Pensioni, il Welfare riavvia il tavolo - Filcams-Cgil
Transcript
Pensioni, il Welfare riavvia il tavolo - Filcams-Cgil
Pensioni, il Welfare riavvia il tavolo 6 novembre 2002 Per il ministro vanno rafforzati gli incentivi - Parisi: se cambia la delega si riapre tutta la discussione Pensioni, il Welfare riavvia il tavolo ROMA. Il Governo si accinge a riaprire il tavolo sulle pensioni. Dopo aver anticipato nei giorni scorsi che lEsecutivo intenzionato ad adottare nuove misure per favorire linnalzamento dellet pensionabile, ora il ministro Roberto Maroni annuncia ufficialmente che presto consulter «di nuovo le parti sociali» ma con il solo obiettivo di rafforzare gli incentivi a restare al lavoro contenuti nella delega previdenziale varata quasi un anno fa: «Escludo disincentivi, anche se molti li propongono», ribadisce il titolare del Welfare. Ma il direttore generale di Confindustria, Stefano Parisi, non appare daccordo su questa impostazione e (sul "Il Riformista") risponde allannuncio di Maroni: «Se cambia una parte della delega sulla previdenza si riapre complessivamente la discussione sulla riforma delle pensioni». Parisi fa notare che «la soluzione individuata nella delega era il frutto di un compromesso, di un equilibrio fra diversi interessi. E soprattutto si basava su alcuni presupposti: la riduzione dei contributi previdenziali di 3-5 punti per i neo-assunti, gli incentivi non automatici per far restare al lavoro i potenziali pensionati di anzianit il conferimento dellintero Tfr maturando ai fondi pensionistici integrativi. Se cade una di queste tre gambe sottolinea Parisi cambia tutto». A questo punto occorre vedere quali sono le reali intenzioni del Governo. Al ministero del Welfare si sta lavorando a una soluzione che non prevede alcun ricorso a disincentivi e che punta a un rafforzamento degli incentivi attraverso la correzione del meccanismo previsto dalla delega: il lavoratore potrebbe optare per la permanenza in attivit(e quindi per il rinvio del pensionamento) senza lassenso del datore di lavoro. Che, invece, nellattuale versione della delega obbligatorio. Un percorso che potrebbe non essere gradito a chi ha "sottoscritto" lintesa che ha portato al varo della delega. E questo non il solo nodo da sciogliere. Sul tappeto, oltre alle compensazioni da garantire alle imprese per la perdita del Tfr, restano da risolvere le questioni dei disincentivi e della decontribuzione. Gli industriali si sono sempre dichiarati favorevoli a introdurre alcune penalizzazioni per frenare il ricorso ai pensionamenti. E ribadiscono che la riduzione del costo del lavoro resta prioritaria. Del resto, a prospettare il ricorso a disincentivi per arginare i trattamenti di anzianiterano stati, seppure non ufficialmente, gli stessi tecnici del Tesoro. Sulla decontribuzione, invece, il Governo ha garantito solo sotto il profilo legislativo (ma non ancora dal punto di vista finanziario) la copertura necessaria. Proprio la decontribuzione di 3-5 punti, per non affatto vista di buon occhio dai sindacati. Per la Cgil la delega, che attualmente allesame della commissione Lavoro della camera, va modificata radicalmente anche perché la decontribuzione «affosserebbe il sistema previdenziale pubblico». E i sindacati sono anche assolutamente contrari allutilizzo di disincentivi per frenare i pensionamenti di anzianit M.ROG. 6 novembre 2002 Per il ministro vanno rafforzati gli incentivi - Parisi: se cambia la delega si riapre tutta la discussione Pensioni, il Welfare riavvia il tavolo ROMA. Il Governo si accinge a riaprire il tavolo sulle pensioni. Dopo aver anticipato nei giorni scorsi che lEsecutivo intenzionato ad adottare nuove misure per favorire linnalzamento dellet pensionabile, ora il ministro Roberto Maroni annuncia ufficialmente che presto consulter «di nuovo le parti sociali» ma con il solo obiettivo di rafforzare gli incentivi a restare al lavoro contenuti nella delega previdenziale varata quasi un anno fa: «Escludo disincentivi, anche se molti li propongono», ribadisce il titolare del Welfare. Ma il direttore generale di Confindustria, Stefano Parisi, non appare daccordo su questa impostazione e (sul "Il Riformista") risponde allannuncio di Maroni: «Se cambia una parte della delega sulla previdenza si riapre complessivamente la discussione sulla riforma delle pensioni». Parisi fa notare che «la soluzione individuata nella delega era il frutto di un compromesso, di un equilibrio fra diversi interessi. E soprattutto si basava su alcuni presupposti: la riduzione dei contributi previdenziali di 3-5 punti per i neo-assunti, gli incentivi non automatici per far restare al lavoro i potenziali pensionati di anzianit il conferimento dellintero Tfr maturando ai fondi pensionistici integrativi. Se cade una di queste tre gambe sottolinea Parisi cambia tutto». A questo punto occorre vedere quali sono le reali intenzioni del Governo. Al ministero del Welfare si sta lavorando a una soluzione che non prevede alcun ricorso a disincentivi e che punta a un rafforzamento degli incentivi attraverso la correzione del meccanismo previsto dalla delega: il lavoratore potrebbe optare per la permanenza in attivit(e quindi per il rinvio del pensionamento) senza lassenso del datore di lavoro. Che, invece, nellattuale versione della delega obbligatorio. Un percorso che potrebbe non essere gradito a chi ha "sottoscritto" lintesa che ha portato al varo della delega. E questo non il solo nodo da sciogliere. Sul tappeto, oltre alle compensazioni da garantire alle imprese per la perdita del Tfr, restano da risolvere le questioni dei disincentivi e della decontribuzione. Gli industriali si sono sempre dichiarati favorevoli a introdurre alcune penalizzazioni per frenare il ricorso ai pensionamenti. E ribadiscono che la riduzione del costo del lavoro resta prioritaria. Del resto, a prospettare il ricorso a disincentivi per arginare i trattamenti di anzianiterano stati, seppure non ufficialmente, gli stessi tecnici del Tesoro. Sulla decontribuzione, invece, il Governo ha garantito solo sotto il profilo legislativo (ma non ancora dal punto di vista finanziario) la copertura necessaria. Proprio la decontribuzione di 3-5 punti, per non affatto vista di buon occhio dai sindacati. Per la Cgil la delega, che attualmente allesame della commissione Lavoro della camera, va modificata radicalmente anche perché la decontribuzione «affosserebbe il sistema previdenziale pubblico». E i sindacati sono anche assolutamente contrari allutilizzo di disincentivi per frenare i pensionamenti di anzianit M.ROG. 6 novembre 2002 Per il ministro vanno rafforzati gli incentivi - Parisi: se cambia la delega si riapre tutta la discussione Pensioni, il Welfare riavvia il tavolo ROMA. Il Governo si accinge a riaprire il tavolo sulle pensioni. Dopo aver anticipato nei giorni scorsi che lEsecutivo intenzionato ad adottare nuove misure per favorire linnalzamento dellet pensionabile, ora il ministro Roberto Maroni annuncia ufficialmente che presto consulter «di nuovo le parti sociali» ma con il solo obiettivo di rafforzare gli incentivi a restare al lavoro contenuti nella delega previdenziale varata quasi un anno fa: «Escludo disincentivi, anche se molti li propongono», ribadisce il titolare del Welfare. Ma il direttore generale di Confindustria, Stefano Parisi, non appare daccordo su questa impostazione e (sul "Il Riformista") risponde allannuncio di Maroni: «Se cambia una parte della delega sulla previdenza si riapre complessivamente la discussione sulla riforma delle pensioni». Parisi fa notare che «la soluzione individuata nella delega era il frutto di un compromesso, di un equilibrio fra diversi interessi. E soprattutto si basava su alcuni presupposti: la riduzione dei contributi previdenziali di 3-5 punti per i neo-assunti, gli incentivi non automatici per far restare al lavoro i potenziali pensionati di anzianit il conferimento dellintero Tfr maturando ai fondi pensionistici integrativi. Se cade una di queste tre gambe sottolinea Parisi cambia tutto». A questo punto occorre vedere quali sono le reali intenzioni del Governo. Al ministero del Welfare si sta lavorando a una soluzione che non prevede alcun ricorso a disincentivi e che punta a un rafforzamento degli incentivi attraverso la correzione del meccanismo previsto dalla delega: il lavoratore potrebbe optare per la permanenza in attivit(e quindi per il rinvio del pensionamento) senza lassenso del datore di lavoro. Che, invece, nellattuale versione della delega obbligatorio. Un percorso che potrebbe non essere gradito a chi ha "sottoscritto" lintesa che ha portato al varo della delega. E questo non il solo nodo da sciogliere. Sul tappeto, oltre alle compensazioni da garantire alle imprese per la perdita del Tfr, restano da risolvere le questioni dei disincentivi e della decontribuzione. Gli industriali si sono sempre dichiarati favorevoli a introdurre alcune penalizzazioni per frenare il ricorso ai pensionamenti. E ribadiscono che la riduzione del costo del lavoro resta prioritaria. Del resto, a prospettare il ricorso a disincentivi per arginare i trattamenti di anzianiterano stati, seppure non ufficialmente, gli stessi tecnici del Tesoro. Sulla decontribuzione, invece, il Governo ha garantito solo sotto il profilo legislativo (ma non ancora dal punto di vista finanziario) la copertura necessaria. Proprio la decontribuzione di 3-5 punti, per non affatto vista di buon occhio dai sindacati. Per la Cgil la delega, che attualmente allesame della commissione Lavoro della camera, va modificata radicalmente anche perché la decontribuzione «affosserebbe il sistema previdenziale pubblico». E i sindacati sono anche assolutamente contrari allutilizzo di disincentivi per frenare i pensionamenti di anzianit M.ROG. 6 novembre 2002 Per il ministro vanno rafforzati gli incentivi - Parisi: se cambia la delega si riapre tutta la discussione Pensioni, il Welfare riavvia il tavolo ROMA. Il Governo si accinge a riaprire il tavolo sulle pensioni. Dopo aver anticipato nei giorni scorsi che lEsecutivo intenzionato ad adottare nuove misure per favorire linnalzamento dellet pensionabile, ora il ministro Roberto Maroni annuncia ufficialmente che presto consulter «di nuovo le parti sociali» ma con il solo obiettivo di rafforzare gli incentivi a restare al lavoro contenuti nella delega previdenziale varata quasi un anno fa: «Escludo disincentivi, anche se molti li propongono», ribadisce il titolare del Welfare. Ma il direttore generale di Confindustria, Stefano Parisi, non appare daccordo su questa impostazione e (sul "Il Riformista") risponde allannuncio di Maroni: «Se cambia una parte della delega sulla previdenza si riapre complessivamente la discussione sulla riforma delle pensioni». Parisi fa notare che «la soluzione individuata nella delega era il frutto di un compromesso, di un equilibrio fra diversi interessi. E soprattutto si basava su alcuni presupposti: la riduzione dei contributi previdenziali di 3-5 punti per i neo-assunti, gli incentivi non automatici per far restare al lavoro i potenziali pensionati di anzianit il conferimento dellintero Tfr maturando ai fondi pensionistici integrativi. Se cade una di queste tre gambe sottolinea Parisi cambia tutto». A questo punto occorre vedere quali sono le reali intenzioni del Governo. Al ministero del Welfare si sta lavorando a una soluzione che non prevede alcun ricorso a disincentivi e che punta a un rafforzamento degli incentivi attraverso la correzione del meccanismo previsto dalla delega: il lavoratore potrebbe optare per la permanenza in attivit(e quindi per il rinvio del pensionamento) senza lassenso del datore di lavoro. Che, invece, nellattuale versione della delega obbligatorio. Un percorso che potrebbe non essere gradito a chi ha "sottoscritto" lintesa che ha portato al varo della delega. E questo non il solo nodo da sciogliere. Sul tappeto, oltre alle compensazioni da garantire alle imprese per la perdita del Tfr, restano da risolvere le questioni dei disincentivi e della decontribuzione. Gli industriali si sono sempre dichiarati favorevoli a introdurre alcune penalizzazioni per frenare il ricorso ai pensionamenti. E ribadiscono che la riduzione del costo del lavoro resta prioritaria. Del resto, a prospettare il ricorso a disincentivi per arginare i trattamenti di anzianiterano stati, seppure non ufficialmente, gli stessi tecnici del Tesoro. Sulla decontribuzione, invece, il Governo ha garantito solo sotto il profilo legislativo (ma non ancora dal punto di vista finanziario) la copertura necessaria. Proprio la decontribuzione di 3-5 punti, per non affatto vista di buon occhio dai sindacati. Per la Cgil la delega, che attualmente allesame della commissione Lavoro della camera, va modificata radicalmente anche perché la decontribuzione «affosserebbe il sistema previdenziale pubblico». E i sindacati sono anche assolutamente contrari allutilizzo di disincentivi per frenare i pensionamenti di anzianit M.ROG. 6 novembre 2002 Per il ministro vanno rafforzati gli incentivi - Parisi: se cambia la delega si riapre tutta la discussione Pensioni, il Welfare riavvia il tavolo ROMA. Il Governo si accinge a riaprire il tavolo sulle pensioni. Dopo aver anticipato nei giorni scorsi che lEsecutivo intenzionato ad adottare nuove misure per favorire linnalzamento dellet pensionabile, ora il ministro Roberto Maroni annuncia ufficialmente che presto consulter «di nuovo le parti sociali» ma con il solo obiettivo di rafforzare gli incentivi a restare al lavoro contenuti nella delega previdenziale varata quasi un anno fa: «Escludo disincentivi, anche se molti li propongono», ribadisce il titolare del Welfare. Ma il direttore generale di Confindustria, Stefano Parisi, non appare daccordo su questa impostazione e (sul "Il Riformista") risponde allannuncio di Maroni: «Se cambia una parte della delega sulla previdenza si riapre complessivamente la discussione sulla riforma delle pensioni». Parisi fa notare che «la soluzione individuata nella delega era il frutto di un compromesso, di un equilibrio fra diversi interessi. E soprattutto si basava su alcuni presupposti: la riduzione dei contributi previdenziali di 3-5 punti per i neo-assunti, gli incentivi non automatici per far restare al lavoro i potenziali pensionati di anzianit il conferimento dellintero Tfr maturando ai fondi pensionistici integrativi. Se cade una di queste tre gambe sottolinea Parisi cambia tutto». A questo punto occorre vedere quali sono le reali intenzioni del Governo. Al ministero del Welfare si sta lavorando a una soluzione che non prevede alcun ricorso a disincentivi e che punta a un rafforzamento degli incentivi attraverso la correzione del meccanismo previsto dalla delega: il lavoratore potrebbe optare per la permanenza in attivit(e quindi per il rinvio del pensionamento) senza lassenso del datore di lavoro. Che, invece, nellattuale versione della delega obbligatorio. Un percorso che potrebbe non essere gradito a chi ha "sottoscritto" lintesa che ha portato al varo della delega. E questo non il solo nodo da sciogliere. Sul tappeto, oltre alle compensazioni da garantire alle imprese per la perdita del Tfr, restano da risolvere le questioni dei disincentivi e della decontribuzione. Gli industriali si sono sempre dichiarati favorevoli a introdurre alcune penalizzazioni per frenare il ricorso ai pensionamenti. E ribadiscono che la riduzione del costo del lavoro resta prioritaria. Del resto, a prospettare il ricorso a disincentivi per arginare i trattamenti di anzianiterano stati, seppure non ufficialmente, gli stessi tecnici del Tesoro. Sulla decontribuzione, invece, il Governo ha garantito solo sotto il profilo legislativo (ma non ancora dal punto di vista finanziario) la copertura necessaria. Proprio la decontribuzione di 3-5 punti, per non affatto vista di buon occhio dai sindacati. Per la Cgil la delega, che attualmente allesame della commissione Lavoro della camera, va modificata radicalmente anche perché la decontribuzione «affosserebbe il sistema previdenziale pubblico». E i sindacati sono anche assolutamente contrari allutilizzo di disincentivi per frenare i pensionamenti di anzianit M.ROG.