Comitato delle regioni

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Comitato delle regioni
UNIONE EUROPEA
Comitato delle regioni
Bruxelles, 30 marzo 2005
86a RIUNIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA DEL COMITATO DELLE REGIONI
- 12 APRILE 2005 -
PUNTO 10
RELAZIONE SULL'IMPATTO DEI LAVORI DEL CdR NEL 2004
Presentata da Segretario generale
PER DISCUSSIONE
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/PON/cd
IT
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Relazione sull'impatto dei lavori del CdR nel 2004
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/PON/cd
…/…
-2-
Indice
Pagina
1.
Introduzione .................................................................................................................................. 8
2.
Le priorità politiche del CdR durante il periodo di riferimento della relazione..................... 9
3.
Sviluppi nelle attività e negli ambiti prioritari per il CdR ...................................................... 10
3.1
L'avvenire della politica regionale................................................................................. 10
3.1.1 Politica di coesione ............................................................................................... 10
3.1.2 Politica dei trasporti .............................................................................................. 13
3.2
La sussidiarietà e il Trattato .......................................................................................... 14
3.3
La strategia di Lisbona ................................................................................................... 16
3.3.1 Politica economica, sociale e dell'occupazione..................................................... 17
3.3.2 Politica sociale ...................................................................................................... 17
3.3.3 I servizi d'interesse generale (SIG) ....................................................................... 18
3.4
Il capitale umano e i fattori di innovazione basati sulla conoscenza in una società
caratterizzata da culture diverse ................................................................................... 19
3.4.1 Istruzione, formazione e R&S............................................................................... 19
3.4.2 L'uso della Tecnologia dell'informazione e della comunicazione (TIC) nel
processo di innovazione a livello regionale .......................................................... 21
3.4.3 Diversità culturale e gioventù ............................................................................... 23
3.5
Relazioni esterne ............................................................................................................. 24
3.5.1 Le questioni connesse con l'allargamento risultate al centro del dibattito
degli enti locali e regionali.................................................................................... 24
3.5.2 Il ruolo degli enti locali e regionali nella politica europea di vicinato.................. 26
3.6
Lo sviluppo sostenibile: un obiettivo strategico dell'Unione europea ........................ 27
3.6.1 Aspetti ambientali dello sviluppo sostenibile........................................................ 27
3.6.2 L'importanza del coinvolgimento degli enti locali e regionali nelle questioni
relative allo sviluppo rurale................................................................................... 29
3.7
Rapporti con la Commissione europea, il Parlamento europeo ed il Consiglio ........ 30
3.7.1 La Commissione europea...................................................................................... 30
3.7.2 Il Parlamento europeo ........................................................................................... 31
3.7.3 Il Consiglio dell'Unione europea........................................................................... 32
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-33.8
Monitoraggio della sussidiarietà, rapporti con parlamenti e organizzazioni ............ 33
3.8.1 Monitoraggio della sussidiarietà ........................................................................... 33
3.8.2 Rapporti con le associazioni.................................................................................. 34
3.9
I gruppi politici................................................................................................................ 34
3.10
Comunicazione e interazione con il pubblico ............................................................... 38
4.
Conclusioni .................................................................................................................................. 41
5.
Appendice statistica .................................................................................................................... 45
5.1
Visitatori del sito web ..................................................................................................... 45
5.2
Visitatori della sede del CdR.......................................................................................... 45
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R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/PON/cd
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-4Prefazione
La presente relazione illustra le attività svolte dal Comitato delle regioni e il seguito che esse hanno
avuto durante il 2004. Questo documento è stato predisposto dall'unità Analisi delle politiche UE,
studi e programmazione legislativa interistituzionale sulla base delle indicazioni fornite dalle altre
unità del Comitato delle regioni e dalle segreterie dei gruppi politici.
La relazione è stata stilata conformemente all'obbligo previsto all'articolo 35, lettera a), del
Regolamento interno del CdR, che recita:
«ogni anno e al termine di ogni mandato il Presidente presenta all'Assemblea plenaria una
valutazione dell'impatto dei lavori del CdR, su incarico dell'Ufficio di presidenza1.»
La presente relazione potrebbe rivestire un certo interesse anche per le principali istituzioni europee
(Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio), che sono i principali interlocutori del CdR
in quanto organo consultivo.
La documentazione usata per il presente documento è costituita da pareri, programmi di lavoro e
rapporti del CdR, da documenti della Commissione europea, del Consiglio e del Parlamento europeo,
noché dalla relazione della Commissione europea sul seguito dato ai pareri del CdR durante il primo
semestre del 2004.
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1
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CdR 1/2004.
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-5Sintesi
Questa relazione d'impatto illustra le attività del Comitato delle regioni e il loro impatto nel 2004.
È stata predisposta dall'unità Analisi delle politiche UE, studi e programmazione legislativa
interistituzionale sulla base delle indicazioni fornite dalle altre unità del Comitato delle regioni e dalle
segreterie dei gruppi politici.
L'Ufficio di presidenza del Comitato è tenuto a stilarla a norma dell'articolo 35, lettera a), del
Regolamento interno.
Segnando il 10° anniversario del Comitato delle regioni, il 2004 offre una buona occasione per
riflettere sugli sviluppi di questa istituzione e sulle sue ambizioni per l'avvenire. Grazie agli eventi che
lo hanno caratterizzato (elezioni del PE, allargamento, firma del Trattato costituzionale), il 2004 è
stato determinante nell'indicare gli indirizzi da seguire e i traguardi da raggiungere, che nel 2005
porteranno all'adozione di importanti proposte pluriennali, come il dibattito sulle prospettive
finanziarie 2007-2013, la revisione della strategia di Lisbona e la riforma e l'adattamento della politica
di coesione, come pure il nuovo programma quadro per la ricerca e sviluppo e altri programmi
(ad es. Cultura 2007 e Media 2007).
Nella sua risoluzione sulle priorità politiche per il 2004 il Comitato ha accolto con favore l'approccio
strategico adottato nella programmazione annuale della Commissione esaminando anche le proprie
priorità nel contesto di quelle della Commissione, che sono: completare l'allargamento, preparare una
nuova politica di vicinato, contribuire alla definizione della futura politica di coesione, rafforzare la
dimensione regionale e locale dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia e attuare l'Agenda di Lisbona.
Se si considerano i risultati delle attività del CdR, sul fronte della sua funzione consultiva il Comitato
è riuscito a rafforzare la propria posizione nel dibattito su importanti problematiche d'interesse
regionale e locale, come la riforma dei fondi strutturali, il Trattato costituzionale e il ruolo degli enti
locali e regionali, i servizi d'interesse generale e gli scambi di vedute preliminari sul 7° programma
quadro per la ricerca e lo sviluppo. Le attività con le associazioni sono state caratterizzate da un
notevole dinamismo che nel 2004 è sfociato in una positiva cooperazione per la stesura di numerosi
importanti pareri. D'altro canto si constata anche una notevole intensificazione e un miglioramento
della qualità dei contatti interistituzionali a sostegno del lavoro consultivo.
Con il 2004 il Comitato delle regioni è entrato in una nuova fase, non solo in maniera visibile con
l'inaugurazione della nuova sede, ma anche con le nuove opportunità che gli sono offerte per
contattare il grande pubblico e altri interlocutori. Le altre istituzioni mostrano maggiore interesse a
utilizzare il CdR per agevolare la comunicazione e i contatti - in entrambe le direzioni - con gli enti
regionali e locali in modo da trasmettere informazioni specifiche a destinatari ben definiti.
Il lavoro del Comitato ha dato risultati tangibili su aspetti come il dibattito riguardante la nuova
politica di coesione, mentre le sue attività in altri ambiti consultivi non hanno prodotto un impatto
altrettanto apprezzabile. In numerosi ambiti delle politiche comunitarie il Comitato delle regioni
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-6svolge attualmente un ruolo di catalizzatore o persino di volano delle relazioni interistituzionali che
coinvolgono gli enti regionali e locali. Per l'ampiezza dei temi e l'organico ristretto il Comitato non
può affrontare tutte le problematiche: è più importante selezionare gli argomenti e attribuire loro una
graduatoria di priorità nei casi in cui occorra costruire competenze a lungo termine. Il Comitato è la
sede più idonea a sviluppare competenze durevoli su taluni temi che lo interessano più
specificamente: ad esempio la governance, la cooperazione transfrontaliera, l'attuazione dei fondi
strutturali e le politiche urbane.
Il Comitato delle regioni dovrebbe esaminare attentamente le priorità politiche e arrivare a poter
prendere posizione in proposito anche in una prospettiva pluriennale. Occorre cogliere le maggiori
opportunità di cooperazione e coordinamento strategici con altri interlocutori regionali e non va
dimenticato che una partecipazione regolare ai dibattiti a livello nazionale e regionale aumenterebbe
la visibilità del Comitato facendolo conoscere meglio alle popolazioni.
L'impegno rinnovato della Commissione europea che traspare dal suo programma di lavoro e dalla
revisione della strategia di Lisbona offre al Comitato delle regioni maggiori possibilità di partecipare
a tutta una serie di attività. Potrebbe essere fra l'altro associato al dibattito sulla realizzazione
dell'Agenda di Lisbona a livello regionale e locale e a valutazioni preliminari d'impatto, ad esempio
con la cooperazione delle associazioni. Il 2004 è il primo anno per il quale viene pienamente applicata
la procedura di valutazione d'impatto progressivamente introdotta dalla Commissione europea per
analizzare le conseguenze a livello economico, sociale e ambientale delle politiche sin dal momento
della preparazione delle proposte che le riguardano. Un'opportunità per influire ulteriormente sulle
modalità della cooperazione con la Commissione europea verrà dall'accordo di cooperazione che sarà
negoziato con la Commissione nel 2005, e che era stato preparato nel 2004 nell'ambito del gruppo di
lavoro interistituzionale.
Lo sviluppo di competenze metodologiche per la valutazione dell'impatto a livello regionale e locale
non solo tornerebbe utile alle relazioni con la Commissione ma sarebbe anche interessante per il
Consiglio e il Parlamento europeo.
Il problema strutturale della coerenza fra le posizioni su problemi importanti è stato affrontato grazie
al coinvolgimento e ai contatti sistematici fra relatori su argomenti interconnessi (basti pensare al
gruppo di lavoro sulle prospettive finanziarie e ai lavori sul progetto di Trattato). Per rendere più
efficace quest'interazione sarebbe utile individuare ancor prima i problemi comuni trattati da
commissioni diverse, non solo per permettere di assumere posizioni omogenee ma anche per
diversificare le prese di posizione a seconda della diversa esperienza e dei diversi obiettivi dei singoli
relatori delle varie commissioni. Quest'anno la relazione d'impatto esamina per la prima volta le
attività dei gruppi politici. Il lavoro comune del Comitato delle regioni potrebbe tener conto ancor più
delle loro iniziative più efficaci (sempre rispettando le diverse posizioni politiche), accentuando in tal
modo il profilo politico dei vari pareri.
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-7Finora la valutazione dell'impatto è stata prevalentemente rivolta alla Commissione: ora sarebbe però
opportuno prendere in considerazione anche altre istituzioni. Non vanno poi dimenticati l'influenza
che le attività del CdR hanno sul dibattito al livello delle regioni né il suo contributo ai dibattiti a
livello nazionale. Sinora si è delineata una certa riluttanza a prendere posizioni che in taluni casi
potrebbero comportare un confronto con i rispettivi governi nazionali: in quanto organo politico il
CdR dovrebbe però non limitare la portata dei suoi dibattiti ad aspetti giuridici o specialistici, bensì
avere il coraggio di prendere posizione su temi controversi.
Alcuni casi menzionati nella presente relazione mostrano chiaramente come l'impatto su taluni aspetti
e temi, anche molto importanti, sia stato limitato. Questa constatazione dovrebbe incoraggiare ancor
più ad adottare un approccio strategico, impegnandosi in una migliore programmazione e in un
seguito sistematico a pareri prioritari per far sì che nel giro di vari anni il Comitato disponga, per
l'analisi dell'impatto dei suoi lavori, di una politica coerente capace di avvalersi di uno strumentario
adeguato e del complesso di fonti più idonee.
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-81.
Introduzione
Segnando il 10° anniversario del Comitato delle regioni, il 2004 ha offerto una buona occasione per
riflettere sull'evolvere di questa istituzione e sulle sue ambizioni per il futuro. Sotto molti aspetti è
stato anche un anno importante per l'Unione europea, nell'ambito della quale si è condotta una
riflessione sulle attività del Comitato: l'adesione di dieci nuovi Stati membri il 1º maggio 2004 ha
portato 95 nuovi membri e altrettanti supplenti. Inoltre, in giugno si sono svolte le elezioni del
Parlamento europeo e la nuova Commissione si è insediata il 22 novembre. Il 2004 è stato pure
caratterizzato dalla conclusione del processo costituzionale avviato con il Consiglio europeo di
Laeken nel dicembre 2001. Il testo definitivo del Trattato costituzionale è stato firmato a Roma il
29 ottobre 2004 ed è ora sottoposto alla ratifica di tutti gli Stati membri.
Grazie agli eventi che lo hanno caratterizzato il 2004 è stato determinante nell'indicare gli indirizzi da
seguire e i traguardi da raggiungere, che nel 2005 sfoceranno nell'adozione di importanti proposte
pluriennali, come il dibattito sulle prospettive finanziarie 2007-2013, la revisione della strategia di
Lisbona e la riforma e l'adattamento della politica di coesione, come pure il nuovo programma quadro
per la ricerca e sviluppo e vari altri programmi (ad es. Cultura 2007 e Media 2007).
L'allargamento ha pure accentuato le disparità fra le regioni, e ora gli Stati membri dell'Unione
europea devono assolutamente unire gli sforzi, impegnandosi per realizzare effettivamente le proprie
politiche e obiettivi in maniera efficiente. Come hanno evidenziato le proposte di revisione riguardanti
la strategia di Lisbona, si delinea la forte tendenza delle autorità centrali e degli Stati membri a
intrattenere relazioni esclusive, nonostante i ritardi nell'attuazione dell'Agenda di Lisbona siano anche
imputabili alla mancanza di un vero approccio decentrato. Ciò depone decisamente a favore di una
multilevel governance nel quadro del meccanismo interistituzionale.
Con questa sua visione del processo politico europeo, il CdR ha conseguito risultati differenti a
seconda dei diversi settori. La presente relazione può offrire lo spunto per analizzare queste differenze
e per studiare in quali ambiti per l'avvenire possa essere necessario adottare un approccio più mirato.
Essa può servire anche come strumento per assicurare il seguito di linee di condotta particolarmente
riuscite, evidenziare temi sui quali il lavoro del Comitato delle regioni ha prodotto, o produrrà fra
breve, un impatto di rilievo, o ancora ha dato voce alle preoccupazioni emerse a livello regionale e
locale. Quest'impostazione della relazione è in sintonia con l'obiettivo di una valutazione d'impatto
destinata a facilitare, al CdR e in particolare al suo Ufficio di presidenza, la definizione delle priorità
politiche e la messa a punto di azioni coerenti nel quadro delle politiche prescelte.
La presente relazione illustrerà pertanto le priorità politiche del CdR per il 2004 nel contesto
interistituzionale ed esaminerà quindi in modo più dettagliato gli sviluppi negli ambiti prioritari e
l'impatto delle principali attività del CdR (capitolo 3).
Fra le aree tematiche che rientrano nelle competenze delle diverse commissioni (punti 3.1 - 3.6), essa
distingue gli obiettivi orizzontali delle relazioni interistituzionali con la Commissione, il Consiglio e il
Parlamento europeo (punto 3.7), il monitoraggio della sussidiarietà, le relazioni con i parlamenti e le
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-9associazioni (punto 3.8), il contributo dei gruppi politici (punto 3.9) e la comunicazione col pubblico
(punto 3.10). Come già è avvenuto lo scorso anno, la relazione 2004 si prefigge di accertare in
maniera più obiettiva l'impatto del Comitato delle regioni. Malgrado il costante impegno per
migliorare la presentazione di rapporti, non è ancora certo che la nostra istituzione disponga degli
strumenti più idonei per effettuare questa analisi con la debita efficacia. Per proseguire il lavoro
avviato lo scorso anno, le conclusioni avranno la forma di una breve analisi SWOT (punti forti, punti
deboli, opportunità, rischi).
2.
Le priorità politiche del CdR durante il periodo di riferimento della relazione
Dopo aver identificato le principali sfide con cui l'Unione europea dovrà misurarsi nel 2004
(configurazione della futura Unione europea, definizione delle priorità politiche e sviluppo
dell'azione esterna dell'UE), nel proprio Programma legislativo e di lavoro per il 20042 la
Commissione ha confermato le priorità indicate nella Strategia politica annuale per il 20043:
l'obiettivo centrale è l'integrazione dei dieci nuovi Stati membri, affiancato da due altre priorità fra
loro legate, cioè la stabilità e la sostenibilità.
Il Comitato delle regioni ha accolto con favore l'approccio strategico adottato nel programma di
lavoro annuale della Commissione concludendo che le priorità di quest'ultima rispecchiavano le
proprie. Nella sua Risoluzione del 12 febbraio 2004 in merito al programma di lavoro della
Commissione europea e priorità del Comitato delle regioni per il 20044 ha dichiarato che i compiti
più urgenti sono:
•
•
•
•
•
completare l'allargamento,
preparare una nuova politica di vicinato,
contribuire all'impostazione della nuova politica di coesione,
rafforzare la dimensione regionale e locale dell'area di libertà, sicurezza e giustizia e
attuare l'Agenda di Lisbona.
La sfida costituita dall'allargamento richiede che nei negoziati di adesione in corso, come anche in
quelli futuri, si presti maggiore attenzione alle esigenze degli enti locali e regionali: molti dei
problemi che i dieci nuovi Stati membri incontrano attualmente sono imputabili a carenze al livello
dell'attuazione e a insufficienze della capacità amministrativa che sarebbero state evitabili se la
Commissione e le autorità a livello nazionale avessero coinvolto maggiormente gli enti locali e
regionali nei preparativi per l'allargamento.
2
3
4
COM(2003) 645 def.
COM(2003) 83 def.
CdR 16/2004 fin; risoluzione del Comitato delle regioni, del 12 febbraio 2004, in merito al programma di lavoro della
Commissione europea e priorità del Comitato delle regioni per il 2004.
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- 10 Il Comitato delle regioni ha approvato appieno la politica di vicinato della Commissione e il criterio
di stabilità su cui essa si basa. Ha sottolineato in particolare il più stretto coinvolgimento degli enti
locali e regionali nella partnership euromediterranea, facendo della cooperazione decentrata uno dei
pilastri del processo di Barcellona. Il fatto che il programma di lavoro della Commissione tuttora non
preveda la consultazione del CdR sulla maggior parte degli aspetti legati all'allargamento e alla
politica di vicinato deve indurre a esercitare maggiori pressioni politiche in proposito.
Una delle priorità principali del CdR durante il 2004 è stata la riforma della politica di coesione.
Come aveva chiesto, la dimensione territoriale della coesione è stata riconosciuta come uno degli
obiettivi dell'Unione europea nel Trattato costituzionale (articoli I-3, III-220): le politiche settoriali
comunitarie vanno attuate in modo da contribuire alla realizzazione dell'obiettivo della coesione. In
merito alla riforma della politica di coesione, il CdR ha chiesto una politica regionale realistica e uno
stanziamento minimo pari allo 0,45% del PIL dell'UE a favore della politica regionale e ha respinto
l'idea che questa possa servire da variabile per assicurare il pareggio del bilancio dell'UE in risposta
alle richieste di tagli. Per quanto riguarda la politica relativa allo spazio di libertà, sicurezza e
giustizia, il CdR ha chiesto che nel definire una politica al di là del programma di Tampere si tenesse
conto della dimensione regionale e locale.
Dato che il 2004 coincide con i preparativi per la revisione della strategia di Lisbona, il Comitato
delle regioni ha chiesto che essa fosse attuata in maniera più intensiva e decentrata e che a tal fine
fossero rese disponibili risorse di bilancio adeguate, assicurando nel contempo che eventuali riforme
strutturali per conseguire gli obiettivi strategici non pregiudicassero la coesione sociale e fossero
pertanto affiancate da investimenti negli ambiti economico, sociale, dell'istruzione e della formazione.
3.
Sviluppi nelle attività e negli ambiti prioritari per il CdR
3.1
L'avvenire della politica regionale
Il CdR ha sottolineato l'importanza vitale di un migliore coordinamento fra la politica regionale e le
politiche settoriali della Comunità. In tal modo tiene conto del fatto che politiche settoriali come
quella agricola, ambientale, dei trasporti, della ricerca, dell'innovazione e in materia di concorrenza
hanno tutte un impatto territoriale.
3.1.1
Politica di coesione
La politica di coesione dell'UE poggia sul principio di una redistribuzione fra le regioni europee più o
meno ricche per equilibrare gli effetti di un'integrazione più avanzata. L'allargamento dell'Unione
europea intervenuto il 1° maggio 2004 ha accentuato le disparità economiche e sociali sul territorio
dell'UE, e i beneficiari del fondo di coesione devono ora contribuire allo sviluppo dei nuovi partner.
Con le prospettive finanziarie 2007-2013 la Commissione ha proposto di riorientare la politica di
coesione verso la crescita economica (strategia di Lisbona) e lo sviluppo sostenibile (strategia di
Göteborg). Il Comitato delle regioni ha decisamente appoggiato sia questa proposta, sia la richiesta
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- 11 del Parlamento europeo di finanziare la politica di coesione con lo 0,45% del PIL dell'UE per
assicurare il pieno conseguimento degli obiettivi nell'Unione europea allargata.
La Commissione europea ha avanzato le sue proposte per la riforma dei fondi nel Terzo rapporto sulla
coesione economica e sociale del febbraio 20045, formulando quindi proposte formali nei progetti di
regolamento sui fondi strutturali pubblicati nel luglio 2004.6
Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale
Ai lavori relativi al Terzo rapporto di coesione sono stati associati rappresentanti delle principali
organizzazioni europee degli enti regionali e locali: nel quadro di questa cooperazione essi hanno
partecipato all'audizione della commissione COTER durante la quale l'avvenire della politica di
coesione è stato discusso con Graham MEADOWS, direttore generale per la politica regionale della
Commissione europea. Le proposte legislative sui nuovi fondi strutturali adottate dalla Commissione
europea il 14 luglio 2004 prendono in considerazione i principali punti sollevati dal CdR nel suo
parere7 riguardante il Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale, adottato il 16 giugno 2004.
In molti aspetti della proposta di riforma si è tenuto conto di spunti contenuti nel rapporto di
prospettiva8 riguardante la governance e la semplificazione dei fondi strutturali dopo il 2006, su cui si
è riferito nella relazione sull'impatto del CdR nel 2003:
•
lo spazio regionale diventa il riferimento territoriale di base della politica regionale comunitaria,
ferma restando la necessità di assicurare una maggiore coerenza con le iniziative infraterritoriali,
•
il principio di sussidiarietà viene ribadito come filo conduttore della politica di coesione,
•
si è operata un'effettiva semplificazione degli strumenti finanziari e della programmazione: in
effetti, vengono ora previsti tre fondi anziché sei e viene abbandonato l'approccio che
contemplava una molteplicità di fondi.
La partecipazione dei due relatori del CdR per il Terzo rapporto di coesione alla riunione della
commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo in aprile e al Forum sulla coesione
organizzato in maggio dalla Commissione europea ha segnato una tappa importante per far conoscere
la posizione del Comitato sulla politica di coesione. In ottobre, il presidente della commissione
Coesione territoriale ha poi partecipato alla prima audizione del nuovo commissario responsabile per
5
6
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8
COM(2004) 107 def.; Communication de la Commission: Troisième rapport sur la cohésion économique et sociale (Terzo
rapporto sulla coesione economica e sociale) (lingue disponibili: FR, EN e DE); pubblicato in IT nell'opuscolo "Un nuovo
partenariato per la coesione: convergenza, competitività, cooperazione - Terza relazione sulla coesione economica e sociale".
Proposta di regolamento del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale
europeo e sul Fondo di coesione (COM(2004) 492 def.); Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (COM(2004) 495 def.); Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del
Consiglio relativo al Fondo sociale europeo (COM(2004) 493 def.); Proposta di regolamento del Consiglio che istituisce il Fondo
di coesione (COM(2004) 494 def.); Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'istituzione di un
gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT) (COM(2004) 496 def.).
CdR 120/2004 fin; Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale (COM(2004) 107 def.); relatori: SCHNEIDER e D'AMBROSIO.
CdR 389/2002 fin; Governance e semplificazione dei fondi strutturali dopo il 2006.
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- 12 la politica regionale, Danuta HÜBNER, nell'ambito della commissione per lo sviluppo regionale del
Parlamento europeo. Questo evento ha dato origine a un'iniziativa dei gruppi politici per formalizzare
gli scambi di vedute e le consultazioni regolari fra la commissione COTER (CdR) e la commissione
REGI (PE) su tutti gli argomenti di comune interesse. È una cooperazione che potrebbe sfociare nella
creazione di un gruppo di lavoro permanente fra le due commissioni. Durante l'intera durata dei lavori
del relatore principale del Parlamento al riguardo9 si è delineata una perfetta sintonia fra le posizioni
del Parlamento europeo e del CdR.
I gruppi politici del CdR si sono anch'essi occupati dell'argomento e sono riusciti ad assicurare una
forte partecipazione ai convegni ad esso dedicati: il commissario responsabile per la politica
regionale, Michel BARNIER, ha dato il via alla riunione straordinaria che il gruppo PPE ha dedicato
al tema "Una nuova coesione per una nuova Europa" poco prima dell'adozione del Terzo rapporto
sulla coesione economica e sociale da parte della Commissione europea e della sua comunicazione
sulle prospettive finanziarie e politiche per l'Unione europea allargata durante il periodo 2007-2013.
Il presidente del gruppo PPE del CdR ha sottolineato l'appoggio del suo gruppo alle proposte del
commissario BARNIER. Al termine di un seminario organizzato a Bruxelles, il 27 gennaio 2004,
congiuntamente dai gruppi PSE del Parlamento europeo e del Comitato delle regioni sul tema Quale
coesione per l'avvenire? (al quale è pure intervenuto il commissario europeo responsabile della
politica regionale, Michel BARNIER), i presidenti dei due gruppi hanno inviato, insieme al Presidente
della Commissione europea Romano PRODI, una lettera in cui i membri socialisti manifestano grande
preoccupazione riguardo al dibattito sulle prospettive finanziarie del bilancio dell'Unione europea
dopo il 2006, in particolare per la scarsa volontà già mostrata da taluni Stati membri circa una
solidarietà comunitaria globale e la gestione di talune competenze europee. Essi hanno inoltre
manifestato la loro più netta opposizione alla rinazionalizzazione della politica regionale.
Se si eccettua il regolamento sul nuovo strumento (il gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera
(per progetti transfrontalieri) - GECT), alla fine del 2004 il Comitato delle regioni non aveva ancora
adottato il proprio parere definitivo sulle proposte del nuovo pacchetto legislativo10. Lo sviluppo di
questo strumento è particolarmente importante perché le disparità fra le legislazioni e le procedure
nazionali possono complicare notevolmente la gestione della cooperazione a livello transfrontaliero,
transnazionale e interregionale.
Il gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT) per progetti transfrontalieri
I lavori compiuti dal Comitato delle regioni a monte della riflessione in corso sulla cooperazione
transeuropea hanno già influito notevolmente sulla proposta legislativa adottata dalla Commissione
europea nel luglio 200411. In tale contesto il CdR aveva auspicato un regolamento flessibile che
consentisse agli enti regionali e locali il massimo margine di manovra per adeguarsi a qualsiasi
9
10
HATZIDAKIS è il relatore per il Terzo rapporto sulla coesione e sul regolamento generale relativo ai fondi strutturali: i lavori in
proposito sono ancora in corso.
L'impatto del CdR sul dibattito relativo alla riforma si esplicherà pertanto in maniera tangibile nell'arco del 2005 e potrà essere
apprezzato a fine anno, quando il Consiglio e il Parlamento prenderanno la loro decisione.
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- 13 situazione. Al riguardo, fra il Parlamento europeo e il CdR è intervenuto uno scambio costante di
vedute. Jan OLBRYCHT, già membro polacco del CdR, è stato nominato relatore alla commissione
per lo sviluppo regionale (REGI) del Parlamento europeo sulla proposta relativa alla creazione del
gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT) e ha tenuto conto dei punti salienti della
posizione del CdR nel suo lavoro12. Il parere del CdR13 sull'argomento è stato quindi presentato ai
governi degli Stati membri durante una tavola rotonda informale tenuta presso il CdR con i
rappresentanti permanenti.
3.1.2
Politica dei trasporti
Due sono stati gli argomenti di rilievo trattati nel 2004 in materia di politica dei trasporti: da un lato, il
proseguimento dei lavori sulle compagnie aeree a basso costo e lo sviluppo territoriale e, dall'altro, i
lavori consultivi sul terzo pacchetto ferroviario.
Lo sviluppo esponenziale dei vettori aerei a basso costo in Europa ha favorito l'espandersi di una rete
di servizi che forniscono collegamenti aerei interregionali point-to-point e collegamenti tra le regioni
e i nodi aeroportuali (hub) internazionali. Il continuo sviluppo di questa rete di servizi presenta
un'evidente e indiscutibile dimensione regionale, poiché agevola i collegamenti fra le regioni, favorisce
la mobilità dei cittadini, incoraggia lo sviluppo economico e la crescita occupazionale, promuove il
turismo, concorre alla ripresa delle regioni periferiche, e in particolare di quelle meno sviluppate.
Ne consegue che la decisione della Commissione europea circa i vantaggi concessi dalla società
aeroportuale Aeroporto di Charleroi Bruxelles-Sud (BSCA) e dalla regione Vallonia a Ryanair presso
l'aeroporto di Charleroi ha suscitato grande attenzione fra il pubblico europeo. Il parere d'iniziativa14
sul tema "Le compagnie aeree a basso costo e lo sviluppo territoriale" è stato adottato in una fase
cruciale, ossia immediatamente dopo la prima decisione della Commissione europea sul dossier
"Charleroi/Ryanair". In occasione del 10° anniversario del CdR il Presidente della Commissione
europea, José Manuel BARROSO, ha espresso un giudizio molto lusinghiero per il lavoro fornito dal
Comitato in questo parere15.
Una tavola rotonda svoltasi a Valladolid il 24 settembre sul ruolo delle compagnie aeree a basso costo
per lo sviluppo delle regioni europee, cui hanno partecipato rappresentanti, appunto, delle regioni
europee, dell'ARE e della compagnia aerea Ryanair, ha permesso di trarre conclusioni sulla necessità di
un quadro giuridico stabile per risolvere il problema degli aiuti di Stato regionali al settore
dell'aviazione. Durante la sessione plenaria tenuta dal CdR nel novembre 2004 il vicepresidente della
11
12
13
14
15
COM(2004) 496 def.; Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'istituzione di un gruppo
europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT).
COD/2004/0168; Coesione economica sociale: Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT); relatore: Jan OLBRYCHT.
CdR 62/2004 fin; Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'istituzione di un gruppo europeo di
cooperazione transfrontaliera (GECT); relatore: NIESSL.
CdR 63/2004 fin; parere d'iniziativa del Comitato sul tema "Le compagnie aeree a basso costo e lo sviluppo territoriale";
relatore: KEYMER.
The Committee of the Regions as seen by Europe's leaders, pag. 58.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 14 Commissione europea, Loyola DE PALACIO, ha riconosciuto che tutte queste attività hanno fatto del
Comitato delle regioni un interlocutore di primo piano in un dibattito importante per gli enti territoriali.
Nel 2004 la Commissione ha presentato il Terzo pacchetto ferroviario, destinato a completare la
disciplina comunitaria dei trasporti ferroviari. I tre pacchetti sono destinati a rilanciare il trasporto
ferroviario in Europa, conformemente agli obiettivi del Libro bianco del 200116.
Parere17 riguardante la comunicazione e le proposte normative sul Terzo pacchetto ferroviario
Il CdR ha insistito sul fatto che per realizzare uno spazio ferroviario europeo integrato è
indispensabile incoraggiare iniziative riguardanti il trasporto internazionale di viaggiatori, precisando
che esse devono contemplare anche un'offerta qualitativamente elevata di servizi a livello regionale.
Occorrerà affrontare più a fondo tre grandi problematiche: un assetto equilibrato dei territori, una
maggiore attenzione alle aree che beneficiano di collegamenti meno soddisfacenti, la necessità di una
migliore rappresentanza degli enti locali, dato che questi sono responsabili sia dei finanziamenti che
della fornitura dei servizi. Il Comitato delle regioni ha pure evidenziato che, nel definire le
caratteristiche del servizio internazionale proposto, sarà pure necessario precisare il ruolo degli Stati e
degli enti territoriali. Pur avendo espresso riserve su vari altri suggerimenti, la Commissione ha
dichiarato che terrà presente questa proposta nei negoziati con le altre istituzioni e che è disposta a
prendere in considerazione una modifica in questo senso al momento della riformulazione del testo
del Regolamento 1191/69, che costituisce l'attuale quadro normativo in base al quale le autorità
definiscono le caratteristiche dei servizi ferroviari. Lo stesso vale per il suggerimento del CdR di
precisare la formulazione della proposta in base alla quale i servizi di cabotaggio possono essere
limitati con decisione dell'ente regionale o locale, oppure dell'organismo di regolamentazione previsto
dall'articolo 30 della direttiva 2001/14/CE. Si prevede che il PE adotterà la sua relazione in giugno:
solo allora si avrà modo di apprezzare l'impatto concreto dei suggerimenti del CdR.
3.2
La sussidiarietà e il Trattato
Il nuovo Trattato costituzionale rappresenta una tappa importante dell'approfondimento
dell'integrazione europea. Esso conferisce nuovi poteri, ma anche nuove responsabilità, agli enti
regionali e locali. Di conseguenza, le istituzioni dell'Unione europea sarebbero esplicitamente tenute a
16
17
Questo nuovo pacchetto si compone di quattro proposte normative: una proposta di modifica della direttiva 91/440/CEE relativa
allo sviluppo delle ferrovie comunitarie; una proposta di direttiva relativa alla certificazione del personale alla guida di
locomotori e treni addetto ai trasporti passeggeri e merci nella Comunità, destinata ad agevolarne l'interoperabilità e migliorarne
la gestione; una proposta di regolamento relativo ai diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario internazionale, onde definire
tali diritti per attirare il pubblico verso il trasporto ferroviario; una proposta di regolamento relativo alla qualità nei servizi di
trasporto ferroviario di merci. Questo regolamento dovrebbe contemplare le situazioni in cui si riscontrano infrazioni agli
obblighi di puntualità nel trasporto merci su rotaia.
CdR 161/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito ai seguenti documenti: Comunicazione della Commissione
"Il futuro dell'integrazione del sistema ferroviario europeo: il terzo pacchetto ferroviario"; Proposta di direttiva del Parlamento
europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 91/440/CEE del Consiglio relativa allo sviluppo delle ferrovie comunitarie;
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla certificazione del personale viaggiante addetto alla
guida di locomotori e treni sulla rete ferroviaria della Comunità; Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario internazionale; Proposta di regolamento del Parlamento
europeo e del Consiglio relativo alle indennità per inosservanza dei requisiti contrattuali di qualità nei servizi di trasporto
ferroviario di merci (COM(2004) 140/139/142/143/144 def.); relatore: SOULAGE.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 15 prendere in considerazione l'impatto amministrativo e finanziario della legislazione per gli enti
territoriali. In taluni casi i parlamenti regionali andrebbero consultati preliminarmente, alla stessa
stregua dei parlamenti nazionali, sull'applicazione del principio di sussidiarietà mediante
provvedimenti dell'Unione europea. Il Comitato delle regioni otterrebbe il potere di adire la Corte di
giustizia ex post per salvaguardare le proprie prerogative e assicurare il rispetto del principio di
sussidiarietà. Il contributo del CdR ai lavori della Convenzione europea e della Conferenza
intergovernativa sta in particolare nell'aver fatto prendere in considerazione il ruolo politico degli enti
regionali e locali e si è concretizzato in una nuova definizione del principio di sussidiarietà e in nuovi
meccanismi di controllo.
Il principio di sussidiarietà e la sua attuazione rivestono grande importanza per il CdR: in attesa
dell'entrata in vigore del Trattato costituzionale, il Comitato ha fatto presente l'esigenza di preparare
attivamente l'applicazione del nuovo Protocollo per tradurre nella pratica questo principio.
Consultazione da parte del PE sul Trattato costituzionale
Il Comitato delle regioni è stato il portavoce degli enti locali e regionali durante l'intero processo
costituzionale. Si è decisamente pronunciato a favore della ratifica del nuovo Trattato formulando, il
17 novembre 2004, il parere18 sul tema "Il Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa" in
seguito alla consultazione del Parlamento europeo. Nella propria risoluzione19 il Parlamento europeo
ha evidenziato i passi avanti, sotto il profilo costituzionale, compiuti per quanto riguarda il ruolo degli
enti regionali e locali nel processo d'integrazione europea.
In quanto correlatore per la relazione del Parlamento europeo sul progetto di Trattato che istituisce
una Costituzione per l'Europa, Mendez DE VIGO ha preso la parola dinanzi al gruppo PPE del CdR il
29 settembre 2004 per sondarne la posizione in merito al suo progetto di relazione. Ha colto
l'occasione per spiegare i motivi che hanno indotto il Parlamento europeo a consultare il CdR
sull'argomento: il Parlamento desiderava comprendere meglio i desiderata degli enti locali e regionali
in proposito e tener conto nel migliore dei modi delle osservazioni del Comitato. Mendez DE VIGO si
è espresso positivamente su una stretta cooperazione fra i membri del PPE in seno sia al Comitato
delle regioni sia al Parlamento europeo manifestando l'auspicio che le riunioni congiunte proseguano
anche per l'avvenire. Ha poi assicurato che il CdR sarà invitato ad un'audizione della commissione per
gli affari costituzionali (AFCO) del Parlamento europeo in proposito.
In seguito all'adozione del Trattato costituzionale da parte della Conferenza intergovernativa nel giugno
2004, il Presidente del CdR ha firmato una lettera aperta dal titolo "Il Comitato delle regioni dice 'sì' alla
Costituzione europea"20, con cui ha invitato il Parlamento europeo ad adottare il Trattato costituzionale.
Ha inoltre rivolto il medesimo appello ai parlamenti nazionali e, se del caso, alle assemblee regionali
18
19
20
CdR 354/2003 fin; parere sul tema "Il Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa"; relatori: SCHAUSBERGER e TOPE.
INI/2004/2129; parere del Parlamento europeo relativo al progetto di Trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa;
relatori: CORBETT e Mendez DE VIGO.
CdR 473/2004 fin.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 16 degli Stati membri che seguiranno la via parlamentare per la ratifica del Trattato costituzionale. Ha pure
espresso un analogo invito ai cittadini degli Stati membri in cui la ratifica avverrà mediante una
consultazione popolare. Per animare il dibattito sul Trattato costituzionale il CdR appoggia l'iniziativa
"Mille dibattiti per l'Europa", destinata appunto a presentarlo ai cittadini europei.
3.3
La strategia di Lisbona
Nel 2004 il CdR ha formulato il suo parere21 in merito alla "Valutazione di medio periodo della
strategia di Lisbona", in cui evidenzia la necessità di un esame integrato delle diverse dimensioni della
strategia di Lisbona. Vi dichiara altresì che è opportuno utilizzare in maniera decentrata il metodo di
coordinamento aperto offrendo così ai soggetti interessati la possibilità di sviluppare strategie a livello
locale e regionale. Per la preparazione di questo parere il Comitato ha allacciato numerosi contatti
interistituzionali, rispettivamente con la Commissione europea, il Consiglio e il Parlamento europeo.
L'adozione, nel 2005, della comunicazione al Consiglio europeo di primavera: "Lavorare insieme per
la crescita e l'occupazione"22, nonché le conclusioni del Consiglio europeo della primavera 2005
potranno richiamare maggiormente l'attenzione su alcune delle preoccupazioni espresse dal CdR, in
particolare:
−
−
−
la necessità di tener conto del potenziale degli enti regionali e locali nell'attuazione della
strategia di Lisbona,
il valore aggiunto del decentramento,
l'esigenza di creare dei partenariati per assicurare il successo del decentramento.
La necessità di un maggiore impegno per attuare in maniera più decentrata la strategia di Lisbona
conformemente all'applicazione del principio di sussidiarietà è del tutto evidente. È inoltre chiaro che
le preoccupazioni formulate a ragion veduta dal CdR potranno essere prese in considerazione solo se
esso saprà dirigere le proprie istanze al più alto livello politico, rivolgendosi cioè alle presidenze e alla
Commissione.
Consapevole della necessità di coinvolgere tutti i protagonisti del processo decisionale a livello
europeo, nel dicembre 2004 la commissione Politica economica e sociale ha invitato Jamila
MADEIRA, relatrice della commissione per l'occupazione e gli affari sociali del PE, a uno scambio di
vedute sulle prospettive finanziarie.
21
22
CdR 152/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla "Valutazione di medio periodo della strategia di Lisbona",
(COM(2004) 239 def.); relatrice: HAIJANEN.
COM(2005) 24 def.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 17 3.3.1
Politica economica, sociale e dell'occupazione
Nell'ottobre 2004 la Commissione europea ha pubblicato la comunicazione23 dal titolo "L'economia
dell'UE: rassegna 2004 - Sintesi e conclusioni principali", in cui riconosce, in sintonia con le posizioni
assunte dal CdR, come provvedimenti indispensabili per il successo della strategia di Lisbona: la
riforma del mercato del lavoro; l'attuazione di politiche attive e mirate del mercato del lavoro; riforme
dei sistemi d'imposizione fiscale e delle prestazioni sociali, nonché la realizzazione delle politiche in
materia d'istruzione e formazione, soprattutto per i lavoratori meno qualificati e più anziani.
Sempre nell'ottobre 2004, il CdR ha organizzato all'Aia un seminario sul tema "Verso una politica
efficiente dell'occupazione". Vi hanno partecipato, fra gli altri, il commissario europeo responsabile
per la politica regionale BALASZ, il presidente del Consiglio "Competitività" dell'Unione europea e
ministro dell'Economia dei Paesi Bassi, BRINKHORST, un membro della commissione per
l'occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo, Silva PENEDA, e il direttore alla
DG Occupazione, affari sociali e pari opportunità, KASTRISSIANAKIS. La manifestazione ha
permesso a numerosi responsabili a livello europeo, nazionale, regionale e locale di scambiare
esperienze sulle strategie da attuare per promuovere l'occupazione.
3.3.2
Politica sociale
In ottobre la commissione Politica economica e sociale ha partecipato all'organizzazione del 7° Forum
europeo di Gastein sulla salute, dedicato al tema "Le sfide globali della salute: approcci e
responsabilità dell'Europa", cui hanno partecipato vari oratori del CdR (GUSTAV, NIELSEN e
NORMAN), al pari del commissario europeo responsabile per la sanità David BYRNE, il deputato
europeo J. BOWIS e numerosi ministri della Sanità. I partecipanti a questo Forum hanno fatto
pressione sulle istituzioni europee affinché rafforzino la dimensione regionale e locale della politica
della sanità.
Sul fronte delle pari opportunità la commissione Politica economica e sociale ha organizzato, a Braga,
il seminario sul tema "Combattere il razzismo e la xenofobia mediante lo sport". Nel corso della
manifestazione è stata adottata la "Dichiarazione di Braga", in cui si incoraggia la collaborazione con
la società civile, le associazioni e gli enti regionali e locali per realizzare obiettivi comuni in questo
campo. Al seminario, organizzato anche dall'European Monitoring Center on Racism and
Xenophobia, hanno partecipato oratori di alto livello, fra cui in particolare il direttore
dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni di Lisbona, il sottosegretario di Stato presso il
ministro della presidenza del Governo portoghese, il presidente dell'Irish National Anti-Racism
Awareness Program supported by sport (Programma nazionale irlandese per coltivare, mediante lo
sport, l'educazione antirazzista), il coordinatore dell'organizzazione Football against racism (FARE),
nonché il responsabile dei programmi d'assistenza dell'UEFA e John KELLOCK dell'European
Monitoring Centre for Racism and Xenophobia (EMCRX).
23
COM(2004) 723 def.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 18 3.3.3
I servizi d'interesse generale (SIG)
I SIG dovranno svolgere un ruolo importante. In proposito il CdR ha emesso dei pareri dopo che le
associazioni europee interessate, in particolare la CEMR, l'ARE e la CRPM, avevano sollecitato sue
prese di posizione durante gli incontri periodici. L'instaurazione di un dialogo fruttuoso con i
rappresentanti di tali associazioni è infatti una delle funzioni precipue del CdR. Nel 2004 il Comitato
ha adottato il parere24 in merito al progetto di decisione della Commissione riguardante l'applicazione
delle disposizioni dell'articolo 86 del Trattato CE agli aiuti di Stato sotto forma di compensazioni
degli obblighi di servizio pubblico, al progetto di direttiva che modifica la direttiva 80/723/CEE della
Commissione relativa alla trasparenza delle relazioni finanziarie fra gli Stati membri e le loro imprese
pubbliche e al progetto di disciplina comunitaria degli aiuti di Stato sotto forma di compensazioni
degli obblighi di servizio pubblico, nonché il parere25 sul Libro verde relativo ai partenariati pubblicoprivati ed al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni.
Per parte sua il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione26 riguardante gli aiuti di Stato sotto
forma di compensazione di servizio pubblico, in cui esprime alcune posizioni che coincidono con
quelle del Comitato delle regioni, in particolare il riconoscimento dell'esigenza di assicurare l'accesso
universale ai servizi d'interesse generale, di garantire l'applicazione del principio di sussidiarietà e di
chiarire meglio il concetto di compensazione, il 4° criterio della sentenza Altmark (metodo di
definizione della compensazione necessaria quando la scelta dell'impresa cui affidare l'esecuzione
delle obbligazioni di servizio pubblico non avviene nel quadro di una procedura di appalto) e la
distinzione fra SIG e SEIG.
La commissione Politica economica e sociale ha invitato, in luglio, il deputato del PE
Bernhard RAPKAY (PSE/DE) e, in dicembre, la presidente della commissione per i problemi
economici e monetari del PE Pervenche BERES (PSE/FR) per discutere insieme questi argomenti: ciò
ha dato luogo a un dibattito assai vivace e ha pure contribuito a rafforzare la cooperazione fra le due
istituzioni.
24
25
26
CdR 155/2004 fin; parere in merito al progetto di decisione della Commissione riguardante l'applicazione delle disposizioni
dell'art. 86 del Trattato CE agli aiuti di Stato sotto forma di compensazioni degli obblighi di servizio pubblico, al progetto di
direttiva che modifica la direttiva 80/723/CEE della Commissione relativa alla trasparenza delle relazioni finanziarie fra gli Stati
membri e le loro imprese pubbliche e al progetto di disciplina comunitaria degli aiuti di Stato sotto forma di compensazioni degli
obblighi di servizio pubblico; relatore: MARTINI.
CdR 239/2004 fin; parere in merito al Libro verde relativo ai partenariati pubblico-privati ed al diritto comunitario degli appalti
pubblici e delle concessioni (COM(2004) 327 def.; relatrice: SEGERSTEN LARSSON.
2004/2186 (INI); relatrice: Sophia in t'VELD.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 19 3.4
Il capitale umano e i fattori di innovazione basati sulla conoscenza in una società
caratterizzata da culture diverse
3.4.1
Istruzione, formazione e R&S
Esiste un nesso importante fra gli indicatori del capitale umano (compreso l'apprendimento lungo tutta
la vita)27, gli indicatori relativi alla R&S e lo sviluppo economico di una regione28. Però il Comitato
delle regioni ha sempre sottolineato anche la funzione sociale e culturale dell'istruzione e della
formazione e la sua importanza per forgiare un'identità europea e contribuire alla cittadinanza
europea. Nessun'altra attività comunitaria interessa ogni anno in maniera così diretta un numero
altrettanto grande di persone.
La proposta, presentata dalla Commissione nel 200429, per una decisione del Parlamento europeo e
del Consiglio che istituisce un programma d'azione integrato nel campo dell'apprendimento
permanente, ha rivestito pertanto particolare interesse per il CdR. La relatrice responsabile del
parere30 è riuscita a instaurare una stretta collaborazione con i relatori, rispettivamente, del
Parlamento europeo e del Comitato economico e sociale europeo. Inoltre, un dibattito cui hanno
partecipato la signora PACK, relatrice del PE sulla proposta, e rappresentanti della Commissione e di
Eurocities nel dicembre 2004 ha offerto l'opportunità di sviluppare argomentazioni e portare avanti
posizioni comuni.
La R&S è però una condizione essenziale di tutte le attività innovative. Il dibattito sul prossimo
7° programma quadro di ricerca e sviluppo è iniziato nel 2004: vari spunti sviluppati dal CdR in
precedenti pareri e attività sulla politica in materia di ricerca e innovazione hanno avuto un seguito
producendo anche un impatto concreto.
27
28
29
30
La nozione di società della conoscenza non è nuova. Nel 1945 F.A. HAYEK scrisse un articolo intitolato "L'uso della conoscenza
nella società", American Economic Review XXXV n. 4, settembre 1945, pagg. 519-30. Il capitale umano (ossia le singole persone)
e il capitale sociale (la comunità o il gruppo) sono il risultato dell'istruzione e della formazione formali impartite dalle scuole per
l'insegnamento secondario e post-secondario, delle conoscenze tecnologiche (conoscenze codificate) e anche di quelle
conoscenze "tacite" che sono più difficilmente misurabili. BISER: Domain Report n. 6, Innovation and R&D in the Information
Society - the Regional Dimension, giugno 2004, pag. 5.
European Innovation Scoreboard 2003 - Technical Paper n. 3: Regional innovation performances, pag. 16.
COM(2004) 474 def.; la proposta contempla 4 programmi specifici: Comenius, per le attività d'istruzione generali relative agli
istituti scolastici fino al livello superiore della scuola secondaria; Erasmus, per l'istruzione e la formazione avanzata a livello
universitario; Leonardo da Vinci, per tutti gli altri aspetti dell'istruzione e della formazione professionale; Grundtvig per
l'istruzione degli adulti. La proposta comprende inoltre un programma "trasversale" con quattro attività principali, al fine di
trattare gli aspetti strategici sopra indicati e per prendere in considerazione in modo specifico l'apprendimento delle lingue e le
attività connesse alle TIC.
CdR 258/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che
istituisce un programma d'azione integrato nel campo dell'apprendimento permanente (COM(2004) 474 def.); relatrice: TALLBERG.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 20 Il dibattito sulla futura politica di ricerca e la sua dimensione regionale
L'azione pilota "Regioni della conoscenza" (KnowREG), che era stata decisamente sostenuta dal CdR
nel 2003, si è trasformata in un'iniziativa nell'ambito del 6° programma quadro, denominata "Regioni
della conoscenza 2", per promuovere l'apprendimento reciproco, il tutoraggio, il coordinamento e la
collaborazione fra politiche regionali e iniziative che puntano sugli investimenti strategici di R&S.
Inoltre, un nuovo programma "Regioni della conoscenza" nell'ambito del 7° programma quadro è
attualmente all'esame per promuovere la collaborazione transnazionale fra gli enti regionali sulle
strategie di R&S e incoraggiare la creazione di cluster (raggruppamenti) regionali ad alta intensità di
31
ricerca. Durante i lavori che hanno preceduto il parere sulla proposta relativa al 7° programma
quadro sulla R&S, intitolato "Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione", il
relatore del CdR è stato associato alla messa a punto del documento di lavoro e della relazione del
Parlamento europeo, presentati dalla signora LOCATELLI. Il Comitato delle regioni ha appoggiato la
Commissione per quanto riguarda la necessità di congrui stanziamenti per finanziare la ricerca al
livello dell'Unione europea. Per parte sua, la Commissione ha accolto con favore proposte specifiche
riguardanti, ad esempio, l'uso complementare dei finanziamenti destinati alla ricerca e del
finanziamento attraverso i fondi strutturali: una nuova azione nell'ambito del 7° programma quadro
"realizzare pienamente il potenziale di ricerca dell'UE dei 25" è destinata a concentrarsi sulle risorse
umane per la ricerca in regioni rientranti nella priorità "Convergenza". Inoltre, si prevede che, sempre
nell'ambito del 7° programma quadro, verrà proseguita l'azione "Infrastrutture di ricerca" puntando
maggiormente sulla complementarità con i fondi strutturali. Un altro comparto molto concreto è
costituito dall'ulteriore sviluppo, più dettagliato, dei meccanismi di finanziamento per i cosiddetti
"bonus" a favore dei soggetti provenienti dalle regioni dell'Obiettivo 1 di cui siano state accolte le
richieste a titolo del programma quadro. Questo meccanismo è già previsto dal 6º programma quadro
e consente finanziamenti supplementari dei fondi strutturali a favore di progetti di RSD nelle regioni
dell'Obiettivo 1, ma la futura collaborazione comporta in particolare quella sintonizzazione dei
finanziamenti con il calendario che è la condizione sine qua non per la piena operatività del
meccanismo.
32
Il parere di prospettiva sul ruolo delle università nello sviluppo regionale e locale nel contesto di
un'Europa della conoscenza, adottato nel 2003, è stato accolto con particolare attenzione non solo
dalla Commissione, ma anche dai soggetti interessati alla politica della ricerca al livello regionale.
Il relatore è stato pertanto nominato dal commissario BUSQUIN come membro di un forum di alto
livello sulla ricerca nell'ambito universitario ed è stato pure invitato a vari convegni e conferenze, ad
esempio la Scanbalt Conference di Turku (Finlandia) e la conferenza sul tema "L'Europa della
conoscenza 2020", organizzata a Liegi (Belgio) dall'Unione europea.
31
32
CdR 194/2004 fin; parere del Comitato delle regioni del 18 novembre 2004 in merito alla comunicazione della Commissione:
"La scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell'Europa - Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione"
(COM(2004) 353 def.); relatore: MYLLYVIRTA.
CdR 89/2003 fin; parere di prospettiva del Comitato delle regioni sul tema "Il ruolo delle università nello sviluppo locale e
regionale nel contesto di un'Europa della conoscenza" (COM(2003) 58 def.); relatore: MYLLYVIRTA.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 21 Un altro risultato positivo della partecipazione e del sostegno precoci del CdR nei confronti
dell'iniziativa "Regioni della conoscenza" è stato l'invito rivoltogli dalla Commissione di continuare a
partecipare attivamente ai prossimi eventi e sviluppi che interesseranno la dimensione regionale dello
Spazio europeo della ricerca e di partecipare alla cosiddetta Mutual Learning Platform (piattaforma di
apprendimento comune). Quest'iniziativa, che sarà condotta dalla DG Imprese con la collaborazione
della DG Ricerca e della DG Regio, sosterrà, in una serie di gruppi di lavoro, seminari e convegni,
fino al giugno 2006, l'apprendimento interattivo delle regioni per consentire loro di beneficiare dei
maggiori investimenti nella ricerca e nell'innovazione33.
3.4.2
L'uso della Tecnologia dell'informazione e della comunicazione (TIC) nel processo di
innovazione a livello regionale
Le TIC sembrano essere più pervasive, ossia diffondersi su più vasta scala e con una maggiore
profondità, di precedenti conquiste tecnologiche, anche se non si sono confermate nei fatti le
asserzioni e le aspettative degli anni '90 secondo cui gli sviluppi tecnologici in quest'ambito avrebbero
spinto i livelli di produttività a livelli elevatissimi e senza precedenti. Resta comunque vero che
l'impiego delle TIC ha sostenuto lo sviluppo dei prodotti e dei processi, nonché la cosiddetta
"reingegnerizzazione dei processi" (ristrutturazione, ridefinizione e adeguamento delle migliori
pratiche) da parte dei governi, favorito nuove forme di partecipazione dei cittadini e richieste più
insistenti affinché le pubbliche amministrazioni rendano conto del loro operato ai cittadini e
consentito una quantità senza precedenti di reti fra i responsabili politici a livello regionale e locale.
Fra tutti questi aspetti il ruolo dell'e-government, o la più ampia e-governance, e l'importanza di
disporre di infrastrutture per le TIC emergono come temi di particolare rilevanza a livello regionale e
locale. Il primo perché è l'unico ambito delle TIC in cui gli enti regionali e locali non solo forniscono
una cornice per le attività economiche o politiche, ma sono anche - effettivamente - protagonisti e
soggetti responsabili al livello dell'attuazione. Le seconde, ossia le infrastrutture per le TIC, rivestono
un'importanza particolare nella prospettiva dell'allargamento, non solo per gli Stati membri, ma anche
per le regioni degli Stati membri dell'UE dei 15 che sono afflitte da debolezze strutturali e che dopo
l'allargamento si trovano in concorrenza con altre per ottenere maggiori fondi e investimenti. Per uno
sviluppo economico durevole è indispensabile un complesso di infrastrutture materiali adeguate, fra cui
è importante anche la disponibilità di connessioni a banda larga. Dato che il parere34 sull'e-government
ha suscitato vivo interesse, il suo relatore è stato invitato a esporre la posizione del CdR a
manifestazioni come il 5° Forum mondiale sull'e-government svoltosi a Issy (Francia), un seminario
sulla società dell'informazione a Hradec Králové (Repubblica ceca) e alla South West Broadband
Conference (cfr. qui di seguito). Il parere e la dimensione regionale dell'e-government sono stati anche
33
34
La "piattaforma di apprendimento comune" è stata definita nel piano d'azione "Investire nella ricerca: un piano d'azione per
l'Europa" (COM(2003) 226 def.) [che si propone di conseguire l'obiettivo fissato dal Consiglio europeo di Barcellona del marzo
2002, ovvero di aumentare il livello degli investimenti nella ricerca dall'attuale 1,9% al 3% del PIL entro il 2010] nel seguente
modo "Istituire una piattaforma di apprendimento comune per aiutare le regioni nell'ulteriore sviluppo delle loro strategie di
ricerca, tenendo conto di situazioni ed esigenze specifiche. Basandosi sulle attività in corso, a sostegno della piattaforma
verranno messe a punto una tipologia delle regioni, una metodologia per l'analisi comparativa dell'efficienza a livello regionale e
verranno decise azioni specifiche per favorire un uso pianificato della scienza e della tecnologia a livello regionale".
CdR 392/2003 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio, al
Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: Il ruolo dell'e-government per il futuro
dell'Europa (COM(2003) 567 def.); relatore: BROWN.
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- 22 al centro di un'intervista rilasciata alla "IDA e-government newsletter"35, che è la pubblicazione della
Commissione sullo scambio di dati fra le amministrazioni ampiamente diffusa fra quanti sono
interessati alle tematiche dell'e-government.
Il fatto che il ruolo e la particolare posizione del CdR per quanto riguarda la società dell'informazione
siano stati riconosciuti e apprezzati è testimoniato dall'invito rivolto al Presidente del Comitato
STRAUB d'intervenire a fianco del commissario Erkki LIIKANEN, di Kálman KOVÁCS, ministro
ungherese per l'Informatica e le comunicazioni, e di Dermot AHERN, ministro irlandese delle
Comunicazioni, come oratori di spicco alla Conferenza ministeriale europea sulla società
dell'informazione intitolata "Nuove opportunità di crescita in un'Europa allargata", svoltasi a Budapest
il 26 e 27 febbraio 2004. I partecipanti sono stati 500: ministri degli Stati membri dell'UE dei 15, dei
nuovi Stati membri e dei paesi candidati all'adesione, nonché rappresentanti ad alto livello di governi
e organizzazioni internazionali.
Conferenza internazionale sulle "Regioni basate sulla conoscenza
dell'informazione, svoltasi a Killarney (Irlanda), il 5 e 6 aprile 2004
nella
società
In aprile il Comitato delle regioni ha co-organizzato la South West Broadband Conference, tenuta a
Killarney (Irlanda) e dedicata all'e-government e alle TIC. Fra gli oratori figuravano il ministro delle
Comunicazioni Dermot AHERN e il vicepresidente della Banca europea per gli investimenti
Michael TUTTY. Le conclusioni della conferenza hanno evidenziato che non esiste un'unica
applicazione precisa che costituisca il toccasana per tutte le esigenze degli enti regionali e locali.
Occorre invece saper combinare varie soluzioni e tecniche. La manifestazione si è rivolta a un
pubblico del tutto particolare: circa 350 responsabili politici a livello regionale e locale e soggetti
interessati allo sviluppo delle infrastrutture provenienti da 22 paesi (fra cui l'India). Essa ha riscosso
vivo successo e ha trovato vasta eco nei mezzi di comunicazione a livello regionale. Ciò è dovuto
molto al fatto che i co-organizzatori della conferenza (la South West Broadband Initiative) hanno
un'esperienza specifica nel tema trattato e sono ben conosciuti nelle reti di esperti europei, per cui
hanno saputo mobilitare anche tutta una serie di oratori di primo piano: da esperti nel settore delle TIC
a responsabili politici a tutti i livelli di governo, a legislatori e soggetti economici interessati al
particolare ambito oggetto della conferenza.
Le analisi scaturite dalla manifestazione hanno fornito una base eccellente per proseguire i lavori
riguardanti i pareri sulle strategie nazionali in materia di banda larga36 e sull'aggiornamento del piano
d'azione e-Europe 200537. Quest'ultimo è particolarmente importante per proseguire il calendario dei
35
36
37
23 settembre 2004 (IDABC: Interoperable Delivery of European eGovernment Services to Public Administrations, Businesses
and Citizens) [cfr. http://europa.eu.int/idabc/].
CdR 257/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio, al
Parlamento europeo, al Comitato economicoe sociale europeo e al Comitato delle regioni sul tema: Connessioni ad alta velocità
in Europa: le strategie nazionali in materia di banda larga (COM(2004) 369 def.); relatore: ŠTEBE.
CdR 193/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio, al
Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: Aggiornamento del piano d'azione
eEurope 2005 (COM(2004) 380 def.); relatore: ERVELÄ.
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- 23 lavori relativi a eEurope e la nuova iniziativa in questo campo (i2010), nel cui contesto la
Commissione terrà presenti le idee espresse sul piano d'azione eEurope 2005.
3.4.3
Diversità culturale e gioventù
Preservare la diversità culturale nel rispetto del principio di sussidiarietà è sempre stato un principio
basilare dell'Unione europea, che è ora ribadito nell'articolo III-280 del Trattato che adotta una
Costituzione per l'Europa: "L'Unione contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri
nel rispetto delle diversità nazionali e regionali‚ evidenziando nel contempo il patrimonio culturale
comune." Il 2004 è stato caratterizzato dall'esame dei provvedimenti regolamentari nell'ambito della
cultura. Uno dei temi affrontati38 sono state le modifiche alle disposizioni riguardanti la
manifestazione denominata Capitale europea della cultura, grazie alle quali i nuovi Stati membri
potranno parteciparvi appena possibile, senza dover attendere l'agggiornamento dell'elenco
cronologico degli Stati membri previsto a partire dal 2020. In proposito il CdR ha sottolineato la
necessità di aumentare gli stanziamenti di bilancio assegnati a questa manifestazione, onde evitare una
flessione del suo livello qualitativo al momento della designazione delle due "Capitali della cultura"
annuali. Nella sua relazione il PE ha espresso punti di vista concordanti con le raccomandazioni del
Comitato sull'argomento, e per parte sua il Consiglio ha accolto all'unanimità la proposta mirante ad
aumentare la dotazione di bilancio.
«Cultura europea: Iniziative comunitarie - prospettiva locale e regionale» - seminario svoltosi a
Genova il 29 novembre 2004
Il seminario, organizzato con la collaborazione del Comune di Genova (e l'ausilio di Lilla, l'altra
Capitale europea della cultura del 2004), mirava a sensibilizzare maggiormente alla dimensione
regionale e locale delle problematiche e tematiche culturali. La manifestazione ha offerto una buona
piattaforma di discussione e promosso la visibilità del CdR, rafforzando inoltre la cooperazione
interistituzionale grazie alla presenza dell'on. Marta VINCENZi, membro del Parlamento europeo, e
di Luca JAHIER, membro del Comitato economico e sociale europeo, nonché dei rappresentanti
dell'ARE e dell'Associazione europea delle città e delle regioni a favore della cultura ("Gli incontri").
Il CdR ha attinto alle conclusioni del seminario per arricchire il contenuto del proprio parere sul
nuovo programma Cultura39.
Per dimostrare l'importanza che annette alla politica a favore della gioventù per l'avvenire dell'Unione
europea, il CdR ha scelto il suo 10° anniversario per offrire ai giovani l'opportunità di esporre le loro
istanze sui grandi orientamenti della futura politica della gioventù a livello europeo dinanzi alla sua
Assemblea plenaria e alla presenza di Jacques DELORS. Alcuni dei suggerimenti formulati in tale
sede sono stati inseriti nel parere del Comitato dedicato all'apprendimento permanente, in particolare
38
39
CdR 393/2003 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio
che modifica la decisione 1419/1999/CE riguardante un'azione comunitaria a favore della manifestazione "La capitale europea
della cultura" per gli anni dal 2005 al 2019 (COM(2003) 700 def.); relatrice: McNAMARA.
CdR 259/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio
che istituisce il programma Cultura 2007 (2007-2013) (COM(2004) 469 def.); relatrice: BUTLER.
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- 24 quello di offrire a ogni alunno la possibilità di partecipare a un programma di scambio per ottenere
conoscenze su altre lingue e culture. Nei suoi pareri
40 41
su questi argomenti il CdR ha formulato una
serie di raccomandazioni accolte con favore dalla Commissione, specie riguardo all'estensione del
servizio volontario europeo (SVE) ad una gamma più ampia di attività e al conferimento di un
"marchio europeo" per azioni a livello nazionale, regionale e locale. Inoltre, nella sua risoluzione in
materia di obiettivi comuni per le attività di volontariato dei giovani del 15 novembre 2004, il
Consiglio dell'Unione europea ha fatto propria la raccomandazione del CdR sul riconoscimento del
ruolo delle scuole42.
3.5
Relazioni esterne
3.5.1
Le questioni connesse con l'allargamento risultate al centro del dibattito degli enti locali
e regionali
Nel corso del 2004, il lavoro del Comitato delle regioni si è concentrato sui processi suscettibili di
condurre a ulteriori allargamenti dell'Unione europea, con riferimento ai nuovi paesi candidati
all'adesione (Bulgaria, Romania, Croazia e Turchia). In proposito è opportuno ricordare che, benché
nel 2004 il lavoro consultivo della commissione RELEX non abbia riguardato dossier specifici relativi
all'allargamento, la problematica relativa a quest'ultimo è stata più che mai al centro dei suoi dibattiti
e che sono state organizzate due conferenze sul tema. Lo scopo dei dibattiti è quello di permettere agli
enti locali e regionali degli Stati membri e dei paesi candidati all'adesione di esprimere le proprie
opinioni sul processo di allargamento e di mettere a confronto le rispettive esperienze.
Gli enti locali turchi e l'Unione europea - Conferenza svoltasi ad Ankara l'11 ottobre 2004
Va sottolineato che a questa conferenza erano presenti il primo ministro turco ERDOGAN, il ministro
degli Affari esteri turco GÜL, il ministro dell'Interno turco AKSU, il sindaco di Ankara GÖKÇEK, il
capo della delegazione della Commissione europea ad Ankara KRETSCHMEr, l'ambasciatore dei
Paesi Bassi, che rappresentava il Consiglio dell'Unione europea, GOSSES, e numerosi altri sindaci di
città turche. Nei dibattiti svoltisi in quella sede, i partecipanti hanno convenuto su una medesima
conclusione: gli enti locali e regionali della Turchia e dell'UE dovrebbero contribuire a rafforzare le
prospettive di adesione di quel paese all'Unione europea, collaborando all'attuazione delle riforme in
corso e di quelle a venire. I partecipanti alla conferenza hanno espresso particolare apprezzamento per
il "terzo pilastro" della strategia proposta dalla Commissione europea per rafforzare il dialogo politico
e culturale tra i popoli, processo nell'ambito del quale il CdR e gli enti locali turchi intendono svolgere
40
41
CdR 192/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio sul tema: Seguito
del Libro bianco "Nuovo impulso per la gioventù europea" - Proposta di obiettivi comuni per le attività di volontariato dei giovani a
seguito della risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù
(COM(2004) 337 def.) e alla comunicazione della Commissione al Consiglio sul tema: Seguito del Libro bianco "Nuovo impulso per
la gioventù europea" - Proposta di obiettivi comuni per una migliore comprensione e conoscenza dei giovani a seguito della
risoluzione del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (COM(2004) 336 def.);
relatore: PELLA.
CdR 270/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio
che istituisce il programma "Gioventù in azione" per il periodo 2007-2013 (COM(2004) 471 def.); relatore: ANCISI.
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- 25 un ruolo di primo piano. Tutti i partecipanti hanno dichiarato che la conferenza era un primo passo
verso una più stretta collaborazione tra gli enti locali turchi e quelli rappresentati nel CdR, da attuare
nella forma di ulteriori contatti bilaterali tra loro. Il punto saliente della dichiarazione conclusiva43 è
che il sostegno del CdR agli enti locali turchi dovrebbe concentrarsi sull'avvicinamento della
legislazione turca alla normativa comunitaria negli ambiti di competenza del CdR, nonché sullo
scambio delle migliori prassi.
Il gruppo PPE ha proposto di adottare una risoluzione sull'apertura dei negoziati di adesione della
Turchia all'Unione europea, dato che gli enti locali e regionali desideravano esprimere il loro parere
44
prima che fosse presa una decisione al riguardo .
La seconda conferenza organizzata dal CdR - intitolata "Il prossimo allargamento dell'UE: il ruolo
delle regioni e delle città" - si è svolta a Hatfield Heath (Regno Unito) il 5 novembre 2004. Alla
presenza dei rappresentanti degli enti locali e regionali dei paesi candidati all'adesione, si è discusso
dei rapporti tra l'Unione europea e i processi di decentramento in quei paesi. I dibattiti e le conclusioni
delle due conferenze serviranno come base di partenza per i pareri sui quattro paesi candidati che sono
in corso di elaborazione da parte del CdR e dovrebbero essere adottati nel primo semestre del 2005.
Nel corso del 2004, il Comitato consultivo misto Bulgaria-CdR ha continuato a lavorare al
raggiungimento del suo obiettivo principale: quello di integrare gli enti locali e regionali bulgari nel
processo decisionale dell'Unione e nei lavori del Comitato delle regioni. In quell'anno, il Comitato si è
riunito due volte e ha adottato quattro raccomandazioni: "Rafforzare le capacità amministrative a
livello regionale e locale nella Repubblica di Bulgaria"45, "Le ripercussioni della politica regionale
46
comunitaria per gli enti locali e regionali in Bulgaria" , "Programmi e azioni di gemellaggio e
47
partenariato fra Unione europea e Bulgaria" e "Il decentramento finanziario degli enti locali
bulgari"48. In una lettera ricevuta nel settembre 2004, la Commissione ha sottolineato che, per quanto
concerne le prime due raccomandazioni, la valutazione globale e le raccomandazioni di dettaglio del
Comitato concordano ampiamente con l'analisi della situazione bulgara effettuata dalla Commissione
stessa. Essa ha inoltre spiegato che, in base ai programmi Phare 2003 e 2004, i finanziamenti sono
mirati ai livelli locale e regionale (in particolare per quanto concerne la pianificazione dello sviluppo
regionale) e che il programma Phare 2005 per la Bulgaria contribuirà a risolvere il problema delle
capacità del paese ancora insufficientemente coperte in materia di politica regionale e di preparazione
degli interventi strutturali.
42
43
44
45
46
47
48
13508/2004.
CdR 477/2004.
CdR 476/2004 fin; risoluzione del Comitato delle regioni sull'apertura dei negoziati di adesione della Turchia all'Unione europea.
CdR 33/2004 fin; raccomandazione del Comitato consultivo misto Bulgaria-Comitato delle regioni sul tema "Rafforzare le
capacità amministrative a livello regionale e locale nella Repubblica di Bulgaria".
CdR 34/2004 fin; raccomandazione del Comitato consultivo misto Bulgaria-Comitato delle regioni sul tema "Le ripercussioni
della politica regionale comunitaria per gli enti locali e regionali in Bulgaria".
CdR 214/2004 fin; raccomandazione del Comitato consultivo misto Bulgaria-Comitato delle regioni sul tema "Programmi e
azioni di gemellaggio e partenariato fra Unione europea e Bulgaria".
CdR 215/2004 fin; raccomandazione del Comitato consultivo misto Bulgaria-Comitato delle regioni sul tema "Il decentramento
finanziario degli enti locali bulgari".
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- 26 -
Anche il gruppo PSE si è occupato della questione degli eventuali allargamenti futuri dell'Unione,
organizzando una riunione straordinaria sul tema "La dimensione interregionale e transfrontaliera
nella nuova politica di prossimità dell'Unione europea", svoltasi in Slovenia il 6 e 7 maggio 2004.
Il tema della riunione è scaturito dall'incrocio di due tematiche: il dibattito sull'avvenire della politica
di coesione e competitività, di cui la cooperazione interregionale e transfrontaliera forma parte
integrante, e il dibattito sulle nuove frontiere dell'Unione all'indomani dell'allargamento. Le posizioni
emerse nel corso della riunione sono confluite in quelle assunte dai membri della commissione
RELEX su specifici argomenti connessi a quel tema. La riunione, inoltre, ha rappresentato
un'occasione di incontro con i rappresentanti eletti in una sede diversa dal CdR ed è stata commentata
positivamente dai mezzi di informazione locali e regionali.
3.5.2
Il ruolo degli enti locali e regionali nella politica europea di vicinato
La politica europea di vicinato offre agli enti regionali e locali l'opportunità di partecipare in misura
sempre maggiore ad alcuni aspetti fondamentali delle politiche e dei programmi comunitari.
Questa nuova politica persegue due obiettivi. Il primo è rappresentato dagli Stati situati alle frontiere
orientali dell'Unione, mentre il secondo è rappresentato da quelli che si affacciano sulle sponde
meridionali e orientali del Mediterraneo (cioè i paesi del Magreb e del Mashrek ed Israele). In quanto
ai primi, la politica europea di vicinato rispecchia la tendenza a stabilire nuovi e più intensi rapporti
ed è tesa ad impedire l'emergere di linee di frattura nel continente europeo. In quanto ai secondi, tale
politica mira a rafforzare e sviluppare ulteriormente la cooperazione già realizzata nell'ambito del
processo di Barcellona.
49
Nel maggio 2004, la Commissione ha presentato il suo documento di strategia , in cui enuncia i
principi, definisce l'ambito geografico di applicazione e delinea i metodi di attuazione della politica
50
europea di vicinato. Il Comitato delle regioni riconosce che la politica europea di vicinato
costituisce uno strumento per consolidare i rapporti tra l'Unione e i paesi vicini, è convinto
dell'importanza del ruolo che gli enti locali e regionali possono svolgere in questo processo, e
manifesta quindi preoccupazione per l'assenza, nei documenti relativi a questa politica, di qualsiasi
menzione significativa o definizione del ruolo di tali enti.
Come indicato nella sua recente relazione di monitoraggio, la Commissione europea sostiene una
maggiore partecipazione degli organi locali e regionali nelle attività, nei programmi e nelle iniziative
del Partenariato euromediterraneo (ad esempio, in vista della conferenza per il decimo anniversario di
tale Partenariato, che si terrà nel novembre 2005). Essa incoraggia gli enti locali e regionali a istituire
un organo che riunisca gli enti locali e regionali euromediterranei, allo scopo di farne un interlocutore
nell'ambito del Partenariato stesso.
49
COM (2004) 373 def.
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…/…
- 27 In vista delle nuove prospettive finanziarie (2007-2013), la Commissione ha elaborato una proposta di
regolamento recante disposizioni generali che istituiscono uno strumento europeo di vicinato e
partenariato, che in futuro dovrebbe diventare il principale strumento finanziario per i paesi
interessati. Nella proposta si fa espresso riferimento al coinvolgimento degli enti regionali e locali
nelle fasi di preparazione, attuazione e monitoraggio dei programmi e progetti ivi previsti51.
3.6
Lo sviluppo sostenibile: un obiettivo strategico dell'Unione europea
Lo sviluppo sostenibile pone il problema di conciliare lo sviluppo economico, la coesione sociale e la
protezione dell'ambiente. La transizione verso uno sviluppo più sostenibile costituisce un obiettivo
strategico dell'Unione europea ed è un concetto sotteso a tutte le politiche, azioni e strategie
comunitarie. L'importanza dello sviluppo sostenibile è sottolineata sia dal Trattato UE che dalla
Costituzione europea52.
La Commissione europea ha recentemente avviato un riesame della strategia per lo sviluppo
sostenibile e adottato una comunicazione che costituisce il primo passo di tale revisione. Nel suo
documento, la Commissione riconosce che gli obiettivi posti dalla precedente strategia non sono stati
raggiunti e delinea una serie di orientamenti futuri con riguardo allo sviluppo sostenibile. Sempre in
quel documento, essa afferma che il riesame della strategia dovrebbe tener conto del maggior
coinvolgimento delle autorità locali e regionali53. La Commissione invita inoltre tali autorità a
formulare osservazioni sugli orientamenti proposti per la strategia.
3.6.1
Aspetti ambientali dello sviluppo sostenibile
Il documento fondamentale in materia di politica ambientale nell'Unione europea è il Sesto
programma di azione per l'ambiente della Comunità europea, adottato dal Consiglio e dal Parlamento
europeo nel luglio 2002. Il programma d'azione tratta degli obiettivi e delle priorità ambientali più
importanti sulla base di una valutazione dello stato dell'ambiente e delle tendenze prevalenti in questo
campo. Inoltre, esso individua sette aree problematiche in cui intervenire, con riguardo alle quali la
Commissione europea dovrà presentare delle specifiche strategie tematiche entro la fine del 2005.
La presentazione di tali strategie è sempre preceduta da un'ampia procedura di consultazione, nel
corso della quale la Commissione illustra, mediante comunicazioni, le sue proposte relative alle
strategie tematiche finali.
50
51
52
53
CdR 336/2004 riv. 2; progetto di parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione - Politica
europea di vicinato - documento di strategia (relatore: Lord HANNINGFIELD).
COM(2004) 628 def. Cfr. ad esempio gli articoli 4, paragrafi 1 e 3, l'articolo 10 e l'articolo 14, lettere g) ed i).
L'articolo I-3 della Costituzione (GU C 310 del 16.12.2004) ne fa espressa menzione, prevedendo quanto segue: "L'Unione si
adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su
un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato
livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente".
"Valutazione 2005 della strategia dell'UE per lo sviluppo sostenibile: bilancio iniziale e orientamenti futuri" (COM(2005) 37 def., pag. 9).
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…/…
- 28 "Verso una strategia tematica sull'ambiente urbano"
La comunicazione54 così intitolata segna una prima fase nella preparazione della strategia tematica
sull'ambiente urbano, che dovrebbe essere presentata dalla Commissione nell'estate del 2005.
L'obiettivo globale di tale strategia è migliorare le prestazioni ambientali delle aree urbane, tenendo
conto nel contempo dei connessi aspetti economici e sociali. Nel settembre 2004, il Comitato delle
regioni ha adottato un parere55 su questa comunicazione, preceduto da un'audizione cui hanno
partecipato la Commissione europea, membri del Comitato delle region stesso, e oltre 100 invitati in
rappresentanza delle parti interessate. Molti di questi ultimi, provenienti da tutta l'Unione europea, si
sono tenacemente opposti, durante il dibattito svoltosi nel corso dell'audizione, alle misure vincolanti
proposte dalla Commissione, e tali posizioni sono confluite nel parere del CdR. La Commissione ha
quindi invitato il Comitato delle regioni a inviare rappresentanti nel gruppo consultivo di esperti
incaricato di assisterla nell'elaborazione della strategia tematica finale sull'ambiente urbano. Nel suo
parere, il Comitato raccomandava che, con riguardo all'ambiente urbano, la Commissione si limitasse
a proporre schemi di politica e a concordare obiettivi, anziché proporre anche gli strumenti normativi
con i quali realizzarli. In alternativa a questi ultimi, il Comitato raccomandava di sviluppare strumenti
e metodi basati sulla concertazione. Nel suo follow-up dei pareri del CdR, la Commissione afferma di
lavorare, in linea con le raccomandazioni espresse nel parere, allo sviluppo di misure alternative a
quelle normative, come il metodo aperto di coordinamento, gli accordi tripartiti e la Carta di Ålborg.
Nel suo parere in merito alla proposta di direttiva relativa alla qualità delle acque di balneazione56, il
Comitato delle regioni, pur condividendo appieno lo spirito della normativa proposta, ha
raccomandato una serie di modifiche, alcune delle quali sono state accolte quando il Consiglio ha
raggiunto l'accordo politico sulla posizione comune poi adottata il 20 dicembre 2004. In particolare, il
Consiglio ha, come suggerito dal CdR, espunto l'articolo 12 della proposta di regolamento, che
riguardava i piani di emergenza. Nel parere, infatti, il CdR aveva sostenuto che la messa a punto di
piani di emergenza andasse limitata ai casi in cui la situazione fosse estremamente urgente, e la
posizione comune del Consiglio rispecchia tale opinione. Inoltre, seguendo anche in questo caso le
raccomandazioni del Comitato, il Consiglio ha introdotto una maggiore flessibilità nel modo di
presentare ai cittadini le informazioni sullo stato delle acque di balneazione.
Nel suo parere in merito alla proposta di direttiva relativa a pile e accumulatori57, il Comitato delle
regioni, pur esprimendo apprezzamento per la normativa proposta, ha raccomandato la soppressione
delle disposizioni che prevedevano il monitoraggio del flusso di rifiuti, ritenendo che monitorare tale
flusso fosse molto costoso per gli enti regionali e locali e al tempo stesso inutile. Inoltre, il CdR ha
54
55
56
57
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato
delle regioni - Verso una strategia tematica sull'ambiente urbano (COM(2004) 60 def.).
CdR 93/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento
europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Verso una strategia tematica sull'ambiente
urbano; relatrice: TARRAS-WAHLBERG.
CdR 17/2003 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio
relativa alla qualità delle acque di balneazione (COM(2002) 581 def.); relatore: ANTICH I OLIVER.
CdR 12/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio
relativa a pile e accumulatori e a pile e accumulatori usati (COM(2003) 723 def.); relatore: MARTIKAINEN.
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- 29 raccomandato che, cinque anni dopo l'entrata in vigore della direttiva, la Commissione presenti al
Consiglio e al Parlamento europeo una relazione sui progressi realizzati in vari campi. Nell'accordo
politico sulla posizione comune poi adottata il 20 dicembre, le disposizioni sul monitoraggio del flusso
di rifiuti sono state espunte e alla Commissione è stato chiesto di presentare una relazione al Consiglio e
al Parlamento europeo, ancorché quattro (e non cinque) anni dopo l'entrata in vigore della direttiva.
3.6.2
L'importanza del coinvolgimento degli enti locali e regionali nelle questioni relative allo
sviluppo rurale
Negli ultimi anni la politica agricola comune (PAC) dell'Unione europea è profondamente mutata. Nel
2003 è stato riformato il sostegno al mercato dei prodotti agricoli, mentre nel 2004, dato che la
Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale per
il periodo 2007-201358, è stato il futuro di tale sviluppo a trovarsi al centro del dibattito.
Sviluppo rurale
La proposta di regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale riguarda vari aspetti della vita rurale,
come l'agricoltura, il benessere animale, la protezione dell'ambiente, la gestione del territorio, la
diversificazione dell'economia rurale e le misure per incoraggiare la popolazione a non abbandonare
le aree rurali. Poiché il regolamento proposto svolge un ruolo molto importante nello sviluppo di tali
aree, ad esso è stata dedicata una particolare attenzione e, la commissione Sviluppo sostenibile ha
costituito al proprio interno un gruppo di studio sull'argomento presieduto dal relatore LOKKEr. Nel
suo parere59, il Comitato sottolinea fra l'altro l'importanza di coinvolgere gli enti locali e regionali
nell'elaborazione e attuazione dei programmi di sviluppo rurale, e sostiene che le strategie nazionali
dovrebbero lasciare agli enti regionali e locali un margine di manovra sufficiente per mettere a punto
provvedimenti ritagliati sulle esigenze specifiche di tali enti. Ciò è essenziale, in quanto le
disposizioni adottate a livello comunitario o nazionale possono ostacolare le iniziative regionali
rivolte a sfruttare le opportunità e affrontare i problemi presenti a livello locale. Durante un'audizione
tenutasi in settembre, nel corso della quale il presidente del Consiglio Agricoltura VEERMAN ha
presentato le sue osservazioni sulla proposta di regolamento, la Commissione europea, alcune parti
interessate come le ONG ambientali e le organizzazioni di agricoltori, e una serie di associazioni
locali e regionali, hanno evidenziato l'importanza di questo argomento per gli enti locali e regionali.
Oltre a svolgere la sua funzione consultiva, il Comitato delle regioni ha anche promosso il dibattito
sulle questioni connesse allo sviluppo sostenibile. Così ad esempio, in collaborazione con il comune
di Varkaus (Finlandia), nel settembre 2004 il CdR ha organizzato un seminario intitolato "Lo sviluppo
sostenibile a livello locale". Al seminario sono intervenuti come oratori rappresentanti degli enti
regionali e locali dei vecchi e nuovi Stati membri, del Parlamento europeo, della Commissione
europea e dell'Agenzia europea dell'Ambiente. All'evento, che ha avuto ampia risonanza sulla stampa
58
59
COM (2004) 490 def.
CdR 255/2004 fin; parere del Comitato delle regioni in merito alla proposta di regolamento del Consiglio sul sostegno allo
sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (COM(2004) 490 def.); relatore: LOKKER.
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- 30 locale, hanno assistito autorità locali, esponenti del mondo dell'impresa e membri di associazioni
europee.
3.7
Rapporti con la Commissione europea, il Parlamento europeo ed il Consiglio
I rapporti con queste tre istituzioni comunitarie attraversano attualmente delle fasi di sviluppo
alquanto diverse. Mentre per quanto riguarda la Commissione, i negoziati per la revisione del
Protocollo di cooperazione dovrebbero iniziare nel corso del 2005. La collaborazione con il
Parlamento europeo continua ancor oggi ad essere concentrata principalmente sul procedimento di
consultazione prelegislativa e si limita alla cooperazione tra commissioni e comitati o relatori e gruppi
politici. Quanto alle relazioni con il Consiglio, esse sono destinate a svilupparsi ulteriormente nel
2005. Per il futuro, occorre valutare con attenzione le notevoli opportunità di un maggiore
coinvolgimento del Comitato nel processo di consultazione prelegislativa a livello delle tre istituzioni.
Le amministrazioni del CdR e del CESE partecipano in qualità di osservatori al "Gruppo Neunreither"
di programmazione legislativa interistituzionale, costituito dalla Commissione, dal Consiglio e dal
Parlamento europeo. Una cooperazione che dovrebbe estendersi anche al gruppo ad alto livello
"Legiferare meglio", attualmente composto dai Segretari generali di queste tre istituzioni: i due
Comitati hanno infatti chiesto di parteciparvi.
3.7.1
La Commissione europea
Nel primo semestre del 2004, un gruppo di riflessione a livello amministrativo ha lavorato ad alcune
proposte di revisione del Protocollo di cooperazione con la Commissione. L'esito di questi lavori è
costituito da una serie di suggerimenti con riguardo al futuro della cooperazione, a livello istituzionale
e politico, tra il CdR e la Commissione europea. Un incontro tra il vicepresidente della Commissione
europea e il Presidente STRAUB segna l'inizio dei negoziati ufficiali per la revisione del Protocollo di
cooperazione nel 2005.
La cooperazione e i contatti con la Commissione riguardano la programmazione legislativa, la
consultazione prelegislativa, legislativa e non-legislativa, nonché il seguito dato ai pareri del CdR.
La programmazione legislativa seguita dal CdR per organizzare le proprie attività consultive si basa
essenzialmente sull'analisi del programma legislativo e di lavoro della Commissione europea. Al di là
delle consultazioni obbligatorie e facoltative, la buona collaborazione con i servizi della Commissione
e l'esistenza del Protocollo di cooperazione hanno consentito di promuovere delle richieste di
consultazione anche in relazione a documenti sui quali le DG non avevano espresso l'intenzione di
consultare il CdR, ma che potevano rivelarsi interessanti per quest'ultimo.
Nel 2004, la Commissione ha per la prima volta dato completa attuazione a una procedura di
fondamentale importanza: quella per la valutazione di impatto. La valutazione d'impatto estesa si
concentra sull'impatto economico, ambientale e normativo di una proposta legislativa e prevede fra
l'altro la consultazione delle parti interessate e di esperti della materia. La possibilità che tale
procedura comporta di coinvolgere il Comitato delle regioni in una fase molto precoce del
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 31 procedimento prelegislativo è stata prospettata nelle delibere del gruppo di preparazione e ribadita nel
documento preparatorio, nonché nei diversi incontri politici con le altre istituzioni interessate.
Sulla base dei numerosi incontri di amministratori e relatori con i funzionari della Commissione, può
affermarsi che la consultazione sia legislativa che non-legislativa è stata globalmente più frequente e
più efficace.
In seguito alle discussioni preparatorie dei negoziati sul Protocollo di cooperazione, la relazione sul
seguito dato dalla Commissione ai pareri del CdR è nettamente migliorata, diventando più strutturata
sul piano formale e più approfondita su quello dei contenuti. La relazione vera e propria potrebbe in
futuro essere integrata, con riguardo ai dossier di maggiore rilievo, da incontri di follow-up volti a
garantire un'analisi appropriata dell'efficacia dell'attività stricto sensu consultiva svolta dal CdR.
Nel dicembre 2003, la Commissione europea ha adottato una comunicazione60 sul dialogo con le
associazioni degli enti territoriali sull'elaborazione delle politiche dell'Unione europea. Tale dialogo è
una nuova forma di contatto, che si affianca e va oltre i metodi esistenti di consultazione pubblica e
istituzionale, lanciati dalle istituzioni dell'Unione nella fase prelegislativa. Il dialogo si è aperto il
10 maggio 2004 alla presenza di oltre 60 organizzazioni, incluse tutte le principali organizzazioni
europee e numerose associazioni nazionali e di categoria. Il CdR ha collaborato allo svolgimento di
tale dialogo, lavorando con le associazioni alla fissazione dei criteri di selezione dei partecipanti e
proponendo alla Commissione elenchi di partecipanti, nonché coordinandone la preparazione.
3.7.2
Il Parlamento europeo
I rapporti con il PE si sono concentrati su una collaborazione informale sui principali dossier: con
l'appoggio dei gruppi politici, le segreterie delle commissioni hanno organizzato numerosi incontri e
partecipazioni alle rispettive riunioni del PE e del CdR.
Durante la sessione parallela del CdR e del PE, svoltasi il 29 e 30 settembre 2004, sono stati
organizzati diversi incontri tra membri del Comitato e del Parlamento europeo. In quella occasione, la
sinergia tra i contatti stabiliti dai gruppi politici e quelli organizzati dalle segreterie delle commissioni
hanno prodotto notevoli risultati.
In merito al rafforzamento dei rapporti con il Comitato, il Presidente del Parlamento europeo
Josep BORRELL ha detto di auspicare che, in futuro, l'istituzione da lui presieduta eserciti
maggiormente il diritto, attribuitogli dal Trattato di Amsterdam, di consultare il Comitato delle regioni.
Egli ha aggiunto che la nuova Costituzione europea metterà il Comitato in condizioni di "incidere",
riferendosi al diritto di adire la Corte di giustizia in caso di violazione del principio di sussidiarietà61.
60
61
Comunicazione della Commissione - Dialogo con le associazioni degli enti territoriali sull'elaborazione delle politiche
dell'Unione europea (COM(2003) 811 def.).
"Il Comitato delle regioni visto dai leader europei", pag. 4.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 32 La collaborazione avviata con grande successo tra la commissione del PE per lo sviluppo regionale e
la commissione COTER del Comitato, nonché tra la commissione CONST del CdR e la
corrispondente commissione del PE, può fungere da esempio di come collaborare a livello
amministrativo su specifici argomenti, nel più ampio contesto dello sviluppo di pareri e relazioni,
audizioni e seminari a più alto livello62.
3.7.3
Il Consiglio dell'Unione europea
Nel corso del 2004, la presidenza irlandese e quella olandese hanno avviato le attività di follow-up
dell'accordo interistituzionale "Legiferare meglio", concluso nel 2003. La Commissione, il Consiglio e il
Parlamento europeo hanno convenuto tra l'altro sul contributo positivo recato dalle valutazioni d'impatto
all'obiettivo del miglioramento della qualità della legislazione comunitaria: le tre istituzioni, infatti,
"riconoscono che un più efficace procedimento di consultazione prelegislativa e un maggiore ricorso alle
analisi degli effetti, sia a priori che a posteriori, contribuiscono al conseguimento di tale obiettivo63.
La presidenza olandese ha organizzato una riunione della rete UE ad alto livello "La governance e
l'UE", svoltasi all'Aia (Paesi Bassi) il 9 e 10 dicembre 2004, in cui si è discusso del ruolo dell'Unione
europea, degli Stati membri e degli enti regionali e locali. Nelle conclusioni finali dell'incontro si
legge che la rete intende coinvolgere nelle riunioni future rappresentanti dei governi locali e regionali,
inclusi quelli presenti nel Comitato delle regioni, e si aggiunge che siamo all'inizio di un processo
riguardante la governance e il ruolo dell'UE, degli Stati membri e degli enti regionali e locali64. Per
quanto concerne l'applicazione del principio di sussidiarietà, il gruppo ad alto livello ha riconosciuto
l'esigenza di garantire a livello europeo il coinvolgimento effettivo delle autorità locali e regionali nel
processo di definizione delle politiche, attraverso il Comitato delle regioni e grazie al dialogo costante
e significativo con la Commissione europea.
Con riguardo al follow-up del Libro bianco sulla governance europea (luglio 2001), il gruppo ad alto
livello ha sottolineato l'importanza delle intese trilaterali (contratti e accordi) fra la Commissione
europea, gli Stati membri e gli enti locali e regionali. Inoltre, esso ha raccomandato la costituzione, da
parte del Consiglio, di un gruppo di lavoro sul seguente tema: "Il concetto di intesa trilaterale può dare
grande impulso all'innovazione e contribuire ad una migliore attuazione di determinate politiche
comunitarie che hanno ripercussioni locali o regionali a tutti i livelli di governo e coinvolgono le
comunità locali e regionali". Infine, la rete ad alto livello ha sottolineato l'importanza delle valutazioni
d'impatto ai fini della riduzione degli oneri amministrativi non necessari che gravano sugli enti locali
e regionali a causa della legislazione comunitaria.
62
63
64
Sul punto cfr. R/CdR 279/2004, punto 4; relazione sull'impatto dei lavori del Comitato delle regioni.
Punto 25 del progetto interistituzionale, pubblicato sulla GU C 321 del 31.12.2003, pag. 1.
Conclusioni e raccomandazioni finali della riunione ad alto livello "La governance e l'UE" - L'Aia, 9 e 10 dicembre 2004.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 33 3.8
Monitoraggio della sussidiarietà, rapporti con parlamenti e organizzazioni
3.8.1
Monitoraggio della sussidiarietà
Come già ricordato nella sezione 3.2 di questo documento, il Trattato costituzionale rafforzerà il ruolo
del Comitato delle regioni nel monitoraggio della sussidiarietà. E, affinché le disposizioni del nuovo
Trattato abbiano l'impatto desiderato sul CdR, dovranno essere introdotti nuovi metodi per quanto
riguarda sia i lavori consultivi sia il regolamento interno.
Nel 2004 il CdR ha iniziato a elaborare un parere d'iniziativa65 sui principi di sussidiarietà e
proporzionalità. In questo parere, il CdR spiegherà come percepisce il suo nuovo ruolo e come intende
organizzarsi di conseguenza. Tuttavia, in questa fase è ancora troppo presto per trarre conclusioni
sull'impatto che tale rafforzamento del monitoraggio della sussidiarierà potrà avere avuto sui lavori
consultivi del CdR nel 2004. In quanto all'impatto sul programma del CdR in tale anno, esso può
innanzitutto misurarsi in termini di intensificazione dei contatti e di maggiore impulso conferito al
dibattito in diversi ambienti, sia a Bruxelles che a livello nazionale, regionale o locale.
In questa fase, l'impatto delle nuove prerogative del CdR in tema di monitoraggio della sussidiarietà
può essere percepito soprattutto nel calendario dei lavori e nelle conclusioni degli attori esterni.
L'espresso riferimento al CdR nel Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di
proporzionalità annesso alla Costituzione ha spinto soggetti esterni a riconoscere al CdR un ruolo più
incisivo in tale campo e ad avviare una riflessione sui modi di realizzare una più intensa cooperazione
con esso. Ciò vale in particolare per le regioni dotate di poteri legislativi e per i parlamenti regionali,
cui la Costituzione non ha attribuito il diritto di ricorrere direttamente alla Corte di giustizia come il
CdR (benché i parlamenti regionali possano adirla indirettamente, per il tramite dei rispettivi governi
e parlamenti nazionali). Di conseguenza, sia il CALRE (assemblee legislative regionali) sia il
REGLEG (regioni con poteri legislativi) hanno annunciato, nelle rispettive dichiarazioni finali
66
annuali , la loro piena disponibilità a collaborare a stretto contatto con il CdR al monitoraggio della
sussidiarietà e a intensificare gli scambi di informazioni attraverso una rete di monitoraggio
congiunta. Nel piano d'azione comune CdR-CALRE per il 2005, si dichiara avviata la cooperazione in
tale campo; questa comprende un test comune di cooperazione tra i 74 parlamenti regionali aventi
potere legislativo e il CdR su uno specifico dossier legislativo.
Inoltre, nel 2004 il Presidente del CdR STRAUB si è recato in visita, con incontri ad alto livello
(presidente e commissione Affari europei della relativa assemblea), ai parlamenti nazionali
dell'Ungheria, della Repubblica ceca, dell'Italia, della Polonia, di Cipro e dei Paesi Bassi, al fine di
discutere il ruolo parallelo che, in base alla Costituzione europea, i parlamenti nazionali e il Comitato
delle regioni dovranno svolgere in tema di monitoraggio della sussidiarietà. Diversi parlamenti hanno
65
66
CdR 220/2004; progetto di parere della commissione Affari costituzionali e governance europea sul tema "L'applicazione e il
controllo dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità"; relatore: STRAUB.
Quinta Conferenza dei presidenti delle regioni con poteri legislativi (REGLEG), Edimburgo (Regno Unito), 29 e 30 novembre 2004,
e Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative regionali europee, dichiarazione di Milano approvata il 26 ottobre 2004.
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…/…
- 34 manifestato la loro disponibilità a partecipare alla rete di monitoraggio sulla sussidiarietà che sarà
realizzata dal CdR. Nel 2005 e 2006, tale accordo politico dovrà essere tradotto in pratica.
3.8.2
Rapporti con le associazioni
Il CdR ha da anni stabilito rapporti con le associazioni, e l'intensificarsi di tali rapporti è percepibile
soprattutto nella migliore integrazione delle competenze specifiche di tali organizzazioni nei pareri
del CdR, resa possibile da un maggiore coinvolgimento di queste ultime nel procedimento consultivo.
Tuttavia, il ruolo sempre più "centrale" assunto dal CdR in questo processo - riconosciuto dall'allora
Presidente della Commissione europea PRODI, nel suo discorso di apertura del primo incontro
dedicato al dialogo con le associazioni - può scorgersi anche in un maggiore coinvolgimento del
Comitato nelle attività di queste (e viceversa), nella presenza ormai consolidata del Presidente del
CdR o di un suo rappresentante alle riunioni generali annuali delle associazioni, e nel costante
riferimento al CdR di tutte le dichiazioni finali e le posizioni comuni elaborate dalle stesse.
3.9
I gruppi politici
Il paragrafo che segue descrive la dimensione orizzontale e l'impatto delle attività dei gruppi politici
in generale; delle attività che essi svolgono con riguardo a settori specifici, si è infatti già trattato nelle
sezioni precedenti di questo documento dedicate alle relative politiche comunitarie. I gruppi politici e
le loro segreterie svolgono un ruolo essenziale nel posizionamento politico e interistituzionale del
Comitato, nonché nella divulgazione e visibilità dei pareri dei "loro" relatori, in particolare nei
confronti del Parlamento europeo. Ogni gruppo presente nel CdR mantiene forti legami con il gruppo
corrispondente in seno al PE. I gruppi sono riusciti a inserire i loro membri in gruppi di lavoro e
forum, composti di parlamentari europei, commissari europei ed esponenti di partiti politici nazionali,
che formulano raccomandazioni, posizioni, relazioni e pubblicazioni. In quelle sedi, i membri del CdR
hanno la possibilità di influire sulla posizione complessiva dei partiti del PE nei confronti del
Comitato delle regioni e sulla loro percezione dell'importanza del ruolo svolto dagli enti locali e
regionali in Europa. La funzione dei gruppi politici del CdR è, inoltre, quella di costituire un
collegamento, sia pure informale, con i gruppi corrispondenti del PE. I contatti avuti, ben prima
dell'adozione di una posizione formale da parte del PE, con i relatori ufficiali e de facto hanno reso
possibile sviluppare una maggiore consapevolezza del lavoro svolto dal Comitato e affinare il profilo
politico delle posizioni adottate da quest'ultimo. Al conseguimento di tali obiettivi contribuisce inoltre
in modo efficace la presenza virtuale dei gruppi politici nel sito Internet del CdR.
Il gruppo PPE
Nel 2004 il gruppo PPE del CdR ha deciso di dedicare un'attenzione particolare ai temi della riforma
dei fondi strutturali, sui quali è stato organizzato un dibattito approfondito con il commissario
BARNIER, alcuni membri del PE ed il ministro per lo Sviluppo regionale della Slovacchia, e ai temi
della sicurezza, cui è stata dedicata una riunione straordinaria, svoltasi ad Atene, che ha visto la
partecipazione del primo ministro greco KARAMANLIS e di altri ministri del suo governo, di
membri del PE e del commissario DIMAS. Inoltre, per tutto il 2004, il gruppo PPE ha, nelle sue
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 35 riunioni svoltesi a Bruxelles, approfondito le tematiche costituzionali, in particolare i lavori della CIG,
con il contributo di MENDEZ DE VIGO, e l'allargamento.
Nell'imminenza di eventi come l'M-11, le questioni della sicurezza sono divenute prioritarie per
l'Unione europea. Al riguardo, in ottobre il gruppo PPE ha organizzato una riunione straordinaria ad
Atene, per discutere come meglio affrontare i problemi della sicurezza nelle città europee. In esito a
tale incontro, nelle conclusioni della "dichiarazione di Atene", il gruppo ha proposto di istituire una
piattaforma permanente - denominata "Raggruppamento per una rete di sicurezza" - dei leader politici
delle città europee e delle aree urbane, per condurre, in collaborazione con le autorità competenti,
analisi comparative in materia di criminalità, terrorismo e prevenzione delle catastrofi67.
La piattaforma, che ha come membri fondatori Atene, Madrid, Francoforte sul Meno e Praga,
contribuisce a un efficace scambio di informazioni e di buone pratiche nelle città europee, allo scopo
di creare un ambiente urbano più sicuro per i loro cittadini.
Durante la sessione parallela del Comitato delle regioni e del Parlamento europeo, svoltasi il
29 e 30 settembre 2004, sono stati organizzati diversi incontri tra i relatori del CdR appartenenti al
gruppo PPE e i loro omologhi del Parlamento europeo. Inoltre, dall'incontro di Isidoro GOTTARDO,
presidente del gruppo PPE al CdR, con Gerardo GALEOTE QUECEDO, presidente della
commissione per lo sviluppo regionale del PE, è scaturita un'intesa per una più stretta cooperazione
tra il CdR e quella commissione parlamentare. Un risultato immediato di tale intesa è costituito
dall'invito, rivolto al Presidente del CdR, a presenziare all'audizione del nuovo commissario europeo
per la politica regionale presso la commissione REGI del Parlamento europeo. Inoltre, quest'ultima
commissione consulterà il CdR sulle questioni di maggiore rilievo per il Comitato e per l'agenda
dell'Unione europea.
Inoltre, i pareri adottati dal CdR in base al lavoro svolto da relatori del gruppo PPE, vengono
regolarmente inviati da questi ultimi ai relatori del PPE al Parlamento europeo, con una lettera di
accompagnamento personalizzata scritta nella lingua madre dei destinatari. Analogamente, il
presidente del PPE scrive al coordinatore del PPE nella commissione competente del PE, per
sincerarsi che le opinioni e raccomandazioni del CdR siano prese in considerazione e incorporate nei
lavori del Parlamento europeo. Alla luce delle risposte pervenute, si può quantomeno affermare che
questo approccio stia rendendo il lavoro del CdR più visibile e riconoscibile.
"REPPORTER" - la nuova newsletter del PPE diramata prima di ogni sessione plenaria - è un organo di
informazione che si rivolge ai parlamentari e ai commissari europei del PPE, nonché agli esponenti di
questo partito, ed è distribuito anche ai membri del gruppo PPE del CdR. La newsletter assicura maggiore
visibilità ai pareri adottati sulla base di relazioni dei membri del gruppo PPE e costituisce una fonte di
informazione sui pareri in corso di elaborazione da parte di relatori del PPE e, più in generale, sulle altre
attività svolte dal CdR su iniziativa del PPE. Essa contribuisce quindi in modo concreto all'attuazione della
linea del CdR in tema di relazioni esterne che, oltre a riguardare il follow-up dei pareri adottati, prevede
anche il miglioramento della comunicazione e della visibilità del lavoro del Comitato.
67
http://www.cor.eu.int/eppweb/safetyplatform.htm
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 36 -
Il gruppo PSE
I dibattiti in seno al gruppo PSE sono stati imperniati sui temi fondamentali del 2004, in particolare
sulla politica di coesione e il suo finanziamento e sull'allargamento dell'Unione dal punto di vista
della cooperazione interregionale e transfrontaliera.
Per quanto riguarda il primo tema, il gruppo PSE del CdR ha organizzato un seminario congiunto,
svoltosi il 27 gennaio 2004, con il commissario per la Politica regionale Michel BARNIER, nel corso
del quale il gruppo ha potuto esprimere la sua grave preoccupazione per il modo in cui sono preparate
le discussioni sulle prospettive finanziarie, e in particolare per la scarsa propensione che alcuni Stati
membri mostrano già adesso per una solidarietà comunitaria globale e la gestione di determinate
competenze dell'Unione europea.
Per quanto concerne il secondo tema, il gruppo PSE del CdR si è riunito il 7 maggio 2004 a Maribor
(Slovenia), su invito di Boris SOVIČ, sindaco socialista della città, per esaminare la dimensione
interregionale e transfrontaliera della nuova politica di vicinato dell'UE.
Inoltre, in funzione degli argomenti di maggior rilievo iscritti all'ordine del giorno della sessione
plenaria, il presidente del gruppo PSE invita sistematicamente un ospite d'onore alle riunioni del
gruppo, rivolte principalmente ad adottare posizioni comuni su questioni politiche fondamentali.
L'11 febbraio 2004, il gruppo PSE si è riunito alla presenza di Karel VAN MIERT, già commissario
europeo alla Concorrenza e presidente del gruppo di alto livello per i progetti prioritari per la rete
transeuropea di trasporto fino al 2020, al fine di individuare soluzioni ai problemi del finanziamento
dell'RTE-T.
I leader socialisti Poul Nyrup RASMUSSEN, già primo ministro danese e attuale presidente del PSE,
e Martin SCHULZ, presidente del gruppo parlamentare del PSE, hanno presenziato rispettivamente
alle riunioni del 16 giugno 2004 e del 29 settembre 2004, per discutere della riforma del PSE e
studiare le sinergie tra Parlamento europeo e Comitato delle regioni nel processo di ratifica del
Trattato costituzionale.
Il 17 novembre 2004, in occasione del 10° anniversario del CdR, alla presenza di Jacques DELORS,
già Presidente della Commissione europea e presidente dell'Associazione "Notre Europe", e di Pascal
LAMY, commissario europeo uscente e presidente del gruppo ad alto livello del PSE, il gruppo PSE
del CdR si è occupato delle priorità della famiglia socialista per il prossimo mandato della
Commissione europea.
Infine, occorre rilevare che i rapporti con il Parlamento europeo e il gruppo PSE al PE sono divenuti
più intensi, grazie a un migliore coordinamento dei lavori, principalmente nell'ambito delle questioni
riguardanti la politica regionale e i servizi pubblici, e all'avvio di una serie di incontri tra i rispettivi
coordinatori e tra i rispettivi relatori, ufficiali o de facto, che lavorano su un medesimo dossier.
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…/…
- 37 -
Il gruppo ALDE
Il gruppo ALDE ha iniziato con largo anticipo a prepararsi per ricevere i membri del CdR provenienti
dai dieci nuovi Stati membri dell'Unione. Già a partire dal luglio 2003, gli osservatori del CdR
appartenenti al gruppo ALDE avevano partecipato in modo effettivo alle attività del gruppo. Inoltre, nel
maggio 2004 era stato istituito un gruppo di lavoro incaricato di preparare l'arrivo dei nuovi membri.
La riunione straordinaria del gruppo fuori Bruxelles si è svolta il 13 settembre 2004 a Mariehamn,
nelle isole Åland (Finlandia). In quell'occasione, il gruppo ha fra l'altro organizzato un dibattito,
aperto al pubblico, sull'applicazione del principio di sussidiarietà in base alla Costituzione europea.
L'incontro ha offerto ai membri del gruppo ALDE la possibilità di conoscere in modo più
approfondito la situazione davvero peculiare della regione delle isole Åland: questa appartiene alla
Finlandia, ma la sua popolazione è di lingua e cultura svedesi. La regione gode quindi di un elevato
livello di autonomia, ed è stato particolarmente interessante per i membri dell'ALDE osservare che,
malgrado gli stretti legami con il resto della Finlandia e con la Svezia, essa attribuisce grande
importanza all'accesso diretto alle istituzioni comunitarie, reso possibile dal fatto di essere
rappresentata in seno al CdR. La visita è inoltre servita a sottolineare la varietà degli interessi
regionali con cui i membri del CdR devono confrontarsi durante il loro mandato, contribuendo così ad
esaltare la dimensione europea del loro lavoro.
Il gruppo UEN-AE
Nel corso di una riunione straordinaria del gruppo, svoltasi nel maggio 2004, i membri hanno avuto
occasione di discutere in modo approfondito, con l'allora ministro irlandese degli Affari europei, Dick
Roche (in quel semestre, l'Irlanda aveva la presidenza di turno del Consiglio UE), soprattutto del
progetto di Trattato costituzionale e del dibattito sul futuro dell'Europa. La riunione ha contribuito in
misura fondamentale allo sviluppo di un rapporto molto stretto e costante con il ministro irlandese, il
quale è oggi responsabile dei rapporti con il Comitato delle regioni e i suoi membri irlandesi, dato che il
suo incarico governativo è cambiato ed egli è divenuto ministro per l'Ambiente e le autonomie locali.
Il 2004 ha fatto registrare una più intensa cooperazione con il Parlamento europeo. In particolare,
sono stati rafforzati i legami, in relazione ad argomenti specifici, sia con il gruppo Alleanza libera
europea che con il gruppo Unione per l'Europa delle nazioni. Molti membri del PE hanno presenziato
alla riunione del gruppo UEN-AE del CdR svoltasi il 29 settembre, in occasione della sessione
plenaria del CdR parallela a quella del PE. È in esito ai contatti stabilitisi in tali occasioni che il
gruppo UEN-AE del CdR e i gruppi corrispondenti del PE si scambiano ormai regolarmente l'invito
ad assistere alle reciproche riunioni, il che ha contribuito ad aumentare notevolmente negli
europarlamentari la consapevolezza dell'importanza delle attività e delle posizioni del Comitato.
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…/…
- 38 In vista dell'inizio del semestre di presidenza irlandese, è stato pubblicato l'opuscolo "Useful Irish
Phrases - Cúpla focal úsáideach"68, inteso a promuovere la diversità linguistica e gli idiomi meno
usati. L'iniziativa ha riscosso un notevole successo, tanto che è stata pubblicata una seconda edizione
dell'opuscolo. Il fatto che esso sia stato espressamente richiesto e utilizzato, nonché distribuito nel
corso dei principali convegni organizzati dalla presidenza irlandese, si può considerare un esempio
particolarmente riuscito di come l'impegno del CdR a perseguire obiettivi politici come la promozione
delle lingue regionali o meno usate può essere illustrato in modo assai pratico e tangibile.
3.10
Comunicazione e interazione con il pubblico
Nel 2004 la strategia di comunicazione del Comitato delle regioni ha perseguito i seguenti obiettivi
fondamentali:
−
−
−
−
rafforzare i rapporti con le istituzioni comunitarie, collaborando con queste all'organizzazione
di eventi che coinvolgessero DG diverse,
realizzare una rete di contatti a livello regionale e locale, comunicando con la stampa regionale
e collaborando con gli enti regionali e locali all'organizzazione di eventi DLC che si
svolgessero fuori da Bruxelles,
aumentare la visibilità del Comitato delle regioni mediante le iniziative summenzionate, in
particolare il rinnovo del sito ufficiale del CdR e la produzione di altri audiovisivi (video, dvd),
promuovere il messaggio politico e i lavori consultivi del CdR, garantendo la copertura
mediatica degli eventi organizzati dalle commissioni DLC e dei viaggi ufficiali all'estero del
Presidente del Comitato.
Uno degli eventi più significativi che hanno contrassegnato il 2004 è stato senza dubbio il decennale
di attività del Comitato delle regioni. Al di là dell'impatto mediatico delle relative celebrazioni, tale
evento ha rappresentato un'occasione per fare il punto, mediante una serie di pubblicazioni69, sul
cammino percorso dal Comitato fin dall'entrata in vigore del Trattato di Maastricht.
I primi ministri degli Stati membri rendono omaggio al ruolo svolto dal CdR
Per una delle pubblicazioni celebrative, "Il Comitato delle regioni visto dai leader europei", l'unità
Stampa e comunicazione è riuscita a persuadere i primi ministri di tutti i 25 Stati membri, nonché i
nuovi Presidenti della Commissione europea e del Parlamento europeo, a contribuire con un articolo
al dibattito sul ruolo del CdR nel passato, nel presente e nel futuro. Così, ad esempio, il cancelliere
tedesco Gerhard SCHRÖDER si è soffermato sulla funzione di "ponte" che il Comitato svolge nel
processo di integrazione dei nuovi Stati membri, mentre il primo ministro britannico Tony BLAIR ha
68
69
http://www.cor.eu.int/presentation/down/EA/home/new.htm
Si ricordano in particolare: "Il Comitato delle regioni 1994-2004: dieci anni di lavori consultivi", pubblicazione a cura dell'unità
Studi che descrive in dettaglio tutte le iniziative politiche del CdR nei suoi primi dieci anni di attività e fornisce vari dati statistici
sul lavoro svolto dai suoi membri e sui risultati dei lavori consultivi del Comitato; la pubblicazione (a cura della Segreteria
dell'Ufficio di presidenza e dell'Assemblea) intitolata "Tribuna politica", e infine l'opuscolo "Le date storiche nella vita del
Comitato delle regioni", che costituisce una rapida sintesi della storia del CdR.
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 39 sottolineato l'importanza del ruolo attribuito al Comitato dalla Costituzione europea, in particolare con
riguardo all'ampliamento dei poteri di vigilanza del CdR sul rispetto del principio di sussidiarietà. In
un'ampia analisi, il primo ministro spagnolo José Luis Rodríguez ZAPATERO ha rilevato che il CdR
è divenuta la sede istituzionale in cui si realizza la condivisione, da parte delle regioni, dei valori
fondamentali dell'Unione europea. In quanto al futuro, ZAPATERO ha auspicato che il CdR si
consolidi e sviluppi come forum di dibattito pubblico, strumento di equilibrato sviluppo economico e
sociale, veicolo di coesione territoriale e, infine, organo di incontro tra le considerazioni legali e le
istanze etiche. Dal lato dei nuovi paesi, il primo ministro estone Juhan PARTS ha descritto il CdR
come un luogo di elezione per i nuovi Stati membri, che offre loro l'opportunità di portare la
cooperazione regionale e locale a livello europeo e sviluppare legami reciprocamente fruttuosi con le
regioni dell'intera UE-25, mentre il primo ministro ungherese Ferenc GYURCSÁNy ha osservato che,
nell'Unione allargata, il dialogo con le regioni e gli enti locali assumerà un rilievo sempre maggiore
nell'ambito di una governance europea rivolta al futuro.
Anche nel 2004 l'organizzazione di eventi ha costituito un aspetto importante della politica di
comunicazione del Comitato: gli eventi infatti, oltre a rappresentare altrettante occasioni di dialogo e
visibilità per coloro che vi partecipano, contribuiscono a promuovere il messaggio politico e i lavori
consultivi del Comitato.
Giornate "Porte aperte" 2004: la pratica e la riforma della politica regionale.
In base alle testimonianze e alle reazioni di partner, partecipanti e oratori come Martin JAHN, vice
primo ministro della Repubblica ceca, o Péter BALÁZS, ex commissario europeo, l'evento più
significativo del 2004 sono state le giornate "Porte aperte" - la cui seconda edizione si è svolta il 29 e
30 settembre -, organizzate dal CdR insieme alla DG REGIO della Commissione. Si è trattato di una
serie di conferenze, convegni e seminari rivolti ad analizzare la pratica e la riforma della politica
regionale. Il CdR è riuscito a riunire oltre 70 uffici regionali per lanciare un messaggio unitario: se si
vuole un'Europa forte e prospera, è necessaria una politica regionale efficace.
I forum, organizzati in collaborazione con gli uffici di rappresentanza delle regioni e degli enti locali e
le direzioni generali, hanno consentito al CdR di rafforzare i suoi legami con i partner impegnati nella
definizione della politica regionale. Secondo gli uffici di rappresentanza delle regioni e degli enti
locali, tali eventi costituiscono per loro un modo efficace di influire sull'agenda politica dell'Unione
europea, in quanto li pongono in diretto contatto con i funzionari della Commissione.
A titolo di esempio, possono menzionarsi i seguenti forum:
•
•
"Educazione attraverso lo sport nelle regioni e nelle città europee" (11-12 febbraio), realizzato
insieme alla DG EAC,
"Premi europei per l'innovazione regionale" (21-22 aprile), realizzato insieme alla DG REGIO,
con interventi del commissario europeo Michel BARNIER e di Antonio GUTERRES, ex primo
ministro portoghese e presidente della giuria che ha assegnato i premi,
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- 40 •
•
"La devoluzione nei dieci nuovi Stati membri" (16-17 giugno), realizzato insieme alla DG
ELARG e al CLRAE, con interventi di Mario PEZZINI (OCSE) e Thomas MEIEr (BERS),
"Dibattito tra giovani" (16-17 novembre), realizzato insieme al Collegio d'Europa di Bruges e al
Forum giovanile, con l'intervento di Jacques DELORS.
La giornata "Porte Aperte" del 1° maggio, incentrata sul tema dell'allargamento dell'UE, ha riscosso
un notevole successo. Il CdR ha offerto alle regioni dei nuovi Stati membri un occasione per
presentarsi al grande pubblico, installando degli stand nei locali del Comitato. Secondo le stime, oltre
30.000 persone, nei tre luoghi in cui il CdR era rappresentato (cioè l'edificio di rue Montoyer, il
Parlamento europeo ed il Parco del Cinquantenario), hanno visitato gli stand e sono venute in contatto
con il personale del Comitato. La giornata "Porte aperte" costituisce un'occasione unica di scambi tra
il Comitato e i cittadini europei, che dovrebbe essere sviluppata ulteriormente in termini di argomenti
da trattare e approfondimento dei medesimi.
Nel 2004 si è inoltre registrato un aumento, rispetto all'anno precedente, nel numero dei gruppi in
visita al CdR. La provenienza geografica (soprattutto paesi aderenti, ma anche paesi extraeuropei) e il
profilo (funzionari, impiegati di pubbliche amministrazioni, rappresentanti eletti, studenti universitari)
di tali visitatori dimostrano ampiamente l'interesse del pubblico nei confronti del Comitato delle
regioni, nonché per le questioni regionali e locali nell'ambito del processo decisionale comunitario.
La presenza del Comitato su Internet (che sta diventando un eccellente strumento di informazione per
tutte le istituzioni e gli organi dell'UE) ha avuto un notevole sviluppo: nei primi sette mesi del 2004, il
sito web del CdR è stato visitato in media da 20.000 utenti individuali ogni mese e questa cifra, grazie
al rilancio avvenuto nel settembre 2004, è passata a 29.823 nel mese di ottobre. Questo aumento
dimostra come il sito web sia uno strumento di informazione di primaria importanza e debba essere
ulteriormente sviluppato per diventare un mezzo realmente interattivo di comunicazione con tutti
coloro che si interessano alla politica regionale e con il pubblico in generale.
Le rassegne stampa, che riuniscono tutti gli articoli riguardanti il CdR apparsi sulla stampa,
evidenziano un crescente interesse nei confronti del Comitato da parte della stampa regionale e
consacrano le giornate "Porte aperte" 2004 come l'evento organizzato dal CdR che ha ricevuto la
maggiore copertura mediatica70. Anche la visita di Arsène WENGER, allenatore della squadra di
calcio dell'Arsenal, che il 6 ottobre ha partecipato ad un evento organizzato dal CdR insieme
all'Associazione per la promozione dell'Alsazia, ha ricevuto una notevole copertura da parte della
stampa più qualificata (ad esempio, un'intera pagina gli è stata dedicata dall'edizione internazionale
del Financial Times Magazine). Quando gli è stato chiesto il motivo della sua visita al CdR, Arsène
Wenger ha risposto che desiderava "fare qualcosa" per la sua regione. Le reazioni suscitate da questa
70
Per quanto riguarda i singoli eventi, la stampa ha dato particolare rilievo al convegno internazionale sul ruolo delle reti a banda larga
svoltosi a Killarney, in Irlanda, il 5 e 6 aprile (un evento organizzato dalla commissione EDUC in collaborazione con la South West
Regional Authority), a quello sulla prevenzione del razzismo nello sport e attraverso lo sport, svoltosi a Braga, in Portogallo, il
19 maggio (organizzato dalla commissione ECOS in collaborazione con l'Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia
e con l'UEFA) e alla conferenza congiunta della commissione CONST e del comitato istituzionale del Congresso dei poteri locali e
regionali d'Europa (organo del Consiglio d'Europa), svoltasi a Praga, nella Repubblica ceca, il 21 settembre.
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…/…
- 41 visita dimostrano71 le potenzialità legate alla presenza di personaggi famosi che, pur desiderosi di
diffondere l'importanza dell'identità regionale, senza un invito specifico non vedrebbero necessariamente
nel CdR lo strumento ideale per comunicare tale messaggio. Il Comitato dovrebbe quindi attivarsi
maggiormente per attrarre personaggi famosi del mondo dello sport, del cinema e della letteratura che
non gravitano su Bruxelles e intendono lanciare un messaggio forte di identità regionale.
4.
Conclusioni
Punti di forza
Per quanto concerne i lavori consultivi, il CdR è riuscito a rafforzare le sue posizioni nel dibattito
riguardante importanti questioni regionali e locali, come la riforma dei fondi strutturali, il dibattito
sulla Costituzione europea e il ruolo degli enti locali e regionali, i servizi di interesse generale, le
discussioni preliminari del 7° programma quadro per la ricerca e lo sviluppo. Il lavoro svolto con le
associazioni ha ormai raggiunto un ritmo considerevole, e tale collaborazione si è rivelata preziosa per
elaborare molti pareri di rilievo nel 2004. La qualità e la quantità dei contatti con le istituzioni
comunitarie a sostegno del lavoro consultivo è aumentata notevolmente.
Si è registrata una maggiore coerenza tra il lavoro consultivo e le altre attività del Comitato, come i
seminari, i convegni e le pubblicazioni. Gli eventi esterni ed interni si sono spesso rivelati molto
importanti per la successiva elaborazione dei pareri del Comitato o per "pubblicizzare" le sue
posizioni. Il successo degli eventi organizzati in collaborazione con altri partner è dipeso non solo dal
livello politico, ma anche e soprattutto dalla profondità dei contatti degli organizzatori con una rete di
esperti e quindi dalla loro capacità di attrarre oratori di prim'ordine. Nel 2004 il Comitato delle regioni
ha inaugurato una nuova fase, anche dal punto di vista logistico, con l'occupazione della sua nuova
sede e le opportunità che essa offre per entrare in contatto con i soggetti interessati ed il pubblico in
generale. Le istituzioni comunitarie appaiono sempre più interessate a valersi del CdR per essere
agevolate nei loro contatti con gli enti regionali e locali, onde comunicare con questi ultimi nel modo
migliore, ossia in maniera biunivoca e fornendo informazioni specifiche a specifici gruppi di destinatari.
Punti deboli
Se, da un lato, il Comitato delle regioni ha continuato ad affermare le sue posizioni in ordine ai temi
di politica regionale, come nella discussione sulla nuova politica di coesione, si deve dall'altro
riconoscere che le attività svolte dal CdR in altri settori del lavoro consultivo non hanno avuto il
medesimo impatto.
Non basta pretendere di partecipare e di svolgere un ruolo nell'elaborazione, la definizione o
l'attuazione delle politiche. Occorre che tali pretese siano fondate, coerenti con gli attuali fondamenti
giuridici dell'Unione europea, e motivate da un'effettiva esigenza di accrescere il ruolo degli enti
71
La presenza di WENGER è stata un elemento di attrazione anche per l'europarlamentare Daniel COHN-BENDIT (copresidente del
gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea), che ha assunto il ruolo di moderatore nel dibattito svoltosi in quell'occasione e dimostra
come eventi come questo possano servire anche ad innalzare il profilo del CdR nei confronti delle istituzioni comunitarie.
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- 42 locali o regionali o del CdR. Un problema, questo, che non può essere affrontato se non aumentando
la competenza tecnica nell'elaborazione dei pareri o intensificando le consultazioni in tema di
monitoraggio della sussidiarietà e analisi delle politiche.
Oggi, in numerose aree della politica comunitaria, il Comitato delle regioni svolge un ruolo di
catalizzatore o moltiplicatore nei confronti delle istituzioni europee da un lato e degli enti locali e
regionali dall'altro. Tuttavia la sua amministrazione non gode ancora appieno di una reputazione di
competenza sui temi regionali e locali generalmente riconosciuta dalle istituzioni europee. Anche
soltanto per la vastità degli argomenti e l'esiguità del personale a disposizione, sarebbe impossibile per
il CdR "seguire" tutte le questioni di interesse regionale e locale. È dunque importante stabilire delle
priorità e concentrarsi sugli argomenti così selezionati, in ordine ai quali si dovrà sviluppare nel lungo
periodo una competenza interna del Comitato, pur continuando a ricorrere in modo sistematico alle
competenze di esperti esterni. Argomenti fondamentali sui quali sviluppare una competenza interna
permanente del CdR sono ad esempio la governance, la cooperazione transfrontaliera, l'attuazione dei
fondi strutturali e la politica urbana. Inoltre, non vi è ancora una comunicazione sufficiente, tra i
membri e il personale del CdR, sulle opportunità di influire sui dibattiti che si svolgono nelle regioni.
Opportunità
Il 2004 è stato un anno estremamente importante per la programmazione strategica pluriennale
dell'Unione europea, programmazione che comporta anche per il Comitato la possibilità di attuare la
sua pianificazione con maggior sicurezza. La Commissione europea appena rinnovata ha adottato un
programma di lavoro per i prossimi anni: anche il CdR, dal canto suo, avendo valutato attentamente le
priorità politiche, dovrebbe ormai essere in grado di rispondervi elaborando una programmazione
pluriennale. Sono inoltre aumentate le opportunità di collaborazione strategica e di coordinamento con
altri soggetti interessati alle questioni regionali. La partecipazione regolare ai dibattiti nazionali e
regionali aumenterebbe in maniera concreta la visibilità e la consapevolezza pubblica.
Il 24 febbraio 2005, nel suo discorso alla sessione plenaria del CdR, il Presidente della Commissione
BARROSO ha lanciato un messaggio molto chiaro e conciso sul ruolo politico e sulle potenzialità del
Comitato. Il Presidente BARROSO infatti, dopo aver ricordato i suoi numerosi richiami alla necessità
di un partenariato dinamico per rilanciare l'Europa, inteso come uno strumento per tradurre le parole
in fatti, le priorità politiche dell'Unione in realizzazioni pratiche, ha proposto al Comitato di diventare
un protagonista attivo di quel partenariato. Egli si è infatti detto convinto del fatto che il CdR sia,
come previsto dal Trattato, uno strumento essenziale per collegare la Commissione agli enti locali e
regionali72.
Il nuovo corso della Commissione europea - come delineato nel suo programma di lavoro e nella
revisione della strategia di Lisbona - offre al Comitato delle regioni notevoli prospettive di essere
coinvolto in una serie di attività. Un esempio potrebbe essere costituito dal suo coinvolgimento nel
dibattito sull'attuazione dell'agenda di Lisbona a livello regionale e locale e nelle valutazioni d'impatto
72
Discorso tenuto il 24 febbraio 2005 da José Manuel BARROSo, Presidente della Commissione europea, alla sessione plenaria del CdR.
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…/…
- 43 a priori, ad esempio in collaborazione con le associazioni. L'anno 2004 è stato il primo in cui è stata
data piena attuazione alla procedura di valutazione d'impatto che la Commissione ha
progressivamente introdotto per analizzare l'impatto economico, sociale ed ambientale delle politiche
in base alle quali essa elabora le proprie proposte. Il Protocollo di cooperazione con la Commissione,
che viene rinegoziato nel 2005, sulla base diel lavoro preparatorio svolto nel 2004 da un gruppo misto
di lavoro, consentirà al Comitato di definire ulteriormente la cooperazione con quella istituzione e di
esaminare altre possibilità di svolgere il ruolo di protagonista attivo nel rilancio dell'Europa, per
tradurre le parole in fatti, descritto dal Presidente BARROSO.
Lo sviluppo di una competenza metodologica del CdR nel campo delle valutazioni d'impatto locale e
regionale non gioverebbe soltanto ai rapporti del Comitato con la Commissione, ma risulterebbe
interessante anche per il Consiglio ed il Parlamento europeo. Nell'ambito delle attività di follow-up
dell'accordo interistituzionale "Legiferare meglio", concluso nel 2003, le tre istituzioni riconoscono
infatti fra l'altro, in relazione all'obiettivo di migliorare la legislazione comunitaria, che "un più
efficace procedimento di consultazione prelegislativa e un maggiore ricorso alle analisi degli effetti,
sia a priori che a posteriori, contribuiscono al conseguimento di tale obiettivo"73. Anche il Consiglio,
d'altronde, sta ora esaminando un progetto pilota di valutazione d'impatto.
Il Consiglio, il Parlamento e la Commissione hanno manifestato la ferma intenzione di discutere in
modo più sistematico le valutazioni d'impatto intraprese dalla Commissione. Nella sua
programmazione annuale, quindi, il Comitato delle regioni dovrebbe non solo tener conto del
programma di lavoro in generale, ma anche concentrarsi su un numero molto ristretto di procedure di
valutazione d'impatto estesa cui gioverebbe una dimensione locale e regionale.
Il problema strutturale della coerenza tra le posizioni assunte dal Comitato su un certo numero di
problemi di grande rilievo è stato affrontato coinvolgendo i relatori che si occupano di questioni
connesse tra di loro (ad esempio, il gruppo di lavoro sulle prospettive finanziarie e quello sul progetto
di Trattato costituzionale) e rendendo sistematici i loro contatti. Per rendere più efficace questa
interazione, sarebbe utile individuare in una fase ancor più precoce le questioni che presentano aspetti
comuni ma sono trattate da commissioni diverse: e questo per consentire il formarsi non solo di
posizioni omogenee, ma anche di punti di vista diversi basati sulla diversità delle esperienze e degli
obiettivi dei relatori delle rispettive commissioni. La relazione di quest'anno ha, per la prima volta,
dato conto delle attività svolte dai gruppi politici: il lavoro di questi ultimi è stato molto efficace, ma
potrebbe essere ancor meglio integrato - pur nel rispetto delle diverse posizioni politiche - nel lavoro
comune del CdR, affinando così il profilo politico dei suoi pareri.
L'evoluzione delle relazioni della Commissione sul seguito riservato ai pareri del Comitato deve
costituire la base di un approccio molto più mirato di tali pareri, come sostenuto anche dal Presidente
della Commissione europea. Benché solo un numero limitato di pareri sembri avere l'impatto voluto
sulle proposte della Commissione, la discussione su di essi fornisce utilissime indicazioni per le
successive attività e per l'ulteriore cooperazione con la Commissione. L'ultima relazione menziona
73
Cfr. supra, nota 63.
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- 44 alcune questioni in ordine alle quali la Commissione ha sollecitato l'azione del CdR: tali questioni
potrebbero essere trattate nelle riunioni della Commissione e il loro seguito potrebbe formare oggetto
di dibattito.
La relazione sull'impatto del 2003 aveva individuato nella mancanza di "identità organizzativa" e
nella qualità delle relazioni e dei pareri, nonché nell'assenza di una programmazione a lungo termine
dei lavori che andasse oltre le priorità politiche generali, altrettanti punti deboli del Comitato. Per
affrontare tali problemi, sono stati introdotti i seguenti cambiamenti di rilievo:
−
−
−
sono state istituite in seno alla DLC due unità orizzontali: l'unità Analisi delle politiche, studi e
programmazione legislativa interistituzionale, e l'unità Monitoraggio della sussidiarietà e
relazioni con le associazioni,
è stata attuata una strategia rivolta a intensificare la comunicazione esterna del CdR e i suoi
rapporti con i mezzi di informazione, con un'azione istituzionale (ossia relativa al Comitato in
quanto tale) di pubbliche relazioni, avvalendosi dei locali del CdR (ben attrezzati, se confrontati
con quelli a disposizione di alcune istituzioni europee),
si è iniziato a orientare verso nuovi compiti le segreterie delle commissioni.
Rischi
Nella sua relazione sul seguito ai pareri adottati nel 2004 dal Comitato delle regioni, la Commissione
ha fatto riferimento in alcuni casi ad attività già in corso, proposte dal CdR ma di cui questo non era a
conoscenza al momento dell'elaborazione del relativo parere. È dunque necessario intensificare i
contatti con i funzionari della Commissione durante l'elaborazione dei pareri e sviluppare nel
Comitato una conoscenza più approfondita delle attività in corso in determinati settori. Al riguardo,
tuttavia, l'esiguità delle risorse umane disponibili e l'ampiezza dei campi di intervento degli
amministratori della Commissione pongono serie limitazioni.
La valutazione dell'impatto ha riguardato finora essenzialmente la Commissione, mentre occorre
valutare anche quello nei confronti delle altre istituzioni europee. Altrettanto importante, poi, è la
questione dell'influenza esercitata dalle attività del Comitato delle regioni sul dibattito in corso nelle
singole regioni e sul contributo di queste ultime a quello che si svolge a livello nazionale. Finora vi è
stata una certa riluttanza ad assumere posizioni che, in alcuni casi, potessero porre il Comitato in
contrasto con i governi degli Stati membri. Il CdR, tuttavia, è un organo politico, e dunque non
dovrebbe limitarsi a discutere questioni giuridiche o tecniche, ma avere anche il coraggio di
schierarsi, esprimendo una propria posizione in merito a questioni controverse.
Alcuni casi riportati in questa relazione dimostrano che su alcune questioni, anche molto importanti,
l'impatto del CdR è stato piuttosto scarso. Questa constatazione dovrebbe costituire un incentivo ad
impegnarsi maggiormente in un approccio strategicamente più mirato, in una migliore
programmazione e in un follow-up sistematico dei pareri più importanti. Ciò al fine di pervenire, nel
corso di alcuni anni, ad una situazione in cui l'analisi dell'impatto del Comitato delle regioni possa
appuntarsi sullo sfondo di una fase politica coerente in relazione a una serie di fonti e di strumenti.
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- 45 -
5.
Appendice statistica
5.1
Visitatori del sito web
Numero medio giornaliero di visitatori nei giorni lavorativi: 2.529
Durata media della permanenza dei visitatori sul sito: 25-30 minuti
Numero medio giornaliero di accessi nei giorni lavorativi: 50.518
Numero medio giornaliero di visitatori nel fine settimana: 2.702
Durata media della permanenza dei visitatori sul sito: 25-30 minuti
Numero medio giornaliero di accessi nel fine settimana: 36.495
5.2
Visitatori della sede del CdR
Numero di visitatori
Grafico 1: Numero di visitatori (1999-2004)
15000
10000
5000
1580
3906
9233
10237
10562
2002
2003
2004
6645
0
1999
2000
2001
Anno
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 46 Grafico 2: Categorie di visitatori (2004)
120
98
100
91
Numero di gruppi
80
67
60
60
40
40
26
20
15
11
9
5
7
2
0
Dirigenti
Diplomatici
Studenti
Rappresentanti Studenti
eletti
universitari
EUVP
Funzionari
Funzionari
di alto livello
Giornalisti
Misto
Docenti
universitari
Tirocinanti
OTT
NOV
DIC
Grafico 3: Numero di visitatori e di gruppi (2004)
2000
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
GEN
FEB
MAR
APR
MAG
GIU
LUG
AGO
SET
Numero di visitatori
Numero di gruppi
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
…/…
- 47 Tabella 1: Nazionalità dei visitatori (2004)
Paese
UE e paesi candidati
Austria
Belgio
Bulgaria
Cipro
Danimarca
Estonia
Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Irlanda
Italia
Lettonia
Lituania
Paesi Bassi
Polonia
Regno Unito
Repubblica ceca
Romania
Spagna
Svezia
Turchia
Ungheria
Europa non UE
Africa
Americhe
Asia
Oceania
Altri
Totale
Numero di visitatori
128
96
22
10
724
95
246
1.341
1.723
15
85
1.338
22
55
783
615
429
182
73
412
324
1
161
204
25
247
87
2
1.117
10.562
_____________
R/CdR 62/2005 punto 10 FR/EN-FAI/MAN/cd
Numero di gruppi
5
4
3
1
22
5
12
43
66
1
3
51
1
4
23
23
17
6
6
17
21
1
8
15
3
20
16
2
32
431