2014-2015: il punto di vista dei Financial Risk Manager italiani CRIF

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2014-2015: il punto di vista dei Financial Risk Manager italiani CRIF
Pubblicazione di CRIF / primavera - estate 2014
2014-2015: il punto di vista dei Financial Risk
Manager italiani
Le evidenze di un’indagine di
CRIF Decision Solutions
CRIF e Hometrack siglano un accordo
per lo sviluppo del primo modello
di valutazione immobiliare automatica (AVM)
per il mercato italiano
Pagamenti commerciali: boom di ritardi
a marzo 2014, puntualità calata dell’8%
in un anno
Le principali evidenze dello Studio Pagamenti
2014 di CRIBIS D&B
Volvo Financial Services ridisegna
insieme a CRIF il processo di valutazione
della clientela business
per veicoli industriali e commerciali
con le informazioni e le competenze
analitiche di CRIF
CARIGE sceglie CRIF Data Quality
in vista dell’Asset Quality Review
Gruppo Hera: un modello di governance
del credito all’avanguardia
Frodi creditizie: la collaborazione
tra pubblico e privato
e il supporto e le soluzioni CRIF
per contrastarle
Adeguamento alla normativa FATCA:
Santander sceglie la soluzione di CRIF BPO
Outsourcing responsabile di Consum.it
con CRIF COL per la gestione della fase
paralegale del recupero
La valorizzazione della qualità
nel Recupero Crediti
Formazione e valutazione delle competenze:
le best practice di Grenke Locazione,
UniCredit e Cofiter al convegno di CRIF
Flashnews
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB - Bologna - n. 37, 2014
La valutazione automatica
delle richieste di leasing di UniCredit
Pubblicazione di CRIF
2014-2015: IL PUNTO DI VISTA DEI FINANCIAL RISK MANAGER ITALIANI
Le evidenze di un’indagine di CRIF Decision Solutions
In occasione della IX Convention AIFIRM, CRIF Decision Solutions ha
realizzato un’indagine sul mercato bancario e finanziario in Italia, articolata
su più tematiche inerenti il ruolo del Risk Management e l’evoluzione delle
esigenze operative dell’industry. L’obiettivo era analizzare le aspettative e le
practice di mercato in ambito Risk Management, in modo da comprendere
l’evolversi del modello di business e degli indirizzi strategici su prospettive di
redditività/politiche di asset allocation.
Come si evolverà il ruolo del Risk Manager?
Nella sua continua evoluzione, il Risk Manager orienterà le proprie attività da
una parte verso una maggiore incisività nel controllo dell’operatività e, dall’altra,
verso un maggiore indirizzo del piano strategico dell’Istituto.
Come si evolverà il ruolo del Risk Manager?
L’indagine di CRIF Decision Solutions espone il punto di vista di differenti attori
economici, quali:
• il mondo finance, diretto interessato in primis;
• il mondo corporate;
• il mondo accademico.
Il campione analizzato è costituito per il 70% da banche e società finanziarie di
tutte le dimensioni, rappresentate principalmente in ambito Risk Management.
Di seguito sono riportate le principali evidenze emerse.
Maggiore indirizzo del piano
strategico dell’Istituto
Maggiore incisività
nel controllo
dell’operatività/business
Altro
Quali sono le aspettative per il 2014-2015?
In riferimento al rischio di credito, il 72% del campione sostiene che si attenuerà
nel corso del 2014 nonostante permangano significativi segnali di instabilità e
di rischiosità latente. In riferimento alla redditività del business creditizio, il 75%
sostiene che sarà penalizzata dall’accrescimento delle rettifiche di valore delle
attività creditizie e/o dall’accrescimento dei requisiti minimi di capitale. Il 21% del
campione ritiene inoltre che ci sarà un cambiamento della redditività derivato
dalla modifica del costo del funding.
Sviluppo modellistica su
nuovi rischi e/o affinamento
dell’esistente
Effort 263: 0-30%
Effort 263: 30-60%
Effort 263: 60-100%
Quali sono le leve strategiche delle banche nel 2014-2015?
Considerazioni conclusive
In riferimento alle leve strategiche utili a ridurre il rischio di credito, il mondo
banking ha risposto che la ricomposizione del portafoglio creditizio verso asset a
minor assorbimento di capitale e/o maggiore redditività rappresenta la principale
strategia. Il mondo corporate ritiene inoltre che la cessione di asset creditizi
riguardanti il credito anomalo rappresenti una strategia efficace. Il mondo
finance punta invece alla razionalizzazione del modello organizzativo, compresa
la riduzione dei canali di vendita.
In conclusione, le principali tendenze delineate dagli stessi Risk Manager per il
prossimo biennio possono essere sintetizzate in due filoni:
Dal lato del rischio di credito:
• il rischio si attenuerà ma permangono significativi segnali di instabilità e
rischiosità latente;
• ciò comporterà un accrescimento delle rettifiche e dei requisiti minimi di
capitale, a discapito della redditività complessiva;
• la ricomposizione del portafoglio o cessazione di asset creditizi è la
principale exit strategy.
Dal lato del ruolo del Risk Manager:
• il ruolo del Risk Manager è in continuo - costante - mutamento;
• l’adeguamento normativo, in particolare per i grandi istituti, assorbirà la
maggior parte del tempo e dei pensieri dei Risk Manager;
• la diffusione delle misure di rischio all’interno dei processi decisionali e delle
relative policy rappresenta il principale obiettivo dei Risk Manager;
• da strumento operativo e di monitoraggio, le misure di rischio assumono un
ruolo strategico e di indirizzo.
All’interno di questo scenario in continua evoluzione e trasformazione,
CRIF Decision Solutions mette a disposizione delle aziende di credito la propria
esperienza e le proprie competenze distintive nell’ambito del Risk Management,
dei processi di credito, dello sviluppo di nuovi modelli e della compliance, sia per
quanto riguarda il mondo finance sia quello corporate.
Quale è l’impegno previsto sugli aspetti normativi ed operativi per il 2014-2015?
La comunità dei Risk Manager ha espresso, con chiara indicazione, che il
principale impegno per il prossimo biennio si focalizzerà sull’adeguamento alla
Circolare n. 263 (Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche) di
Banca d’Italia, con particolare attenzione agli ambiti di attuazione del
Risk Appetite Framework (RAF).
A un gradino più in basso in termini di priorità troviamo lo sviluppo e/o
l’affinamento dei modelli di previsione del rischio, che rappresenta l’altra
esigenza primaria per fronteggiare le nuove sfide del mercato. Ad entrambi gli
aspetti sono legate anche le nuove esigenze operative caratterizzate
dall’implementazione del nuovo framework regolamentare e nuovi modelli
all’interno dei processi aziendali.
Tali cambiamenti richiederanno inoltre un’importante e crescente attenzione
verso la diffusione della cultura del rischio all’interno dei processi e delle
strutture in questione, con significativi sforzi di formazione e change
management.
Effort previsto per gli aspetti normativi per il 2014-2015
Sviluppo modelli
Area di maggiore intervento
normativo secondo
gli intervistati corporate
Revisione organizzativa servizio/direzione rischi
Sviluppo nuovi modelli
previsionali e/o
adeguamento degli esistenti
Segnalazioni organo di vigilanza
Adeguamento circolare 263 - RAF
Finance
Mondo Accademico
Dialogo/Reporting/Riporto
verso organi di supervisione
strategica
Revisione delle policy di
rischio/valutazione
dei grandi rischi/verifica dei
limiti/indirizzi deliberativi
Corporate
Sostanziale allineamento di
vedute tra mondo corporate
e finance
Diffusione delle misure di
rischio all’interno dei processi
decisionali/policy di rischio
Validazione/adeguamento
modelli alle evidenze
di convalida/organo di
vigilanza
Area di maggiore intervento
normativo secondo le stesse
banche e finanziarie
2
Effort previsto per gli aspetti operativi per il 2014-2015
Altro: Fondi NPL, Modelli
Altro: Fondi NPL,
normative sovranazionali
Corporate
Per ricevere la survey completa e maggiori informazioni:
[email protected]
Diffusione della cultura del
rischio/Reporting/Formazione
delle strutture centrali e/o
periferiche
Finance
Mondo Accademico
primavera - estate 2014
CRIF E HOMETRACK SIGLANO UN ACCORDO PER LO SVILUPPO DEL PRIMO MODELLO
DI VALUTAZIONE IMMOBILIARE AUTOMATICA (AVM) PER IL MERCATO ITALIANO
La soluzione consentirà agli operatori del settore bancario la rivalutazione del portafogli mutui
e una più efficace gestione del rischio
CRIF, leader in Europa nel settore delle credit information bancarie e nelle
soluzioni di supporto decisionale, ha siglato con Hometrack, leader nella
realizzazione di modelli di valutazione automatica (AVM) sia nel Regno Unito
che in Australia, un accordo per lo sviluppo e la fornitura del primo AVM sul
mercato italiano per la valutazione di qualsiasi tipo di immobile residenziale,
grazie all’utilizzo di modelli matematici altamente sofisticati e tecnologie
automatizzate.
Hometrack è una società privata inglese con uffici a Londra e a Sydney,
fornitore esclusivo di modelli AVM, tra le altre, a 4 delle 6 maggiori banche
presenti nel Regno Unito. Nello specifico, gran parte degli istituti finanziari si
affidano a Hometrack per informazioni di qualità e altamente personalizzate,
necessarie per una corretta valutazione in ambito immobiliare. Hometrack
è l’unico provider di servizi AVM le cui soluzioni sono state formalmente
approvate anche dalle 3 maggiori agenzie di rating oggi presenti sul mercato e
il cui utilizzo ha sostenuto oltre 50 transazioni di finanza strutturata.
La partnership tra CRIF e Hometrack rappresenta un traguardo estremamente
significativo in quanto consente di unire l’eccellenza e il know-how analitico
degli AVM di Hometrack con l’esperienza in Italia di CRIF Real Estate
Services, che offre a oltre 100 istituti bancari e finanziari i propri servizi di
valutazione immobiliare, in linea con i più rigorosi criteri riconosciuti a livello
internazionale, tramite una rete di 550 periti professionisti indipendenti,
qualificati e con certificazione accreditata ISO 17024 e il più grande e
approfondito database di valutazioni immobiliari disponibile sul
mercato italiano.
L’AVM è uno strumento fondamentale a disposizione dei Risk Manager che
necessitano di monitorare e aggiornare puntualmente il valore di mercato
del portafoglio immobiliare residenziale in ottica di mitigazione del rischio e
di compliance con quanto richiesto dall’Autorità di Vigilanza. Inoltre i modelli
AVM consentono di identificare i cespiti che necessitano maggiormente di
una rivalutazione, limitano le frodi e forniscono un valore di riferimento per
investitori e consumatori.
Nello specifico, il sistema AVM, che verrà proposto agli operatori di settore,
combina i modelli decisionali di Hometrack e il database di comparabili di
CRIF, fornendo un valore puntuale dell’immobile ad una determinata data,
insieme all’indicazione di uno specifico livello di confidenza che traduce
l’accuratezza di ogni risultato AVM.
Con riferimento alle rivalutazioni immobiliari, la tecnica AVM si dimostra
inoltre più accurata rispetto alle metodologie tradizionali di rivalutazione
statistica per indici, in quanto determina il valore dell’immobile senza
utilizzarne il valore storico di partenza e senza essere quindi influenzata da
eventuali errori, frodi, sovrastime, dati mancanti o errati nel fascicolo mutui.
“Ad oggi le valutazioni AVM rappresentano la tecnica più innovativa e
affidabile per fornire una stima automatica del valore di mercato degli immobili
residenziali” - spiega Stefano Magnolfi, Direttore Real Estate Services di CRIF
- “e completano la nostra gamma di servizi e soluzioni a supporto del mercato
Real Estate, dalla valutazione di immobili sia residenziali sia commerciali
con sopralluoghi esterni o interni all’edificio fino alla rivalutazione dell’intero
portafoglio mutui degli Istituti”.
L’accordo di CRIF con Hometrack riguarderà inizialmente la fornitura di modelli
AVM per la rivalutazione periodica dei portafogli di immobili residenziali
in Italia. Successivamente, in accordo con Hometrack, CRIF svilupperà e
commercializzerà i servizi di AVM anche in altri Paesi europei.
PAGAMENTI COMMERCIALI: BOOM DI RITARDI A MARZO 2014,
PUNTUALITÀ CALATA DELL’8% IN UN ANNO
Le principali evidenze dello Studio Pagamenti 2014 di CRIBIS D&B
Nel primo trimestre 2014 si è registrata una nuova consistente riduzione della
puntualità nei pagamenti delle imprese italiane nei confronti dei partner e
fornitori. A marzo 2014, infatti, solo il 38% delle imprese è stata puntuale
nell’onorare le fatture, un calo di ben 8 punti percentuali rispetto al primo
trimestre 2013, quando la media era del 46%. Un altro dato che evidenzia le
difficoltà del sistema dei pagamenti italiani è sottolineato dai ritardi oltre i 30
giorni, arrivati al 16%, +45,2% rispetto ad un anno fa e ben il 192,7% in più
rispetto al 2010.
È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2014 di CRIBIS D&B, la società
del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i
comportamenti di pagamento delle imprese italiane.
Nel dettaglio, a fronte di una quota pari al 38% di imprese puntuali, il 45,9% ha
pagato con un ritardo fino a 30 giorni medi, mentre il 16,1% del totale ha
saldato le fatture oltre un mese dopo la scadenza, registrando la percentuale
più alta dal 2010, quando le imprese che pagavano con gravi ritardi erano
ferme al 5,5%.
Rispetto al primo trimestre 2013 i pagamenti puntuali sono calati del 17,2%,
quelli fino a un mese di ritardo sono aumentati del 6,7%, quelli gravi, oltre i 30
giorni, sono saliti del 45,2%. Secondo i dati CRIBIS D&B, è però rispetto al
2010 che le performance attuali in fatto di pagamenti delle nostre imprese
sono drammaticamente peggiorate. In particolare, i ritardi gravi oltre i 30 giorni
sono passati dal 5,5% del 2010 all’attuale 16,1%, quelli entro il mese sono
passati dal 57% al 45,9%.
3
Analizzando i comportamenti di pagamento per dimensione aziendale, le
micro realtà confermano il loro trend di puntualità nei pagamenti alla scadenza,
ma al contempo presentano anche il maggior numero di ritardi gravi, giunti al
17,9% del totale, in crescita del 55% rispetto al primo trimestre 2013 e
addirittura del 210% rispetto al 2010. Situazione opposta per le imprese
“large”, puntuali solo nel 16,3% dei casi: il 75,2% salda entro un mese,
solamente l’8,5% appartiene alla categoria cattivi pagatori, ovvero quelli che
pagano oltre il mese di ritardo.
A marzo 2014 il panorama dei pagamenti commerciali in Italia per aree
geografiche appare estremamente diversificato. Infatti, mentre le imprese del
Nord mostrano una maggiore propensione a rispettare i termini pattuiti e a
contenere il ritardo, nell’Italia meridionale i pagamenti sono complessivamente
meno puntuali.
Il Nord Est risulta l’area geografica più affidabile con il 46,9% di pagamenti
regolari. Nella situazione opposta invece si trovano le imprese del Sud Italia e
Isole, con solo il 25,1% di pagamenti virtuosi. Nel mezzo si assestano il Nord
Ovest (43,7% di pagamenti alla scadenza) e il Centro (33,5%).
Lo scenario a livello settoriale, secondo l’analisi CRIBIS D&B, si presenta
eterogeneo. I settori merceologici più puntuali risultano i Servizi finanziari
(51,5%) e l’Agricoltura (48%), mentre nel commercio al dettaglio i pagamenti
alla scadenza interessano solo il 26,3%. Nei pagamenti puntuali in difficoltà
anche i Trasporti e distribuzione (39,6%).
Pubblicazione di CRIF
VOLVO FINANCIAL SERVICES RIDISEGNA INSIEME A CRIF IL PROCESSO DI VALUTAZIONE
DELLA CLIENTELA BUSINESS PER VEICOLI INDUSTRIALI E COMMERCIALI
Azienda di credito: Volvo Financial Services
Soluzione: dati CRIF, business information e
informazioni creditizie, consulenza di processo,
Sprint Business 2.0 (il sistema As a Service di
CRIF per la valutazione del rischio di credito)
e la formazione CRIF Academy.
Esigenze: ridefinizione del processo di
valutazione.
Risultati: sistema di rating interno oggettivo,
predittivo e discriminante.
Volvo Financial Services è una delle otto Business
Areas che compongono attualmente il Gruppo di AB
Volvo. Nel mercato italiano fornisce servizi finanziari
e accessori sui veicoli industriali e commerciali Volvo
Trucks e Renault Trucks, sugli Autobus Volvo e sulle
macchine operatrici commercializzate dal Gruppo
Volvo e dalla sua rete di vendita.
Le esigenze di Volvo
“A seguito del
progressivo
deterioramento del
mercato automotive
italiano, dopo un serio
confronto con Banca
d’Italia, è emersa
l’esigenza di adottare
un sistema di rating
basato su modelli
statistici predittivi. Le informazioni creditizie di
EURISC, il SIC di CRIF, che già utilizzavamo da oltre
8 anni, dovevano dialogare da un lato con le nostre
informazioni e dall’altro con un motore esperto per
la valutazione delle richieste di credito. Il processo
di valutazione e monitoraggio della clientela andava
quindi reingegnerizzato e omogeneizzato in tutti
questi aspetti” - spiega Michele Morganti, Credit
Manager di Volvo Financial Services.
Il progetto
“A seguito delle mutate condizioni del mercato
italiano ci siamo rivolti a CRIF, già nostro partner per
le informazioni creditizie, per ridisegnare il processo
di credito: dalle informazioni creditizie, agli analytics,
agli aspetti consulenziali fino all’adozione di servizi
aggiuntivi integrati nelle nostre piattaforme. In primis,
ci siamo avvalsi del patrimonio informativo di CRIF,
il CRIF INFORMATION CORE, composto da oltre 40
banche dati da fonte pubblica, business information
e informazioni creditizie. Avevamo l’esigenza di
integrare le informazioni di CRIF in un ‘sistema
esperto’ che andasse, da un lato, oltre ai soliti modelli
di scoring e, dall’altro, avesse un indicatore di rischio
‘certificato’. CRIF Rating Agency, riconosciuta e
registrata come Credit Rating Agency (CRA) da
Consob ed ESMA, rispondeva perfettamente alle
esigenze di messa in sicurezza del nostro portafoglio.
Infatti, grazie al CRIF Business Default Index, il
nuovo standard di mercato per la valutazione del
default di un’azienda, abbiamo avuto a disposizione
13 algoritmi matematici non lineari e oltre 1000
indicatori calcolati e statisticamente testati sviluppati
sulla totalità delle imprese italiane (e non su campioni)
e differenziati per settore, dimensione e forma
giuridica. CRIF ci ha garantito la piena compliance al
quadro normativo, il know-how di analisti economicofinanziari esperti e l’applicazione di un rigoroso
processo per lo sviluppo e la validazione dei propri
modelli statistici” - continua Morganti.
L’indicatore CRIF Business Default Index utilizzato
da Volvo Financial Services
“Abbiamo effettutato insieme ai consulenti CRIF
Decision Solutions una fase di assessment di tutto il
portafoglio Volvo per ridefinire gli step di processo.
L’indicatore CRIF Business Default Index utilizzato da Volvo Financial Services
CRIF Business Default Index
Il nuovo standard di mercato per la valutazione del default di un’azienda
PATRIMONIO INFORMATIVO DI CRIF
Maggiore profondità informativa e
viste ad hoc
Modello ad hoc per la valutazione
delle imprese
Ponderazione avanzate
degli EVENTI NEGATIVI
ESPONENTI E SOCI
Valutazione automatica
delle cariche significative
RICLASSIFICAZIONE
BILANCI CRIF
PROFILO SOCIETARIO
per la valutazione dell’impresa
e dei soggetti coinvolti
KNOW-HOW ED EXPERTISE
4
DEFAULT COMPLIANT
con Basilea 2
I “SETTORI DI CRIF”
e non semplice classificazione Ateco
ESPERIENZA
degli analisti CRIF
LOGICA EVOLUTA
OVERRIDE quantitativi
Ponderazione TREND TEMPORALE
delle performance dell’azienda
INTERPRETABILITÀ DEL RATING
grazie alla coerenza tra approccio
statistico ed analisi esperta
L’impresa si rivolge al dealer che invia all’Ufficio
Crediti la richiesta di finanziamento. L’Ufficio Crediti
si occuperà del controllo della documentazione e
dell’interrogazione delle diverse banche dati per
stabilire la rischiosità o meno della richiesta di
credito” - spiega Morganti. “È in questo passaggio
di verifica che s’innesta il ‘sistema esperto’, frutto
dell’integrazione fra il CRIF Business Default Index,
il rating interno e le soluzioni CRIF. Nello specifico
abbiamo scelto Sprint Business 2.0, il sistema che
ci ha permesso di effettuare controlli congiunti sui
dati di natura pubblica e creditizia integrati in logiche
parametriche originali e innovative” - aggiunge
Morganti.
“Nel processo di valutazione Sprint Business 2.0
vengono considerati indicatori trimestralmente
estratti dai nostri sistemi interni relativi alla rischiosità
dei clienti retail veicolati dai dealer” - continua
Morganti. “In sede di valutazione di una nuova
richiesta di finanziamento l’analista indica il dealer
che ha veicolato la pratica e l’elaborazione di Sprint,
sulla base del concessionario indicato e agisce sui
cut-off dell’area di rischio. Inoltre CRIF ci permette
di avere in un unico report sintetico, Sprint Report,
tutte le informazioni necessarie per la valutazione
(EURISC, Business Information, Assilea), in modo
che possiamo così avere in un solo documento tutto
ciò che ci serve”.
“La soluzione Sprint di CRIF” - spiega Maria
Ricucci, Marketing Manager di CRIF - “è presente
sul mercato da oltre 15 anni ed è utilizzata da oltre
300 aziende di credito italiane. Sprint Business 2.0
consente, in pochi secondi, una ‘vista fronte-retro’
dell’azienda (dalle microimprese alle PMI) integrando,
in logiche parametriche originali e innovative
e secondo le strategie creditizie dell’azienda di
credito, oltre 20 banche dati: le informazioni sul
profilo dell’impresa, i dati economico-finanziari, le
informazioni sul comportamento creditizio e sulle
caratteristiche dei principali esponenti aziendali”.
I benefici ottenuti
“L’assessment fatto con i consulenti CRIF ha
comportato un vero e proprio cambiamento
culturale. Il supporto degli specialisti della
formazione di CRIF è stato fondamentale nel
passaggio da una valutazione soggettiva del
cliente ad una valutazione automatizzata. CRIF
ci ha garantito rapidità di implementazione
utilizzando uno strumento predittivo e oggettivo,
nonché maggiore consapevolezza nel prendere
una decisione. Grazie a CRIF, il Rating Volvo è ora
molto più discriminante. Se confrontiamo il rating di
accettazione dell’ultimo trimestre 2013 con quello
del primo, riscontriamo una riduzione della classe di
rating ‘C’, più rischiosa, e un contestuale incremento
della classe di rating ‘A’, meno rischiosa. Mentre
nel primo trimestre 2013, pre implementazione
della soluzione Sprint Business 2.0, i rating di
accettazione ‘C’, più rischiosi, rappresentavano il
48% delle nuove richieste di affidamento, nel corso
dell’ultimo trimestre 2013, post implementazione
della soluzione Sprint Business 2.0, tale percentuale
è scesa al 30% con un considerevole spostamento
nella classe di rating ‘A’, meno rischiosa (dal 13%
al 30%). Essere pronti a cambiare e mettere in
discussione le proprie certezze è difficile e richiede
coraggio, ma la storia insegna che le grandi idee
sono state realizzate da chi ha avuto la capacità di
osare. Insieme a CRIF siamo riusciti a cambiare, e
ora possiamo soltanto crescere e raggiungere nuovi
obiettivi” - conclude Morganti.
Per maggiori informazioni: [email protected]
primavera - estate 2014
LA VALUTAZIONE AUTOMATICA DELLE RICHIESTE DI LEASING DI UNICREDIT
CON LE INFORMAZIONI E LE COMPETENZE ANALITICHE DI CRIF
Azienda di credito: UniCredit Leasing
Soluzioni: EURISC 2.0, PERFORM - CRIF Credit
Bureau Score e le competenze analitiche di CRIF.
Esigenze: valutazione e gestione automatica,
omogenea e Basilea compliant delle richieste di
leasing.
Risultati: strumento di Credit Worthiness
Evaluation (CWE) che processa circa 10.000
pratiche l’anno, basato su scorecard specifiche
per le operazioni di leasing e altamente predittive
grazie alle informazioni creditizie e al supporto
delle competenze analitiche di CRIF.
UniCredit Leasing, la società specializzata nel leasing
del Gruppo UniCredit, si avvale di un’organizzazione
composta da oltre 2.500 professionisti e una rete
di vendita diffusa su 18 Paesi, con capacità di
distribuzione multi-canale e un mix di prodotto
equilibrato per soluzioni di leasing per piccole e
medie imprese. Nel settore del leasing a livello
europeo, UniCredit Leasing occupa una delle prime
tre posizioni in 12 Paesi.
La sfida di UniCredit Leasing
Il Gruppo UniCredit considera una scelta strategica
l’utilizzo dei sistemi di rating AIRB Basilea 2 sia a
fini regolamentari che nei processi di gestione del
credito. In questo contesto, UniCredit Leasing ha
intrapreso un cammino che prevede la convalida
da parte dell’EBA nel corso del 2015. UniCredit
Leasing utilizza i modelli di rating nelle gestione
di tutti i principali processi di gestione del
credito: erogazione, monitoraggio, precontenzioso
e contenzioso, svalutazioni nel rispetto delle policy di
gruppo e del comitato di Basilea.
“Nell’inquadramento
complessivo dei
processi del credito
in un’ottica IRB
compliant, la sfida
di UniCredit Leasing
vedeva uno snodo
cruciale nello sviluppo
di uno strumento di
Credit Worthiness
Evaluation (CWE) per il supporto alla valutazione del
merito creditizio delle richieste di leasing, che fosse
in grado di determinare il rischio delle operazioni e di
identificare l’organo deliberante facoltizzato” - spiega
Giovanni Vanellone, Head of Credit Risk Models
and Tools. “Gli obiettivi del nuovo sistema di pratica
elettronica di fido erano primariamente quelli di
supportare l’analisi creditizia con un livello di sempre
maggiore profondità, di garantire una gestione
omogenea - fattore determinante nel nostro caso in
cui il leasing è intermediato per più del 50% da una
rete agenziale e non da reti bancarie - di consentire
controlli automatici, con rilevazione di livelli di
rischio oggettivi, nonché di ottenere una consistente
contrazione dei tempi operativi”.
Il progetto sviluppato
Il tool di Credit Worthiness Evaluation (CWE)
di UniCredit Leasing è stato progettato con un
approccio modulare, reperendo le informazioni
necessarie alle proprie elaborazioni da varie fonti che
ne condizionano l’esito anche mediante l’interazione
con altri sottosistemi/processi. I dati della pratica
provengono dal Sistema informativo gestionale di
front-end Leasing (dati della proposta di leasing e
anagrafici) e sono integrati, ricorrendo a un utilizzo
importante di fonti informative esterne. Il sistema si
interfaccia e dialoga inoltre in maniera integrata con
altri sottosistemi aziendali (per ricavare informazioni
relative ai beni, ad aspetti di compliance legale,
fiscale e reputazionale, ad aspetti inerenti le strategie
creditizie, i parametri creditizi BIS2 AIRB 2 e alla
procedura antifrode).
“A livello logico e di flussi, il processo decisionale è
strutturato su più livelli. Il primo livello è quello che
sostanzialmente porta a un ‘instradamento’ delle
tipologie di operatività, per ‘causale creditizia’ (nuova
finanza, locazione, subentro/cessione o addition) e
‘segmento creditizio’, che identifica la dimensione
della controparte (Corporate, Small business, Privati/
Professionisti). Nello specifico, a questo livello
attingiamo ai dati della controparte, alle business
information pubbliche e massimizziamo l’utilizzo
dei dati della Banca UniCredit. Al secondo livello,
invece, abbiamo un instradamento per tipologia di
origination - canale agenti, canale banche, canale
diretto, ecc. - e analizziamo l’operazione in base
al rischio della controparte. In quest’ambito,
entrano tutti i dati di valutazione interna: in
particolare le informazioni creditizie di EURISC
2.0 di CRIF, oltre a quelle di Assilea e Banca d’Italia.
Il livello successivo invece è quello che
sostanzialmente ci porta alla valutazione della PD
della controparte che, riclassificata in tre livelli
di rischio (alto, medio, basso), instrada le regole
decisionali del motore di CWE. In quest’ambito, CRIF
ci ha supportato nel realizzare i modelli statistici
preposti alla valutazione specifica dell’operazione di
leasing (in cui il bene gioca un ruolo fondamentale).
Con l’intervento e le competenze analitiche nello
sviluppo dei modelli di CRIF abbiamo affinato i
risultati dello strumento automatico migliorando
il potere discriminante per le transazioni relative
a controparti con una classe ‘media’ di PD,
integrando la valutazione complessiva con
specifiche scorecard di operazione (‘strumentali’,
‘targato leggero’ e ‘targato pesante’)” - spiega
Vanellone.
Il know-how nella valutazione della rischiosità delle
imprese e il rigoroso processo di CRIF nello sviluppo
e la validazione dei modelli statistici è riconosciuto
Il miglioramento delle performance della scorecard di UniCredit Leasing grazie a EURISC 2.0 di CRIF
CORPORATE
ALTRI TIPI DI CLIENTELA
SEGMENTI DI CLIENTELA
TIPO DI PRODOTTI
STRUMENTALE
TARGATO LEGGERO
TARGATO PESANTE
INTERNAL APPLICATION MODULE
GINI = 60%
INTERNAL APPLICATION MODULE
GINI = 61%
INTERNAL APPLICATION MODULE
GINI = 68%
GINI = 70%
GINI = 71%
GINI = 76%
INTERNAL APPLICATION MODULE
GINI = 66%
INTERNAL APPLICATION MODULE
GINI = 68%
INTERNAL APPLICATION MODULE
GINI = 64%
GINI = 75%
GINI = 76%
GINI = 78%
AUMENTO
DEL 20%
del POTERE
PREDITTIVO
DEI MODELLI
grazie
all’utilizzo dei
DATI EURISC
anche dall’accreditamento di CRIF come Credit
Rating Agency. CRIF Rating Agency è infatti la
prima agenzia di rating italiana ad emettere rating
regolamentari e riconosciuti a livello europeo, avendo
ottenuto la registrazione come Credit Rating Agency
(CRA) da Consob e da ESMA. CRIF Rating Agency è
inoltre riconosciuta ECAI.
I benefici ottenuti
“Nello sviluppo dei modelli abbiamo integrato
diversi moduli per massimizzare informazioni
geo-demografiche e interne, ma molto importante è
stato il contributo delle informazioni comportamentali
esterne. Con l’utilizzo del patrimonio informativo
di CRIF e del SIC EURISC 2.0, opportunamente
integrato dal punto di vista statistico nello
sviluppo delle scorecard su tutti i diversi tipi di
prodotto e sui diversi segmenti, abbiamo ottenuto
livelli di accuratezza di assoluto rilievo. Un risultato
significativo, di cui siamo molto soddisfatti.
Con CWE abbiamo ottenuto vantaggi in termini di:
• compliance AIRB Basilea2;
• valutazione automatica del credito per le aree a
rischio accettabile;
• coerenza di valutazione tra i parametri creditizi
AIRB e analisi creditizia sul merito di credito della
controparte;
• segregazione completa tra modelli statistici e
correttivi basati su considerazioni di tipo
esperenziale (judgemental).
Mi preme sottolineare soprattutto che, tramite questo
strumento, UniCredit Leasing è in grado di
deliberare in automatico circa il 31% di operazioni
(su una media di circa 10.000). Considerando la
tipologia di clientela di UniCredit Leasing (fatta di
professionisti, PMI, grandi imprese e PA) e il taglio
medio delle operazioni processate, questi sono
numeri assolutamente significativi” - conclude
Vanellone.
Per maggiori informazioni: [email protected]
LEASING:
le ultime novità normative e la soluzione CRIF
La Legge di Stabilità (Legge 147 del 27 dicembre 2013)
ha modificato in termini migliorativi le regole per la
deduzione fiscale dei canoni di locazione finanziaria
per imprese e professionisti. L’agevolazione ha
reintrodotto per i nuovi contratti di leasing finanziario il
regime fiscale che nei primi anni dello scorso decennio
aveva portato il leasing ad essere lo strumento di
finanziamento “privilegiato” delle imprese, dei lavoratori
autonomi e dei professionisti. Dai primi studi e dalle
simulazioni effettuate il contratto di leasing risulterebbe
fiscalmente più conveniente del mutuo oppure di
analoga forma di finanziamento. Infatti, nel mese di
aprile la domanda di leasing è tornata a crescere di
circa il 5%. La crescita è stata registrata da CRIF Credit
Market Outlook, Osservatorio CRIF sul mercato del
credito, rispetto alle domande di leasing raccolte dagli
istituti di credito e contribuite in EURISC, il Sistema
di Informazioni Creditizie di CRIF, che raccoglie i dati
relativi ad oltre 77 milioni di posizioni creditizie.
Sprint Leasing è la soluzione CRIF SAAS (Software
as a Service) specifica per il leasing, che consente
di automatizzare e omogeneizzare i processi di
istruttoria e valutazione delle richieste di leasing. La
soluzione integra le esperienze ultraventennali di CRIF
nello sviluppo e realizzazione di sistemi decisionali e
modelli di valutazione. In particolare, Sprint Leasing
consente la valutazione delle richieste di leasing,
grazie alla differenziazione dei processi e agli algoritmi
statistici specifici a seconda della tipologia di clientela
e di prodotto. Inoltre offre l’integrazione delle fonti
informative interne ed esterne tra cui la Centrale Rischi
di Assilea, CR Bankit e il Sistema di Informazioni
Creditizie EURISC di CRIF a cui partecipano oltre il 70%
delle società associate Assilea. La valutazione finale
suggerisce all’analista l’azione da perseguire secondo
le policy definite dall’istituto, fornendo tutti i dettagli
informativi e gli indici sintetici richiesti.
Per maggiori informazioni: [email protected]
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Pubblicazione di CRIF
CARIGE SCEGLIE CRIF DATA QUALITY IN VISTA DELL’ASSET QUALITY REVIEW
Azienda di credito: Banca CARIGE
Soluzioni: Data Quality di CRIF BPO
Esigenze: supporto per le verifiche preliminari
all’Asset Quality Review della BCE.
Risultati: verifica e integrazione delle pratiche di
mutuo in piena compliance alle richieste della
BCE, insieme a un ampio set informativo sui
relativi collateral.
Banca CARIGE è la più importante banca ligure e
capogruppo del Gruppo Banca CARIGE, che conta
più di 1.100 punti vendita (tra sportelli bancari e
agenzie assicurative) distribuiti sul territorio
nazionale, con oltre 2 milioni di clienti.
Le esigenze
Entro il prossimo
novembre si
concluderà l’Asset
Quality Review
condotto dalla BCE
su circa 130 banche
europee, 15 delle
quali italiane.
L’indagine ha lo
scopo di valutare la
qualità degli attivi
bancari e delle
garanzie, oltre alla
qualità dei dati e alle classificazioni delle
esposizioni deteriorate. Gli elementi chiave della
valutazione indicati dalla BCE, ovvero la valutazione
del rischio, la qualità degli asset e gli stress test,
appaiono strettamente interdipendenti.
La valutazione del rischio è collegata a tal punto a
quella dell’asset immobiliare da rappresentare per il
Risk Management delle banche un compito
primario tra quelli posti all’attenzione dell’indagine.
Negli ultimi anni, infatti, è cresciuta la richiesta di
maggiore trasparenza nella valutazione immobiliare,
attraverso procedure chiare e documentate,
nonché metodologie di valutazione controllabili e
riproducibili in tutte le fasi di valutazione.
Gli istituti italiani sono oggi chiamati ad analizzare il
proprio portafoglio di garanzie immobiliari ed,
eventualmente, intervenire per sanare le possibili
carenze nei dati. È molto frequente, infatti, che a
seguito di acquisizioni di filiali o di intere banche,
risulti difficoltoso recuperare in tempi circoscritti le
informazioni o documentazioni relative alle pratiche
stipulate negli anni passati, agli asset e ai collateral
sottostanti mutui e prestiti erogati.
Banca CARIGE, uno degli istituti italiani coinvolti
dall’analisi della Banca Centrale Europea, ha scelto
6
di affidarsi ai servizi Data Quality di CRIF BPO per
la verifica e la gestione dei propri asset creditizi.
“Abbiamo scelto di affidarci a CRIF per l’attività di
analisi delle pratiche e recupero della
documentazione” - spiega Paolo Sacco,
Responsabile Organizzazione - Processi e Prodotti “in quanto siamo consapevoli dell’expertise del
partner sia nella gestione in outsourcing di processi
di credito sia per tutte le attività richieste in area Real
Estate, quali il reperimento di informazioni immobiliari
e la realizzazione di perizie tecnico estimative”.
La soluzione CRIF
La soluzione Data Quality di CRIF BPO è frutto di
un consolidato impianto progettuale di attività che
fornisce all’istituto una soluzione “chiavi in mano”,
in grado di garantire l’efficienza dei tempi e dei
costi operativi, con un elevato standard qualitativo.
Nello specifico, CARIGE ha impiegato il servizio
Data Quality per l’analisi delle pratiche di mutuo,
a partire dalla ricezione della documentazione
cartacea dagli archivi centrali o di filiale dell’istituto,
e la sua segmentazione in base alle logiche di
rischio condivise con il committente.
Successivamente, i dati sono stati sottoposti alle
attività di verifica della completezza e conformità
per identificare eventuali anomalie o mancanze.
In caso di documentazione mancante, CRIF ha
messo in atto un’attività di recupero della stessa
attraverso ispezioni catastali, perizie tecnicoestimative o recupero degli atti pubblici.
La fase finale della lavorazione è costituita dalla
creazione dei file output e dal controllo qualità, per
consentire infine la gestione documentale digitale
indicizzata del materiale da parte della Banca,
adempiendo alle esigenze dell’asset quality review e,
più in generale, a obiettivi di efficienza di gestione.
“Grazie al supporto di CRIF BPO, il nostro Istituto”
- spiega Sacco - “ha potuto ottenere tempo per
tempo un output costituito da un file dati strutturato
e un archivio ottico dei documenti, che ci ha
permesso di gestire rapidamente e in totale
autonomia le informazioni aggiornate”.
I risultati ottenuti
La soluzione Data Quality di CRIF BPO ha permesso
a CARIGE di controllare e verificare i dati, grazie a
un’elevata tracciabilità delle informazioni gestite e
archiviate. Nei casi in cui sono state rilevate carenze
rispetto al pacchetto completo di documentazione
necessaria (note di iscrizione ipotecaria e
informazioni catastali, perizia immobiliare) CRIF è
stata in grado di reperire tale documentazione
mediante accertamenti presso gli Uffici di Pubblicità
Immobiliare e la realizzazione di perizie immobiliari,
grazie alla propria rete di oltre 500 periti.
Inoltre, CARIGE ha ottenuto un significativo
miglioramento nella gestione delle garanzie,
attraverso la sistematizzazione di uno stock ampio e
articolato di dati e la digitalizzazione della
documentazione a supporto.
“Grazie a Data Quality di CRIF siamo oggi in grado
di esaminare le pratiche mediante il supporto
digitale e ottenere una ricostruzione sintetica e
completa di fascicoli cartacei. La progressiva
disponibilità di un ampio set informativo specifico
sulle garanzie ha agevolato la gestione delle
verifiche connesse all’Asset Quality Review e
consente al Gruppo di disporre, in modo rapido ed
efficace, di informazioni che assumono un ruolo
centrale nella gestione delle politiche di rischio, con
significativi e crescenti riflessi di tipo economico e
patrimoniale” - conclude Sacco.
Per informazioni: [email protected]
Il processo di Data Quality di CRIF BPO
Clusterizzazione
Segmentazione
delle pratiche
in base alle
logiche di rischio
condivise.
Acquisizione
pratiche e
data entry
Acquisizione
delle pratiche
tramite
digitalizzazione
del formato
cartaceo.
Eventuale attività
di data entry delle
informazioni
disponibili.
Reperimento
documenti
mancanti
Recupero della
documentazione
mediante verifiche
ipocatastali,
perizie tecnicoestimative o
reperimento
degli atti pubblici.
Geo referenziazione
Georeferenziazione
dei cespiti
individuati.
Gestione
documentale
digitalizzata
Archiviazione
e indicizzazione
della
documentazione
su portale
di Document
Management.
primavera - estate 2014
GRUPPO HERA: UN MODELLO DI GOVERNANCE DEL CREDITO ALL’AVANGUARDIA
Azienda: Gruppo Hera
Soluzioni: Know-how, supporto consulenziale e
software di CRIF in ambito Origination,
Monitoraggio Portafoglio e Collection.
Esigenze: ottimizzare il processo del credito
end-to-end: da una migliore capacità di selezione
del rischio in origination, al monitoraggio attivo
del portafoglio fino all’industrializzazione della
collection.
Risultati: grande crescita della cultura creditizia
in azienda; condivisione obiettivi di riduzione del
credito; messa a terra di policy e processi del
credito end-to-end supportati da soluzioni
software dedicate; monitoraggio di portafoglio e
controllo dei costi.
Il Gruppo Hera nasce dall’unione, nel 2002, di 11
aziende di servizi pubblici in Emilia-Romagna.
A seguito di ulteriori acquisizioni, ad oggi il Gruppo è
presente, con servizi energetici, ambientali e idrici,
anche in Veneto e Friuli e nella parte nord delle
Marche, servendo oltre 1,8 milioni di utenti, con
ricavi pari a 4,5 miliardi di euro nel 2012.
Le esigenze di Hera nel Credit Management
In ambito Credit Management il Gruppo Hera aveva
esigenza di strutturare un nuovo modello di
governance del credito adeguato alla dimensione e
alla complessità raggiunti dall’azienda a seguito
delle acquisizioni effettuate, alle esigenze di cash
management, oltre che in linea con il mutato
scenario caratterizzato della liberalizzazione del
mercato dell’energia e dal deterioramento della
rischiosità delle controparti. Sostanzialmente questo
significava ridefinire la gestione del credito a 360
gradi: a livello organizzativo, facendo crescere il
committment sulla “questione credito” in azienda,
ridefinendo nuove policy end-to-end e attribuendo
univocamente le responsabilità di gestione; a livello
operativo, implementando nuovi processi orientati al
business ma al contempo coerenti con la
dimensione organizzativa della funzione.
In particolare per quanto riguarda i processi
operativi, in Origination veniva svolto un semplice
credit check su dati esterni, manualmente e solo sul
perimetro aziende Top Business.
Anche la fase di Late Collection, nonostante gli
elevati e crescenti volumi, era gestita in maniera
prevalentemente manuale, con tempi scarsamente
cadenzati e problematiche di allineamento operativo
tra le diverse aree.
Il progetto
A partire dal 2011, il Gruppo Hera ha deciso di
investire in maniera significativa sul Credit
Management, intervenendo su tutti i punti cardine
del ciclo di vita del credito e strutturando un modello
di gestione da best practice di mercato.
La prima mossa è stata prendere consapevolezza
dei costi connessi al credito: con il know-how e il
supporto consulenziale e analitico di CRIF è stato
realizzato un modello di valutazione “full cost del
credito” che ha consentito di quantificare, e quindi di
portare all’attenzione dei diversi livelli aziendali, i
costi connessi alla gestione del credito nelle
componenti di perdita attesa su crediti, costi
operativi e costi finanziari, per i diversi segmenti di
clientela in portafoglio e per i vari servizi offerti.
Poiché la capacità di prevenire il rischio fin dall’inizio
è divenuta, ancor più in tempi di crisi, un’importante
leva competitiva, sono state messe in campo
numerose iniziative in ambito Origination. Tra
queste, la definizione del modello di valutazione
della clientela Aziende in collaborazione con i
consulenti CRIF, e l’adozione di nuove soluzioni
software: CreditFlow - lo strumento di Business
Process Management di CRIF che supporta il
7
processo operativo e raccoglie le informazioni
chiave - e StrategyOne - il motore decisionale di
CRIF per implementare il modello di valutazione,
sfruttando il patrimonio informativo interno e le
potenzialità delle informazioni esterne (Business
Information). Flessibilità e facilità di implementazione
sono state le caratteristiche distintive della soluzione
CRIF, che ha consentito di disegnare il processo di
credit check come “un abito su misura” e di
estenderlo a tutta la clientela Aziende sia Top che
Medium, ed in seguito allo Small. Sullo stesso
perimetro, è stato inoltre attivato il monitoraggio
attivo, supportato dalla tecnologia del CRIF Credit
Framework che applica la rivalutazione periodica del
portafoglio crediti su dati sia interni sia esterni,
consentendo di presidiare la qualità del portafoglio e
implementare una gestione proattiva.
Anche il Recupero è stato oggetto di importanti
attività, in particolare nella fase di Late Collection
ovvero nella gestione del credito problematico.
Dati gli elevati volumi da gestire, retail e business,
il passo cruciale in quest’ambito è stato
l’automazione e l’industrializzazione delle attività,
che ha consentito la definizione di processi serrati
nei tempi e strutturati nelle fasi e azioni. L’obiettivo è
stato raggiunto grazie all’investimento nella
soluzione CRIF per la gestione del credito
problematico - CLever - questa volta
strategicamente utilizzata in modalità outsourcing,
con limitati impatti di gestione IT. La flessibilità
offerta dallo strumento ha consentito di
implementare strategie di recupero modificabili con
facilità e adeguabili rapidamente alle nuove esigenze
di business. Le competenze maturate da CRIF in
ambito collection, e più in generale di operations
management, sono state di grande supporto nella
definizione di strategie di recupero ottimali per i
diversi segmenti di clientela.
I risultati ottenuti
Gli investimenti effettuati dal Gruppo Hera hanno
ridisegnato nell’arco di due anni la gestione del
credito portando rilevanti benefici. La cultura del
credito in azienda è cresciuta attraverso il
committment e la condivisione di obiettivi di
riduzione del credito con altre funzioni aziendali oltre
al Credit Management (Commerciale, Legale). Sono
stati implementati processi del credito end-to-end
supportati da soluzioni software dedicate, per
l’orchestrazione e la chiara attribuzione delle
competenze di gestione tra i diversi attori interni
ed esterni.
In ambito Origination e Monitoraggio è stata
attivata la selezione della clientela Aziende,
attraverso un modello di valutazione automatizzato
basato su informazioni interne e esterne; il credit
profile è ora utilizzato anche per decisioni riguardanti
condizioni di prezzo e di fatturazione/pagamento; è
stata inoltre migliorata la qualità dei dati raccolti in
fase di application, utilizzabili successivamente in
collection; infine il monitoraggio attivo del portafoglio
consente oggi di attuare processi di Early Collection
più serrati. In ambito Late Collection sono stati
introdotti elementi sostanziali di automazione del
processo, sgravando le strutture interne; i tempi di
innesco del processo e di gestione sono stati
radicalmente ridotti. Inoltre si è passati da flussi
mensili a flussi settimanali di affido ad agenzie e
studi legali esterni, con aggiornamento continuo
delle posizioni in lavorazione. In termini di
orchestrazione, oggi 6 team operativi interni e oltre
25 enti esterni sono collegati allo strumento CLever
(nello specifico, 10 agenzie di recupero, 15 studi
legali esterni, provider di servizi di rintraccio e di
business process outsourcing). Tutte le informazioni
raccolte nel corso del processo sono
patrimonializzate e utilizzate per differenziare le
azioni successive. Il roll out e/o fine-tuning delle
strategie di recupero è flessibile e viene svolto con
approccio champion challenger. Infine, i costi
connessi alla gestione operativa del recupero sono
sotto controllo e monitorati nel tempo.
“Abbiamo fatto grandi
passi avanti in un
breve lasso di tempo,
riducendo i costi
legati al credito,
migliorandone il
controllo ed
espandendo la
cultura aziendale
sull’importanza del
‘cash’” - commenta
Gaia Cioci, Responsabile di Credit Management del
Gruppo Hera. “Ora siamo in grado di prevedere il
rischio di mancato pagamento, fin dall’inizio del
processo di acquisizione del cliente, grazie ad una
gestione proattiva del credito in tutte le fasi del ciclo
di vita del cliente. Un progetto così ambizioso è stato
possibile grazie al forte committment aziendale e
alla partecipazione attiva delle diverse funzioni
coinvolte, dai Sistemi informativi alla divisione Legale
e ai Responsabili di Mercato. Sicuramente CRIF è
stato un partner importante per il raggiungimento
dei nostri obiettivi”.
Per maggiori informazioni:
[email protected]
Prevenire il rischio fin dall’inizio è la chiave: i passi principali di HERA dall’acquisition alla collection
1
VALUTAZIONE COSTI
E MODELLING
2
Identificazione cliente
3
Precheck
4
Valutazione
Verifica
post vendita
ORIGINATION
Strategie Business - large ticket
MONITORAGGIO
PORTAFOGLIO
EARLY COLLECTION
LATE COLLECTION
REPORTING
ORGANIZZAZIONE
Strategie Mass Market - medium ticket
Nuova pratica
First step
external
agency
Assegnazione
strategia
Second step
external agency
Y
N
Data update
Da svalutare
Affido Legale
esterno
- 90 gg -
Aggiornamento pratica
Chiusura?
Gestione legale
interno
- 90 gg -
Rintraccio
- 15 gg Da cedere
Pubblicazione di CRIF
FRODI CREDITIZIE: LA COLLABORAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO
E IL SUPPORTO E LE SOLUZIONI CRIF PER CONTRASTARLE
Acquistare beni, chiedere agevolazioni finanziarie, perseguire richieste di
credito indebite, occultando la propria identità attraverso l’uso di dati altrui,
è un fenomeno che in questi anni ha purtroppo conosciuto una costante
crescita, nonostante gli sforzi messi in campo dall’industria bancaria e
finanziaria per arginarlo.
“Gli istituti di credito hanno dedicato maggiore attenzione e maggiori risorse
nell’attività di prevenzione di questo tipo di frodi, sensibili non solo al fattore
economico ma anche al danno reputazionale e alla salvaguardia della
relazione con il cliente; in particolare, gli istituti che si sono dotati di soluzioni
dedicate sono riusciti a ottenere sensibile riduzione dell’incidenza delle
frodi” - spiega Maria Luisa Cardini, Responsabile del centro di Competenza
CRIF Fraud Preventions & Compliance Solutions. “Il 2014 potrebbe essere
l’anno di svolta per contrastare tali fenomeni fraudolenti poiché il Ministero
dell’Economia e delle Finanze ha annunciato la pubblicazione del Regolamento
attuativo inerente al D.Lgs. 64/2011 per l’istituzione di un sistema pubblico
di prevenzione sul piano amministrativo delle frodi nel settore del credito al
consumo, con specifico riferimento al furto di identità”.
Nello specifico, il regolamento in uscita conterrà le attese specifiche e le
modalità di funzionamento di tale sistema (struttura e livelli di accesso,
modalità di collegamento all’archivio, modalità di riscontro alle richieste,
costo del collegamento, modalità di riscossione del contributo, ecc.). Sulla
base di una convenzione con il MEF, parteciperanno al sistema: le banche
comunitarie ed extracomunitarie e intermediari finanziari, fornitori di servizi di
I controlli antifrode “multicanale”:
Fraud Analyser Evolution nella nuova versione APP
La digitalizzazione di servizi e processi e la multicanalità relazionale sono
fenomeni in forte crescita nel settore banking in Italia. 14 milioni di clienti si
avvalgono oggi di servizi di home banking, di cui l’11% dichiara di usare entrambi i
device (computer e mobile), circa 3 milioni di utenti per ciascun canale, percentuale
raddoppiata nell’ultimo anno (fonte: indagine ABI sull’evoluzione dei rapporti tra la
banca e il cliente, aprile 2014).
Soddisfare le nuove esigenze dei clienti che utilizzano sempre di più queste
tecnologie è un “must” per banche e società finanziarie e lo è altrettanto per CRIF,
da sempre attenta alle evoluzioni del mercato per fornire risposte e soluzioni
innovative per l’industria del credito. In quest’ottica, Fraud Analyser Evolution,
la soluzione CRIF per la verifica dell’identità del richiedente credito, evolve
e diventa multicanale. Infatti, nelle prossime settimane le aziende di credito
potranno utilizzarla anche attraverso tablet e smartphone: scannerizzando
i documenti di identità si potranno effettuare le verifiche per il controllo del
soggetto. Oltre ai canali consolidati (web, A2A), gli utenti di Fraud Analyser
Evolution potranno quindi contare sulla potenza informativa e sulle verifiche in
tempo reale offerti dalla soluzione CRIF anche tramite device mobili. Presente sul
mercato italiano da più di 10 anni e utilizzata quotidianamente da circa 180 aziende
di credito, Fraud Analyser Evolution non è un semplice servizio in outsourcing ma
un vero e proprio strumento antifrode tout court, in quanto fornisce:
•un esito sintetico, univoco e oggettivo frutto di un set di controlli incrociati
sui dati delle varie fonti informative (pubbliche e proprietarie di CRIF) e,
nei prossimi mesi, sull’interpretazione degli output UCAMP (Ufficio Centrale
Antifrode Mezzi di Pagamento);
•il massimo dettaglio: oltre alle segnalazioni di incongruenza anche lo storico
degli alert precedenti;
• reportistica online direttamente sul Portale Finance (www.servizicrif.com) per
finalità di auditing interno e di intelligence.
Per maggiori informazioni e provare la soluzione CRIF in modalità APP:
[email protected]
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comunicazione elettronica, fornitori di servizi interattivi o di servizi di accesso
condizionato e i gestori di sistemi di informazioni creditizie. Tale sistema di
prevenzione delle frodi basato sulla collaborazione tra pubblico e privato
consentirà agli operatori aderenti di effettuare la verifica e l’autentificazione
delle informazioni su documenti identificativi, partite Iva, codici fiscali,
dichiarazioni dei redditi, ma anche posizioni previdenziali e assistenziali dei
consumatori che hanno chiesto un prestito, una dilazione o uno slittamento dei
pagamenti.
Il tutto attraverso un archivio centralizzato che raccoglierà in un’unica
piattaforma le informazioni contenute nei database delle Pubbliche
Amministrazioni. L’Agenzia delle Entrate, il Ministero dell’Interno, il Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti, INPS e INAIL sono gli enti che hanno già
messo a disposizione le rispettive banche dati.
In linea con le esigenze del mercato e il nuovo assetto degli attori istituzionali
e stakeholder, il centro di competenza CRIF Fraud Prevention & Compliance
Solutions ha sviluppato Fraud Analyser Compliance.
Estensione specifica di Fraud Analyser Evolution - la soluzione CRIF ad
oggi utilizzata ogni giorno da circa 180 aziende, banche e società finanziarie
ma anche payment service providers, telecom e utilities - Fraud Analyser
Compliance permette in modalità SAAS di accedere alle informazioni presenti
nelle banche dati della pubblica amministrazione, senza implementazioni
tecniche e/o impatti IT, mettendo a disposizione l’interfaccia ad hoc verso
UCAMP, già realizzata da CRIF. L’azienda di credito accede quindi alle
banche dati istituzionali, che costituiscono l’imminente novità, e alle fonti
di proprietà esclusiva di CRIF, dove è presente un hit rate superiore al 95%
per le anagrafiche di soggetti residenti in Italia, e in particolare all’Archivio
Storico Antifrode di CRIF. Un patrimonio informativo completo e fruibile con un
semplice click. L’insieme di queste fonti consente di controllare non solo i dati
anagrafici e reddituali ufficiali, ma anche altri dati che le fonti pubbliche non
coprono, quali i numeri di telefonia fissa e cellulare, gli indirizzi di residenza
forniti e i numeri delle carte d’identità false o contraffatte.
La soluzione restituisce inoltre un esito di sintesi delle verifiche effettuate e del
rischio di frode tramite il CRIF Fraud Score, diventato negli ultimi 10 anni lo
standard di riferimento sul mercato italiano.
Tra gli altri significativi vantaggi di Fraud Analyser Compliance vi sono il
costante aggiornamento e l’oggettività e omogeneità. Il set di controlli effettuati
viene infatti regolarmente monitorato e aggiornato, per poter mettere in atto gli
interventi più adeguati in relazione ai nuovi schemi di frode che si presentano
sul mercato. Nessuna interpretazione soggettiva è lasciata all’operatore e i
complessi esiti delle banche dati istituzionali non rischiano di essere gestiti
in maniera manuale e soggettiva da ciascun utente. Con la soluzione CRIF
vengono infatti interpretati in chiave antifrode e resi così disponibili a tutti gli
operatori dell’azienda di credito in maniera omogenea e oggettiva, applicando
le più idonee regole di aggregazione ove i risultati provenienti da fonti diverse
abbiano contenuti e tempi di aggiornamento disomogenei tra loro.
L’impegno antifrode di CRIF prevede anche la diffusione di conoscenze e
best practice. In quest’ottica CRIF Fraud Prevention & Compliance Solutions
realizza l’Osservatorio CRIF sulle frodi Creditizie punto di riferimento in Italia
sullo studio delle caratteristiche e trend del fenomeno delle frodi. Inoltre
organizza e partecipa a corsi di formazione e workshop di approfondimento
in tema antifrode.
Per maggiori informazioni: [email protected]
primavera - estate 2014
ADEGUAMENTO ALLA NORMATIVA FATCA:
SANTANDER SCEGLIE LA SOLUZIONE DI CRIF BPO
Azienda di credito: Santander
Esigenze: adeguamento alla normativa fiscale
FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act)
attraverso un processo di due diligence sulla
clientela pre-esistente e una procedura onboarding per i nuovi rapporti.
Soluzioni: Adeguamento FATCA di CRIF BPO
Risultati: classificazione, verifica e monitoraggio
della clientela pienamente compliant alla
normativa.
Santander è un gruppo bancario di respiro
internazionale, il cui modello di business è basato su
una forte diversificazione geografica e di prodotto,
accompagnate da profonda efficienza operativa. Nel
mondo il Gruppo conta quasi 15.000 filiali, 103 milioni
di clienti, 186.000 dipendenti e 3 milioni di azionisti.
In Italia è presente con la divisione Santander
Consumer Finance che si occupa prevalentemente di
credito al consumo.
Le esigenze
Nel 2010 gli Stati Uniti hanno introdotto la normativa
fiscale FATCA (Foreign Account Tax Compliance
Act) per combattere l’evasione fiscale di investitori
statunitensi, ad esempio mediante società offshore.
Il 26 luglio 2012 è stato pubblicato il Modello IGA
(Model Intergovernment Agreement on Improving Tax
Compliance and Implementing FATCA) che definisce
le regole di implementazione semplificate che
devono essere applicate dai Paesi aderenti a FATCA,
tra cui l’Italia.
“Era necessario
adeguarsi al nuovo
quadro normativo,
avviare un processo
di due diligence
sulla clientela preesistente e avviare
una procedura onboarding per i nuovi
rapporti” - spiega
Francesca di Maio,
Ufficio Indagini e Rapporti Autorità di Santander.
La normativa FATCA impone agli istituti di credito una
serie di obblighi cui adeguarsi entro il 1° luglio 2014 e
in particolare di:
• richiedere l’“autocertificazione” ai propri clienti
che risultano classificati come entità NFFE
passive, esentare i beneficiari, le persone esenti
o le persone US (check-up delle informazioni
disponibili di tutti i clienti);
• controllare le informazioni fornite dal cliente in
contrasto rispetto a quelle ottenute dalle fonti
pubbliche disponibili (“reasonable check”);
• monitorare le informazioni per individuare possibili
cambiamenti della classificazione;
• controllare la scadenza dei certificati;
• implementare procedure di due diligence e di
raccolta della documentazione anche per favorire
i controlli delle autorità fiscali.
ulteriori documentazioni, con un coinvolgimento
maggiore della nostra clientela, e l’esigenza di un
monitoraggio costante dei dati, poiché al variare
di certe caratteristiche poteva mutare la rispettiva
classificazione. Insieme a queste complessità
si univa la varietà della struttura geografica
e di prodotto di Santander, che richiedeva
l’implementazione di un sistema coerente tra le
diverse business unit e compliant alla normativa.
Inoltre, come indicato dalla nostra casa madre
dovevamo adottare una soluzione uniforme
globale a tutte le business unit nel mondo. Grazie
a CRIF BPO e alla soluzione Adeguamento FATCA
abbiamo ottenuto un mix ottimale di ingredienti: un
patrimonio informativo unico su oltre 200 milioni
di imprese nel mondo, grazie all’appartenenza al
network mondiale Dun & Bradstreet (D&B), knowhow ventennale e team dedicati. Nello specifico”
- continua Di Maio - “la classificazione delle entità
legali nelle diverse categorie FATCA richiede il
reperimento, l’analisi e l’interpretazione di diverse
tipologie di informazioni (quali per esempio la sede
legale, giuridica, l’analisi dei bilanci, le quotazioni
di mercato, settore, ecc.). L’entità legale determina
la documentazione che l’istituto finanziario deve
richiedere al cliente; in molti casi, una corretta
classificazione favorisce l’eliminazione dell’obbligo
di documentare il cliente”.
“Nella soluzione Adeguamento FATCA di CRIF
BPO” - aggiunge Di Maio - “sono presenti tutti i dati
che sviluppati internamente avrebbero comportato
un considerevole onere di tempi e costi. CRIF ci
fornisce tutto il supporto necessario, analizzando
con un algoritmo i dati raccolti e fornendo come
risultato l’appartenenza a una determinata categoria.
Questo è per noi fonte di semplificazione, poiché è
sufficiente preparare una lista delle società e delle
posizioni che vogliamo analizzare e trasferirle a CRIF,
che ci restituisce oltre alla classificazione FATCA ove necessaria - anche la documentazione aggiuntiva
già precompilata da chiedere alla società”.
Nello specifico, con la soluzione Adeguamento
FATCA CRIF gestisce efficacemente in outsourcing le
pratiche in ogni fase, garantendo all’istituto:
• raccolta e verifica delle informazioni commerciali
e dei documenti;
• pre-compilazione delle “autocertificazioni”;
• controllo e gestione delle eventuali divergenze;
9
“Grazie alla bontà dell’algoritmo della soluzione
CRIF BPO abbiamo dimezzato il numero delle
società attive che non richiedono ulteriori controlli,
né reportistica né documentazione” - spiega Di
Maio. “In questo modo riusciamo a differenziare
il portafoglio concentrandoci sulle categorie che
necessitano maggiore attenzione, quale quella
passiva che richiede ulteriori accertamenti per le
informazioni mancanti, pari al 30%, e quelle società
che non sono riconducibili a una classificazione
specifica e che richiedono una gestione mirata.
Terminata la classificazione, sempre insieme a
CRIF, manteniamo un monitoraggio costante, come
specificato nella normativa, rispetto ai cambiamenti
che possono intervenire nel tempo e che potrebbero
variare la classificazione”.
I benefici ottenuti da Santander
“Insieme a CRIF siamo in grado di monitorare
tutte le società del nostro portafoglio, fornendoci
una classificazione e verifica affinché non vi siano
discrepanze tra quanto dichiara il cliente rispetto
alle informazioni pubbliche. Affidandoci a un
gruppo specializzato siamo sollevati dal rischio di
commettere errori. Infine, il lavoro svolto in questi
due anni rappresenta per noi un investimento per il
futuro, perché qualora altri Paesi, non solo gli Stati
Uniti d’America, dovessero introdurre altre normative
simili, saremo già preparati per la classificazione
della clientela. Inoltre, alla luce del provvedimento di
Banca d’Italia saremo pronti a nuovi e più pressanti
controlli in tema di prevenzione del fenomeno del
riciclaggio e del finanziamento del terrorismo con
l’identificazione del Titolare Effettivo. I controlli da
effettuare possono essere svolti contestualmente
alle verifiche FATCA, gestendo così le attività di
verifica in modo sinergico ed efficiente.
Possiamo dire che CRIF BPO garantisce una
classificazione della clientela e supporto di
backoffice ottimale per adeguarsi ed essere
compliant alla normativa FATCA” - conclude Di Maio.
Per maggiori informazioni: [email protected]
La soluzione Adeguamento FATCA di CRIF BPO
Patrimonio informativo
del Gruppo CRIF
Know-how
Il progetto messo in campo con CRIF
“Dato il nuovo quadro normativo, la classificazione
della propria clientela, in particolare quella
giuridica, diventava un passaggio obbligato
e complesso. Avevamo bisogno di richiedere
• monitoraggio delle scadenze dei documenti;
• generazione di reportistica periodica;
• back office operativo con call center di servizio e
di gestione documentale (validazione, archivio e
rinnovi).
Team dedicati
Soluzione CRIF
FATCA COMPLIANT
Pubblicazione di CRIF
OUTSOURCING RESPONSABILE DI CONSUM.IT CON CRIF COL
PER LA GESTIONE DELLA FASE PARALEGALE DEL RECUPERO
Azienda di credito: Consum.it,
Gruppo Montepaschi
Esigenze: gestione “responsabile” e performante
della fase paralegale del processo di recupero
crediti con il supporto di outsourcer specializzati.
Soluzione: supporto e consulenza degli esperti
di CRIF COL e attività paralegale.
Risultati: rientro di numerose posizioni e
disponibilità di titoli esecutivi propedeutici a future
ulteriori attività di recupero.
Società di credito al consumo del Gruppo
Montepaschi, Consum.it è operativa dal 1999
e conta circa 770.000 clienti attivi nel credito
finalizzato e circa 230.000 titolari attivi nel credito
revolving, su tutto il territorio nazionale.
La società detiene il 4,18% del market share,
con un outstanding di 6,4 miliardi di Euro
(dati al 30 giugno 2013).
La fase paralegale di Consum.it
Il modello di recupero adottato da Consum.it
si basa su un elevato ricorso all’outsourcing
nell’attuazione della cosiddetta “fase paralegale”
e si caratterizza per ampie deleghe all’operatore
esterno, la condivisione, tra committente e agenzia
esterna, della responsabilità nelle scelte da
adottare, success fee come leva primaria di
revenues e la marcata disponibilità verso soluzioni
transattive, nell’ongoing.
“Quella che
chiamiamo
paralegale è la fase
che si inserisce
al termine del
processo di recupero
esclusivamente
stragiudiziale ed
è una fase precontenzioso che
mira a chiudere
le posizioni debitorie con soluzioni transattive
cercando di limitare al minimo il coinvolgimento della
Committente in lunghe attività di natura giudiziale” spiega Vincenzo Leggiero, Responsabile Servizio
Recupero Crediti di Consum.it.
“La fase paralegale permette agli outsourcer di
ricercare la massima efficacia anche attraverso
l’uso di strumenti legali veri e propri e si compone
di due iter, uno interno e uno affidato alla società
esterna. La fase di due diligence interna si occupa
della selezione delle posizioni idonee a essere
oggetto di trattamento giudiziale, le quali vengono
10
individuate in base agli importi o secondo criteri
di copertura geografica, o ancora in relazione alla
corretta conservazione della modulistica necessaria
all’avvio di un iter giudiziale. Il processo affidato alla
società outsourcer prevede, invece, l’individuazione
della tipologia di intervento da adottare. La società
esterna gode di elevata autonomia in quanto, sulla
base del dossier informativo che raccoglie, valuta
le pratiche su cui un’azione giudiziale può essere
capiente o, al contrario, su cui una leva transattiva
può rappresentare la migliore opportunità.
In questo modo è possibile valorizzare
economicamente gli effettivi casi di successo,
evitando di scoprire ex-post che l’attività legale è
stata infruttuosa o, peggio, priva di utilità.
Il processo che costituisce la fase paralegale parte
dall’invio di lettere di diffida, che potranno essere
propedeutiche a un’azione monitoria nei confronti
della clientela, fino ad arrivare eventualmente ad
esecuzioni forzate”.
Gli obiettivi e la scelta di CRIF COL
Gli obiettivi perseguiti dall’azione di intervento
giudiziale di Consum.it sono volti a massimizzare
il risultato economico e finanziario nel breve
periodo e riguardano il raggiungimento di soluzioni,
possibilmente in via transattiva, sostenute dalla
capacità di azionare le fasi giudiziali vere e proprie.
“Il conseguimento degli obiettivi” - sottolinea
Leggiero - “non può prescindere dalla scelta di
una società outsourcer che si contraddistingua
per il grado di responsabilità, in virtù dell’ampia
e delicata delega di cui è investita. Tra gli attori
che supportano la nostra esigenza di recupero c’è
CRIF COL che noi consideriamo come uno dei
più qualificati operatori per la gestione della fase
paralegale del processo di recupero”.
“Grazie all’expertise dei consulenti del credito di
CRIF COL ci siamo potuti dotare di un processo
operativo quasi completamente esternalizzato, nel
quale l’intervento legale attivato dall’outsourcer
viene remunerato prevalentemente sulla base
delle azioni intraprese e dei risultati effettivamente
raggiunti” - aggiunge Leggiero. “Questa tipologia
di remunerazione si poggia sul grado di autonomia
riservato alla società che sceglie quale iter intende
avviare in base a ogni singola posizione”.
I benefici ottenuti
A fronte delle ampie deleghe operative concesse
a CRIF COL, la struttura interna di Consum.it si
occupa della preparazione del target (selezione dei
clienti e dei prodotti, verifica documentale e
pre-definizione delle comunicazioni) e
dell’assistenza al processo.
Inoltre, Consum.it presta un supporto costante
alle operatività intraprese da CRIF COL attraverso
il reperimento documentale, l’allineamento dei
contatti incrociati, la gestione dei casi particolari
e il supporto alla decisione. Infine, la struttura
interna si occupa di monitorare l’attività e
effettuare controlli di benchmarking su: tempi di
lavorazione, frequenza dei reclami, dei rigetti e delle
opposizioni, commodity check.
“A livello di impatto sul valore delle singole
posizioni, abbiamo valorizzato il rientro di alcune
posizioni e anche nei casi in cui non abbiamo
ottenuto un vantaggio immediato spesso c’è
comunque la disponibilità di titoli esecutivi che
possono darci un valore se decidessimo di cedere
una posizione con un’azione legale avviata o con un
pignoramento in essere” - conclude Leggiero.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Fase paralegale di Consum.it:
SINTESI DEL PROCESSO
Due
diligence
Diffida
Azione
monitora
Esecuzione
forzata
primavera - estate 2014
LA VALORIZZAZIONE DELLA QUALITÀ NEL RECUPERO CREDITI
Valeria Gubellini, Direttore di CRIF COL – CRIBIS Teleservice, offre uno spunto
di riflessione sulla definizione di “debitore” e sul ruolo del recuperatore come
professionista che opera per il raggiungimento delle migliori performance,
rispettando chi è in difficoltà, e al contempo esigendo il pagamento delle
obbligazioni da chi adduce pretesti.
Stupisce che ancora oggi ci si scandalizzi dinnanzi alla definizione di debitore
e ci si interroghi su come più correttamente definire colui che non adempie
ad un’obbligazione. Questo è però frutto di un preconcetto che deriva da un
eccesso di garantismo da parte di chi spesso, per funzione sociale, dovrebbe
invece vigilare sul rispetto delle buone prassi. La più corretta definizione di
“debitore”, (fonte il Codice Civile) è:
“Il debitore è colui al quale fa capo la situazione passiva di un rapporto
obbligatorio; il soggetto che si trova in tale situazione (soggetto passivo
appunto) è tenuto ad adempiere alla prestazione (oggetto del rapporto)
nei confronti del creditore (soggetto attivo). Il debitore è di conseguenza
responsabile dell’eventuale inadempimento, di cui risponde con tutti i suoi beni
presenti e futuri, la cosiddetta garanzia patrimoniale (codice civile, articoli:
1175, 1176, 1199)”.
Ma se la parola “debitore” definisce una condizione finanziaria, occorre
sottolineare come il debitore inadempiente sia anzitutto una persona. Persona
che può voler rientrare dai propri inadempimenti pur non avendone i mezzi
o che può non aver interesse a rientrarvi (nella logica, errata, del “tanto
non succede nulla”). Così come potrebbe essere una persona davvero
“professionale” o una persona con “poco mestiere”, colui che si occupa di
recupero crediti.
Osservare come alcuni blog suggeriscano di non considerare in nessun modo
i “cani da riporto” (come vengono apostrofati i recuperatori) è gravissimo e
non perché i recuperatori si sentano offesi (o meglio, non solo), ma soprattutto
perché non si fa cultura sul debito e non si fornisce alcun supporto a coloro che
hanno un problema che, molto più spesso di quanto si pensi, intendono provare
a risolvere.
Manca tuttavia ancora una categoria. Non vi sono difatti solo parti sociali,
recuperatori e debitori inadempienti. Vi sono anche, e soprattutto, i creditori.
Creditori che sono i soggetti “attivi” nel ciclo delle obbligazioni e che hanno
un ruolo determinante nel far sì che solo i professionisti si occupino del
recupero. Tuttavia non sempre, nello spirito forse di un’ipotetica maggior
tensione produttiva, ci si ricorda del beneficio indotto dall’applicazione di
quanto gli americani in modo molto semplice esprimono con la frase “work
smarter not harder”. Capita infatti, a fronte di richieste di “sospensione” di
attività di recupero legate a situazioni di oggettiva criticità (non solo economica
ma talvolta di equilibrio psico-fisico delle persone) che le società di recupero
crediti si sentano rispondere che “la pratica non viene revocata”, in questo
modo l’impresa di recupero crediti deciderà se “subirne la penalizzazione non
gestendola” o “subire le conseguenze di un’azione non corretta”, gestendola
comunque.
Ma crediamo davvero che lavorare con qualità comporti l’ottenimento di minori
risultati? Detta all’italiana “lavora con intelligenza per decidere quando operare
con maggiore insistenza e quando capire che fermarsi è invece il maggior
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passo in avanti possibile per la qualità, per il rispetto dell’etica e per trovare
una soluzione all’insolvenza molto più efficace della reiterazione della stessa,
inconcludente, azione”.
Non c’è più spazio per il mestierante, c’è bisogno di qualità e di obiettività
nel giudizio dell’operato nel recupero crediti. Quando la qualità, e non solo
la quantità, verrà misurata oggettivamente e diverrà un elemento di giudizio
discriminante, ci accorgeremo che i risultati saranno addirittura maggiori.
Per farlo occorre però cambiare approccio. Per riuscirci dovremo davvero
volere tutti insieme, passare dalla teoria delle norme alla pratica del controllo
della qualità.
Da consumatore, con il diritto di accesso al credito, aggiungo che mi sento
molto più protetta da un sistema del recupero crediti che impedisce un
aumento del costo del credito (che indubbiamente grava su tutti e non solo
sugli enti finanziatori) in conseguenza del maggior tasso di insolvenza. Questo
sarà possibile se continueremo, migliorando, a sostenere chi è in difficoltà ma
anche se avremo la libertà di esigere il pagamento delle obbligazioni da chi
invece adduce solo pretesti. La sanzione vorremo vederla solo e sempre a
fronte di azioni oggettivamente scorrette, e non quale conseguenza del ruolo
che si ricopre. Bisogna iniziare a valorizzare chi ogni giorno investe per essere
migliore, vale a dire la maggior parte degli operatori del settore. Considerando
che gli obiettivi sono davvero comuni a tutti, perché non iniziare definendo
insieme le regole della qualità?
Per maggiori informazioni: [email protected]
L’esperienza di CRIF all’evento annuale
Collections Europe 2014
CRIF ha partecipato alla terza conferenza annuale Collections Europe 2014 tenutasi
a Vienna, promossa da SmithNovak e dedicata alle sfide e alle opportunità della
collection nei prossimi anni.
Tra i temi oggetto di dibattito, CRIF ha affrontato le strategie di recupero crediti dalla
customer care alla gestione dei non performing loans, condividendo le competenze
ventennali di CRIF COL, la linea di business che svolge attività di recupero crediti in
outsourcing per i principali istituti di credito italiani.
CRIF Decision Solutions è intervenuta alla tavola rotonda Focus on outsourcing,
portando all’attenzione le best practice messe in campo per ottimizzare il processo
di collection insieme alla soluzione d’avanguardia che permettere un miglioramento
continuo e una completa governance del credito, grazie al know-how ed esperienza
del Gruppo. La conferenza ha visto la presenza di professionisti del settore della
collection e del credit risk appartenenti a istituzioni finanziarie, telecoms, utilities,
agenzie di recupero provenienti da tutta Europa, per una due giorni di dibattito
grazie alla presentazione di case study, best practice e analisi approfondite sul tema
della collection.
Per maggiori informazioni sui servizi CRIF per la collection:
[email protected]
Per maggiori informazioni sulle soluzioni CRIF per la collection:
[email protected]
primavera - estate 2014
Pubblicazione di CRIF
FORMAZIONE E VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE:
LE BEST PRACTICE DI GRENKE LOCAZIONE, UNICREDIT E COFITER AL CONVEGNO DI CRIF
Lo scorso aprile si è tenuto a Bologna il convegno
“C come CREDITO, C come Competenze”,
un innovativo appuntamento con focus interamente
dedicato alle competenze e alle performance
creditizie. Organizzato da CRIF Academy,
la business school di CRIF, l’evento ha rappresentato
un rilevante momento di confronto e di condivisione
per i Responsabili Risorse Umane e Responsabili
Crediti del settore bancario italiano.
I lavori sono stati aperti con la presentazione da parte
di Maria Ricucci, Marketing Manager di CRIF, delle
evidenze della ricerca “Credito e Competenze
2014”. La survey conferma come gli istituti di credito
ritengano importante la relazione fra performance e
competenze: infatti il 90% dei rispondenti la ritiene
importante o molto importante. In generale, è il
ritorno economico una delle dimensioni più
utilizzate per l’analisi delle performance delle
risorse, ma un rispondente su tre ammette di non
attuare un sistema formale di valutazione delle
competenze tecniche per la valutazione del
raggiungimento delle performance creditizie.
Il convegno è proseguito con la condivisione delle
esperienze di Grenke Locazione, UniCredit e Cofiter
che con la consulenza e il supporto degli specialisti di
CRIF Academy sono riusciti a realizzare percorsi
formativi e progetti in tali direzione.
Grenke Locazione: formazione personalizzata sulla
particolare realtà aziendale grazie a CRIF Academy
Flashnews
Aurelio Agnusdei, Direttore Vendite di Grenke
Locazione, ha illustrato l’esperienza dell’azienda di
credito, che si trovava in un momento di particolare
espansione dell’organico, con risorse con un profilo
relativamente giovane sia in termini di età anagrafica
sia di anzianità di servizio. Fabiana Carioli,
Responsabile Risorse Umane di Grenke Locazione,
ha sottolineato che CRIF Academy ha garantito
un’expertise specialistica riconosciuta dal mercato
sulla valutazione e gestione del rischio di credito.
Assieme a CRIF Academy, Grenke ha potuto offrire
un percorso formativo modulare e personalizzato
allo Staff Commerciale. L’intervento formativo è
stato corredato con un modello di valutazione
omogeneo e coerente, così da poter ottenere dei
risultati quantitativi sull’employee satisfaction
post-corso, e dei chiari indicatori dell’impatto della
formazione sui risultati aziendali nel periodo
successivo, fra cui la crescita del numero di contratti
in essere e la diminuzione del percentuale di contratti
in sofferenza.
Unicredit: valutazione e monitoraggio continuo
delle risorse con strumenti specifici ideati con CRIF
Antonino Del Gatto, Head of Group Risk Culture di
UniCredit, ha condiviso con i partecipanti l’esperienza
di successo della banca relativamente alla messa a
punto e all’utilizzo di uno strumento di misurazione
oggettiva della performance ex-post delle
decisioni creditizie, in erogazione e gestione, delle
risorse operanti nelle reti commerciali e crediti.
Lo strumento utilizzato è basato su dati quantitativi
provenienti dal patrimonio informativo del Gruppo
CRIF, CRIF INFORMATION CORE, e su dati interni
di UniCredit.
L’individuazione di indicatori sintetici oggettivi, la
neutralizzazione delle diverse rischiosità delle aree
geografiche o dei settori industriali e la compilazione
di graduatorie basate sul confronto a livello nazionale
dei risultati ottenuti dalle risorse che ricoprono il
medesimo ruolo in ogni istante di tempo, consentono
di migliorare l’efficacia degli strumenti di
formazione e sviluppo, incrementando la qualità
delle figure professionali in modo da potenziare il
presidio sul costo del rischio di credito, identificando
le risorse su cui considerare opportuni interventi
formativi e differenziando i percorsi di carriera.
Nel medio periodo, la soluzione consentirà di allocare
selettivamente i poteri delegati alle risorse in base
alle performance storiche di ciascuno.
Cofiter: formazione delle risorse come risposta
alla crisi
Marco Barbero, Direttore Generale di Cofiter, ha
sottolineato come la formazione rivesta un ruolo
chiave per il superamento del momento di crisi nel
mercato, illustrando il progetto elaborato insieme a
CRIF Academy in tutte le sue fasi: dall’identificazione
dei bisogni, alla definizione del progetto formativo in
termini di contenuto, metodologia, tempi e
dimensioni, fino al supporto nella richiesta di
finanziamento a Fondi Interprofessionali e
all’erogazione della formazione stessa. Ciò ha
permesso, nel periodo post-corso, di estrapolare
dei dati concreti sull’impatto del corso
sull’andamento aziendale, ad esempio sul
miglioramento della qualità del portafoglio dei clienti
e la riduzione dei tempi di redazione delle pratiche.
FBA: valutare l’impatto della formazione
come uno strumento fondamentale
Mario Malfatti, esponente del FBA (Fondo Banche
Assicurazioni), ha condiviso con i partecipanti una
delle novità del 2014, ossia la griglia di Valutazione
Qualitativa che richiede una coerenza non solo fra
obiettivi didattici del corso e i contenuti formativi, ma
anche con gli obiettivi aziendali. Tali obiettivi didattici
devono inoltre essere misurabili e ben correlati con i
ruoli e le competenze mappate in azienda. Il nuovo
Avviso FBA, con dotazione finanziaria iniziale di 35
milioni di euro, formalizza infatti come obiettivi il
consolidamento e lo sviluppo delle competenze dei
lavoratori e la crescita della capacità competitiva
delle imprese, parametri che verranno presi in
considerazione da FBA nell’assegnazione del
punteggio per l’attribuzione dei fondi.
In chiusura dei lavori, Vincenzo Gagliardi,
Responsabile di CRIF Academy, ha approfondito le
caratteristiche della metodologia proprietaria
utilizzata dalla business school di CRIF.
CRIF Academy mette a disposizione dei
professionisti HR e Crediti una soluzione unica sul
mercato italiano conosciuta come CRIF Credit &
Competence Score che si fonda sul know-how di
CRIF maturato in 25 anni di attività nel settore
creditizio e che copre le principali fasi della
formazione: da un accurato assessment sulle
competenze delle risorse e benchmark del
portafoglio, all’identificazione delle azioni formative,
all’erogazione dei corsi e all’individuazione di metodi
quantitativi per la misurazione del loro impatto sui
risultati aziendali.
Per contattare gli specialisti di CRIF Academy,
approfondire come migliorare le competenze
e le performance della propria azienda o ricevere
i case study: [email protected]
Alcune tra le principali credit union statunitensi scelgono CRIF Lending Solutions
La divisione ACTion di CRIF Lending Solutions, società parte
del Gruppo CRIF con sede negli Stati Uniti, ha annunciato
l’accordo di collaborazione con alcune tra le più attive credit
union del Paese. Nello specifico, oltre a Delta Community Credit
Union, con sede ad Atlanta in Georgia, CRIF Lending Solutions
ha infatti stretto accordi con BECU (a Seattle, Washington),
LANCO Federal Credit Union (a Lancaster, Pennsylvania),
Landmark Credit Union (a New Berlin, Wisconsin) e Tennessee
Valley Federal Credit Union (a Chattanooga, Tennessee).
Nello specifico, la suite di soluzioni per la gestione del
credito e dei processi decisionali offerte da CRIF sul mercato
statunitense consente un’attività di Loan Origination e Customer
Management altamente personalizzabile e in grado di garantire
controllo, flessibilità e time to market. Sviluppate sulle esigenze
dei clienti, le soluzioni di CRIF permettono agli operatori di
settore di rispondere più tempestivamente alle evoluzioni del
mercato, ottimizzare dinamicamente i processi del credito,
prendere decisioni più accurate ed essere compliant con le
direttive e le normative. Al momento sono oltre 650 gli Istituti
bancari e finanziari negli USA ad aver adottato le soluzioni
di CRIF.
“Siamo molto felici di aver scelto CRIF ACTion” - ha affermato
Blake Strickland, Amministratore Delegato di Tennessee
Valley Credit Union. “La migliore usabilità unita alle funzionalità
innovative della soluzione ci permetterà di aumentare la nostra
quota di mercato e di rispondere in maniera efficace alle
mutevoli esigenze dei nostri membri”.
Al contempo, la divisione Select di CRIF Lending Solutions ha
ufficializzato altre recenti collaborazioni con Freedom Credit
Union (con sede a Warminster, Pennsylvania), Hancock Federal
Credit Union (a Findlay, Ohio) e New Cumberland Federal Credit
Union (a New Cumberland, Pennsylvania).
CRIF Finance Meeting 2014: eleviamo l’industria del credito all’ennesima potenza
Si rinnova l’appuntamento di riferimento per professionisti e
manager dell’industria del credito. Un evento unico in Italia
con più di 20 speaker e oltre 300 professionisti, per scoprire
come elevare il banking italiano all’ennesima potenza. Per
l’edizione 2014, il CRIF Finance Meeting conferma il suo formato
compatto che approfondisce in un’unica giornata le “potenze”
che possono essere messe in atto:
• Le nuove tendenze e gli sviluppi futuri del mercato del credito.
• I casi di successo del 2014 che stanno iniziando ad elevare il
mercato del credito.
• Viste originali sull’industria del credito nazionale: i dati
del CRIF Credit Market Outlook, i risultati delle ricerche di
mercato realizzate in Italia da CRIF con SDA Bocconi e il top
management del settore.
• Le nuove “formule” per elevare il banking verso nuove sfide.
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Save the date:
15 ottobre 2014 · Bologna, Royal Carlton Hotel
Per maggiori informazioni:
[email protected]
www.financemeeting.crif.com
sintesi
Pubblicazione di CRIF
primavera - estate 2014
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di Bologna N. 7538 del
21/04/2005
CRIF
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