RASSEGNA RAGIONATA DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI
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RASSEGNA RAGIONATA DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI
Dipartimento di Scienze giuridiche CERADI – Centro di ricerca per il diritto d’impresa RASSEGNA RAGIONATA DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI INTERNAZIONALI SULL’ATTUALE CRISI FINANZIARIA Maria Vittoria Andreotti Dicembre 2008 © Luiss Guido Carli. La riproduzione è autorizzata con indicazione della fonte o come altrimenti specificato. Qualora sia richiesta un’autorizzazione preliminare per la riproduzione o l’impiego di informazioni testuali e multimediali, tale autorizzazione annulla e sostituisce quella generale di cui sopra, indicando esplicitamente ogni altra restrizione Come arrivare dalla facile concessione di un mutuo all’attuale crisi che investe l’economia reale, non solo americana. Occorre prendere le mosse dall’esame delle cause che hanno portato alla situazione odierna e soffermandosi sui tempi che precedono il cash flow, emerge il dato secondo il quale la politica monetaria, in particolare quella americana, aveva portato nel 2001 i tassi d’interesse a livelli storicamente molto bassi, senza la politica monetaria di Alan Greenspan1 la crisi probabilmente non ci sarebbe mai stata2. 1 Alan Greenspan was chairman of the Federal Reserve, and one of the most powerful financial men in America, from 1987 until his retirement in 2006. Greenspan had a brief fling as a professional jazz saxophonist before attending New York University and then becoming head of an economics consulting firm, Townsend-Greenspan & Co., in New York in 1954. By the 1970s he was advising presidents Richard Nixon and Gerald Ford, and in 1987 he was named Chairman of the Board of Governors for the Federal Reserve System. Greenspan held the post under presidents Ronald Reagan, George Bush the elder, Bill Clinton and George W. Bush. As chairman, Greenspan was largely responsible for directing U.S. national monetary policy; he is often credited with keeping inflation at historically low levels, and is sometimes criticized for the boom-and-bust nature of the economy in the so-called "dot-com" era of the 1990s. He stepped down from the post on 31 January 2006, and was succeeded by former Princeton econonomics department chair Ben Bernanke. Greenspan's memoir, The Age of Turbulence: Adventures in a New World, was published in 2007. In: http://www.answers.com/topic/alan-greenspan 2http://www.econ-pol.unisi.it/tonveronachi/La%20Voce%20-%20Subprime.pdf La politica adottata da Greenspan ha mantenuto per almeno due anni i tassi d’interesse significativamente al di sotto del loro livello di equilibrio, tassi d’interesse per lungo tempo così bassi sugli strumenti tradizionali di investimento, spesso negativi in termini reali, ed eccesso di liquidità, invogliano i prestatori di fondi a prendere maggiori rischi per ottenere rendimenti più alti3. A ben vedere è quello che puntualmente è accaduto: l’anticipo per l’acquisto di un immobile, che fino al 1982 era stato del 20% fu progressivamente ridotto fino al 5% nel 2002. Si è poi passati all’introduzione del sistema dei mutui “solo interessi” dove l’acquirente beneficia di un primo periodo iniziale “di grazia” durante il quale paga solo gli interessi e non 3 L’eredità di Greenspan,Tito Boeri e http://www.lavoce.info/articoli/pagina2873.html Luigi Guiso, 21.08.2007 anche il capitale, di solito quando scatta la prima rata sul capitale cominciano i rischi di insolvenza, ciò perché la rata da rimborsare aumenta. Fino al 2001 furono meno del 4% gli americani che fecero ricorso a tale forma di finanziamento facile, mentre, nella prima metà del 2006, il 39% di tutti i mutui rientrava in quest’ultima categoria. Nel 2000 solo il 15% dei mutui subprime4 erano stipulati senza documentazione sul reddito, sull’occupazione e su altri dati del mutuante. Nel 2006 una percentuale tra il 45% e il 50% comprendevano tale dei contratti subprime non documentazione e molti mutuanti hanno vantato un reddito superiore del 50% a quello reale. Dunque, in un arco temporale breve, tre quattro anni, si è passati dai mutui coperti da garanzie reali e relativamente certi nel rimborso a 4 Il principale protagonista dell’attuale crisi dei mercati internazionali è il subprime loan. Il subprime, o B-paper, near paper o second chance, è quel prestito che viene concesso ad un soggetto che non può accedere a tassi d’interesse di mercato poiché si registrano pregressi nella sua storia di debitore. I prestiti subprime si rivelano rischiosi sia per i creditori che per i debitori, vista la pericolosa combinazione degli alti tassi d’interesse, la cattiva storia creditizia e le situazioni finanziarie poco chiare associate a coloro che hanno accesso a questo tipo di credito. Si intuisce facilmente che ai primi segnali di difficoltà del mercato immobiliare, tali debitori non sono stati in grado di restituire le rate. Negli ultimi dieci anni, grazie anche all’andamento favorevole sia dei tassi di interesse che del mercato immobiliare, i mutui subprime si sono incrementati passando da una piccola nicchia di prestiti per la casa, ad una fetta di mercato di più di 200 miliardi di dollari all’anno, rappresentando così circa il 25% del totale del segmento di riferimento del mercato dei mutui residenziali delle famiglie. “mutui spazzatura”, i subprime, concessi anche in casi di alto rischio di insolvenza. Proprio in tale periodo molti americano avevano stipulato mutui a tasso variabile per l’acquisto dell’abitazione, sicuramente motivati dalla circostanza che la casa è un bene durevole e soprattutto un bene soggetto a rivalutazione, domani avrà più valore di oggi, perché oggi ha più valore di ieri. A questa situazione “favorevole” dei tassi di interesse deve aggiungersi la procedura di cartolarizzazione dei mutui attuata dagli istituti di credito. Concretamente accade, anzi, è accaduto, che una banca, allo scopo di raccogliere fondi o anche solo per profitto, concede un mutuo ad un numero notevole di clienti portatori di rischiosità differenti, immediatamente dopo si rivolge ad un’altra Banca (ad esempio presso la Lehman Brothers) chiedendo un prestito e garantendolo mediante il futuro flusso di entrate atteso dalle rate dei precedentemente ai propri clienti. mutui concessi Tale doppia operazione concretizza una forma di asset-backed securization5 (Abs), nella sua particolare forma di mortgage-backed security6 (Mbs) che vede asset illiquidi (i mutui) trasformarsi in liquidità immediata per la banca, tale liquidità viene a sua volta utilizzata per finanziare investimenti alle imprese o per concedere nuovi crediti alle famiglie. A questo punto ci si chiede come la seconda banca, quella che genera il prestito garantito da “entrate sperate”, riesca a tutelarsi, ovviamente nel caso in cui le condizioni dovessero realizzarsi, cioè se le entrate non saranno solo sperate, ma realizzate, la seconda Banca non avrebbe problemi a prestare denaro alla prima. Tuttavia, nella realizzazione pratica di tali accordi, nell’intermediazione tra le due banche, interviene un terzo soggetto, normalmente una agenzia assicurativa, il cui ruolo è fondamentale, in quanto questa garantisce la bontà, l’attendibilità, del 5 Il procedimento di creazione di un ABS – noto anche come securitisation - è l’atto con cui una società scorpora dal suo bilancio una serie di crediti, li “impacchetta” adeguatamente e li cede sul mercato, assieme ai flussi finanziari che essi generano, per il tramite della SPV con l’obbiettivo di generare liquidità. La particolarità che distingue le ABS dai comuni bond risiede nella stretta correlazione esistente tra pagamento cedole/rimborso delle obbligazioni a scadenza con le somme incassate dai crediti ceduti (sia interessi, sia rimborso del credito a scadenza). In: http://www.borsaitaliana.it/documenti/rubriche/sottolalente/assetbackedsecuriti es.htlm 6 In questo caso il prestito viene garantito con il flusso futuro atteso dalle rate dei mutui. credito sottostante al titolo. In altre parole, grazie alla garanzia che quest’agenzia fornisce, si viene a creare un mercato per tali titoli. Senza l’assicurazione sarebbe molto più difficile per la Banca acquistare il titolo, anzi il processo di Abs non verrebbe proprio attivato fin dall’inizio. Ciò perché tali processi, abitualmente, non vengono gestiti dalle banche, ma da entità speciali alla stessa collegate, si tratta delle special purpose vehicle (Spv)7, che costituiscono la prima banca che compra il titolo in cui i mutui sono sintetizzati, permettendo così alla banca principale (l’originator) di rimuovere tali mutui dai propri bilanci e di sostituirli con liquidità. Il sistema di asset-backed securitization fin qui descritto ha avuto uno sviluppo ciclopico negli Stati Uniti; grazie alla crescente innovazione finanziaria di tipo Abs si è avuta una ripartizione del rischio nuova e più tutelante per gli operatori del sistema, ciò ha 7 The SPV is usually a subsidiary company with an asset/liability structure and legal status that makes its obligations secure even if the parent company goes bankrupt. A subsidiary corporation designed to serve as a counterparty for swaps and other credit sensitive derivative instruments. Also called a "derivatives product company." Thanks to Enron, SPVs/SPEs are household words. These entities aren't all bad though. They were originally (and still are) used to isolate financial risk. A corporation can use such a vehicle to finance a large project without putting the entire firm at risk. Problem is, due to accounting loopholes, these vehicles became a way for CFOs to hide debt. Essentially, it looks like the company doesn't have a liability when they really do. As we saw with the Enron bankruptcy, if things go wrong, the results can be devastating. In: http://www.investopedia.com/terms/s/spv.asp indotto gli stessi ad una concorrenza maggiore nella concessione del credito, in particolar modo del credito immobiliare, che a sua volta ha generato un aumento della domanda di investimento immobiliare e di conseguenza un innalzamento dei prezzi. Si è di meccanismo di conseguenza innescato un accelerazione che ha prodotto un rialzo dei prezzi immobiliari e conseguente rialzo della richiesta di accensione dei mutui, con derivata intensificazione del processo di Abs. Ma ancora, dal 2001, a tali nuovi strumenti vanno ad aggiungersi i convenienti tassi di interesse applicati alla accensione di mutui. È stato rilevato che8 si è venuto a creare un meccanismo razionale sostenuto da un elemento aspettative non razionale, euforiche quali sono sull’andamento state futuro le dei prezzi immobiliari. La crisi è giunta nel momento in cui i prezzi delle abitazioni sono cominciati a crollare, è così venuta meno la condizione di fondo del processo di Abs e conseguentemente è crollata anche l’altra condizione, consistente nella diversificazione del 8 “Mr. Greenspan accepted that the crisis had found a flaw in his thinking but said the kind of heavy regulation that could have the crisis would have damaged US growth. He described the past two decades as a period of euphoria that encouraged participants in the financial markets to misprice securities” In: FT 24 October 2008. rischio, proprio in ragione del crollo generalizzato dei prezzi. Si è avuta, per vari motivi, una riconcentrazione del rischio sulle banche, in primis perché esse stesse hanno acquistato quote di titoli rischiosi; in secondo luogo a causa della protezione dal rischio di insolvenza offerta; e, infine, per la garanzia, come anche per le linee di credito e di liquidità prestate alle società che emettevano tali titoli. Il riflesso di tutto ciò è stato innanzitutto il blocco del processo di Abs che, a sua volta, ha bloccato i titoli mortgage-backed, così, in assenza di richiesta sul mercato il loro prezzo è crollato. Non può dunque sorprendere che la Lehman Brothers, detentrice di molti di questi titoli a bilancio, ha visto crescere sensibilmente le sue passività rispetto alle attività. In ragione del considerevole il numero di banche che, come la Lehman, hanno prestato denaro assumendo a garanzia titoli mortgage-backed, anche gli operatori assicurativi che li garantivano sono risultati danneggiati per la richiesta enorme di copertura del rischio avanzata (è il caso di AIG9). 9 (AGI) - Roma, 16 set. - Aig e' un colosso dai piedi d'argilla, un gigante che molti temono possa diventare la prossima grande vittima della crisi dei mutui. Fino a pochi giorni fa Aig era la piu' grande compagnia di assicurazione del È doveroso segnalare come a questo punto sia stato decisivo il ruolo del Governo americano che si è trovato a dover scegliere chi salvare, se le compagnie assicurative o le banche di investimento, ma anche quale banca sostenere e quale invece no! mondo per capitalizzazione di mercato e resta un anello fondamentale del sistema finanziario americano, l'equivalente per le assicurazioni di Citigroup, la prima banca del mondo. Se crollasse, spiega un analista, "sarebbe come togliere un pilastro alle fondazioni di un grattacielo". Aig e' il numero uno delle polizze assicurative Usa e la prima fornitrice di rendite a tasso fisso, uno dei prodotti su cui si basa il sistema previdenziale di milioni di pensionati americani. Ma Aig ha anche una divisione finanziaria che agisce come una banca d'affari e che e' fortemente esposta nei prodotti strutturati garantiti da mutui. E' questo il buco nero di Aig. Rbs stima che la sua esposizione sui derivati si aggiri sui 441 miliardi di dollari (oltre 300 miliardi di euro). Nel giugno scorso la Sec ha iniziato ad indagare su questo buco nero, ipotizzando che Aig abbia manomesso il valore in bilancio della polizze assicurative sui bond legati ai mutui. I guai di Aig sono cominciati da li' e Wall Street ha iniziato a tremare, poiche' se crolla Aig, crolla un bel pezzo del grattacielo della finanza Usa, cioe' rischia di saltare tutta quella galassia di banche e societa' che si e' assicurata dal rischio di insolvenza stipulando polizze cds, credit default swap, proprio con Aig. Il meccanismo e' complesso. Un'enorme fetta dei mutui subprime sono finiti in pacchetti di bond strutturati chiamati cdo, che Aig assicurava dal rischio di default coi cds. A garanzia di queste polizze, cioe' come collaterali, ha emesso titoli di stato e altre obbligazioni. Insomma, una gigantesca catena di S. Antonio. Con la crisi dei subprime i cdo sono diventati praticamente carta straccia e i cds sono diventati piu' cari. Aig ha quindi dovuto emettere piu' collaterali a garanzia delle polizze. La Sec e il dipartimento Usa alla giustizia sospettano che abbia barato sulle stime per iscrivere in bilancio i cds e i relativi collaterali. Nel giugno scorso l'amministratore delegato di Aig, Martin Sullivan, in sella dal 2005, si e' dimesso per lasciare il posto a Robert Willumstad. Dietro quelle dimissioni ci stavano le inchieste sui cds, ma anche lo scontro tra Sullivan ed Hank Greenberg, azionista della banca ed ex amministratore delegato, anche lui finito a suo tempo nel mirino della Sec. Greenberg e' una vecchia volpe che ha diretto la compagnia per 40 anni e ne conosce tutti i piu' reconditi segreti. Secondo gli esperti e' l'unico che conosca veramente come funziona Aig. Sta di fatto che il gruppo, seduto sulla polveriera dei cds e duramente colpito dalla crisi dei mutui, e' entrato in una grave crisi di liquidita' ed e' alla disperata ricerca di capitali per risollevarsi. Willumstad si e' gia' detto disponibile a vendere attivita' per rastrellare capitali. Sta di fatto che tra sabato e domenica, i colloqui di Aig con diverse aziende tra cui la finanziaria di Warren Buffet sono falliti e Aig si e' vista costretta a chiedere aiuto alla Fed. "E' una delle poche societa' al mondo - spiega un analista - che possa permettersi di andare dalla Fed a chiedere liquidita'". Solo che e' capitata al momento sbagliato. La Fed era alle prese col crack di Lehman e col salvataggio di Merrill. Willumstad avrebbe chiesto un prestito temporaneo da 40 miliardi di dollari. La Fed si e' messa in moto, perche' Aig non e' una societa' qualsiasi e, come spiega Ken Lewis, boss di Bank of America, cioe' l'uomo che sta per diventare il piu' grande banchiere del mondo, "non conosco nessuna grossa banca americana che non sia esposta con Aig. Se saltasse sarebbe un problema molto piu' grosso di tutti quelli con cui abbiamo fatto i conti finora". La Federal Reserve, dunque, ha iniziato ad aiutare Aig, il cui titolo ieri ha perso oltre il 60% a Wall Street. In: http://www.agi.it/news/notizie/200809161355-cro-rt11099-art.html In effetti, guardando alle vicende reali si registrano soluzioni differenti, Fannie Mae10, Freddie Mac11, Bear Stearns12…a ancora Lehman Brothers, 10 Abuot Fannie Mae. Fannie Mae is a government-sponsored enterprise (GSE) chartered by Congress with a mission to provide liquidity and stability to the U.S. housing and mortgage markets. Fannie Mae operates in the U.S. secondary mortgage market. Rather than making home loans directly with consumers, we work with mortgage bankers, brokers, and other primary mortgage market partners to help ensure they have funds to lend to home buyers at affordable rates. We fund our mortgage investments primarily by issuing debt securities in the domestic and international capital markets. Fannie Mae was established as a federal agency in 1938, and in 1968 we were chartered by Congress as a private shareholder-owned company. On September 6, 2008, Director James Lockhart of the Federal Housing Finance Agency (FHFA) appointed FHFA as conservator of Fannie Mae. In addition, the U.S. Department of the Treasury agreed to provide up to $100 billion of capital as needed to ensure the company continues to provide liquidity to the housing and mortgage markets. Fannie Mae has three businesses - SingleFamily, Housing and Community Development, and Capital Markets - that work together to provide services, products, and solutions to lender partners and a broad range of housing partners. Together, these businesses contribute to the company's chartered mission objectives, helping to increase the total amount of funds available in America to make homeownership and rental housing more available and affordable. In: http://www.fanniemae.com/aboutfm/index.jhtml;jsessionid=H1NLY15VOP131J 2FQSHSFGA?p=About+Fannie+Mae 11 About Freddie Mac. Freddie Mac engages in mortgage purchasing, credit guarantee, and portfolio investment activities in the United States. It purchases single-family and multi-family residential mortgages, and mortgagerelated securities from lenders in the primary mortgage market that originate mortgages for homebuyers, including mortgage banking companies, commercial banks, savings banks, community banks, credit unions, state and local housing finance agencies, and savings and loan associations. The company also buys mortgage loans and mortgage-related securities, and issues guaranteed mortgage-related securities in the secondary market. In addition, Freddie Mac guarantees the payment of principal and interest on mortgage-related securities, including single-family and multi-family, mortgage participation certificates issued by the company, and securities related to taxexempt multifamily housing revenue bonds. The company was founded in 1970 and is headquartered in McLean, Virginia. In: http://finance.yahoo.com/q/pr?s=FRE 12 The Bear Stearns Companies, Inc., based in New York City, was one of the largest global investment banks and securities trading and brokerage firms prior to its sale to JPMorgan Chase in 2008. The main business areas, based on 2006 net revenue distributions, were: capital markets (equities, fixed income, investment banking; just under 80%), wealth management (under 10%) and global clearing services (12%). Beginning in 2007, the company was badly damaged by the subprime mortgage crisis. In March 2008, the Federal Reserve Bank of New York provided an emergency loan to try to avert a sudden collapse of the company. The company could not be saved, however, and was sold to JPMorgan Chase for as low as ten dollars per share, a price far below the 52-week high of $133.20 per share, traded before the crisis, although not as low as the two dollars per share originally agreed upon by Bear Stearns and JP Morgan Chase. Bear Stearns was founded as an equity trading house in 1923 by Joseph Bear, Robert Stearns, and Harold Mayer with $500,000 in capital. Internal tensions quickly arose between the three founders. The firm survived the Wall Street Crash of 1929 without laying off any employees and by 1933 opened its first branch office in Chicago. In 1955, the firm opened its first international office in Amsterdam. In 1985, Bear Stearns became a publicly traded company. It served corporations, AIG, unico comun denominatore è rappresentato dalla ricerca della stabilità del sistema finanziario e al contempo dal tentativo di limitare il più possibile l’intervento dello Stato. L’attività svolta da Fannie Mae e Freddie Mac consiste nel “comprare mutui” e finanziare tale attività mediante l’emissione di obbligazioni. Questi Istituti statunitensi hanno un legame tale con i mercati che, a detta degli economisti, la totale insolvenza da parte delle stesse verso i creditori avrebbe potuto avere conseguenze disastrose, oltre che per la sfiducia che avrebbe generato nei grandi investitori istituzionali, detentori delle obbligazioni emesse da queste, anche in conseguenza dei institutions, governments and individuals. The company's business included corporate finance, mergers and acquisitions, institutional equities and fixed income sales, trading and research, private client services, derivatives, foreign exchange and futures sales and trading, asset management and custody services. Through Bear Stearns Securities Corp., it offered global clearing services to broker dealers, prime broker clients, and other professional traders, including securities lending Bear Stearns was also known for one of the most widely read market intelligence pieces on the street, known as the "Early Look at the Market - Bear Stearns Morning View".Bear Stearns' World Headquarters was located at 383 Madison Avenue, between East 46th Street and East 47th Street in Manhattan. The company employed more than 15,500 people worldwide. The firm was headquartered in New York City with offices in Atlanta, Boston, Chicago, Dallas, Denver, Houston, Los Angeles, Irvine, San Francisco, San Juan, Whippany, NJ and St. Louis. Internationally the firm had offices in London, Beijing, Dublin, Hong Kong, Lugano, Milan, São Paulo, Mumbai, Shanghai, Singapore, and Tokyo.In 2005-2007, Bear Stearns was recognized as the "Most Admired" securities firm in Fortune’s "America's Most Admired Companies" survey, and second overall in the security firm section. The annual survey is a prestigious ranking of employee talent, quality of management and business innovation. This was the second time in three years that Bear Stearns had achieved this "top" distinction.n 2005-2007, Bear Stearns was recognized as the "Most Admired" securities firm in Fortune’s "America's Most Admired Companies" survey, and second overall in the security firm section. The an 2005-2007, Bear Stearns was recognized as the "Most Admired" securities firm in Fortune’s "America's Most Admired Companies" survey, and second overall in the security firm section. In: http://en.wikipedia.org/wiki/Bear_Stearns#cite_note-better-1 rapporti che hanno con le banche regionali degli States che si occupano di mutui. Tale settore, già indebolito dalla crisi dei subprime, avrebbe sopportato il peso di una reazione a catena danneggiando così oltre che le stesse banche anche i mutuatari. Un intervento simile lo troviamo nel Regno Unito per la Northern Rock, dove però la lentezza delle autorità in merito alla scelte da attuare ha inevitabilmente generato la fila dei depositanti agli sportelli. Come è stato scritto: <<Siamo arrivati a una svolta ‘statalista’. Per necessità, in nome dell'emergenza, ma di questo si tratta. Il primo segnale l'ha dato Jean-Claude Trichet13 nella conferenza stampa di giovedì 2 ottobre dicendo: è appropriato che i governi assumano "responsabilità" sulle banche così come deve fare il settore privato. Poi lo ha successivamente spiegato con precisione 13 Trichet was born in Lyon, France and educated at the École des Mines de Nancy. He later trained at the Institut d'etudes politiques de Paris (best known as Sciences Po) and the Ecole nationale d'administration, two French higher education institutions in the field of political science and state administration.In 1987 Trichet became a member of an influential Washington-based financial advisory body, the Group of Thirty. Later, in 1993 he was appointed governor of Banque de France. On 1 November 2003 he took Wim Duisenberg's place as president of the European Central Bank. (Most European Union leaders present at a 1998 special summit believed that Wim Duisenberg had agreed to a compromise with the French representatives and would step down from his office halfway through his eight-year term.). In: http://en.wiipedia.org/wiki/Jean-Claude_Trichet#Biography Lorenzo Bini Smaghi, membro del ‘board': se per evitare il fallimento di una banca lo stato riacquista i titoli spazzatura ciò comporta un colpo di spugna sulle responsabilità di chi l'ha diretta e dei proprietari, meglio "intervenire sul capitale". "Diventando azionista della banca lo Stato può rimuovere il management e il consiglio di amministrazione, se li ritiene responsabili delle difficoltà". Dopo il salvataggio e la ristrutturazione vende la propria quota anche per guadagnarci dopo aver tanto sborsato>>14. Gli strumenti finanziari derivati, cenni. I contratti derivati costituiscono una realtà nata già nell’ 800 quando presso il Chicago Board of Trade si assisteva alla negoziazione di schemi contrattuali riconducibili ai derivati. Precisamente, gli strumenti finanziari derivati, sono contratti basati sull’andamento di variabili, le quali possono essere costituite da quotazioni azionarie, tassi di interessi e di cambio, prezzi di merci…e il termine “derivato” indica la derivazione del valore dello strumento da un’attività o da un altro indice sottostante15. È 14 In: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/SpecialiDossier/lettera-dabruxelles/lettera-da-bruxelles-031008.shtml?uuid=0f6a94a4-915a-11dd-89afbfeff0c5b928&DocRulesView=Libero&fromSearch 15 Camera dei Deputati, 6° Commissione Permanente (Finanze), Le problematiche relative agli strumenti finanziari derivati. Audizione informale duplice la finalità per la quale si impiegano i derivati, la prima, e la maggiormente diffusa, è di copertura dei rischi16, l’altra è tipicamente speculativa e si ottiene scommettendo sull’andamento della variabile sottostante. Diverse sono le tipologie di derivati che si possono realizzare e il mercato ne accoglie sempre di differenti, più complesse, frutto della finanza, sempre in continua innovazione. Ai sensi dell’art. 1, comma 3, del Testo Unico della Finanza, si considerano “strumenti finanziari derivati” quelli previsti al comma 2 lettere f), g), h), i) e j) e quindi, i contratti “futures” su strumenti finanziari, su tassi di interesse, su valute, su merci e sui relativi indici, nonché i contratti di opzione, i contratti a termine collegati a strumenti finanziari (…), i contratti di opzione per acquistare o vendere gli strumenti indicati sopra e i relativi indici, i contratti di scambio a pronti e a termine (swaps ed equity swaps quando si realizzano su indici azionari). Da ultimo, il comma 2, annovera anche le combinazioni di contratti o di titoli ora menzionati. Il legislatore si preoccupa solamente di fornire definizioni basate sull’elencazione di forme tecniche degli stessi e dei del Direttore Generale della Banca d’Italia Fabrizio Saccomani, Roma 6 novembre 2007. 16 La struttura derivata del contratto consente di assumere una posizione di segno opposto rispetto a quella da cui origina il rischio che si intende coprire. possibili indici sottostanti. Data la particolare rischiosità legata all’utilizzo di tali strumenti, sia per gli intermediari che per la clientela, l’operatività degli stessi forma oggetto, nel nostro ordinamento, di una regolamentazione specifica accompagnata da rigidi controlli ad opera della Banca d’Italia e della Consob. La prima si preoccupa infatti di accertare la stabilità degli intermediari17, mentre la seconda garantisce la tutela degli investitori. Gli intermediari bancari sono attivi nei mercati dei derivati con strategie e comportamenti operativi differenti in relazione agli obiettivi aziendali prescelti. Approssimativamente si può distinguere fra banche che operano sul segmento dei derivati in modo circoscritto e solo per finalità di copertura del proprio rischio e banche che, invece, si servono di derivati e di prodotti innovativi per sviluppare e diversificare le fonti di reddito, anche in virtù nell’intermediazione della contrazione tradizionale. dei ricavi L’operatività in derivati è svolta prevalentemente dalle banche con controparti bancarie e finanziarie, tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito ad un notevole sviluppo di tale attività nei confronti di imprese, enti locali, clientela 17 L’attività in derivati non è soggetta ad una specifica autorizzazione da parte della Banca d’Italia, che, se effettuata per la clientela, rientra nell’ambito dei servizi d’investimento che, di norma, vengono autorizzati a richiesta, in sede di costituzione, in quanto costituiscono ordinario completamento dell’attività bancaria. retail . Normalmente la conclusione di contratti con tali controparti è complementare all’offerta di servizi bancari e finanziari tradizionali. La strutturazione di derivati per la clientela richiede il possesso, da parte delle banche, di competenze matematico-finanziarie tali per poter rendere prodotti rispondenti ad esigenze differenziate. Tale tipo di attività viene svolta da intermediari specializzati che operano come fonte di prodotti per conto dei gruppi bancari di appartenenza o a servizio di altre banche. È sconvolgente l’evoluzione delle forme a cui ha dato luogo l’offerta dei derivati. I prodotti derivati originari dotavano le aziende di strumenti per la gestione dei rischi, idonei a rendere il risultato economico indipendente dalle variazioni dei mercati finanziari, ciò lo facevano attraverso la predeterminazione dei costi di indebitamento e dei prezzi di acquisto/vendita di materie prime e prodotti finiti. Però, questi strumenti, così concepiti ed utilizzati, rendevano sì il risultato economico immune dai rischi finanziari, ma non consentivano anche alle imprese di beneficiare dei favorevoli andamenti delle variabili di mercato. Proprio per poter sfruttare anche tale voce, questi prodotti sono stati sviluppati in modo tale da poter offrire una copertura dai rischi connessi con il verificarsi solo di taluni, ritenuti tra i più probabili, scenari negativi per l’azienda. Ora, è necessario far presente che le imprese, in particolar modo quelle di più grandi dimensioni, hanno indirizzato la loro domanda verso prodotti derivati sempre più innovativi i quali affiancassero alla tipica funzione di copertura del rischio anche una componente di natura puramente speculativa. Si tratta di prodotti complessi la cui valutazione esige una particolare competenza e che, a fronte di un minor costo della copertura ovvero di altri benefici economici18, espongono le imprese a rischi di difficile apprezzamento. La clientela retail solitamente acquista prodotti derivati con finalità di copertura dei rischi di tasso di interesse connessi con i finanziamenti ricevuti, inoltre i derivati sono anche utilizzati come forma di investimento, al fine di realizzare rendimenti superiori alla media, con conseguente assunzione, non sempre consapevole, di rischi particolarmente elevati. Guardando al sistema bancario in modo globale emerge che l’attività in derivati espone le stesse a rischi di mercato di entità modeste, infatti, principalmente, svolgono attività di intermediazione 18 Ad esempio il versamento di un upfront, il quale è costituito da una somma di denaro pagata dall’intermediario alla controparte del contratto al fine di ristabilire l’equilibrio finanziario della transazione nei casi in cui il valore di mercato negativo al momento della stipula del contratto. tra posizioni in derivati assunte da operatori residenti e il mercato finanziario internazionale, trasferendo così una parte rilevante del rischio sui bilanci delle maggiori banche commerciali e di investimento estere. Tuttavia, contrattuali ha l’evoluzione determinato delle per le tipologie banche un’accentuazione dei rischi, non annoverabili tra i tradizionali e non facilmente quantificabili, quali ad esempio quelli legali e reputazionali, che sono idonei a compromettere il legame fiduciario con la clientela con forti riflessi sul valore aziendale. Al fine di evitare effetti negativi sui mercati azionari connessi allo sviluppo del mercati dei derivati è necessario che la vendita di tali contratti si rivolga a soggetti qualificati e si realizzi attraverso un elevato livello di trasparenza informativa, elemento indispensabile per garantire la piena rispondenza dei prodotti collocati alle esigenze e ai profili di rischio delle controparti. Rapida cronologia dei mesi iniziale della crisi19. La crisi che attanaglia i mercati finanziari affonda le proprie radici già nel febbraio 2007, infatti è proprio in quel mese che il colosso creditizio di Hong Kong, la HSBC, rese nota la necessità di dover 19 Da: http://it.reuters.com/ procedere ad accantonamenti al fine di coprire le perdite nel portafoglio di subprime USA, altrettanto fa la New Century Financial Corp. (California). Nello stesso mese di febbraio si registra una clamorosa perdita, pari al 10% del suo valore, dell’indice della Borsa di Shanghai, indice che negli ultimi anni si annotava sempre in ascesa. Tuttavia, la bolla esplode solo tra giugno e luglio del medesimo anno, mesi che vedono la finanza strutturata attraversare momenti terribili. Il 17 luglio Bear Stearns annuncia il fallimento di due suoi hedge found. Il 9 agosto BNP Paribas procede al congelamento temporaneo di tre fondi aventi assets per 2,2 miliardi di dollari, assumendo come causa l’illiquidità di alcuni segmenti del mercato che impedivano, di fatto, una corretta valutazione. La FED dà inizio al taglio del tasso di sconto, il primo di mezzo punto percentuale, ma già a dicembre si arriva a un punto e mezzo. Dal 13 settembre si assiste alla nota “fila agli sportelli”, infatti, a seguito del rifiuto delle autorità governative britanniche di rispondere alle richieste di aiuto della Northern Rock, si genera la prima ondata di panico. Il Governo inglese il 17 settembre si vede così costretto a garantire tutti i depositanti dell’ottava più grande banca inglese. È proprio a proposito della Northern Rock che molti autori non si sono dispensati dall’avanzare pesanti critiche nei confronti la convinzione delle autorità britanniche. È univoca che in una situazione di crisi di liquidità, quale era quella post 9 agosto 2007, era opportuno supportare una banca, quale la Northern Rock fortemente sbilanciata sul fronte della raccolta. A seguire, anche Bear Stearns20 è risultata vittima della crisi dei mutui subprime, non solo, essa infatti ha anche rappresentato un importante segnale della crisi che avrebbe in poco tempo travolto le borse mondiali sconvolgendo i caratteri della finanza globale. Il gruppo, in occasione della chiusura del bilancio del 2006 appariva florido e affidabile con un giro ‘affari da 9,22 miliardi di dollari e un utile netto pari a oltre 2 miliardi di dollari, gestiva inoltre assets per 52,5 miliardi di dollari. All’apertura del nuovo anno, dunque, il titolo legato alla banca d’affari 20 “La stessa Bear Stearns che era riuscita a superare la crisi del ’29 senza licenziare un solo dipendente”. In http://www.borsaitaliana.it/popupfinestra_stampa.htlm valeva a New York approssimativamente 170 dollari, si registrava uno dei suoi massimi storici. I mesi successivi però hanno visto un ridimensionamento dei profitti oltre che della fama di B.S. che ha rappresentato la prima grande manifestazione del buco apertosi a Wall Streett con le svalutazioni del mercato immobiliare. Infatti, le notevoli esposizioni in assets connessi ai mutui subprime da parte di diversi fondi del gruppo hanno travolto velocemente e prevedibilmente la società. È il 22 giugno 2007 che il gruppo si vede costretto a ricapitalizzare con 3,2 miliardi di dollari il suo Bear Stearns High-Grade Structured Credit Fund dando vita al più grande salvataggio di un hedge found dal 1998, allo stesso tempo negoziava anche per il salvataggio di un altro grande fondo controllato, il Bear Stearns High-Grade Structured Credit Enhanced Leveraged Fund. Entrambi questi fondi erano specializzati nel settore dei mutui subprime e fu chiaro che tale attività non rappresentava solo un pericolo per tutto il mercato immobiliare, ma stava colpendo anche l’alta finanza e in molti casi era responsabile anche della creazione di tale tipo di strumenti finanziari. Il credito facile erogato a soggetti a rischio di insolvenza si è trasformato in un boomerang ed ha generato un effetto valanga sui bilanci delle stesse che avevano concesso i mutui in questione21. Così Bear Stearns ha proceduto al rifinanziamento dei due fondi sopra citati mediante l’emissione di Cdo (Collateral debt obbligation22), che si rivelarono presto avere un valore molto più inferiore a quello che per cui il mercato li valutava. È di Merrill Lynch23 il tentativo di salvataggio del Gruppo, la quale ha acquistato gli assets sottostanti a tali Cdo per 850 milioni di dollari, tuttavia la vendita all’asta solo 100 milioni furono venduti. Ovviamente il timore, fondato e reale, che i fondi erano ormai “scatole vuote” contribuiva a far scendere ancora di più il titolo a Wall Street. Le vicende della Lehman Brothers. È del 15 settembre 2008 l’annuncio, negli Stati Uniti, del fallimento di Lehman Brothers, ed è da tale momento in poi che si assiste ad un rilevante mutamento della crisi. Infatti, prima di tale evento, non era ancora troppo compromessa la fiducia dei risparmiatori del mercato europeo; i dati raccolti e pubblicati dalla 21 Cfr: pag. 6. 22 Le cartolarizzazioni dei mutui residenziali (anche subprime) sono state ricartolarizzate nelle strutture dei CDO, che consistono a loro volta in emissioni di obbligazioni in tranche con rating dalla AAA alla B. In http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/0 8/crisi-mutui.shtml?uuid=b2fc6e02-5548-11dc-acd0-00000e25108c 23 Merrill Lynch & Co., Inc. è una banca d'investimento con sede a New York. Attraverso le sue sussidiarie e filiali, offre servizi nel mercato dei capitali, investimenti bancari, consulenze, gestioni di capitali, gestione di attivi, assicurazioni e servizi bancari. La banca è stata fondata nel 1914 da Charles E. Merrill e Edmund C. Lynch. Opera in più di 40 paesi intorno al mondo. In: http://www.mlinvest.ml.com/It/About.aspx Consob rispetto all’esposizione di banche ed assicurazioni verso i mutui subprime, come anche l’esposizione delle famiglie italiane per portafogli amministrati o gestiti, non allarmavano. Tuttavia, il fallimento di Lehman Brothers ha influenzato tutte le entità europee del gruppo americano, in particolar modo la holding costituita nel Regno Unito, la quale operava in tutto il territorio europeo per mezzo di succursali, anche attraverso la succursale con sede a Milano24. Lo stesso 15 settembre, appresa la notizia della richiesta di fallimento della Holding americana, la Consob, di concerto con Banca d’Italia e Isvap, ha intrapreso una indagine volta alla ricognizione del rischio potenziale per il sistema italiano, partendo dell’esposizione investitori in amministrato. settembre, la di da un’indagine emittenti, forme di Senza Consob mercati risparmio indugio, ha ricognitiva lo e degli gestito ed stesso 15 indirizzato ad un significativo numero di emittenti non finanziari una 24 Il Gruppo Lehman Brothers operava in Italia attraverso diverse società abilitate a prestare servizi di investimento o di gestione collettiva, tra cui: - Lehman Brothers A.M. Italy SGR (società di gestione autorizzata, ma non ancora operativa); -Lehman Brothers International (succursale di impresa di investimento comunitaria), che si occupa di prestare servizi di consulenza e negoziazione, in particolare su derivati, anche con enti locali e casse di previdenza, tale intermediari si avvale di circa 150 dipendenti sulle sedi di Milano e Roma; -Lehman Brothers Bankhaus AG (succursale di banca comunitaria). richiesta di informazioni25 volta a portare alla luce la posizione rispetto a derivati, depositi o linee di credito, come anche a titoli in portafogli emessi o garantiti dal gruppo Lehman Brothers o da soggetti comunque facenti capo a quel gruppo. Dall’analisi effettuata non sono emersi dati particolarmente allarmanti, infatti, su un campione di 40 società, 27 hanno dichiarati non possedere alcun rischio verso il gruppo Lehman Brothers, invece, 3 primarie società hanno comunicato posizioni attive in derivati per 76 milioni di euro. Complessivamente gli emittenti interrogati hanno fatto emergere un’esposizione nei confronti di Lehman Brothers di circa 120 milioni di euro per derivati e 3,7 milioni di euro per tioli in portafoglio26. Per quanto attiene all’operatività di Lehman Brothers sul mercato italiano, è doveroso segnalare che Lehman Brothers Internaional Europe negoziava direttamente sui mercati gestiti da Borsa Italiana tramite “accesso remoto”, ossia collegamento telematico diretto, e ricopriva la 25 In particolare la richiesta della Consob si proponeva di capire: fair value e valore nominale relativi ai derivati di copertura, ripartiti in posizioni attive e posizioni passive; -fair value e valore nominale relativi ai derivati di negoziazione, ripartiti in posizioni attive e posizioni passive; -fair value dei titoli in portafoglio emessi o garantiti dal Gruppo Lehman Brothers o da soggetti allo stesso riconducibili, compresi bond, ABS, RMBS, CDO; -depositi presso società del Gruppo Lehman Brothers; -perdite per rischio registrate sulle posizioni citate… 26Fonte: Ministero dell’economia e delle http://www.mef.gov.it/ufficio-stsampa/comunicati/?idc=19838 finanze, in: qualifica di operatore principale nei mercati gestiti dalla società MTS S.p.A.27. Lo stesso 15 settembre, n seguito alla notizia della richiesta di fallimento avanzata da Lehman Brothers, l’operatività sui citati mercati ed anche la quotazione sul mercato telematico delle obbligazioni gestito da Borsa Italiana S.p.A.28 di due prestiti obbligazionari, è stata sospesa. Il 16 settembre, su comunicazione della Banca d’Italia, la Cassa di Compensazione e Garanzia ha dato inizio alla procedura prevista in caso di inadempimento di un partecipante indiretto (negoziatore), mentre Monte Titoli ha provveduto alla liquidazione delle posizioni garantite da controparte centrale ed ha provveduto allo stralcio di quelle non garantite. In merito al risparmio gestito ed amministrato, il controvalore dei titoli del Gruppo Lehman Brothers nei patrimoni dei fondi comuni è risultato essere di circa 138 milioni di euro29 , quello relativo alle gestioni individuali è risultato di circa 400 milioni di euro30, per circa ¾ riconducibile all’opera di investitori istituzionali. L’analisi circa i prodotti del Gruppo Lehman oggetto di collocamento ed offerta 27 Mercato Telematico Titoli di Stato e altri tioli a reddito fisso. 28 MOT – Mercato obbligazioni e Titoli di Stato. 29 Lo 005% del patrimonio gestito aggregato. 30 Pari allo 0,1% del patrimonio aggregato. fuori sede, come anche i prodotti assicurativi31 aventi come sottostante tali prodotti, collocati tramite prospetto informativo ad investitori al dettaglio, è risultato pari ad oltre 1,6 miliardi di euro. Così, il 24 settembre, Consob ed Isvap, hanno chiesto congiuntamente alle imprese assicurative di fornire ai clienti informazioni rispetto la procedura concorsuale e le motivazioni di un’eventuale impossibilità di pubblicare il valore degli strumenti collegati alle polizze. Il 25 settembre la Consob ha avviato un’indagine ispettiva presso la succursale di Milano di Lehman Brothers volta a verificarne l’operatività. Tuttavia, il ruolo della succursale italiana appare circoscritto ad attività di promozione e commercializzazione dei servizi della casa madre. Il 29 settembre, sempre ad opera della Consob, è stato prescritto alle Associazioni di categoria degli raccomandare ai intermediari propri finanziari associati di di fornire tempestive ed adeguate informazioni ai clienti circa l’impatto del fallimento del gruppo Lehman sugli investimenti effettuati. 31 Dette polizze index linked. Nella crisi che attanaglia i mercati, gli andamenti negativi possono essere anche acuiti dalle c.d. vendite allo scoperto di titoli32 o short selling. La Consob, di concerto con le Autorità europee, ha ridotto la possibilità di effettuare tale tipo di operazioni, infatti, nelle attuali condizioni i mercato, accentuando le tendenze ribassiste, i problemi di liquidità e scarsità del credito crescerebbero. Interventi volti a limitare le operazioni di short selling si sino registrati prima negli Stati Uniti, poi nel Regno Unito e a seguire in altri Paesi europei. La Delibera 16622, adottata dalla Consob in data 22 settembre, stabilisce che la vendita di azioni di banche e assicurazioni quotate deve essere assistita dalla disponibilità dei titoli al momento dell’ordine e fino alla data di regolamento dell’operazione. La ratio dell’inserimento di una disciplina così stringente risiede nella volontà di 32 Conosciute anche con il nome di short selling, si tratta di vendite di titoli presi a prestito ovvero di cui non si ha immediata disponibilità. Mediante tali operazioni si assume come obiettivo il guadagno sulle differenze di prezzo dei titoli, rafforzando aspettative di forte ribasso delle quotazioni. contrastare manovre speculative idonee a produrre effetti anomali sulle quotazioni33. Si segnala che la Consob, in tale contesto, continua ad esercitare con fermezza i propri poteri di vigilenza al fine di contrastare comportamenti anomali o scorretti, per limitare effetti che manovre speculative produrrebbero sull’integrità del mercato e sulla tutela degli investitori. Da ultimo è opportuno segnalare che i provvedimenti adottati dalle varie Autorità europee si sono rivelati frammentati e delle volte di contenuto non equivalente dando luogo a problemi di arbitraggio regolamentare delle normative meno stringenti. Proprio per siffatta ragione il Commettee of European Securities Regulators (CESR), anche in ossequio alle richieste avanzate dalla Consob, ha proceduto ad istituire, in data 30 Settembre 2008, una Task Force avente l’obiettivo di coordinare le iniziative delle Autorità di vigilanza. Tuttavia, i noti “paradisi legali” rimangono 33 Tra il 1° e il 18 settembre 208 il prezzo delle azioni UNICREDIT ha subito un ribasso del 13,62%, passando dal prezzo ufficiale di € 3,68 a € 3,18; nello stesso periodo l’indice del settore bancario ha perso il 7,3%. Nelle sedute successive si è assistito a consistenti rialzi che hanno portato il titolo a valori indicativamente pari a quelli iniziali. Tra il 23 settembre e il 7 ottobre 2008 l’indice subiva un perdita del 22,93%. È doveroso segnalare che il titolo UNICREDIT è stato oggetto di rinvio in asta pre-apertura per 4 volte il 29 settembre 2008, per 6 volte il 30 settembre e 10 volte nella seduta del 7 ottobre 2008. un problema aperto, continuano infatti a garantire “la fuga” dalle giurisdizioni. Il tramonto delle Banche d’investimento, le shadow banks. Il 22 settembre 2008, il Financial Times, intitola: “The shadow banking system is unravelling”, proprio in quella sede viene messo in evidenza il ruolo giocato dalle Banche d’investimento americane, le quali storicamente nascono come broker-dealer, ma in tale contesto, nella perioda antecedente la crisi, hanno svolto il mestiere delle banche commerciali, con la differenza, non trascurabile, che queste ultime sono soggette ad una regolamentazione differente e, se vogliamo, più stringente. Il funzionamento di un mercato mobiliare in cui si sono tratte azioni ed obbligazioni, coinvolge diverse istituzioni finanziarie, tra le quali broker, dealer, banche d’investimento e società di venture capital. Questi soggetti non svolgono la funzione di intermediazione consistente nell’acquisire fondi emettendo passività per poi usare tali fondi per acquisire attività finanziarie, nonostante ciò sono stati attori importanti nel processo di canalizzazione dei fondi dai risparmiatori agli utilizzatori finali. In particolare, le banche d’investimento sono protagoniste nel collocamento iniziale dei titoli nel mercato primario, mercato nel quale le nuove emissioni di titoli sono vendute dalla società o dagli enti governativi che otterranno per quelle nuovi fondi. Nel mercato secondario, per contro, si scambiano i titoli venduti nel mercato primario, in questo mercato operano i broker e i dealer. Le banche commerciali, a seguito della crisi del ’29 che portò il fallimento di moltissime banche, sono state escluse dalle underwriting34 e dal collocamento di azioni poiché tali operazioni implicavano un rischio elevato. I “banchieri d’investimento” assistono le società nelle scelte strategiche sul mercato. Tuttavia, nell’attuale fase storica si registra un comportamento delle grandi banche d’investimento del tutto assimilabile alle tipiche competenze delle banche commerciali, le investments hanno venduto sul mercato il cosiddetto rischio di credito, senza però soggiacere alle regole della banca commerciale, quali ad esempio predisporre in bilancio riserve tali da garantire i propri clienti35. Gli assets che vengono comprati sono solo sperati, si 34 La banca d’investimento può essa stessa, prima del collocamento, sottoscrivere l’emissione, tale fase richiede che la banca acquisti l’intera emissione ad un prezzo predeterminato per poi rivendere sul mercato. 35 Nuoriel Roubini, Comment & analysis, 21 settembre 08, www.FT.com comprano i futuri flussi di cassa, naturalmente si rimane vincolati all’investimento per tutta la durata dello stesso assumendosene il rischio, quindi risulta molto difficile svincolarsi prima della scadenza. Così a seguito della crisi le big five si sono trovate con grandi buchi nei bilanci. Si assiste al tramonto delle banche d’investimento americane!