Wikipedia: l`enciclopedia impossibile

Transcript

Wikipedia: l`enciclopedia impossibile
Wikipedia: l’enciclopedia impossibile
Pietro De Nicolao
Liceo Scientifico Statale “Albert Einstein”, Milano
Classe 5a G
20 giugno 2012
Indice
Prefazione
4
1 Enciclopedia: i precedenti storici
1.1 Celso: le Artes . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2 Plinio il Vecchio: la Naturalis historia . . . .
1.3 La Cyclopaedia e il Dizionario ragionato delle
1.4 L’Enciclopedia Treccani . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
scienze, delle arti e dei mestieri
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5
5
5
6
6
2 Nascita di Wikipedia
2.1 Nupedia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.2 Wikipedia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
8
8
8
3 I cinque pilastri
3.1 Wikipedia è un’enciclopedia . . . . . . . . . . . . . .
3.1.1 Wikipedia non è un’enciclopedia di carta . .
3.1.2 Enciclopedicità . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.2 Wikipedia ha un punto di vista neutrale . . . . . . .
3.2.1 Gnoseologia wikipediana . . . . . . . . . . . .
3.3 Wikipedia è libera . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3.3.1 Perché non il pubblico dominio . . . . . . . .
3.3.2 Copyright e copyleft . . . . . . . . . . . . . .
3.3.3 Il software libero e la sua influenza culturale .
3.4 Wikipedia ha un codice di condotta . . . . . . . . .
3.5 Wikipedia non ha regole fisse . . . . . . . . . . . . .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
10
10
11
11
11
11
12
13
13
14
14
14
4 Comunità e politica di Wikipedia
16
4.1 Definizione del consenso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
4.2 Trasparenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
4.3 Enciclopedia in tempo reale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
5 Ipertesto, Wikipedia e World Wide Web
5.1 Storia dell’ipertesto . . . . . . . . . . . . . .
5.2 Nascita ed evoluzione del web . . . . . . . .
5.3 Il web dinamico e la collaborazione di massa
5.4 Wikipedia: un microcosmo del Web . . . .
2
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
19
19
20
20
21
Indice
6 La cattedrale e il bazar
6.1 Sviluppo software decentrato: Linux . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.2 Wikipedia, enciclopedia-bazar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6.3 Affidabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3
22
22
23
23
7 Modelli matematici di crescita
26
7.1 Cosa misurare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
7.2 Modello esponenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
7.3 Modello Gompertz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
8 Conclusioni
32
Bibliografia
33
Prefazione
[Wikipedia è] Come una salsiccia: è possibile che ti piaccia il gusto,
ma non necessariamente vuoi vedere com’è fatta.
(Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia)
Tutti conoscono Wikipedia, l’enciclopedia libera consultabile sul web. Molti la usano per lo
studio, per il lavoro, oppure ne leggono le voci per puro diletto e sete di conoscenza. Ma pochi
sanno che cosa stia dietro questo enorme progetto collaborativo.
La versione in lingua italiana di Wikipedia contiene più di 900.000 voci, quella inglese più di 3.900.000 (sic!). Se la Wikipedia in lingua italiana fosse stampata nel formato
dell’Encyclopædia Britannica, occuperebbe circa 374 volumi [Wikb], mentre quella in lingua
inglese ne occuperebbe 1675 [Wikc]. Per fare un paragone, l’ultima edizione della Britannica
aveva 32 volumi.
Nessuna enciclopedia di queste dimensioni avrebbe potuto essere costruita da un piccolo
gruppo di esperti, con un approccio gerarchico, come le enciclopedie tradizionali. Mai nessuno,
nella storia, aveva raccolto in modo organico e con tale velocità una simile mole di conoscenza.
Per scrivere molto ci vogliono molti collaboratori: la redazione dell’enciclopedia va estesa.
Wikipedia ha adottato una soluzione estrema: ha allargato la sua potenziale redazione a tutti,
indifferentemente dal titolo di studio, specializzazione, professione, cultura, lingua, religione,
ideologia politica. L’unica infrastruttura che può reggere un numero così alto di collaboratori
è il web. Tutti i controlli sui contributi degli utenti sono realizzati a posteriori, ossia dopo la
pubblicazione delle modifiche.
Prima della realizzazione di Wikipedia, nessuno avrebbe scommesso che un progetto del
genere avrebbe mai raggiunto dei risultati accettabili: l’enciclopedia sarebbe stata sede di voci
lacunose e piene di errori, perché non redatte da esperti, e vittima delle pressioni di parte,
dunque non neutrale. Il buon senso avrebbe detto: è un’enciclopedia impossibile!
Ma il progetto è stato portato avanti e, contro ogni ragionevole previsione, ci si è accorti
che l’enciclopedia funzionava, senza che se ne sapesse esattamente il perché. Allora devono
esistere dei presupposti filosofici, matematici e tecnici che spieghino perché l’enciclopedia si
sostenga e cresca senza collassare sotto la pressione dei vandalismi, dell’ignoranza o dello
scontro tra fazioni ideologiche contrapposte.
Lo scopo di questo percorso sarà quello di scoprire i presupposti e le leggi che regolano
l’enciclopedia libera, senza avere la pretesa né l’arroganza di “ingabbiare” un progetto così
complesso entro rigidi schemi concettuali.
4
Capitolo 1
Enciclopedia: i precedenti storici
Già nell’età romana imperiale si registrano i primi tentativi “enciclopedici”: con lo sviluppo
delle discipline tecniche furono redatte alcune opere compilatorie. Agli autori di quest’epoca
non interessava approfondire eccessivamente gli argomenti o apportare dei contributi personali:
desideravano divulgare i risultati già acquisiti.
Lo stile non risulta eccessivamente tecnico o complesso, ma divulgativo, in modo da
soddisfare le esigenze di un pubblico abbastanza vasto. Vi è la tendenza a raccogliere
sistematicamente in volumi le conoscenze divise per materia.
Tra le opere compilatorie ma non “enciclopediche” in senso stretto possiamo citare, nell’età
giulio-claudia, le Compositiones di Scribonio Largo, un elenco di ricette mediche, oppure il
De re coquinaria di Apicio, un ricettario. Il De Chorographia di Pomponio Mela è la prima
opera geografica in latino che ci sia pervenuta.
1.1
Celso: le Artes
Un tentativo più ampio, realizzato sotto il principato di Tiberio, è rappresentato dalle Artes
di Aulo Cornelio Celso, che si proponevano come manuale di più discipline: agricoltura,
medicina, retorica, filosofia, giurisprudenza e scienza militare. Di questa opera notevole si sono
conservati solo gli otto libri del De medicina. Sul piano epistemologico, Celso tratta la diatriba
tra razionalisti ed empiristi; i primi sostenevano l’assoluta necessità di trovare le cause della
malattia per poterla curare, i secondi facevano affidamento sulle cure che l’esperienza avesse
confermato essere efficaci. Celso prende una posizione mediana e prudente senza parteggiare
per nessuna delle due scuole di pensiero. Lo stile di Celso fu così chiaro ed elegante da ricevere
un elogio nello Zibaldone del Leopardi.
1.2
Plinio il Vecchio: la Naturalis historia
L’opera più simile ad una moderna enciclopedia è la Naturalis historia di Plinio il Vecchio,
scritta sotto Vespasiano (77 d.C.) e dedicata al figlio dell’imperatore, Tito. L’opera raccoglie
in maniera estesa e sistematica le conoscenze nel campo delle scienze naturali: i 37 libri
dell’opera trattano di cosmologia, geografia, antropologia, zoologia, botanica, mineralogia,
metallurgia. Nel primo libro è contenuto un indice, nel quale sono elencati tutti gli argomenti
trattati in ogni capitolo; ogni elenco è seguito da una bibliografia in cui si citano gli autori,
divisi tra greci e romani. Plinio dichiara di aver raccolto nell’enciclopedia circa 20.000 dati,
da 2000 volumi di 100 autori principali.
5
6
P. De Nicolao — Wikipedia: l’enciclopedia impossibile
Da questi numeri ci possiamo rendere conto dell’imponenza dell’opera e dell’immane impegno richiesto per la sua realizzazione, considerati i mezzi di cui poteva disporre Plinio nella
sua epoca. Plinio non è rigorosamente neutrale nell’esposizione, ma espone il suo punto di
vista moralistico: l’uomo non deve mai superare i limiti imposti dalla natura — per esempio
non deve scavare in profondità per estrarre i metalli preziosi o utilizzare prodotti importati
dalle regioni esotiche. Alcuni atteggiamenti dell’autore sono inoltre dettati dalla superstizione e da un atteggiamento antitecnologico comune tra gli intellettuali di quell’epoca. Lo stile
è secco e tecnico, prettamente compilatorio, tranne negli excursus e nelle prefazioni in cui
l’autore esprime le proprie tesi.
1.3 La Cyclopaedia e il Dizionario ragionato delle scienze,
delle arti e dei mestieri
Nel 1728 Ephraim Chambers pubblicò a Londra la prima edizione della Cyclopaedia, un dizionario enciclopedico in quattro volumi che raccoglieva voci dai diversi campi della conoscenza,
in ordine alfabetico, con “collegamenti” reciproci all’interno del testo.
L’Encyclopédie o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri dei francesi
Denis Diderot e Jean Baptiste Le Rond d’Alembert nacque inizialmente come traduzione della
Cyclopaedia di Chambers, ma assunse presto dimensioni ben maggiori. Il progetto fu enorme, rapportato alle risorse disponibili ai tempi: tra la pubblicazione del primo e dell’ultimo
volume passarono 21 anni (1751-1772); l’enciclopedia conta 75.000 lemmi ed è divisa in 17
volumi di voci e 11 volumi di illustrazioni; conta 20 milioni di parole divise in 18.000 pagine.
L’Encyclopédie fu il risultato del lavoro di un numeroso gruppo di persone, che dovettero
confrontarsi con la censura imposta — a fasi alterne — dalla monarchia francese. La tiratura
fu di 4250 copie.
L’Enciclopedia francese non aveva l’intenzione di essere neutrale, ma rifletteva nelle sue
voci le idee illuministiche: la fede nella scienza e nel progresso, l’esigenza di un cambiamento dello Stato e delle forme di governo, la nuova sensibilità scientifica, lo spirito borghese,
l’avversione verso l’oscurantismo cattolico e la negazione dell’autorità delle Sacre Scritture
nell’ambito della scienza.
L’Enciclopedia raccoglie sia le conoscenze “tradizionali” allora percepite come “alte” (storia, filosofia, letteratura, teologia) sia le conoscenze tecniche e pratiche riguardanti le arti e i mestieri, che venivano così elevate a maggior dignità. Infatti, secondo i redattori
dell’Enciclopedia, i lettori avrebbero dovuto aver accesso anche a conoscenze “utili” per il
lavoro e per la vita di tutti i giorni.
Le voci sono collegate tra loro con dei rimandi, usati dagli autori anche per confermare o
confutare delle affermazioni ivi presenti.
1.4 L’Enciclopedia Treccani
In Italia la prima grande enciclopedia universale moderna, in grado di confrontarsi con le
omologhe straniere come l’Encyclopædia Britannica, fu l’Enciclopedia Italiana di scienze,
lettere ed arti, più nota come Enciclopedia Treccani.
L’Enciclopedia è stata curata dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, fondato nel 1925
dall’imprenditore tessile Giovanni Treccani, insieme a membri di alto profilo dell’ambiente
culturale italiano dell’epoca: Giovanni Gentile (come direttore scientifico), Luigi Cadorna,
Gaetano De Sanctis, Luigi Einaudi e molti altri.
Capitolo 1 – Enciclopedia: i precedenti storici
7
Nonostante le pressioni del Ministero della Cultura Popolare, il filosofo neoidealista Gentile, già Ministro della Pubblica Istruzione (1922–1924) sotto il fascismo, riuscì a mantenere una
linea editoriale autonoma e si avvalse anche del contributo di intellettuali antifascisti [Gre11].
Per questo l’Enciclopedia rappresenta un compromesso tra il regime fascista e gli intellettuali.
Fino al 1928 il comitato tecnico diede vita a 60.000 voci principali e a 240.000 voci secondarie. La prima edizione, divisa in 35 volumi, fu pubblicata negli anni tra il 1929 al 1937; nel
1938 fu pubblicata la prima appendice e nel 1939 gli indici. Dopo la guerra, furono pubblicate
altre sei appendici. Attualmente l’Enciclopedia consiste di 62 volumi per un totale di 56.000
pagine.
Tra il 1955 e il 1961 l’Istituto pubblicò in 12 volumi il Dizionario enciclopedico italiano,
una sintesi di dizionario ed enciclopedia. Seguirono altre opere tematiche.
Capitolo 2
Nascita di Wikipedia
2.1 Nupedia
Il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales era un sostenitore della filosofia oggettivista di Ayn
Rand e partecipava ai dibattiti filosofici online: arrivò a creare, nel 1992, una propria mailing
list sull’oggettivismo. Proprio nelle mailing liste filosofiche, Wales conobbe Larry Sanger,
dottorando in filosofia, anch’egli impegnato in dibattiti online. Sanger, dopo il fallimento del
suo sito web riguardante il millennium bug, era in cerca di un nuovo progetto da realizzare
online. Wales gli propose un’enciclopedia libera online, che avrebbe dovuto, attraverso delle
inserzioni pubblicitarie, generare una rendita per la Bomis, la società di Wales. Nacque così,
nel 2000, Nupedia.
Il primo problema da affrontare fu quello dell’oggettività dell’enciclopedia. Wales e Sanger erano attratti dalla filosofia oggettivista poiché essa afferma l’esistenza di una realtà di
fatti non dipendente dai singoli individui. La tesi di dottorato di Sanger verteva proprio
sull’argomento della giustificazione epistemologica.
Sanger, da buon accademico, decise che la redazione di Nupedia sarebbe avvenuta secondo
il modello tradizionale: degli esperti volontari altamente qualificati (accademici e professionisti) avrebbero supervisionato la crescita dell’enciclopedia secondo un metodo rigoroso. Ogni
contributore avrebbe dovuto mostrare i propri titoli. Furono distinti i ruoli di autore, redattore e correttore di bozze, e fu approvato un processo di creazione e revisione delle voci,
precedente alla loro pubblicazione, lungo e laborioso; gli esperti furono raggruppati per area
tematica. Gli standard fissati da Sanger erano assai elevati per un progetto composto da
volontari: ben pochi accettarono di sottoporsi ad un processo editoriale così rigido e così
lungo.
2.2 Wikipedia
Nupedia si arenò ben presto: ogni anno venivano prodotte poche decine di voci e il progetto
non si rivelò più conveniente da un punto di vista economico [Lih10]. Nel 2001 Sanger incontrò
il suo amico programmatore Ben Kovitz, che gli propose di usare per il suo progetto WikiWikiWeb di Ward Cunningham, un software web di editing collaborativo: chiunque avrebbe
potuto modificare le pagine senza nemmeno registrarsi. Era un sistema editoriale nettamente
diverso da quello usato fino ad allora per Nupedia: al rigore accademico si contrapponeva
un modello collaborativo assai più libero e disinvolto. Jimbo Wales approvò l’idea, che fu
sottoposta alla comunità di Nupedia.
8
Capitolo 2 – Nascita di Wikipedia
9
Figura 2.1: Il logo attuale di Wikipedia
Nella scelta del termine wiki per il progetto, Cunningham fu ispirato da un bus hawaiano
chiamato “Wiki Wiki” che trasportava i passeggeri tra i terminal dell’aeroporto; in lingua
hawaiana wiki significa veloce; ripetuto due volte, super veloce [Lih10].
Il 10 gennaio 2001 Wales installava UseModWiki, un semplice script basato sul codice di
WikiWikiWeb, sul server di Nupedia. Tuttavia i nupediani non approvarono questo nuovo
approccio “aperto”, ritenendolo un esperimento poco serio rispetto alle rigide regole di Nupedia. Il nuovo progetto fu scorporato e il 15 gennaio 2001 Sanger annunciava il nuovo sito
Wikipedia.com. Esso stava acquistando una crescente visibilità e il processo editoriale semplice attirava un buon numero di volontari. Il 12 febbraio 2001 il progetto contava già 1000
voci.
UseModWiki cominciava però a mostrare gravi limiti. I dati erano memorizzati su file e
non su un vero database e la gestione delle revisioni era piuttosto rozza. Magnus Manske,
un programmatore tedesco, sviluppò il software MediaWiki, in uso ancora oggi. Esso lavora
su un vero database e dispone di una fondamentale funzione che mostra le differenze tra
due versioni di una stessa voce. Le pagine dell’enciclopedia sono chiaramente distinte dalle
pagine “di servizio” utilizzate per l’amministrazione del progetto. Negli anni successivi furono
implementate diverse e brillanti soluzioni tecniche per gestire il crescente carico sui server e
garantire la scalabilità dell’infrastruttura con il crescere del numero di accessi. Inoltre il
software è in continuo sviluppo e miglioramento.
Ad oggi la Wikipedia in lingua inglese (la più grande) conta quasi quattro milioni di
voci, con 135.000 utenti attivi1 . Wikipedia è attualmente sotto il controllo della Wikimedia
Foundation, una fondazione senza fini di lucro basata soltanto sulle donazioni degli utenti.
Wikipedia non ospita alcun tipo di pubblicità.
1
con utente attivo si intende un utente che ha effettuato almeno una modifica negli ultimi 30 giorni
Capitolo 3
I cinque pilastri
Wikipedia non è gerarchica: gli utenti collaborano tra pari, e le regole sono decise mediante il consenso della comunità. Esistono però dei “valori non negoziabili” di Wikipedia, che
regolano l’evoluzione dell’enciclopedia e la vita della comunità. Presenti almeno implicitamente sin dalla nascita della stessa Wikipedia, essi sono stati formalizzati e definiti nei cinque
pilastri [Wika]:
1. Wikipedia è un’enciclopedia.
2. Wikipedia ha un punto di vista neutrale.
3. Wikipedia è libera.
4. Wikipedia ha un codice di condotta.
5. Wikipedia non ha regole fisse.
3.1 Wikipedia è un’enciclopedia
enciclopedia [gr. enkýklios paidéia, propr. ‘educazione (paidéia) ciclica (enkýklios)’, cioè complessiva] s. f. 1 Opera che riunisce ed espone in modo sistematico
le cognizioni relative a tutto il sapere umano, o a una singola parte di esso: e.
universale, giuridica, medica; e. dei giochi, e degli sport […]
(dallo Zingarelli 2011 [Zin10])
Non bisogna mai dimenticare che Wikipedia è prima di tutto un’enciclopedia.
Wikipedia non è una fonte primaria: i contenuti delle voci devono essere confermati da
fonti indipendenti. Wikipedia non è un dizionario perché ogni voce deve avere un minimo
livello di approfondimento, e non può limitarsi ad una mera definizione. Non è un manuale
di istruzioni, sebbene possa coprire argomenti tecnici.
Non è nello scopo di Wikipedia raccogliere i contenuti personali degli utenti, sebbene gli
utenti dispongano di alcune pagine dove depositare le bozze delle voci, appunti ed effettuare
prove tecniche. Wikipedia non è nemmeno un social network: lo scopo di un’enciclopedia è
raccogliere ed organizzare la conoscenza, non promuovere i legami interpersonali tra gli utenti
(che si formano comunque in maniera collaterale).
10
Capitolo 3 – I cinque pilastri
3.1.1
11
Wikipedia non è un’enciclopedia di carta
Wikipedia non è un’enciclopedia di carta, quindi non è soggetta ai limiti fisici che limitano
l’estensione e l’approfondimento delle voci delle enciclopedia cartacee.
I mezzi informatici (e finanziari) di cui dispone Wikimedia Foundation sono sufficienti
per ospitare una quantità immensa di contenuti. In pratica non esistono limiti “materiali”
al numero o alla dimensione delle voci, sebbene si tenda a spezzare le voci molto lunghe in
più sotto-voci (ad esempio: Roma, storia di Roma, stemma di Roma, monumenti di Roma
antica, chiese di Roma, architetture civili di Roma, demografia di Roma, università di Roma,
musei di Roma, arte romana, cucina romana, quartieri di Roma, trasporti a Roma…). Questo
significa che è possibile dare ad ogni argomento tutto l’approfondimento necessario.
L’assenza di limiti materiali sui contenuti fa di Wikipedia la più vasta enciclopedia mai
realizzata, sia per le dimensioni sia per la varietà di argomenti trattati. Ci sono le voci di
ciascun personaggio di Harry Potter, dei Simpson, dei Pokèmon o addirittura le voci delle
singole puntate e dei personaggi delle più famose serie TV.
3.1.2
Enciclopedicità
Il fatto che Wikipedia possa accogliere una quantità smisurata di informazioni non implica
che essa debba farlo: è compito di un’enciclopedia discriminare, cioè scegliere, tra ciò che è
enciclopedico e ciò che non lo è.
Una voce enciclopedica è adatta, per la rilevanza dell’argomento, a stare su Wikipedia.
L’enciclopedicità non è da confondere con la notorietà: una voce può stare su Wikipedia anche
se l’argomento non è conosciuto al grande pubblico, purché sia rilevante nel suo campo.
L’argomento deve essere già rilevante prima di essere inserito su Wikipedia: Wikipedia
non è un sito promozionale. L’enciclopedicità degli argomenti di attualità deve essere considerata secondo una prospettiva storica: un argomento recente a cui la cronaca dedica grande
attenzione potrebbe non rivelarsi sufficientemente rilevante per stare nell’enciclopedia.
Come si può immaginare, l’enciclopedicità delle voci è tra gli argomenti in assoluto più dibattuti e controversi tra la comunità dei wikipediani. Ogni giorno una decina di voci vengono
sottoposte alla procedura per la cancellazione: attraverso un’attenta discussione la comunità decide che cosa cancellare e che cosa mantenere, ridefinendo la sottile linea che separa
l’enciclopedico dal non enciclopedico.
3.2
Wikipedia ha un punto di vista neutrale
La neutralità e l’oggettività delle voci sono princìpi fondamentali di ogni enciclopedia che si
rispetti. In Wikipedia tale regola è assoluta e indiscutibile ed è sintetizzata con la sigla NPOV
(Neutral Point Of View).
3.2.1
Gnoseologia wikipediana
La pretesa di neutralità solleva importanti interrogativi di ordine filosofico: esiste una e una
sola verità, neutrale ed oggettiva, oppure tale pretesa è vana poiché ogni opinione è ugualmente
valida e la conoscenza si riduce all’individuo? Ammesso poi che esista, tale verità è conoscibile,
e come? chi la possiede? Nei secoli la filosofia ha dato diverse risposte, anche in contraddizione
tra loro, a queste grandi domande che l’uomo si è posto sin dall’antichità.
Già il sofista greco Protagora (V sec. a.C.) diceva:
12
P. De Nicolao — Wikipedia: l’enciclopedia impossibile
L’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle
che non sono in quanto non sono.
Ogni individuo (o comunità o umanità) vede le cose (o valori) in modo differente da
tutti gli altri. Il fatto che ognuno possa interpretare la realtà in modi diversi è alla base
dell’ermeneutica o metodo dell’interpretazione.
Quella protagorea è dunque una posizione soggettivista e relativista, anche se delle parole
“uomo” e “cose” sono state date storicamente tre diverse interpretazioni. Ma una specifica
posizione (religiosa, ad esempio) può essere sostenuta sia da un singolo individuo sia da un
gruppo di individui: il punto è che nella trattazione di un singolo argomento ci possono essere
pareri contrastanti.
Radicalmente diversa è la visione di Platone, che ammette l’esistenza di un mondo trascendente e soprasensibile (iperuranio) di cui il mondo sensibile è copia imperfetta o manifestazione. Il dualismo, oltre che ontologico, è gnoseologico: Platone distingue tra episteme
(scienza) e doxa (opinione). È dunque ammessa una conoscenza oggettiva, sebbene essa non
sia perfettamente conoscibile neanche dal filosofo.
Wikipedia tiene conto della scientificità delle teorie e dei fatti e pone attenzione alla verificabilità delle affermazioni riportate: in questo senso esiste una verità oggettiva e scientifica.
Nondimeno, riporta le opinioni significative di minoranza, storiche o attuali. Esse devono
essere sempre attribuite ai rispettivi sostenitori. Sono assolutamente sconsigliate le formule
evasive come “c’è chi dice”, “molti sostengono che”, ecc.
Ad esempio, è noto a tutti e fatto comunemente accettato dalla scienza che la Terra è di
forma sferoidale, sebbene in età antica si pensasse ad una Terra “piatta”. Non manca una
voce sull’antica teoria della Terra piatta, corredata delle specifiche citazioni e attribuzioni.
Un altro esempio, più critico, è quello dell’omeopatia: è scritto chiaramente, sin dall’inizio
della voce, che l’efficacia delle cure omeopatiche non è mai stata dimostrata da alcuno studio
clinico. Tuttavia, essendo l’omeopatia un fenomeno di rilevanza enciclopedica, sono citate
anche le tesi dei sostenitori insieme alle confutazioni.
Non è possibile costruire un’enciclopedia presupponendo un assoluto relativismo conoscitivo: la stessa idea di enciclopedia si basa su un atteggiamento razionalista. La fiducia nella
capacità dell’intelletto umano di perseguire la conoscenza è imprescindibile per chi voglia
realizzare una raccolta organica di conoscenze. L’enciclopedia è un’opera di classificazione
sistematica delle scienze, che ricorda quella messa in atto sommariamente da Auguste Comte. Le voci sono divise in “categorie” secondo un ordine gerarchico, che consente di leggere
l’enciclopedia per argomenti.
Nulla è considerato come “dogma” e qualunque contenuto può essere messo in discussione,
con argomenti basati su fonti attendibili.
Nonostante l’innegabile contributo nei confronti dell’umanità della scienza e della tecnologia, che hanno consentito la nascita di Wikipedia, le voci non scadono in un generico
atteggiamento positivista di acritico scientismo: l’enciclopedia deve sempre e comunque seguire un punto di vista neutrale, evidenziando le critiche e i dibattiti in atto sull’argomento
trattato.
3.3 Wikipedia è libera
La generica affermazione “Wikipedia è libera” si presta a fraintendimenti. Wikipedia è libera
per diverse ragioni:
Capitolo 3 – I cinque pilastri
13
• Wikipedia è completamente gratuita, poiché Wikimedia Foundation si finanzia esclusivamente sulle libere donazioni degli utenti, non ospita pubblicità e non subisce condizionamenti economici;
• chiunque è libero di migliorare le voci di Wikipedia o aggiungerne di nuovi;
• MediaWiki, il software alla base di Wikipedia, è un software libero;
• i contenuti di Wikipedia sono rilasciati in copyleft, ossia sotto licenze libere;
• le regole di Wikipedia, fatta eccezione per i cinque pilastri, sono decise dalla comunità.
La libertà è ciò che distingue Wikipedia dalle enciclopedie tradizionali, il suo punto di
forza e la causa delle sue debolezze.
Libertà non significa che si possano copiare su Wikipedia contenuti protetti da copyright,
poiché essi sono protetti dalla legge e incompatibili con la licenza del progetto. Non significa neanche che si possa copiare qualunque contenuto dal progetto senza citarne la fonte
o rispettarne la licenza. Non significa neppure che si possa inserire su Wikipedia qualsiasi
materiale perché, come visto nella sezione 3.1, Wikipedia è un’enciclopedia e non un generico
“contenitore”.
3.3.1
Perché non il pubblico dominio
Se si vuole realizzare un’enciclopedia libera, perché non rilasciare ogni contenuto sotto la
licenza più semplice e più “libera” che esista, ossia il pubblico dominio? Paradossalmente,
rilasciare dei contenuti nel pubblico dominio li renderebbe meno liberi. Infatti chiunque può
usufruire di un’opera di pubblico dominio e migliorarla senza ricondividerla, o porla addirittura sotto copyright. Ciò vale in particolar modo per il software (il “copyleft” fu inventato
proprio dalla comunità del software libero), ma vale in linea di principio per ogni altro contenuto. Si scelse allora una licenza che permettesse il miglioramento e il riutilizzo, anche a fine
di lucro, delle voci, ma che contemporaneamente preservasse la libertà dell’enciclopedia.
3.3.2
Copyright e copyleft
Wikipedia nacque nel 2001 sotto la licenza libera GNU Free Documentation License (GFDL),
originariamente utilizzata dalla comunità del software libero per la documentazione dei programmi informatici. Essa è una licenza di tipo copyleft, ossia più permissiva rispetto alla tipica
clausola “tutti i diritti sono riservati”. La GFDL consente: l’utilizzo del materiale anche a fini
di lucro, la copia, la ridistribuzione e la creazione di opere derivate, purché: si citi l’autore;
i materiali prodotti siano rilasciati sotto la stessa licenza; essi siano disponibili in formato
“trasparente” (cioè modificabile).
Dal 2009 le voci di Wikipedia sono rilasciate anche sotto la licenza Creative Commons
Attribution Share-Alike 3.0 [Cc ] (CC-BY-SA 3.0), licenza simile alla GFDL ma più flessibile
per chi voglia riutilizzare il materiale di Wikipedia.
Un’esposizione esaustiva di tutte le problematiche legate al copyright su Wikipedia richiederebbe, oltre che ad approfondite conoscenze di diritto d’autore e di diritto internazionale,
una trattazione a parte, per cui si citeranno solo gli aspetti fondamentali. Per approfondimenti
si rimanda all’ottimo libro Capire il copyright di Aliprandi [Ali07].
14
P. De Nicolao — Wikipedia: l’enciclopedia impossibile
3.3.3 Il software libero e la sua influenza culturale
L’idea di distribuire dei contenuti con alcuni diritti riservati non è una novità: essa proviene
dalla comunità del software libero. Il software libero è open source, ossia il codice sorgente
è pubblico, a differenza del software commerciale. Gli utenti del software libero godono di
quattro fondamentali libertà: quella di eseguirlo per qualsiasi scopo, quella di studiare il
programma e di modificarlo, quella di ridistribuirlo e quella di apportargli miglioramenti e
distribuirli pubblicamente a beneficio della collettività, sotto le consuete condizioni di licenza.
La comunità del software libero ha dato vita a grandi prodotti ancora oggi utilizzati e in
continuo sviluppo: il sistema operativo GNU/Linux, il celeberrimo browser web Firefox, il
database MySQL, il server web Apache e lo stesso motore di typesetting con cui è stato scritto
questo documento, LATEX, largamente usato in ambito scientifico.
MediaWiki, il software che sta alla base di Wikipedia, è libero. I testi dell’enciclopedia
sono salvati in wikicodice, un formato facilmente leggibile e modificabile; sono accettati (con
alcune eccezioni) solo i file disponibili in formati aperti.
Wikipedia, sin dalla sua nascita, ha assorbito le idee e i valori della grande tradizione del
software libero.
3.4 Wikipedia ha un codice di condotta
L’espressione Wikipedia, l’enciclopedia libera non deve trarre in inganno: non significa che
ognuno possa fare ciò che vuole. Wikipedia ha un preciso codice di condotta e non è
un’anarchia. In effetti, questo è uno dei motivi che rendono possibile la sua esistenza.
Esistono alcune norme di base che regolano la convivenza civile tra wikipediani: esse
sono riassunte sotto il nome di Wikiquette. Tale parola è la fusione di wiki e di netiquette,
parola che a sua volta è fusione di net (rete) e del francese étiquette (buona educazione). La
netiquette è un’insieme di basilari regole di comportamento da osservare sulla Rete in generale;
la wikiquette è il codice di condotta di Wikipedia.
Nei rapporti con gli altri utenti, è essenziale presumere la buona fede e non mettersi subito
sul piede di guerra; bisogna essere consapevoli che scrivendo sul web è difficile comunicare le
proprie espressioni, per cui una battuta ironica può essere mal interpretata; non si devono
aggredire i principianti; evitare di iniziare edit war su una voce; non insultare gli altri utenti
anche se hanno torto.
Non bisogna danneggiare l’enciclopedia per sostenere la propria opinione. Se si è commesso un errore, è opportuno ammetterlo e scusarsi e non far discutere gli altri su posizioni
insostenibili.
3.5 Wikipedia non ha regole fisse
Summum ius, summa iniuria.
(Marco Tullio Cicerone, De officiis, I, 10, 33)
Wikipedia non ha regole fisse oltre ai cinque pilastri. Questo è il quinto pilastro: forse è
la regola di Wikipedia più difficile da comprendere e da mettere in pratica.
Ci si chiederà: “ma non si è appena detto che Wikipedia non è un’anarchia?”. Certo,
ma Wikipedia non è nemmeno una burocrazia: è facile rimanere intrappolati nelle procedure,
perdendo di vista lo spirito delle regole, e dell’enciclopedia stessa.
Capitolo 3 – I cinque pilastri
15
Il quinto pilastro non consente di trasgredire le regole della comunità per perseguire il
proprio interesse o per vandalismo: al contrario, stabilisce che alcune regole possano essere
violate in casi specifici e motivati per il bene dell’enciclopedia. L’interpretazione letterale
delle regole non è sempre funzionale al buon funzionamento del progetto: a volte bisogna
interpretarle o addirittura trasgredirle.
Ogni utente, nel suo operato su Wikipedia, deve usare il buon senso.
Capitolo 4
Comunità e politica di Wikipedia
4.1 Definizione del consenso
Come si prendono le decisioni su Wikipedia? Come già accennato, Wikipedia non è un’anarchia,
e nella comunità dell’enciclopedia non vi è una “catena di comando” gerarchica; tutti gli utenti
sono alla pari davanti ad una decisione da prendere.
Ciò può sembrare assurdo: nella maggior parte delle istituzioni con cui abbiamo a che fare
(lo Stato, la scuola, le aziende…) troviamo sempre una gerarchia, selezionata in modi diversi,
che prende le decisioni. Esistono delle cariche le quali esercitano definiti poteri. Niente di
tutto questo esiste su Wikipedia.1
La procedura decisionale di Wikipedia è il consenso. Si evitano il più possibile le votazioni e
la dicotomia “pro/contro”, prediligendo le discussioni e le opinioni articolate ed argomentate.
Il risultato di una votazione secca “sì/no” (sul modello dei referendum abrogativi italiani)
è indissolubilmente legato al modo in cui una domanda è posta; tale meccanismo non è
sufficientemente flessibile, e distorce la volontà della comunità.
Il meccanismo del consenso sembra un metodo approssimativo e confuso per prendere
decisioni importanti; in realtà la maggior parte delle dispute si risolvono tranquillamente in
questo modo.
In qualche occasione il consenso è semplicemente il silenzio assenso. Se viene apportata
una modifica migliorativa ad una pagina e nessuno la contesta, si assume che essa abbia
riscosso una debole forma di consenso.
Talvolta il consenso si raggiunge, senza ricorrere al voto, tramite una discussione più
articolata che coinvolge la comunità e si può svolgere al Bar (dove sono ospitate le discussioni
più generali sull’enciclopedia), sulle pagine dei Progetti (che si occupano delle voci di un certo
argomento, come quelle di letteratura italiana, di filosofia o di matematica) o sulla pagina
di discussione della singola voce. Pur essendo necessaria la consultazione di un congruo
numero di utenti (proporzionato all’importanza dell’argomento de quo), non esiste un vero e
proprio quorum: collaborano alla costruzione del consenso solo coloro che, in quel momento,
partecipano alla discussione. Quando dalla discussione emerge una posizione condivisa, gli
utenti la rendono esecutiva.
Non tutte le decisioni si risolvono con il consenso. Esistono procedure per cui è espressamente previsto il voto, come l’elezione degli amministratori. È pure previsto il ricorso alla
votazione nel caso in cui non si riesca a trovare il consenso attraverso una discussione: come
1
Gli amministratori di Wikipedia sono utenti che assumono dei ruoli tecnici con la fiducia della comunità;
non hanno comunque un potere decisionale autonomo più ampio nei confronti della comunità.
16
Capitolo 4 – Comunità e politica di Wikipedia
17
extrema ratio si può ricorrere ad un sondaggio; in questo caso esistono delle regole piuttosto
rigide che disciplinano tale procedura, per limitare le distorsioni dovute al voto.
Wikipedia non è una democrazia della maggioranza; il voto è una soluzione di compromesso che si usa il meno possibile. Il meccanismo del voto su Internet è inaffidabile: è facile
per chiunque creare una seconda identità (sockpuppet) ed usarla per il doppio voto. Inoltre
votando si corre il rischio di semplificare e distorcere l’oggetto della discussione. La comunità
può dividersi in “fazioni”, senza affrontare il problema; alcuni utenti indicono vere e proprie
“chiamate alle armi”: invitano utenti inattivi da anni ad esprimere il proprio voto in una
certa direzione, falsandone il risultato.
Il vantaggio del meccanismo del consenso è che non si valuta solo il numero di sostenitori
di una tesi, ma anche i suoi argomenti. Il voto pone di fronte ad una scelta binaria, mentre
dalla discussione possono emergere nuove idee che risolvano brillantemente il problema.
4.2
Trasparenza
Una caratteristica che differenzia Wikipedia da molti prodotti editoriali e siti web è la trasparenza. Ogni modifica all’enciclopedia è registrata2 automaticamente negli elenchi di servizio
ed è sottoposta, ex post, alla revisione degli altri utenti.
Di ogni voce dell’enciclopedia non è memorizzata soltanto la versione corrente, ma tutte
le modifiche apportate nel tempo dagli utenti. Nella pagina della cronologia di ogni voce è
possibile confrontare due diverse revisioni della voce e valutare l’operato degli utenti. Per
questo i wikipediani si possono permettere di essere audaci: non c’è il rischio di rovinare per
sempre una voce, poiché si può sempre tornare alla versione precedente.
Le modifiche più recenti a tutte le voci e alle pagine di servizio sono elencate nella pagina
delle ultime modifiche. Nei progetti più piccoli è sufficiente controllare le ultime modifiche
del giorno per vedere che cosa c’è di nuovo; nei progetti più grandi, come en.wikipedia, le
modifiche si susseguono al ritmo incessante di decine al secondo e molti utenti si dedicano
al patrolling (to patrol in inglese significa “fare la ronda”), ossia al controllo delle ultime
modifiche per rilevare ed annullare i vandalismi.
Si possono analizzare tutte le modifiche apportate da un determinato utente: ciò risulta utile nella valutazione del suo operato, per esempio durante le votazioni per il blocco o
l’elezione ad amministratore.
Esistono dunque diversi metodi per tenere sotto controllo tutte le modifiche che sono
effettuate all’interno di Wikipedia. Su Wikipedia tutti controllano tutti: questo è uno dei
motivi perché l’enciclopedia risulta complessivamente stabile e mediamente di qualità elevata.
Ancora una volta Wikipedia deve qualcosa alla cultura del software libero e dell’etica
hacker: nei progetti di sviluppo open-source è una pratica consolidata controllare e revisionare
accuratamente ogni decisione, affinché il codice risulti stabile ed efficiente.
4.3
Enciclopedia in tempo reale
Wikipedia differisce dalle enciclopedie cartacee tradizionali per la sua capacità di catalogare
gli eventi che accadono in tempo reale nel mondo. Wikipedia, in particolare la versione in
lingue inglese, ha una “potenza di fuoco” teoricamente superiore a quella di qualsiasi testata
di news operativa 24 ore su 24. Alla morte di un personaggio la notizia viene prontamente
2
in casi particolari e rarissimi, gli amministratori di sistema possono eliminare permanentemente dal
database dei dati sensibili
18
P. De Nicolao — Wikipedia: l’enciclopedia impossibile
riportata nella rispettiva voce; in caso di calamità una pagina dedicata raccoglie tutte le
informazioni e gli aggiornamenti, sempre e rigorosamente nella forma di voce enciclopedica.
Tuttavia Wikipedia non è un’agenzia di stampa: riporta nelle voci soltanto gli eventi
“enciclopedici” e non qualsiasi lancio di agenzia. Wikinews è invece un progetto parallelo che
si propone di essere una testata giornalistica realizzata sul modello wiki.
Un buon esempio è la serie di voci dedicate agli incidenti nucleari di Fukushima dopo il
terremoto giapponese del marzo 2011. Wikipedia non interviene mai come fonte primaria, ma
le informazioni riportate sono sempre supportate da fonti esterne. La voce non ha lo stile di
un articolo di giornale, ma è una descrizione e una raccolta organica di tutti i fatti avvenuti
alla centrale nucleare Fukushima Daiichi a partire dagli eventi sismici dell’11 marzo 2011 fino
ad oggi. Sono presenti una breve descrizione dell’impianto, con il rimando alla voce specifica,
i problemi storici di sicurezza dei reattori, la cronologia dell’incidente, le contromisure utilizzate, le mappe delle zone coinvolte, i grafici delle condizioni misurate nei reattori (pressione,
temperatura, radioattività, livello dell’acqua). La voce riporta anche le implicazioni sociali e politiche dell’incidente a livello internazionale. Nelle settimane successive all’incidente
nessuna pubblicazione cartacea sull’argomento sarebbe stata così completa e così aggiornata
come Wikipedia, anche solo per problemi di spazio. Tutte le informazioni sull’incidente sono
disponibili sul web in forma sparsa sotto forma di articoli di giornale, bollettini tecnici e approfondimenti scientifici, ma per un ipotetico lettore che volesse studiare l’intero incidente,
sarebbe assai gravoso recuperare e confrontare ogni fonte.
Si comprende così il ruolo unico e insostituibile di Wikipedia nel web: una fonte terziaria
che deriva la propria autorevolezza non dal proprio nome, ma dalla completezza e organicità
delle voci e dalle fonti citate.
Capitolo 5
Ipertesto, Wikipedia e
World Wide Web
Una delle caratteristiche che differenziano Wikipedia dalle altre enciclopedie è la forma ipertestuale. In un certo senso anche le enciclopedie tradizionali, su carta, sono un “ipertesto”:
i rimandi da una voce all’altra consentono una lettura non lineare dell’opera; però una vera
forma di iperteso si può realizzare solo per via elettronica.
Non si può considerare Wikipedia a prescindere dal contesto tecnologico in cui è nata,
perché la navigazione nell’enciclopedia è strettamente connessa al funzionamento del World
Wide Web. Il progetto non sarebbe stato realizzabile con i mezzi tradizionali. Il web è un
ipertesto, poiché è possibile navigare da una pagina all’altra semplicemente cliccando su dei
link, e non esistono limiti teorici all’estensione della rete, né al numero dei collegamenti.
5.1
Storia dell’ipertesto
L’idea di ipertesto esisteva ben prima dell’invenzione del computer. I presupposti ideali della
struttura ipertestuale e del Web stesso precedono di decenni le tecnologie che, negli anni ’90,
avrebbero permesso di realizzarlo in pratica.
Già nel racconto Il giardino dei sentieri che si biforcano (1941) di Jorge Luis Borges [Bor03]
è menzionato un libro che presenta una struttura non lineare, ossia una trama con più
possibilità parallele, organizzate in una ramificazione temporale.
Una citazione può aiutare a comprendere il funzionamento di un siffatto romanzo:
In tutte le opere narrative, ogni volta che s’è di fronte a diverse alternative ci si
decide per una e si eliminano le altre: in quella del quasi inestricabile Ts’ui Pên, ci
si decide - simultaneamente - per tutte. Si creano così, diversi futuri, diversi tempi,
che a loro volta proliferano e si biforcano. Di qui le contraddizioni del romanzo.
Fang - diciamo - ha un segreto; uno sconosciuto batte alla sua porta; Fang decide
di ucciderlo. Naturalmente, vi sono vari scioglimenti possibili: Fang può uccidere
l’intruso, l’intruso può uccidere Fang, entrambi possono salvarsi, entrambi possono
restare uccisi, eccetera. Nell’opera di Ts’ui Pên, questi scioglimenti vi sono tutti;
e ognuno è il punto di partenza di altre biforcazioni.
Un documento chiave è l’articolo As We May Think (1945) di Vannevar Bush [Bus45],
scienziato statunitense. Bush immaginò una macchina, il Memex (che sta per memory expansion) in grado di memorizzare i documenti su microfilm e di visualizzarli. Cosa più importante
19
20
P. De Nicolao — Wikipedia: l’enciclopedia impossibile
di tutte, il sistema avrebbe permesso di creare dei collegamenti tra documenti diversi e di “navigare” tra loro. Il progetto rispondeva ad un’esigenza concreta e pressante: facilitare agli
scienziati l’accesso alla conoscenza, che era legata alle biblioteche; alcune informazioni erano
di difficile o impossibile reperibilità su scala internazionale.
Il Memex, a causa delle limitazioni tecnologiche dell’epoca, fu realizzato solo nella mente
di Vannevar Bush, che forse non si era reso conto delle importanti conseguenze che la sua
intuizione avrebbe avuto a livello planetario.
5.2 Nascita ed evoluzione del web
La nascita del World Wide Web fu favorita dalla stessa esigenza interna al mondo accademico.
Tim Berners-Lee e il collega Robert Cailliau, ricercatori al CERN di Ginevra, ebbero l’idea di
realizzare un software per rendere disponibili i documenti scientifici ai ricercatori del CERN in
formato elettronico sotto specifiche comuni, ossia il protocollo di rete HTTP e il linguaggio di
markup HTML. Il 13 marzo 1989 Tim Berners-Lee presentò tale proposta al suo supervisore;
il 6 agosto 1991 pubblicò il primo sito web, e il 30 aprile 1993 il Web fu messo a disposizione
del pubblico, riscuotendo un successo planetario.
All’inizio della sua esistenza il web era una raccolta di pagine statiche: non era prevista
alcuna interazione con l’utente. Ma ben presto nacquero dei linguaggi di programmazione
che permisero di eseguire delle vere e proprie applicazioni sul server, presentando l’output al
client come una pagina web.
Dall’altra parte, furono definiti degli standard per permettere l’esecuzione di semplici
istruzioni da parte del browser degli utenti (lato client), utilizzando il linguaggio di scripting
JavaScript.
5.3 Il web dinamico e la collaborazione di massa
Queste soluzioni tecnologiche hanno permesso di realizzare applicazioni dinamiche, dai motori
di ricerca fino a vere e proprie web app, che sfruttano appieno la sinergia tra programmi lato
client e lato server. Gli esempi sono noti: le piattaforme webmail, l’editor di testo Google
Docs, i social network come Facebook e Twitter, i blog.
Appartengono al web dinamico anche i CMS (Content Management System), che permettono all’utente di inserire contenuti sul web attraverso il web, agendo da mediatori. Essi
svolgono una duplice funzione: da un lato preservano la sicurezza dei siti permettendo agli
utenti di modificare i contenuti senza dovere (o potere) toccare il codice; dall’altro rendono più
semplice e agevole contribuire online, poiché presentano delle interfacce semplificate. Se per
realizzare un sito web “statico” un tempo occorrevano approfondite conoscenze informatiche,
oggi si può gestire un blog senza scrivere una riga di HTML.
I CMS, strumenti del web dinamico, possono essere banalmente usati per una più semplice
costruzione di un sito “statico”, oppure possono aprire nuove possibilità di collaborazione
di massa. Wikipedia è basata su MediaWiki, un CMS che, con un’avanzata gestione della
modifica delle pagine, permette diverse possibilità di collaborazione.
Questa evoluzione tecnologica ha un significativo impatto sociale: chiunque sappia usare
il computer può, senza conoscenze approfondite, dire la sua sul Web. Il risultato è un deciso
allargamento della platea di contributori, e un più rapido accrescimento del Web.
Capitolo 5 – Ipertesto, Wikipedia e World Wide Web
5.4
21
Wikipedia: un microcosmo del Web
Prima di continuare, è d’uopo dare una definizione precisa del Web, al fine di sfatare alcuni
luoghi comuni.
Il World Wide Web (WWW) non coincide con Internet, che si è sviluppato molto prima,
ma è uno dei suoi numerosi servizi. Il Web consiste nell’insieme di pagine che possono essere
visitate utilizzando un browser. In altri termini, dei server forniscono le pagine ipertestuali
HTML (HyperText Markup Language) ai client attraverso il protocollo HTTP (HyperText
Transfer Protocol). Tutto ciò che passa sotto il nome di Web è accomunato dal protocollo di
trasmissione e dalla forma dei dati. Il Web si appoggia all’infrastruttura comune di Internet,
che in estrema sintesi è costituita dal livello fisico e dal protocollo TCP/IP.
Wikipedia è a tutti gli effetti parte dell’enorme ed eterogenea struttura del World Wide
Web, essendo accessibile attraverso il protocollo HTTP.
Per dare un’idea delle dimensioni del sottoinsieme, è sufficiente citare una ricerca [AH08]
condotta nel luglio 2008 da Google. Essa dà una stima approssimata di 1012 URL (indirizzi
web) unici nel web. Il numero totale di voci di Wikipedia (in tutte le lingue) è di 2 · 107 .
Dunque Wikipedia è al massimo qualche milionesimo del totale delle pagine web.1
Il Web è un insieme sconfinato ed eterogeneo, che comprende ogni tipo di contenuto. Vi
troviamo blog, forum, siti di aziende, pubblicità, opinioni personali, social network, etc. A
livello fisico il web è costituito da moltissime macchine connesse in rete, in tutto il mondo.
Il web è assolutamente disordinato e perciò i motori di ricerca giocano un ruolo cruciale nel
“decidere” quali pagine siano rilevanti rispetto ad un dato argomento e quali no.
Wikipedia è un sottoinsieme del web che gode di particolari proprietà: solo alcuni contenuti
sono ammessi, vi è una struttura comune, esistono delle convenzioni grafiche e stilistiche che
rendono il progetto uniforme, c’è una comunità che seleziona e controlla i contenuti, tutti
i dati sono memorizzati negli stessi server. Wikipedia è sufficientemente grande affinché si
osservino i fenomeni tipici delle reti complesse, ma allo stesso tempo abbastanza piccola per
essere studiata agevolmente. Esistono delle statistiche ufficiali molto precise: anche per questo
l’enciclopedia libera è stata ed è ancora oggi oggetto di studio tra gli esperti del settore.
1
La stima si limita agli ordini di grandezza poiché, sebbene il conteggio delle voci di Wikipedia possa essere
effettuato in maniera esatta, quello delle pagine web è assai difficoltoso. Infatti per poterlo effettuare bisogna
sciogliere la non banale questione della definizione di pagina web: le pagine web dinamiche (potenzialmente
infinite) vanno incluse nel conteggio, o no? Gli stessi autori della ricerca affermano [AH08]:
In fact, we found even more than 1 trillion individual links, but not all of them lead to unique
web pages. […] So how many unique pages does the web really contain? We don’t know; we don’t
have time to look at them all! Strictly speaking, the number of pages out there is infinite […]
Capitolo 6
La cattedrale e il bazar
Nell’elaborazione di un’enciclopedia, è possibile seguire due approcci.
1. Dall’alto verso il basso. L’autore, che è dotato di straordinarie competenze, compone
pezzo per pezzo, in maniera gerarchica, il proprio lavoro e lo rifinisce attentamente, come
i costruttori di una grande cattedrale.
2. Dal basso verso l’alto. A partire da uno scarno nucleo iniziale si lascia il lavoro alla
comunità, i cui componenti non hanno le stesse competenze dei “costruttori di cattedrali”. Il lavoro procederà in maniera decentralizzata e apparentemente caotica, come
nell’ambiente confuso di un bazar.
Da un primo, superficiale confronto appare evidente che il primo modello di costruzione
sia il migliore e il più efficiente. È vero che si deve trovare un nucleo di esperti altamente
specializzati per la redazione dell’enciclopedia ed è vero che il lavoro procederà lentamente,
ma esso sarà curato e rifinito in ogni dettaglio.
Ebbene, Wikipedia mette in discussione questa conclusione dettata dal senso comune.
6.1 Sviluppo software decentrato: Linux
Il modello wiki non è il primo modello alternativo al modello-cattedrale; già nei primi anni ’90
lo sviluppo del sistema operativo Linux costituiva un modello-bazar di sviluppo del software.
Ci si accorse infatti che lo sviluppo collaborativo del software poteva funzionare addirittura
meglio del modello classico di scrittura del codice.
L’informatico statunitense Eric S. Raymond scrisse nel 1997 un breve saggio intitolato La
Cattedrale e il Bazaar [Ray99] dove sono illustrati gli aspetti rivoluzionari di questo nuovo
modello di sviluppo.
C’è il rischio che adottando un modello di sviluppo decentrato si finisca con l’avere
un’enciclopedia — o del codice — pieno di errori e raffazzonato. Secondo Raymond, la
situazione tende invece a stabilizzarsi a causa di quella che l’autore chiama la legge di Linus1 :
“dato un numero sufficiente di occhi, tutti i bug vengono a galla”.
L’idea che sta alla base dello sviluppo di Linux è quella di allargare la platea dei beta-tester
— cioè di coloro che possono provare le versioni incomplete di un software per trovarne i bug2
prima del rilascio definitivo — all’intero pubblico, e permettere a chiunque di segnalare i bug,
1
2
Il riferimento è a Linus Torvalds, inventore di Linux.
bug: errore nel software
22
Capitolo 6 – La cattedrale e il bazar
23
magari includendo anche una patch3 . Nello sviluppo “chiuso” tipico delle grandi aziende di
software, le versioni beta non sono generalmente diffuse al pubblico ma solo ad un numero
ristretto di sviluppatori fidati che sono incaricati di trovare gli errori prima della pubblicazione
definitiva. Il modello-cattedrale tenta di nascondere il maggior numero possibili di errori agli
utenti finali; il modello-bazar permette loro di correggerli.
6.2
Wikipedia, enciclopedia-bazar
Il ragionamento sopra esposto vale, oltre che per il software libero, anche per Wikipedia: è
vero che un’enciclopedia aperta al pubblico soffre di errori più o meno deliberati, ma vi è
anche una moltitudine di “occhi” che possono vedere gli errori commessi nelle voci; siccome
tutti possono correggere gli errori e vi è un’alta probabilità che un errore venga trovato in un
tempo breve, ne consegue — e si verifica — che gli errori vengano corretti rapidamente.
I controlli sulle modifiche delle voci non vengono effettuati prima della pubblicazione4 ,
ma soltanto dopo, dagli stessi utenti: la versione visibile a tutti è semplicemente l’ultima
versione5 .
Uno dei modi per aiutare l’enciclopedia e guadagnare stima all’interno della comunità
Wikipediana è quello di eseguire il patrolling (letteralmente: giro di ronda) delle ultime modifiche per identificare vandalismi e altri problemi che necessitano di essere corretti in tempi
brevi. Sulle maggiori edizioni di Wikipedia un numero consistente di utenti si dedica istante
per istante al patrolling, pertanto è difficile che un vandalismo evidente sopravviva per più di
qualche minuto sulle voci.
A titolo di esempio, sulla Wikipedia in lingua italiana, nel primo pomeriggio del 3 maggio
2012 la voce sul senatore a vita Giulio Andreotti — che era stato ricoverato per una crisi
respiratoria — è stata modificata tre volte con l’inserimento della data del suo presunto
decesso. La prima volta la modifica è stata annullata dallo stesso utente dopo 4 minuti;
la seconda e la terza volta l’errore è stato corretto da un patroller dopo un minuto. Al
rincorrersi dei lanci di agenzia sulle condizioni di salute del senatore, un amministratore ha
“semiprotetto” la voce impedendo le modifiche da parte degli utenti non registrati, fermando
così il flusso di modifiche erronee, che avevano comprensibilmente suscitato l’attenzione dello
stesso Andreotti e anche di alcune testate giornalistiche.
6.3
Affidabilità
Il lettore, arrivato fino a questo punto, si chiederà: ma il modello-bazar funziona davvero?
Wikipedia è affidabile?
L’affidabilità delle voci è il punto più critico e discusso di Wikipedia. I detrattori sostengono che Wikipedia non possa dare alcuna garanzia di affidabilità delle voci in quanto in
ogni momento chiunque potrebbe inserirvi delle affermazioni fuorvianti ed errate. I sostenitori dell’enciclopedia replicano con l’argomento della sezione 6.1, ossia che, dato un numero
sufficiente di occhi, tutti gli errori vengono a galla.
3
patch: correzione di un bug
fatta eccezione per alcuni controlli automatici, definiti dagli amministratori, che filtrano alcuni casi ovvi
di vandalismo
5
poche versioni di Wikipedia (tra cui quella in lingua tedesca ma non quella in lingua inglese) hanno deciso
di implementare FlaggedRevisions, un sistema che consente di visualizzare agli utenti anonimi non l’ultima
versione di una voce ma l’ultima versione segnalata come “stabile”.
4
24
P. De Nicolao — Wikipedia: l’enciclopedia impossibile
Il confronto che subito si pone è quello con la prestigiosa Encyclopædia Britannica. Gli
stessi redattori della secolare enciclopedia hanno avuto atteggiamenti pesantemente critici nei
confronti di Wikipedia.
Robert McHenry, ex redattore della Britannica, nel suo articolo [McH04] The Faith-Based
Encyclopedia (L’enciclopedia basata sulla fede) critica la legge di Linus appena citata:
[…] Arriva dunque il passo cruciale ed interamente basato sulla fede:
Qualche processo quasi-darwiniano non meglio specificato garantirà che sopravviveranno quegli scritti e revisioni dei contributori di maggior competenza; le voci alla fine raggiungeranno uno stato stabile che corrisponde al grado più alto di
accuratezza.
McHenry mette bene a fuoco la potenziale fallacia nell’idea che sta alla base di Wikipedia, cioè che essa si “autoregoli”. Egli definisce addirittura fideistica questa premessa. La
conclusione è durissima:
L’utente che visita Wikipedia per imparare qualche argomento, per confermare qualche dato di fatto, è piuttosto nella posizione di un utilizzatore di un bagno pubblico.
Può essere evidentemente sporco, così che egli sappia di dover fare molta attenzione,
oppure può sembrare piuttosto pulito, così che egli possa essere cullato in un falso
senso di sicurezza. Ciò che sicuramente egli non sa è chi ha usato i servizi prima
di lui.
Uno studio pubblicato su Nature nel 2005 [Gil05] effettuò un confronto diretto tra alcune
stesse voci dell’Encyclopædia Britannica e di Wikipedia in lingua inglese. L’esperimento considerò 42 voci di argomento scientifico; degli esperti furono incaricati di effettuarne il peer review
(revisione tra pari), procedimento standard nel mondo scientifico. Nel fare ciò, gli esperti non
sapevano a quale enciclopedia appartenesse ogni voce6 ; la richiesta era semplicemente quella
di trovare gli errori.
Secondo lo studio, mediamente una voce scientifica di Wikipedia conterrebbe circa quattro
inesattezze, una della Britannica tre. Per quanto riguarda gli errori fattuali, omissioni o frasi
fuorvianti, ne sono stati trovati 162 in Wikipedia e 123 nella Britannica. Sono stati trovati
otto errori gravi, quattro in ciascuna enciclopedia.
Encyclopædia Britannica contestò l’articolo con un duro rebuttal, chiedendo a Nature il
ritiro dell’articolo. Nature rispose punto per punto, manifestando l’intenzione di non voler
assolutamente ritirare l’articolo pubblicato.
Da questi dati si evince che un’enciclopedia nata da soli quattro anni e basata sul contributo non qualificato di chiunque ha un’affidabilità minore, ma confrontabile, con quella della
secolare Encyclopædia Britannica.
Lo stesso editoriale [Nat] di Nature fornisce un commento tutto sommato lusinghiero
per Wikipedia, sebbene inviti ad una necessaria cautela nella lettura delle voci. La critica
principale che viene rivolta a Wikipedia è la cattiva strutturazione delle voci.
Ogni tanto le idee che sembrano stupide si rivelano essere quelle che prendono
il volo. Circa cinque anni fa, fu lanciata un’enciclopedia libera conosciuta come
Wikipedia. Per coloro familiari col processo di peer review, la premessa di questa
nuova pubblicazione sembrò folle: ogni utente, senza riguardo alla competenza,
poteva modificare le voci. Sembrava un metodo per creare voci confuse e inaccurate,
e molti critici dissero ciò.
6
l’esperimento era single blind: i ricercatori infatti sapevano quali voci appartenessero a quale enciclopedia.
Capitolo 6 – La cattedrale e il bazar
25
Torniamo al 2005, e alcune di quelle critiche sembrano errate. Wikipedia è ora una
grande fonte di riferimento, con qualcosa come quasi un milione di voci nella sola
versione inglese. È vero che molte delle sue voci sono confuse e mal strutturate;
alcune di esse sono davvero sbagliate, e talvolta gli errori sono deliberati.
Ma come mostra una ricerca a pagina 900 di questo numero, l’accuratezza della
scienza su Wikipedia è sorprendentemente buona: il numero di errori in una tipica
voce scientifica di Wikipedia non è significativamente maggiore che nell’Encyclopædia
Britannica, spesso considerata lo standard di riferimento. Quell’idea folle sta
cominciando a sembrare tutto fuorché stupida.
Un’analisi comparativa più recente arriva dalla rivista tedesca Stern. Nel dicembre 2007
la rivista pubblicò un confronto [GS07] tra 50 voci di Wikipedia in lingua tedesca e le stesse
voci della Brockhaus Enzyklopädie. Le voci sono state scelte su diversi argomenti (politica,
economia, sport, scienza, cultura, intrattenimento, geografia, medicina, storia e religione)
e sono state giudicate in base a quattro criteri (accuratezza, completezza, tempestività e
chiarezza). La scala di giudizio usata andava da 1 a 6: 1 era il voto migliore e 6 quello peggiore.
Wikipedia ha ottenuto un punteggio medio di 1.6, mentre la Brockhaus ha totalizzato soltanto
2.7. Wikipedia è stata giudicata più completa e più aggiornata della rivale, ma meno chiara
nella prosa delle voci.
Capitolo 7
Modelli matematici di crescita
7.1 Cosa misurare
Indubbiamente Wikipedia è un’enciclopedia enorme, ed è in continua crescita. Ma come si
misurano esattamente le dimensioni e la crescita del progetto?
Un primo indicatore è quello del numero cumulativo di voci enciclopediche. Dal
conteggio sono escluse tutte le pagine di servizio, di sistema e di discussione. Questo indicatore
non ci dà indicazioni sulla qualità né sulla lunghezza delle voci, ma solo sulla loro quantità.
È pure vero che le voci troppo brevi o troppo poco rilevanti tendono ad essere cancellate.
Si può studiare la struttura di Wikipedia analizzando la distribuzione dei link nelle voci e il
loro grado di interconnessione, che non è affatto casuale ma segue precise regole matematiche,
che possono essere applicate anche al caso più generale dell’intero web.
La crescita della comunità si misura contando il numero di utenti attivi, ossia il numero di
utenti che hanno effettuato un certo numero di modifiche in un fissato intervallo temporale.
Si può anche misurare il numero di modifiche per unità temporale, oppure il numero medio
di modifiche per voce.
Qui tralasceremo gli studi sulla struttura dell’enciclopedia e ci limiteremo a modellizzare
la funzione che descrive il numero cumulativo di voci in funzione del tempo. Per fare ciò
consideriamo la versione inglese di Wikipedia, che è quella più grande e allo stadio più avanzato
di sviluppo. In progetti troppo piccoli, infatti, i dati possono risultare instabili.
La funzione che descrive il numero cumulativo di voci in funzione del tempo è monotòna
crescente per intervalli non troppo piccoli: è vero che ogni giorno viene cancellata una manciata
di voci, ma tale ammanco è sempre compensato dalla creazione giornaliera di nuovi voci.
7.2 Modello esponenziale
Guardando il primo tratto della figura 7.1 si potrebbe pensare che il numero di voci di Wikipedia segua una semplice legge di tipo esponenziale (del tipo f (x) = ax ). In effetti il primo
modello elaborato per descrivere la crescita di Wikipedia è stato proprio quello esponenziale,
che approssima molto bene il primo tratto della curva.
La scelta del modello esponenziale è derivata sia dall’osservazione dei dati empirici sia
dall’accettazione di alcuni fondamentali assunti:
• l’aggiunta di contenuti causa più traffico e più visibilità;
• il maggior traffico attira nuovi utenti;
26
Capitolo 7 – Modelli matematici di crescita
27
Figura 7.1: Il numero di voci di en.wikipedia dal 2001 ad oggi.
• più utenti generano più contenuti;
• i fenomeni che si oppongono al processo di creazione di voci (cancellazioni, saturazione)
sono assenti o trascurabili.
Un primo semplice modello è il seguente: a partire da gennaio 2003, annualmente il numero
delle voci raddoppia. In termini matematici:
N (t) = N0 · 2t−2003 ;
N0 = 100526;
t ≥ 2003
(7.1)
N0 è il numero di voci nel gennaio 2003; la variabile t esprime il tempo assoluto, misurato
in anni. Se t = 2003 la funzione restituisce ovviamente N (2003) = N0 = 100526, ossia il
risultato di gennaio 2003.
Fino ad una certa data (2007 circa) il modello si dimostra affidabile (figura 7.2), e ci
fornisce un risultato notevole: ogni anno il numero di voci di Wikipedia raddoppiava.
La funzione esponenziale, com’è noto, non ammette asintoti:
lim N (t) = lim N0 · 2t−2003 = +∞
t→+∞
t→+∞
(7.2)
Secondo il modello esponenziale non vi sarebbe un limite superiore al numero di voci di
Wikipedia; inoltre il tasso di crescita dell’enciclopedia (ovvero la derivata prima di N (t))
28
P. De Nicolao — Wikipedia: l’enciclopedia impossibile
Figura 7.2: Modello esponenziale della crescita delle voci di en.wikipedia a confronto con la
curva empirica.
aumenterebbe anch’esso in modo esponenziale. Come è immediato verificare,
N ′ (t) = N0 ln 2 · 2t−2003
(7.3)
Il modello cominciò a mostrare i suoi limiti nel corso del 2007, quando ci si accorse che
sovrastimava il numero effettivo di voci. Infatti seguendo il modello esponenziale le voci a
giugno 2007 (4.5 anni da gennaio 2003) avrebbero dovuto essere:
N (4.5) = 100526 · 22007.5−2003 = 100526 · 24.5 ≈ 2.27 · 106
Le voci effettive a giugno 2007 erano soltanto 1.86 milioni: il modello già le sovrastimava
del 22%. Wikipedia abbandonava la sua prima fase di crescita esponenziale.
7.3 Modello Gompertz
Ad oggi la miglior approssimazione della crescita di Wikipedia è data dal modello di crescita
Gompertz.1 La funzione Gompertz ha la generica forma:
f (x) = aebe
1
cx
b, c < 0
(7.4)
La funzione Gompertz, realizzata dal matematico inglese Benjamin Gompertz (1779–1865) come legge
demografica, si usa per modellizzare fenomeni come la crescita del numero di cellule tumorali o l’andamento
di una popolazione in uno spazio ristretto.
Capitolo 7 – Modelli matematici di crescita
29
La funzione è sempre positiva, crescente e ha un asintoto orizzontale che è rappresentato
dal parametro a.2
−x
lim ae−e = a
(7.5)
x→+∞
La derivata prima della Gompertz risulta essere una funzione di tipo esponenziale, che
tende ad annullarsi per x → +∞. La funzione definita in R non presenta infatti massimi né
minimi.
f ′ (x) = abc · ebe
cx +cx
= a·e
(7.6)
−e−x −x
−x −x
lim e−e
x→+∞
se b = c = −1
(7.7)
=0
(7.8)
La derivata seconda della Gompertz risulta essere
f ′′ (x) = abc2 · ebe
cx +cx
(becx + 1)
(7.9)
Studio del segno della derivata seconda:
cx +cx
abc2 · ebe
(becx + 1) ≥ 0
(7.10)
Siccome risulta
b < 0,
cx +cx
ebe
ac2 > 0
>0
∀x ∈ R
posso riscrivere la disequazione (7.10) come:
becx + 1 ≤ 0
becx ≤ −1
1
ecx ≥ −
b(
)
1
cx ≥ ln −
b
( )
1
1
x ≤
ln −
c
b
(7.11)
La funzione ammette dunque un punto di flesso; per i valori di x che (sono) soluzioni della
(7.11) la concavità della curva è rivolta verso l’alto, ma per gli x > 1c ln − 1b la concavità è
rivolta verso il basso.
Per il caso di Wikipedia la (7.4) si può scrivere come il numero di voci in funzione del
tempo:
ct
N (t) = aebe
(7.12)
La variabile t rappresenta il tempo, espresso in anni, dal 1° gennaio 2000. I parametri per
i quali la curva approssima meglio, allo stato attuale, la crescita del numero di voci, sono:
a = 4378449
b = −15.42677
c = −0.384124
2
Per chiarezza di scrittura si sono posti b = c = −1, ma il calcolo del limite vale ovviamente anche nel caso
generale, sotto le date condizioni.
30
P. De Nicolao — Wikipedia: l’enciclopedia impossibile
Figura 7.3: Modello Gompertz della crescita delle voci di Wikipedia a confronto con il numero
effettivo di voci
Ricordando la (7.5), il parametro a rappresenta l’asintoto orizzontale della funzione per
t → +∞: il modello si basa sull’assunzione che la crescita di Wikipedia tenderà a fermarsi
intorno alle 4.3 · 106 voci.
Sostituendo i parametri nella (7.11) si può calcolare l’ascissa del punto di flesso, che
sostituita nella (7.12) dà immediatamente anche l’ordinata:
t0 =
N (t0 ) =
1
c
( )
≈ 7.122971 anni
ln − 1b
c·t
aebe 0
≈ 1.61 · 10 voci
6
(7.13)
(7.14)
Intorno al 14 febbraio 2007, al traguardo di 1.61 milioni di voci, il tasso di crescita di
Wikipedia ha cominciato a diminuire. La data calcolata è soltanto indicativa: osservando il
grafico 7.3 si nota facilmente che intorno a quella data Wikipedia era entrata già da tempo in
una fase di crescita quasi lineare — in termini matematici, la derivata prima della funzione
era praticamente costante.
La scelta del modello Gompertz per rappresentare l’andamento del numero di voci di Wikipedia fornisce una differente interpretazione del fenomeno rispetto al modello esponenziale:
• in un primo periodo la crescita di voci non è ostacolata da fenomeni di saturazione, e il
tasso di crescita è pure in aumento;
• esiste un punto di flesso, in corrispondenza del quale il tasso di creazione di nuove voci
inizia a decrescere, pur restando positivo; Wikipedia ha già oltrepassato tale punto;
• si ha un periodo intermedio di crescita quasi lineare;
• il tasso di crescita diminuisce, fino quasi ad annullarsi, e il numero di voci si stabilizza.
Capitolo 7 – Modelli matematici di crescita
31
Occorre però tenere presenti i limiti del modello, che è soltanto un’estrapolazione matematica basata sui dati storici e potrebbe non rappresentare in modo affidabile il futuro di
Wikipedia, specialmente nel lungo periodo. Si può supporre che, dopo una graduale diminuzione del tasso di crescita, si arriverà ad una fase di saturazione delle voci: esisterà una
voce per ogni argomento enciclopedico, e le uniche ad essere aggiunte saranno quelle relative
a personaggi, invenzioni, scoperte recenti.
Il modello non tiene conto degli inserimenti automatici e massicci di voci con uno schema
fisso, come quelle sulle divisioni amministrative dei vari Stati, gli enzimi, gli asteroidi, ecc.
Se la comunità modificasse in senso inclusivo i criteri di enciclopedicità, il numero di voci
potrebbe crescere ancora notevolmente.
Capitolo 8
Conclusioni
Wikipedia, alle sue origini, sembrava un esperimento folle e impossibile. Ora è il sesto sito
web più visitato al mondo [Ale].
Nei suoi primi anni di esistenza Wikipedia ha seguito una crescita esponenziale; ora le
versioni maggiori si stanno stabilizzando in una fase di relativa maturità, nella quale il numero
di nuove voci tenderà lentamente a diminuire e la maggior parte delle modifiche andranno a
migliorare quelle già esistenti.
Wikipedia rappresenta la conferma sperimentale della validità del modello-bazar nella
raccolta di informazioni, proprio come Linux conferma lo stesso modello nell’ambito dello
sviluppo del software. Nessuna enciclopedia organizzata in modo tradizionale e curata da
esperti avrebbe potuto raggiungere l’estensione e l’approfondimento di Wikipedia. Il modellocattedrale non potrebbe sostenere e gestire efficacemente un progetto di tali dimensioni.
Rimangono alcuni punti critici che decreteranno se il successo di Wikipedia sarà stabile
o meno. Un fattore importante è la tenuta delle comunità di collaboratori: esse potrebbero
disgregarsi sotto l’azione di spinte centrifughe e di litigi interni.
Vi è l’incognita della censura: alcuni Stati nazionali — come la Cina o l’Iran — talvolta
censurano l’accesso ai singoli siti web o all’intera Rete; altri hanno tentato di approvare delle
leggi che limitano la libertà di espressione online. Negli Stati Uniti ricordiamo i decaduti
progetti di legge SOPA e PIPA sulla disciplina del diritto d’autore; in Italia, invece, alcuni
parlamentari hanno ripetutamente tentato di inserire delle norme illiberali — modifiche al
reato di diffamazione, obbligo di rettifica — nel ddl sulle intercettazioni, tanto che l’edizione
di Wikipedia in lingua italiana ha deciso di auto-oscurarsi per protesta tra il 4 e il 6 ottobre
2011. Le norme proposte sono state successivamente ritirate.
Il successo di Wikipedia ha avuto e avrà effetti ben più ampi della buona riuscita del
progetto; esso ha ispirato una vera e propria rivoluzione culturale nelle modalità di creazione
e di diffusione della conoscenza, di cui soltanto adesso cominciamo ad accorgerci.
Immaginate un mondo in cui ognuno possa avere
libero accesso a tutto il patrimonio della conoscenza umana.
Questo è il nostro scopo.
(Jimmy Wales)
32
Bibliografia
[AH08]
J. Alpert e N. Hajaj. «We knew the web was big...» In: The Official Google Blog (25 lug.
2008). url: http://googleblog.blogspot.com/2008/07/we-knew-web-was-big.html.
[Ale]
Alexa. Top Sites. The top 500 sites on the web. url: http://www.alexa.com/topsites
(visitato il 12/06/2012).
[Ali07]
S. Aliprandi. Capire il copyright. Percorso guidato nel diritto d’autore. Primaora, apr. 2007.
[Bor03]
J. L. Borges. Finzioni. Trad. da A. Melis. Adelphi, 2003.
[Bus45]
V. Bush. «As We May Think». In: The Atlantic (lug. 1945). url: http://www.theatlantic.
com/magazine/archive/1945/07/as-we-may-think/3881/4/.
[Cc ]
Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0. 2007. url: http://creativecommons.org/
licenses/by-sa/3.0/.
[Gil05]
J. Giles. «Internet encyclopaedias go head to head». In: Nature 438.7070 (15 dic. 2005),
pp. 900–1.
[Gre11]
T. Gregory. «L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana». In: Nuova informazione bibliografica 4 (2011). url: http : / / www . treccani . it / export / sites / default / resources /
enciclopedia/00_Approfondimenti-pdf/Gregory2011.pdf.
[GS07]
H. Güntheroth e U. Schönert. «Wikipedia: Wissen für alle». In: Stern 50 (25 dic. 2007),
pp. 30–44.
[Lih10]
A. Lih. La rivoluzione di Wikipedia. Come un gruppo di illustri sconosciuti ha creato la più
grande enciclopedia del mondo. Trad. da C. Castiello. Torino: Codice, 2010.
[McH04]
R. McHenry. «The Faith-Based Encyclopedia». In: TCS Daily (15 nov. 2004). url: http:
//www.ideasinactiontv.com/tcs_daily/2004/11/the-faith-based-encyclopedia.
html.
[Nat]
«Wiki’s wild world». In: Nature 438.7070 (15 dic. 2005), p. 890.
[Ray99]
E. S. Raymond. The Cathedral and the Bazaar: Musings on Linux and Open Source by an
Accidental Revolutionary. O’Reilly Media, 1999.
[Wika]
Wikipedia. Wikipedia:Cinque pilastri. url: http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:
Cinque_pilastri (visitato il 12/06/2012).
[Wikb]
Wikipedia. Wikipedia:Dimensione in volumi. url: http : / / it . wikipedia . org / wiki /
Wikipedia:Dimensione_in_volumi (visitato il 12/06/2012).
[Wikc]
Wikipedia. Wikipedia:Size in volumes. url: http://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:
Size_in_volumes (visitato il 12/06/2012).
[Zin10]
N. Zingarelli. Lo Zingarelli 2011. Vocabolario della lingua italiana. Zanichelli, 2010, p. 787.
33