Il Centro Operativo della Marina Militare Manuel Moreno Minuto7

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Il Centro Operativo della Marina Militare Manuel Moreno Minuto7
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Il Centro
Operativo della
Marina Militare
di Manuel Moreno Minuto
L
La fucina delle decisioni,
delle strategie, dove si
pianificano attività che
possono raggiungere
l’altra parte del globo,
si trova in una tranquilla
località di campagna a
pochi chilometri da Roma
e operazioni di
soccorso che si
susseguono quasi quotidianamente in
Mediterraneo da circa
tre anni, hanno portato all’attenzione
dell’opinione pubblica
italiana l’encomiabile
impegno degli equipaggi della Squadra
Navale e del personale
delle componenti specialistiche della Marina Militare.
Meno noto è invece
il supporto fornito dalle donne e dagli uomini
impegnati in prima linea, da parte di un’organizzazione attiva 24 ore al giorno per 365
giorni l’anno: il Centro Operativo Marina Militare. Il Centro, inaugurato il 19 gennaio 2012
all’interno dell’area che già ospitava il Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), è un concentrato di uomini e
tecnologie che costituiscono uno dei più avanzati strumenti operativi ed informativi a disposizione dei vertici politico-militari italiani.
All’interno del Centro, oltre agli uffici del
CINCNAV da cui si indirizza la quotidiana attività di approntamento ed impiego delle
navi, sono ospitate diverse “sale operative”
che lavorano in costante sinergia per la generazione della “Maritime Situational Awareness”
(MSA), ovvero la completa conoscenza della realtà marittima
che circonda il nostro
Paese.
La Centrale
Operativa della
Marina Militare
La Centrale Operativa Marina Militare
(COMM) può essere
considerata a pieno
titolo l’erede moderno del famoso comando SUPERMARINA della Seconda Guerra Mondiale le cui
funzioni ed organizzazione sono ben descritti
negli scritti post-bellici del comandante Marcantonio Bragadin: “Il suo vertice era costituito
da un’ampia sala dove, mediante grandi carte geografiche murali, su cui si appuntavano sagomette
distinte dal nome di ciascuna nave, era rappresentata la situazione, in mare e nei porti, nostri
ed avversari, per le valutazioni e le decisioni dei
capi. ... A questa sala giungevano tutti i messaggi
sulle mosse del nemico e sullo stato della nostra
flotta e di là, in accordo con il Comando Supremo,
partivano gli ordini di combattimento e si decidevano le mosse che avrebbero dovuto compiere le
unità impegnate”.
Queste semplici parole, mutatis mutandis, a distanza di sessant’anni sono ancora attuali e demarzo-aprile 2016
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L’edificio dove ha sede il Centro Operativo della Marina Militare a Santa Rosa, sulla via Cassia, nei pressi di Roma, inaugurato nel gennaio del 2012; in apertura, lo stemma di CINCNAV con il motto “Pro maris securitate”
scrivono perfettamente quello che è tuttora il
lavoro della moderna Centrale Operativa della
Marina Militare, ovvero la conduzione ed il
controllo di tutte le operazioni in cui sono
coinvolti assetti della Forza Armata. All’interno della “centrale” si concentrano due tipologie di sistemi: quelli che servono a
“rappresentare” le informazioni degli assetti
d’interesse su mappe geografiche elettroniche
e quelli che servono a “comunicare” in maniera rapida ed affidabile.
Queste due funzioni, che sono alla base del
comando di una qualunque forza militare,
possono essere esercitate nei confronti delle
unità navali nazionali, di quelle NATO e di
quelle impegnate in missione a favore dell’Unione Europea o dell’ONU. In una qualsiasi
giornata, sui maxi-schermi della COMM, in
virtù delle esigenze tattiche, è possibile tenere
sotto controllo la posizione delle nostre unità
in Oceano Indiano, delle corvette in addestramento nelle acque della Sicilia o di una nave
straniera che transita nel canale di Suez.
Queste informazioni possono essere inoltre ar-
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ricchite dalla rappresentazione d’informazioni
geografiche, idrografiche e meteorologiche.
Qualora la situazione lo richieda, e grazie ai
collegamenti su circuiti radio tipo “Link” con
le navi, e via rete terrestre con l’Aeronautica
Militare, dalla COMM è possibile monitorare
anche i cieli del Mediterraneo. Una funzionalità questa rivelatasi particolarmente utile nel
coordinamento dei soccorsi susseguitisi al
naufragio del traghetto Norman Atlantic nel dicembre 2014.
I sistemi di comunicazione tra la “centrale” e
gli assetti in teatro operativo (sia esso marittimo o terrestre) sfruttano diverse modalità,
dai tradizionali messaggi telegrafici scambiati
sulle frequenze radio in banda HF, fino ai modernissimi gateway satellitari nella banda SHF.
Il risultato finale è una sviluppata capacità di
fornire e ricevere informazioni in tempo reale,
sfruttando comunicazioni telefoniche, mail e
chat criptate e non intercettabili.
Tali capacità “net centriche” permettono di intervenire su più fronti, e non deve stupire se
al personale della COMM possa capitare di ge-
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Una delle molte centrali operative che sono in funzione H 24 a bordo e a terra, e garantiscono la sicurezza delle nostre acque e delle
nostre rotte
stire contemporaneamente un presunto attacco di pirati nel Golfo di Aden (Operazione
Atalanta), un soccorso di migranti a sud di
Lampedusa con la Capitaneria di Porto, ed il
coordinamento con la Protezione Civile per
l’impiego di un elicottero antincendio.
Nei pressi della Centrale sono inoltre collocate
le sale operative per assetti specialistici: la
MACA (Maritime Air Control Authority) e la Subopauth (Submarine Operating Authority). La
prima gestisce gli assetti dei veivoli della Marina dislocati a terra: elicotteri pesanti EH 101,
elicotteri medi SH90 e SH212, velivoli da pattugliamento marittimo BR 1150 Atlantic, velivoli di collegamento Piaggio P180.
Questi mezzi garantiscono, oltre ai normali
compiti istituzionali, un servizio di allarme
H24, a disposizione della Forza Armata e del
Comando Operativo Interforze, che viene sovente impiegato a favore della collettività per
trasporti medici urgenti o per eventi di disastri
naturali (ad esempio l’alluvione di Modena
nel gennaio 2014 o una Campagna Antincendi Boschivi). La Subopauth si occupa delle
operazioni ed esercitazioni dei sottomarini nazionali, le cui complesse procedure di comunicazione e impiego richiedono la presenza di
personale specialista con alle spalle una lunga
esperienza d’imbarco.
La Centrale Operativa
di Sorveglianza Marittima
La Centrale Operativa di Sorveglianza Marittima (COSM) è, tra le sale operative, quella che
ha conosciuto la più repentina evoluzione tecnologica, e rappresenta probabilmente un
“unicum” nel panorama militare italiano. Il
compito della COSM è quello di raccogliere,
analizzare, filtrare e “rappresentare” in maniera chiara e semplice tutta la massa di informazioni riguardanti le attività marittime nei
bacini di interesse nazionale. In altri termini
la COSM è responsabile della “Maritime Situational Awareness” italiana.
I dati di posizione, rotta e velocità processati
dai software presenti in COSM provengono
solo in parte da sensori di proprietà della Marina Militare, quali la rete di ricevitori AIS e la
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Lo Schiebel Camcopter S-100 è un drone ad ala mobile, sviluppato dall'azienda austriaca Schiebel Elektronische GeräteGmbH, in servizio
da pochi anni nella Marina Militare, ed è destinato ad essere uno dei punti di forza della componente operativa di avvistamento ed informazione sui quali potrà contare il Centro Operativo
Rete Radar Costiera (la rete di ricevitori terrestri AIS della Marina è distribuita lungo tutto
il territorio nazionale, mentre la Rete Radar
Costiera comprende 11 siti di cui ben 8 in fase
di ammodernamento. La capacità di scoperta
può arrivare fino a 100 miglia nautiche dalle
coste italiane), dato che il vero punto di forza
è lo scambio informativo con le altre istituzioni nazionali ed internazionali.
Nel corso degli ultimi due anni è stata particolarmente curata la collaborazione con le reti
di sensori gestite dal Corpo delle Capitanerie
di Porto e dalla Guardia di Finanza. I primi
impiegano sia sistemi per il tracciamento dei
bersagli nelle aree di maggior traffico marittimo quali AIS e VTS (Vessel Traffic System - Sistema di controllo e gestione del traffico
marittimo, basato su radar e sistemi di comunicazione, presente in numerosi porti italiani
e nelle zone di maggior pericolo come lo
Stretto di Messina), sia sistemi di riporto a
lungo raggio da parte delle navi come ARES (Il
sistema ARES prevede che tutte le navi mercantili italiane, di stazza lorda superiore a
1.600 t, devono comunicare alla Centrale
Operativa delle Capitanerie di Porto, tramite
messaggio, alla partenza, il proprio piano di
navigazione, ad intervalli stabiliti la posizione
e, a destinazione, l’avvenuto arrivo in porto)
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e LRIT (il sistema LRIT istituito dall’IMO nel
2006 prevede la trasmissione della propria posizione alla Capitaneria di Porto ad intervalli
regolari (in genere ogni 4 ore) sfruttando i vettori radio satellitari). Il traffico peschereccio in
Mediterraneo (non soggetto all’obbligo dell’AIS) viene invece monitorato tramite il sistema Blue Box.
La Guardia di Finanza da parte sua, oltre ai
sensori imbarcati sui mezzi aerei e navali, impiega una rete di sensori AIS e radar costieri
distribuiti lungo le zone d’Italia maggiormente colpite dai fenomeni criminali di competenza del corpo. A livello internazionale la
COSM riceve dati dalla European Maritime Safety Agency di Lisbona che gestisce il monitoraggio del traffico mercantile attraverso le reti
Safe Sea Net e Clean Sea Net.
Il quadro informativo è completato inoltre
dalla possibilità di accesso ai numerosi siti
web commerciali specializzati nel tracciamento del traffico marittimo. I dati provenienti da tutte le citate reti informative sono
costantemente confrontati da un software di
proprietà della Marina Militare (SMART - Service oriented infrastructure for MARitime traffic
Tracking) in grado di associare in maniera univoca posizione - rotta e velocità dei “target”,
ma anche di rivelarne eventuali comporta-
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menti anomali al di fuori dei normali “Pattern
Of Life” del traffico mercantile. La rete informativa della COSM è completata dalla possibilità di accedere ad alcune banche dati sulle
operazioni commerciali delle navi mercantili.
Il Virtual-Regional Maritime
Traffic Centre
Il Virtual-Regional Maritime Traffic Centre (VRMTC) è un programma avviato dalla Marina
Militare nel 2005, che si prefiggeva di condividere con i Paesi amici, e su base volontaria,
i dati disponibili sul traffico marittimo mercantile. Questa idea, presentata al Regional Seapower Symposium tenutosi a Venezia nel 2004,
nasceva dalla rinnovata consapevolezza dell’indispensabile ruolo di sorveglianza e protezione delle Marine Militari sui traffici
marittimi mondiali. Il V-RMTC è basato su
una piattaforma di scambio dati web-based, a
natura non classificata, e questa semplicità ed
economicità di gestione ne ha permesso una
rapidissima diffusione in una trentina di Paesi
del mondo, anche al di là delle Colonne d’Ercole. Attualmente, sono infatti collegati alla
rete il Brasile, l’Argentina, il Sudafrica e Singapore che costituiscono un ampliamento denominato Trans Regional Maritime Network.
Il V-RMTC è, inoltre, nel tempo, diventato un
potente strumento di dialogo, fiducia e cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo che
hanno costituito all’interno del network il
gruppo denominato 5+5, che permette al nostro Paese di condividere informazioni tra 5
Paesi della sponda Nord del Mare Nostrum
(Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Malta) e
5 Paesi di quella Sud (Algeria, Marocco, Mauritania, Tunisia e Libia). I dati raccolti tramite
il V-RMTC - che riguardano migliaia di navi al
giorno - confluiscono in maniera automatica
in COSM, rafforzando ulteriormente la MSA a
disposizione degli utenti.
Il Dispositivo Interministeriale
di Sorveglianza Marittima
Il Dispositivo Interministeriale Integrato di
Sorveglianza Marittima (DIISM) è un progetto
che ha avuto una lunga gestazione iniziata nel
Luglio del 2007 quando il Nucleo Politica Militare della Presidenza del Consiglio approvò
la “Missione del DIISM”, ovvero, quella di integrare tutte le informazioni prodotte dalle di-
Un’immagine di oggi che ci riporta però ad altri tempi:
l’ingresso della “galleria”, protetto da due pesantissime porte di
acciaio corazzato, ora rientrate nelle pareti, dove si trovava il
cuore pulsante di SUPERMARINA, durante l’ultimo conflitto
verse amministrazioni dello Stato che a vario
titolo si occupano di attività marittime.
Il DIISM prevedeva la creazione di un’apposita
sala operativa denominata Centrale Nazionale
Interministeriale di Sorveglianza Marittima
(CNISM) la cui sede era prevista presso il Comando in Capo della Squadra Navale, all’epoca situato nella sede protetta di Santa
Rosa - la “galleria” che si trova a fianco dell’attuale COMM -.
Nel giugno del 2009, la Marina Militare presentò la “Proposta di attuazione del Progetto
DIISM” che poneva il CNISM alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio (al
fine di esaltarne il ruolo Inter agenzia) e con il
compito di effettuare l’aggregazione dei dati
provenienti dalle diverse Amministrazioni.
I previsti fruitori di tale database, oltre alla Marina Militare, sarebbero stati: Sala Crisi della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Unità di
Crisi del Ministero degli Affari Esteri, Sala Operativa del Dipartimento della Protezione Civile, Sala Crisi e Centrale anti immigrazione
del Ministero dell’Interno, Centrale Operativa
del Comando Generale delle Capitanerie, per
conto del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti, Centrale del Comando Generale
della Guardia di Finanza e Centrale dell’Agenmarzo-aprile 2016
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zia delle dogane in ambito Ministero Economia e Finanze, Centrali Operative dei Carabinieri e della Polizia di Stato, Sale Situazioni
dell’Agenzia per la sicurezza esterna (AISE) e di
quella per la sicurezza interna (AISI).
Oggi, sono permanentemente presenti in Centrale uomini della Guardia di Finanza, delle
Capitanerie di Porto e della Marina Militare.
La Cooperazioni Internazionale
La necessità di conoscere in maniera accurata
la realtà marittima, come visto per il V-RMTC,
non è un’esigenza sentita solo a livello italiano
ma coinvolge i nostri alleati NATO ed europei.
In particolare, la Comunità Europea, nell’ambito delle sue politiche tese al controllo dei
confini ed alla repressione dei traffici illeciti,
considera la sorveglianza marittima uno dei
suoi più importanti obiettivi, per i quali ha investito risorse economiche e culturali.
Per l’Italia, uno dei principali attori delegati
alla gestione dei progetti europei è il COMM,
in prima linea nelle seguenti attività di ricerca
e sviluppo.
BLUEMASSMED (Blue Maritime Surveillance Sy-
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stem Med): lanciato il 15 gennaio
2010 ed ultimato nel 2012, ha
visto la partecipazione di 39
autorità marittime di Francia,
Grecia, Italia, Malta, Spagna e
Portogallo per concorrere alla
realizzazione di un’architettura
europea di Sorveglianza Marittima, per la creazione di una
“picture” marittima comune e
condivisa. L’Italia, con la sua
Agenzia Spaziale, ha realizzato
un nodo interministeriale, il
Nodo Primario, in grado di ottimizzare le informazioni raccolte da Ministero dell’Interno,
Agenzia Spaziale Italiana, Guardia di Finanza e Marina Militare
Italiana, presentandolo come
interfaccia per il dialogo tra i
partner europei. Le tecnologie
sviluppate in ambito BLUEMASSMED sono considerate
fondamentali nel percorso di
implementazione del CISE
(Common Information Sharing
Environment for the EU Maritime
Domain), progetto lanciato dalla Commissione
europea nel 2009 per l’integrazione della sorveglianza marittima tra i 20 paesi partecipanti.
L’Italia ha proposto un modello esecutivo di
scambio dati che potrebbe essere implementato
nel corso del 2016 per vedere poi il culmine
nel 2020.
MARSUR (Maritime Surveillance): questo progetto è stato lanciato nel 2006 dall’European
Defence Agency, allo scopo di creare un network per lo scambio, tra utenti militari, d’informazioni quali identificazione, rotta e
posizione delle unità mercantili, ovvero la così
detta White Picture. La fase dimostrativa è iniziata nel 2010 con la connessione in rete di
Italia, Finlandia, Francia, Spagna, Svezia e
Regno Unito. Le attività d’implementazione
sono iniziate nel 2014 ed attualmente coinvolgono ben 18 paesi. È prevedibile (ma non
ancora realizzata) una sua interconnessione
con la rete CISE.
Conclusioni
La Centrale Operativa della Marina Militare è
una realtà viva ed in piena evoluzione tecnica
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e operativa. Ogni giorno, gli uomini e le
donne che prestano servizio nelle “sale operative”, insieme alla conduzione e controllo
operativo delle attività in mare della Squadra
Navale impegnata nell’esecuzione delle missioni assegnate, sperimentano nuove forme di
integrazione sensoriale e di networking allo
scopo di fornire agli utenti finali – civili e militari - la più completa ed aggiornata Maritime
Situational Awareness: strumento indispensabile per operare efficacemente nelle tormentate acque del Mediterraneo e del mondo e
garantire al tempo stesso la sicurezza del nostro Paese e dei Paesi europei. Questo impegno
che non conosce soste per 365 giorni l’anno,
continuato per 24 ore al giorno, è ben rappresentato dal motto della Squadra Navale “Pro
Maris Securitate” che si staglia lungo il lato
Nord di questa affascinante struttura sita alle
porte di Roma.
Dalla Centrale Operativa viene mantenuto costantemente il
controllo di ogni attività che si svolga nel Mediterraneo (e non
solo), dai controlli antipirateria nel Corno d’Africa (a fianco due
artificieri di Comsubin controllano una nave sotto ispezione),
al soccorso ai migranti (nella pagina a fronte), alle attività antincendio estive gestite, nei momenti di crisi, dalla Protezione
Civile (foto in alto)
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