storia 5 - Società Bocciofila Exilles
Transcript
storia 5 - Società Bocciofila Exilles
STORIA 5 MI RICORDO CHE.............di Adriano Anni fa in Val Susa tutti giocavano a Belote e naturalmente nella Bocciofila di Exilles, dove un buon gruppo di amici si affrontava in sfide accanite. Se penso a quel gioco dei primi anni ’80, mi viene in mente il nome e la figura di Eugenio Balcet, papà di Eliane e suocero di Fiorenzo Sigot. Nato a Fraisse, frazione di Usseux, comune della Val Chisone l’11 gennaio 1901, aveva lasciato il paese all’età di 14 anni per andare a lavorare a Lyon come cameriere. Nel 1940, con l’inizio della guerra, tornò in Italia e si stabilì a Torino, dove riprese il suo lavoro di maître d’ hotel. Negli anni ’70, in età di pensione, si stabilì ad Exilles, paese della moglie Andreina Arnol e divenne cliente abituale del bar di Piero e Tina Abbà, dove nel pomeriggio c’era la consueta partita a Belote. Nel 1985, a seguito della chiusura del locale, il gioco delle carte si trasferì in bocciofila e naturalmente anche monsieur Balcet, che era un vero appassionato. Ogni pomeriggio percorreva i cento metri dall’abitazione di via Roma alla nostra associazione per fare la solita partita. Era giocatore d’attacco che preferiva rischiare anche quando non aveva buone carte, perché voleva partecipare attivamente al gioco; le sue strategie erano sovente imprevedibili per gli avversari, ma anche per i compagni. Il suo tavolo era vivace nello svolgimento delle giocate e anche nelle dichiarazioni, espresse con un francese pacato da Eugenio e dagli altri in un italiano di tono più alto: un’alternanza di atout, careaux, capot, belote, con cinquanta, cappotto, terza o cento, rendevano allegra e coinvolgente la partecipazione di giocatori e spettatori. E ora dopo vent’anni la Belote sembra essere scomparsa dalle abitudini di Exilles che del resto è ad un passo dalla Francia, paese d’origine di questo gioco. Perché non lo riprendiamo? (1960) Monsieur Eugenio Balcet (1985)