Il funnel delle conversioni - Report 01
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Il funnel delle conversioni - Report 01
Carlo D’Angiò Il funnel delle conversioni di Phoenix Report n. 01 © 2015 - Carlo D’Angiò Communication www.carlodangio.com !1 Sommario Quando il ROI supera il 1000% 5 Il funnel delle conversioni di Phoenix 7 Cos'è un lead 7 Il percorso 8 La catena di montaggio delle conversioni !2 10 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò AVVERTENZA La lettura di questa guida è consigliata a chi già opera con le tecniche web di direct response marketing. © 2015 - Carlo D’Angiò Tutti i diritti sono riservati. !3 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò Autore: Carlo D’Angiò Formatore, coach e creatore di Phoenix, il corso multimediale di infomarketing rivolto a quarantenni che vogliono cambiare il proprio sistema di vita e di lavoro. !4 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò Quando il ROI supera il 1000% Il funnel delle conversioni è forse una delle sfide di marketing che più da vicino riguardano qualsiasi organizzazione orientata al business, che si tratti di un freelancer, di un'impresa o di una start up tecnologica. Ciononostante, il complesso delle attività, degli studi e delle sperimentazioni che sottostanno a questo fase del processo di vendita è a dir poco sottovalutato. Migliaia di persone ogni anno investono soldi e tempo per acquisire skill e strategie, che a mio parere, nella migliore delle ipotesi, sono inutili, sovradimensionate e in certi casi anche obsolete. Un esempio per tutti è la SEO, per ciò che incardina: lunghi cicli di produzione, artificiosità, scarso e opinabile livello di trasparenza dei processi. Sia chiaro, è una disciplina fondamentale del comparto web. Non voglio essere frainteso. Ma l’attrazione che suscita sul piano delle priorità non è giustificata dai tempi e dal volume dei rendimenti. È come se una persona assetata con mille euro in tasca, di fronte a un chiosco di bibite fresche, scegliesse di spendere i suoi soldi per realizzare un pozzo artesiano, piuttosto che !5 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò comprare una bottiglia d’acqua. Sembra un’esasperazione del concetto, ma non lo è. Stesso discorso per il Social Media Marketing: senza una consapevole organizzazione dei processi di conversione è solo una specie di spauracchio settoriale, in nome del quale si produce molto più fumo che arrosto. Ma come funziona un funnel delle conversioni? E perché è veramente così importante? Cominciamo dai dati, quelli che alla fine contano. Naturalmente, posso parlare solo di quello che conosco. E dunque parliamo del funnel delle conversione di Phoenix, il corso multimediale che ho lanciato a gennaio 2015 e che a giugno, dopo 6 mesi, ha mostrato un ROI di oltre il 1000%. !6 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò Il funnel delle conversioni di Phoenix La situazione attuale è questa: • 6 mesi dal lancio • 2250 lead o presunti tali (sul concetto di lead dirò meglio fra poco) • 76 studenti paganti • 3,36% il tasso di conversione Cos'è un lead Facciamo subito una precisazione sui lead. Che cos'è un lead? È un potenziale cliente che ha una certa possibilità di trasformarsi in cliente reale. Va distinto da un semplice contatto informativo o dal !7 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò curioso che prende informazioni un po' ovunque, lasciando il suo indirizzo email di battaglia per scaricare risorse e mettere il naso negli affari altrui. Il web è pieno di curiosi e insicuri, concorrenti ficcanaso e sbircioni, cercatori di tesori improbabili o anche, molto più semplicemente, gente alle prime armi che cerca di farsi un'idea del mercato che ha deciso di esplorare. Nelle nostre liste (nelle mie come in quelle di altri colleghi o competitor) entra la gran parte di questi personaggi, che forse possiamo definire come suspect buyer, ma non lead. Non ancora. Perché il lead è un cliente in pectore al quale manca solo un passaggio, forse due, per diventare un cliente reale. È come un'automobile finita, capace di camminare su strada, alla quale però mancano i documenti di circolazione. Prima di essere “finita” era un’auto senza ruote, senza motore, senza una carrozzeria: un ammasso di ferraglia. Prima ancora un progetto, un concept. Gli iscritti a una mailing list rappresentano variamente tutte queste fasi. Ma solo l'auto finita è un lead. Fra un po' vedremo che esiste un modo per aumentare la lead generation in termini di corrispondenza mentale dei contatti acquisiti con l'offerta. Per il momento però torniamo al funnel delle conversioni. Il percorso Il funnel è un imbuto. Ovviamente, nel marketing ha un'accezione simbolica: indica il percorso nel quale viene fatto confluire il traffico, come !8 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò processo selettivo che porta all'acquisizione del cliente, dunque, alla vendita. E come tutti i processi, segue una filiera produttiva, una catena di montaggio della conversione che cerca di trasformare il navigatore estraneo in amico e l'amico in cliente. La conversione attiene a tutte le fasi. Per questo, non è un risultato, ma un flusso evolutivo. Vale a dire che non si ottiene solo in uno o più punti del processo, ma durante il processo, nel suo scorrere, dalla nascita del rapporto in avanti. Si ha conversione quando un navigatore occasionale decide di cliccare sull’inserzione, di ascoltare il video promo, di iscriversi alla mailing list. Allo stesso modo, si ha conversione quando il lettore della mailing list decide di acquistare il prodotto in offerta. C’è sempre un’evoluzione, c’è sempre una conversione, indipendentemente da quella che per noi vale più di ogni altra. Con Phoenix la catena di montaggio si articola in questo modo: 1. Facebook ADS 2. Squeeze Page con Video 3. Rilascio del primo video coaching 4. Rilascio del secondo video coaching 5. Rilascio del terzo video coaching 6. Presentazione dell’offerta 7. Remind dell'offerta con un ciclo di email in follow up !9 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò Prima di passare in rassegna ciascuno dei punti del mio funnel, vorrei chiudere il discorso sulla catena di montaggio, perché è in questa fase organizzativa del funnel che si perde gran parte delle conversioni. La catena di montaggio delle conversioni Hai mai cliccato su un annuncio che mostrava cucce per i cani, per esempio, e senza nemmeno rendertene conto ti sei poi trovato sulla home page di un negozio di oggetti per la casa? Oppure, su un'inserzione che parlava di un corso di cucito, per poi trovarti su una pagina costellata di pubblicità? O ancora su un banner di un pianoforte digitale, per poi finire su un video-promo generico di un corso di musica? È una pratica tanto sbagliata quanto diffusa che caratterizza le azioni di marketing di molte aziende italiane (e non solo). Uno spreco di risorse imperdonabile. Roba da prendere a schiaffi - per essere clementi - colui che è a capo di queste brutture del marketing. Incompetenza allo stato puro. Ma il punto non è tanto l'errore clamoroso di certe aziende o di chi offre loro consulenza. Il punto è che sulla stessa falsa riga di questa atroce asimmetria tra l'annuncio e l'accoglienza si muove gran parte del mercato tecnico. Nei settori dove la web experience dovrebbe essere il pane quotidiano (per esempio, il web design), l'idea di una imprescindibile pertinenza tra ciò che attira il traffico e le pagine di destinazione fa molta fatica a trovare una legittimazione anche progettuale. Basta guardare i temi (esteticamente meravigliosi) presentati su Themeforest per capire che esiste un enorme vuoto culturale nella progettazione dei siti. Per quanto mi riguarda, fino a oggi, nessun tema !10 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò ha mai superato la prova della pertinenza. Al contrario, tutti quelli che ho configurato per me o per i miei clienti (centinaia) mi hanno costretto sempre a stravolgere l'impianto originario al fine di dare vita a una struttura più snella, fluida e orientata alla conversione. Possiamo tranquillamente sostenere che i temi WordPress presenti su Themeforest - tra i più belli e professionali al mondo - non sono tuttavia progettati per convertire. E ciò accade in ragione di una concezione superata del sito web, quella che vede una piramide con una home page in cima e una gamma di opzioni sempre più ampia via via che l'utente prosegue nella navigazione. Come la hall di un albergo, con le sue frecce direzionali verso la sala Ginevra, la toilette o verso il giardino, i siti ancora sono concepiti (erroneamente) come un luogo fisico da cui smistare il traffico verso tutte le offerte o i prodotti presenti in catalogo. Ed è qui che si inceppa la catena di montaggio della conversione. Non ci può essere conversione in una pagina che vuole più di una conversione. Chiedere all'utente di fare più di un’azione contemporaneamente equivale a chiedere di non farne nessuna. Cerca di capire questo passaggio. Se dovessi spiegare a tuo figlio come arrivare in cima alle scale, gli diresti di prendere la rincorsa, trattenere il fiato e spingersi con forza il più in alto possibile? Oppure, gli diresti semplicemente di salire un gradino alla volta? Credo che la risposta giusta sia la seconda. Nei processi di conversione vale lo stesso identico principio: un passo alla volta… un piccolo, semplice, dannatissimo passo alla volta. Tutto qui. Se il tuo obiettivo è far leggere un report e acquisire un lead, non puoi e non devi sovraccaricare il messaggio, tentando di promuovere anche !11 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò qualche servizio o di far conoscere un vecchio prodotto in offerta, già che ti trovi. Quindi, via le pubblicità dalle tue pagine di accoglienza (altrimenti perdono il ruolo di pagine di accoglienza). Via ogni altro tentativo di vendita o di promozione in affiancamento alla call to action principale. Via le voci di menu e ogni altro link che possa anche fortuitamente distrarre il navigatore nel suo percorso/processo di conversione. Punta a un solo obiettivo. E guida le persone verso di esso. Senza fare altro. Un gradino alla volta. Un passo nel processo. Sintonizzati con questa pratica e avrai come risultato una straordinaria ottimizzazione delle conversioni. Per il momento ci fermiamo qui. Voglio che tu possa prenderti un giorno per riflettere sui concetti di cui abbiamo parlato in questo primo report. Pensa alle tue pagine, ai loro contenuti, alle azioni richieste ai navigatori estranei. Se tutto è organizzato per agevolare il flusso e far crescere il rapporto in modo naturale, è un bene. Sei un passo avanti rispetto a migliaia di marketer. E sarà più facile per te comprendere (e mettere in pratica) il funnel di Phoenix nel prossimo report. Se invece hai qualche dubbio sulla fluidità del tuo processo di conversione, prendi nota subito delle potenziali criticità. Non sottovalutare l’importanza di mettere per iscritto le tue considerazioni. Se le scrivi diventano reali. La tua mente le fotografa. E potrai agire di conseguenza per porvi rimedio. Ne avrai memoria quando leggerai le mie tecniche di conversione e saprai come collocarle nella checklist delle cose da fare. Se non le scrivi rimarranno astratte, indefinite, sfuggenti. E non ne avrai memoria utile quando dovrai invece capire come rimediare agli errori fatti. !12 Il funnel delle conversioni di Phoenix Carlo D’Angiò Prenditi un giorno per fare questo tipo di lavoro. Domani entriamo nel vivo delle conversioni. Mi raccomando, resta sintonizzato. !13