Alla scoperta del fantasy - Campus

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Alla scoperta del fantasy - Campus
© Mondadori Education
Alla scoperta del fantasy
In questi brevi testi due autori di Fantasy esprimono alcune loro osservazioni su
come hanno scritto le loro storie o su alcuni elementi che hanno guidato il loro
lavoro. Nel primo testo è riportato il punto di vista di Licia Troisi, scrittrice fantasy
contemporanea, autrice di numerosi romanzi tra cui la nota saga Cronache del
mondo emerso, quella legata a La ragazza Drago, e I regni di Nashira; nell’altro
quello del giovane Christopher Paolini, autore della saga Il ciclo dell’eredità,
apprezzato dai lettori di tutto il mondo e qui intervistato da un gruppo di giovani
studenti.
Intervista a Licia Troisi
Mondi fantastici, guerriere coraggiose e descrizioni da brivido. Questo (e molto altro)
è quello che Licia Troisi, una delle più famose scrittrici di fantasy d’Italia, racconta
nei suoi libri. Per intervistarla sono arrivati da Genova e Padova Martina, Alberto e
Martina che l’hanno incontrata in una Roma torrida (quasi 37°) da Bibli, una libreria
del centro. La curiosità era tale che sono partite subito le domande...
Quando hai iniziato a scrivere? A 7 anni, le prime favole. All’inizio era un gioco e
poi, a 8 anni, ho firmato il mio primo romanzo che aveva... ben venti pagine! E a 20
anni ho creato il personaggio di Nihal, la protagonista delle Cronache del mondo
emerso.
È stato difficile riuscire a pubblicare il tuo libro? Sono stata fortunata. L’ho
mandato a Mondadori e un editor, Sandrone Dazieri, mi ha chiamato: lo aveva letto e
gli era piaciuto, così è iniziata la mia avventura!
Come mai hai scelto questo genere insolito? Non sono sicura di averlo scelto io,
penso che sia stato lui a scegliere me!
Come ti prepari prima di scrivere un libro? Faccio un giro per i posti che vorrei
raccontare e scatto molte foto per ricordarmi, anche da casa, le atmosfere, i colori e i
luoghi. Poi metto a punto “una scaletta” con la lista delle cose che vorrei
succedessero.
Ti ispiri alla vita reale? Per quanto riguarda i luoghi a volte sì. I personaggi e le
storie, invece, sono frutto della fantasia.
Sei stata tradotta in tutto il mondo! Come ti senti? È una sensazione bellissima
sapere che molte persone leggono i miei libri, è come costruire un “ponte” fra me e i
lettori.
Perché alcuni tuoi personaggi hanno nomi di stelle? Sono laureata in astrofisica e
questo mi ha influenzato. Per esempio i dragonesi hanno i nomi della costellazione
del Drago, e anche Nihal è una stella!
Uscirà un film? Una casa di produzione ha acquistato i diritti per le Cronache e sta
cercando di trovare un co-produttore in America. Speriamo!
Qual è il personaggio al quale ti senti più legata? Ido, anche se tutti i miei
personaggi raccontano una parte della mia vita: Nihal la mia adolescenza, mentre
Adub racconta come mi sentivo dopo la laurea. Sofia, però, è quella che mi
assomiglia di più per tutte le sue insicurezze e debolezze.
Focus Junior, n. 81, ottobre 2010
Gli studenti intervistano Christopher Paolini
Noi ragazze della Scuola Media Caduti di Cefalonia, per la prima volta al Bookblog1,
non ci aspettavamo certo di trovarci faccia a faccia con uno degli autori di fantasy di
maggior successo nel mondo. Anche le nostre tutor Giulia e Hind erano parecchio
emozionate. Non capita certo tutti i giorni di intervistare sui comodi divanetti di un
hotel Christopher Paolini, l’autore della celeberrima saga di Eragon.
Cresciuto nel Montana tra fauna selvatica e paesaggi mozzafiato, ha studiato in casa
istruito dai genitori, vivendo un po’ come Huckleberry Finn e Tom Sawyer. Molte
delle avventure di Eragon sono frutto di sue esperienze, anche se ammette deluso di
non aver mai cavalcato un drago.
Sorridente e disponibile, Christopher ci concede una lunga intervista.
Da cosa ha tratto l’ispirazione per tutti i suoi libri? Soprattutto da altri fantasy, ma
anche dai paesaggi della mia infanzia e dai membri della mia famiglia. Ho cercato di
scrivere qualcosa che avrei voluto leggere in altri libri.
Quanto c’è di autobiografico nei suoi libri? Molto più di quanto voglia ammettere.
Molti episodi prendono spunto dalla mia vita e dalle mie piccole avventure nella
natura selvaggia, alle volte divertenti altre molto pericolose. Una volta infatti mi sono
ritrovato faccia a faccia con un orso, un’altra ho fabbricato da solo un coltello, un
arco e una fionda. Una volta mi sono anche rotto un polso, come Eragon.
C’è una scena che ha visto concreta davanti ai suoi occhi, come una “visione”? Ce
ne sono moltissime, spesso mentre scrivo mi capitano questi lampi, queste immagini
vivide. Penso che in particolare quella che ha dato il via a tutto sia stata vedere
Eragon che trovava nei boschi la “pietra blu”, ovvero l’uovo da cui sarebbe uscita
Saphira.
Come ha fatto a concepire la profezia di Angela, che è stata il filo conduttore di
migliaia di pagine?
Io sostengo che non si possa scrivere un libro mentre si sta formando la storia.
Bisogna prima avere in mente una trama generale, priva di tutti i dettagli ma
comunque completa. È come con la musica: prima si compone, poi si suona. L’intera
storia di Eragon già esisteva nella mia mente, così sono stato in grado di scrivere la
profezia di Angela.
Le è piaciuto come la sua storia è stata resa nel film? Sono molto contento che
Eragon sia diventato un film. Ovviamente il regista ha trasmesso un punto di vista
diverso dal mio ma, d’altro canto, ognuno può interpretare un libro come vuole.
Qualche volta le sembra di vedere un drago solcare un cielo? In continuazione! Per
1. Bookblog: è un blog legato al Salone del Libro di Torino gestito da una redazione di giovani che
hanno tra i 12 e i 18 anni. Sono loro a raccontare gli eventi del Salone, a scrivere commenti sui libri
e a realizzare interviste con alcuni degli ospiti. Per saperne di più o per leggere qualche articolo vai
su http://bookblog.salonelibro.it/.
questo ho scritto Eragon, – ride divertito – da piccolo volevo fare l’eroe che
cavalcava i draghi e uccideva mostri.
Quale dei personaggi della saga vorrebbe portare nella realtà? Uno dei personaggi
esiste già: è mia sorella Angela, nel libro un’erborista indovina. Se proprio dovessi
sceglierne uno sarebbe Orik, il re dei nani, perché per il suo carattere affabile
potrebbe essere un buon amico. Non porterei fuori nessun altro perché ho paura che
si vendicherebbero per come li ho descritti e per ciò che gli ho fatto fare.
Ciò che ci ha colpito di Paolini è stata l’umiltà e la spontaneità delle sue risposte.
Nonostante all’inizio fossimo piuttosto agitate, lui ci ha messo subito a nostro agio,
grazie alla sua disponibilità. Dopo pochi minuti ci sentivamo come vecchi amici
riuniti in un bar a chiacchierare.
Arianna Maretto e Sara Tavella, Scuola Media Caduti di Cefalonia
Giulia Cibrario, Liceo Scientifico Copernico
http://bookblog.salonelibro.it