I sambuchi del Mar Rosso

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I sambuchi del Mar Rosso
I sambuchi
del Mar Rosso
di Enrico Cernuschi
I
Storie di velieri
in guerra
nel Ventesimo Secolo
l sambuco (in inglese dhow) è un tipo di
veliero d’origine araba a uno o più alberi armati con vele latine o
auriche, dal dislocamento massimo di un
centinaio di tonnellate,
lungo fino a 25 metri fuori tutto e adibito, ancora
oggi, a navigazioni di cabotaggio lungo le coste del
Mar Rosso e dell’Oceano Indiano.
Già poco tempo dopo la presa di possesso, nel
1885, del porto e della città di Massaua, primo
nucleo della futura colonia Eritrea, la Regia Marina pensò bene di armare alcuni sambuchi per
combattere, con le loro stesse armi, i contrabbandieri di armi e di schiavi che trafficavano tra le
due sponde del Mar Rosso. Gli intricati, poco noti
e insidiosi canali che costellavano sia la costa africana sia quella araba permettevano, infatti, ai pirati di sfruttare il ridotto pescaggio dei velieri per
evitare l’inseguimento da parte delle navi da guerra italiane, inglesi e francesi in quell’area.
Sui primi anni di attività di quelle unità, poste al
comando di un capo timoniere di 1ª classe, dotate
di un cannoncino - revolver Hotchkiss da 25 mm
“tipo torpediniera” (generalmente nascosto per
poter sorprendere gli avversari) e armate da tre o
quattro cannonieri nazionali e da una trentina di
indigeni agli ordini di un nakuda (padrone), si sa,
purtroppo, ben poco.
La migliore testimonianza è senz’altro quella resa
da un romanzo, “La frana del San Matteo”, basato su
fatti veri e documentati, pubblicato da Paolo Caccia
Dominioni nel 1982. A partire dal 1902 il servizio
dei sambuchi fu, per contro, istituzionalizzato e le
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unità, a gruppi di tre
agli ordini di un tenente
di vascello, furono riunite in una squadriglia
che operò lungo le coste
dell’Eritrea e della Somalia settentrionale.
Battezzate dapprima
con le lettere dell’alfabeto A, B e C e in seguito
con i nomi, ricorrenti, di Antilope, Gazzella, Cervo, Camoscio, Capriolo, Daino e Zebra, queste unità svolsero continui e faticosi compiti di pattugliamento e di vigilanza pesca.
Spiccò, tra le tanti missioni, la cattura, il 12 ottobre 1902, a opera dell’avviso Galileo, di un sambuco pirata, subito ribattezzato Piccolo Galileo; quest’ultima unità, assieme ai similari A, B e C, prese
poi, il 1 novembre 1902, a Midi, nello Yemen, tre
ulteriori sambuchi di mercanti di schiavi.
Altra circostanza da ricordare fu l’arrembaggio, nel
luglio 1913, del sambuco inglese Amber, preso in
flagrante reato di spionaggio e di contrabbando sotto il naso e nonostante le proteste dell’avviso stazionario Dalhouise, distaccato in area dall’Indian Navy.
Nonostante la ben diversa mole, velocità e armamento dei sambuchi italiani rispetto alla cannoniera britannica, il ridotto pescaggio dei velieri,
subito gettatisi con la loro preda in uno dei tanti,
micidiali canali costellati di punte madreporiche,
e il sopraggiungere dell’oscurità, permisero alle
navicelle di rientrare a Massaua. La successiva,
inevitabile “grana” diplomatica si risolse anch’essa bene, dato il grosso carico di stupefacenti rinvenuto a bordo, e l’Amber, sotto il nuovo nome di
Cervo II, fu incorporato nella squadriglia.
I giorni dei sambuchi, le cui vicende furono narrate
nel 1937 da Marcello Orano nel romanzo “Guardafui” (da cui fu tratto, tre anni
dopo, il film “I pirati del golfo”, con Andrea Checchi e Osvaldo Valenti), erano
però arrivati, apparentemente, alla fine.
Nel 1914, infatti, la squadriglia fu sciolta mentre i compiti di vigilanza costiera
nel Golfo di Aden venivano affidati, fino al 1940, a un paio di piccole cannoniere di base a Massaua, destinate anch’esse ad assolvere missioni avventurose, ma senza più il fascino della vela.
Gli pseudo-sambuchi
Nella primavera del 1940 il capitano di
Uno dei regi sambuchi che operarono in Mar Rosso, il Camoscio, per la precisione dovrebbe trattarsi del Camoscio 2, in navigazione al largo di Massaua: in
fregata Paolo Aloisi, primo comandanapertura un ex voto raffigurante un altro sambuco, il Cervo, conservato nel
te, nel 1938, della flottiglia dei mezzi
santuario di Nostra Signora di Soviore, nei pressi di Monterosso, nelle 5 Terre,
d’assalto di base alla Spezia, trasferito
curiosamente datato 1871 anche se risulta che in quella data la Regia Marina
l’anno successivo in Africa Orientale
non disponeva ancora di queste imbarcazioni
per, come si disse allora, un eccesso di
successi femminili, fu incaricato di metessere utilizzati in seguito alla rottura del fronte
tere in piedi, in virtù delle sue riconosciute virtù
terrestre verificatasi il 26 marzo, ovvero proprio il
d’inventore, un’analoga organizzazione artigianale
giorno precedente il periodo di luna nuova necesin Eritrea e in Somalia.
sario
per poter agire contro Port Sudan.
Uno dei primi schemi realizzati fu quello di caI
due
falsi sambuchi costati tanti sforzi, tuttavia,
muffare da sambuchi due motopescherecci. La sanon furono abbandonati. Nonostante la caduta di
goma esterna delle navi fu, a questo scopo, comMassaua, persa l’8 aprile 1941 dopo cinque giorni di
pletamente ricostruita sostituendo, inoltre, l’origidifesa da parte dell’improvvisato presidio della città
naria velatura a goletta con quella tipica dei samposto al comando dell’ammiraglio Mario Bonetti, i
buchi. Le murate furono rese, inoltre, abbattibili,
due ex motopescherecci furono utilizzati, sotto falsa
così da poter smascherare senza preavviso due mibandiera, come navi-spia nel Mar Rosso, in collegatragliere da 13,2 mm. I due pseudo sambuchi
mento radio con Roma, facendo base nello Yemen.
avrebbero dovuto trasportare nei pressi degli ipoUno
dei due, forse tradito, forse sacrificato scientetici bersagli ciascuno un paio di “uri”, ossia pirotemente per salvare l’altro, fu scoperto e si autoafghe locali lunghe circa 8 metri e utilizzate tradiziofondò nel maggio 1941. L’altro continuò, vicevernalmente dai pescatori, armate ognuna con un sisa, a operare utilmente fino alla fine dell’autunno
luro da 450 mm agganciato sotto la chiglia che po1942 facendo credere ai britannici che i messaggi
teva essere sganciato e messo in moto da bordo.
radio da loro intercettati fossero trasmessi da navi
In alternativa, le uri potevano trasportare fino a
francesi di base a Gibuti.
quattro bombe torpedini da getto (l’equivalente delIl
personale italiano dello pseudo sambuco, riparato
le bombe di profondità), modificate per poter essere
in
Eritrea alla fine dell’anno, continuò in seguito a
agganciate all’opera viva di eventuali mercantili alla
operare agli ordini di Aloisi, vera “primula rossa”
fonda, esplodendo venti minuti dopo l’innesco.
dell’Impero, fino all’armistizio dell’8 settembre
I piani, redatti per attaccare le unità avversarie nel1943,
assicurando fino alla fine un utile flusso di inle rade di Port Sudan e di Aden, prevedevano di
formazioni
trasmesse in Italia attraverso un compliportare laggiù due uri, trasportate in coperta da ciacato doppio e triplo gioco con l’Intelligence Service.
scun sambuco. Le navicelle avrebbero dovuto avvicinarsi agli obiettivi da nord randeggiando la costa
Violatori di blocco a vela
e mischiandosi alle decine di sambuchi autentici
A fianco e indipendentemente dai due motopeche ogni giorno percorrevano la medesima rotta.
scherecci camuffati, però, anche alcuni sambuchi
I mezzi e il personale, tuttavia, non furono pronti
veri e propri avevano ripreso a operare, dal 1940,
che alla fine di febbraio del 1941 e non poterono
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niera forse un po’ troppo altisonante con il
nome fatidico di Earl of Nelson, tuttavia,
“…were not spectacular in contraband intercepted”, come ammisero gli stessi inglesi riconoscendo, alla fine di quella campagna,
di aver fatto un buco nell’acqua.
Le cose non cambiarono nella primavera
del 1941, quando l’isolato presidio di Assab,
al comando dell’anziano capitano di vascello Giuseppe Bolla, dopo aver ricevuto il 27
L’ariete torpediniere Piemonte alla fonda, presumibilmente nella rada di
marzo
un falso ordine che disponeva la diMassaua, dove fu a lungo stazionario, negli ultimi anni del 1800; in primo
struzione
delle opere militari di quel porto
piano i sambuchi Gazzella (1), Camoscio (2), Antilope (3) e Cervo (4, all’estrema destra)
(ormai semidistrutto dopo più di quattrocento incursioni) si ritrovò inaspettatamente tra le braccia, per la metà di aprile, 154
per conto della Regia Marina, nelle torride acque del
donne e 114 bambini italiani provenienti da Dessié.
Mar Rosso. Lo stato di guerra aveva infatti imposto
I viveri disponibili in quel torrido e desolato
al governo della colonia di ricorrere al contrabbanavamposto dancalo per questa gente e per il presido per poter importare dallo Yemen e dall’Arabia
dio, formato da 229 tra ufficiali, sottufficiali, graqualsiasi cosa potesse servire a quel territorio isoladuati e comuni italiani e ascari con, in tutto, due
to, dal grano (di gran lunga prevalente tra i carichi)
pezzi da 76/40 rimessi in efficienza, sarebbero baai lubrificanti e ai medicinali fino alle cartucce da
stati, sì e no, per una settimana.
fucile calibro 6,5 mm prodotte da una fabbrica itaAllo scopo di resistere il più a lungo possibile Bolla
liana installata a Saana alla fine degli Anni 20.
utilizzò sei sambuchi per rifornire di grano, dallo YeSi trattava, ovviamente, di quantitativi modesti
men, la sua gente, oltre che per recuperare, nel corso
ma nel deserto, come osservò al proposito il Vicerè
di due missioni condotte ciascuna da tre sambuchi,
Amedeo duca d’Aosta, anche una goccia d’acqua è
una sessantina di elementi della Regia Marina rimapreziosa, tanto più che l’Eritrea soffrì nel 1940 di
sti tagliati fuori nelle isole Dahlach, poste davanti a
una severa carestia. Questo rivolo di traffico, al paMassaua e assediate tranquillamente dai britannici
ri del contemporaneo cabotaggio inglese lungo le
nell’attesa dell’esaurimento delle scorte d’acqua.
coste del Sudan, proseguì pressoché indisturbato
Come ricorda il volume dell’Ufficio Storico della
per tutto il resto dell’anno e nel corso dell’inverno
Marina Militare dedicato a “Le operazioni in Afri1940/1941.
ca Orientale”, i velieri furono affidati a tre ufficiali
Naturalmente in una terra come quella, brulicante
provenienti da alcuni piroscafi del Lloyd Triestino
tradizionalmente di spie e di agenti doppi, sia gli
e a tre sottufficiali nocchieri, tutti volontari.
italiani sia gli inglesi sapevano dei rispettivi traffici,
La narrazione delle loro missioni isolate, tutte rotanto che entrambi cercarono, con modesto succesmanzesche, meriterebbe un articolo a parte, ma lo
so, di infiltrare i propri agenti nell’opposto schieraspazio tiranno obbliga a riportare soltanto poche
mento imbarcandoli sui velieri dell’avversario.
e scarne righe tratte dal volume appena citato:
I ripetuti tentativi inglesi di intercettare i velieri
“Occorreva navigare con la massima oculatezza, scediretti in Eritrea furono a loro volta frustrati, cogliendo le rotte meno battute dalla vigilanza nemica,
me ammisero gli stessi britannici nel 1942 sulle
ponendo in mostra nei momenti di pericolo il solo
pagine di The Naval Review, la Rivista Marittima
equipaggio indigeno e nascondendosi, alberi e vele
britannica, dall’abile sfruttamento dei bassi fonammainate, a ridosso delle isole che si trovavano sul
dali da parte degli avversari.
percorso. Occorreva anche, oltre alla perizia marinareProprio allo scopo di riuscire, una buona volta, a
sca ed all’inventiva, una continua opera di incoragcatturare quegli inafferrabili nemici la Royal Navy
giamento sui nakuda yemeniti e sugli indigeni i quali,
armò ufficialmente, nel settembre 1940, un “moper quanto fidatissimi, avevano una grande paura dei
tor dhow” con un cannone da 76 mm e due uffimitragliamenti a bassa quota da parte degli aerei
ciali, due cannonieri e un marconista, tutti volonnonché delle rappresaglie inglesi in caso di cattura”.
tari e pratici di navigazione a vela, assieme a un
Comprando il grano letteralmente a peso d’oro, viequipaggio somalo.
sto che gli acquisti venivano effettuati pagando in
I risultati dell’unità in questione, battezzata in ma-
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lingotti di platino provenienti da una miniera etiope dello Uollega ed approdati, attraverso molte peripezie, ad Assab, gli uomini dei sambuchi riuscirono a violare
ogni volta il blocco inglese. Soltanto due
velieri, vittime degli aerei, andarono perduti, entrambi alle Dahlach, cercando di recuperare ancora qualche marinaio, mentre
quelli impegnati nel traffico con la penisola arabica riuscirono sempre a passare, nonostante le ripetute intercettazioni tentate
sempre senza fortuna dal motor dhow ricorUn’eloquente immagine della frenetica attività nel porto di Massaua (uno dei
due principali dell’Africa Orientale Italiana, assieme a Mogadiscio e a quello,
dato in precedenza fino a quando, l’11 giuminore, di Assab); sono visibili, ormeggiati, il piroscafo Favorita e il transatlangno 1941, anche Assab cadde dopo uno
tico Conte Biancamano
sbarco inglese a dir poco sproporzionato
(l’incrociatore Dido in compagnia di due
la Royal Navy Eurydice, capovoltasi al largo dell’iavvisi, due trasporti armati e due mezzi da sbarco i
sola di Wight con la perdita di 300 uomini, tra alquali misero a terra un battaglione indiano rinforlievi e marinai, e alla successiva scomparsa, nel
zato) e una giornata di combattimenti.
febbraio 1880, dell’analoga fregata, anch’essa adiI dispiaceri causati alla Royal Navy dai velieri non
bita a nave scuola, HMS Atalanta, andata perduta
erano però ancora finiti. Il 1° agosto 1941, infatti,
senza lasciare tracce dopo essere salpata da Bersulla scorta della precedente esperienza italiana la
muda con altri 280 allievi e istruttori a bordo.
goletta francese Hind, da 130 tonnellate, proveQueste vicende avevano infatti indotto la Marina
niente dal Madagascar e carica di riso, arrivò a Gibritannica ad abbandonare, sin da prima dell’inizio
buti, dopo un mese di navigazione, beffando la
della Grande Guerra, le navi scuola a vela dispercrociera britannica che aveva bloccato quel terridendo così, nel giro di una generazione, non certo
torio legato alla Francia di Vichy.
la perizia nautica, quanto la mentalità necessaria
Il mese successivo, nonostante i Servizi inglesi, orper combattere, sul loro stesso terreno, quel pugno
mai svegliatisi, avessero dato un congruo preavvidi fantasiosi, abili e coraggiosi ufficiali e sottufficiaso, il veliero transalpino Naram Passa rinnovò
li italiani di base nel Mar Rosso formatisi, viceversa,
l’impresa, battendo oltretutto in velocità, sul filo
sul Flavio Gioia, sul Vespucci, sul Colombo, sul Misedi lana, lo sventurato Earl of Nelson, appostatosi
no e sul Palinuro, oltre che sugli ultimi velieri della
pieno di speranze davanti a Zeila.
Marina mercantile per tacere, ovviamente, delle goL’unico successo, alla fine, riscosso in alto mare dei
lette scuola francesi La Belle-Poule e L’Etoile.
britannici nei confronti dei velieri violatori di blocAnche se la Royal Navy continuerà, in seguito, a
co del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano fu la catturicorrere ugualmente, sempre e soltanto a navi da
ra, a fine ottobre 1941, del veliero (ed ex contrabguerra di capacità ridotta per la scuola del proprio
bandiere) francese Amir, preso dall’incrociatore aupersonale, la lezione non fu del tutto sprecata visiliario indiano Ratnagiri proprio davanti a Gibuti.
sto che nel 1964 fu impostata una nave scuola a
Il cerchio si chiude dopo quella campagna. I brivela per la Marina mercantile inglese battezzata,
tannici, primo tra tutti l’irritatissimo Premier Churnon a caso, Sir Winston Churchill seguita, tre anni
chill (il quale aveva seguito con grande attenzione
dopo, dal gemello Malcolm Miller.
quelle vicende così simili, come avrebbe raccontato
Dopo una lunga stagione di vecchie “stationary
nelle proprie memorie, alle avventure romanzesche
sailing ships” destinate alla formazione del persodel celebre comandante Hornblower che stava legnale della propria Marina mercantile anche gli ingendo con grande entusiasmo in quello stesso peglesi tornavano, così, alle vecchie, sane abitudini
riodo), lamentarono la propria constatata, ridotta
dei secoli passati.
capacità in termini di personale in grado di armare
Piace ricordare, in occasione dell’ottantesimo anutilmente piccoli velieri come i sambuchi.
niversario del varo del Vespucci, ultima nave italiaI Lord dell’Ammiragliato attribuirono, a loro volna della Seconda guerra mondiale, che da noi
ta, la responsabilità di questo stato di cose alla
quella strada non è mai stata interrotta, neppure
perdita, il 24 marzo 1878, della training frigate del■
per un giorno.
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