica, sentita la Conferenza
Stato-città ed autonomie locali, in presenza di motivate
esigenze.
7
-
Prof. Paolo Ricci
I PRINCIPI DI BILANCIO (I)
IL PRINCIPIO DI UNITÀ
la massa delle entrate
finanzia indistintamente la
massa delle spese
Ciò significa che il bilancio di previsione deve potersi riferire ad una
gestione unitaria, non è possibile poter distinguere, salvo eccezioni
che la norma stessa prevede, correlazioni tra poste delle entrate e
poste delle spese.
IL PRINCIPIO
DELL’ANNUALITÀ
Il bilancio di previsione
deve fare sempre
riferimento all’anno solare
Questo significa che il bilancio viene costruito considerando le entrate
e le spese che avranno luogo dal 1 gennaio dell’anno successivo al
31 dicembre
8
-
Prof. Paolo Ricci
I PRINCIPI DI BILANCIO (II)
IL PRINCIPIO
DELL’UNIVERSALITÀ
non sono ammesse gestioni
fuori bilancio
Questo significa che non sono ammesse contabilità separate, extra
bilancio, tutte le entrate e tutte le spese devono essere ricomprese
nel bilancio, che rimane il principale strumento di governo dell’ente
IL PRINCIPIO
DELL’INTEGRITÀ
non sono compensabili tra
di loro le partite di entrata
e di uscita
Questo significa che se ad esempio, il Comune vanta un credito verso un cittadino
per € 100,00, allo stesso tempo il cittadino vanta un credito nei confronti del
Comune di € 80,00, non si possono compensare le partite, il Comune non potrà
iscrivere nel bilancio direttamente la differenza € 20,00 ma dovrà iscrivere un
credito presunto di € 100,00 e un debito presunto di € 80,00
9
-
Prof. Paolo Ricci
I PRINCIPI DI BILANCIO (III)
IL PRINCIPIO DI
VERIDICITÀ
Le informazioni riportate
in Bilancio devono essere
attendibili
Il bilancio deve essere redatto in modo tale che le previsioni di
entrata e di spesa siano attendibili, cioè rispondano in modo
rigoroso ad una logica che ne ha consentito l’iscrizione
IL PRINCIPIO DI
PUBBLICITÀ
Il Bilancio deve essere reso
pubblico e fruibile dai
cittadini
Per i Comuni con più di 20.000 abitanti è prevista la pubblicazione di
un estratto del bilancio sui quotidiani
10
-
Prof. Paolo Ricci
I PRINCIPI DI BILANCIO (IV)
IL PRINCIPIO DEL
PAREGGIO
FINANZIARIO
tutte le entrate e tutte le
spese devono essere in
equilibrio
Questo significa che il totale entrate deve essere uguale al totale uscite
Nel complesso sono raggiungibili due tipi di equilibri:
Equilibrio
generale
il totale di tutte le entrate
deve essere uguale al totale di
tutte le spese
Equilibrio di
parte corrente
che pone in equilibrio la gestione
corrente di spesa (maggiorata della
quota capitale delle rate dei
mutui in ammortamento) con
11
la gestione corrente di entrata.
-
Prof. Paolo Ricci
I PRINCIPI DI BILANCIO (V)
IL PRINCIPIO
AUTORIZZATORIO
Il bilancio di previsione è
uno strumento attraverso
cui si autorizza la gestione
Sta a significare che una spesa può essere realizzata solo se prevista
in bilancio. Questo principio permea l’intero sistema della
contabilità pubblica in quanto autorizzando la spesa in un certo
qual modo sto misurando le entrate che prevedo di realizzare nel
rispetto sempre del già noto principio del pareggio finanziario
Il principio autorizzatorio non equivale a immodificabilità del bilancio
Il bilancio può subire modifiche per varie ragioni:
ƒ si potrebbero modificare le condizioni sulle quali si erano effettuate le
previsioni
ƒ possono esserci eventi non interni, ma esterni che condizionano le
scelte
12
ƒ è giusto lasciare un margine di discrezionalità a chi decide
-
Prof. Paolo Ricci
I PRINCIPI DI BILANCIO (VI) –
IL PRINCIPIO DI FLESSIBILITÀ
Con tale principio si vuole assicurare al bilancio quel minimo grado
di elasticità e di adattamento alle nuove ed impreviste esigenze che
possono fisiologicamente presentarsi nella gestione durante il periodo
amministrativo.
Il principio è osservato se:
¾ in fase di previsione finanziaria, vengono stanziati tra le spese
fondi di riserva, o fondi per spese impreviste, da utilizzare in
corso d’anno per far fronte a quelle uscite altrimenti non
sostenibili in fase di gestione
Il principio di flessibilità del bilancio annuale di previsione è
garantito da tre strumenti:
¾ storno di fondi (variazione in senso lato)
¾ variazione di bilancio (variazione in senso stretto)
¾ utilizzo di un fondo di riserva
13
-
Prof. Paolo Ricci
I PRINCIPI DI BILANCIO (VII) –
IL PRINCIPIO DELLA COMPETENZA FINANZIARIA
Per competenza in materia di contabilità pubblica s’intende l’aspetto
giuridico o normativo della formazione della spesa e dell’entrata.
La competenza finanziaria è diversa dalla competenza economica, essa
è definita come “il criterio con il quale, in base alla data
dell’accertamento o dell’impegno, vengono imputate le entrate e le
uscite ad un esercizio piuttosto che ad un altro”.
Redigere un bilancio di previsione di competenza significa tenere conto
del momento giuridico in cui sorge l’entrata o la spesa, ossia il
momento in cui sorge l’obbligazione giuridica di pagare ovvero il
diritto di riscuotere.
La scelta di fare un bilancio finanziario di competenza si basa sul
presupposto che la formazione giuridica del titolo che giustifica
l’entrata o la spesa deve avere la prevalenza su tutti gli altri
14
aspetti.
-
Prof. Paolo Ricci