Presepe, albero, canti: le scelte delle scuole italiane per il Natale

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Presepe, albero, canti: le scelte delle scuole italiane per il Natale
2/11/2016
Presepe, albero, canti: le scelte delle scuole italiane per il Natale ­ Repubblica.it
Scuola
Presepe, albero,
canti: le scelte
delle scuole
italiane per il
Natale
Il caso di Rozzano è solo uno dei molti esempi di come gli educatori e le famiglie affrontano le festività nel
contesto della multietnicità. Da tempo, e in silenzio, si cercano formule nel rispetto della tradizione e delle
diverse culture
di LAURA MONTANARI
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01 dicembre 2015
Qualcosa è cambiato. Le ferite fresche degli attentati di Parigi, l'ondata del terrorismo islamico sta proiettando sul Natale 2015 una
sottolineatura identitaria e di appartenenza che diventa evidente nel seguire quello che sta succedendo nelle scuole italiane. E soprattutto
le reazioni di politici, ministri, sindaci pronti a scendere in campo. Presepe sì o presepe no? Albero sì o no? Qualcuno fra le cattedre
sostituisce i canti religiosi con le filastrocche di Rodari, altri passano una mano di vernice sulla festa di Natale e la sostituiscono con la
Festa d'Inverno nel timore di urtare chi non è cattolico. Non c'è una regola, se non la misura. Ci sono scuole che da tempo e nel silenzio
hanno rinunciato al presepe agli ingressi degli edifici lasciando però libere maestre ed educatrici di gestire al chiuso della propria aula,
nelle classi sempre più multietniche (9% è la media nazionale, ma ci sono aree geografiche in cui si arriva al 50%), la festa della Natività.
Che porta con sé simboli religiosi, ma anche messaggi di accoglienza e di pace universale. Sul filo di questa scelta gli insegnanti decidono dentro quel piccolo laboratorio umano che le sono le classi, guardando gli studenti negli
occhi e sapendo bene, come ha scritto su Repubblica Maria Pia Veladiano, "non ci sono due classi uguali, due studenti uguali, due
situazioni uguali". "Quel che capita oggi nelle scuole è un miracolo perché ­ scrive Veldiano ­ malgrado i tagli di organico, per cui da anni
sono state annientate le compresenze necessarie non solo all'integrazione degli alunni immigrati, ma anche al recupero degli italianissimi
nostri studenti che arrivano da situazioni di svantaggio culturale e sociale, malgrado questo la scuola riesce ad essere quell'ormai unico
laboratorio di convivenza che impedisce alla società di esplodere". Vediamo allora, alcuni casi finiti nelle ultime settimane sulle cronache dei giornali. Sassari. Gli insegnanti della primaria San Donato dicono no alla visita pastorale del vescovo a scuola, ma sì a qualunque progetto in
comune con la diocesi per favorire nel quartiere i processi di integrazione e di inclusione. Romano d'Ezzelino (Vicenza). Fa scalpore la scelta del Natale multietnico di un gruppo di insegnanti che mescola ai canti tradizionali
della Natività altri africani e in arabo. Protesta il sindaco e un gruppo di famiglie che pretendono "un concerto di Natale normale",
all'insegna dei valori e dei simboli "universali e positivi, di pace". Rozzano (Milano). Il preside Marco Parma finisce nella bufera per non aver programmato la festa di Natale sostituendola con i canti
d'inverno a gennaio. I genitori si dividono, alcuni stanno dalla parte del preside, altri si schierano per difendere la tradizione. Arriva davanti
ai cancelli della scuola il leader della Lega Nord Matteo Salvini, l'ufficio scolastico regionale chiede spiegazioni e convoca il preside.
Insomma nel caso di Rozzano ­ e non soltanto in quello ­ il presepe diventa un fatto politico. http://www.repubblica.it/scuola/2015/12/01/news/scuole_feste_natale­128543523/
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Pietrasanta (Lucca). Un asilo nido comunale decide di rinunciare all'albero e al presepe per rispetto ai bambini non cristiani. Si arrabbia il
sindaco Massimo Mallegni (Forza Italia) che ripristina per circolare i simboli del Natale e lancia un appello alle altre scuole di ogni
ordine e grado di fare albero e presepe. L'iniziativa ha un grande successo sui sociale e il sindaco raccoglie centinaia di consensi. Roma. Alla scuola Carlo Pisacane, una delle più multietniche della città (200 iscritti, il 30 per cento sono stranieri, ma nelle prime classi si
arriva anche a cifre superiori), fra il quartiere Torpignattara ad alta densità di immigrati, la festa di Natale viene anticipata al 18 dicembre
con la festa antirazzismo. "Il presepe a volte si fa a volte no, lo stesso per l'albero tutto senza drammi" spiega un genitore. Istituto
comprensivo Maria Beatrice: "Lavoro qui da otto anni ­ racconta una maestra ­ in genere facciamo l'albero, non il presepe e parliamo
soprattutto di intercultura". Padova. Alla materna "Il mago di Oz" in zona Arcella, dove molti dei bambini che frequentano sono stranieri, i preparativi natalizi
potrebbero subire una modifica che allarma alcune famiglie: l'abolizione delle recite di Natale. Alcuni genitori sostengono che a breve
potrebbero essere rimossi anche i crocefissi. Sui social la campagna dell'assessore regionale della Lega Roberto Marcato: "Rimuoviamo i
presidi che rimuovono i crocifissi". Casalguidi (Serravalle Pistoiese). La polemica scoppia su Facebook dove un consigliere comunale, Alessio Bartolomei, posta la foto di
un disegno affisso alla scuola media di Serravalle Pistoiese di una falce e martello fatto da un alunno: "Niente presepi o alberi di natale,
ma falce e martello, sì. Ma non si vergogna proprio nessuno?". Il caso finisce sui giornali e la preside interviene la preside a chiarire che il
disegno sotto accusa è lì da maggio: "A giorni faremo l'albero di Natale, il presepe no perché non lo abbiamo mai fatto". Castelfiorentino (Arezzo). Il sindaco Mario Agnelli ­ del centrodestra ­ fa ripristinare il crocifisso in tutte le scuole elementare del
paese. Il sindaco si basa sulla sentenza del Consiglio di Stato, la numero 556/2006 che stabilisce: "il crocifisso può svolgere una funzione
simbolica altamente educativa, al di là della sua connotazione prettamente religiosa". In un momento in cui in mezza Italia discute attorno
alla questione del Natale, a Castiglion Fiorentino ripartono dal crocifisso. Firenze. Alla primaria Matteotti alcuni insegnanti hanno escluso dalle visite artistiche la mostra programmata a Palazzo Strozzi su "La
divina bellezza" in quanto centrale nell'esposizione sono le immagini sacre cristiane. Il no era motivato in una relazione: "per non urtare la
sensibilità delle famiglie non cattoliche". Ne sono seguite molte polemiche e il consiglio dei docenti ha poi deciso di portare tutti i ragazzi
dell'istituto comprensivo Poliziano di cui la Matteotti fa parte a visitare la mostra. Venezia: Istituto San Girolamo. Spiega
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Alberto Solesin, il padre di Valeria, la ragazza uccisa al Bataclan negli attentati di Parigi: "Nella mia scuola ­ dice il preside ­ per Natale
non abbiamo mai fatto rappresentazioni religiose". Mi piace You and 2,9 mln others like this.
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