modulo 3 - Fleurs International

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modulo 3 - Fleurs International
Trasferimento delle principali
tecniche per la conduzione del
colloquio di selezione.
Il colloquio di lavoro
“Il candidato, preoccupato e teso, sottovaluta il
suo ruolo e si limita a una gestione passiva
dell’incontro. Si sente solamente osservato e
selezionato e non anche osservatore e
selezionatore. Questo è un grave errore (…).
Prepararsi a questo incontro richiede metodo,
tempo ed energia lungo un processo che parte
prima
e
finisce
dopo
l’incontro
stesso”[Passerini, 2007].
Il colloquio di lavoro
Il colloquio è un momento cruciale e determinante
nella ricerca di un lavoro, rappresenta per il
candidato l’occasione di conoscere l’azienda per cui
intende lavorare e l’opportunità di esporre e
valorizzare le conoscenze e le competenze
acquisite durante il percorso formativo e
professionale.
Il colloquio è tra gli strumenti più utilizzati nei
processi di selezione aziendale e rappresenta
generalmente la seconda fase, dopo l’analisi di
tutti i curricula pervenuti, quella decisiva nella
valutazione di una eventuale collaborazione
professionale.
I processi di selezione
I processi di selezione aziendale variano in
relazione al tipo di azienda e di profilo
ricercato.
Nelle piccole realtà il processo è in genere
articolato in uno/due colloqui individuali e
gestito dai titolari della stessa azienda.
Nelle grandi società esiste invece un
apposito ufficio del personale che si occupa
specificatamente di strutturare percorsi di
selezione spesso più complessi.
In ogni caso il colloquio (individuale o di gruppo, più o meno strutturato, articolato
in prove o test) è lo strumento più utilizzato dalle aziende per valutare l’idoneità di
un candidato rispetto alla posizione ricercata.
Gli strumenti più utilizzati: il colloquio individuale
Si svolge singolarmente e può ripetersi più volte con
diversi interlocutori.
Gli stili ed i “toni” del colloquio possono essere
differenti a seconda del selezionatore, ci si può trovare
di fronte un esaminatore accattivante ed amichevole
oppure rigido e critico o ancora distaccato e
professionale.
In fase di colloquio:
 il candidato si troverà ad esporre il proprio percorso formativo, le esperienze
professionali e le motivazioni che lo hanno spinto a candidarsi per quella posizione;
 il selezionatore illustrerà più specificatamente l’organizzazione aziendale, la figura
ricercata, le attività da svolgere, gli obiettivi da raggiungere, la tipologia contrattuale
proposta.
La durata media del colloquio oscilla tra 30 minuti e 1 ora. E’ dunque importante
prepararsi al meglio per sfruttare il tempo a disposizione.
Gli strumenti più utilizzati: il colloquio di gruppo
Il colloquio di gruppo è caratterizzato dalla
presenza di più candidati che partecipano
contemporaneamente allo stesso incontro
di selezione, tenuto da uno o più
esaminatori.
L’ intenzione dei selezionatori è, infatti,
quella di osservare le modalità con cui i
candidati si muovono all’interno di un
gruppo e individuare le dinamiche
interpersonali e relazionali messe in atto
da ogni soggetto.
I temi trattati durante l’incontro possono essere di vario genere:
discussioni su fatti di cronaca, problematiche relative alla gestione
aziendale, significati attribuiti al lavoro, etc.
Gli strumenti più utilizzati: Assessment Center
Si tratta di una tecnica largamente utilizzata per la selezione e la valutazione del
potenziale di uno o più candidati, di profili professionali complessi nonché per la
mobilità interna del personale. Si tratta di un percorso di selezione che si articola in un
arco temporale più lungo e utilizza differenti tecniche valutative somministrate da più
valutatori, consentendo confronti tra i risultati e raggiungendo quindi valutazioni più
oggettive.
L’AC è basato sull’osservazione delle performance singole e delle capacità di interazione
del candidato con altri soggetti.
Le aree osservate sono quattro:
1) area dei rapporti con la variabilità;
2) area intellettuale;
3) area manageriale;
4) area relazionale.
Prepararsi per un colloquio di selezione
Per affrontare serenamente un colloquio di selezione e sfruttare al massimo questa
opportunità è consigliabile prepararsi. Nello specifico prima del colloquio bisogna:
 rileggere attentamente il curriculum per essere pronti ad esporre e approfondire
percorsi formativi o professionali;
 individuare informazioni sull’azienda e approfondire la conoscenza dei servizi, dei
prodotti e più in generale del tipo di organizzazione che ci si accinge ad incontrare.
In sede di colloquio si è “promotori” di se stessi.
Il selezionatore dovrà, in breve tempo, comprendere il candidato che ha davanti. Con
la stretta di mano, l’abbigliamento e con i primi scambi di battute si può fornire infatti
una impressione determinante di se stessi. Ciò che comunichiamo con il nostro
atteggiamento informa l’interlocutore in modo diretto, risultando a volte più
eloquente rispetto a ciò che esprime la comunicazione verbale.
In un colloquio non contano solo le parole, tutto il corpo comunica attraverso il
comportamento non verbale, paraverbale e verbale.
Un modello di comunicazione efficace
• Argomenti adatti
• Sequenza che avvince
• Parole che convincono
• Discorso accattivante
• Buona respirazione
• Voce piena di
espressività
• Movimenti sciolti
• Postura efficace
4.
Parlare con
efficacia
3.
• I colori della voce
• Solo emozioni positive
• Sequenza efficace per
catturare e mantenere
l’attenzione
Generare
emozioni
1.
Conoscere
il corpo
2.
Sentirsi a
proprio
agio
• Esercizi di CSNF
(parlare Come Se Nulla
Fosse)
• Corpo e memoria
connessi - il flow
Gli elementi della comunicazione efficace - 1
Comunicazione
verbale
7%
Comunicazione
non-verbale
53%
40%
Comunicazione
para-verbale
Gli elementi della comunicazione efficace - 2
Comunicazione para-verbale
prosodica
Struttura del discorso
Chiarezza
Sintesi
CHIAREZZA
E SNTESI
Comunicazione verbale
il contenuto
Volume
Tono
Timbro
Ritmi
IMPATTO
Comunicazione non-verbale
il linguaggio del corpo
Sguardo
Espressione
Gestualità
Postura
Atteggiamento
Prossemica
La comunicazione non verbale
«Quando gli occhi dicono una cosa e la bocca un’altra,
l’uomo avveduto si fida del linguaggio dei primi.»
Ralph Waldo Emerson
sguardo
contatto oculare
postura
espressione volto
gesti
gestione dello spazio
movimenti
La comunicazione non verbale: il sorriso
“Chi non sa sorridere non dovrebbe aprire un negozio”.
(antico detto cinese)
Il sorriso comunica, conquista, seduce, fa incontrare…
L’arma bianca del sorriso: il sorriso è l’espressione di uno sguardo positivo sul mondo.
E’ la manifestazione tipica di chi si muove nelle relazioni con un atteggiamento di
fiducia nei propri confronti e nei confronti dell’altro, lo sguardo di chi dice: ”io sono ok,
tu sei ok”.
La comunicazione para-verbale
La comunicazione paraverbale riguarda l’utilizzo della
voce, i contorni intonazionali, il ritmo e l’emissione dei
suoni. Un buon uso della voce fa sì che il contenuto sia
valorizzato e reso più attraente.
Le caratteristiche della voce sono:
Il TIMBRO: si riferisce all’insieme delle caratteristiche individuali della voce
gutturale, nasale e soffocata; dipende dalle parti del corpo che fanno da cassa
armonica , cioè amplificano e migliorano il suono.
Il TONO: indica l’intenzione ed il senso che si dà alla comunicazione e può
esprimere entusiasmo, disappunto, interesse, noia, coinvolgimento, apatia,
apprezzamento e disgusto.
Il VOLUME: riguarda l’intensità sonora, il modo di calibrare la voce in base alla
distanza dell’interlocutore e in base alla importanza dell’argomento trattato;
Il TEMPO: cioè le pause, la lentezza o velocità assolute possono servire come
fattori che sottolineano accentuano o sfumano il significato delle parole.
I colori della voce
GIALLO
VERDE
ROSSO
BLU
Comportamento verbale
Fluidità del discorso - inflessione dialettale - correttezza della forma linguistica
E’ opportuno parlare in modo chiaro e ascoltare con interesse l’interlocutore,
mostrandosi attivi senza risultare invadenti. Nel caso del colloquio di gruppo sarà
importante accogliere le opinioni altrui. E’ utile avere una buona dizione, evitare forme
dialettali e cadenze eccessivamente marcate. La correttezza della forma linguistica e
dei contenuti trattati è una variabile molto evidente e spesso non sottovalutabile dal
selezionatore
Abilità relazionali: Assertività
1. Capacità di esporre
2. Capacità di ascoltare
3. Capacità di convincere
Stili di relazione
Stile di relazione aggressivo
VERBALIZZAZIONI
POSTURA
CONVINZIONI
FONDAMENTALI
Ipervalutazione di sé e svalutazione degli
altri
Pretese assolutistiche verso gli altri
ATTEGGIAMENTI
Affermazione dei propri interessi su
quello degli altri
Obiettivi personali de raggiungere subito
e con ogni mezzo
Rifiuto del compromesso e dell’accordo
Tendenza al conflitto con gli altri
(dominare, prevaricare, manipolare)
Linguaggio diretto ed espressivo ma energico e inadeguato alle
circostanze
Sguardo fisso ed intensivo
Voce alta, rapido ed aspra
Posizione intimidatoria del corpo
Gesti minacciosi
Stili di relazione
Stile di relazione passivo
CONVINZIONI
FONDAMENTALI
Inferiorità di sé
Bisogno di approvazione altrui
Pretese assolutistiche verso di sé
Pensiero catastrofico
ATTEGGIAMENTI
VERBALIZZAZIONI
POSTURA
Rinuncia a difendere i propri interessi
Lasciar decidere agli altri
Evitare i conflitti
Inibito - Dissimulatorio
Esitante - Messaggi indiretti
Occhi bassi, sfuggenti
Voce bassa o sussurrata
Posizione di allarme o di difesa o accasciata del corpo
Gesti incerti
Stili di relazione
Stile di relazione assertivo
CONVINZIONI
FONDAMENTALI
ATTEGGIAMENTI
VERBALIZZAZIONI
POSTURA
Valore a sé e agli altri
Autonomia e autosufficienza nelle
relazioni sociali e affettive
Affermazione di sé nel rispetto degli altri
Obiettivi comuni collaborando e
confrontandosi con gli altri per ottenere
risultati
Accettare accordi e compromessi in caso
di conflitto
Linguaggio diretto, espressivo ed adeguato alle circostanze
Sincero
Sguardo diretto, livello colloquiale della voce
Espressione verbale fluida
Posizione eretta del corpo
Gesti fermi e misurati