hiroshima, 1945 Il giorno che divenne notte

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hiroshima, 1945 Il giorno che divenne notte
Hiroshima, 1945
Il giorno che divenne notte
Il Secondo conflitto mondiale ha segnato per la prima volta l'uso della bomba
atomica contro la popolazione civile. Sessantatré anni dopo un premio prestigioso
viene attribuito ai vigili del fuoco italiani per la loro infaticabile opera nei
confronti di tutti i popoli del mondo di Antonio Del Corso
mai più
L'Aoghiri, l'unica tipologia di pianta sopravvissuta
al disastro nucleare di Hiroshima, piantata all'ISA
Q
uando “Little boy” esplose sul cielo di
Hiroshima cambiò i destini del mondo e
confermò che la follìa umana non aveva
limiti. Era il 6 agosto 1945 e il “Ragazzino” fece
bene il suo lavoro: quasi 130mila vittime subito,
altre decine di migliaia negli anni a seguire.
“Little boy” è il nome in codice che fu dato alla
prima bomba atomica usata nella storia in un
conflitto militare. Venne sganciata dal Boing
statunitense “Enola Gay” da un’altezza di circa
9500 metri e a 600 dal suolo deflagrò in tutta la
sua potenza. Ma Little Boy non era figlio unico.
Pochi giorni dopo – il 9 agosto 1945 - il fratello
“Fat Man” (“grassone” in inglese per la forma
della bomba) non fu da meno: questa volta l’ordigno atomico fu lanciato sui cieli di Nagasaki, sviluppando una potenza pari a 25 chilotoni, equivalenti a 25mila tonnellate di TNT. Una
cosa mai vista prima. Il “grassone” fece meno
vittime, anche se era più potente di Little boy,
solo perché la città giapponese sorgeva su una
collina, e la configurazione del suolo contribuì fortunosamente a risparmiare qualche vita
umana. Le conseguenze furono comunque devastanti – sia a Hiroshima che a Nagasaki - anche
obiettivo sicurezza
per i sopravvissuti. Sessantatre anni dopo Hiroshima, nel giorno dell’anniversario, il comitato
“Terra e Pace” per l’undicesimo anno consecutivo ha organizzato una manifestazione in piazza
della Rotonda al Pantheon, nella Capitale. “Per
non dimenticare 1945-2008” è nata proprio per
questo: la ferita di una delle peggiori catastrofi del XX secolo non può e non deve essere dimenticata. Quando si parla di vigili del fuoco o
di bomberos, bombeiros, firefighters, pompiers,
di qualsiasi lingua e latitudine del mondo siano,
c’è un filo che lega tutti questi uomini. E’ il senso del dovere e di umanità che è nel Dna di chi
sceglie di fare questo mestiere, unito a una professionalità e una preparazione straordinarie.
Questo il senso del premio attribuito al Corpo
nazionale dei vigili del fuoco dal comitato “Terra e Pace”, un riconoscimento “in ragione della
storia del valore e della infaticabile opera svolta
dai vigili del fuoco a favore delle popolazioni in
Italia e nel mondo”.
Riconoscimento molto apprezzato, perché nella
motivazione del premio c’è tutto quello che un
muove un vigile del fuoco a scegliere questo mestiere: aiutare gli altri.
Era il 6 agosto del 1945 quando l’Enola Gay
sganciò quel carico nel cielo del Giappone: solo un lampo, solo questo avvertirono
le persone a quell’ora impegnate nel fare
quotidiano. Solo un lampo.
Per non dimenticare la tragedia dell’esplosione atomica su Hiroshima e Nagasaki,
l’Istituto superiore antincendi ha organizzato una mostra fotografica unitamente ad
un convegno tecnico/scientifico sul disastro atomico. Alla presenza dello scienziato nucleare SHOJI SAWADA e di diplomatici
dell’Ambasciata del Giappone in Italia, il 25
ottobre 2007, in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica, il personale
ed il Direttore dell’Istituto hanno messo a
dimora nell’area verde una pianta AOGHIRI
(paulonia blue) unico organismo biologico
sopravvissuto agli effetti dell’esplosione.
Così come questa pianta nella primavera
del 1946 dette i suoi germogli da un tronco
carbonizzato, così si augura al Giappone ed
al mondo intero una nuova vita, nella pace.
Michele di Grezia
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