La neuralterapia di Huneke - aipp
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La neuralterapia di Huneke - aipp
IX INCONTRO DEL CLUB DELL’OMOTOSSICOLOGIA Sorrento 21-22 febbraio 2004 La Neuralterapia di Huneke: un’opportunità per l’odontoiatria Abstract Molte malattie dipendono da patologie di interesse odontoiatrico. In pratica qualsiasi tipo di patologia può essere l’effetto di un focus nascosto, e soltanto la sua scoperta può consentire la vera guarigione del paziente. Oggi, grazie all’Omotossicologia, è possibile eseguire prestazioni odontoiatriche conservative con maggiore probabilità di successo e l’estrazione diventa una alternativa a cui rifarsi solo quando falliscono tutti i tentativi terapeutici. L’odontoiatra possiede ormai delle potenti armi terapeutiche che permettono la realizzazione di terapie con l’impiego di “materiali biologici”, privi dei fenomeni di tossicità per l’organismo. Ma anche la Neuralterapia risulta oggi essere un utile strumento, non solo di diagnosi, ma anche di vera e propria “terapia”. E’ una terapia olistica che si applica al SNV. Non la si utilizza solamente nella terapia del dolore, ma in tutte le patologie, sia funzionali che organiche. È una terapia di stimolo e di regolazione che agisce tramite una azione di modulazione del SNV, ristabilendo l’equilibrio funzionale tra ortosimpatico e parasimpatico. Interessa particolarmente l’odontoiatra perché molteplici sono le sue possibili applicazioni, sia attraverso la terapia del segmento, sia attraverso l’infiltrazione dei gangli e plessi nervosi , e poi ancora attraverso la diagnosi e terapia dei campi di disturbo, in special modo quando siano rimasti segni residui di manifestazione focale dopo la guarigione di un granuloma apicale e non vi sia più alcuna evidenza radiografica della lesione Il problema della forte sofferenza causata dalle patologie odontoiatriche è sempre stato vissuto nel corso dei secoli con ansia da parte dell’umanità. La neuralterapia è viene proprio in aiuto al paziente, specialmente nel campo dell’odontoiatria, dove appunto ancestrale è l’accoppiamento emozionale tra dolore e patologie odontoiatriche. E’ una metodica diagnostica e terapeutica che inizialmente è stata utilizzata quasi esclusivamente nella terapia del dolore. Prende in considerazione come substrato anatomico la sostanza fondamentale e il Sistema Neurovegetativo, ed è utilizzata sia nella diagnosi che nella terapia, non solo del dolore, ma anche delle patologie sia organiche che funzionali. L’utilizzo di questa metodica presuppone una attenzione particolare all’anatomia e alla fisiologia del sistema neurovegetativo. Vengono iniettate minime quantità di anestetico locale nel SRB, non per sfruttare le proprietà anestetiche del farmaco, non per cancellare il dolore, ma proprio per portare delle informazioni energetiche. È una terapia di stimolo e di regolazione che agisce tramite una regolazione del SNV, ristabilendo l’equilibrio funzionale tra ortosimpatico e parasimpatico, che agisce direttamente sul sistema PNEI producendo inevitabilmente: Un effetto sulla Psiche Un effetto sul Sistema Nervoso Un effetto di riequilibrio Endocrino Un effetto di riequilibrio Immunitario E’ quindi uno strumento di dialogo con il sistema PNEI Uno stimolo irritativo normale provoca sulla cellula dapprima una depolarizzazione, poi seguita da una ripolarizzazione e da una renstitutio ad integrum. Ma se uno stimolo è molto intenso, o reiterato nel tempo, in special modo se c’è nel paziente un terreno favorevole, si crea uno stato di depolarizzazione permanente. Le cellule hanno perduto la capacità di mantenere la loro normale carica elettrica di membrana (non sono più in grado di ripolarizzarsi). La cellula ammalata viene scaricata dallo stimolo nervoso ma, per difetto della pompa Na-K, non è più in grado di ricaricarsi. La cellula diventa così parabiotica, malata, disfunzionale, e provoca una non conducibilità degli impulsi da parte della fibra nervosa, che diventa anche essa parabiotica. Con lo stimolo Neuralterapico (procaina diluita allo 0,5%) si provoca una ripolarizzazione a 290 mvolt e in un secondo momento una stabilizzazione della membrana per un periodo di tempo variabile da alcuni giorni ad alcune settimane, permettendo così un pieno recupero della alterata funzione in tutti quei circuiti del SNV che prima risultavano disfunzionali. Con iniezioni ripetute di procaina si rimette a funzionare la pompa Na-K e la cellula si normalizza restando tale per un tempo sempre più lungo. Tra i fenomeni clinici della Neuralterapia, il, più importante risulta essere il Fenomeno di Huneke (detto Fenomeno in secondi o Fenomeno Immediato), caratterizzato appunto dalla scomparsa immediata dei disturbi a distanza, prima provocati e sostenuti dal Campo Perturbante. In conseguenza del trattamento neuralterapico però i fenomeni legati all’influenza del campo perturbante trattato devono scomparire istantaneamente o subire un nettissimo miglioramento immediato nei limiti della regredibilità anatomica delle lesioni. La Procaina utilizzata in Neuralterapia viene confezionata in fiale o in flaconi da 5ml al 2%. Aggiungendo acqua distillata si possono ottenere le diluizioni più idonee al caso specifico. L’Omotossicologia ci offre inoltre la possibilità di utilizzare il Procainum Compositum della Heel . Nella sua composizione la soluzione di procaina al 2% è presente alla concentrazione pari alla D2, ma su 1,1 ml…mentre il volume complessivo della fiala è di 2,2 ml…quindi significa che la procaina è presente ad una concentrazione pari a 1/10.000. Questa diluizione non mi permette di poter avere in maniera marcata e immediata il fenomeno di Huneke. Tuttavia diversi autori sostengono che infiltrazioni ripetute consentirebbero di ottenere un riequilibrio neurovegetativo e una azione di miglioramento dello stato di parabiosi. Inoltre sono presenti oltre alla procaina altri prodotti, sapientemente scelti e di elezione per gli individui con un sistema immunitario depresso, con problematiche circolatorie, e a carico dell’asse ipofisicorticosurrene. Possono essere associati alla Procaina altri prodotti omotossicologici , tenendo conto del caso specifico che stiamo trattando. Applicazioni cliniche della Neuralterapia e tecnica di trattamento La Neuralterapia viene effettuata principalmente in tre forme: 1 Come terapia del segmento 2 Come diagnostica e terapia dei campi di disturbo 3 Come terapia attraverso i gangli A - LA TERAPIA DEL SEGMENTO E’ la prima che si effettua, la più semplice, e che da in una grossa percentuale di casi buoni risultati. Consiste nell’infiltrazione in forma di trattamento segmentale o locale; iniettiamo cioè la procaina proprio lì dove appare il disturbo. I pomfi possono essere applicati dappertutto anche se però sembrano essere più efficaci sui meridiani e sui punti di agopuntura. Ogni segmento è costituito da un dermatotomo, sclerotomo, miotomo, angiotomo, neurotomo, viscerotomo...che altro non sono se non le componenti metameriche cutanee, muscolari, nervose, viscerali, relative a quel segmento. Queste strutture sono profondamente legate tra loro da tutta una rete neuronale passante dalle corna posteriori del midollo spinale, e poi a sua volta da quelle anteriori, per cui si realizzano dei veri e propri archi riflessi spinali intrasegmentari ed intarmetamerici Pertanto in qualunque punto del segmento noi effettuiamo l’infiltrazione, scateniamo delle reazioni riflesse intrametameriche: 2 1 2 3 4 5 Riflesso cuti-viscerale Riflesso viscero -cutaneo Riflesso muscolo-viscerale Riflesso viscero-viscerale Riflesso vascolo-nervoso Ma oltre alle vie riflesse midollari intrametameriche, le informazioni che noi diamo tramite lo stimolo Neuralterapico prendono anche la via dei fasci midollari sensitivi ascendenti, provocando anche riflessi che possiamo definire: 6 Riflesso somato-psichici I punti trigger sono una manifestazione evidente in sede locale di uno stato di squilibrio funzionale del Neurovegetativo (un’area di irritazione localizzata ischemica “fredda” circondata da una zona cutanea “calda”e quindi caratterizzata da tipiche modificazioni del microcircolo), possono essere trattati in maniera valida e anche duratura nel tempo proprio per mezzo delle infiltrazioni Neuralterapiche. questo punto. Bisogna inoltre tener presente che esistono profondi rapporti tra l’ATM e i Meridiani di Stomaco e Vescica Biliare. Pertanto in caso di tale quadro sindromico diventa indispensabile un controllo della eventuale dolenzìa a carico dei punti massimali della schiena che, secondo la teoria dei metameri di Head, corrispondono agli organi sopradetti. Infatti in caso di patologia dell’organo corrispondente questi punti risulteranno dolenti alla palpazione profonda e si imporrà la loro infiltrazione neuralterapica, indispensabile per poter ottenere risultati duraturi nella terapia a carico dell’ATM.. I punti trigger In caso di Patologia ATM abbiamo la possibilità di infiltrare non solo i punti utilizzati in EAV per la diagnosi più precisa sulle porzioni articolari interessate, e cioè: 23 TR - punto di misurazione della parte superiore dell’articolazione 2 E - punto di misurazione del condilo articolare e della parte inferiore della stessa 2 VB - in grado di fornire informazioni sullo stato del disco articolare Non dimentichiamo inoltre che il 20TR è il in EAV il PdM dell’Ipotalamo, e quindi possiamo ben capire quale importante effetto di regolazione Neurovegetativa si possa ottenere da una infiltrazione Neuralterapica di Oltre ai punti sopradescritti è di fondamentale importanza nei casi di sindrome ATM l’infiltrazione del punto 55 Scenn Menn dell’orecchio in quanto costituisce un punto importante di agopuntura, collegato energeticamente a tutte le patologie articolari dell’organismo e quindi anche alla ATM. Naturalmente se la patologia ATM dovesse essere caratterizzata da un disturbo funzionale avremmo una depolarizzazione permanente dei tessuti interessati che grazie alle applicazioni Neuralterapiche con queste applicazioni si trasformerebbe in una ripolarizzazione. Solitamente si effettuano 3-5 sedute a cadenza settimanale. Se dopo queste applicazioni i sintomi dovessero i ritornare ancora, il disturbo neurovegetativo è da considerarsi più profondo e così andrebbero ricercati eventuali campi di disturbo e dovrebbe essere trattato il relativo ganglio pterigopalatino. Inoltre se a carico dell’articolazione dovesse invece essere presente un danno strutturale e non funzionale, 3 così come anche nella sindrome miofasciale, queste applicazioni potranno essere di grande aiuto nel favorire ed accelerare i processi di guarigione, in accoppiamento all’uso di terapie con apparecchi occlusali o byte, che in questo secondo caso sarebbero indispensabili. In entrambi i casi comunque, trattando in contemporanea anche l’articolazione della mandibola con la Neuralterapia, questa guarisce sicuramente molto più in fretta. Anche nella nevralgia del trigemino si ottengono dei buoni risultati. Per la terapia vanno individuati con attenzione i punti di emergenza delle tre branche del nervo stesso, che viene così infiltrato proprio in corrispondenza dei punti di emergenza delle tre branche, e cioè: Nel foro sopraorbitario Nel foro infraorbitario Nel foro mentoniero La dose di procaina normalmente iniettata è di circa 1 ml. Il trigemino possiede importanti collegamenti energetici con Fegato , Vescica Biliare, Stomaco e Milza. Pertanto anche nel caso di nevralgia del trigemino diventa indispensabile un controllo della eventuale dolenzìa a carico dei punti massimali della schiena corrispondenti agli organi sopradetti. Infatti in caso di patologia dell’organo corrispondente questi punti risulteranno dolenti alla palpazione profonda e si imporrà la loro infiltrazione neuralterapica, indispensabile per poter ottenere risultati duraturi nella terapia a carico del trigemino. B - La Terapia e/o diagnostica di campo di disturbo Questo è il secondo campo di applicazione della Neuralterapia, e solitamente si procede nella sua attuazione solo dopo che si sia avuto un insuccesso dei tentativi di terapia segmentale. Un campo di disturbo può essere indotto da un tessuto (ad es. tessuto cicatriziale) o da un organo danneggiato. Può essere quindi un tessuto o un organo disturbato energeticamente oppure una infiammazione che è causa di una malattia o mantiene in vita una malattia. Può quindi scatenare una malattia o dei disturbi nell'organismo. Secondo i fratelli Huneke: 1. Ogni organo può diventare un campo di disturbo 2. Ogni malattia può essere dovuta ad un campo di disturbo Quando infiltriamo un Campo Perturbante dobbiamo attenderci di assistere al fenomeno secondo secondo Huneke Un CD può essere perfettamente silente, ma ciò non vuol dire che non stia causando delle manifestazioni dolorose o disfunzionali a distanza. E’ quindi molto importante riuscire ad individuarlo. A questo fine esistono, come ben sappiamo, molte apparecchiature bioelettroniche (EAV – BIOTENS – VEGATEST), ma in effetti moltissimi campi di disturbo possono essere individuati con una adeguata e una attenta visita del paziente. ANAMNESI, ISPEZIONE E PALPAZIONE sono fondamentali in Neuralterapia, anche perché permettono che si crei quel rapporto umano che poi condurrà nel corso della terapia verso il raggiungimento di risultati ben più profondi a livello psicoemozionale, che vanno ben oltre la semplice terapia del dolore. LE CICATRICI Tra i campi di disturbo di più frequente osservazione nella pratica odontoiatrica abbiamo l’ombelico, le cicatrici postvacciniche e i punti di sutura. Per effetto delle aderenze cicatriziali le strutture interne sottocicatriziali saranno costrette a muoversi all’unisono con quelle più esterne e di conseguenza: viene inficiato il drenaggio linfatico prodotto dallo scivolamento di una struttura sull’altra e si crea una tensione fasciale (saturazione energetica) con disturbi di regolazione. 4 Le cicatrici provocano squilibri energetici responsabili delle alterazioni posturali e/o occlusali alterazione del tono dei fasci muscolari Alterazione della sensibilità propriocettiva Manifestazioni metafocali. Quando infatti il percorso di un Meridiano di Agopuntura sia interrotto dalla cicatrice stessa, gli organi correlati con i meridiani interessati non possono non subire importanti alterazioni energetiche e subire le influenze disfunzionali causate dalla cicatrice stessa . Qualsiasi cicatrice può costituire un campo di disturbo. Molto spesso l’ombelico è un campo di disturbo. Esso costituisce la prima cicatrice che si forma in qualunque organismo. Inoltre spesso i bambini hanno difficoltà nella cicatrizzazione dell’ombelico. Molto frequentemente anche nell’età adulta l’ombelico rimane campo di disturbo che va trattato come una qualsiasi cicatrice. Pertanto le cicatrici devono essere trattate come foci o campi di disturbo Trattamento NT delle cicatrici Prevede due diverse tecniche di esecuzione: Quella di creare numerosi ponfi lungo tutti il decorso della cicatrice avendo ben cura di giungere anche nei tessuti più profondi Oppure quella di infiggere l’ago longitudinalmente lungo tutto il decorso della cicatrice, da una estremità all’altra , e poi si comincia ad iniettare la procaina progressivamente, mammano che ci si retrae con l’ago, in modo da creare tutta una zona estesa di infiltrazione sotto e attorno alla cicatrice stessa . Infiltrazioni ripetute, meglio se associate ad altri prodotti omeopatici come THUYA o GRAPHITES garantiscono contemporaneamente una azione di rinforzo alla procaina per quanto riguarda il trattamento della lesione primaria, eventualmente associati anche ad un drenante linfatico. IL TEST SUGLI ODONTONI Tra i campi di disturbo di più frequente e direi il più importante nella pratica odontoiatrica è appunto il FOCOLAIO ODONTOGENO. Questa entità anatomofunzionale mantiene rapporti energetici con i vari organi grazie alle connessioni esistenti tra i rami secondari che si dipartono dai meridiani principali e che raggiungono i vari denti. Proprio per l’esistenza di queste relazioni i vari odontoni sedi di processi parabiotici possono dare origine a perturbazioni focali sui vari organi energeticamente correlati. Quanto più difficile è la diagnosi di focalità odontogena, tanto più indicata sarà il test in Neuralterapia. Questo perché l’evidenza del fenomeno immediato di Huneke mi fornirà immediatamente importanti dati diagnostici che altrimenti non avrei potuto acquisire con le metodiche di indagine tradizionali ( ad esempio la radiografia). Indicazioni: Terapia segmentale Diagnostica dei campi di disturbo Indicazioni alla Terapia segmentale: E’ estremamente utile effettuare la terapia segmentale in tutti quei casi in cui si evidenzia una sintomatologia locale acuta e/o sub-acuta , con la precisa finalità di permettere una sua più rapida risoluzione. In questo caso la terapia del segmento assume valore terapeutico • In tutti i processi infiammatori interessanti l’odontone, la bocca e la zona maxillo-mandibolare • Parodontite acuta e cronica • Alveolite post-estrattiva • Dentizione difficile • Parodontopatie • irritazioni pulpari • gangrena complicata • cicatrizzazioni ritardate • stomatite ulcerosa • stomatite afosa recidivante, ecc… 5 • Non esclude, ma semplicemente rafforza il trattamento locale effettuato dall’odontoiatra Indicazioni alla Diagnostica dei campi di disturbo Questo avviene in tutti quei casi in cui si sospetta la presenza di una lesione cronica, il più delle volte assolutamente asintomatica, in grado di costituire un campo di disturbo In questo caso non ha valore terapeutico, ma inizialmente solo diagnostico. Assume valore terapeutico solo con infiltrazioni ripetute per un certo periodo di tempo. Come iniezione test : – nei denti devitalizzati, infetti o in malposizione, – tasche parodontali, – flogosi gengivali per otturazioni debordanti, , – infiammazioni lungo i bordi delle corone, – osteiti residue post-estrazione, – corpi estranei, – denti sottoposti ad eccessivo carico da parte di ganci per protesi, – denti pilastro di ponti fissi, – cicatrici da estrazione e postapicectomia, – interventi ai seni mascellari, – parodontite, – residui radicolari, – denti mobili, – gengivite e stomatite 3 : La Terapia attraverso i gangli e i blocchi radicolari Costituisce la terza possibile applicazione clinica della Neuralterapia. In seguito all’infiltrazione dei plessi o dei gangli nervosi lo stimolo procainico agisce ristabilendo il normale equilibrio elettrolitico e biochimico all’interno della cellula nervosa, producendo in tal modo una azione di modulazione del SNV e ristabilendo quell’equilibrio funzionale tra ortosimpatico e parasimpatico. In pratica si ottiene un effetto curativo neural-terapeutico attraverso una commutazione vegetativa oppure altre volte producendo un’azione simpaticolitica. Inoltre si ottiene con questo tipo di applicazione anche un effetto sul SNC. Infatti quando si pratica la NT in corrispondenza dei gangli nervosi, l’informazione che entra attraverso la radice nervosa sensitiva dei nervi si trasmette alle vie vegetative segmentali per l’organo interno, ma anche alle vie somatiche sensitive ascendenti. L’effetto potrà quindi essere sia diretto tramite l’arco riflesso somato-vegetativo, sia mediato e più profondo, giungendo fino ai centri sottocorticali e alla corteccia cerebrale. L’effetto della neuralterapia si spinge sino all’ipotalamo e alla corteccia con comparsa di nuove connessioni neuronali Trigemino I blocchi Neuralterapici gangliari che più direttamente possono interessare l’odontoiatra riguardano: il ganglio pterigopalatino, il ganglio otico e il ganglio cervicale superiore. Quindi per quanto riguarda il Parasimpatico : Dal Nucleo Salivatorio Superiore (SS) il Neurone pregangliare prende la via del trigemino e si porta al ganglio sfenopalatino (Sp). o Da qui il neurone post-gangliare prende la via dell’anastomosi zigomatico-temporale (3) e si porta fin nel nervo lacrimale (1) andando a innervare le ghiandole lacrimali (L) o Ma dal ganglio sfenopalatino parte anche un neurone post-gangliare che va ad innervare direttamente le mucose del palato e del naso permettendone la regolazione parasimpatica delle secrezioni Dal Nucleo Salivatorio Superiore (SS) parte anche un secondo neurone che attraverso il nervo Faciale (VII) e poi il Corda del Timpano (8) giunge al ganglio sottomascellare (sm) da cui parte un secondo neurone brevissimo il quale raggiunge la ghiandola sottomascellare (Sm) Dal Nucleo Salivatorio Inferiore in neurone pregangliare prende la via del Nervo Glossofaringeo (IX), attraversa 6 senza interruzioni il ganglio petroso (Pt) e si porta attraverso il nervo picolo petroso superficiale (6) al ganglio otico (ot). Da qui si origina il neurone postgangliare che attraverso il nervo auricolotemporale (9) si porta alla parotide (P) Invece par quanto riguarda l’innervazione Ortosimpatico: Le fibre ortosimpatiche provengono dal basso, ed esattamente dal simpatico cervicale. I neuroni pregangliari salgono verso l’alto avvolgendo tutta l’arteria mascellare esterna (me) e costituendo cosi il plesso perimascellare alcune fibre si portano direttamente alla ghiandola sottomascellare senza nessuna interruzione sinaptica altre fibre si portano al ganglio cervicale superiore, da cui partono i neuroni postgangliari che attraverso l’arteria temporale superficiale (ts) si portano alla parotide altre fibre ancora sempre salendo verso l’alto lungo il decorso della carotide interna, si portano al ganglio otico, portandosi ugualmente alla parotide altre fibre sempre salendo verso l’alto lungo il decorso della carotide interna, si portano ai gangli sfenopalatino innervando le ghiandole lacrimali, nasali e palatine altre salgono ancora lungo l’arteria oftalmica (diramazione della carotide interna) portandosi fino al ganglio ciliare e regolando l’iridocostrizione Blocco del ganglio pterigopalatino Si trova all’interno della fossa pterigopalatina, lungo il decorso della 2° branca del trigemino Blocco del ganglio pterigopalatino 1. Fibre sensitive – Mucosa del naso – Mucosa del palato 1. Fibre neurovegetative • Ghiandola lacrimale • Ghiandole del palato • Secrezioni nasali Indicazioni • Nevralgia di Sluder • Dolori al viso • Nevralgia del ramo mascellare del V • Lacrimazioni degli occhi • Raffreddore allergico • Cefalee • Riniti vasomotorie • Dolori mascellari dopo RX negativa • Per alleviare i dolori dopo frattura cranica • Campi di disturbo a partenza dall’arcata dentaria superiore Tecnica • Rilevamento del bordo dell’arco zigomatico superiore ( il ganglio si trova esattamente dietro l’osso zigomatico, leggermente più in basso rispetto al margine superiore dell’osso in corrispondenza dell’incisura zigomatica) • Infissione a 90° rispetto al piano cutaneo • Inclinazione dell’ago di 30-40° verso il basso • Scendere in profondità per circa 34cm, finchè non si rileva la parete ossea della fossa pterigopalatina Blocco del ganglio otico 1. Fibre neurovegetative • Ghiandola parotide 2. Fibre motrici somatiche • Muscoli innervati dal n. mandibolare 3. Fibre sensitive somatiche • Dal ramo posteriore del n. mandibolare 7 • petroso • Indicazioni • Tinnito resistente alla terapia • Dolori alla nuca • Disturbi da alterazione della parotide e della ghiandola sottomascellare • Campi di disturbo a partenza dall’arcata dentaria inferiore Tecnica • Dopo l’incisura della mandibola, verticalmente al livello sottocutaneo • 10° verso l’alto • Scendere per circa 4 cm in profondità • Dal n. piccolo superficiale Ganglio cervicale superiore Indicazioni • Patologie della circolazione cerebrale • Emicranie e cefalee • Patologie oculari • Vertigini • Nevralgia del trigemino • Patologie delle ghiandole salivari • Tinnito • Sindrome cervicale • Diatesi allergica • Disturbi ormonali femminili • Stati depressivi e distonie neurovegetative Infiltrazione g. cerv. Sup Riduzione melatonina Effetto antidepressivo Effetto antiallergico ( aumento linfociti e monociti) Tecnica Il ganglio cervicale superiore si trova esattamente circa 1 cm dietro e al di sopra dell’angolo della mandibola, praticamente in verticale quasi alla stessa altezza dello osso ioide, immediatamente al davanti del margine anteriore dello SCM, a contatto con i corpi vertebrali di C2-C3-C4. • Localizzazione del margine anteriore dello SCM • Un dito dietro e al di sopra dell’angolo della mandibola Infissione dell’ago fino al contatto della parete di C2- C4 infiltrazione Le Emozioni Se con la NT ci limitassimo alla sola diagnosi e terapia del dolore non avremmo ottenuto i risultati sperati. Di fronte a determinate patologie, specie se ad andamento cronico, ci dovremmo porre delle domande; e solo quando a queste avremo dato delle risposte precise avremo fatto un buon sevizio per il paziente. • Perché ha avuto inizio il processo? • Perchè si ripete la focalizzazione? • Perché riappaiono sintomi antichi? • Perché riappaiono ricordi? • Perché si rivivono emozioni del passato? Questi fenomeni altro non sono che una prova dei profondi effetti che la Neuralterapia determina sulla PNEI La memoria umana è fragile, ma il Sistema Neurovegetativo non dimentica nulla La ricomparsa di sintomi nuovi o antichi, fisici o emozionali (visione olistica della persona), altro non è che un importante segnale di un recupero delle normali funzioni a tutti i circuiti del SNV. Altro non è che un segno della ricomparsa di nuove connessioni neuronali , magari in precedenza gia preesistenti, ma poi non più funzionanti per effetto dei fenomeni parabiotici. Se puntiamo alla sola scomparsa del dolore dimentichiamo l’essenziale Se non otteniamo un cambiamento emozionale, il dolore somatizzato prima o poi riapparirà, da qui l’importanza di chiedere … Come si sente adesso? 8 "L'arte di essere non essendo" • Poniamoci davanti all'alterità dell'interlocutore in una condizione di ascolto, con silenziosa recettività. ESSERE NON ESSENDO significa annullarci e sentirsi investire dalle loro emozioni, dalle loro crude, a volte aspre forme di espressione L'uomo è superiore a tutti gli animali e a tutti gli angeli; nessuno è più grande dell'uomo. (Swami Vivekananda) Dr. Edoardo Zaffuto Odontoiatra Via Empedocle 111 – 92100 Agrigento e-mail. [email protected] BIBLIOGRAFIA Atlante Seirin di Agopuntura edizioni Konemann Lauro G. - Iommelli O. Il modello della Psiconeuroendocrinoimmunologia – dalla rivista La mandorla: Fogli elettronici di Medicina Non convenzionale Huff H. - L’importanza dei foci odontogeni - EAV n° 7 – settembre 2000 Corradin N. 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