Comunicato Stampa

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Comunicato Stampa
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Milano, 7 aprile 2016
GfK Italia
Via Tortona, 33
20144 Milano
Chiara Gallina
Marketing & Communication
T +39 02 8705 3340
[email protected]
Prometeia
Via Marconi, 44
40122 Bologna
+39 051.6480.911
Valeria Patanè
Marketing & Communication
T +39 349 5538328
[email protected]
Presentato al Salone del Risparmio 2016
l’Osservatorio Risparmi delle Famiglie - 20° edizione
Milano, 7 aprile 2016 - GfK e Prometeia hanno presentato oggi a Milano
– in occasione del Salone del Risparmio - i contenuti della nuova
edizione dell’Osservatorio Risparmi delle Famiglie.
Lo scenario che emerge dall’Osservatorio evidenzia una positiva ripresa.
Dopo le incertezze che il 2014 ha trascinato con sé, il 2015 segna un
miglioramento dei sentiment. Le famiglie sono più disposte ad ascoltare e a
pensare al futuro in termini ottimistici. In estate mancava uno slancio attivo,
finanche propositivo, slancio che sembra esserci nella seconda metà
dell’anno.
L’analisi identifica i fattori causali che hanno generato questi segnali positivi.
La ripresa pone inoltre interessanti sfide all’Industry finanziaria, sfide che
forse ha perso l’abitudine di affrontare dopo un lungo periodo tra
«sopravvivenza» e «resilienza».
Soddisfazione per l’economia famigliare (valori % - base: totale decisori – Fonte: Multifinanziaria
Retail Market 2016 GfK)
Cresce il numero di famiglie che risparmiano e le quote di flussi accantonati,
a riprova di una ripresa del potere di acquisto dei redditi della seconda parte
dell’anno. Ma le famiglie italiane continuano a manifestare la loro endemica
difficoltà a canalizzare il risparmio in progetti di lungo respiro; gli italiani si
focalizzano su pochi importanti obiettivi: accumulo (meno in logica
emergenziale rispetto al passato), famiglia, casa e previdenza. Si conferma
quindi come gli ultimi anni, difficili e problematici, abbiano lasciato in eredità
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una maggior attenzione verso il presente.
L’analisi si addentra nel tema previdenziale, evidenziando come la sua
rilevanza sia ancora molto contenuta. Questo non significa, come potrebbe
apparire, che le persone non stiano elaborando strategie per il futuro, ma non
si prefigurano soluzioni tecniche specifiche.
Oggi, forse ancor più di ieri, è necessario costruire una sensibilità sociale per
recuperare le lacune culturali legate alla previdenza e per colmare i vuoti di
progettualità sul tema, che gli italiani mostrano ancora. L’analisi si conclude
con alcuni spunti di riflessione su di un comparto – quello previdenziale – che,
anche grazie a iniziative come le “buste arancioni”, potrebbe essere arrivato
a un cambio di passo.
Risparmio e investimento: come evolvono Domanda e Offerta
L’analisi della Domanda entra nel vivo delle percezioni e ricadute degli eventi
che hanno caratterizzato la fine del 2015 e l’avvio del nuovo anno, che
rappresentano un nuovo punto di svolta per il mercato finanziario italiano.
L’Osservatorio restituisce il quadro di conoscenza e percezione del Bail-in ed
evidenzia le ricadute del default delle banche del territorio sulla percezione
dell’Industry: questi eventi hanno avuto una risonanza importante, ma
contestualizzata e, soprattutto, il mercato oggi - divenuto più informato,
attento e consapevole - fa dei distinguo fra istituzioni bancarie rispetto al
passato.
Conoscenza e percezione del Bail-in (valori % - base: totale decisori – Fonte: Multifinanziaria
Retail Market 2016 GfK)
Emerge al contempo la crescente importanza della capacità di ciascun player
di trasmettere la propria garanzia di solidità, che diventerà un punto cruciale
nei prossimi mesi in termini di differenziazione, posizionamento e appealing
presso il mercato. Il quadro si completa con l’analisi delle ricadute sulle
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dinamiche di scelta degli investimenti - anche alla luce della volatilità dei
mercati - e sugli orientamenti della domanda in tema di consulenza
finanziaria.
Fioriscono molteplici opportunità per l’Offerta, ma emerge anche la necessità
di affinare gli skills dei professionisti della relazione, al fine di evitare che il
cliente si orienti verso soluzioni “indipendenti” o totalmente autonome di
accesso agli investimenti (il Robo Advisor).
In questo contesto, un ruolo rilevante è giocato dai professionisti della
consulenza che vedono alzarsi l’asticella competitiva fra figure di matrice
bancaria tradizionale (i Gestori) e i Promotori Finanziari, con un importante
passo avanti dei primi rispetto ai secondi, che hanno ridotto il gap
rafforzandosi proprio sui punti di forza caratteristici del Promotore Finanziario.
Ora che l’investimento in Gestito diviene una delle soluzioni più attivabili dal
mercato (dovuto al ridotto appealing dei titoli di debito), e che alcune banche
faticano a valorizzare la propria solidità, la leva relazionale potrebbe costituire
un punto cardine per la retention e l’acquisition nel duello fra canale bancario
tradizionale e Banche Reti. Vedremo sul campo chi saprà sfruttare al meglio
questa opportunità.
Atteggiamenti e comportamenti delle famiglie
I dati più recenti sui comportamenti delle famiglie ci restituiscono un quadro
di importanti cambiamenti negli atteggiamenti verso il risparmio rispetto al
recente passato. Potremmo parlare, mutuando un termine usato per il ciclo
economico, di “new normal” dei comportamenti finanziari delle famiglie, ad
indicare che gli effetti della crisi finanziaria ed economica e i mutamenti del
sistema bancario potrebbero aver determinato dei cambiamenti “strutturali”
negli atteggiamenti delle famiglie verso la finanza.
Innanzitutto, nella nuova normalità la quota di reddito accantonata a risparmio
dalle famiglie sarà più bassa rispetto a quella degli anni precedenti la crisi;
questo è un effetto del lento recupero del reddito disponibile e del prolungato
contenimento dei consumi, che oggi alimenta una ripresa - seppur modesta
- della spesa, destinata a crescere a tassi regolari anche nei prossimi anni.
Ciò non vuol dire che il risparmio non crescerà, anzi il peggio della crisi è oggi
alla spalle e i flussi di risparmio torneranno a dare un contributo più
significativo alla crescita della ricchezza, ma resteranno più bassi rispetto ai
primi anni 2000.
In secondo luogo, ma anche come conseguenza dell’esigenza di trovare
soluzioni di investimento più efficaci per allocare un risparmio strutturalmente
più basso, la risposta delle famiglie alla flessione dei tassi di interesse e ai
cambiamenti che hanno interessato il sistema bancario è stata
particolarmente intensa. Nell’ultimo triennio le famiglie hanno investito in
strumenti gestiti dagli investitori istituzionali quasi 300 miliardi di euro, che
sono venuti in larga parte dal decumulo di obbligazioni bancarie, date le
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minori esigenze di finanziamento delle banche e, in misura minore, di titoli
pubblici, la cui redditività è oggi particolarmente compressa. Fondi comuni,
polizze vita e prodotti previdenziali sono così arrivati a costituire il 27% del
portafoglio delle famiglie, il più alto livello degli ultimi 20 anni (avevano toccato
il 23.6% a fine 1999), avvicinando il portafoglio delle famiglie italiane alla
struttura che caratterizza gli altri paesi, dove è scarsamente presente
l’investimento diretto in titoli di debito.
Lo scenario finanziario dei prossimi anni è favorevole all’ulteriore riduzione
dei titoli di debito nel portafoglio delle famiglie, soprattutto dopo le misure
approvate a inizio marzo della Bce, che contribuiscono a comprimere
ulteriormente la redditività sui titoli di debito e mettono a disposizione delle
banche nuovi fondi a lungo termine riducendo la necessità di ricorrere alle
obbligazioni, in particolare quelle collocate alle famiglie. Alla fine del 2018,
pertanto, il peso dei titoli di debito potrà essere pressoché in linea con i livelli
medi dell’Area Euro e l’incidenza dei prodotti gestiti dagli investitori
istituzionali potrebbe approssimarsi a un terzo del totale degli investimenti
delle famiglie.
L’insieme dei prodotti di risparmio gestito - fondi comuni, gestioni patrimoniali,
polizze vita e fondi pensione - nei portafogli delle famiglie italiane, che ha
superato i 1350 miliardi di euro a fine 2015, potrà pertanto crescere ancora,
pur se a tassi meno vivaci dell’ultimo triennio (25% nel 2016-2018 vs 45% nel
2013-2015). All’interno del mercato, una componente importante sarà
costituita dai fondi comuni, sia nella componente che entra direttamente nei
portafogli attraverso fondi di fondi e gestioni in fondi, sia attraverso l’ulteriore
riequilibrio del business assicurativo verso le unit linked.
La crescita del mercato gestito sarà principalmente spinta dallo sviluppo dei
consulenti finanziari e del canale postale, mentre le reti bancarie potrebbero
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perdere quote di mercato perché si ridimensionerà nel tempo il bacino di raccolta
amministrata - da cui attualmente provengono in larga misura gli investimenti in
strumenti gestiti della clientela bancaria - e per effetto di una maggiore debolezza
del canale bancario nel catturare i nuovi flussi di risparmio delle famiglie.
Le reti di promotori, che pure nel terzo trimestre del 2015 avevano mostrato
un “cedimento” della raccolta netta per le incertezza sui mercati finanziari,
hanno invece chiuso anche l’anno passato con un nuovo massimo di raccolta
netta e con un aumento di tutti gli indicatori (struttura distributiva, base di
clientela, produttività e portafoglio medio per consulente). Nei prossimi anni
potrà assumere rilievo l’esito della riorganizzazione in atto nelle banche per
contrastare la perdita di quote di mercato.
risparmio delle f amiglie | per i consulent i
f inanziari è un alt ro anno record
client i e produt t ivit à (mln €)
raccolt a net t a delle ret i di consulent i
f inanziari*
171
29.8 € MLD
23.7
client i per
consulent e
(unit à)
165
164
162
160
1.1
17.7
16.6
12.2
2009
0.8
raccolt a per
consulent e
(mln €)
10.7 11.9
2011
0.6
2010
2013
1.4
161
2015
0.5
0.6
2011 2012
2013
2014
2015
* abilitati all’offerta fuori sede (al netto di Intesa SanPaoloBanking)
fonte: Prometeia su dati Assoreti
Nell’ultimo biennio, in particolare, le banche hanno abilitato circa 5.000
dipendenti alla professione di consulente finanziario. Sulla base della
produttività che mediamente caratterizza il mercato dell’intermediazione del
risparmio, il patrimonio potenziale dei “nuovi” consulenti finanziari 5
dipendenti bancari abilitati all’offerta fuori sede - nell’ultimo biennio potrebbe
attestarsi tra i 35 miliardi e i 120 miliardi di euro, nell’ipotesi che si rivolgano
a un target di clientela mass/affluent.
Ma potrebbe anche superare i 450 miliardi di euro, nell’ipotesi di clientela di
più alto profilo, costituendo una sfida importante per il mondo delle attuali reti
di consulenti finanziari.
Nel nostro scenario, l’industria finanziaria - e quella dell’asset management
in particolare - assumerà un ruolo centrale nella composizione del portafoglio
delle famiglie italiane alla fine del 2018. Questo rappresenta per l’industria
un’opportunità ma è anche una sfida nell’attuale contesto dei mercati
finanziari che, da un lato, alimenta la domanda di sicurezza negli investimenti
e, dall’altro, rende sempre più complesso per gli intermediari strutturare
proposte commerciali per la clientela retail.
f ondi comuni | è in at t o un cambiament o
dell’of f ert a bancaria
raccolt a net t a in f ondi comuni delle SGR di
mat rice bancaria
sot t oscrizioni e riscat t i dei f ondi
comuni t arget dat e (mld €)
t arget dat e o a cedola
€ 25 mld
f ondi
t radizionali
90% a
cedola
€ -25 mld
fonte: stime Prometeia su dati Assogestioni e documenti informativi delle società
Le soluzioni adottate in passato, in particolare il collocamento di prodotti
target date da parte delle reti bancarie, stanno perdendo appeal nelle
politiche di offerta e i fondi comuni obbligazionari hanno già iniziato a
incorporare gli effetti della redditività molto bassa, con flussi negativi da
diversi mesi a questa parte. È pertanto un momento molto delicato per
l’industria italiana dell’asset management che dovrà consolidare il proprio
ruolo nella gestione del risparmio delle famiglie e supportare le reti
distributive, nel solco delle nuove opportunità offerte dalla product
governance, nell’individuazione delle soluzioni più adeguate per gestire la
fase attuale, molto più incerta, dei mercati finanziari.
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