La ragazza guerriera

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La ragazza guerriera
LA RAGAZZA GUERRIERA
Molto tempo fa in una terra lontana, una ragazza di nome Nihal decise di arruolarsi nell’ ordine dei
cavalieri di drago. Nihal iniziò ad allenarsi duramente per la guerra che in quel tempo c’era nella
sua terra che si chiamava “Aires”. Le fu affidato un drago di nome Oarf. Lei amava combattere e
alla sua prima battaglia si scontrò con un cavaliere di drago nero. Il drago nero si liberò con uno
scrollone dai pietroni ammassati e rimase a scalpitare su quel che restava di una torre. Sul suo dorso
svettava Dola (un gnomo condottiero ), armato di una lunga lancia.
<< Sono qui per te, Dola! >> gridò Nihal, mentre la rabbia le esplodeva in petto. << Sono venuta a
prendere la tua testa! >>. Il guerriero restò fermo per un istante, con gli occhi puntati verso il cie
lo. Da sotto l’elmo uscì una voce sprezzante<< sei resistente, ragazzina. E stupida >>.
<<Questo lo vedremo, bastardo >>Mormorò Nihal. Sguainò la spada e quel semplice gesto che
aveva ripetuto migliaia di volte le costò caro perché nel frattempo il drago nero di Dola si alzò in
volo levando un polverone di sabbia. Nihal non vide la lancia che Dola le tirò e che senza sforzo
penetrò la sua corazza di cristallo ferendola di striscio alla spalla.
A Nihal montò il sangue alla testa: era infuriata, allora impugnò di nuovo la spada a due mani e
raddoppiò la velocità dei movimenti, parando con precisione i fendenti di Dola. Ancora non trovava
margini per attaccare, ma doveva avere pazienza. All’improvviso il drago nero si alzò e sputò una
fiammata, poi un'altra e un'altra ancora, mentre Oarf sbatteva le ali per levarsi più in alto. Ben
presto i due draghi si ritrovarono a viaggiare veloci verso il cielo. Allora lo gnomo sguainò la spada
con un gesto fulmineo << adesso combattiamo ad armi pari, e ad armi pari ti farò a pezzi >>.
Se contro una lancia Nihal poteva poco contro una spada le cose erano più facili. La ragazza spronò
Oarf e si scagliò contro lo gnomo. Dola rimase immobile, come se non fosse successo niente.Combatterono duramente senza esclusione di colpi e quando si fermarono la corazza di Dola era intaccata in più punti e lasciava intravedere la pelle insanguinata in più posti, ma Nihal era messa peggio.
Nihal pensò che per sconfiggere Dola bisognava sconfiggere il suo drago.
Non ebbe bisogno nemmeno di un comando che Oarf partì accanito contro il drago nero di Dola. I
ruggiti dei due animali erano assordanti e il calore che si sprigionava a ogni fiammata intontì Nihal
e Dola. La ragazza restava aggrappata a Oarf come poteva, mentre lo gnomo cercava di istigare il
suo drago a reagire. Poi, repentinamente, proprio quando sembrava avere la meglio Oarf abbandonò
la lotta e si diede alla fuga.
<< Fermati! Fermati, Oarf>> gridò Nihal. Si guardò alle spalle. La bestia nera li inseguiva a fatica e
perdeva sangue ad ogni battito d’ali.
Oarf puntò verso il cielo e solo dopo invertì bruscamente direzione, calando dall’alto sul suo nemico. Nihal fu tutt’uno con il suo drago Si! Si, Oarf! Ho capito! Sono pronta! Adesso!Strinse le ginocchia agguantò la spada con entrambe le mani, stringendone l’elsa come fosse quella di un pugnale.
Oarf planò a poca d’istanza dalla testa nera del drago e Nihal affondò la lama con tutta la forza che
le era rimasta. Dal collo del drago nero sgorgò un violento getto di sangue. L’animale emise un verso spaventoso di dolore misto a rabbia.<<Maledetto!>> urlò lo gnomo e con un fendente squarciò la
ala di Oarf.
Il drago nero perse rapidamente quota e rovinò sulla cima degli alberi, trascinando con sé i rami.
La soddisfazione di Nihal durò poco, Dola riemerse dalle piante e le scoccò un’occhiata sprezzante.
<<Ebbene? E tutto qui quello che sai fare?>> disse, poi tese ancora la spada verso di lei.
Dagli occhi di Nihal sgorgarono lacrime di rabbia, non c’era modo di sconfiggerlo non ce la faceva
più, non avrebbe retto a un altro scontro. Era destinata a morire.
Poi accadde qualcosa che le mozzò il respiro. La lacrima incastonata nell’elsa della sua spada prese
a brillare e l’albero su cui Dola era appoggiato si illuminò di colpo, ed emanò un chiarore argenteo
e terribile. Le radici uscirono dal terreno avvolsero ilo corpo mtozzo dello gnomo e lo gettarono a
terra. I rami si contorsero fino a toccare il suole e si attorcigliarono intorno ai suoi arti.
Nihal osservò la scena terrorizzata. Lo spettacolo di quell’immenso albero che si muoveva aveva un
che di spaventoso, di sovraumano, di potente. Un padre della foresta la stava aiutando.
Vide la corteccia brillare minacciosa, le foglie diventarono acuminate come lame di coltelli e
penetrare sotto la pelle di Dola i rami scuotere con violenza il loro prigioniero per poi gettarlo
lontano.
Dola andò a sbattere contro un altro albero e cadde a terra in un modo scomposto sul terreno. La
luce svanì a poco a poco e l’albero tornò immobile e silenzioso.
Targhini Daniele
2^A