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4 Pugno di ferro in guanto di velluto [email protected] 20.10.2015 15:03 [email protected] 20.10.2015 15:03 Maria Elena Boschi è la prima donna ad assumere la diretta responsabilità di riforme costituzionali nella storia della Repubblica, e la seconda a occuparsi dei rapporti del governo con il Parlamento. Ministra a 33 anni, dovrà gestire alcuni degli snodi cruciali dell’esecutivo guidato dal Rottamatore. Maria Elena tiene i rapporti con un Parlamento che non rispecchia neppure da lontano la compagine governativa, perché è il risultato delle elezioni del 2013: da allora nella politica italiana è successo di tutto, ma i parlamentari sono sempre gli stessi, anche quelli della maggioranza in gran parte scelti dai suoi avversari di partito e ognuno pronto a rivendicare il peso dei propri voti, anche quando hanno numeri da prefisso telefonico. Di certo con un Parlamento del genere non è facile lavorare. Con un emiciclo che fosse specchio di una vittoria elettorale sarebbe tutta un’altra storia. Ma, si sa, Matteo Renzi a Palazzo Chigi è arrivato dalla porta di servizio. E Boschi insieme a lui benché, al contrario del premier, Maria Elena il test delle elezioni lo abbia superato: era stata infatti eletta alla 39 [email protected] 20.10.2015 15:03 Camera per il Pd alle politiche del 2013 nella circoscrizione della Toscana. Uno dei primi “alieni” renziani mandati in avanscoperta nella capitale. Oltre a questa bella gatta da pelare, donna Maria Elena da Laterina si sobbarca il compito, davvero non da poco, di riscrivere la Costituzione italiana: sue saranno le Riforme, con la “R” rigorosamente maiuscola visto che ormai sono diventate quasi un totem. «L’Italia deve fare le riforme», «All’Italia servono riforme», «L’unica strada per recuperare credibilità sono le riforme», «Per tornare a crescere abbiamo bisogno di riforme» è la cantilena che pronuncia chiunque frequenti i palazzi del potere romano, i sindacati e gli industriali, la Banca centrale europea e Bruxelles. All’Italia servono le riforme, sì, ma in Italia le riforme non le ha fatte mai (quasi) nessuno. Insieme alla necessità della crescita economica, è la sfida più grande, quella a cui Matteo Renzi assegna la priorità. Anche perché sa benissimo che, per costringere l’Europa ad allentare i cordoni della borsa, sul tavolo della trattativa ci deve mettere proprio le riforme, e dimostrare che stavolta l’Italia farà sul serio. Di questo pilastro dell’azione di governo si farà carico una giovane avvocatessa e deputata che gode della fiducia incondizionata del premier. Renzi si presenta all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con una lista di ministri composta da otto uomini e otto donne: il gabinetto con l’età media più bassa della storia italiana. Durante l’incontro al Quirinale per la definizione del governo, 40 [email protected] 20.10.2015 15:03 Renzi assicura ai giornalisti che non c’è «nessuna criticità con Napolitano», ma l’incontro dura più di quanto previsto dal protocollo. In realtà qualche dubbio sul pacchetto dei ministri l’allora capo dello Stato ce l’ha. Non su Boschi, in realtà, almeno non in quel momento. Poco dopo il giuramento, però, raccontano fonti vicine al governo, «Napolitano ha avuto con Boschi un lunghissimo colloquio, il capo dello Stato ha quasi “interrogato” la ministra in diritto costituzionale e riforme. Alla fine l’esame, evidentemente, è stato superato. Anzi tra i due è nato un profondo feeling, si sono incontrati più volte durante il cammino delle riforme e anche ora che Napolitano è in “pensione” il dialogo continua». C’è da chiedersi se un analogo trattamento sarebbe stato riservato a un collega uomo, magari un politico di lungo corso. In Italia, per più d’uno, essere maschio e attempato garantisce di per sé sufficienti titoli in materia... In ogni caso, il 22 febbraio, Boschi presta giuramento nelle mani di Napolitano, salendo al Quirinale con un tailleur blu elettrico che scatenerà orde di commenti e fotografie sui rotocalchi e sui social network. Lei sembra non curarsene e, consapevole della difficoltà del ruolo – racconta una fonte a lei vicina –, appena arrivata «prende in mano tomi di diritto costituzionale e si mette a studiare a fondo la materia, chiedendo anche il contributo di importanti giuristi e professori universitari». I commenti riservati a Maria Elena Boschi da gran parte dei colleghi politici e dei cronisti non sono 41 [email protected] 20.10.2015 15:03 stati certo benevoli: in forza del corollario italico per cui, se sei giovane e carina, devi essere necessariamente stupida, la ministra ha dovuto dimostrare ciò che, per i maschi dai 40 anni in su, viene dato (spesso a torto) per scontato. Ovvero: non sono stupida, e magari sono anche preparata. Racconta una fonte politica da sempre vicina alla ministra, ricordando quei giorni: «Di sicuro, l’accoglienza non è stata calorosa. Le frasi più ricorrenti erano: “Per riscrivere la Costituzione servono i mostri sacri e non una ragazzina”, “È solo estetica di governo”. Oggi, sia alla Camera che al Senato, tutte le vecchie glorie della politica italiana, a partire dal Pd, si sono accorte della ministra Boschi. Dopo un anno e mezzo di lavoro, non senti più nessuno parlare in questo modo». Chi punta il dito con fare più garbato, e lascia da parte le battute sessiste e generazionali, sostiene che Maria Elena non ha il curriculum adeguato per affrontare gli incarichi che le sono stati affidati. Sulla carta, risulta solo il breve mandato come consigliera d’amministrazione di una partecipata comunale. Il curriculum politico di Boschi sta tutto in una riga, mentre servono pagine per contenere quello di chi l’ha preceduta sulla stessa poltrona. Il ruolo di ministra, insomma, non è giustificato dalla fulminea “gavetta” di Maria Elena Boschi. Senz’altro si poteva trovare qualcuno più preparato di lei. Vero. Ma, per fare politica, servono almeno due cose: preparazione e carattere. Perché un curriculum solido, da solo, non basta. Abbiamo visto com’è andata a fi42 [email protected] 20.10.2015 15:03 nire quando il Paese è stato affidato a professori dai curricula chilometrici, con una preparazione tecnica e accademica che sulla carta faceva impallidire. Ma non sapevano fare politica. Mancavano di carattere. Lei, invece, di carattere ne ha da vendere. «Sono rimasto letteralmente impressionato nel vederla in aula alla Camera il giorno in cui, a nome del governo, ha posto la questione di fiducia sulla legge elettorale» commenta un giornalista di lungo corso, osservatore della politica romana per una delle più prestigiose testate internazionali. “Impressionante” è forse il termine più azzeccato: appena inizia a leggere la formula della fiducia, in aula si scatena la bagarre e la voce di Maria Elena Boschi viene sommersa da urla e fischi. Mentre le piovono addosso insulti di ogni tipo («vergogna», «fate schifo» e persino «infame»), la ministra continua a leggere il foglio che ha in mano, recita la formula di rito senza fermarsi neppure un istante a prendere fiato. Né alza mai gli occhi verso l’emiciclo parlamentare in piena gazzarra. Camicetta bianca a pois neri, termina la lettura andando dritta fino in fondo, senza una pausa, senza farsi distrarre dai ripetuti richiami rivolti all’aula dalla presidente della Camera Laura Boldrini, che agita freneticamente la campanella nel tentativo, vano, di ristabilire l’ordine. Maria Elena Boschi conclude l’enunciazione della formula e siede al suo posto. Imperturbabile. Imperturbabile e impermeabile a quello che le accade intorno. Quattro anni prima, nel dicembre 2011, la ministra 43 [email protected] 20.10.2015 15:04 del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero, sul cui curriculum si sono sprecati gli elogi, non riuscì a terminare il dottissimo discorso sulla riforma delle pensioni che porta il suo nome: a metà della parola «sacrificio» scoppiò a piangere e dovette intervenire l’allora presidente del Consiglio, il professor Mario Monti, per concludere l’illustrazione della manovra. I ministri dal curriculum dubbio quanto a competenze specifiche non sono una novità introdotta dal governo di Matteo Renzi (basti pensare all’infornata arrivata a Roma con la Lega Nord della prima ora) e l’introduzione di volti giovani, completamente nuovi, fa parte del Dna della rottamazione. A molti di coloro che la sorte ha catapultato dal nulla sugli scranni, però, è mancato il carattere. E sono spariti in fretta come erano arrivati, alla maniera delle meteore, oppure si sono accomodati con posti di penultima fila nella grigia e comoda palude romana, dove ristagnano da anni. Non sono mai diventati stelle della politica. Maria Elena Boschi, invece, ha una tempra incrollabile. Sorriso gentile e carattere di ferro. Chi pensava al fiorellino messo lì per decorare il governo, alla “quota panda”, si è dovuto ricredere: la neoministra esercita la sua carica con piglio marziale, recitando senza battere ciglio le formule istituzionali davanti al Senato e alla Camera, senza fare una piega neppure davanti agli insulti personali e diretti. Carattere volitivo e attitudine al comando. Insomma, una tosta. E pure secchiona, come lei stessa dice di sé. Quasi 44 [email protected] 20.10.2015 15:04 a far intendere che la preparazione la si può anche costruire strada facendo: basta mettersi a capo chino e studiare giorno e notte, cosa che ha sempre fatto e continua a fare ancora oggi. Ma il carattere, quello no, non si improvvisa. Con certe attitudini ci devi nascere. Maria Elena è una tosta. Lo si vede anche dal modo in cui ha riorganizzato il lavoro del suo ministero: con un metodo che chi le sta vicino ogni giorno definisce “quasi militare”, ma non arrogante. «Maria Elena» rivela una fonte «si è inserita senza frizioni in un pachiderma burocratico di oltre 4.000 dipendenti. È apprezzata da tutti quelli che lavorano al ministero per i Rapporti con il Parlamento. La ritengono una persona preparata e gentile.» Ma quando c’è da portare a casa il risultato, è inflessibile: «È calma e determinata, quindi il complemento perfetto per Matteo Renzi che è un fantasista. Ha contribuito in modo fondamentale a dare un metodo di lavoro al governo. Un metodo quasi militare. Come ha fatto a portare a casa le riforme? Ha tenuto i suoi interlocutori inchiodati al tavolo per ore e ore, finché non si è trovata la soluzione. Aveva di fronte un Parlamento, cioè quello dei precedenti governi, abituato a rinviare tutto o a trasformare ogni cosa in un Vietnam. Anziché mollare, ha fatto riunioni fiume una dietro l’altra fino alla soluzione, arrivando a far abolire il Senato ai senatori. Praticamente lavora ventiquattr’ore al giorno». A ogni disegno di legge, ciascuno dei 630 parlamentari può portare il proprio contributo sotto forma 45 [email protected] 20.10.2015 15:04 di emendamento. L’idea di Boschi in proposito è che i parlamentari sono liberi, ma tutto ciò che è di origine governativa passa al vaglio del suo ministero prima di approdare in aula. Per evitare trappole e inghippi da parte dei gabinetti ministeriali. Insomma, la ministra ha accentrato tutto, tutto passa dal suo ufficio. Ha messo in piedi un’organizzazione efficiente, ha portato nel suo staff un paio di persone, usa i dipendenti della struttura. Non esce mai da sola, gira a piedi con i suoi collaboratori (e con la scorta) nei brevi tratti da Largo Chigi a Palazzo Chigi e a Montecitorio. Non mostra timore, né ostentazione. Fa una vita normale, molto meno mitica di quanto si possa immaginare. Alla prima esperienza, Maria Elena si è dimostrata sufficientemente decisa ma anche capace soprattutto di negoziare con avversari e alleati. Nel governo ha anche il ruolo della “tessitrice”, grazie alla delega dei Rapporti con il Parlamento, in virtù del suo temperamento e degli spazi di manovra che Renzi le ha lasciato. Nel giro di un anno, ha portato “in regalo” al governo decine di voti in aula (quelli dei parlamentari di Ap e Gal, ad esempio, con una stima di 40-50 persone) a sostegno dei provvedimenti governativi proprio grazie alle sue doti di negoziatrice e alla sua capacità persuasiva. Tempra di ferro e metodo militare, dunque. Ma anche sorriso rassicurante da fatina buona con i capelli biondi e gli occhioni blu. E performance da red carpet con tacco e abito fasciante. Riscrive la Costituzione e 46 [email protected] 20.10.2015 15:04 manda in brodo di giuggiole i paparazzi. Tesse rapporti in Parlamento e si concede la vacanzina low cost con le amiche di sempre ma anche un tuffo nella mondanità di Formentera, immortalata in tutte le salse. Chi è davvero Maria Elena Boschi? Probabilmente è tutto questo insieme. E, non c’è dubbio, ne è ben consapevole. Sa che tutto è necessario per salire l’ultimo gradino: già passata da pretoriana del capo a gregaria di lusso del capitano, ha bisogno di ogni ingrediente per diventare leader in proprio. Una delle poche, dell’attuale e rinnovata classe politica italiana, a potersi permettere di tentare il grande salto. 47 [email protected] 20.10.2015 15:04