LA POESIA DEL FUTURO PER GLI ALLIEVI DI OGGI E DI DOMANI

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LA POESIA DEL FUTURO PER GLI ALLIEVI DI OGGI E DI DOMANI
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Haiku Poesia del Futuro - Seconda Conferenza Italiana Haiku
domenica 28 giugno 2009, Circolo dei Lettori, Torino - Italy
LA POESIA DEL FUTURO
PER GLI ALLIEVI DI OGGI E DI DOMANI:
“CANTARE L’ESSENZA”
di Loredana Garnero
Insegno nella scuola media da alcuni decenni, e da circa 20 anni mi occupo di Disturbi Specifici
dell’Apprendimento. Negli ultimi anni, tuttavia, come i miei colleghi, sto assistendo ad un
graduale, ma rapido cambiamento nei miei alunni, tale da farmi sorgere il sospetto che le cosiddette
“nuove disabilità”, di cui tanto si parla oggi, altro non siano che la punta dell’iceberg di un numero
molto più grande di “difficoltà”, sempre più diffuse tra tutti i nostri allievi, che mi hanno portato a
ipotizzare un vero e proprio cambiamento generazionale nei “bambini nuovi”, verso modalità di
conoscere e quindi di apprendere completamente diverse da quelle a cui noi anziani insegnanti
siamo abituati ad assistere.
In generale, i ragazzi moderni fanno un uso sempre più ridotto del linguaggio verbale, forse perché
sottoposti ad un aumento nel numero e nella velocità degli stimoli che provengono loro dall’esterno,
in una fase evolutiva in cui l’emozione prevale su tutte le altre componenti della comunicazione, o
forse a causa della loro velocità di ricezione e di scambio nella comunicazione, per cui il linguaggio
verbale si rivela sempre meno adatto.
Le reazioni degli insegnanti a questi cambiamenti generazionali sono diverse, ma sostanzialmente,
credo, dirette verso due opposte risposte:
da un lato, dopo anni di frustrazione nell’insegnamento classico delle attività scolastiche di base, nel
tentativo di venire incontro e porre rimedio alla crescente noia e demotivazione dei bambini, si
cerca di sostituire sempre più la didattica vera e propria con attività creative diverse, dal teatro, alla
danza, alla musica, al bricolage…col rischio, secondo me, di sprecare preziose opportunità di
educare e incanalare le energie delle nuove generazioni verso realizzazioni artistiche autonome e
comunque inerenti anche alle lettere, cioè alla parola, orale e scritta;
dall’altro lato assistiamo a reazioni opposte, di accanimento pervicace in attività destinate ad
arricchire un lessico che, sempre più spesso, ahimè, finisce per assumere un’identità autonoma, a
volte anche forbita e sofisticata, ma sempre più spesso lontana dalla vita reale.
I nuovi allievi sono sempre più pigri nell’uso del linguaggio verbale, ma sempre più bisognosi di
esprimere le loro emozioni e i loro sentimenti.
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Forse sono sempre più anarchici e refrattari alle regole in genere, ma assetati di guide e di
contenitori che restituiscano loro quella sicurezza che nella società non trovano più così facilmente,
né a casa né a scuola.
Il componimento Haiku contiene in sé gli ingredienti per soddisfare tutte queste esigenze: è breve,
ma rigorosamente contenuto in regole e dimensioni ben definite; è concreto, quindi accessibile
proprio a tutti; circoscritto nel tempo e nello spazio, perciò rassicurante; ma soprattutto è essenziale.
Credo sia questo il motivo del grande successo che di solito ottiene questa forma di espressione, pur
sempre verbale, ma sintetica ed efficace, tra i ragazzi più giovani, soprattutto tra quelli che, a
scuola, hanno maggiori problemi col linguaggio in generale.
Da un paio d’anni mi sono avvicinata all’attività di Pietro nella scuola
e ho sperimentato, sotto la sua guida, l’inserimento della pratica haiku nella didattica quotidiana.
Quest’anno ho condotto 4 laboratori con gruppi diversi di ragazzi, oltre all’ora settimanale di haiku
nella mia classe terza.
In tutti i gruppi ho raccolto grandi soddisfazioni, ma soprattutto un affezione e un entusiasmo ormai
sempre più rari sui banchi di scuola tra i nostri allievi.
E’ affascinante vedere con quanta facilità circoli complicità fra di loro, quanto sinceramente si
stupiscano, ogni volta, della magia che si crea, quando, col lavoro collettivo, l’immagine di uno,
rielaborata dagli altri e contenuta e guidata dall’insegnante, prende forma nel suo aspetto finale.
La successione, nei tre versi, di 5, 7, 5 sillabe, diventa man mano sempre più famigliare, fino a non
doverle neanche più contare, perché basta seguire il ritmo, che sostiene e avvolge tutti in uno
scambio semplice ma profondo di esperienze e di emozioni che tutti proviamo, ogni giorno, ma che
non sembrano degne di attenzione, almeno fino a quando non si trasformano in Piccole Esplosioni
di Luce…
Il viatico che i miei allievi portano con sè dal laboratorio haiku è l’invito a guardare il mondo con
occhi più attenti, per lasciarsi incantare dalle cose più semplici, che spesso passano inosservate,
annegate nella noia della routine quotidiana, catturarle, farle diventare proprie, farle passare
attraverso il proprio modo di sentire, le proprie emozioni, che imparano ad ascoltare, a cogliere e ad
esprimere, nel piacere comune di scriverle, ma anche di leggerle agli altri, dando voce ad un’ intima
esigenza di comunicare e scambiarsi la preziosa scoperta che ognuno di loro è sempre e veramente
in grado di raggiungere e toccare la profondità dell’animo umano, per cantarne, appunto, l’essenza.
Cascina Macondo - Haiku Poesia del Futuro - Seconda Conferenza Italiana Haiku
domenica 28 giugno 2009, Circolo dei Lettori, Torino - Italy
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