qualitá della vita della persona malata e della

Transcript

qualitá della vita della persona malata e della
APPLICAZIONE DI RACCOMANDAZIONI PER LA GESTIONE DEL DIABETE IN CURE PALLIATIVE:
QUALITÁ DELLA VITA DELLA PERSONA MALATA E DELLA FAMIGLIA
E. MALINVERNI, S. DI PRIMA
LUCE PER LA VITA ONLUS, RIVOLI (TO), ITALY
Nei paesi occidentali circa il 10 delle persone anziane (>65 aa) presenta diabete conclamato o intolleranza ai
glucidi; nei pazienti seguiti in cure palliative la prevalenza del diabete potrebbe essere più elevata sia a
causa di alcuni fattori di rischio correlati alla neoplasia (aumentata produzione di glucosio epatico e
aumentata resistenza all’insulina) sia per un numero maggiore di complicanze e di conseguenza una
prognosi meno vantaggiosa. Inoltre nei pazienti in fase terminale alcuni fattori (frequenza delle infezioni,
anoressia, nausea e vomito) contribuiscono a rendere difficile il controllo della glicemia.
Mentre nei pazienti diabetici lo scopo della terapia è quello di mantenere livelli normali di glicemia per
prevenire le complicanze a breve e lungo termine, nei pazienti in cure palliative si deve ricercare il controllo
dei sintomi riducendo al minimo gli effetti avversi della terapia.
Un trattamento intensivo del diabete, può aumentare il rischio di ipoglicemia sopratutto nei malati alla fine
della vita ed in questo caso i sintomi sono più invalidanti rispetto a quelli correlati all’iperglicemia.
Nel paziente con diabete già noto ed inserito in un programma di cure palliative è necessario modificare e
semplificare il piano di cura:
1) Meno enfasi nell’importanza delle complicanze a lungo termine e al mantenimento dei valori glicemici con
i farmaci e la dieta
2) Ridurre la frequenza dei punti glicemici, possibilmente ad una sola volta al dì, nei pazienti con diabete tipo
1 in fase di terminalità si può considerare, al posto della glicemia capillare, il valore della chetonuria
utilizzando il destrostix
3) Evitare valori di glicemia < 90 mg/ml e mantenere i valori intorno a 180 mg/dl per evitare l’ipoglicemia
notturna, considerando che, in assenza di sintomi, valori intorno ai 270 mg/ml possono ritenersi accettabili
4) Nei pazienti con diabete tipo 1, quando la prognosi non è a breve termine, l’insulina non andrebbe
sospesa ma potrebbe comunque essere necessaria una riduzione del dosaggio e della frequenza delle
somministrazioni.
5) Offrire informazioni chiare e condivise al paziente ed al caregiver sull’opportunità e sul significato di tali
indicazioni
Lo studio si propone di monitorare la qualità della vita del malato e l’accettazione da parte dei familiari nelle
situazioni in cui è stato introdotto questo protocollo tramite un questionario in cui verrà richiesto al caregiver
se vi è stata una semplificazione della gestione e/o minori complicanze della terapia.