Il nuovo sistema dell`Istruzione degli adulti è legge - IDA

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Il nuovo sistema dell`Istruzione degli adulti è legge - IDA
Idee e materiali
Organizzazione
Il nuovo sistema dell’Istruzione degli adulti è legge
di Simone Giusti
Con l’emanazione della circolare ministeriale 36 e con la pubblicazione delle Linee guida per il
passaggio al nuovo ordinamento e dei relativi allegati, che rendono finalmente applicabile quanto
previsto dal D.P.R. 236/12, si conclude il quasi decennale cammino di riforma dell’istruzione degli
adulti.
A partire dall’a.s. 2014/2015 – dice la C.M. 36/14 – saranno attivati i CPIA, e i corsi di
istruzione degli adulti, compresi quelli che si svolgono presso gli istituti di prevenzione e
pena, saranno riorganizzati nei seguenti percorsi:
- percorsi di istruzione di primo livello;
- percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana;
- percorsi di istruzione di secondo livello.
Il cambiamento interessa gli attuali CTP (Centri Territoriali Permanenti) e i Corsi serali
attivi presso le istituzioni scolastiche tecniche, professionali e artistiche, che
termineranno le loro attività inderogabilmente entro il 31 agosto 2015 ma che, di fatto,
fin dal 1° settembre 2014 dovranno applicare in tutto o in parte le nuove norme, a
cominciare dall’adozione dei nuovi quadri orari e di quanto previsto dalle Linee guida per il
passaggio al nuovo ordinamento.
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Si tratta di un provvedimento che attribuisce una grande responsabilità – e anche
qualche opportunità – alle singole autonomie scolastiche, agli enti locali e alle Regioni,
che sono da subito chiamate a prendere decisioni utili a garantire la continuità e,
laddove possibile, lo sviluppo di un servizio pubblico fondamentale come l’istruzione
degli adulti.
Le nuove autonomie scolastiche e l’assetto didattico dei corsi IDA
Nel 2014/2015 – si legge nella circolare – la personalità giuridica e l’autonomia potranno
essere attribuite solo a quei CPIA istituiti con delibera della Regione nel relativo piano di
dimensionamento della rete scolastica per l’a.s. 2014/15. Nel piano di dimensionamento
deve essere specificato:
- quali sono i CTP e le scuole carcerarie di primo livello ad essi associate che sono
riorganizzati in ciascun CPIA;
- qual è la rete territoriale di servizio, composta da una sede principale e da sedi associate
ad essa collegate (i cosiddetti “punti di erogazione” dei percorsi di primo livello e dei
percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana);
- qual è la “popolazione scolastica” che afferisce a ciascun CPIA, assicurandosi che non
sia inferiore alla misura prevista dalla normativa vigente (600 alunni, oppure 400 nel
caso di territori montani o isole, che di fatto vanno reperiti tra gli iscritti ai corsi di
scuola media e gli iscritti ai corsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua
italiana, finalizzati al conseguimento di un titolo attestante un livello di conoscenza della
lingua non inferiore al livello A2 dei CTP).
Al di là del mero conteggio degli iscritti agli attuali CTP, la circolare indica altri criteri per
individuare “la dimensione ottimale di ciascun CPIA”, che dovrebbe tener conto anche
dell’incidenza della popolazione adulta residente nell’area territoriale di pertinenza;
l’incidenza della dispersione scolastica e della domanda potenziale espressa dai NEET e
dai cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti; le caratteristiche demografiche,
orografiche, economiche e socioculturali dell’area.
In pratica, quindi, in questi stessi giorni le amministrazioni regionali devono prendere
delle decisioni e fornire agli Uffici Scolastici Regionali i dati relativi al dimensionamento,
per individuare quali e quanti sono i CPIA da attivare fin dal 1° settembre e in modo da
poter effettuare, in seguito, le procedure per l’attribuzione del dirigente scolastico e del
direttore dei servizi generali e amministrativi.
La circolare prevede che i docenti in servizio nell’a.s. 2013/14 presso i CTP che sono
ricondotti nei CPIA permangano in servizio nel medesimo distretto di riferimento.
Inoltre, le dotazioni organiche per l’IDA rimangono confermate nelle quantità previste
nell’a.s. 2013/14.
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Anche nel caso dei corsi serali, dove l’orario complessivo sarà da subito ridotto del 70%
rispetto a quello previsto dai corrispondenti ordinamenti dei tecnici, professionali e licei
artistici (i quadri orari sono allegati alla circolare), non ci sarà una riduzione della
dotazione organica e – dice la circolare – “le eventuali economie potranno essere
utilizzate prioritariamente per lo sviluppo dei percorsi di secondo livello e in via
subordinata per altre esigenze delle istituzioni di secondo grado”.
Si sottolinea che, infine, indipendentemente dall’attivazione dei CPIA, gli attuali corsi
serali dovranno dal 1° settembre adottare i nuovi quadri orari, organizzati in tre periodi
didattici, con l’eccezione eventuale delle classi V, che possono scegliere di rimanere “col
quadro orario del precedente ordinamento con il relativo esame di stato”.
Per la costituzione delle classi si parla di 25 alunni per periodo didattico, con l’eccezione
del terzo periodo (la classe V), che è assicurato in continuità con ciascun secondo
periodo purché ci siano almeno 10 studenti. Per avviare il primo e il secondo periodo nei
diversi indirizzi di studio coerenti con le necessità del territorio è possibile derogare dal
numero di 25 alunni, aggregando studenti di diversi indirizzi per le discipline o per le
unità di apprendimento comuni.
CPIA sì, CPIA no: gli scenari possibili
È probabile che nel 2014/2015 i corsi IDA in Italia presenteranno una casistica
disomogenea. Ci saranno Regioni in cui saranno attivati i CPIA (parzialmente, in alcune
aree territoriali, o nell’intero territorio regionale) e altre in cui non saranno attivati, con
conseguenze notevoli anche sugli attuali corsi serali, che dovranno comunque adattarsi
ai nuovi assetti previsti dal DPR 263/2012, ma senza poter applicare gli strumenti di
flessibilità previsti dalle Linee guida per rendere i carichi didattici sostenibili agli alunni
adulti.
Questi sono, in estrema sintesi, i due scenari possibili.
1. Aree territoriali in cui i CPIA saranno attivati nel 2015/2016
Il 1° settembre 2014 i CTP e i corsi serali dovranno attuare – almeno per quel che riguarda
l’assetto didattico generale – i percorsi di istruzione degli adulti previsti dalle Linee guida.
In particolare, i CTP dovranno proseguire il loro lavoro didattico all’interno di
un’istituzione scolastica di cui, nei fatti, non sono più parte, ma ai cui lavori collegiali
dovranno comunque partecipare (collegi dei docenti, dipartimenti, ecc.). Erogheranno
percorsi di istruzione di primo livello e percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della
lingua italiana, come previsto dalla circolare e tenendo conto dei quadri orari allegati alla
circolare.
I corsi serali, come anticipato, saranno articolati in tre periodi didattici corrispondenti al
primo biennio (classi 1° e 2°), al secondo biennio (classi 3° e 4°) e al quinto anno della
scuola secondaria di II grado, e dovranno essere attuati in conformità a quanto previsto
dai quadri orari allegati alla circolare, con un monte ore ridotto del 70% rispetto alla
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scuola del mattino. Nei fatti, non cambierà molto rispetto alla situazione attuale: corsi di
studio articolati su 4 o 5 anni e erogati per 5 sere a settimana durante l’intero anno
scolastico. Non sarà possibile – in assenza di un CPIA e di un suo dirigente – attuare le
misure previste dalle Linee guida per garantire la personalizzazione dei percorsi al fine di
renderli sostenibili per gli utenti, fondati sulla valorizzazione del patrimonio culturale e
professionale della persona e sull’utilizzo delle nuove tecnologie.
2. Aree territoriali in cui i CPIA saranno attivati nel 2014/2015
Il 31 agosto 2014 i CTP termineranno le loro attività, e dal giorno successivo una nuova
istituzione scolastica denominata CPIA avvierà le sue attività in collaborazione con le
Istituzioni Scolastiche che sono state individuate – probabilmente in continuità con gli
ex corsi serali, ma non necessariamente e non esclusivamente – per erogare corsi di
istruzione professionale, tecnica e artistica di II livello.
Gli organici rimarranno immutati per quel che riguarda i docenti, mentre un dirigente
scolastico e un DSGA si insedieranno nella sede centrale individuata da enti locali e
regione. I docenti degli ex-CTP rimarranno a lavorare nel loro distretto scolastico di
competenza, presso uno dei nodi della rete di servizio.
Il dirigente e i suoi collaboratori – supportati da un commissario straordinario nominato
dal direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale e in carica fino all’elezione del
consiglio di istituto e della giunta esecutiva – avranno il compito di attivare i percorsi di
istruzione degli adulti previsti dal nuovo assetto. Inoltre, come previsto dalle Linee guida,
i CPIA dovranno stipulare “accordi di rete con le istituzioni scolastiche di secondo grado
(IT, IP e LA) nell’ambito dei quali vengono costituite le Commissioni per la definizione del
Patto formativo individuale”. Ulteriori accordi, poi, potranno essere stipulati con enti
locali, soggetti privati e strutture formative accreditate dalle Regioni. Ma mentre questi
ultimi sono facoltativi, gli accordi di rete tra il CPIA e le istituzioni scolastiche in cui sono
incardinati i corsi di istruzione degli adulti di II livello (corsi di diploma, per intendersi),
sono da stipulare obbligatoriamente, poiché da essi discende la possibilità di progettare
l’organizzazione didattica dei percorsi, di costituire e far funzionare la Commissione per la
definizione del patto formativo individuale e, quindi, mettere in atto tutte quelle misure per
la personalizzazione che costituiscono la vera novità introdotta dalle Linee guida e che
possono davvero consentire un rilancio dell’educazione degli adulti in Italia.
Il ruolo delle nuove autonomie scolastiche e le potenzialità di sviluppo dell’IDA
“Il CPIA, – si legge nelle Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento – in quanto Rete
Territoriale di Servizio, svolge non solo le attività di istruzione di cui al punto
precedente, ma anche attività di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo (RS&S) in materia
di istruzione degli adulti”. Con questo passaggio si vuole sottolineare la volontà del MIUR
di valorizzare il ruolo dei CPIA in quanto autonomie scolastiche dotate di tutte le
prerogative concesse dal D.P.R. 275/99, con particolare riferimento alla possibilità di
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leggere e interpretare i bisogni del territorio e, soprattutto, di migliorare la qualità e
l’efficacia dell’istruzione degli adulti, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Il CPIA – insistono le Linee guida – “può rappresentare un punto di riferimento
istituzionale stabile, strutturato e diffuso per il coordinamento e la realizzazione – per
quanto di competenza – di azioni di accoglienza, orientamento e accompagnamento
rivolte alla popolazione adulta, con particolare riferimento ai gruppi svantaggiati”.
Nello specifico, il CPIA in quanto Rete Territoriale di Servizio che comprende anche le
istituzioni scolastiche presso cui sono incardinati i corsi di secondo livello, grazie
all’attivazione degli “strumenti di flessibilità” previsti dalle Linee guida, avrà la possibilità
di coinvolgere un numero maggiore di adulti, e di portare la scuola e i suoi servizi in
luoghi e ambienti fino a questo momento poco esplorati.
Si tratta, in sintesi, di tre strumenti fondamentali:
- la progettazione del percorso per unità di apprendimento basate sulle competenze, e
non più, quindi, per materie o discipline (“condizione necessaria e irrinunciabile” per
l’attivazione degli altri strumenti di flessibilità);
- il riconoscimento dei crediti per la personalizzazione del percorso, funzionale alla
stipula di un “patto formativo individuale” e all’attribuzione di ciascuno studente al suo
periodo didattico, al suo eventuale gruppo di livello e alle unità di apprendimento che
dovrà fruire (questa fase, denominata “accoglienza e orientamento”, può valere fino al
10% del monte ore del percorso);
- la fruizione a distanza di una parte del percorso, “in misura di regole non superiore al
20% del monte ore complessivo del periodo didattico”.
Quest’ultimo punto di fatto introduce per la prima volta negli ordinamenti scolastici
italiani l’e-learning nella forma del blended learning, commistione d’insegnamento
tradizionale e formazione mediata dalle nuove tecnologie per l’informazione e la
comunicazione.
I CPIA e le istituzioni scolastiche che erogano i corsi di II livello hanno, in questo settore,
due distinte possibilità:
- fruizione a distanza asincrona, con ambienti virtuali e risorse didattiche da individuare
e da dettagliare in uno specifico progetto didattico (fino al 20% del monte ore);
- fruizione a distanza sincrona “fra docente presente nelle sedi (associate e/o operative)
dei CPIA e gruppi di livello presenti nelle aule a distanza, denominate AGORÀ (Ambiente
interattivo per la Gestione dell’Offerta formativa Rivolta agli Adulti) individuate all’uopo”
(senza un preciso limite di ore, salvo lo svolgimento di alcune attività in presenza:
accoglienza e orientamento, consolidamento, verifiche periodiche e finali).
Quest’ultimo strumento – associato agli altri precedentemente elencati – apre la strada a
progetti di istruzione che, come ai tempi di Telescuola, potrebbero consentire di
raggiungere con servizi di qualità le aree interne del paese. La parola passa ai territori,
dunque, che dovranno – si spera prima possibile – mettersi a lavoro per trasformare
tutte queste risorse normative in effettivi strumenti di progresso.
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