RASSEGNA RAGIONATA DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI

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RASSEGNA RAGIONATA DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI
Dipartimento di Scienze giuridiche
CERADI – Centro di ricerca per il diritto d’impresa
RASSEGNA RAGIONATA DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI
INTERNAZIONALI SULL’ATTUALE CRISI FINANZIARIA
Maria Vittoria Andreotti
Dicembre 2008
© Luiss Guido Carli. La riproduzione è autorizzata con indicazione della fonte o come altrimenti
specificato. Qualora sia richiesta un’autorizzazione preliminare per la riproduzione o l’impiego di informazioni
testuali e multimediali, tale autorizzazione annulla e sostituisce quella generale di cui sopra, indicando esplicitamente
ogni altra restrizione
Come arrivare dalla facile concessione di
un mutuo all’attuale crisi che investe l’economia
reale, non solo americana.
Occorre prendere le mosse dall’esame delle
cause che hanno portato alla situazione odierna e
soffermandosi sui tempi che precedono il cash flow,
emerge il dato secondo il quale la politica monetaria,
in particolare quella americana, aveva portato nel
2001 i tassi d’interesse a livelli storicamente molto
bassi,
senza
la
politica
monetaria
di
Alan
Greenspan1 la crisi probabilmente non ci sarebbe
mai stata2.
1 Alan Greenspan was chairman of the Federal Reserve, and one of the most
powerful financial men in America, from 1987 until his retirement in 2006.
Greenspan had a brief fling as a professional jazz saxophonist before
attending New York University and then becoming head of an economics
consulting firm, Townsend-Greenspan & Co., in New York in 1954. By the
1970s he was advising presidents Richard Nixon and Gerald Ford, and in
1987 he was named Chairman of the Board of Governors for the Federal
Reserve System. Greenspan held the post under presidents Ronald Reagan,
George Bush the elder, Bill Clinton and George W. Bush. As chairman,
Greenspan was largely responsible for directing U.S. national monetary
policy; he is often credited with keeping inflation at historically low levels, and
is sometimes criticized for the boom-and-bust nature of the economy in the
so-called "dot-com" era of the 1990s. He stepped down from the post on 31
January 2006, and was succeeded by former Princeton econonomics
department chair Ben Bernanke. Greenspan's memoir, The Age of
Turbulence: Adventures in a New World, was published in 2007. In:
http://www.answers.com/topic/alan-greenspan
2http://www.econ-pol.unisi.it/tonveronachi/La%20Voce%20-%20Subprime.pdf
La
politica
adottata
da
Greenspan
ha
mantenuto per almeno due anni i tassi d’interesse
significativamente al di sotto del loro livello di
equilibrio, tassi d’interesse per lungo tempo così
bassi sugli strumenti tradizionali di investimento,
spesso negativi in termini reali, ed eccesso di
liquidità, invogliano i prestatori di fondi a prendere
maggiori rischi per ottenere rendimenti più alti3. A
ben vedere è quello che puntualmente è accaduto:
l’anticipo per l’acquisto di un immobile, che fino al
1982 era stato del 20% fu progressivamente ridotto
fino al 5% nel 2002. Si è poi passati all’introduzione
del
sistema
dei
mutui
“solo
interessi”
dove
l’acquirente beneficia di un primo periodo iniziale “di
grazia” durante il quale paga solo gli interessi e non
3 L’eredità di Greenspan,Tito Boeri e
http://www.lavoce.info/articoli/pagina2873.html
Luigi
Guiso,
21.08.2007
anche il capitale, di solito quando scatta la prima rata
sul capitale cominciano i rischi di insolvenza, ciò
perché la rata da rimborsare aumenta. Fino al 2001
furono meno del 4% gli americani che fecero ricorso
a tale forma di finanziamento facile, mentre, nella
prima metà del 2006, il 39% di tutti i mutui rientrava
in quest’ultima categoria. Nel 2000 solo il 15% dei
mutui
subprime4
erano
stipulati
senza
documentazione sul reddito, sull’occupazione e su
altri dati del mutuante. Nel 2006 una percentuale tra
il 45% e il 50%
comprendevano
tale
dei contratti subprime non
documentazione
e
molti
mutuanti hanno vantato un reddito superiore del 50%
a quello reale.
Dunque, in un arco temporale breve, tre
quattro anni, si è passati
dai mutui coperti da
garanzie reali e relativamente certi nel rimborso a
4 Il principale protagonista dell’attuale crisi dei mercati internazionali è il
subprime loan.
Il subprime, o B-paper, near paper o second chance, è quel prestito che viene
concesso ad un soggetto che non può accedere a tassi d’interesse di mercato
poiché si registrano pregressi nella sua storia di debitore.
I prestiti subprime si rivelano rischiosi sia per i creditori che per i debitori, vista
la pericolosa combinazione degli alti tassi d’interesse, la cattiva storia
creditizia e le situazioni finanziarie poco chiare associate a coloro che hanno
accesso a questo tipo di credito. Si intuisce facilmente che ai primi segnali di
difficoltà del mercato immobiliare, tali debitori non sono stati in grado di
restituire le rate. Negli ultimi dieci anni, grazie anche all’andamento favorevole
sia dei tassi di interesse che del mercato immobiliare, i mutui subprime si
sono incrementati passando da una piccola nicchia di prestiti per la casa, ad
una fetta di mercato di più di 200 miliardi di dollari all’anno, rappresentando
così circa il 25% del totale del segmento di riferimento del mercato dei mutui
residenziali delle famiglie.
“mutui spazzatura”, i subprime, concessi anche in
casi di alto rischio di insolvenza.
Proprio in tale periodo molti americano
avevano stipulato mutui a tasso variabile per
l’acquisto dell’abitazione, sicuramente motivati dalla
circostanza che la casa è un bene durevole e
soprattutto un bene soggetto a rivalutazione, domani
avrà più valore di oggi, perché oggi ha più valore di
ieri.
A questa situazione “favorevole” dei tassi di
interesse
deve
aggiungersi
la
procedura
di
cartolarizzazione dei mutui attuata dagli istituti di
credito.
Concretamente accade, anzi, è accaduto, che
una banca, allo scopo di raccogliere fondi o anche
solo per profitto, concede un mutuo ad un numero
notevole di clienti portatori di rischiosità differenti,
immediatamente dopo si rivolge ad un’altra Banca
(ad esempio presso la Lehman Brothers) chiedendo
un prestito e garantendolo mediante il futuro flusso di
entrate
atteso
dalle
rate
dei
precedentemente ai propri clienti.
mutui
concessi
Tale doppia operazione concretizza una forma
di asset-backed securization5 (Abs), nella sua
particolare forma di mortgage-backed security6 (Mbs)
che vede asset illiquidi (i mutui) trasformarsi in
liquidità immediata per la banca, tale liquidità viene a
sua volta utilizzata per finanziare investimenti alle
imprese o per concedere nuovi crediti alle famiglie.
A questo punto ci si chiede come la seconda
banca, quella che genera il prestito garantito da
“entrate sperate”, riesca a tutelarsi, ovviamente nel
caso in cui le condizioni dovessero realizzarsi, cioè
se le entrate non saranno solo sperate, ma
realizzate, la seconda Banca non avrebbe problemi a
prestare denaro alla prima.
Tuttavia, nella realizzazione pratica di tali
accordi, nell’intermediazione tra le due banche,
interviene un terzo soggetto, normalmente una
agenzia assicurativa, il cui ruolo è fondamentale, in
quanto questa garantisce la bontà, l’attendibilità, del
5 Il procedimento di creazione di un ABS – noto anche come securitisation - è
l’atto con cui una società scorpora dal suo bilancio una serie di crediti, li
“impacchetta” adeguatamente e li cede sul mercato, assieme ai flussi
finanziari che essi generano, per il tramite della SPV con l’obbiettivo di
generare liquidità. La particolarità che distingue le ABS dai comuni bond
risiede nella stretta correlazione esistente tra pagamento cedole/rimborso
delle obbligazioni a scadenza con le somme incassate dai crediti ceduti (sia
interessi,
sia
rimborso
del
credito
a
scadenza).
In:
http://www.borsaitaliana.it/documenti/rubriche/sottolalente/assetbackedsecuriti
es.htlm
6 In questo caso il prestito viene garantito con il flusso futuro atteso dalle rate
dei mutui.
credito sottostante al titolo. In altre parole, grazie alla
garanzia che quest’agenzia fornisce, si viene a
creare
un
mercato
per
tali
titoli.
Senza
l’assicurazione sarebbe molto più difficile per la
Banca acquistare il titolo, anzi il processo di Abs non
verrebbe proprio attivato fin dall’inizio.
Ciò perché tali processi, abitualmente, non
vengono gestiti dalle banche, ma da entità speciali
alla stessa collegate, si tratta delle special purpose
vehicle (Spv)7, che costituiscono la prima banca che
compra il titolo in cui i mutui sono sintetizzati,
permettendo così alla banca principale (l’originator)
di rimuovere tali mutui dai propri bilanci e di sostituirli
con liquidità.
Il sistema di asset-backed securitization fin qui
descritto ha avuto uno sviluppo ciclopico negli Stati
Uniti; grazie alla crescente innovazione finanziaria di
tipo Abs si è avuta una ripartizione del rischio nuova
e più tutelante per gli operatori del sistema, ciò ha
7 The SPV is usually a subsidiary company with an asset/liability structure and
legal status that makes its obligations secure even if the parent company goes
bankrupt. A subsidiary corporation designed to serve as a counterparty for
swaps and other credit sensitive derivative instruments. Also called a
"derivatives product company." Thanks to Enron, SPVs/SPEs are household
words. These entities aren't all bad though. They were originally (and still are)
used to isolate financial risk. A corporation can use such a vehicle to finance a
large project without putting the entire firm at risk. Problem is, due to
accounting loopholes, these vehicles became a way for CFOs to hide debt.
Essentially, it looks like the company doesn't have a liability when they really
do. As we saw with the Enron bankruptcy, if things go wrong, the results can
be devastating. In: http://www.investopedia.com/terms/s/spv.asp
indotto gli stessi ad una concorrenza maggiore nella
concessione del credito, in particolar modo del
credito immobiliare, che a sua volta ha generato un
aumento della domanda di investimento immobiliare
e di conseguenza un innalzamento dei prezzi.
Si
è
di
meccanismo di
conseguenza
innescato
un
accelerazione che ha prodotto un
rialzo dei prezzi immobiliari e conseguente rialzo
della richiesta di accensione dei mutui, con derivata
intensificazione del processo di Abs. Ma ancora, dal
2001, a tali nuovi strumenti vanno ad aggiungersi i
convenienti
tassi
di
interesse
applicati
alla
accensione di mutui. È stato rilevato che8 si è venuto
a creare un meccanismo razionale sostenuto da un
elemento
aspettative
non
razionale,
euforiche
quali
sono
sull’andamento
state
futuro
le
dei
prezzi immobiliari.
La crisi è giunta nel momento in cui i prezzi
delle abitazioni sono cominciati a crollare, è così
venuta meno la condizione di fondo del processo di
Abs e conseguentemente è crollata anche l’altra
condizione, consistente nella diversificazione del
8 “Mr. Greenspan accepted that the crisis had found a flaw in his thinking but
said the kind of heavy regulation that could have the crisis would have
damaged US growth. He described the past two decades as a period of
euphoria that encouraged participants in the financial markets to misprice
securities” In: FT 24 October 2008.
rischio, proprio in ragione del crollo generalizzato dei
prezzi.
Si
è
avuta,
per
vari
motivi,
una
riconcentrazione del rischio sulle banche, in primis
perché esse stesse hanno acquistato quote di titoli
rischiosi; in secondo luogo a causa della protezione
dal rischio di insolvenza offerta; e, infine, per la
garanzia, come anche per le linee di credito e di
liquidità prestate alle società che emettevano tali
titoli.
Il riflesso di tutto ciò è stato innanzitutto il
blocco del processo di Abs che, a sua volta, ha
bloccato i titoli mortgage-backed, così, in assenza di
richiesta sul mercato il loro prezzo è crollato.
Non può dunque sorprendere che la Lehman
Brothers, detentrice di molti di questi titoli a bilancio,
ha visto crescere sensibilmente le sue passività
rispetto alle attività. In ragione del considerevole il
numero di banche che, come la Lehman, hanno
prestato
denaro
assumendo
a
garanzia
titoli
mortgage-backed, anche gli operatori assicurativi
che li garantivano sono risultati danneggiati per la
richiesta enorme di copertura del rischio avanzata (è
il caso di AIG9).
9 (AGI) - Roma, 16 set. - Aig e' un colosso dai piedi d'argilla, un gigante che
molti temono possa diventare la prossima grande vittima della crisi dei mutui.
Fino a pochi giorni fa Aig era la piu' grande compagnia di assicurazione del
È doveroso segnalare come a questo punto
sia stato decisivo il ruolo del Governo americano che
si è trovato a dover scegliere chi salvare, se le
compagnie assicurative o le banche di investimento,
ma anche quale banca sostenere e quale invece no!
mondo per capitalizzazione di mercato e resta un anello fondamentale del
sistema finanziario americano, l'equivalente per le assicurazioni di Citigroup,
la prima banca del mondo. Se crollasse, spiega un analista, "sarebbe come
togliere un pilastro alle fondazioni di un grattacielo". Aig e' il numero uno delle
polizze assicurative Usa e la prima fornitrice di rendite a tasso fisso, uno dei
prodotti su cui si basa il sistema previdenziale di milioni di pensionati
americani. Ma Aig ha anche una divisione finanziaria che agisce come una
banca d'affari e che e' fortemente esposta nei prodotti strutturati garantiti da
mutui. E' questo il buco nero di Aig. Rbs stima che la sua esposizione sui
derivati si aggiri sui 441 miliardi di dollari (oltre 300 miliardi di euro). Nel
giugno scorso la Sec ha iniziato ad indagare su questo buco nero, ipotizzando
che Aig abbia manomesso il valore in bilancio della polizze assicurative sui
bond legati ai mutui. I guai di Aig sono cominciati da li' e Wall Street ha
iniziato a tremare, poiche' se crolla Aig, crolla un bel pezzo del grattacielo
della finanza Usa, cioe' rischia di saltare tutta quella galassia di banche e
societa' che si e' assicurata dal rischio di insolvenza stipulando polizze cds,
credit default swap, proprio con Aig. Il meccanismo e' complesso. Un'enorme
fetta dei mutui subprime sono finiti in pacchetti di bond strutturati chiamati
cdo, che Aig assicurava dal rischio di default coi cds. A garanzia di queste
polizze, cioe' come collaterali, ha emesso titoli di stato e altre obbligazioni.
Insomma, una gigantesca catena di S. Antonio. Con la crisi dei subprime i cdo
sono diventati praticamente carta straccia e i cds sono diventati piu' cari. Aig
ha quindi dovuto emettere piu' collaterali a garanzia delle polizze. La Sec e il
dipartimento Usa alla giustizia sospettano che abbia barato sulle stime per
iscrivere in bilancio i cds e i relativi collaterali. Nel giugno scorso
l'amministratore delegato di Aig, Martin Sullivan, in sella dal 2005, si e'
dimesso per lasciare il posto a Robert Willumstad. Dietro quelle dimissioni ci
stavano le inchieste sui cds, ma anche lo scontro tra Sullivan ed Hank
Greenberg, azionista della banca ed ex amministratore delegato, anche lui
finito a suo tempo nel mirino della Sec. Greenberg e' una vecchia volpe che
ha diretto la compagnia per 40 anni e ne conosce tutti i piu' reconditi segreti.
Secondo gli esperti e' l'unico che conosca veramente come funziona Aig. Sta
di fatto che il gruppo, seduto sulla polveriera dei cds e duramente colpito dalla
crisi dei mutui, e' entrato in una grave crisi di liquidita' ed e' alla disperata
ricerca di capitali per risollevarsi. Willumstad si e' gia' detto disponibile a
vendere attivita' per rastrellare capitali. Sta di fatto che tra sabato e domenica,
i colloqui di Aig con diverse aziende tra cui la finanziaria di Warren Buffet
sono falliti e Aig si e' vista costretta a chiedere aiuto alla Fed. "E' una delle
poche societa' al mondo - spiega un analista - che possa permettersi di
andare dalla Fed a chiedere liquidita'". Solo che e' capitata al momento
sbagliato. La Fed era alle prese col crack di Lehman e col salvataggio di
Merrill. Willumstad avrebbe chiesto un prestito temporaneo da 40 miliardi di
dollari. La Fed si e' messa in moto, perche' Aig non e' una societa' qualsiasi e,
come spiega Ken Lewis, boss di Bank of America, cioe' l'uomo che sta per
diventare il piu' grande banchiere del mondo, "non conosco nessuna grossa
banca americana che non sia esposta con Aig. Se saltasse sarebbe un
problema molto piu' grosso di tutti quelli con cui abbiamo fatto i conti finora".
La Federal Reserve, dunque, ha iniziato ad aiutare Aig, il cui titolo ieri ha
perso oltre il 60% a Wall Street.
In: http://www.agi.it/news/notizie/200809161355-cro-rt11099-art.html
In effetti, guardando alle vicende reali si
registrano soluzioni differenti, Fannie Mae10, Freddie
Mac11, Bear Stearns12…a ancora Lehman Brothers,
10 Abuot Fannie Mae. Fannie Mae is a government-sponsored enterprise
(GSE) chartered by Congress with a mission to provide liquidity and stability
to the U.S. housing and mortgage markets. Fannie Mae operates in the U.S.
secondary mortgage market. Rather than making home loans directly with
consumers, we work with mortgage bankers, brokers, and other primary
mortgage market partners to help ensure they have funds to lend to home
buyers at affordable rates. We fund our mortgage investments primarily by
issuing debt securities in the domestic and international capital markets.
Fannie Mae was established as a federal agency in 1938, and in 1968 we
were chartered by Congress as a private shareholder-owned company. On
September 6, 2008, Director James Lockhart of the Federal Housing Finance
Agency (FHFA) appointed FHFA as conservator of Fannie Mae. In addition,
the U.S. Department of the Treasury agreed to provide up to $100 billion of
capital as needed to ensure the company continues to provide liquidity to the
housing and mortgage markets. Fannie Mae has three businesses - SingleFamily, Housing and Community Development, and Capital Markets - that
work together to provide services, products, and solutions to lender partners
and a broad range of housing partners. Together, these businesses contribute
to the company's chartered mission objectives, helping to increase the total
amount of funds available in America to make homeownership and rental
housing more available and affordable.
In:
http://www.fanniemae.com/aboutfm/index.jhtml;jsessionid=H1NLY15VOP131J
2FQSHSFGA?p=About+Fannie+Mae
11 About Freddie Mac. Freddie Mac engages in mortgage purchasing, credit
guarantee, and portfolio investment activities in the United States. It
purchases single-family and multi-family residential mortgages, and mortgagerelated securities from lenders in the primary mortgage market that originate
mortgages for homebuyers, including mortgage banking companies,
commercial banks, savings banks, community banks, credit unions, state and
local housing finance agencies, and savings and loan associations. The
company also buys mortgage loans and mortgage-related securities, and
issues guaranteed mortgage-related securities in the secondary market. In
addition, Freddie Mac guarantees the payment of principal and interest on
mortgage-related securities, including single-family and multi-family, mortgage
participation certificates issued by the company, and securities related to taxexempt multifamily housing revenue bonds. The company was founded in
1970
and
is
headquartered
in
McLean,
Virginia.
In:
http://finance.yahoo.com/q/pr?s=FRE
12 The Bear Stearns Companies, Inc., based in New York City, was one of the
largest global investment banks and securities trading and brokerage firms
prior to its sale to JPMorgan Chase in 2008. The main business areas, based
on 2006 net revenue distributions, were: capital markets (equities, fixed
income, investment banking; just under 80%), wealth management (under
10%) and global clearing services (12%). Beginning in 2007, the company
was badly damaged by the subprime mortgage crisis. In March 2008, the
Federal Reserve Bank of New York provided an emergency loan to try to
avert a sudden collapse of the company. The company could not be saved,
however, and was sold to JPMorgan Chase for as low as ten dollars per
share, a price far below the 52-week high of $133.20 per share, traded before
the crisis, although not as low as the two dollars per share originally agreed
upon by Bear Stearns and JP Morgan Chase. Bear Stearns was founded as
an equity trading house in 1923 by Joseph Bear, Robert Stearns, and Harold
Mayer with $500,000 in capital. Internal tensions quickly arose between the
three founders. The firm survived the Wall Street Crash of 1929 without laying
off any employees and by 1933 opened its first branch office in Chicago. In
1955, the firm opened its first international office in Amsterdam. In 1985, Bear
Stearns became a publicly traded company. It served corporations,
AIG, unico comun denominatore è rappresentato
dalla ricerca della stabilità del sistema finanziario e al
contempo dal tentativo di limitare il più possibile
l’intervento dello Stato.
L’attività svolta da Fannie Mae e Freddie Mac
consiste nel “comprare mutui” e finanziare tale
attività mediante l’emissione di obbligazioni. Questi
Istituti statunitensi hanno un legame tale con i
mercati che, a detta degli economisti, la totale
insolvenza da parte delle stesse verso i creditori
avrebbe potuto avere conseguenze disastrose, oltre
che per la sfiducia che avrebbe generato nei grandi
investitori istituzionali, detentori delle obbligazioni
emesse da queste, anche in conseguenza dei
institutions, governments and individuals. The company's business included
corporate finance, mergers and acquisitions, institutional equities and fixed
income sales, trading and research, private client services, derivatives, foreign
exchange and futures sales and trading, asset management and custody
services. Through Bear Stearns Securities Corp., it offered global clearing
services to broker dealers, prime broker clients, and other professional
traders, including securities lending Bear Stearns was also known for one of
the most widely read market intelligence pieces on the street, known as the
"Early Look at the Market - Bear Stearns Morning View".Bear Stearns' World
Headquarters was located at 383 Madison Avenue, between East 46th Street
and East 47th Street in Manhattan. The company employed more than 15,500
people worldwide. The firm was headquartered in New York City with offices
in Atlanta, Boston, Chicago, Dallas, Denver, Houston, Los Angeles, Irvine,
San Francisco, San Juan, Whippany, NJ and St. Louis. Internationally the firm
had offices in London, Beijing, Dublin, Hong Kong, Lugano, Milan, São Paulo,
Mumbai, Shanghai, Singapore, and Tokyo.In 2005-2007, Bear Stearns was
recognized as the "Most Admired" securities firm in Fortune’s "America's Most
Admired Companies" survey, and second overall in the security firm section.
The annual survey is a prestigious ranking of employee talent, quality of
management and business innovation. This was the second time in three
years that Bear Stearns had achieved this "top" distinction.n 2005-2007, Bear
Stearns was recognized as the "Most Admired" securities firm in Fortune’s
"America's Most Admired Companies" survey, and second overall in the
security firm section. The an 2005-2007, Bear Stearns was recognized as the
"Most Admired" securities firm in Fortune’s "America's Most Admired
Companies" survey, and second overall in the security firm section. In:
http://en.wikipedia.org/wiki/Bear_Stearns#cite_note-better-1
rapporti che hanno con le banche regionali degli
States che si occupano di mutui. Tale settore, già
indebolito
dalla
crisi
dei
subprime,
avrebbe
sopportato il peso di una reazione a catena
danneggiando così oltre che le stesse banche anche
i mutuatari.
Un intervento simile lo troviamo nel Regno
Unito per la Northern Rock, dove però la lentezza
delle autorità in merito alla scelte da attuare ha
inevitabilmente generato la fila dei depositanti agli
sportelli.
Come è stato scritto: <<Siamo arrivati a una
svolta
‘statalista’.
Per
necessità,
in
nome
dell'emergenza, ma di questo si tratta. Il primo
segnale l'ha dato Jean-Claude Trichet13 nella
conferenza stampa di giovedì 2 ottobre dicendo: è
appropriato che i governi assumano "responsabilità"
sulle banche così come deve fare il settore privato.
Poi lo ha successivamente spiegato con precisione
13 Trichet was born in Lyon, France and educated at the École des Mines de
Nancy. He later trained at the Institut d'etudes politiques de Paris (best known
as Sciences Po) and the Ecole nationale d'administration, two French higher
education institutions in the field of political science and state administration.In
1987 Trichet became a member of an influential Washington-based financial
advisory body, the Group of Thirty. Later, in 1993 he was appointed governor
of Banque de France. On 1 November 2003 he took Wim Duisenberg's place
as president of the European Central Bank. (Most European Union leaders
present at a 1998 special summit believed that Wim Duisenberg had agreed
to a compromise with the French representatives and would step down from
his
office
halfway
through
his
eight-year
term.).
In:
http://en.wiipedia.org/wiki/Jean-Claude_Trichet#Biography
Lorenzo Bini Smaghi, membro del ‘board': se per
evitare il fallimento di una banca lo stato riacquista i
titoli spazzatura ciò comporta un colpo di spugna
sulle responsabilità di chi l'ha diretta e dei proprietari,
meglio
"intervenire
sul
capitale".
"Diventando
azionista della banca lo Stato può rimuovere il
management e il consiglio di amministrazione, se li
ritiene
responsabili
delle
difficoltà".
Dopo
il
salvataggio e la ristrutturazione vende la propria
quota anche per guadagnarci dopo aver tanto
sborsato>>14.
Gli strumenti finanziari derivati, cenni.
I contratti derivati costituiscono una realtà nata
già nell’ 800 quando presso il Chicago Board of
Trade si assisteva alla negoziazione di schemi
contrattuali riconducibili ai derivati. Precisamente, gli
strumenti finanziari derivati, sono contratti basati
sull’andamento di variabili, le quali possono essere
costituite da quotazioni azionarie, tassi di interessi e
di cambio, prezzi di merci…e il termine “derivato”
indica la derivazione del valore dello strumento da
un’attività o da un altro indice sottostante15. È
14 In: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/SpecialiDossier/lettera-dabruxelles/lettera-da-bruxelles-031008.shtml?uuid=0f6a94a4-915a-11dd-89afbfeff0c5b928&DocRulesView=Libero&fromSearch
15 Camera dei Deputati, 6° Commissione Permanente (Finanze), Le
problematiche relative agli strumenti finanziari derivati. Audizione informale
duplice la finalità per la quale si impiegano i derivati,
la prima, e la maggiormente diffusa, è di copertura
dei rischi16, l’altra è tipicamente speculativa e si
ottiene scommettendo sull’andamento della variabile
sottostante. Diverse sono le tipologie di derivati che
si possono realizzare e il mercato ne accoglie
sempre di differenti, più complesse, frutto della
finanza, sempre in continua innovazione.
Ai sensi dell’art. 1, comma 3, del Testo Unico
della Finanza, si considerano “strumenti finanziari
derivati” quelli previsti al comma 2 lettere f), g), h), i)
e j) e quindi, i contratti “futures” su strumenti
finanziari, su tassi di interesse, su valute, su merci e
sui relativi indici, nonché i contratti di opzione, i
contratti a termine collegati a strumenti finanziari
(…), i contratti di opzione per acquistare o vendere
gli strumenti indicati sopra e i relativi indici, i contratti
di scambio a pronti e a termine (swaps ed equity
swaps quando si realizzano su indici azionari). Da
ultimo, il comma 2, annovera anche le combinazioni
di contratti o di titoli ora menzionati. Il legislatore si
preoccupa solamente di fornire definizioni basate
sull’elencazione di forme tecniche degli stessi e dei
del Direttore Generale della Banca d’Italia Fabrizio Saccomani, Roma 6
novembre 2007.
16 La struttura derivata del contratto consente di assumere una posizione di
segno opposto rispetto a quella da cui origina il rischio che si intende coprire.
possibili
indici
sottostanti.
Data
la
particolare
rischiosità legata all’utilizzo di tali strumenti, sia per
gli intermediari che per la clientela, l’operatività degli
stessi forma oggetto, nel nostro ordinamento, di una
regolamentazione specifica accompagnata da rigidi
controlli ad opera della Banca d’Italia e della Consob.
La prima si preoccupa infatti di accertare la stabilità
degli intermediari17, mentre la seconda garantisce la
tutela degli investitori. Gli intermediari bancari sono
attivi nei mercati dei derivati con strategie e
comportamenti operativi differenti in relazione agli
obiettivi aziendali prescelti. Approssimativamente si
può
distinguere
fra
banche
che
operano
sul
segmento dei derivati in modo circoscritto e solo per
finalità di copertura del proprio rischio e banche che,
invece, si servono di derivati e di prodotti innovativi
per sviluppare e diversificare le fonti di reddito,
anche
in
virtù
nell’intermediazione
della
contrazione
tradizionale.
dei
ricavi
L’operatività
in
derivati è svolta prevalentemente dalle banche con
controparti bancarie e finanziarie, tuttavia, negli ultimi
anni, si è assistito ad un notevole sviluppo di tale
attività nei confronti di imprese, enti locali, clientela
17 L’attività in derivati non è soggetta ad una specifica autorizzazione da
parte della Banca d’Italia, che, se effettuata per la clientela, rientra
nell’ambito dei servizi d’investimento che, di norma, vengono autorizzati a
richiesta, in sede di costituzione, in quanto costituiscono ordinario
completamento dell’attività bancaria. retail . Normalmente la conclusione di contratti con
tali controparti è complementare all’offerta di servizi
bancari e finanziari tradizionali. La strutturazione di
derivati per la clientela richiede il possesso, da parte
delle banche, di competenze matematico-finanziarie
tali per poter rendere prodotti rispondenti ad
esigenze differenziate. Tale tipo di attività viene
svolta da intermediari specializzati che operano
come fonte di prodotti per conto dei gruppi bancari di
appartenenza o a servizio di altre banche. È
sconvolgente l’evoluzione delle forme a cui ha dato
luogo l’offerta dei derivati. I prodotti derivati originari
dotavano le aziende di strumenti per la gestione dei
rischi, idonei a rendere il risultato economico
indipendente dalle variazioni dei mercati finanziari,
ciò lo facevano attraverso la predeterminazione dei
costi
di
indebitamento
e
dei
prezzi
di
acquisto/vendita di materie prime e prodotti finiti.
Però, questi strumenti, così concepiti ed utilizzati,
rendevano sì il risultato economico immune dai rischi
finanziari, ma non consentivano anche alle imprese
di beneficiare dei favorevoli andamenti delle variabili
di mercato. Proprio per poter sfruttare anche tale
voce, questi prodotti sono stati sviluppati in modo
tale da poter offrire una copertura dai rischi connessi
con il verificarsi solo di taluni, ritenuti tra i più
probabili, scenari negativi per l’azienda. Ora, è
necessario far presente che le imprese, in particolar
modo quelle di più grandi dimensioni, hanno
indirizzato la loro domanda verso prodotti derivati
sempre più innovativi i quali affiancassero alla tipica
funzione
di
copertura
del
rischio
anche
una
componente di natura puramente speculativa.
Si
tratta di prodotti complessi la cui valutazione esige
una particolare competenza e che, a fronte di un
minor costo della copertura ovvero di altri benefici
economici18, espongono le imprese a rischi di difficile
apprezzamento.
La
clientela
retail
solitamente
acquista prodotti derivati con finalità di copertura dei
rischi
di
tasso
di
interesse
connessi
con
i
finanziamenti ricevuti, inoltre i derivati sono anche
utilizzati come forma di investimento, al fine di
realizzare rendimenti superiori alla media, con
conseguente assunzione, non sempre consapevole,
di rischi particolarmente elevati.
Guardando al sistema bancario in modo
globale emerge che l’attività in derivati espone le
stesse a rischi di mercato di entità modeste, infatti,
principalmente, svolgono attività di intermediazione
18 Ad esempio il versamento di un upfront, il quale è costituito da
una somma di denaro pagata dall’intermediario alla controparte del contratto
al fine di ristabilire l’equilibrio finanziario della transazione nei casi in cui il
valore di mercato negativo al momento della stipula del contratto.
tra posizioni in derivati assunte da operatori residenti
e il mercato finanziario internazionale, trasferendo
così una parte rilevante del rischio sui bilanci delle
maggiori banche commerciali e di investimento
estere.
Tuttavia,
contrattuali
ha
l’evoluzione
determinato
delle
per
le
tipologie
banche
un’accentuazione dei rischi, non annoverabili tra i
tradizionali e non facilmente quantificabili, quali ad
esempio quelli legali e reputazionali, che sono idonei
a compromettere il legame fiduciario con la clientela
con forti riflessi sul valore aziendale. Al fine di evitare
effetti negativi sui mercati azionari connessi allo
sviluppo del mercati dei derivati è necessario che la
vendita di tali contratti si rivolga a soggetti qualificati
e
si
realizzi
attraverso
un
elevato
livello
di
trasparenza informativa, elemento indispensabile per
garantire la piena rispondenza dei prodotti collocati
alle esigenze e ai profili di rischio delle controparti.
Rapida cronologia dei mesi iniziale della
crisi19.
La crisi che attanaglia i mercati finanziari
affonda le proprie radici già nel febbraio 2007, infatti
è proprio in quel mese che il colosso creditizio di
Hong Kong, la HSBC, rese nota la necessità di dover
19 Da: http://it.reuters.com/
procedere ad accantonamenti al fine di coprire le
perdite nel portafoglio di subprime USA, altrettanto fa
la New Century Financial Corp. (California). Nello
stesso mese di febbraio si registra una clamorosa
perdita, pari al 10% del suo valore, dell’indice della
Borsa di Shanghai, indice che negli ultimi anni si
annotava sempre in ascesa.
Tuttavia, la bolla esplode solo tra giugno e
luglio del medesimo anno, mesi che vedono la
finanza strutturata attraversare momenti terribili.
Il 17 luglio Bear Stearns annuncia il fallimento
di due suoi hedge found.
Il
9
agosto
BNP
Paribas
procede
al
congelamento temporaneo di tre fondi aventi assets
per 2,2 miliardi di dollari, assumendo come causa
l’illiquidità di alcuni segmenti del mercato che
impedivano, di fatto, una corretta valutazione.
La FED dà inizio al taglio del tasso di sconto, il
primo di mezzo punto percentuale, ma già a
dicembre si arriva a un punto e mezzo.
Dal 13 settembre si assiste alla nota “fila agli
sportelli”, infatti, a seguito del rifiuto delle autorità
governative britanniche di rispondere alle richieste di
aiuto della Northern Rock, si genera la prima ondata
di panico. Il Governo inglese il 17 settembre si vede
così costretto a garantire tutti i depositanti dell’ottava
più grande banca inglese.
È proprio a proposito della Northern Rock che
molti autori non si sono dispensati dall’avanzare
pesanti
critiche
nei
confronti
la
convinzione
delle
autorità
britanniche.
È
univoca
che
in
una
situazione di crisi di liquidità, quale era quella post 9
agosto 2007, era opportuno supportare una banca,
quale la Northern Rock fortemente sbilanciata sul
fronte della raccolta.
A seguire, anche Bear Stearns20 è risultata
vittima della crisi dei mutui subprime, non solo, essa
infatti ha anche rappresentato un importante segnale
della crisi che avrebbe in poco tempo travolto le
borse mondiali sconvolgendo i caratteri della finanza
globale. Il gruppo, in occasione della chiusura del
bilancio del 2006 appariva florido e affidabile con un
giro ‘affari da 9,22 miliardi di dollari e un utile netto
pari a oltre 2 miliardi di dollari, gestiva inoltre assets
per 52,5 miliardi di dollari. All’apertura del nuovo
anno, dunque, il titolo legato alla banca d’affari
20 “La stessa Bear Stearns che era riuscita a superare la crisi del ’29 senza
licenziare un solo dipendente”. In http://www.borsaitaliana.it/popupfinestra_stampa.htlm
valeva a New York approssimativamente 170 dollari,
si registrava uno dei suoi massimi storici. I mesi
successivi però hanno visto un ridimensionamento
dei profitti oltre che della fama di B.S. che ha
rappresentato la prima grande manifestazione del
buco apertosi a Wall Streett con le svalutazioni del
mercato immobiliare. Infatti, le notevoli esposizioni in
assets connessi ai mutui subprime da parte di diversi
fondi del gruppo hanno travolto velocemente e
prevedibilmente la società. È il 22 giugno 2007 che il
gruppo si vede costretto a ricapitalizzare con 3,2
miliardi di dollari il suo Bear Stearns High-Grade
Structured Credit Fund dando vita al più grande
salvataggio di un hedge found dal 1998, allo stesso
tempo negoziava anche per il salvataggio di un altro
grande fondo controllato, il Bear Stearns High-Grade
Structured
Credit
Enhanced
Leveraged
Fund.
Entrambi questi fondi erano specializzati nel settore
dei mutui subprime e fu chiaro che tale attività non
rappresentava solo un pericolo per tutto il mercato
immobiliare, ma stava colpendo anche l’alta finanza
e in molti casi era responsabile anche della
creazione di tale tipo di strumenti finanziari. Il credito
facile erogato a soggetti a rischio di insolvenza si è
trasformato in un boomerang ed ha generato un
effetto valanga sui bilanci delle stesse che avevano
concesso i mutui in questione21. Così Bear Stearns
ha proceduto al rifinanziamento dei due fondi sopra
citati mediante l’emissione di Cdo (Collateral debt
obbligation22), che si rivelarono presto avere un
valore molto più inferiore a quello che per cui il
mercato li valutava. È di Merrill Lynch23 il tentativo di
salvataggio del Gruppo, la quale ha acquistato gli
assets sottostanti a tali Cdo per 850 milioni di dollari,
tuttavia la vendita all’asta solo 100 milioni furono
venduti. Ovviamente il timore, fondato e reale, che i
fondi erano ormai “scatole vuote” contribuiva a far
scendere ancora di più il titolo a Wall Street.
Le vicende della Lehman Brothers. È del 15
settembre 2008 l’annuncio, negli Stati Uniti, del
fallimento di Lehman Brothers, ed è da tale momento
in poi che si assiste ad un rilevante mutamento della
crisi. Infatti, prima di tale evento, non era ancora
troppo compromessa la fiducia dei risparmiatori del
mercato europeo; i dati raccolti e pubblicati dalla
21 Cfr: pag. 6.
22 Le cartolarizzazioni dei mutui residenziali (anche subprime) sono state
ricartolarizzate nelle strutture dei CDO, che consistono a loro volta in
emissioni di obbligazioni in tranche con rating dalla AAA alla B. In
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/0
8/crisi-mutui.shtml?uuid=b2fc6e02-5548-11dc-acd0-00000e25108c
23 Merrill Lynch & Co., Inc. è una banca d'investimento con sede a New York.
Attraverso le sue sussidiarie e filiali, offre servizi nel mercato dei capitali,
investimenti bancari, consulenze, gestioni di capitali, gestione di attivi,
assicurazioni e servizi bancari. La banca è stata fondata nel 1914 da Charles
E. Merrill e Edmund C. Lynch. Opera in più di 40 paesi intorno al mondo. In:
http://www.mlinvest.ml.com/It/About.aspx
Consob
rispetto
all’esposizione
di
banche
ed
assicurazioni verso i mutui subprime, come anche
l’esposizione delle famiglie italiane per portafogli
amministrati o gestiti, non allarmavano. Tuttavia, il
fallimento di Lehman Brothers ha influenzato tutte le
entità europee del gruppo americano, in particolar
modo la holding costituita nel Regno Unito, la quale
operava in tutto il territorio europeo per mezzo di
succursali, anche attraverso la succursale con sede
a Milano24. Lo stesso 15 settembre, appresa la
notizia della richiesta di fallimento della Holding
americana, la Consob, di concerto con Banca d’Italia
e Isvap, ha intrapreso una indagine volta alla
ricognizione del rischio potenziale per il sistema
italiano,
partendo
dell’esposizione
investitori
in
amministrato.
settembre,
la
di
da
un’indagine
emittenti,
forme
di
Senza
Consob
mercati
risparmio
indugio,
ha
ricognitiva
lo
e
degli
gestito
ed
stesso
15
indirizzato
ad
un
significativo numero di emittenti non finanziari una
24 Il Gruppo Lehman Brothers operava in Italia attraverso diverse
società abilitate a prestare servizi di investimento o di gestione collettiva, tra
cui: - Lehman Brothers A.M. Italy SGR (società di gestione autorizzata, ma
non ancora operativa); -Lehman Brothers International (succursale di
impresa di investimento comunitaria), che si occupa di prestare servizi di
consulenza e negoziazione, in particolare su derivati, anche con enti locali e
casse di previdenza, tale intermediari si avvale di circa 150 dipendenti sulle
sedi di Milano e Roma; -Lehman Brothers Bankhaus AG (succursale di
banca comunitaria).
richiesta di informazioni25 volta a portare alla luce la
posizione rispetto a derivati, depositi o linee di
credito, come anche a titoli in portafogli emessi o
garantiti dal gruppo Lehman Brothers o da soggetti
comunque facenti capo a quel gruppo. Dall’analisi
effettuata non sono emersi dati particolarmente
allarmanti, infatti, su un campione di 40 società, 27
hanno dichiarati non possedere alcun rischio verso il
gruppo Lehman Brothers, invece, 3 primarie società
hanno comunicato posizioni attive in derivati per 76
milioni di euro. Complessivamente gli emittenti
interrogati hanno fatto emergere un’esposizione nei
confronti di Lehman Brothers di circa 120 milioni di
euro per derivati e 3,7 milioni di euro per tioli in
portafoglio26. Per quanto attiene all’operatività di
Lehman Brothers sul mercato italiano, è doveroso
segnalare che Lehman Brothers Internaional Europe
negoziava direttamente sui mercati gestiti da Borsa
Italiana
tramite
“accesso
remoto”,
ossia
collegamento telematico diretto, e ricopriva la
25 In particolare la richiesta della Consob si proponeva di capire: fair value e valore nominale relativi ai derivati di copertura, ripartiti in posizioni
attive e posizioni passive; -fair value e valore nominale relativi ai derivati di
negoziazione, ripartiti in posizioni attive e posizioni passive; -fair value dei
titoli in portafoglio emessi o garantiti dal Gruppo Lehman Brothers o da
soggetti allo stesso riconducibili, compresi bond, ABS, RMBS, CDO; -depositi
presso società del Gruppo Lehman Brothers; -perdite per rischio registrate
sulle posizioni citate…
26Fonte:
Ministero
dell’economia
e
delle
http://www.mef.gov.it/ufficio-stsampa/comunicati/?idc=19838
finanze,
in:
qualifica di operatore principale nei mercati gestiti
dalla società MTS S.p.A.27. Lo stesso 15 settembre,
n seguito alla notizia della richiesta di fallimento
avanzata da Lehman Brothers, l’operatività sui citati
mercati ed anche la quotazione sul mercato
telematico delle obbligazioni gestito da Borsa Italiana
S.p.A.28 di due prestiti obbligazionari, è stata
sospesa. Il 16 settembre, su comunicazione della
Banca d’Italia, la Cassa di Compensazione e
Garanzia ha dato inizio alla procedura prevista in
caso di inadempimento di un partecipante indiretto
(negoziatore), mentre Monte Titoli ha provveduto alla
liquidazione delle posizioni garantite da controparte
centrale ed ha provveduto allo stralcio di quelle non
garantite.
In merito al risparmio gestito ed
amministrato, il controvalore dei titoli del Gruppo
Lehman Brothers nei patrimoni dei fondi comuni è
risultato essere di circa 138 milioni di euro29 , quello
relativo alle gestioni individuali è risultato di circa 400
milioni di euro30, per circa ¾ riconducibile all’opera
di investitori istituzionali. L’analisi circa i prodotti del
Gruppo Lehman oggetto di collocamento ed offerta
27 Mercato Telematico Titoli di Stato e altri tioli a reddito fisso.
28 MOT – Mercato obbligazioni e Titoli di Stato.
29 Lo 005% del patrimonio gestito aggregato.
30 Pari allo 0,1% del patrimonio aggregato.
fuori sede, come anche i prodotti assicurativi31 aventi
come sottostante tali prodotti, collocati tramite
prospetto informativo ad investitori al dettaglio,
è
risultato pari ad oltre 1,6 miliardi di euro. Così, il 24
settembre,
Consob
ed
Isvap,
hanno
chiesto
congiuntamente alle imprese assicurative di fornire ai
clienti informazioni rispetto la procedura concorsuale
e le motivazioni di un’eventuale impossibilità di
pubblicare il valore degli strumenti collegati alle
polizze.
Il
25
settembre
la
Consob
ha
avviato
un’indagine ispettiva presso la succursale di Milano
di Lehman Brothers volta a verificarne l’operatività.
Tuttavia, il ruolo della succursale italiana appare
circoscritto
ad
attività
di
promozione
e
commercializzazione dei servizi della casa madre.
Il 29 settembre, sempre ad opera della
Consob, è stato prescritto alle Associazioni di
categoria
degli
raccomandare
ai
intermediari
propri
finanziari
associati
di
di
fornire
tempestive ed adeguate informazioni ai clienti circa
l’impatto del fallimento del gruppo Lehman sugli
investimenti effettuati.
31 Dette polizze index linked.
Nella crisi che attanaglia i mercati, gli
andamenti negativi possono essere anche acuiti
dalle c.d. vendite allo scoperto di titoli32 o short
selling.
La Consob, di concerto con le Autorità
europee, ha ridotto la possibilità di effettuare tale tipo
di operazioni, infatti, nelle attuali condizioni i
mercato, accentuando le tendenze ribassiste, i
problemi
di
liquidità
e
scarsità
del
credito
crescerebbero. Interventi volti a limitare le operazioni
di short selling si sino registrati prima negli Stati
Uniti, poi nel Regno Unito e a seguire in altri Paesi
europei.
La Delibera 16622, adottata dalla Consob in
data 22 settembre, stabilisce che la vendita di azioni
di banche e assicurazioni quotate deve essere
assistita dalla disponibilità dei titoli al momento
dell’ordine
e
fino
alla
data
di
regolamento
dell’operazione. La ratio dell’inserimento di una
disciplina così stringente risiede nella volontà di
32 Conosciute anche con il nome di short selling, si tratta di
vendite di titoli presi a prestito ovvero di cui non si ha immediata
disponibilità. Mediante tali operazioni si assume come obiettivo il
guadagno sulle differenze di prezzo dei titoli, rafforzando aspettative di
forte ribasso delle quotazioni.
contrastare manovre speculative idonee a produrre
effetti anomali sulle quotazioni33.
Si segnala che la Consob, in tale contesto,
continua ad esercitare con fermezza i propri poteri di
vigilenza al fine di contrastare comportamenti
anomali o scorretti, per limitare effetti che manovre
speculative produrrebbero sull’integrità del mercato e
sulla tutela degli investitori. Da ultimo è opportuno
segnalare che i provvedimenti adottati dalle varie
Autorità europee si sono rivelati frammentati e delle
volte di contenuto non equivalente dando luogo a
problemi
di
arbitraggio
regolamentare
delle
normative meno stringenti. Proprio per siffatta
ragione
il
Commettee
of
European
Securities
Regulators (CESR), anche in ossequio alle richieste
avanzate dalla Consob, ha proceduto ad istituire, in
data 30 Settembre 2008, una Task Force avente
l’obiettivo di coordinare le iniziative delle Autorità di
vigilanza. Tuttavia, i noti “paradisi legali” rimangono
33 Tra il 1° e il 18 settembre 208 il prezzo delle azioni
UNICREDIT ha subito un ribasso del 13,62%, passando dal prezzo
ufficiale di € 3,68 a € 3,18; nello stesso periodo l’indice del settore
bancario ha perso il 7,3%. Nelle sedute successive si è assistito a
consistenti rialzi che hanno portato il titolo a valori indicativamente pari a
quelli iniziali. Tra il 23 settembre e il 7 ottobre 2008 l’indice subiva un
perdita del 22,93%. È doveroso segnalare che il titolo UNICREDIT è
stato oggetto di rinvio in asta pre-apertura per 4 volte il 29 settembre
2008, per 6 volte il 30 settembre e 10 volte nella seduta del 7 ottobre
2008.
un problema aperto, continuano infatti a garantire “la
fuga” dalle giurisdizioni.
Il tramonto delle Banche d’investimento, le
shadow banks. Il 22 settembre 2008, il Financial
Times, intitola: “The shadow banking system is
unravelling”, proprio in quella sede viene messo in
evidenza il ruolo giocato dalle Banche d’investimento
americane, le quali storicamente nascono come
broker-dealer, ma in tale contesto, nella perioda
antecedente la crisi, hanno svolto il mestiere delle
banche
commerciali,
con
la
differenza,
non
trascurabile, che queste ultime sono soggette ad una
regolamentazione differente e, se vogliamo, più
stringente.
Il funzionamento di un mercato mobiliare in cui
si sono tratte azioni ed obbligazioni, coinvolge
diverse istituzioni finanziarie, tra le quali broker,
dealer, banche d’investimento e società di venture
capital. Questi soggetti non svolgono la funzione di
intermediazione
consistente
nell’acquisire
fondi
emettendo passività per poi usare tali fondi per
acquisire attività finanziarie, nonostante ciò sono
stati attori importanti nel processo di canalizzazione
dei fondi dai risparmiatori agli utilizzatori finali. In
particolare,
le
banche
d’investimento
sono
protagoniste nel collocamento iniziale dei titoli nel
mercato primario, mercato nel quale le nuove
emissioni di titoli sono vendute dalla società o dagli
enti governativi che otterranno per quelle nuovi fondi.
Nel mercato secondario, per contro, si scambiano i
titoli venduti nel mercato primario, in questo mercato
operano i broker e i dealer. Le banche commerciali,
a seguito della crisi del ’29 che portò il fallimento di
moltissime
banche,
sono
state
escluse
dalle
underwriting34 e dal collocamento di azioni poiché
tali operazioni implicavano un rischio elevato. I
“banchieri d’investimento” assistono le società nelle
scelte strategiche sul mercato.
Tuttavia, nell’attuale fase storica si registra un
comportamento delle grandi banche d’investimento
del tutto assimilabile alle tipiche competenze delle
banche commerciali, le investments hanno venduto
sul mercato il cosiddetto rischio di credito, senza
però
soggiacere
alle
regole
della
banca
commerciale, quali ad esempio predisporre in
bilancio riserve tali da garantire i propri clienti35. Gli
assets che vengono comprati sono solo sperati, si
34 La banca d’investimento può essa stessa, prima del collocamento,
sottoscrivere l’emissione, tale fase richiede che la banca acquisti l’intera
emissione ad un prezzo predeterminato per poi rivendere sul mercato.
35 Nuoriel Roubini, Comment & analysis, 21 settembre 08, www.FT.com
comprano i futuri flussi di cassa, naturalmente si
rimane vincolati all’investimento per tutta la durata
dello stesso assumendosene il rischio, quindi risulta
molto difficile svincolarsi prima della scadenza.
Così a seguito della crisi le big five si sono
trovate con grandi buchi nei bilanci. Si assiste al
tramonto delle banche d’investimento americane!