LA VALIGIA DELLE VACANZE
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LA VALIGIA DELLE VACANZE
LA VALIGIA DELLE VACANZE Aria pulita e tanto silenzio sui monti, clima salubre e stimolante in riva al mare. Il nostro Paese offre solo l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda le località; il piacevole problema è: meglio andare al mare o in montagna? Avendo la possibilità di scegliere, la villeggiatura in montagna è adatta ai bambini molto vivaci, che sono sempre in movimento e che tendenzialmente dormono poco. Il clima alpino o appenninico, l’aria rarefatta, le distese di verde e il fresco svolgono un effetto rilassante su questi bambini vivacissimi, la notte di solito riposano meglio anche per le temperature non troppo elevate e l’attività fisica, fatta di passeggiate e giochi all’aperto, ne stimola l’appetito. La località scelta non deve superare i 15002000 metri, specie se il vostro bimbo è particolarmente piccolo o ancora neonato; è consigliabile, inoltre, fare una tappa a metà salita, specie se questa è particolarmente brusca, e se il bambino è ancora neonato o lattante dargli in bocca il ciuccio per evitare fastidi alle orecchie. Inoltre, se il vostro bimbo soffre di asma allergico, a quote superiori i 2000 m, l’aria, che inizia a farsi più rarefatta, può peggiorarne la reattività bronchiale, favorendo l’insorgenza di crisi asmatiche, specie sotto sforzo. Le località marine, invece, sono più indicate ai bambini tranquilli, piuttosto pigri e che non hanno problemi col cibo, anzi. L’aria satura di iodio stimola l’attività della tiroide, rendendoli più attivi e energici. Il caldo e l’afa diminuiscono leggermente l’appetito, soprattutto di alimenti sostanziosi, a favore di frutta e verdura e tanti liquidi. Qualunque sia la meta scelta, l’aria buona sarà un toccasana per i nostri bimbi: il sole e la luce sono fondamentali per la produzione endogena di vitamina D, fondamentale per la crescita delle ossa e per i suoi effetti immuno-modulatori, migliorano molte patologie cutanee, stimolano la produzione di serotonina, che è un mediatore del buon umore, e aumentano i livelli di melatonina, responsabile del relax e di un miglior riposo notturno. Molta frutta e verdura di stagione, in particolare di color rosso e arancione come pomodori, carote, fragole, mirtilli, contengono sostanze (licopeni, caratenoidi, oltre alle vitamine A, C ed E) che riducono i radicali liberi, svolgono un’importante azione antiossidante e stimolano la produzione di melanina, la nostra naturale difesa nei confronti dei raggi solari. L’esposizione al sole, però, deve essere fatta con filtri solari adatti al proprio fenotipo, cioè con un fattore di protezione più alto per le pelli chiare e delicate come quelle dei bambini. Il fattore di protezione solare (SPF) è quel numero riportato sulle confezioni per il quale si può moltiplicare il tempo si esposizione al sole prima che possano emergere reazioni avverse o dannose alla pelle. Il fattore di protezione che leggiamo sulle confezioni si riferisce ai raggi UVB: essi sono responsabili dell’abbronzatura, ma anche degli eritemi e delle scottature e penetrano nell’epidermide, che è lo strato più superficiale della pelle. I raggi UVA arrivano invece in profondità fino al derma e sono responsabili dell’invecchiamento cutaneo, delle macchie e dei tumori della pelle. Un buon filtro solare dovrebbe riportare la doppia protezione, sia verso gli UVA che verso gli UVB, ma la legge europea permette alle ditte produttrici di indicare l’indice di protezione ai soli UVB e che la protezione verso gli UVA possa essere fino a un terzo di quella verso gli UVB. Infatti, quasi mai le confezioni riportano in modo separato i due indici di protezione, ma solo quello verso gli UVB; per questo motivo, una crema con una protezione inferiore al 30 non dovrebbe essere mai adoperata, perché ci proteggerà contro i raggi più dannosi al massimo solo 10 volte in più rispetto ad una esposizione senza filtro. Se si vogliono riassumere i requisiti generali che un buon filtro deve possedere, possiamo dire che deve avere un ampio spettro di azione contro i raggi UVA ed UVB e in commercio ci sono buoni prodotti, che utilizzando sostanze come il Biossido di Silicio (TiO2), sicuro anche nei bambini, schermano ma garantiscono una buona traspirazione della pelle che altrimenti sarebbe maggiormente soggetta agli eritemi; deve essere resistente all’acqua e alla sabbia ed essere fotostabile proprio perché utilizzato al sole; deve avere una buona tollerabilità per la pelle e le mucose quindi non contenere parabeni, siliconi, profumi e metalli pesanti, come il nichel, cause possibili di irritazioni e di allergie. Inoltre le confezioni dei prodotti solari aperte da oltre 6 mesi possono diminuire la loro azione fino al 30% e la garanzia di protezione nel grado indicato è rispettata solo se rinnoviamo il prodotto ogni due ore. Proprio per la caratteristica di essere filtri è necessario al termine dell’esposizione detergere la pelle dal solare e applicare un prodotto idratante che può contenere vitamina E, pantenolo, burro di Karitè. Ricordarsi che i bambini non dovrebbero essere esposti al sole nelle ore più calde e che il capo è bene che sia bagnato o coperto. Se siamo al mare, attenzione a: Puntiti e prurito. I bambini sudano molto, giocano nella sabbia, si grattano con la mani sporche e possono verificarsi delle infezioni cutanee, che possono richiedere un trattamento antibiotico locale o addirittura sistemico (per esempio l’impetiggine). Nell’attesa di vedere come evolve e/o di sentire un pediatra, tenere la cute ben pulita con un detergente a pH acido (come i corretti detergenti intimi) e usare spray o lozioni a base di ossido di zinco, che ha una modesta azione anti-settica ad ampio spettro. Per il prurito, utile avere con sé il Ribes nigrum macerato glicerico, un fitoterapico ad azione antistaminica, da dare in acqua tiepida per far evaporare la parte alcolica. Sotto i 2 anni: 10 gocce fino a 3 volte al giorno; tra 2 e 5 anni: 20 gocce fino a 3 volte; sopra i 5 anni: 30 gocce fino a 3 volte al giorno. Occhi rossi. Sole, acqua salata e mani sporche causano quelle frequenti irritazioni oculari che spesso colpiscono i nostri bimbi. Se l’occhio spurga, pulire l’occhio con salviette oculari monouso sterili (la pulizia si fa sempre dall’interno all’esterno); se l’occhio non spurga, si possono detergere più volte al giorno con colliri a base di camomilla, malva e euphrasia. L’uso di un collirio a base di antibiotico, specie se associato a cortisone, dovrebbe sempre richiedere una valutazione medica. Se si sospetta la presenza di un corpo estraneo, lavare l’occhio con abbondante acqua e rivolgersi a un pronto soccorso per escludere lesioni delle strutture interne. Puntura di medusa. Lavare con acqua fredda e usare sulla lesione spray o crema a base di sulfadiazina argentica. Alternativa fitoterapica è la crema a base di calendula, ad azione lenitiva. Colpo di calore: associazione di esposizione a temperatura eccessiva, aumento dell’umidità e assenza di ventilazione. La combinazione di questi elementi, talvolta peggiorata dalle lesioni da sole (ustioni), determina l’innalzamento della temperatura corporea oltre 40°C, accompagnata da senso di mancamento, nausea, vomito, mal di testa, pelle d’oca, respirazione frequente, crampi muscolari e alterazioni dello stato di coscienza. Nelle fasi iniziali, il colpo di calore si può risolvere portando la persona in un luogo fresco, facendola bere a piccoli sorsi e spesso, rinfrescandola con panni bagnati sulle tempie, inguine e polsi e mantenendole le gambe alzate rispetto al tronco. Se siamo in montagna, attenzione a: Punture di insetto. L’entità della reazione è molto variabile da bambino a bambino. Le comuni punture di zanzara non necessitano di particolari interventi, se non quando, a seguito del grattamento, si sovrainfettano e possono necessitare di terapia antibiotica o antibiotico più cortisone locale; in caso di uso di queste creme, l’esposizione al solo deve essere limitata. La prevenzione, sempre fondamentale, si basa sul prevenire l’esposizione alle zanzare evitando le ore e i luoghi più a rischio e indossando indumenti coprenti; spray o lozioni a base di citronella, geranio o rimedi omeopatici che modificano il pH della pelle, come il Ledum palustre, possono essere un valido aiuto. In caso di punture di api o vespe, la reazione può essere più intensa; la parte lesa va raffreddata con ghiaccio e l’uso di una pomata a base di corticosteroidi è necessario; la calendula in crema è utile come lenitivo. Se il bambino è allergico, va rapidamente condotto in Pronto Soccorso. Morso di vipera. Il suo morso è generalmente caratterizzato da due piccoli forellini distanziati circa 1 cm e nelle vicinanze talvolta si possono anche notare le impronte degli altri denti mascellari. Il veleno iniettato non è generalmente molto pericoloso per un uomo adulto, anche se dipende dalla quantità di veleno che c’era nelle ghiandole dell’animale, dal peso della vittima e dalla sede corporea (testa, collo e torace sono maggiormente pericolose); particolarmente grave è il morso nei bambini sotto i 6-8 anni. Sintomi: dolore intenso in sede di morsicatura, gonfiore, emorragie sottocutanee a chiazze, crampi muscolari; dopo circa 30-60 minuti possono manifestarsi vertigini, ipotermia, cefalea, vomito, diarrea, fino, nei casi estremi, shock, insufficienza respiratoria, perdita di coscienza e coma. Cosa fare: mantenere la calma e allertare i soccorsi! Quindi, far sdraiare la persona tenendola immobile al fine di impedire la diffusione del veleno, che avviene principalmente per via linfatica e non ematogena; spremere la ferita far uscire più veleno possibile, lavarla con acqua ossigenata (o con acqua soltanto) e coprirla con una garza sterile o un panno pulito; esistono in commercio delle apposite coppette ispiratrici. Se la parte colpita è un arto, applicare un laccio, una benda stretta o una cintura a monte del morso, circa 5 cm più in alto, assicurandosi che il polso a valle sia apprezzabile; steccare o immobilizzare l’arto, tenendolo più in basso dell’altezza del cuore. Se la parte colpita è tronco, collo o testa, applicare una cerotto adesivo in modo che comprima il più possibile la parte lesa. Cosa non fare: non fare muovere la vittima; non tenere alzato l’arto; non incidere la ferita né tentare di succhiare il veleno con la bocca (il veleno passerebbe velocemente nel circolo sanguigno tramite le mucose); non disinfettare con soluzioni alcoliche, in quanto il veleno formerebbe composti tossici; non iniettare il siero anti-vipera (tra l’altro non più in commercio per l’alto rischio di shock anafilattico). Fondamentale in montagna è la prevenzione: per non incappare in spiacevoli avventure, bisogna sapere che le vipere vivono tra le pietre, tra i sassi o nelle radure con erba alta; scappano appena percepiscono vibrazioni del terreno, per cui è utile picchiare a terra con dei bastoni mentre si cammina e evitare di smuovere sassi; inoltre, sempre camminare con scarponi alti e calzettoni. Qualunque sia la vostra meta, mettete sempre in valigia o controllate di sapere: Tachipirina: in caso di febbre e/o dolore Fermenti lattici: utili in caso di problemi gastro-intestinali; da assumere sempre a stomaco vuoto; è importante rinforzare la flora intestinale al primo segnale di qualcosa che non va, come nausea, scarso appetito, vomito, alterazione dell’alvo, perché le forme virali del tratto gastrointestinale partono dall’alto e poi arrivano all’intestino. Soluzioni reidratanti orali: in caso di numerosi episodi di vomito in poco tempo, scioglietene una bustina in acqua fredda da frigorifero, da dare a piccoli sorsi (col cucchiaino o con una siringa) ogni 3-5 minuti per evitare la disidratazione; inoltre il liquido freddo blocca il vomito Calendario pollinico: ogni sito di provincia ha un proprio calendario con le diverse diffusioni dei principali allergeni inalanti suddiviso per i mesi dell’anno; talvolta è possibile trovarlo anche specifico per città. Ribes nigrum macerato glicerico: antistaminico naturale Cerotti, garze, disinfettante Cicche o caramelle a base di zenzero o ginger: in caso di mal d’auto, di mare o d’aereo; è utile inoltre tenere ben areato l’ambiente, intraprendere il viaggio a stomaco vuoto e dare da succhiare un ghiacciolo. Numero del Centro Anti-veleni Niguarda: 02.66101029 Conservazione dei farmaci: i foglietti illustrativi indicano la modalità di corretta conservazione; in ogni caso, regola generale è mantenere il medicinale in un luogo fresco e asciutto, ad una temperatura mai superiore ai 25°C. Buone vacanze a tutti… Paola, Italo e Daniele