Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria
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Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria
pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 04 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria | 05 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria Urs Frey La liquidità è l’ossigeno che serve a un’azienda per vivere. L’ideale è che essa venga conseguita attraverso la creazione di valore sotto forma di prodotti e servizi venduti; questo però solo se le entrate sono superiori alle uscite (cash flow) e i ricavi alle spese (utile). Un principio apparentemente banale, ma che in realtà influenza l’intera gestione aziendale, soprattutto delle piccole imprese (PI) che generalmente dispongono di un accesso limitato al capitale proprio e di terzi. L’importanza della gestione finanziaria Liquidità come condizione di fondo. Tutte le azioni imprenditoriali hanno delle conseguenze finanziarie: prima o poi si trasformano in spese o ricavi, entrate o uscite. Ogni attività avviata da un’azienda è finalizzata al conseguimento di un utile. Generare utili è il principale obiettivo aziendale a lungo termine; disporre di una liquidità sufficiente, la condicio sine qua non a breve termine per raggiungerlo. Se quest’ultima viene meno, si rischia il fallimento, anche se la situazione degli ordini e dell’utile risultante dal rendiconto annuale è positiva (cfr. figura 01). Le PI generalmente non hanno un esperto di gestione finanziaria e di conseguenza anche questo compito ricade sul titolare. I motivi della mancanza di liquidità, in un contesto economico complesso, di mercati effimeri e della crescente pressione dei prezzi, possono dipendere da fattori esterni che si manifestano all’ultimo momento, senza preavviso. Le commesse calano, i clienti scompaiono dal mercato, i prodotti di paesi più concorrenziali inondano le piazze, i prezzi delle materie prime salgono, le esigenze dei consumatori cambiano, le innovazioni rendono obsoleti alcuni prodotti e via di questo passo. Alle cause esterne si contrappongono quelle interne, che possono risalire a decisioni imprenditoriali sbagliate e a una gestione finanziaria lacunosa negli anni passati. I motivi più ricorrenti sono ad esempio l’utilizzo insufficiente di nuovi macchinari ad alte prestazioni, lo sfruttamento inadeguato di immobili di proprietà, l’accumulo di scorte eccessive, la spinta di prodotti non redditizi, l’ingresso in mercati fermi o una serie di acquisti sbagliati che comportano grosse perdite. Attività operativa come fonte principale. A parte il finanziamento iniziale fornito da esterni, le PI creano la propria liquidità quasi esclusivamente attraverso il proprio operato. La PI deve essere in grado di sostenere le spese e possibilmente anche gli investimenti attraverso i propri capitali. Ogni attività di mercato svolta o pianificata deve essere di conseguenza verificata in base alla quantità di risorse libere che genera. La cosa fondamentale non è tanto generare un grande fatturato, avere il cliente che fa più ordini, quanto accertarsi che le transazioni fatte generino un cash flow. L’imprenditore avveduto e l’imprenditrice esperta verificano il potenziale e la redditività della propria attività e clientela e sanno dove guadagnano. Anche se per un’azienda in mercati contesi questa operazione è fondamentale per sopravvivere, molti da tempo la trascurano. consiglio Come calcolare il cash flow U Il cash flow corrisponde alla differenza tra le entrate e le uscite in un determinato periodo. Il flusso di cassa medio dovrebbe coprire almeno gli investimenti medi di un periodo. Il cash flow derivante dall’attività operativa può essere calcolato come segue: utile + ammortamenti +/–creazione / liquidazione di riserve +/–rettifiche di valore = cash flow Per una breve spiegazione dei termini evidenziati si rimanda al glossario in fondo alla rivista. Figura 01 Le principali cause di fallimento in percentuale 0 Finanze Riduzione della linea di credito Aumento dei costi di finanziamento Pagamenti in ritardo Gestione Strategia incompleta / sbagliata Carenze organizzative Sottovalutazione della situazione finanziaria Domanda 5 10 Crisi interna Parte della struttura dell’impresa. La gestione finanziaria comprende la pianificazione e il controllo del comportamento dell’impresa in relazione agli obiettivi (finanziari) prefissati. Con queste attività, nelle PI subentra un aspetto operativo: nella maggior parte dei casi è l’imprenditore a occuparsi della gestione finanziaria, ad esempio della contabilità finanziaria e della gestione dei debitori e dei creditori, anche se egli vede le sue competenze chiave più legate alla produzione che alla gestione finanziaria. Il modello di gestione delle PI (p. 31) considera la gestione finanziaria un aspetto della struttura dell’impresa. In senso traslato essa è responsabile della stabilità dell’«edificio» e raggruppa tutte le azioni che rafforzano o indeboliscono tale stabilità. La gestione finanziaria contempla, come funzione trasversale tra produzione, marketing e management delle finanze, la verifica dell’efficacia finanziaria a lungo e a breve termine di tutte le decisioni aziendali (cfr. excursus a destra). Oltre ai punti di vista interni dell’azienda, occorre considerare anche quelli di proprietari e successori, investitori e finanziatori esterni. Un investitore o una banca vede toccati i suoi interessi se vengono presi accordi creditizi globali, quote di capitale proprio passano di mano o il patrimonio investito viene alienato. Obiettivi della gestione finanziaria Conflitto tra sicurezza e redditività. Ottenere un rendimento massimo a fronte di un rischio minimo e di una liquidità elevata sarebbe certamente auspicabile, ma questi elementi contrastano tra loro. A seconda della condizione dell’azienda, della situazione del mercato e della strategia perseguita, gli obiettivi devono essere ponderati in modo diverso e subordinati gli uni agli altri. Liquidità e redditività sono in conflitto tra loro: gli investimenti disponibili rapidamente generano spesso ricavi modesti e grandi depositi di cassa fruttano nella migliore delle ipotesi interessi minimi. Viceversa, gli investimenti in impianti o immobili importanti per l’azienda possono essere convertiti difficilmente in fondi liquidi. L’operato di un’azienda comporta sempre una certa insicurezza: gli affari rischiosi possono generare utili elevati, ma anche una perdita totale. Pertanto tutte le attività di una PI non devono essere analizzate solo in termini di possibilità di mercato, ma anche di rischi. excursus Effetto nel tempo U Alcune delle decisioni più ricorrenti che hanno una certa rilevanza per lo sviluppo finanziario sul lungo periodo sono: investimenti in impianti di produzione acquisto o vendita di immobili creazione di riserve raccolta di fondi sotto forma di capitale proprio o di terzi modifiche nel magazzinaggio di materie prime, prodotti finiti e semifiniti esternalizzazione o insourcing sviluppo di prodotti progetti di vasta portata sfruttamento di nuovi mercati Figura 02 Contrasti della gestione finanziaria 15 20 25 30 35 40 45 50 I problemi finanziari sono di gran lunga la causa principale del fallimento. L’importanza del fattore «finanze» si acuisce nel corso degli anni. Liquidità/sicurezza ità rs Avve Fonte: Dembinski, Paul H: Auf der Suche nach Konkursursachen – Erhebung bei Klein- und Mittelunternehmen in der Schweiz, in IGA-Zeitschrift für Kleinund Mittelunternehmen, 4/2002. Pressione della concorrenza Pressione sui prezzi da parte dei clienti Aumento dei costi di produzione Tensioni a livello dirigenziale Appropriazione indebita Problemi di successione Deflusso per spese e investimenti. Una PI utilizza la maggior parte delle risorse libere totalizzate, oltre che per gli investimenti e la distribuzione degli utili, per la fornitura dei propri servizi attraverso costi direttamente e indirettamente imputabili e con effetto sulla liquidità. La gestione finanziaria gioca così un ruolo fondamentale nell’intero processo di creazione di valore e deve puntare costantemente al controllo e all’abbattimento dei costi. L’imprenditore è obbligato a reagire molto rapidamente ai cambiamenti del mercato a livello dei costi e delle spese. I crolli della domanda richiedono un intervento ardito e tempestivo per evitare che la situazione finanziaria dell’azienda precipiti. Riserve di liquidità elevate, improduttive Numero di casi Principali cause all’interno del gruppo Grandi scorte hio al risc chi) re i ris (evita Equilibrio tra sicurezza e redditività i) olabil hi calc te risc n e lm pevo consa rrere o (c ischio Redditività/rischio e al r nsion Prope Saldo debitore elevato Alta percentuale di immobilizzazioni Leva capitale di terzi elevata (leverage) Uno degli obiettivi principali della gestione finanziaria è di garantire la redditività, la liquidità e la sicurezza. I singoli obiettivi contrastano in parte tra loro, il che significa che non possono essere ottimizzati contemporaneamente. L’atteggiamento personale e il contesto economico sono fondamentali per stabilire la percentuale di rischio calcolabile che si deve o si può correre. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria La base di una situazione finanziaria sana è da ricercare nel finanziamento dell’azienda; viceversa, anche le cause di una situazione finanziaria critica e di un possibile risanamento sono spesso da ricondurre al medesimo fattore. excursus Capitale proprio o capitale di terzi? U L’avvio e lo sviluppo di un’azienda possono essere finanziati con capitale proprio o con capitale esterno a lungo termine. Ecco vantaggi e svantaggi. Capitale proprio +libertà decisionale dell’azienda +disponibilità a lungo termine +indennizzo flessibile –disponibilità limitata –vincolo del patrimonio Capitale di terzi +crea libertà finanziaria +finanziatore come sparring partner +aumento della redditività del capitale proprio –diritto di codecisione di terzi –generalmente limitato nel tempo – interessi fissi – costi piuttosto elevati Figura 03 Le principali forme di autofinanziamento e finanziamento esterno per le PI Autofinanziamento/ finanziamento interno Trattenuta utili Disinvestimento Ristrutturazione del patrimonio Razionalizzazione Banche Mutuo personale Generalmente, una PI ha varie possibilità per finanziarsi. A seconda dell’origine dei mezzi utilizzati si distingue tra autofinanziamento e finanziamento esterno. Fornitori Acconti dei clienti 1.Ogni finanziamento serve a rafforzare la liquidità. Un’eventuale insolvibilità mette in pericolo in poco tempo l’esistenza di un’azienda. La sicurezza della capacità di pagare presuppone il rispetto della «regola d’oro del bilancio» che afferma che le parti di patrimonio vincolate a lungo termine (immobilizzazioni) devono essere finanziate con il capitale a lungo termine (capitale proprio e di terzi) messo a disposizione. 2. A ogni finanziamento corrisponde un rendimento adeguato. Ogni azienda punta a creare valore aggiunto. Costi di capitale elevati vengono messi in conto solo da chi prevede di poter impiegare i mezzi a disposizione in modo redditizio per generare un rendimento superiore ai costi del capitale. 3. Il finanziamento tiene conto della natura dell’affare. Il rapporto tra capitale proprio e di terzi ha un’influenza notevole sulla redditività del primo. Una quota più elevata di capitale esterno porta, in caso di andamento positivo degli affari, a una redditività maggiore e, in caso contrario, a un crollo repentino; viceversa una percentuale più bassa crea indipendenza e sicurezza. 4. Il finanziamento garantisce una sufficiente flessibilità. La vita economica è sottoposta a un continuo cambiamento. Il fabbisogno di capitale non è quindi una grandezza fissa e costan- te. Nel finanziamento occorre pertanto considerare le oscillazioni dei fabbisogni finanziari. La struttura del capitale deve essere capace di adattarsi e orientata al futuro per poter consentire una crescita economica anche dal punto di vista finanziario. 5. Il finanziamento considera l’indipendenza. Nella scelta delle fonti di finanziamento, la volontà dell’azienda di preservare la massima indipendenza possibile ha un ruolo importante. Attraverso la forma di finanziamento si può evitare che i finanziatori abbiano un’influenza determinante sull’amministrazione. Aumentando il grado di finanziamento proprio (percentuale di capitale proprio rispetto al capitale totale) si crea maggiore indipendenza e libertà d’azione. Componenti della gestione finanziaria A fondamento del finanziamento poniamo quattro elementi fondanti della gestione finanziaria. Essa richiede alcune considerazioni di fondo a lungo termine. Struttura del capitale: per quanto riguarda il finanziamento occorre stanziare le risorse finanziarie a costi il più possibile contenuti rispettando le cinque regole sopra elencate e creare una struttura del capitale adeguata allo scopo aziendale. Ciò può avere conseguenze di ampia portata sulla politica degli investimenti, sulla politica aziendale e commerciale. Se la base di capitale proprio è scarsa vi è il rischio che le possibilità di espansione future o, ancor peggio, le modifiche necessarie in funzione delle esigenze di mercato non possano essere effettuate per mancanza di risor- excursus Effetto leverage U Per effetto leverage. o leva, si intende l’aumento della redditività del capitale proprio tramite una quota più elevata di capitale esterno. Finché i tassi sul capitale esterno restano inferiori al rendimento globale del capitale è possibile aumentare l’utile e la redditività del capitale proprio mediante raccolta di capitale esterno. L’effetto leverage può trasformarsi anche nel contrario e minacciare addirittura l’esistenza dell’azienda se, a causa delle perdite aziendali, non è più possibile tacitare i creditori. Inoltre più cresce l’indebitamento, più aumentano i tassi applicati dai finanziatori esterni. Figura 04 Le due regole d’oro della gestione finanziaria Finanziamento esterno/ da parte di terzi Finanziamento della partecipazione Cinque principi. La regola fondamentale è che l’equilibrio finanziario deve essere sempre prioritario e il profitto deve essere subordinato ad esso. Nonostante non esistano regole generali e di conseguenza vincolanti che contemplino tutti gli aspetti del finanziamento occorre considerare quanto segue. | 07 Leasing Liquidità Regola d’oro del bilancio e del finanziamento non rispettata Attivi Passivi Attivo circolante Capitale di terzi a breve termine Immobilizzazioni Capitale proprio e capitale di terzi a lungo termine Copertura degli investimenti Struttura del capitale Finanziamento dell’azienda Finanziamento attraverso raccolta di capitali. Il finanziamento dell’azienda attraverso l’attività operativa è sicuramente la formula principale, ma non l’unica. Per l’avvio dell’azienda, l’espansione, gli investimenti e, solo in situazioni eccezionali, per la gestione operativa, il finanziamento avviene tramite riserve, accantonamenti e nuovo capitale proprio o esterno. L’ideale sarebbe che il cash flow derivante dall’attività operativa fosse abbastanza cospicuo per permettere di effettuare gli investimenti di sostituzione necessari ed eventuali ampliamenti. Ciò è particolarmente difficile per le PI, che in pratica consumano i loro capitali o hanno difficoltà ad accedere a capitale fresco. Un aspetto importante in relazione al reperimento di capitale sono i costi del capitale, più precisamente i dividendi per quello proprio e gli interessi per quello di terzi. La raccolta di fondi deve avvenire a costi il più possibile contenuti, garantendo nel contempo l’autonomia, la flessibilità e la capacità d’agire. Ogni finanziamento attraverso fonti esterne comporta a uno spostamento del potere decisionale. L’inasprimento dei vincoli legali, l’accentuazione delle oscillazioni sui mercati finanziari, l’aumento del rischio di mercato e non da ultimo la lenta erosione del margine inducono i finanziatori ad agire con prudenza o a richiedere premi di rischio maggiori. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria Struttura patrimoniale Analisi della situazione aziendale. La ponderazione degli obiettivi sicurezza e redditività dipende anche dal ramo di appartenenza. Un’impresa industriale generalmente «parcheggia» una parte considerevole di capitale in immobilizzazioni e nel contempo riceve spesso molti più finanziamenti tramite capitali esterni rispetto alle imprese di servizi. L’imprenditore industriale o commerciale ha bisogno di commesse regolari che garantiscano un cash flow sufficiente per l’ammortamento degli investimenti e del capitale esterno e per la copertura dei costi correnti. Le imprese di servizi, invece, presentano in genere immobilizzazioni molto contenute, ma in proporzione costi (salariali) correnti elevati. La liquidità costituisce un serio problema per le aziende commerciali dato che, in funzione dell’attività che svolgono, spesso legano molti fondi al magazzino. Questi esempi mostrano che conciliare gli obiettivi sicurezza e redditività non è altrettanto facile per tutte le PI e proprio a causa del settore o del ramo è necessario a volte rinunciare a uno o più obiettivi. L’obiettivo principale di un’azienda commerciale a conduzione familiare probabilmente non sarà la massimizzazione degli utili, quanto una certa continuità di reddito. | 06 Regola d’oro del bilancio e del finanziamento rispettata Secondo la regola d’oro del bilancio, l’attivo circolante (contanti, disponibilità postali, debitori, scorte, ecc.) deve coprire almeno il capitale esterno a breve termine (creditori, prestiti a breve termine, ecc.) nel rispetto dei termini di pagamento previsti. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria Investimenti: in genere una parte considerevole di capitale proprio e di capitale di terzi a lungo termine viene investita in immobilizzazioni. Nell’ambito della politica degli investimenti l’imprenditore si interroga sul fabbisogno di capitale futuro per finanziare gli investimenti di sostituzione e promuovere l’espansione. Il budget per gli investimenti deve essere commisurato ai mezzi finanziari disponibili all’interno dell’azienda e a quelli reperibili all’esterno. Le decisioni di investire si basano, oltre che sui costi del finanziamento e sugli ammortamenti necessari, sul loro contributo di valore finanziario (figura 05). I progetti che a fronte delle spese per gli investimenti non generano potenziali di cash flow sufficienti non solo indeboliscono la posizione finanziaria dell’azienda, ma determinano anche una perdita di valore e un danneggiamento del capitale proprio. Liquidità: la liquidità è il tallone d’Achille di un’azienda. Il controllo della liquidità deve garantire la solvibilità dell’azienda in ogni momento. Se quest’ultima è compromessa, l’esistenza dell’ azienda molto presto verrà messa a repentaglio. I necessari controlli della liquidità non sono concepiti solo a breve termine, ma soprattutto a medio e a lungo termine. La creazione di una base di capitale proprio solida rafforza notevolmente la liquidità sul lungo periodo. La gestione aziendale presta attenzione pertanto alle potenziali riserve di liquidità, ad esempio sotto forma di limiti di fido bancari. Una buona solvibilità verso i creditori è una premessa fondamentale. Le iscrizioni nel registro delle esecuzioni per negligenza sono quindi un errore imperdonabile che l’azienda pagherà per anni. Rischio: alla luce delle condizioni del mercato attuali, la gestione dei rischi d’impresa merita una particolare attenzione. Bisogna occuparsi dell’insorgere di rischi di ogni genere, della probabilità di danni e del loro eventuale ammontare. Il catalogo dei rischi serve all’imprenditore per adottare misure preventive. Le domande fondamentali che la gestione dei rischi deve porsi è se il rischio viene assunto o meno, se viene distribuito, assicurato o venduto. In generale viene fatta una distinzione tra: rischi di mercato rischi tecnici rischi di reputazione rischi di finanziamento / di credito rischi del mercato finanziario rischi di responsabilità rischi di frode consiglio Calcolo della liquidità U Un calcolo semplice della liquidità mette a confronto le entrate e le uscite previste su base mensile e mette in luce il saldo della liquidità a fine mese. Oltre alle spese fisse, come ad esempio salari, affitti e costi di capitale di terzi, nel calcolo rientra anche l’incasso di pagamenti derivanti dalle vendite. Questo calcolo aiuta l’azienda a prevedere gli sviluppi futuri della liquidità su base mensile e illustra le cause di cambiamenti. Tutti i gruppi di rischio hanno ripercussioni dirette e indirette sulla situazione finanziaria dell’azienda. Per una rappresentazione schematica dei rischi si rinvia alla figura 06. Figura 05 Esempio di calcolo degli investimenti Rimanenza dopo l’utilizzo (in CHF) Restante ricavo dopo utilizzo (in CHF) Macchinario A Macchinario B 20 000 25 000 2 000 3 000 15 000 Costi d’esercizio variabili (CHF/pezzo) 2.20 2.00 Prezzo di vendita (CHF/pezzo) 4.50 5.00 2 250 2 750 Ammortamento calcolato Interessi calcolati (8%) 880 1 120 Altri costi fissi 10 500 15 000 = costifis + costivar per 10 000 pezzi 13 630 18 870 22 000 20 000 = costitot per 10’000 pezzi 35 630 38 870 Ricavi per 10 000 pezzi 45 000 50 000 Utile per 10 000 pezzi 9 370 11 130 10 250 (9 370+880) 12 250 (11 130+1120) 20 000 + 2000 11 000 = ( 2 ) 25 000 + 3000 14 000 = ( 2 ) 93,18% 87,5% Utile al lordo degli interessi Capitale medio vincolato Redditività Strumenti della gestione finanziaria Gli imprenditori hanno a disposizione numerosi strumenti per la gestione finanziaria. Questi tuttavia non li esonerano dal fatto di dover possedere conoscenze approfondite e sempre aggiornate dei nessi finanziari delle decisioni imprenditoriali, ma costituiscono piuttosto un ausilio per muoversi sul filo talvolta molto fragile dell’equilibrio finanziario. Gli strumenti principali della gestione finanziaria sono: la contabilità la contabilità finanziaria la contabilità debitori il calcolo degli investimenti il calcolo della liquidità gli indici Questi strumenti verranno analizzati approfonditamente in questo numero. Partiamo innanzitutto dai due strumenti centrali per la PI: la contabilità finanziaria e la contabilità. Contabilità finanziaria. Gli imprenditori tengono una contabilità finanziaria non solo perché sono obbligati a farlo per legge: quest’ultima fornisce loro anche informazioni importanti sulla situazione finanziaria attuale (bilancio) e sullo sviluppo (conto economico) dell’azienda. La premessa fondamentale è partire da un’organizzazione adeguata della contabilità finanziaria che si basa in genere sul «sistema dei conti PMI» (cfr. pag. 25 e segg.). Il numero dei conti diminuisce in funzione della leggibilità e aumenta per una visione dettagliata. Il piano contabile della singola azienda deve essere stilato in maniera il più possibile reali- | 09 stica, trasparente e chiara. L’esperienza dimostra che le PI spesso si ritrovano con quaranta-cinquanta conti. Il livello di dettaglio maggiore spetta in questo caso alla pagina delle spese del rendiconto economico. Alcuni settori come ad esempio quello della ristorazione impiegano un sistema dei conti che tiene conto delle esigenze specifiche del ramo economico. Le associazioni professionali e settoriali sapranno probabilmente offrire una valida consulenza in merito. Contabilità. La contabilità serve innanzitutto a fornire basi decisionali alla gestione aziendale e a supportare il controllo. La cerchia dei destinatari può comprendere, oltre agli organi decisionali interni, anche uffici esterni, principalmente finanziatori o l’ufficio dei revisori. La contabilità si fonda sulla contabilità finanziaria e comprende inoltre, a seconda del grado di dettaglio, un’impostazione del bilancio e pianificazione finanziaria, un calcolo dei costi per tipi, uffici ed enti e il succitato calcolo della liquidità. I vari calcoli dei costi costituiscono a loro volta la base per il calcolo e la presentazione dell’offerta. excursus Da soli o con l’aiuto di terzi? U Le PI spesso non possiedono le conoscenze e le competenze tecniche per occuparsi in prima persona della contabilità finanziaria e per questo si rivolgono ad amministratori fiduciari diplomati e specializzati. Alla luce dei costi e dello sgravio che ne derivano è possibile scegliere di esternalizzare solo alcune attività, ad esempio il conto annuale e la dichiarazione dei redditi, oppure la gestione completa della contabilità con tutte le relative registrazioni. Conclusioni Una base finanziaria solida costituisce la premessa per intraprendere un’attività commerciale e portarla avanti con successo. Ciascuna attività commerciale, a sua volta, deve produrre i mezzi finanziari sufficienti per garantire l’equilibrio (finanziario-economico) e gettare le basi per una redditività adeguata. Il bilancio dell’azienda può essere ricondotto a grandi linee alle quattro componenti della ge- Figura 06 Esempio di mappa del rischio 10 500 Costi d’esercizio fissi (CHF/anno) pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria Un’azienda sta valutando l’acquisto di un macchinario e ha richiesto due offerte (A e B). Dal calcolo dell’investimento si possono trarre le seguenti conclusioni: dal punto di vista dei costi la quantità critica di produzione rilevata è di 26 200 al di sopra di questo quantitativo va preferita la soluzione B. La quantità critica di produzione rilevata dal punto di vista dell’utile è di 7486 pezzi; al di sopra di questo va preferita la soluzione B il break even per il macchinario A è a 5807 pezzi, per il macchinario B a 6290. La decisione varia a seconda che vengano privilegiati i costi o il guadagno: se la quantità prodotta è di 10’000 pezzi dal punto di vista dei costi bisogna privilegiare la soluzione A, da quello dell’utile la B. Rischio spesso > 70% Frequenza se finanziarie sufficienti. Viceversa, delle riserve di liquidità troppo elevate inducono non di rado i responsabili a effettuare investimenti non redditizi e non in linea con gli obiettivi aziendali. | 08 4 7 possibile 30–70% raramente 5–30% 10 2 6 5 1 8 3 9 improbabile < 5% bassa < 500 000 percettibile < 1 000 000 critica < 5 000 000 Entità dei danni catastrofica > 5 000 000 1 Crisi congiunturale 2 Calcolo errato subappalti 3 Perdita di collaboratori chiave 4 Dumping dei prezzi nell‘edilizia 5 Obblighi di garanzia 6 Sciopero CCL 7 Norme ambientali più severe 8 Pandemia 9 Grande rischio di un cliente 10 Successione di un collaboratore Nella mappa del rischio di un’impresa edile vengono raggruppati innanzitutto tutti i possibili rischi che l’azienda può correre. Questi vengono in seguito classificati in base alla probabilità con cui possono verificarsi e all’entità dei danni e infine inseriti nella mappa. I vari colori permettono di stabilire in quali settori sono richiesti gli interventi maggiori e, di conseguenza, vanno adottate misure ad hoc, come assicurazione, interventi immediati a livello formativo, coinvolgimento di esperti, ecc. pi Gestione finanziaria | maggio 2010 Basi, obiettivi e strumenti della gestione finanziaria | 10 pi Gestione finanziaria | maggio 2010 | 11 «Bisognerà aspettare la primavera per vendere le prime bottiglie del nuovo raccolto». Henri Lagnaz, enologo e vignaiolo di Aigle stione finanziaria e al relativo compito chiave: politica degli investimenti, politica della struttura del capitale, politica della qualità e politica del rischio. Affinché i vari compiti possano essere svolti in maniera globale è necessario disporre di un sistema gestionale economico-finanziario. Con l’aiuto dei relativi processi, strumenti e istanze devono essere eseguite le necessarie attività di pianificazione, decisionali, organizzative e di monitoraggio. Importanti elementi del controlling finanziario sono i principi finanziari operativi, la pianificazione finanziaria a medio-lungo termine, il budget annuale e la pianificazione della liquidità a breve termine. Lista di controllo «Gestione finanziaria» Questa lista di controllo vi aiuterà a fare una prima analisi della gestione finanziaria della vostra azienda. Indicate per ciascuna delle seguenti affermazioni in quale misura corrisponde alla vostra situazione attuale. 1. Fattori generali Raccolgo i giustificativi e appena ho tempo, al più tardi a fine anno, li registro. 1 2 3 4 5 Emetto le fatture e i solleciti quando ho meno ordini da evadere. 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 Il rapporto tra capitale proprio e capitale di terzi deve essere di 50 a 50. 1 2 3 4 5 In media ogni anno bisogna raggiungere almeno una crescita reale del 3%. 1 2 3 4 5 Raccolgo i giustificativi e preparo tutte le pratiche per la fine dell'anno. I singoli esercizi non sono quasi mai paragonabili tra loro e quindi non è necessario fare una valutazione. Raccolgo regolarmente i giustificativi e li archivio, controllo e registro a scadenze prestabilite. Emetto le fatture regolarmente e seguo una procedura di sollecito sistematica. Archivio i giustificativi e i bilanci in modo regolare e ho una panoramica completa degli anni passati. 2. Indipendenza finanziaria (sicurezza) Una percentuale di capitale proprio del 10% è sufficiente. La crescita della mia azienda a lungo termine è minima. È perfettamente sufficiente che le immobilizzazioni vengano coperte con il capitale proprio e il capitale di terzi a lungo termine. Le immobilizzazioni e il 20% dell’attivo circolante vincolato devono essere coperti con il capitale proprio e il capitale di terzi a lungo termine nella misura del 40-60%. 3. Stabilità finanziaria (liquidità) I crediti dei fornitori aiutano a superare eventuali problemi finanziari. 1 2 3 4 5 Gli investimenti vengono ricercati quando servono e vengono pagati subito. 1 2 3 4 5 Il reperimento di mezzi d’esercizio si basa sul bilancio della liquidità e tiene conto delle entrate e delle uscite dell’attività commerciale in atto. 1 2 3 4 5 Obiettivi di pagamento chiari aiutano a migliorare la liquidità. Pertanto è fondamentale rispettarli. Stabilire degli obiettivi per i pagamenti non serve perché i clienti tendono a non rispettarli. La liquidità deve essere tale da garantire in ogni momento di far fronte agli impegni di pagamento derivanti dalle attività correnti e previste. 4. Conseguimento di utili (rendimento) Sul capitale proprio non vengono corrisposti interessi; in compenso ci si augura che a fine anno ci sia un guadagno. Gli investimenti devono avere un rendimento del 6% circa. Il capitale di terzi viene restituito nel limite delle possibilità. Se vi sono problemi di liquidità si cerca di rinviare la restituzione. 1 1 1 2 2 2 3 3 3 4 4 4 5 Sul capitale necessario per l’azienda vengono corrisposti interessi del 10%. 5 Per gli investimenti si considera un rendimento minimo del 12%. 5 Le modalità di restituzione del capitale di terzi stabilite da contratto devono essere strettamente rispettate per motivi psicologici. Come procedere: fate una croce sul valore da 1 a 5 che meglio corrisponde alla situazione della vostra azienda. Più il punteggio totalizzato è elevato, più significa che gestite la vostra azienda applicando principi e regole chiare. Un risultato inferiore a 30 è insufficiente, tra 31 e 36 mediocre, tra 36 e 48 buono e da 49 in su eccellente. Ragione sociale e sede: Henri Lagnaz, 1860 Aigle Settore di attività: enologia e viticoltura (lavori a regia per proprietari di vigne) Anno di fondazione: 1942 Numero di collaboratori: titolare e due collaboratori (uno solo dal 2010) Obiettivi: trovare un successore I vini di Henri Lagnaz sono noti anche al di fuori della regione: il vignaiolo-enologo di Aigle, infatti, vende l’80% dei suoi prodotti nella Svizzera tedesca. La sua azienda, nata come bottega di bottaio, coltiva un ampio podere nel Chablais vodese. Clienti eterogenei, varietà di vitigni ed etichette e una serie di vantaggi competitivi in un settore «a rischio» permettono a questo produttore di sopravvivere e di vendere, anno dopo anno, tutta la sua produzione. «Ammirate!» Con un calice da degustazione in mano, Lagnaz osserva il colore di un Merlot 2009 maturato in una cantina a volte tra botti e fusti. «È opaco, mai vista una cosa simile!» Per il vignaiolo di Aigle non ci sono dubbi: il 2009 sarà un’annata eccezionale. Il vino è una passione che Henri coltiva fin dall’infanzia: il padre, Jean-Louis, aveva aperto una bottega di bottaio nel 1942 e in seguito aveva affiancato e poi sostituito l’attività con la viticoltura, ac- «Mio padre ha avuto la fortuna di iniziare in un periodo in cui la viticoltura stava facendo enormi progressi, con l’igiene, l’acqua corrente, l’elettricità, gli impianti … La sua esperienza in materia di analisi gli ha permesso di farsi conoscere e apprezzare rapidamente dai vignaioli della regione». Henri Lagnaz, padrone