“HAIKU” il fiore della poesia giapponese
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“HAIKU” il fiore della poesia giapponese
“HAIKU” il fiore della poesia giapponese una produzione Il cercalibro 2009 Senza una ragione, nella notte d’inverno, ascolto il mio vicino nan to naku fuyuyo tonari wo kikarekeri Takarai Kikaku (1661-1707) Uno spazio: la casa dell’autore; un momento: la notte d’inverno; un gesto: il vociare del vicino. Ed è poesia, aulica lirica, canto dolcissimo di un’azione fissata per sempre nell’infinito scorrere del tempo a divenire eternità, immagine rubata al quotidiano vivere. Non c’è nulla – i campi e le montagne rubati dalla neve no mo yama mo yuki ni torarete nani mo nashi Naito Joso (1662-1704) L’istantanea di un paesaggio invernale, montagne e campi coperti da una nevicata: e tutto scompare, divenendo un solo bianco manto di ghiaccio. Magia sconfinata di una natura incantatrice, artista estrosa ed eclettica di luci e colori. Una lirica dall’altissimo impatto poetico, visivo, emozionale. Fior di ciliegio sparsi si posano sull’acqua della risaia nawashiro no mizu ni chiriuku sakura kana Morikawa Kyoroku (1656-1715) L’incanto del ruotare ciclico della natura, in tutte le sue fasi, le sue sfumature, il cadenzare lento dei suoi ritmi, pieni di quella ricchezza infinita che è la semplicità più spontanea e genuina. Fiori di ciliegio sparsi si posano sull’acqua della risaia ed è poesia reale, canto di vita, delicatezza, immagine, carezza dell’anima, brezza fresca per il cuore, culla dei sensi. Versi di un’armonia dalla spettacolarità disarmante. Queste ed altre, le meravigliose liriche contenute nella Raccolta “Haiku – il fiore della poesia giapponese da Basho all’Ottocento”. Un Testo di Autori Vari dalla delicatezza avvolgente, tenera, fabulatrice, tipica del fior fiore del genere poetico nipponico, che ha dettato scuola con la semplicità dei suoi versi e la forza sensibilissima delle sue strofe. Capace di toccare le corde più nascoste del cuore di ognuno, di incantare con quei suoi tre versi stampati a piena pagina, tre versi senza alcun titolo (come vuole la tipologia) ma pieni di una vita inimmaginabile, è con la sua semplicità che cattura, il suo essere estraneo a fronzoli e pesanti orpelli che coinvolge, e fa sognare ad occhi aperti anche il lettore più arido, riportandolo con la potenza delle sue immagini nude di ogni artificio ad una dimensione totalmente aulica,eterea, sospesa fra il sogno e la realtà, in un’atmosfera ovattata composta di quei suoni tipicamente orientali che la fretta e la superficialità del vivere quotidiano occidentale non potrà mai coglierne pura l’essenza: il fruscio dell’erba, un raggio di sole a specchiarsi nelle gocce di rugiada fresca del mattino, l’ondeggiare delle canne mosse dal vento, il gracidare delle rane, i pesanti veli degli abiti antichi delle donne, i campanelli alle finestre. Magia che per essere raccontata non ha bisogno d’altro che di tre semplici versi, perché la vera poesia si esprime con la capacità di osservare il mondo con l’innocenza degli occhi di un bambino, riuscendo a stupirsi della sua immensità, nella contemplazione delle piccole cose. “Ogni cosa piccola è bella” scriveva Shonagon ed è di questa teoria che l’haiku si nutre. Lo haiku, la più piccola forma di poesia esistente, scandito in tre versi 5-7-5 sillabe, che affonda le sue radici nel passato lontano della cultura nipponica: originariamente prima strofa, detta hokku, di un componimento più lungo, che acquistando un’importanza sempre crescente ha finito con l’essere riconosciuto come un genere pienamente indipendente, ribattezzato “haiku” nell’Ottocento da Masaoka Shiki. Trovando il suo più grande rappresentante nella figura del maestro Basho (1644-1694) e in quanti sono venuti dopo di lui, riuscendo a cogliere con gli haiku il respiro del mondo proiettandolo in una dimensione senza oggetto e senza tempo, contro uno sfondo naturale mai descritto, ma sempre e solo suggerito. Una poesia unica, difficile se non impossibile da classificare per la sua purissima bellezza e la sua autenticità, che raccolta in una Antologia di tale immediata fattura e preziosità, rappresenta un piccolo gioiello, un tesoro, ma non d’oro colato e finemente lavorato da mani esperte d’orafo, bensì una piccola pietra di naturale valore e di spontanea intensità, piena di un’energia così abbagliante da disarmare completamente l’animo e il cuore.