Passerella un`attrice sulla
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Passerella un`attrice sulla
DP / cOVerstOrY un’attrice sulla Passerella Photos by Pino Leone 24 DPMAG.IT DP / cOVerstOrY Ha mosso i suoi primi passi nel mondo della moda ora per Sveva Alviti è arrivato il momento di indossare i panni dell’attrice: dal 22 maggio sarà Gilda, protagonista del film di Mirka Viola A curA di dArio MorciAno Presto la vedremo sul grande schermo protagonista in Cam Girl, il nuovo film di Mirka Viola. A soli 28 anni, la romana Sveva Alviti è pronta a puntare i riflettori della sua carriera davanti alle telecamere per conquistare il pubblico come attrice dopo una fortunata esperienza come modella. Volata a New York giovanissima – all’età di 17 anni, infatti, Sveva si è ritrovata catapultata sulle passerelle dei più importanti stilisti del mondo, dividendosi tra set fotografici, sfilate e collezioni di ogni tipo – oggi i panni da modella sembrano starle un po’ stretti ed è per questo che dopo aver avviato con la sorella una personale collezione di abiti vintage (Sis New York), ha deciso di dedicarsi al cinema e alla recitazione per “riempire”, come lei stessa ci ha confidato, la sua vita lavorativa e non solo. Allora eccola Sveva Alviti, travolgente, simpatica e di una bellezza mozzafiato. Dp mag l’ha intervistata per voi, scoprendo passato, presente e soprattutto futuro di uno dei volti più promettenti del cinema italiano. Prima di iniziare ti chiedo di consigliare una canzone ai lettori da ascoltare mentre leggeranno questa 25 DPMAG.IT DP / cOVerstOrY «Il mIo colore preferIto per l’IntImo è Il nero, sono molto classIca» intervista? Magic dei Coldplay. Ok. Partiamo dal presente. Il 22 maggio esce “Cam Girl”, il film che ti vede protagonista sul grande schermo diretta da Mirka Viola. Che esperienza è stata? È la mia prima esperienza da protagonista su un set importante. Il mio è un ruolo a cui tengo molto e a cui ci sono affezionata molto dal punto di vista umano. Il film parla della storia di quattro ragazze che aprono una factory on line e iniziano questo… diciamo “lavoro”, prostituendosi on line. Il film è proprio un film denuncia sulla prostituzione in rete che è molto attuale anche in Italia. Ci racconti Gilda, il tuo personaggio nel film? Il mio personaggio è un pochino diverso dalle altre. Inizio questo percorso perché guadagno molto poco, quindi per un fatto prettamente economico. Anche se in realtà lo faccio per amore, infatti intraprendo questa scelta per aiutare il mio ragazzo che è in difficoltà economiche. Se dovessero andarti male le cose nella realtà, scenderesti mai a dei compromessi simili? Assolutamente mai. Preferirei fare qualsiasi altra cosa, ma questo mai. Condividendo il set con altre 3 ragazze ha scaturito la “classica” invidia femminile? In realtà siamo state molto affiatate. Ad esempio con Alessia Piovan, che già conoscevo a New York, ci siamo ritrovate sul set e sono stata felicissima di lavorarci insieme. Anche Antonia Liskova che è quella con più esperienza mi ha accolto con entusiasmo. Ma poi il merito è tutto di Mirka Viola (la regista, ndi) che ha una forza davvero ammirevole, nel senso che è una molto in gamba. Quindi non c’è stata per niente competizione, ma ci siamo tutte aiutate e abbiamo dato il massimo che potevamo. Cam-girl non è il tuo primo ciak, in questa tua seppur breve avventura hai già diverse esperienze da attrice alle spalle. Qual è il set che ricordi sempre con piacere? In realtà mi sono cimentata all’inizio con il teatro, a New York prima e poi a Milano con Virginia Von Zu Furstemberg per uno spettacolo che è diventato anche un cortometraggio che si intitola Borderline. E quindi direi che il set che mi ha travolto di più dal punto di vista umano e di recitazione è proprio questo. Per il futuro, che genere di film ti piacerebbe fare? In realtà mi piace un pochino tutto e penso che un’attrice per essere completa deve essere eclettica. Però credo molto nei film che possono essere strumento di attualità e che attraverso dei personaggi si possono raccontare delle storie di donne. E da chi vorresti essere diretta? Matteo Garrone e Paolo Sorrentino mi piacciono tantissimo. Chi sono i tuoi modelli di riferimento? Monica Vitti e Charlotte Gainsbourg che abbiamo ammirato ultimamente in Nymphomaniac. Neppure 30enne e sei già alla tua seconda vita arti- 26 DPMAG.IT DP / cOVerstOrY 27 DPMAG.IT DP / cOVerstOrY 28 DPMAG.IT DP / cOVerstOrY «come attrIce devo ancora fare tanto. come modella mI sono tolta le mIe soddIsfazIonI» stica. Soddisfatta per aver scelto la recitazione alla moda? In realtà la moda fa sempre parte della mia vita perché ho una linea di vestiti che ho lanciato in America e sta andando molto bene. Sono cresciuta con la moda ed è e sarà sempre parte della mia vita. Per quanto riguarda la recitazione, invece, sono molto felice di aver intrapreso questa carriera perché con i personaggi che ho interpretato e lo strumento della recitazione in sé, sto crescendo anche come donna. Devo dire che sono molto felice e soddisfatta, mi riempie. Con questa affermazione hai anticipato la mia prossima domanda. In una tua recente intervista hai infatti dichiarato proprio che “Amo la moda, ma recitare mi riempie”. Mi spieghi questa affermazione? Nel senso che la recitazione mi dà la possibilità di vivere vite diverse interpretando personaggi che sono lontani da me e credo che sia una grade fortuna. È uno strumento per poter parlare e far 29 DPMAG.IT DP / cOVerstOrY parlare attraverso di te un sacco di vite e in questo senso mi riempie. Ogni personaggio che ho interpretato mi ha lasciato qualcosa. Alla luce di quello che mi ha detto sinora, dai un voto a Sveva modella e uno a Sveva attrice. Come attrice devo ancora fare tanto (sorride, ndi) quindi non riesco a darmi un voto. Come modella mi sono tolta le mie soddisfazioni e ho avuto un riscontro internazionale, quindi mi posso ritenere soddisfatta. Anche se ormai sei concentrata sulla recitazione, mi dicevi che il mondo della moda non l’hai abbandonato del tutto. Se non sbaglio hai anche intrapreso un progetto con tua sorella che è anche la figura che ti ha lanciato verso questa carriera, ce ne vuoi parlare? Esatto, è stata lei che ha compilato i dati per un concorso a New York per uno stylist internazionale. Devo molto a lei e oggi diciamo che ci siamo scambiati i favori (ride, ndi). Come hai vissuto l’essere stata catapultata giovanissima in una metropoli come New York? All’inizio non è stato facile perché una città come New York è molto difficile, nel senso che è una città molto individualista e frenetica che lascia poco spazio al dire “faccio esperienza”. Cioè, o sei qualcosa o ti bruci molto velocemente e quindi sono dovuta crescere molto rapidamente. È stato traumatizzante all’inizio, non te lo nego. Ti confesso che secondo me ancora oggi è difficile se uno decide di andare lì senza avere fatto molta esperienza. È una città molto complicata e difficile sotto molti di vista soprattutto se uno ci va a 17 anni come ho fatto io. Quindi è stata un’esperienza che mi ha dato tantissimo perché mi ha permesso di conoscere tante persone, lavorare molto presto, di aver girato il mondo. Dal punto di vista umano, però, ho avuto degli scompensi anche molto forti perché a volte mi sono trovata da sola e non è stato proprio semplice. Cosa ti mancava di più dell’Italia quando eri a New York? Può sembrare scontato ma è così: la famiglia e gli amici. Anche se avevo già viaggiato in precedenza, ma non mi ero mai trasferita dall’altra parte del mondo soprattutto senza saper parlare l’inglese bene. All’inizio ho avuto delle difficoltà a inserirmi. Le amicizie le ho fatte, ma quelle vere alle fine sono state poche. Mi è mancata molto anche la nostra cultura, come siamo fatti in Italia e come viviamo la vita. E ora che sei tornata in Italia cosa invece ti manca dell’America? In realtà non sono tornata definitivamente in Italia. Sono continuamente divisa tra l’America e qui. Sarà per sempre così credo perché la mia azienda è a Miami. Sono in Italia da tre settimane, ma presto tornerò lì per seguire la mia factory. Qual è la parola inglese più strana che hai imparato? Ehhhh, o mio Dio… in questo momento non mi viene in mente niente. In realtà non è una lingua così complicata. Mi sono relazionata a lingue più complesse come quelle orientali o il tedesco. Per l’inglese non ho una parola in particolare da dire. Ritornando alla tua prima grande passione, la moda. Qual è lo stilista con cui ti sei trovata meglio? Sarò stata fortunata, ma posso dire che mi sono trovata bene un po’ con tutti. Se uno stilista ti sceglie è perché si è “innamorato” di te dal punto di vista sia estetico che per quello che rappresenti per lui per la sua collezione e i suoi abiti. Quindi c’è sempre una complicità con gli stilisti e mi sono trovata bene sempre con tutti. 30 DPMAG.IT DP / cOVerstOrY «penso che un’attrIce per essere completa deve essere eclettIca. fareI volentIerI un fIlm con Garrone o sorrentIno» 31 DPMAG.IT DP / cOVerstOrY «nel mIo armadIo non devono maI mancare deGlI accessorI vIntaGe, rendono un look sempre prezIoso e specIale» Ricordi il capo d’abbigliamento più strano che hai indossato? Aiuto… ricordo un paio di scarpe che fece Dior un paio di anni fa che veramente sembrava di stare sulla Luna per quanto era impossibile camminarci. Erano, diciamo, un po’ aliene. Nonostante tu sia una modella ci sarà stata una volta in cui hai sbagliato look? Assolutamente sì. Alla festa di Marc Jacobs a New York durante la Fashion Week ricordo che indossai un abito lungo mentre era una festa super rock. Marc Jacobs, infatti, è uno totalmente all’avanguardia e io ero troppo “totalmente” vestita e in contrasto con la festa, troppo classica. Così ho fatto un nodo al vestito per essere il linea con il mood della serata (ride di gusto, ndi), altrimenti sarei stata proprio un’estranea. Per cosa spendi più soldi nel campo della moda? Questa è una bella domanda… Per cosa spendo più soldi? Credo per gli occhiali. Cosa non deve mai mancare nel tuo armadio? Degli accessori vintage che rendono un look sempre prezioso e speciale. E qual è l’accessorio a cui non rinunceresti mai? Gli orecchini. Se svuoti ora le tasche cosa ci trovo? Un chewing gum incartato (ride, ndi) e qualche monetina. Cerchiamo di conoscere meglio Sveva Alviti come donna. Quali sono le tue passioni e i tuoi hobby nel tempo libero? Amo molto il cinema e guardo spesso film di ogni genere. Più sono complicati più mi piacciono. Adoro il tennis perché ho giocato a livello professionale sino a 17 anni e poi mi piacciono molto anche gli animali. Se ti dico la parola amore cosa mi rispondi? Tanta pazienza, ma anche tanta tanta fortuna e tanta gioia (ride, ndi). Qual è la differenza più grande tra gli uo32 DPMAG.IT DP / cOVerstOrY mini italiani e quelli americani? Preferisco quelli italiani per una questione di cultura. Mi trovo molto più vicina a loro anche per il modo di impostare un rapporto. Il corteggiatore più strano che hai incontrato? Qualche corteggiatore che ti approccia su Facebook con modi bizzarri. Nel film in uscita il 22 fai la cam-girl per aiutare il tuo fidanzato dai problemi finanziari. Ma nella realtà qual è la pazzia più grande che hai fatto per un uomo? Non è una pazzia, ma magari fa ridere: tipo chiamarlo dall’aereo oppure prendere un volo per fargli una sorpresa. Il tuo uomo ideale? L’uomo deve essere uomo dal punto di vista fisico. Forse non deve avere muscoli, a me non piacciono molto quelli muscolosi. Scrivendo il tuo nome e cognome su Google tra i risultati: il tuo blog, i tuoi profili social (Facebook, Twitter), ma non una tua pagina Wikipedia. Come mai? Non ci ho mai pensato. Credo che presto arriverà… (ride, ndi). Curi tu i tuoi profili social? Sì, io insieme a una persona che mi cura l’immagine quando non ho tempo, ma solo per tenere una continuità con i fan. Modella, attrice e poi… Cosa riserva ancora la tua carriera? Imprenditrice. Ho iniziato questa avventura con mia sorella e sono felice che stia andando molto bene in America. Il sogno è quello di riuscire a catalizzare nel nostro business i gusti di quanta più gente possibile. Farlo online, poi, è un ulteriore sfida. La parolaccia che dici più spesso? In inglese, fuck you. Il tuo sogno ricorrente? Ma sogno? È questa la domanda… (ride, ndi). Hai tatuaggi o piercing? Sì, ho quattro tatuaggi. Il colore preferito per l’intimo? Un bel nero, sono molto classica. Cosa indossi per andare a dormire? Dipende con chi vado a dormire. (ride di gusto, ndi). Indosso di tutto. La tua paura più grande? Legarmi a delle cose in cui credo e poi rendermi conto che non sono così come credevo. Il poster che avevi in camera da piccola? Me lo ricordo bene, quello dei Take That. Ricordi la tua ultima notte pazza? Una di quelle newyorkesi folli dove non dormivi magari per due giorni e poi andavo a fare direttamente le sfilate. Per il tuo lavoro hai viaggiato tanto credo, ma qual è il luogo dove vorresti trascorrere il tuo ultimo mese di vita? Alle San Blas Lodge, queste isole vicino Panama nel Mar dei Caraibi. Un paradiso terrestre. Chi porteresti con te? La mia famiglia, il mio fidanzato e tanti libri. Vorrei leggere di tutto e saperne più possibile di tutto e tutti (ride, ndi). Parliamo del tuo rapporto con Roma. Da romana, come vivi la città? La mia fortuna sotto qualche punto di vista è stato proprio quella di andarmene, perché quando torno oltre a viverla da local, come una persona che ci è nata, sono anche abituata a vivermi Roma da turista. Vado a vedere le mostre, giro tanto perché questa città ti offre tantissimo. Vado per piazzette, cammino a perdermi e ogni tanto mi perdo ancora. È una città tutta da scoprire. In quale luogo di Roma ti piacerebbe sfilare magari con una tua collezione? Dico una cosa da megalomane (ride, ndi). Dico il Colosseo. Come vorresti essere ricordata in futuro? Come una gran donna, molto forte, che ha fatto del bene e delle scelte di vita che verranno ricordate dicendo “wow, lei sì che era diversa!”. 33 DPMAG.IT