La domotica per tutti non ancora un "mercato" maturo, la

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La domotica per tutti non ancora un "mercato" maturo, la
STRUMENTI, METODOLOGIE E
DOMOTICA PER TUTTI
Ing. Pietro Andreotti - Presidente ICIE
SOLUZIONI
INNOVATIVE:
LA
Introduzione
A livello europeo l’avvio di un percorso di informazione e riflessione sul tema della
eliminazione delle barriere architettoniche è iniziato 25 anni fa con il primo Anno
internazionale delle persone disabili, a cui è seguito nel 1982 l’adozione di un
“Programma d’azione” contenente le prime raccomandazioni ed i primi suggerimenti
tecnici relativi alla accessibilità degli ambienti costruiti e la pubblicazione di un
manuale “Progettare con attenzione”.
Il 1989 è l’anno nel quale in Italia sono stati emanati i primi provvedimenti relativi
all’eliminazione ed al superamento delle barriere architettoniche: la legge 13 ha istituito
la possibilità di erogare contributi a fondo perduto per la ristrutturazione degli alloggi
abitati dai portatori di handicap e il DM 236 ha posto le basi per una progettazione e
costruzione di edifici ed in particolare di ERP fruibili anche per le persone con ridotta
mobilità.
E’ sorprendente notare che solo nel corso degli ultimi 20 anni si è posta l’attenzione sul
fatto che l’ambiente costruito possa e debba essere programmato, progettato, costruito e
mantenuto in efficienza, pensando ad una utenza differenziata che presenta anche
limitazioni funzionali e sensoriali.
Le norme tecniche D.M 236/89 ed il DPR 503/96 definiscono la barriera architettonica
un ostacolo fisico che è fonte di disagio per la mobilità, e che limita ed impedisce la
comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti. Nella accezione più
ampia comprende anche la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono
l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo. Esse sono rivolte
in particolare a coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o
impedita in forma permanente o temporanea.
L’anno scorso l’Unione Europea ha promulgato l’Anno europeo delle persone con
disabilità ampliando il concetto di barriera architettonica ed individuando e precisando
la nozione di ambiente costruito accessibile per tutti.1 Ovvero ogni individuo, in
quanto cittadino utente, deve essere in grado di accedere a edifici, locali pubblici e altre
strutture in quanto un ambiente accessibile consente alle persone di svolgere una vita
autonoma nella propria casa, di ricevere un’istruzione e una formazione, di cercare
occupazione ed inoltre consente di partecipare attivamente alla vita sociale ed
economica.
L'accessibilità quindi riguarda tutti i cittadini utenti e non solo una parte di loro
che hanno bisogni particolari.
Accessibilità all’ambiente edificato
Oggi quando si parla di accessibilità non ci si riferisce più soltanto alle barriere fisiche,
bensì anche a quelle virtuali quali ad esempio l'accesso e l'uso delle tecnologie
informatiche e della comunicazione che può rappresentare un ostacolo alle opportunità
di istruzione, lavoro, informazione, e vita indipendente.
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2010: Un Europa accessibile per tutti. Relazione del Gruppo di esperti istituito dalla Commissione
Europea
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Ciò che va cambiato è soprattutto il modo di concepire l’accessibilità dei luoghi in cui
viviamo. Prevedere rampe e servizi igienici accessibili è necessario ma non sufficiente,
per soddisfare l’accessibilità dell'ambiente costruito da parte di tutti.
Non è sufficiente pensare di modificare l'esistente solo per rispondere ai requisiti di
legge, ma occorre progettare e costruire edifici accessibili, sicuri, comodi, salubri e
fruibili da tutti i cittadini ed estendere l'accessibilità ad ogni elemento dello spazio
urbano e infrastrutturale.
Devono essere quindi eliminate le barriere di ogni tipo, culturali e fisiche, rendendo
disponibili, al contempo, gli opportuni ausili. Lo sviluppo delle nuove tecnologie ha
favorito la realizzazione di ausili robotizzati e computerizzati che si sono rivelati
soluzioni domotiche efficaci per superare una serie di disabilità ritenute prima
irrecuperabili.
La domotica per tutti non è tuttavia ancora un "mercato" maturo, assistiamo infatti alla
continua evoluzione tecnologica nel campo dell'automazione, della robotica, delle
nuove tecnologie dell'informazione rende disponibili alla filiera delle costruzioni:
− nuovi prodotti e componenti per l'automazione di funzioni negli impianti e nelle
apparecchiature tecnologiche degli edifici;
− nuove tecnologie dell'informazione
− nuovi componenti e sistemi di comunicazione che consentono nel loro insieme
di realizzare sistemi tecnologici complessi per migliorare la fruizione e la
gestione degli spazi dentro e fuori gli edifici.
La progettazione e realizzazione di edifici con soluzioni domotiche tende a superare la
logica prettamente tecnologica prestazionale (comfort e sicurezza), e si sta orientando a
considerare anche le esigenze sociali e le nuove domande (spesso latenti) di soggetti
quali gli "anziani" e i "disabili" permanenti e temporanei, i bambini, i genitori ed
assistenti.
Accanto alla necessità di ridurre i consumi energetici negli edifici che in Italia sono
superiori del 30% ai consumi energetici medi europei: 260 kwh/annui contro i
200 kwh/annui della media europea; vi è l'esigenza di migliorare i comfort, la
sicurezza, i controlli a distanza di elettrodomestici e dell'ambiente domestico; vi sono
delle esigenze di miglioramento delle condizioni di vita, benessere, indipendenza per
poter affrontare serenamente ma in sicurezza ed autonomia la vecchiaia, la disabilità,
la riduzione di abilità fisiche o psichiche.
Vi sono soluzioni tecnologicamente valide che possono ridurre o eliminare la necessità
di sostegni di protezione sociale e assistenziale (assistenza sociale e sanitaria
domiciliare) ed aumentare il grado di autonomia delle persone con ridotte abilità in casa
e fuori casa.
Nuove esigenze che la domotica può affrontare e risolvere tenendo in considerazione
anche la riduzione e contenimento dei costi sociali e sanitari tradizionali
(ospedalizzazione, assistenza in strutture protette).
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Sono inoltre disponibili ausili e attrezzature domotiche che consentono di sviluppare
attività di studio, lavoro, riabilitazione e cura nel proprio alloggio facilitando anche la
nascita di nuovi servizi che si possono ulteriormente sviluppare nel prossimo futuro e
quindi consentire la crescita di nuova occupazione.
La domotica per tutti contribuisce a creare ambienti confortevoli, sicuri, fruibili
accessibili da tutti ed in particolare da persone con ridotte capacità motorie e/o
cognitive.
In Italia vi sono tre milioni di disabili e di questi la metà sono disabili permanenti, ogni
anno vi sono 70.000 nuovi casi di lesioni al midollo spinale, causate da incidenti d'auto
o sul lavoro, sono lesioni non reversibili che creano disabilità permanenti che cambiano
la vita dei giovani in modo radicale.
La domotica è a nostro avviso un valido supporto per riprogettare la propria vita,
consentendo un più efficace processo riabilitativo, una ottimizzazione della fruizione
degli spazi domestici, una riduzione del bisogno di assistenza sanitaria ospedaliera.
Le tecnologie domotiche possono inoltre offrire al disabile l'opportunità di passare dalla
condizione di assistito alla condizione di protagonista attivo dello sviluppo di beni
immateriali quali nuovi servizi, consulenza, gestione banche dati, servizi di segreteria ed
amministrazione, ricerca, con il telelavoro oltre a dare nuove opportunità di lavoro ai
portatori di disabilità motorie e sensoriali si riduce il disagio e la fatica del trasporto, si
abbattono le distanze fisiche ect.
Un crescente numero di potenziali fruitori della domotica sono gli anziani: oggi nel
nostro paese vi sono 6,5 miliardi di anziani e di questi 2,5 vive solo, per ogni bambino
vi sono tre persone anziane.
La crescita dell'età media, il miglioramento delle condizioni di salute, i più elevati livelli
di conoscenza e istruzione spesso accompagnati da un maggior benessere economico,
frutto di sacrifici e dei lavori di una lunga vita, ci portano a ritenere che accanto ai
problemi di carattere sanitario e di salute si affacciano nuove esigenze e nuovi
comportamenti sociali dell'anziano.
Aumentano i bisogni di cura della persona anziana, ma anche i bisogni culturali, di
relazione e di socializzazione che richiedono interventi e soluzioni domotiche, che
aumentino la sicurezza ma anche l'autonomia, la gestione e la permanenza nel proprio
abitat, nei luoghi della memoria vissuta anche se si è colpiti da deficit funzionali e/o
cognitivi.
La domotica per tutti rappresenta quindi una comodità ma per altri può costituire una
necessità per rimanere autonomi, avere maggiore sicurezza, controllare a distanza,
demandare funzioni. Una sicurezza maggiore permette anche a persone che hanno
alcune funzionalità ridotte (fisiche, di memoria, ecc.) poter conservare la propria
autonomia; le persone che necessitano di controlli medici costanti possono essere
seguite da centri specializzati remoti.
Una casa sicura implica quindi fondamentalmente un maggiore grado di autonomia
anche solo tramite tradizionali controlli quali l’anti-intrusione, controllo perdite di gas e
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suo uso corretto (fornelli e forni che si spengono automaticamente dopo un tempo
massimo…),
allarme
antincendio,
controllo
temperature
(riscaldamento,
condizionamento e apertura corretta porte e finestre), allarme salute degli abitanti
(rilevamento di cadute, di assenza prolungata dal letto durante la notte, …),
elettrodomestici che si spengono se non usati o se accesi per troppo tempo (es.: ferri da
stiro, caffettiere, ecc.). Come già detto in precedenza oltre che una comodità
l’automatizzazione di alcune funzioni nella casa può diventare una necessità in caso di
malattia e disabilità e può consentire al tempo stesso anche il risparmio energetico: luci
che si accendono e si spengono da sole seguendo la presenza dell’utente; porte e finestre
meccanizzate che si possono comandare con comandi facilmente azionabili dall’utente
(telecomandi, comandi vocali, rilevatori di presenza, ecc.); impianti centralizzati di
aspirapolvere o aspirapolvere automatico che si muove da solo evitando gli ostacoli;
pensili della cucina motorizzati che si adattano all'esigenza di chi li usa;
elettrodomestici intelligenti che si attivano con maggiore frequenza quando la tariffa è
ridotta; controlli di caldaie/condizionatori automatizzati che regolano la temperatura
secondo le preferenze dell’utente ottimizzando i consumi; collegamenti con centri di
assistenza centralizzati per aumentare l’autonomia degli utenti anche quando non si ha
la possibilità economica di procurarsi un’assistenza personale.
Non tutte le innovazioni tecnologiche sono facilmente adattabili alle esigenze degli
anziani e dei disabili.
Le soluzioni domotiche sono efficaci se sono comprese ed accettate dagli utenti
finali.
Vi è quindi l’esigenza di disporre di tecnologie più semplici e facili nell'uso per
rispondere maggiormente alle effettive esigenze e bisogni concreti dell’utenza. Si rende
perciò necessario il coordinamento tra le varie parti della filiera dei potenziali attori che
possono contribuire allo sviluppo di questo mercato per non disperdere la forze e
focalizzarli verso il raggiungimento di un obiettivo comune: rendere le soluzioni
domotiche alla portata di tutti e rispondenti alle aspettative degli utenti. Integrare
funzioni domestiche e usare interfacce semplici, intuitive e naturali permette un
allargamento della tipologia di utenza: l’integrazione e l’automazione di funzioni
domestiche provoca la riduzione di comandi da impartire e la semplificazione
dell’interfaccia uomo-macchina; L’uso di comandi intuitivi, naturali e personalizzati
permette un allargamento della tipologia dell’utente includendo un maggior numero di
persone con esigenze speciali.
I più recenti studi e sperimentazioni hanno focalizzato l'attenzione sull'analisi dei
processi di percezione, comprensione, rappresentazione e fruizione degli spazi e degli
oggetti, nonché sulla verifica, delle soluzioni proposte. Ogni classe di utenti ha
specifiche esigenze, nonché proprie modalità d'uso e di percezione delle nuove
tecnologie. In particolare gli anziani esprimono bisogni particolari connessi alla propria
sicurezza a casa e meritano risposte e soluzioni altrettanto "selezionate".
Nel prossimo futuro saranno le tecnologie senza fili con interfaccia semplici che
gestiranno i controlli impiantistici e i processi fruitivi all'interno dell'abitazione e
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gestiranno in maniera strutturata tutta la rete dei servizi esterni all'abitazione quali quelli
di emergenza, di assistenza socio sanitaria, di manutenzione.
I sistemi di automazione e comunicazione saranno sempre più integrati e
compatibili con apparecchi disponibili sul mercato, si interfacceranno e si adatteranno
con i sistemi esterni alla abitazione, ma saranno sempre più facili e semplici da usare da
parte di tutti gli utenti, e dovranno garantire affidabilità e manuteniblità nel tempo.
Questo ultimo aspetto sarà garantito dallo sviluppo di nuove imprese specialistiche che
sapranno consigliare, installare, mantenere e gestire nel tempo le soluzioni domotiche
offerte.
Nei contesti territoriali più dinamici e competitivi si stanno sviluppando anche nuovi
servizi connessi alla domotica: servizi progettuali, servizi gestionali, servizi formativi,
servizi informativi per orientare l'utente sulle tecnologie e sugli ausili disponibili ect.
Con essi si affacciano nuove figure professionali del tecnico integratore di impianti
e informatica al tecnico manutentore e gestore dei sistemi complessi e quindi nuove
esigenze formative.
Nuove esigenze, nuovi prodotti e componenti, nuovi mestieri che necessitano di un
adeguamento normativo continuo, una maggiore sperimentazione e diffusione sul
territorio delle soluzioni domotiche più efficaci e delle buone prassi.
Le norme disponibili non sono ancora adeguate, solo alcuni settori (ad esempio
ascensori norma EN 81-70) sono stati normati con il principio dell'accessibilità per
tutti vi sono raccomandazioni per coinvolgere anziani e disabili nei percorsi normativi
(Guida CEN/CENELEC).
Nell'attività normativa occorre tenere conto della:
− necessità di revisionare le norme esistenti basate sulle capacità "comuni"
(escludendo le persone con disabilità, i bambini, i soggetti con limitazioni
funzionali);
− disabilità cognitive e sensoriali. (è sicuramente più difficile che normare
l'accessibilità di una sedia a rotelle).
Inoltre le norme relative ai componenti, sistemi e tecnologie dell'informazione e della
comunicazione dovrebbero seguire i principi della progettazione per tutti, per ridurre al
minimo l'interazione dell'utente/uso componenti, facilitare e semplificare le funzioni.
(telecomandi, pannelli di controllo, reti di sicurezza, chiavi elettroniche, ect.).
Le opere di costruzione devono essere progettate e costruite in modo tale che l'ingresso,
la fruizione, l'uscita dalle opere medesime siano accessibili, sicure e comode per tutti
coloro che potrebbero utilizzarle.
La presenza di norme per l'accessibilità e per eliminare le barriere architettoniche
coerenti e coordinate è la condizione necessaria per innescare e facilitare i cambiamenti
culturali e di comportamento dei vari attori, dei soggetti delle costruzioni, trasporti,
salute e sicurezza, tecnologie dell'informazione e della comunicazione interessati a
favorire l'accessibilità del costruito e del territorio a tutti.
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La Pubblica Amministrazione nelle gare pubbliche può essere decisiva per promuovere
l'accessibilità per tutti se nelle specifiche tecniche relative alla realizzazione di opere
pubbliche inserisce l'accessibilità per i disabili, e la progettazione per tutti.
Per perseguire questo obiettivo in modo efficace occorre un maggiore impegno nella
ricerca e sperimentazione, nella applicazione di soluzioni innovative, nella
diffusione delle esperienze maturate delle buone prassi, in ogni iniziativa pubblica e/o
privata che tenda alla riqualificazione edilizia e urbana a partire dagli edifici che
svolgono funzioni di interesse pubblico (ospedali, scuole, uffici, musei, ect.).
È altrettanto utile la creazione e messa in rete dei vari centri (di ricerca, e di
trasferimento tecnologico) finalizzati a fornire informazioni, servizi, conoscenza,
promozione di soluzioni innovative, guide e manuali allo scopo di divulgare, far
conoscere a tutti, in primo luogo ai cittadini, agli operatori, ai progettisti, ai medici, ai
costruttori e ai produttori.
Esperienza dell'ICIE nella ricerca, sperimentazione e trasferimento tecnologico nel
settore della domotica
Come Istituto di ricerca privato l'ICIE promuove, coordina e realizza progetti di ricerca
applicata e innovazione tecnologica di prodotto e di processo, sviluppati in
cooperazione con imprese, università e centri di ricerca nazionali e internazionali, e ne
promuove la sperimentazione e il trasferimento dei risultati conseguiti.
Nel settore della domotica l'ICIE sperimenta, l’uso di soluzioni innovative
impiantistiche applicate all’interno di edifici prevalentemente a carattere residenziale
con l’obiettivo di migliorare il livello di comfort ambientale e gestionale degli stessi e
garantire nel contempo l’autonomia e la sicurezza delle persone.
Queste attività sono state condotte secondo un approccio multidisciplinare che ha
visto fin da subito il coinvolgimento dei diversi operatori del processo quali ad esempio
ingegneri, architetti, impiantisti, medici, terapisti, fornitori di componenti e sistemi
complessi, di servizi esterni e gli utenti finali.
In particolare ICIE ha coordinato la realizzazione di due prototipi di case intelligenti
dedicate a persone con disabilità motorie e cognitive nell’ambito del progetto FACILE,
cofinanziato dalla UE.
La casa Facile è un luogo di passaggio tra l’ospedale e la casa dove i pazienti testano le
loro capacità residue con l’aiuto di terapisti, di amici e parenti. Lo scopo del progetto è
stato quello di definire un modello di casa intelligente ottimizzando le funzioni di
controllo e gestione dei dispositivi di automazione per supportare la persona ad una
effettiva vita indipendente. La sensoristica disposta nell’appartamento è stata
programmata in modo da gestire eventuali situazioni di stallo o di incertezza da parte
dell’utente in modo tale da evitare l’attivazione di funzioni non desiderate. E’ stato
definito inoltre un percorso riabilitativo supportato dalle tecnologie inserite all’interno
della casa per sperimentare un monitoraggio di tipo indiretto, non basato sul controllo
della persona, ma sul rilievo delle attività svolte all’interno dell’ambiente. Tale
monitoraggio consente al paziente di facilitare il suo percorso riabilitativo e può dare
informazioni utili e vitali al personale di cura e di assistenza anche in funzione remota.
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Il sistema tecnologico innovativo utilizzato e sperimentato nei due ospedali è composto
dal sistema di gestione instabus EIB di Siemens e da un sistema di controllo telematico
che gestisce tutte le informazioni provenienti da instabus denominato TOS (Telematic
Overview System). Il sistema TOS é realizzato mediante tecnologie Web-based in
funzione di una gestione remota realizzata mediante rete pubblica Internet.
La casa Facile realizzata a Sondalo all’interno della struttura ospedaliera E. Morelli è
destinata a persone con problemi motori. Tutte le funzioni di automazione e di controllo
relative al comfort, alla sicurezza ed alla comunicazione con l’esterno sono gestite
mediante un interfaccia vocale “Sicare pilot”. La casa quindi è dotata di apparecchiature
quasi tutte a controllo vocale che permettono ad un disabile non soltanto di vivere
meglio ma di essere in certi casi addirittura autosufficiente. Il controllo vocale è in
grado di riconoscere i comandi impartiti dalla persona in relazione alle seguenti
funzioni:
–controllo delle luci (accensione e spegnimento delle luci e regolazione della luminosità
delle lampade);
–controllo temperatura interna (aumento e diminuzione della temperatura interna nei
singoli locali)
–controllo tapparelle (apertura e chiusura delle tapparelle motorizzate)
–controllo porte interne e porta principale (apertura e chiusura delle porte interne e della
porta di ingresso esterna)
–controllo videocitofono (accensione del videocitofono presente nel locale ove risiede la
persona a fronte di una chiamata esterna);
–richiesta di intervento urgente in caso di allarme inoltrato su linea telefonica;
–controllo TV e HiFI (accensione e spegnimento TV e HiFi con possibilità di regolare il
volume o di cambiare i canali).
La casa Facile realizzata a Stoccolma all’interno della struttura Ospedaliera Danderyd
è destinata a persone con disabilità cognitiva. Tutte le funzioni di vita all’interno della
casa, preventivamente concordate con l’utente e supportate dal team di assistenti alla
riabilitazione, sono analizzate ed interpretate dal sistema di gestione TOS. Il sistema,
nel caso in cui tali funzioni vengano solo in parte realizzate o dimenticate totalmente,
opera un monitoraggio indiretto mediante l’ausilio di tutti i sensori ed attuatori presenti
nell’alloggio. E’ quindi in grado di riconoscere automaticamente i momenti critici di un
evento in modo tale da attuare tutte le procedure di sicurezza e di comunicazione al
responsabile dell'assistenze precedentemente concordate e definite con lo staff medico.
Le patologie ricorrenti dei pazienti assistiti dall’Ospedale Danderyd sono
principalmente riconducibili ad incidenti stradali, ictus o altre malattie cognitive. Le
persone coinvolte nella sperimentazione hanno problemi seri di memoria e possono non
riconoscere una persona da un giorno all’altro ed anche nell’ intervallo di poche ore.
Possono anche avere difficoltà a riconoscere un luogo se pur conosciuto o a avere
difficoltà a parlare o a sentire. La preoccupazione maggiore è quella di non ricordare le
cose da fare o le persone. La casa Facile mediante il sistema TOS ed i numerosi sensori
collocati all’interno della casa può guidare il paziente durante il suo cammino
quotidiano.
Il risultato raggiunto del progetto è stato validato con successo. Tuttora nei due ospedali
le case predimissione Facile sono utilizzate nelle attività del processo riabilitativo e si
sono accreditate come modello di riferimento.
Di seguito alcune immagini relative alle case pre-dimissioni FACILE.
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Un ulteriore progetto realizzato da ICIE in questo ambito è Njord un’azione di supporto
finanziata dalla CEE DGXIII -Programma Applicazioni Telematiche per anziani e
disabili, finalizzata a proporre sistemi di valutazione orientati sia alle esigenze degli
utenti sia allo sviluppo, progettazione, implementazione e uso di componenti e sistemi
domotici. Il risultato finale è stato la realizzazione di una guida finalizzata non solo a
capire, valutare, selezionare e usare differenti metodi di valutazione sui sistemi
domotici, ma anche ad applicare operativamente i risultati della valutazione stessa.
Tale manuale, denominato EAS (Evaluation Approach System), è costituito da una
struttura semplificata in cui differenti tipi di metodi di valutazione sono descritti e
commentati. L’EAS è uno strumento che ha la funzione di guida a coloro che si
occupano di domotica sia per la comprensione, la valutazione e l’uso dei metodi di
valutazione dal punto di vista degli utenti, sia per l’interpretazione dei risultati della
valutazione stessa.
In una valutazione dell’ambiente domotico orientata all’utente è importante determinare
quali categorie di esigenze si intendono considerare. Tre sono le principali categorie su
cui la valutazione può focalizzarsi: l’usabilità, l’utilità, la qualità di vita.
Il manuale EAS suggerisce l’uso di strumenti valutativi che considerano il punto di vista
degli anziani e dei disabili un elemento essenziale della valutazione stessa, inducendo i
diversi professionisti a considerare i bisogni, le aspettative e i desiderata degli
utilizzatori di un determinato prodotto o servizio.
Il manuale, oltre ad essere di interesse della Commissione in quanto azione di supporto,
é orientato principalmente verso coloro che sono coinvolti nello sviluppo, nella
progettazione e nell’uso di sistemi e componenti domotici per anziani e disabili:
fornitori di prodotti e servizi, organizzazioni e autorità responsabili per lo sviluppo di
politiche orientate alle persone con ridotte possibilità e al miglioramento della qualità
della loro vita.
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Porre l’utente finale come soggetto al centro del processo valutativo significa uscire
anche dall’ambiguità economicistica di vedere il destinatario di un servizio o un
prodotto per la persona, esclusivamente come cliente.
La domotica indirizzata alle persone anziane e ai disabili non può essere valutata solo
in termini di prodotti e servizi orientati ad una particolare categoria di clienti.
La domotica diviene strumento di risposta in un servizio alla persona e come tale ne
assorbe le finalità, le caratteristiche e i requisiti di qualità. Il cliente che intende far
ricorso ad un “servizio alla persona” chiede a quel servizio flessibilità, capacità di
personalizzarsi e adattarsi.
La valutazione di un prodotto e di un servizio domotico non può limitarsi alla verifica
dell’efficacia del processo produttivo e organizzativo. Deve porsi l’obiettivo di cogliere
e rispettare quella percezione della casa e dell’ambiente domestico di cui il destinatario
é portatore e le sue aspettative di miglioramento della sua qualità di vita.
Partecipazione nella valutazione non significa solo chiedere all’utente di rispondere alle
domande predisposte dall’esperto. Significa prioritariamente chiedere, relativamente a
quel prodotto o sistema domotico, chi l’ha voluto e per quale scopo e se l’utente era
consenziente o preferiva qualcosa d’altro.
Appropriati metodi di valutazione possono supportare quindi lo sviluppo e la diffusione
di tecnologie e servizi per anziani e disabili che siano in armonia con i valori etici e
sociali. L’obiettivo è quindi la diffusione e l’utilizzo dei metodi di valutazioni al fine
di rendere i sistemi domotici più efficienti, usabili e accettati dagli utilizzatori
finali.
Dalle esperienze in ambito europeo si è giunti ad implementare ed a trasferire i risultati
di questi progetti sperimentali all’interno di alcuni interventi di edilizia residenziale
pubblica a carattere innovativo in ambito urbano finanziati dal Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti – (Dipartimento per le opere pubbliche e per l’edilizia –
Direzione Generale per l’edilizia residenziale e le politiche abitative) realizzati ai sensi
dell’art. 2 lett. f Legge 457/78.
In particolare alcune soluzioni domotiche sono state inserite all’interno dei programmi
di sperimentazione del Comune di Siena e del Comune di Mantova. Entrambe città
d’arte, con un patrimonio consolidato di edifici a carattere residenziale e non, con
caratteristiche poco rispondenti ai requisiti di accessibilità per persone anziane e/o
disabili sono diventate luoghi di sperimentazione e realizzazioni di interventi applicando
i risultati delle ricerche dell'ICIE.
L’intervento proposto dalla città di Siena prevede il recupero del Complesso di
Vallepiatta (mediante Piano di recupero comprendente la Clinica medica, la ex
lavanderia dell’ospedale e la clinica Otorinolaringoiatra) da ex complesso Ospedaliero
ad un nuovo ambito della città all’interno del quale destinare alcuni edifici a carattere
residenziale per persone anziane e disabili mediante una progettazione accessibile per
tutti. Si sono inoltre inserite alcune tecnologie di sicurezza ambientale e personale in
grado di supportare meglio l’autonomia e la sicurezza dei futuri utenti a cui saranno
affidatati gli alloggi in locazione da parte della amministrazione pubblica. In particolare
si è prevista una dotazione tecnologica di sicurezza ambientale integrata in grado di
rilevare fughe di gas, perdita di acqua e fumi ed eventuali intrusioni comunicando le
informazioni ad una centrale di telesoccorso. Alla medesima centrale fanno riferimento
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chiamate di soccorso sanitario. La progettazione accessibile ha affrontato il tema della
riconversione e del recupero di spazi da destinare ad alloggi di edilizia residenziale
pubblica, in un contesto di recupero urbano che vede integrate le istanze di accessibilità
non solo dell’alloggio e degli spazi limitrofi ma anche degli ambiti esterni e dei
collegamenti urbani
L’intervento previsto nella città di Mantova consiste nella realizzazione di un
edificio di nuova edificazione di 28 alloggi sull’area libera di pertinenza dell’ex
magazzino comunale nel borgo di Cittadella nei pressi di Porta Giulia.
Il complesso residenziale è stato pensato fin da subito per l’inserimento di persone
anziane autosufficienti in coppia o sole. Al complesso residenziale sarà affiancato il
recupero dell’ex magazzino comunale quale sede di un nuovo centro socio assistenziale
caratterizzato da una serie di servizi di supporto per i bisogni delle persone anziane
quali una palestra, ambulatorio medico una sede per le azioni dei servizi sociali oltre
destinazione di spazi per il soggiorno e di uso collettivo.
Gli alloggi da realizzarsi ex novo sono stati progettati sulla base dei principi
dell’universal design ed in particolare hanno previsto soluzioni domotiche per
l’autonomia e il comfort integrate in una rete telematica in grado di gestire meglio tutte
le relazioni di supporto all’autonomia che si renderanno necessarie per il funzionamento
dell’edificio residenziale.
Recentemente nel settore dell’edilizia residenziale sono stati lanciati i nuovi bandi per le
città denominati “ Contratti di quartiere II” intesi quali strumenti innovativi in grado
di operare una riqualificazione non solo edilizia ma anche sociale di quartieri degradati
e segnati da diffuso degrado delle costruzioni e dell’ambiente urbano e da carenze di
servizi, in un contesto di scarsa coesione sociale e di marcato disagio abitativo.
All’interno di questi programmi i principali contenuti sperimentali vertono su 5 assi
tematici: Qualificazione dello spazio urbano; integrazione funzionale; applicazione dei
principi della bioarchitettura; soluzioni specifiche per anziani; eliminazione delle
barriere architettoniche. I contenuti innovativi proposti da ICIE negli interventi sono la
messa a norma e proposizione di soluzioni innovative con una particolare attenzione
all’alloggio e ai percorsi interni ed esterni agli edifici; lo studio di soluzioni specifiche
per esigenze connesse a particolari menomazioni (malati di Alzheimer, non vedenti
etc.); Introduzione nell’alloggio di dispositivi volti a facilitare la fruibilità e la sicurezza
nell’uso dei componenti edilizi e degli impianti; Integrazione dell’alloggio con servizi
di supporto esterni, di carattere sociale ed assistenziale, rapportati ai diversi livelli di
autosufficienza.
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