Sanità - nell`attesa.it

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Sanità - nell`attesa.it
www.liberoreporter.it
Settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O.
anno 10 - n. 15 del 20 Aprile 2015
Salute e Benessere
Un diario per registrare
le memorie glicemiche
del paziente
pag.3
Sanità
L’emicrania, la sua
genesi non è più
un mistero
pag.4
Sanità
Sanità in Sicilia, quale
futuro?
pag.5
Sanità
Speranze di recuperare
la produzione
d’insulina nei pazienti
con diabete di tipo 1
pag.6
Pillola dell’Anio
Parte il concorso
promosso da ANIO e
nell’attesa...:
La “Salute nel Piatto”
pag.7
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È
stato presentato, in questi giorni, il progetto Conversione durante la Conferenza
Internazionale “La terra che vogliamo. Quale agricoltura per nutrire il pianeta?”,
svoltasi di recente a Milano. La conferenza è stata promossa da Legambiente
insieme al Comitato Scientifico Expo a conclusione della 27°edizione del viaggio del
Treno Verde, organizzato in collaborazione con le Ferrovie dello Stato. Le proposte
emerse riguardano il miglioramento delle nostre diete alimentari e il raddoppio delle
superfici italiane coltivate a biologico dal dieci al venti per cento nei prossimi cinque
anni. Infatti, quella biologica è considerata l’unica agricoltura in grado di assicurare
cibo sano, libero da Ogm e pesticidi, contrastando i cambiamenti climatici e le altre
gravi emergenze ambientali del Pianeta.
pag. 2
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SALUTE E BENESSERE
2
Diete alimentari più salutari
per prevenire le malattie più temibili
E
sistono in Italia numerose esperienze virtuose
di agricoltura biologica,
perciò Legambiente ha
chiesto al ministro dell’Agricoltura Martina e al Governo
di sostenere queste realtà con
una serie di azioni concrete.
Queste concernono la concessione di fondi per la ricerca e
per la sperimentazione di metodi di agricoltura biologica,
la formazione e l’istituzione
in ogni regione italiana di liste di esperti in agricoltura
biologica per l’assistenza tecnica alle imprese. A queste
si aggiunge la promozione di
almeno un biodistretto per regione in alleanza tra agricoltura, filiere agroalimentari e
ricerca scientifica. Il tour del
Treno Verde è stato realizzato
anche grazie al patrocinio del
Ministero delle Politiche Agricole, Ambientali e Forestali
e del Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio e
del Mare. Questo è partito il
23 febbraio scorso da Caltanissetta ed è stato dedicato
quest’anno proprio ai temi
all’agricoltura e all’alimentazione, in vista di Expo Milano
2015. Il convoglio ambientalista ha raccolto e raccontato
le migliori esperienze dell’agricoltura italiana di qualità, realizzando 16 tappe. Il
presidente di Legambiente,
Vittorio Cogliati Dezza, ha dichiarato: “L’Expo è un’occasione irripetibile per parlare
al mondo di questi modelli di
agricoltura sostenibile, della
salute dei cittadini e non può
essere prigioniero degli interessi delle multinazionali del
cibo globalizzato e degli ogm.
Esiste invece un’agricoltura
che è attenta alla complessità
e specificità locale degli ecosistemi ed è praticata già da
molti agricoltori, alcuni dei
quali hanno accompagnato il
viaggio del Treno Verde lungo
l’Italia. Parliamo purtroppo
ancora di una visione non acquisita e consolidata, perché
privilegi, lobby e approcci
corporativi fanno da freno al
processo di modernizzazione.
Come ad esempio sta accadendo in questi mesi con il TTIP
(Partenariato Transatlantico
su Commercio e Investimenti) che mette sotto attacco gli
stessi standard su sicurezza
dei cibi, dell’ambiente, del lavoro e della chimica; per non
parlare dell’eccessivo consumo di suolo accompagnato
da una cementificazione selvaggia. Sono resistenze che
stanno penalizzando quanto di
positivo si comincia a vedere
nei territori a vantaggio della
rinata dimensione della ruralità. Sull’evento dell’Expo si
stanno accendendo i riflettori
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di tutto il mondo e il nostro
paese non può permettersi
di essere miope davanti alla
vera sfida da cogliere, quella di valorizzare le economie
locali e le agricolture di qualità dei territori, a partire da
quelli italiani”. L’agricoltura praticata quotidianamente dai 130 Ambasciatori del
Territorio che è un’iniziativa
promossa da Legambiente e
Alce Nero, ne costituisce un
esempio come dimostra la
loro partecipazione al Treno
Verde. La direttrice generale
di Legambiente, Rossella Muroni, ha spiegato: “Insieme a
cibo sano e libero da Ogm gli
Ambasciatori del Territorio
offrono all’Italia e al mondo
bellezza del paesaggio, suoli fertili e stabili, riscoperta
di sapori e saperi unici, nuova linfa a borghi abbandonati
di collina e di montagna. Con
loro abbiamo percorso l’Italia,
presentando quel cibo che non
solo non danneggia l’ambiente, ma mette in relazione chi
lo produce e chi ne fruisce.
Quello stesso cibo che è lavoro, qualità territoriale, bellezza di cui l’Italia deve tornare
ad essere fiera.
La politica è chiamate a rispondere a questa grande domanda di cambiamento che i
cittadini e le aziende agricole più innovative chiedono da
tempo”. Queste esperienze
hanno, così dato vita al Mani-
festo della Nuova Agricoltura,
che lungo gli oltre tremila chilometri percorsi dal treno ha
raccolto le firme di più di mille persone, operatori del settore agroalimentare, studenti,
professori, tecnici, rappresentanti politici e istituzionali.
Il manifesto propone un’agricoltura di qualità, rispettosa
degli ecosistemi naturali, del
paesaggio e della biodiversità
anche perché con diete più
salutari sarà possibile nutrire
tutto il Pianeta. Saranno, infatti, in gran parte i nostri stili
di consumo alimentare a determinare il futuro della produzione di cibo. Se una parte
dell’umanità oggi muore ancora per fame o malnutrizione, un’altra parte muore per
malattie determinate da un
eccesso di consumi di carne,
grassi, zuccheri, cibo scadente e contaminato da pesticidi.
Uno studio di Harvard e del
Forum Economico Mondiale,
come ha ricordato il professor Timothy Land della London University, mostra che le
malattie non infettive, come
cancro, malattie cardiovascolari, respiratorie, nei prossimi
20 anni costeranno 30.000 miliardi di dollari. Si tratta della
metà del prodotto lordo mondiale nel 2010 e l’alimentazione scorretta è la principale responsabile di queste malattie.
Francesco Sanfilippo
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SALUTE E BENESSERE
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Un diario per registrare le memorie glicemiche del paziente
N
egli ultimi anni si è
sviluppato un notevole
interesse verso attività
fisica e lo sport, in generale, come mezzo di prevenzione. Pertanto, oggi, a differenza del passato, l’attività
fisica non è soltanto consentita ma anche consigliata dalla
maggioranza dei medici italiani. Specialmente se è aerobica, può diventare parte integrante del trattamento per la
persona con diabete. Tuttavia,
occorre fare un passo indietro
prima di continuare, per capire l’importanza dell’autocontrollo ed i suoi strumenti che
sono il” diario delle glicemie”.
La prima osservazione storica
sull’argomento risale a metà
dell’800 ed è presente nel libro “le memorie di un diabetico”. L’autore, un medico con
diabete, riferiva che dopo un
pasto abbondante accompagnato da vino, era solito percorrere di corsa i boulevard
di Parigi e ne provava grande
giovamento fisico. Si percepisce già nell’800 la voglia di
trascrivere come in un “diario
delle glicemie “le belle sensazioni che questa condizione
ci può regalare attraverso una
semplice ed economica attività fisica come una corsa o
una camminata”. Quello che
si deve sapere, è che l’attività
le misurazioni delle glicemie e
auto gestione dell’insulina con
la collaborazione del diabetologo ed un buon apporto di
memorie glicemiche”, un po’
come si faceva nell’800. I consigli sono di iniziare con un’attività piacevole, ad esempio
una camminata di una decina
di minuti, riuscendo a mantenere una semplice conversazione, respirando in profondità e cercando di coinvolgere
anche la parte alta del corpo
con oscillazione delle braccia
e del bacino come nella marcia. Questa è un’attività aerobica ritmica a bassa intensità
che è la più indicata per favorire il benessere generale soprattutto se eseguita all’aria
aperta nei parchi immersi nel
verde, senza mai dimenticare
l’auto controllo della glicemia. Quest’ultimo permette
di stabilire, se ce ne fosse bisogno, l’aumento dello spuntino oppure la sua riduzione
prima dell’attività fisica.
Non bisogna dimenticare di
misurare la glicemia anche
dopo molte ore dopo attività,
perché il glucosio nel sangue
può abbassarsi nelle ore successive.
fisica va condotta in sicurezza attraverso sperimentazioni
quotidiane, di pari passo con
carboidrati. Il tutto trascritto
su un diario delle glicemie o
meglio ancora un” diario delle
Damiano Iulio
Istruttore diabetico Ani di
Nordic Walking
SANITA’
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4
L’emicrania, la sua genesi non è più un mistero
L’
emicrania è una patologia neurologica
cronica caratterizzata da ricorrenti
cefalee (volgarmente chiamati “mal di testa”), che può
andare da moderato a grave,
spesso associandosi con una
serie di sintomi. Di questa patologia, si calcola che, in Europa, l’emicrania colpisca tra
il 12% e il 28% degli individui,
con circa il 6-15% degli uomini adulti e 14-35% delle donne adulte che la manifestano
almeno una volta in un anno.
Alcuni dei fattori scatenanti
comuni sono lo stress, la fame
e la fatica (questi contribuiscono ugualmente al mal di
testa di tipo tensivo). Le emicranie, poi, hanno più probabilità di verificarsi durante le
mestruazioni come nel caso
del menarca (primo flusso mestruale della donna), dell’uso
di contraccettivi orali, della
gravidanza, della premenopausa e della menopausa, che
possono anche svolgere un
ruolo determinante. Non solo,
ma questa patologia è più diffusa di quanto non sembri tra
i bambini, ma per arrivare a
una diagnosi corretta, trascorre spesso molto tempo, perché si passa da specialisti sbagliati o si fanno analisi che non
portano a un risultato conclusivo. L’emicrania colpisce il
9% dei bambini sotto i 12 anni,
secondo alcuni studi scientifici, ma prima che sia individuata come tale, passano da
una media di due anni fino a
picchi di tre. Il ruolo di prime
“sentinelle” è affidato ai geni-
tori, che devono controllare il
bambino e lavorare in collaborazione con i pediatri, la cui
formazione di base sul tema
non può mancare. Se n’è discusso alla scuola di pediatria
organizzata a Capri da Paidòss, l’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e
dell’adolescenza. Il responsabile del centro per la cura e la
diagnosi delle cefalee dell’età
pediatrica ed adulta dell’università Vita-salute, ospedale
San Raffaele di Milano, Bruno
Colombo, sostiene a questo
proposito: “Il genitore dovrebbe iniziare a preoccuparsi innanzitutto se anche lui soffre
di emicrania. Infatti, aumenta
del 40% il rischio, e del 70%
se a soffrirne sono entrambi i
genitori. Poi si deve osservare
il comportamento del bambino. Un bimbo che soffre di
emicrania, che ha spesso anche sintomi come vomito e
nausea, si ritira dalle attività
sociali, evita lo sforzo fisico
e ha dei comportamenti che
devono essere presi sul serio.
Il pediatra, poi, con poche domande mirate può confermare il sospetto”. L’emicrania in
questa fascia di età, quindi, è
particolarmente delicata, per
cui una volta diagnosticata,
è preferibile tenere un diario
delle crisi, controllandone la
periodicità. Tuttavia, esistono
delle novità ed una di queste
viene da scienziati dell’Università di Auckland, in Nuova
Zelanda, che hanno identificato un secondo meccanismo
di azione del l’emicrania. Ciò
apre la strada allo sviluppo di
un farmaco efficace contro
questa debilitante patologia.
Infatti, per molti pazienti,
i trattamenti esistenti sono
inefficaci e possono fa scattare effetti collaterali spiacevoli
o anche gravi. Da circa 20 anni
si è scoperto che gli attacchi
di emicrania affliggono persone con livelli elevati di un
ormone dolorifico chiamato
Cgrp (Calcitonin Gene-Related
Peptide). Per contrastare gli
attacchi severi, è stata sperimentata una nuova classe
di farmaci detti gepant, che
bloccano l’attività del CGRP
nel ricettore dell’ormone nei
nervi, ma la loro efficacia è
stata inferiore alle attese.
Tuttavia, il percorso non è stato abbandonato e gli studiosi,
guidati da Debbie Hay della
Scuola di Scienze Biologiche
dell’ateneo, ritengono di aver
trovato la soluzione al problema.
La dottoressa Hay, secondo
quanto sostiene su Annals of
Clinical and Translational Neurology: “Abbiamo scoperto
che il CGRP attiva un secon-
do target sulla superficie delle cellule nervose sensibili al
dolore, chiamato AMY1, che
i gepant non sono capaci di
bloccare. Nonostante il CGRP
abbia un ruolo così chiaro nelle emicranie, se è stato finora
così difficile bloccarlo è perché dovrebbe essere necessario bloccare anche un secondo recettore e non solo uno.
Nella prossima fase di ricerca,
sarà necessario comprendere
come i due recettori operano
insieme, e quale ruolo svolge ciascuno di essi nei nervi
legati al dolore. Abbiamo bisogno di una nuova classe di
antidolorifici che si possano
assumerne regolarmente. Gli
oppioidi funzionano, ma vi
sono problemi di tolleranza e
di dipendenza, e servirebbe
altro”. Se le scoperte emerse
riusciranno a risolvere questa
patologia disabilitante, milioni di persone potranno tornare
a condurre una vita normale,
così che sia i pazienti sia la società ne beneficeranno.
Francesco Sanfilippo
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SANITA’
5
Sanità in Sicilia, quale futuro?
L
a qualità della sanità siciliana è, da sempre, un
punto debole sia come
gestione nonostante le
eccellenze presenti sia come
onere finanziario, poiché tra
il 50%e il 60% dell’intero bilancio sé occupato da questa
sola voce. Tuttavia, negli ultimi anni, le varie manovre
finanziarie imposte dallo Stato centrale hanno obbligato
i nostri governi regionali ad
adottare i piani di rientro.
Ciò ha migliorato la situazione finanziaria, ma non hanno
ancora riformato in modo decisivo la qualità nella gestione
dei pazienti e degli operatori
sanitari. Le risorse, inoltre,
non aumenteranno mai più ma
potranno solo diminuire. Perciò, occorre ripensare alla Sanità in funzione del cittadino,
dove quest’ultimo non può più
essere un soggetto passivo,
ma attivo nelle cure e nella
compartecipazione nei dovuti
modi alla gestione della stessa
Sanità. Per rispondere a questi
interrogativi, è stato organizzato, di recente, un convegno a Palermo a Palazzo dei
Normanni, intitolato “I livelli
essenziali di Assistenza tra so-
stenibilità del SSN e i bisogni
del cittadino”. Il convegno,
promosso dall’Assessorato alla
Salute, ha esaminato la riqualificazione del nostro sistema
sanitario di fronte alle rigorose norme vigenti sul controllo della spesa. Il recente Def
nazionale annuncia 2 miliardi
e 300 milioni di tagli nella Sanità italiana, che arriveranno
dalla riduzione dei manager
e dallo stabilimento di costi standard per l’acquisto di
beni. Tuttavia, sono emerse
alcune contraddizioni che non
sono state risolte. Uno dei limiti delle politiche finora seguite interessa la scarsa applicazione di un’efficace politica
preventiva, come quella che
dovrebbe essere applicata al
contrasto delle malattie croniche. I piani elaborati, infatti, urtano con un’applicazione
poco efficace che rivela le
difficoltà maggiori nella collaborazione interdisciplinare e
nelle esigue risorse. Un’altra
minaccia proviene dalla “medicina difensiva”, dove i medici, per evitare accuse di negligenza in particolare se con
rilievo penale, chiedono esami
costosi di controllo, che non
sono necessari. Tale politica
costa 13 miliardi di euro alla
collettività, ma non rimuovono gli incidenti o le carenze.
L’Assessorato alla Sanità siciliano è partito da costi elevati
come i 200 milioni di mobilità
passiva che sono passati a 134,
mentre i 600 milioni di euro di
debito consolidato sono stati
azzerati, svincolando risorse.
Le patologie croniche, com’è
emerso dagli interventi, si
vanno espandendo, segno che
la politica preventiva è stata
poco efficace. Eppure, una
politica efficace condotta nel-
le scuole contro l’obesità e
la sedentarietà, possono fare
molto. Ciò richiede risorse,
che saranno meno di quelle richieste dal curare chi diviene
cronico. Qual è la conclusione
che è emersa dal convegno? Se
il cittadino non diverrà esso
stesso protagonista delle sue
cure all’interno di un articolato sistema sanitario che gira
intorno a lui, il nostro sistema
non potrà affrontare la diminuzione di risorse che è inarrestabile.
Francesco Sanfilippo
Cosa prevedono i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza?
Intervista a Lucia Borsellino, Assessore alla Sanità Siciliana
C
he cosa prevedono i
Lea (Livelli essenziali
di Assistenza) attuali?
Come si sta muovendo la Regione Sicilia di fronte
alle nuove sfide che adesso si
pongono innanzi alla nostra
sanità?
Ne parliamo con l’attuale Assessore alla Sanità siciliana,
Lucia Borsellino.
Quali rischi corrono i Lea?
<<I Lea rischiano il disimpegno
progressivo del fondo sanitario, per cui mettere mano a
tutte le norme strutturali è un
percorso continuo che non può
conoscere battute d’arresto.
Per questo, abbiamo riorientato il sistema verso una migliore concezione dell’offerta
ospedaliera, nonostante la
programmazione pluriennale
fosse in atto.
Lo abbiamo fatto, potenziando tutte le risorse su cui il sistema può contare e abbiamo
cercato di dare una connotazione specifica ai territori va-
lorizzando quei contesti dove
esistono difficili condizioni
d’accesso alle cure.
Siamo in una regione nella
quale anche il tema delle infrastrutture nel settore sanitario è stato aiutato dalla sussidiarietà, e questo principio è
stato conservato nel riordino
della rete ospedaliera, cercando di mettere in rete tutti
i nostri presidi>>.
Per gestire la spesa sanitaria,
diminuendo i costi ma salvaguardando le buone condizioni
di salute del paziente, si punta alla medicina preventiva.
Qual è lo stato dell’arte in
questo momento?
<<In questi anni, la Sicilia sta
investendo parecchio in prevenzione, come l’avvio di una
campagna di sensibilizzazione
promossa con i fondi europei che vuole diffondere stili
di vita corretti che sono alla
base fin dalla tenera età per
impedire che la persona sana
di oggi non sia l’ammalato di
domani.
Naturalmente, questi vanno
visti in un’ottica più ampia di
interventi che vedono anche
nella prevenzione primaria
come l’estensione degli screening oncologici per una larga
fetta della popolazione target, un modo per ridurre l’incidenza delle malattie e per
migliorare la qualità di vita e
di salute dei cittadini>>.
Francesco Sanfilippo
SANITA’
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6
Speranze di recuperare la produzione
d’insulina nei pazienti con diabete di tipo 1
S
econdo due studi pubblicati di recente online
su Diabetes Care, molte
persone con diabete di
tipo 1 continuano a secernere a lungo piccole quantità di
insulina dopo la diagnosi. In
particolare, chi ha sviluppato
la patologia durante l’adolescenza o in età adulta, ha
maggiori capacità di conservare una certa capacità di rinascita delle cellule Beta che
sono quelle deputate alla produzione di insulina, rispetto a
chi ha esordito da bambino.
In uno dei due lavori, coordinato da Richard A. Oram, del
National Institute for Health Research, dell’Università
di Exeter, nel Regno Unito, è
emerso che l’80% dei pazienti
che avevano meno di 30 anni
al momento della diagnosi
ed erano malati da almeno
5 anni, ha mostrato di avere
ancora i livelli di peptide C rilevabili. L’altro, coordinato da
Asa K Davis, del Benaroya Research Institute di Seattle, ha
evidenziato che è ancora presente la capacità di secernere
quantità residue d’insulina in
un paziente su tre cui è stato diagnosticato il diabete di
tipo 1 non più di 3 anni prima.
La coautrice del secondo studio, Anne L. Peters, della Keck
School of Medicine, University of Southern California, Los
Angeles, California, ha dichiarato: “La convinzione diffusa
è che i pazienti malati da un
tempo abbastanza lungo non
abbiano più peptide C.
Tuttavia, se si dispone di un
test sufficientemente sensibile, si vede che molti, in realtà, sono in grado di produrlo”.
Quest’aspetto era già stato
evidenziato in studi preceden-
ti, ma non molto ampi, mentre entrambi quelli appena
pubblicati hanno coinvolto più
di 900 pazienti.
Questa scoperta suggerisce
che un giorno potrebbe essere
possibile recuperare la produzione delle cellule beta, senza
il ricorso a cure costose o trapianti dall’esito incerto.
Tuttavia, tale scoperta ha un
rilevo clinico immediato, nel
diagnosticare correttamente
l’esordio del diabete di tipo 1.
Secondo la Peters, “le persone con diabete di tipo 1 hanno
ancora le cellule beta e producono ancora un po’ di insulina perché il processo autoimmune potrebbe non causare
la completa distruzione delle
cellule beta.
Questo interessante e complica la diagnosi, ma ciò non
toglie che il diabete di tipo 1
resta una malattia autoimmune”. In realtà, lo studio della
Peters e dei suoi colleghi mostra che i livelli di peptide C
tendono ad essere più alti tra
coloro che sviluppano la malattia in età adulta, quando,
tradizionalmente, questo scenario è ancora identificato dai
medici ancora con i bambini,
ragion per cui prende il nome
di diabete giovanile.
In effetti, secondo la Peters,
“spesso si vedono pazienti con
diabete autoimmune all’esordio in età adulta cui era stato
diagnosticato
erroneamente un diabete di tipo 2 e, di
conseguenza, prescritta impropriamente la metformina
invece dell’insulina.
Bisogna essere consapevoli del
fatto che il diabete autoimmune di tipo 1 può manifestarsi a
qualsiasi età e che pazienti in
cui si sviluppa tardi manten-
gono la capacità di produrre
peptide C più a lungo di quelli
che si ammalano da giovani”.
In questo caso, secondo la coautrice, “di fronte a un adulto che non rientra nel quadro
tipico del diabete di tipo 2,
bisognerebbe prendere in considerazione la possibilità di un
diabete di tipo 1 e, in caso di
dubbio, inviare il paziente a
un endocrinologo, perché la
questione non è semplice”.
Infatti, nei pazienti adulti
esordienti che non presentano
insulino-resistenza né una familiarità di diabete di tipo 2,
usare il C-peptide come criterio per cercare di stabilire se
hanno il diabete di tipo 1 o 2,
non è sicuro, poiché molti pazienti con diabete di tipo 1 risultano ancora positivi al test.
Secondo la studiosa, maggiori
risultati si avrebbero, cercando le prove dell’autoimmunità come far eseguire un test
dell’anti- acido glutammico
decarbossilasi (GAD), dato che
circa l’80% delle persone con
diabete di tipo 1 autoimmune
è positivo all’anticorpo.
Se questo test risultasse negativo, si può rilevare la pre-
senza degli anticorpi anti-trasportatore dello zinco, che, di
solito, sono positivi se il paziente ha in corso un esordio
di diabete di tipo 1.
“La buona notizia è che alcuni
pazienti con diabete di tipo 1
sono ancora in grado di produrre insulina e questo è un
fattore prognostico favorevole
e sembra essere utile” ha concluso la Peters.
In Italia, in questo momento,
ci sono 120.000 soggetti affetti da diabete di tipo 1, ma
è un numero approssimativo
per via dell’aumento notevole
di casi che si registrano ogni
anno, in particolare nella fascia di età tra gli 0 e i 5 anni.
Le cause di questa patologia
autoimmune restano ancora
sconosciute, seppur non siano
mancate delle scoperte che
hanno gettato nuova luce sulla
sua genesi.
La speranza è che tali ricerche
portino in tempi relativamente brevi, a soluzioni definitive
per una malattia che coinvolge profondamente pazienti e
operatori socio-sanitari.
Francesco Sanfilippo
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SALUTE E BENESSERE
7
La salute nel piatto
I
l bizzarro titolo è una sfida che vogliamo lanciare ai
nostri lettori con l’obiettivo
di rianimare la tavola degli
italiani con un profondo significato salutistico. Parliamo di
buona alimentazione e sana
cucina, alimenti a “KM 0”.
Oggi mangiar sano è più complicato di quanto si possa immaginare, basta pensare alle
difficoltà di reperire le materie prime non contaminate,
l’acquisto di prodotti genuini
garantiti e a buon prezzo diventa sempre più complicato.
Causa il “cattivo” stile di vita
che oggi giorno la maggior parte della nostra società vive.
I tempi sono cambiati, la società oggi vive una realtà molto più caotica, spesso soggetta
a orari di lavoro ambigui, location distanti dalla propria
residenza e quindi costretti a
mangiare “cibo spazzatura”,
considerando il fatto che il
tempo che rimane per preparare un buon piatto è diventato davvero esiguo. Il mercato
del cibo facile, non aiuta di
certo, anzi ci da ragione di so-
e sopratutto sana.
Superati tutti questi inconvenienti resta la cosa più importante, quella di saper preparare un piatto, con ingredienti
semplici, sani e non artefatti,
perchè la nostra salute rivendica ogni giorno tutela!
Ecco da cosa parte la “Salute nel Piatto”, un concorso
a premi, che mira a premiare
tutti coloro che sanno cucinare piatti semplici, buoni e da
fare senza grandi complicazioni, ovviamente con un occhio
di riguardo alle ricette tipiche
delle periferie e delle province, dove la cultura del KM0,
sopravvive.
Come si partecipa?
Inviando una ricetta (completa di ingredienti e procedimento) o all’indirizzo di posta
elettronica:
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comitato scientifico, sceglieranno la ricetta della settimana da pubblicare sul giornale
“nell’attesa...”, inoltre le ri-
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Reg. al Tribunale di Palermo n° 11 del 29/05/2006
stenere questa evidenza.
I fast-food esistevano prima?
I cibi di strada o street food
continuano si a sopravvivere,
ma sono diventate eccezioni o
nicchie, non considerabili nella massa.
Siamo nell’era dei McDonald,
pizza a pranzo, cena e colazione, cheeseburger, patatine
fritte, cartocci e tante altre
frivolerie. La teoria espressa
sopra non esula il 65% degli
italiani che si “dice anziani”,
infatti tra chi cerca di arrotondare perchè con la pensione non sopravvive e chi svolge
la mansione di nonno a tempo
pieno il concetto non cambia.
Lo stile di vita è fondamentale
per un’alimentazione corretta
cette più votate sulla nostra
pagina facebook andranno alla
finalissima a fine anno.
I premiati dalla rete (amici,
parenti, conoscenti e tutti
coloro che voteranno la ricetta) a fine anno parteciperanno alla serata organizzata da
ANIO denominata “CUOCI CA
TA RICRII” insieme a grandi
nomi della cucina italiana in
una serata di gala con fini sociali. La giuria fatta dal pubblico partecipante e da chef,
premieranno gli autori del
“piatto sociale dell’anno”.
Adesso partiamo e inviateci
le vostre ricette tradizionali,
semplici e buone e arricchiamo il tavolo italiano di salute
e bontà.
Comitato Scientifico:
Dir. Scientifico: Girolamo Calsabianca Segretario Nazionale ANIO Onlus - [email protected]
Dr. Dario Bellomo Medico Specialista ASP di Asti
Prof. Giorgio Maria Calori Prof. Univ. Milano Dir. COR Gaetano Pini (Mi)
Prof.ssa Carla Giordano Resp. UOC di Endocrinologia Policlinico (Pa)
Dr. Emilio Italiano Andrologo Osp. riuniti Villa Sofia Cervello
Dr. Tommaso Mannone Risk Manager A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa)
Dr. Sergio Salomone Pres. Associazione A.S.S.O.
Dr. Angelica Provenzano Resp. Centro Officine di Ippocrate A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa)
Dr. Alessandro Scorsone, Diabetologo, Asp 6 Ospedale Civico di Partinico
Dr. Gabriele Viani, Medico Specialista in Radiologia
Dr. Benedetto Alabastro, Consulente ANIO per il diabete
A.N.I.O. Numero Verde: 800 688 400 (chiamata gratuita)
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nell’attesa... Edito da: Phoenix di Simona Lo Biondo
Direttore Responsabile: Francesco Sanfilippo - [email protected]
Divisione Commerciale: Vincenzo Alaimo - [email protected]
Impaginazione Grafica: Andrea Ganci - [email protected]
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Redazione: Andrea Ganci - e-mail: [email protected]
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Per la vostra pubblicità: Cell. 3389432410 | [email protected]
Le informazioni pubblicate da “nell’Attesa…” non sostituiscono in alcun
modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.
A.N.I.O. Onlus,
Associazione Nazionale per le Infezioni Osteo-Articolari
L’
ANIO (Associazione Nazionale per le Infezioni Osteo-articolari) volge tutto il suo impegno al fine di dare una spalla forte e consapevole a quella fascia di cittadini disagiati da
una complicanza ortopedica garantendo la presa in carico globale del pazientee della sua
famiglia, fortificando lo spazio di ascolto, la promozione di un servizio d’informazione, supporto
e orientamento ai servizi, assistenza socio-sanitaria (invalidità, legge 104, ricorsi e aggravamenti,
contrassegni di circolazione auto ecc...).
E’ possibile sostenere le attività di ANIO versando il proprio contributo su c/c 21641931 o iban sul
c/c IT57F0760104600000021641931. Oppure destinando il proprio 5 per mille nella dichiarazione
SEDE NAZIONALE:
Via Altofonte Malpasso, 453/R
90126 Palermo
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presso:
Cto Ospedali Riuniti Villa Sofia
Cervello - Piano Terra
Numero Verde: 800.688.400
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Codice Fiscale: 97165330826
dei redditi (730, Unico, Cud) inserendo il codice fiscale 97165330826 nel riquadro “Sostegno del
volontariato” e organizzazioni non lucrative di utilità sociale”.
Servizio Ambulanza diurno
Dimissioni Ospedaliere - Spostamenti in città o fuori
comune, Visite Mediche, Esami
Per info chiamare:
Numero verde gratuito: 800.688.400
Emergenze: 3289485124
e-mail: [email protected]
PRESIDIO OSPEDALIERO:
Cto Ospedali Riuniti Villa
Sofia Cervello
A.N.I.O. – O.N.L.U.S.
Tel. 091.7804219
email: [email protected]
Diabetici cronici;
Donne over 50;
Soggetti Disabili e da tutti
coloro che hanno un’indicazione prescrittiva di uno
specialista.
PREMESSA.
Il Centro Pilota Plurispecialistico Sperimentale per la
Prevenzione delle Disabilità
e delle Alterazioni Posturali è una tessera del grande
mosaico che compone il progetto core di ANIO per l’anno
2013/2015 denominato
OFFICINE D’IPPOCRATE.
Il progetto mira a garantire
percorsi di prevenzione, diagnosi e cura, al fine di
ridurre e/o limitare l’insorgere di complicanze, ortopediche e posturali, mettendo
in campo tutte quelle azioni
di prevenzione concreta delle
patologie dell’apparato muscolo-scheletrico.
ESAMI STRUMENTALI
Gli esami strumentali sono
effettuati presso l’ambulatorio “Officine d’Ippocrate”
sito al 2° piano dell’Azienda
Ospedaliere Villa Sofia Cervello Presidio Ospedaliero C.T.O.
di Palermo.
L’attività degli esami
strumentali comprende:
DA CHI E A CHI E’ EROGATO
IL SERVIZIO
Il servizio è erogato dalla
Azienda ospedaliera Ospedali
Riuniti Villa Sofia Cervello
con medici e tecnici strutturati in cooperazione con un
Team di medici e specialisti
messi a disposizione dall’associazione A.N.I.O.
Soggetti in Età Evolutiva
(soggetti con patologie degenerative dell’apparato
muscolo scheletrico –
osteoporosi – malati cronici);
Podoscanner
(Podoscopia digitale)
Permette di rilevare le informazioni del piede sotto carico, analizzare la lunghezza
dei due piedi e rilevare le
eventuali asimmetrie podaliche.
Baropodometro Elettronico
Piattaforma di rilevazione per
lo studio delle pressioni plantari da fermo (esame statico),
l’analisi del gesto motorio
durante la deambulazione
(esame dinamico) e la
valutazione delle oscillazioni
del corpo (esame stabilometrico), con e senza svincolo.
Di seguito le indicazioni ministeriali per prenotare:
PRESTAZIONE:
Test Posturografico
CODICE MINISTERIALE: 93054
QUANTITA’: 2
PRESTAZIONE:
Test Stabilometrico Statico e
Dinamico
CODICE MINISTERIALE: 93055
Quantità: 2
Formetric
Consente di effettuare una
rapida ed estesa scansione ottica non invasiva del rachide,
con possibilità di rappresentare graficamente numerose
problematiche di natura clinica inerenti l’analisi obiettiva
e quantitativa della statica
corporea e della postura.
Di seguito le indicazioni ministeriali per prenotare:
PRESTAZIONE:
Test Posturografico
CODICE MINISTERIALE: 93054
QUANTITA’: 4
Densitometria DEXA
Il sistema consente di calcolare la densità ossea mediante i
seguenti esami:
• Lombare
• Femorale
• Protesica
• Dual protesica
• Avambraccio
• Morfometria
• Total body
Di seguito le indicazioni
ministeriali per prenotare:
PRESTAZIONE:
Densitometria Ossea con
Tecnica di assorbimento a
raggi X
CODICE MINISTERIALE: 88992
QUANTITA’: 2
Si ringrazia la
PRESTAZIONE:
Densitometria Ossea con
Tecnica di assorbimento a
raggi X TotalBody
CODICE MINISTERIALE: 88993
QUANTITA’: 1
VISITE
Odontoiatrica - Gnatologica
Fisiologia, patologia e
disfunzioni dell’articolazione
temporomandibolare-ATM.
(Dott.ssa A. Provenzano)
Fisiatrica Posturale
Diagnosi e cura dei paramorfismi e dismorfismi del piede,
arti inferiori, colonna vertebrale, patologie congenite
neonatali.
(Dott.ssa B. Schembri)
Ortopedica
Diagnosi e cura dell’osteoporosi. (Dott. V. Badagliacca)
Diabetologia
Prevenzione diagnosi e cura
del diabete. (Dott. V. Schirò)
PRENOTAZIONI VISITE
Gli utenti potranno accedere
al servizio, muniti di richiesta
del medico curante,
chiamando il CUP Ospedali
Riuniti Villa Sofia Cervello al
numero: 800.178.060 o AL
numero diretto dell’ANIO:
091 7804219, o tramite mail
inviandoci la richiesta al
seguente indirizzo:
[email protected];