Trillo st 05 07.indd

Transcript

Trillo st 05 07.indd
MAGGIO
2007
FOGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA
COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI” DI PIRANO
BOLLO PAGATO PRESSO
L’UFFICIO POSTALE 6330 PIRANO
S T A M P E
Informiamo i gentili lettori
che il nostro mensile
Il TRILLO
può venir letto in forma elettronica sul sito
della Comunità, all’indirizzo:
www.unione-italiana.org/pirano
POŠTNINA PLAČANA PRI
POŠTI 6330 PIRAN
AMALIA PETRONIO BIBLIOTECARIO RESPONSABILE PER IL
SETTORE ITALIANO
Cari amici lettori è con grande
piacere che vi voglio informare
sull’attivittà del settore italiano,
presso la Biblioteca centrale
Srečko Vilhar di Capodistria,
negli spazi ristrutturati ed acquisiti
recentemente, in Via Calegaria
22.
Il bibliotecario responsabile per il
settore italiano continuerà a curare
le necessità biblioteconomiche
della nazionalità italiana in
Slovenia, quindi mezzi finanziari
permettendo, e con una adeguata
politica degli aquisti, saranno
messe a disposizione degli utenti
le novità librarie italiane. Con
una serie di manifestazioni,
come la presentazione di autori,
l’allestimento di mostre librarie,
laboratori, letture ad alta voce, si
contribuirà alla socializzazione
della lingua e della cultura
italiana. L’acquisizione del libro è
solo la prima fase di un processo
biblioteconomico che comprende
poi la diffusione e la divulgazione
del materiale librario ed il
diretto inserimento nel processo
formativo dell’individuo.
Una biblioteca oggi è sempre
di piú un centro informativo e
T I S K O V I N A
Numero 5
-
ANNO XVII
quindi il settore italiano è anche
un centro informativo per la
nazionalità italiana e per tutti gli
altri utenti, uno sportello aperto
per la ricerca delle informazioni
che si riferiscono alla vita, alla
cultura, all’attività sociale della
Comunità italiana in Slovenia.
Uno spazio per ricercatori della
lingua e della cultura italiana.
Il settore italiano dispone anche di
un’ aula per l’ autoapprendimento
della lingua italiana.
Penso vi interessi sapere come
mai. Una delle competenze della
biblioteca di pubblica istruzione è
di seguire le necessità del territorio;
ultimamente la Biblioteca centrale
Srečko Vilhar ha constatato che
nelle scuole italiane, in quelle
slovene, nelle istituzioni pubbliche
nei negozi la conoscenza della
lingua italiana è differenziata, ciò
significa ad esempio che all’asilo
italiano si iscrivono bambini con
un grado diverso di conoscenza
della lingua italiana, lo stesso per
la scuola elemenatare e media. La
lingua italiana come lingua d’uso
ufficiale in questo nostro ambiente
bilingue è sempre meno usata e la
conoscenza della lingua italiana
Pag. 1
è spesso manchevole. Gli utenti
della biblioteca spesso richiedono
corsi accelerati di italiano per
livelli diversi, o materiale multi
mediale per l’apprendimento
della lingua italiana; prodotti
integrativi, di appoggio al
processo educativo istruttivo
regolare, quindi un supporto
permanente alla loro conoscenza
linguistica. Sono questi ed altri
i motivi che hanno incentivato
la biblioteca di Capodistria a
realizzare nel settore italiano un’
aula arredata con 4 computer,
dove si potranno seguire corsi di
autoapprendimento della lingua
italiana.
La biblioteca centrale Srečko
Vilhar di Capodistria, grazie
all’aiuto del vice sindaco Alberto
Scheriani, ha ottenuto nuovamente
in dotazione dal Comune gli
spazi (di circa 160 m2) al primo
piano dell’edificio, in Via
Calegheria 22, dove era collocata
temporaneamente la biblioteca per
ragazzi, oggi nella nuova sede di
via Verdi, per sistemare il settore
italiano.
Negli spazi a disposizione degli
utenti di tutte le età, oltre all’aula
multimediale, una sala di lettura,
una sala per le manifestazioni
con: un servizio di reference e
materiale librario specifico.
Saranno disponibili enciclopedie,
opere
di
consultazione,
di
biblioteconomia,
studi
bibliografici.
Non possono mancare libri
di
psicologia,
soprattutto
di
psicologia
dei
piccoli
gruppi, ricerche sui metodi di
apprendimento, sui problemi
della formazione. Un altro settore
importante le scienze sociali;
non può mancare una buona
raccolta di testi sulla scienza
della comunicazione, sui nuovi
approcci educativo istruttivi,
sul rapporto educazione e massmedia, sui modelli di sviluppo
condivisi, materiale librario sulla
vita sociale della nazionalità
italiana in Slovenia, sulla vita
dei gruppi marginali, e libri di
sociologia della lettura.
Il settore curerà in modo
particolare l’acquisto dei libri di
linguistica e letteratura; opere
di consultazione sulla letteratura
italiana, la linguistica in Italia ed
autori di narrativa scelti.
Ovviamente appena ci saranno
ulteriori
mezzi finanziari, si
realizzeranno
programmi di
autoapprendimento della lingua
italiana con un valido supporto
multimediale.
Il settore italiano è un punto
informativo
destinato
alla
nazionalità italiana e a tutti gli
utenti della biblioteca, un ulteriore
punto di diffusione e divulgazione
della lingua e cultura italiana
come pure di presentazione della
cultura ed attività della nazionalità
italiana in Slovenia.
Ci auguriamo che diventi quanto
prima un centro di ritrovo culturale
animato da un dibattito creativo,
propositivo per ogni singolo
individuo e per tutte le istituzioni
che possono poi contribuire in
qualche modo allo sviluppo civile
dell’ umanità.
CONOSCIAMOCI
di Isabella Flego
Nelle azioni che coinvolgono
le
donne,
organizzate
dall’Associazione (POEM) per le
pari opportunità e dalla Biblioteca
centrale “Srečko Vilhar« di
Capodistria, nella persona della
responsabile per il settore italiano
professoressa Amalia Petronio,
cerchiamo di unire pensiero e
sentimenti da poter condividere,
per dare impulso alla creatività,
dalla cui forza si riceve l’energia
per agire alle restrizioni culturali
che ancora circondano il mondo
femminile.
Il 19 aprile 2007 abbiamo avuto
il piacere di ospitare due vere
signore, umili e preziose per
l’identità della propria città: Maria
Palaković di Pirano e Ada Gombač
di Isola. La prima scrive nel nostro
dialetto e in lingua italiana, la
seconda in lingua slovena. Tutte
e due hanno dimostrato che la
forza di volontà è tutto nella vita e
che per assaporare la gioia di stare
insieme, di dire poche parole, ma
vere l’età non conta.
Anche nel tempo della “anima”
una donna può produrre pensieri
nuovi come il domani e antichi
come l’inizio dei tempi.
Le poesie di Maria Palaković sono
l’espressione di un soggettivo
femminile. Attraverso la natura,
collante principale tra le persone,
le genti e le culture, ci fa partecipi
della sua sensibilità, come nella
poesia: “El vecio olivo”, contorto
segno di antiche sofferenze e di
pace.
“Sto povero corpo mio / pien de
rughe el xè.../Finchè rendevo //
Torno de mi i zapava.../Adeso che
son invecì, cosa go pensà?/
Che ‘l mio povero tronco no
vegnaria smenticà...” È come dire,
pensando alla metafora, che si fa
presto a sbiadire in un sussurro, se
non si sceglie il proprio mondo e
il lavoro ancora da svolgere con
particolare sorveglianza.
Rimane comunque la “Paura della
veciaia”.
...no ti rendi più / a tuti te par de
intrigar /... no ti ga con chi / far la
ciacolada...”
È il fluire del tempo che passa
e che purtroppo lascia spesso le
persone nella solitudine, il male
peggiore per una vita in declino.
Ma anche quando non si
intravedono sentieri, Maria, autrice
schiva e lontana da una qualsiasi
forma di autocompiacimento,
cerca versi colorati da segnalare
Pag. 2
ai più piccoli:
“Quanta nana ancor farei!/Però.../
Tanti bimbi mi aspettan.../un bel
girotondo / ci facciam”.
L’incontro con l’ autrice ci ha
regalato qualcosa di intimo di cui
noi presenti siamo stati partecipi,
guadagnando in esperienza e in
apprendimento.
Il faccia a faccia con le persone che
interpretano se stesse è sempre
un arricchimento. Oggi più che
mai, in questo mondo stridente
che canta menzogne, lontano dai
grandi interrogativi della vita.
La signora Palaković può ben
dire “vivo e mi godo la vita fatta
a mano”.
Maria Palaković
Capodistria, maggio 2007
L’ARCHIVIO DI PIRANO E TARTINI
di Elio Musizza
Associandomi a quanti si
oppongono al trasferimento
dell’Archivio
di
Pirano
all’Archivio
regionale
di
Capodistria,
vedi
Consiglio
comunale di Pirano e la Società
di studi storici e geografici in
seno alla nostra CI, come di certo
la nostra CAN di Pirano, vorrei
far riferimento all’importanza
dell’Archivio piranese e quanto
conserva del nostro illustre
concittadino il grande violinista
Giuseppe Tartini. Allora viene
da chiedersi, per coloro che
s’interessano di Tartini e lo
studiano, perché dovrebbero
recarsi in altra località a far delle
ricerche e non nella sua Pirano
che gli diede i natali? Dalla
sua morte avvenuta nel 1770 la
documentazione d’archivio ebbe
varie vicissitudini: dapprima gran
parte del suo archivio venne a
Pirano, una parte andò al governo
della Repubblica di Venezia ed
un’altra parte ancora venne presa
dai suoi allievi e sparsa per tutta
l’Europa; qualcosa rimase nella
Basilica del Santo /Sant’Antonio/
a Padova, città in cui il Nostro
trascorse gran parte della sua vita.
Comunque sempre a Pirano il
Tartini ebbe degli ammiratori ed
entusiasti propensi a conservare
e a completare il suo archivio,
come pure di trascriverne le sue
opere. Fra questi molto assiduo fu
l’abate Colombo, che si prodigò
a scrivere dei commentari sulle
opere tartiniane che si trovano
nell’Archivio piranese. Ma nella
stessa Pirano si dedicarono a
Tartini i conti Attilio Stefani
e Stefano Rota che cercavano
in particolare lettere inedite ed
altri manoscritti; vi furono altri
cittadini piranesi che si dedicarono
a conservare documentazioni sul
grande concittadino.
Durante il secondo conflitto
mondiale si ebbe cura di nascondere
dei cimeli di Tartini nel sottoscala
dell’edificio municipale, per
impedirne le ruberie da parte
degli occupatori tedeschi. Nel
dopoguerra la stessa direzione
del Museo del mare di Pirano si
prodigò a custodire e conservare
il lascito tartiniano; così pure la
Biblioteca civica di Pirano; nonché
con la ristrutturazione di Casa
Tartini si giunse all’apertura della
Stanza Tartini o Stanza ricordo.
Ma nonostante queste attenzioni
di conservazione delle opere
e cimeli tartiniani, l’Archivio
di Pirano mantiene registrate e
conservate circa 500 voci, con
scritti originali del Tartini: studi
musicali, manoscritti, calcoli
matematici, lettere ecc…
Ecco perché si pone l’esigenza
che l’Archivio di Pirano rimanga
nella città, per tutte le sue ricche
documentazioni di secoli e secoli
or sono, ma anche per il Suo figlio
prediletto, simbolo della musica
del Settecento e vanto della città
e comune di Pirano.
I MANDOLINI IN SVIZZERA
di Arcangelo Svettini
Il
Gruppo
mandolinistico
»Serenate« della nostra Comunità,
guidato da Arcangelo Svettini,
è stato ospite a Bellinzona della
locale “Orchestra mandolinistica
Bellinzonese” ad un concerto di
gala tenutosi nella bellissima e
storica “Sala Patriziale” del loro
municipio.
Partiti da Pirano venerdì 20 aprile
i nostri valenti musicisti hanno
avuto l’occasione di visitare la bella
città di Bellinzona, capoluogo
del Cantone Svizzero Ticinese,
sovrastata da imponenti mura e
castelli.
Sabato mattina, giorno di
mercato, Bellinzona brulicava
di persone affollate attorno alle
numerose bancarelle, come pure i
nostri mandolinisti del “Serenate”.
Nel pomeriggio, prove nell’atrio
dell’albergo dove alloggiavamo, e
alle ore 20.30 i nostri mandolinisti
hanno avuto l’onore di iniziare
il concerto nell’affollatissima
Sala Patriziale. Dopo di loro si
sono esibiti nel concerto di gala
il “Gruppo Mandolinisti del
Bellinzonese” diretti dal maestro
Luigi Pedrazzi, e hanno dimostrato
di essere veramente dei bravi
artisti. Alla fine scambio di doni,
e poi tutti assieme in pizzeria
dove hanno avuto l’occasione di
conoscersi meglio.
Il loro organizzatore sig. Stefano
Morettini, persona veramente
Pag. 3
squisita e ottimo suonatore di
mandola, si dava molto da fare per
far sentire i nostri a loro agio, così
oltre a cenare si è pure suonato
e cantato assieme. Poi, dopo i
saluti si sono dati appuntamento
a Pirano per sabato 12 maggio
alla terza edizione di “Suonando e
cantando in riva al mare”.
Domenica mattina partenza per
Pirano, con delle brevi soste fuori
autostrada visitando qualche
cittadina Lombarda, e poi rientro a
casa un po’ stanchi ma soddisfatti
della loro visita ed esibizione a
Bellinzona nella Confederazione
Elvetica.
“SUONANDO E CANTANDO IN RIVA AL MARE” 2007
di Lara Sorgo
Mi ricordo che una volta, un mio
amico scherzando, mi aveva detto
che se vuoi conoscere l’Italia
devi amare spaghetti, pizza e
mandolino. Allora ero rimasta un
po’ perplessa… Il mandolino!? Sì,
il mandolino, il tipico strumento
napoletano. Ma ciò che il mio
amico non sapeva, era che il
mandolino è presente da sempre
anche nella tradizione musicale
istriana. Devo ammettere che non
avevo mai sentito dei mandolini
dal vivo, perciò l’occasione che mi
si è presentata sabato 12 maggio
al Teatro Tartini di Pirano, non
me la sono lasciata sfuggire.
Per il terzo anno consecutivo, la
CI “Giuseppe Tartini” di Pirano,
ha presentato la manifestazione
“Suonando e cantando in riva al
mare”, in cui si sono esibiti tre
gruppi mandolinistici: il gruppo
piranese “Serenate”, il “Gruppo
mandolinistico del Bellinzonese”
di Bellinzona (Svizzera) e il
gruppo “Caput Gauri” di Codigoro
(FE).
Ad aprire la serata, la storica
canzone napoletana “Torna a
Surriento”, suonata dal gruppo
di casa “Serenate” guidato
da Arcangelo Svettini e per
l’occasione accompagnato dal
gruppo “Do-re-mi” della CI di
Momiano . Il gruppo “Serenate”
si è formato solo pochi anni
fa, nel 2004, ma ben presto si
è imposto all’attenzione del
pubblico con la partecipazione
a varie manifestazioni locali
ed internazionali. Nel 2006 ha
preso parte all’incontro regionale
sloveno dei gruppi mandolinistici
a Fara presso Kočevje e nel marzo
dello stesso anno a Neuotting
in Germania, che segna anche
la prima uscita all’estero. Ne
seguirà presto un’altra, questa
volta a Bellinzona in Svizzera,
dove i nostri mandolinisti sono
stati ospiti della locale orchestra
mandolinistica del Bellinzonese.
Lo stesso gruppo svizzero, è
stato invitato a Pirano proprio per
questa manifestazione. Il “Gruppo
mandolinisti e chitarristi” di
Bellinzona è ricco di storia e
tradizione poiché è stato fondato
nel 1898. La formazione ticinese
è composta da 15 elementi
suddivisi tra mandolini primi
e secondi, mandole, chitarre
e contrabbasso. L’intento del
gruppo è da sempre quello di
salvaguardare
la
tradizione
mandolinistica del Ticino, con un
repertorio che spazia dalla musica
popolare alla musica tradizionale
per formazioni a plettro. I
musicisti svizzeri hanno dato
prova di grande professionalità,
con un repertorio di brani vari,
riscuotendo notevoli consensi da
parte del pubblico presente.
Infine
è
stata
la
volta
dell’orchestra di “Caput Gauri”,
un ensamble cameristico che nasce
dall’allargamento dell’organico
del quintetto omonimo che svolge
intensa attività fin dal 1989. Caput
Gauri è l’antico nome del Comune
ferrarese di Codigoro, nelle
vicinanze dell’antica abbazia di
Pomposa. Il principale intento di
questi musicisti è la rivalutazione
della musica originale o trascritta
che rappresenti adeguatamente la
sonorità e le caratteristiche degli
strumenti a plettro. Numerose
sono state le manifestazioni in
Italia e all’estero a cui hanno
partecipato, riscuotendo sempre
grandi successi. L’orchestra
a plettro “Caput Gauri” è
espressione
dell’Associazione
Musicale Pomposiana, un ente non
commerciale che si occupa della
promozione e della divulgazione
della cultura musicale. Per
l’occasione il gruppo ha presentato
brani scelti relativi al mare, una
sorta di “fantasie marine” in
chiave musicale.
Presentatrice e regista della
serata, Miriam Monica, che è
apparsa fin dalla prima scena in
versione “marinara” con remi
veri e propri, e ha coinvolto gli
spettatori in prima persona nel
melos mediterraneo, mentre sullo
sfondo si alternavano particolari di
quadri ispirati al mare di Martina
Žerjal.
Quando rivedrò il mio amico, gli
farò sapere che anche a Pirano
è possibile ascoltare dal vivo i
mandolini. E poi, la zona della
Punta, il lungomare con gli scogli
e i ristorantini sul mare... non vi
sembra un po’ Sorrento!?
Orchestra a plettro Caput Gauri, fotografia: Martina Žerjal
Pag. 4
ANTONIO MICULIAN (1950-2007)
di Kristjan Knez, Presidente della Società di studi storici e geografici – Pirano
Dopo una breve malattia ci ha
lasciati Antonio Miculian, storico
rovignese, dottore in ricerca,
uno dei più attenti e preparati
ricercatori
della
Comunità
Nazionale Italiana. Dopo la laurea
conseguita alla Facoltà di Lettere
e Filosofia di Zara trovò impiego
al Centro di ricerche storiche di
Rovigno. Per lunghi anni si dedicò
allo studio del protestantesimo in
Istria e della Controriforma della
Chiesa cattolica in queste terre,
nonché della realtà ecclesiastica in
generale tra Cinque e Settecento, i
cui saggi scientifici, caratterizzati
da meticolose ricerche d’archivio
e bibliografiche, furono pubblicati
dagli »Atti« del Centro rovignese,
ma anche in altre riviste, volumi
e negli atti dei vari convegni
internazionali a cui sovente
partecipava. Accanto a tali
campi d’indagine, rammentiamo
l’interesse per i secoli dell’età
moderna nelle terre dell’Adriatico
settentrionale. I risultati delle sue
defatiganti ricerche hanno portato
alla luce nuovi elementi di notevole
interesse per la conoscenza del
passato della nostra regione. Ha
pubblicato un notevole numero
di fonti, precedute da ampie e
attente introduzioni, relative
alle confraternite, alle visite
pastorali e apostoliche, alla storia
di Veglia, ecc. Oltre a questi
campi d’indagine studiò pure
taluni aspetti relativi alla storia
contemporanea dell’Istria e al
confronto politico tra i partiti
autonomista e nazionale in
Dalmazia tra XIX e XX secolo.
Nel 1990 ottenne il titolo di magister
discutendo la tesi »Materiali
d’archivio di recente scoperta sul
movimento protestante in Istria
nel corso del XVI secolo«, mentre
nel 2001, sempre a Zara, conseguì
il dottorato in ricerca con la tesi »Il
movimento protestante in Istria nel
XVI secolo alla luce delle nuove
ricerche archivistiche«, il cui
testo venne pubblicato l’altr’anno
dalla casa editrice »Žakan Juri« di
Pola.
Antonio Miculian, intellettuale
di notevoli capacità, era altresì
docente di storia al Liceo italiano
di Rovigno, mentre alla Facoltà
di Pola deteneva la cattedra di
storia croata. Oltre agli impegni
accademici era impegnato anche
alla Comunità degli Italiani della
sua città e da ultimo anche nella
Giunta esecutiva dell’Unione
Italiana, infatti gli era stato
affidato l’incarico di responsabile
del settore Università e ricerca
scientifica. Era una persona
modesta e schiva, uno studioso che
preferiva essere anziché apparire,
è stato un intellettuale impegnato
e contribuì in vari modi per il
bene della nostra minoranza, che
le stava molto a cuore.
Ricordiamo Antonio Miculian
anche perché è stato un valido
collaboratore sia della Società di
studi storici e geografici di Pirano
sia della Comunità degli Italiani
»Giuseppe Tartini«. Grazie al
suo apporto e ai suoi consigli
abbiamo cercato di migliorare
gli incontri scientifici che dal
2001 ad oggi vengono ospitati in
Casa Tartini. Fin dall’inizio ha
creduto in ciò che proponevamo,
giudicando positivamente il
discorso avviato. Appena formata
la Società, il contributo di Antonio
Miculian non venne meno, anzi,
considerava la nostra esperienza
come un’iniziativa scientifica e
culturale seria e valida, importante
nel panorama culturale della
CNI, nonché complementare a
quanto già esiste sul territorio.
Era dell’avviso che la Società
dovesse crescere ulteriormente
perché le premesse avevano
dimostrato che l’impegno stava
portando a risultati più che
soddisfacenti, e poi riteneva
molto importante la pluralità delle
iniziative all’interno della CNI
medesima, che andava vista non
come potenziale »concorrenza«
bensì come contributo che giovi
a crescere intellettualmente la
nostra minoranza, in primo luogo
qualitativamente.
Pag. 5
Nel 2005 uscì il primo volume
della nostra collana »Acta
Historica Adriatica« contenente
gli atti del convegno dedicato
ai confini militari di Venezia e
dell’Austria nell’età moderna,
la cui edizione era stata curata
proprio da colui che ci ha lasciati.
Ricordo che aveva accettato molto
volentieri di visionare e riordinare
i materiali; si tratta di un volume
che ha destato l’interesse degli
studiosi. La nostra collaborazione
si era intensificata e così divenne
pure nostro sodale, oltre che un
apprezzato relatore, ormai fisso,
ai convegni piranesi. Lo scorso
novembre lo ospitammo in
occasione della giornata di studio
concernente l’Istria e le Province
illiriche nell’età napoleonica, e
in quell’occasione lo avevamo
trovato esaurito e stanco, triste
presagio di una gravissima
malattia.
Lo vogliamo, però, ricordare
come una persona modesta,
affidabile, solidale, pronta alla
collaborazione, entusiasta e
completamente coinvolta in ciò
che faceva. Ma anche come un
uomo sensibile verso la lingua e la
cultura italiane di questi territori,
nonché battagliero e desideroso di
vivere, tant’è che l’ultima volta che
lo sentii telefonicamente, prima
che la situazione precipitasse,
auspicava di superare il problema
di salute e di riprendere gli studi
e gli impegni che aveva dovuto
accantonare.
Il prof. Antonio Miculian al
convegno »L’Istria e le Province
illiriche nell’eta’ napoleonica«
(Pirano, 25 novembre 2006), a
destra il prof. Salvator Žitko
BIMBI DELLA »COCCINELLA« IN GITA A GULLIVERLANDIA
di Laura Maglica
Martedì, 8 maggio i bambini
del gruppo delle »Giraffe« del
giardino d’infanzia la »Coccinella«
sezione di Lucia, accompagnati
dai loro genitori hanno partecipato
alla gita di fine anno scolastico al
parco tematico di Gulliverlandia
a Lignano Sabbiadoro. Quel
giorno ci siamo alzati presto e
siamo arrivati puntuali all’asilo,
il pullman era già lì, pronto per
portarci a Lignano. Siamo saliti,
preso posto e poi via si parte!
Durante il viaggio abbiamo fatto
una breve sosta a Gonars per
far merenda. Eccoci finalmente
arrivati. Dopo le formalità alla
biglietteria siamo entrati, abbiamo
fatto una bella foto di gruppo
e, poi via ognuno ha iniziato la
propria avventura all’interno del
Parco. Abbiamo viaggiato con
un trenino che ci ha portato a
conoscere il mondo dell’antica
civiltà dei Maya, ammirato le
miniature delle Meraviglie del
Mondo antico, passeggiato per la
valle dei Dinosauri... che paura...
sembravano veri, guardato il
panorama dall’alto della Torre
Panoramica, dimostrato le nostre
abilità di guida al volante di
piccole auto da corsa simili a
quelle della Formula 1... quante
risate e quanti scontri. Abbiamo
avuto modo di navigare con
dei tronchi lungo vere e proprie
rapide, quanti spruzzi. Ci siamo
divertiti a scivolare sui scivoloni
gonfiabili a forma di gallo, a
scendere a tutta velocità seduti su
dei tappeti dal grande Scivolone
Niagara. Abbiamo partecipato
ad un torneo medioevale.
Visitato il Museo delle Farfalle
e l’Acquario, qui siamo passati
sotto al tunnel della Vasca
Oceanica dove squali e pesci vari
nuotavano sopra alle nostre teste.
Ci siamo divertiti ad assistere
allo spettacolo delle otarie...
incredibile quante cose sanno fare
questi animali. Siamo rientrati a
casa nel tardo pomeriggio, stanchi
ma felici della giornata trascorsa
all’insegna di tanto divertimento
e tante emozioni soprattutto per i
più piccini.
Foto di Denis Markežič
BIBLIOTECA “Diego de Castro”
Tutti i venerdì dalle ore 12.40
incontriamo la Comunità Italiana
RADIO TARTINI
102.8
100.8
IL TRILLO, Foglio della
comunità Italiana di Pirano.
Redattore responsabile:
Bruno Fonda.
Tel. segreterie: +386 (5) 673 30 90
Contabilita: +386 (5) 673 30 91
Fulvia Zudič: +386 (5) 673 01 40
E-mail: [email protected]
ORARIO
Lunedì 10-12 Giuliana Del Giusto
Martedì 10-12 Gianna Roškar
Mercoledì 16-18 Ondina Lusa
Giovedì 10-12 Lara Sorgo
Venerdì 10-12 Ondina Lusa
Stampa e impaginazione:
PIGRAF s.r.l.
numero copie: 1100
A questo numero de “Il Trillo” hanno collaborato:
Fulvia Zudič, Marisa Zottich De Rosario, Ondina Lusa, Kristjan Knez, Lara
Sorgo, Isabella Flego, Elio Musizza, Maria Braico-Štifanić, Amalia Petronio, Laura
Maglica, Arcangelo Svettini, Adriana Cah, Nadia Zigante.
Pirano, 25 maggio 2007
Pag. 6
La PESCA il mio grande AMORE
di Maria Braico-Štifanić
Ad un’amica che stimi e alla quale
sei legata da tanti ma tanti anni,
non puoi negare un favore. In
fondo si tratta solo di raccontarle
dei ricordi, le mie esperienze da
fanatica pescatrice:
La PESCA il mio grande
AMORE. Ed è questo il problema!
Mi sono sentita male, ricordare
quella vecchia passione, no non
è semplice. Da un paio d’anni
in qua io cerco di dimenticarla,
volevo chiudere per sempre con
la pesca. Sono nata e cresciuta
accanto al mare, quasi dentro a
lui. Ho imparato a nuotare da
piccolina, prima dei cinque anni.
La mia passione per la pesca
però è arrivata un po’ più tardi,
avrò avuto forse dieci anni.
Ricordo i pescatori di Pirano
quando arrivavano con le loro
barche ed io che correvo a vedere
com’era andata la loro pesca,
se le reti erano piene, vuote o a
metà. Stavo lì a guardare mentre
tiravano fuori il pesce dalla rete.
Poi secondo la specie venivano
messi dentro a delle cassette.
Dapprima conoscevo solo poche
specie di pesci, poi col tempo,
facendomi insegnare da mio papà,
ne ho imparato a distinguerne
molte. C’era sempre tanta gente
sul molo del mandracchio
dove erano attraccate le barche
da pesca. Il grande porto era
riservato per le barche più grandi,
quelle mercantili, appartenenti ai
capitani di Pirano, i siori.
Noi curiosi guardavamo tutto quel
pesce, ancora vivo danzare come
se fossero dei ballerini. Forse si
muovevano così per farsi belli
d’innanzi a noi pubblico. Che
spettacolo!
C’era un bragozzo il cui
proprietario era un pescatore di
Chioggia che si era stabilito a
Pirano. Mio padre, che per la sua
età non poteva più navigare, si
era messo a fare il pescatore con
il chioggiotto. La sua barca era
un’attrazione anche senza tutte
quelle bellissime specie di pesce
che riusciva a pescare. Era dipinta
di nero con degli ornamenti
coloratissimi ed una strana vela.
Le barche da pesca piranesi
avevano dei colori chiari e le vele
erano di diversi tipi ma sempre
con toni di colori naturali. Anche
le barchette, caici, a remi erano
di colore celeste o bianco. Nel
mandracio era un continuo via vai
di gente, pescatori che dalle barche
portavano le cassette piene di
pesce in pescheria, vicina al molo.
La pescheria era all’aperto, aveva
le bancarelle in pietra bianca liscia
come il marmo, con un solco da
dove scorreva l’acqua quando le
pescivendole bagnavano il pesce.
La nostra pescheria era molto
bella, sembrava un quadro vivente.
Tutti si muovevano, parlavano,
gesticolavano ed il richiamo delle
pescivendole formava un coro
non molto intonato.
Nel pomeriggio il panorama sulla
riva cambiava. Poche persone
che passeggiavano, bambini
che giocavano e le reti lunghe
distese lungo il molo. Venivano
controllate dai pescatori che
guardavano se c’erano dei buchi
da rammendare. Le donne e gli
anziani erano incaricati a fare
questo lavoro, lavoro di pazienza
e abilità che veniva eseguito con
la gusela.
Nel tardo pomeriggio con il mio
papà e la mamma andavamo
sotto i portici di San Giorgio, si
mangiava i mussoli. Li cucinavano
lì sotto i portici, dove c’era anche
una vetrinetta sul muro con dentro
l’immagine di San Giorgio nostro
protettore. I mussoli venivano
venduti a porzioni dentro delle
ciotole di legno. Erano squisiti,
veramente una prelibatezza!
Tutto questo avveniva prima che
io prendessi in mano la prima volta
una lenza. Il mio primo giorno da
pescatrice è stato indimenticabile.
D’allora per cinquantanni ho
sempre continuato a pescare ed
Pag. 7
ho vissuto moltissime esperienze
che racconterò.
Un giorno sentii il desiderio di
andare a pescare, fu come se mi
fossi innamorata, tanto era forte
questo mio desiderio. Ne parlai
subito con mio papà, ma non
volle ascoltarmi. Mi disse che
una ragazzina non poteva andare
a pescare sul molo, oppure sulle
grote!! A Pirano non si era mai
visto una cosa del genere, quindi
sarebbe stato sconveniente per le
Piranesi. Io avevo ricevuto tanto
amore dal mio papà e quindi non
dubitai che prima o poi mi avrebbe
aiutato. Dopo cinque figli maschi,
la sesta ero arrivata io la cocola de
casa. Non mi diede il “nulla osta”
subito.
Andai dal signor Moro, l’unico
piranese il quale gestiva un negozio
d’attrezzi per la pesca, in tutta la
città. Da lui mi feci spiegare un
po’ di cosette. Quale tipo di nylon
mi servirebbe per pescare da riva,
quanto veniva a costare. Quale
numero dovevano avere gli ami?
Quanti grammi dovevano avere i
piombini sulla mia lenza? Capii
subito che il signor Moro non era
molto convinto di dovermi dare
tutte queste risposte. Così per la
prima volta non volle perdere il
suo tempo con una bambina la
quale s’interessava di pesca roba
de ciodi. Dovetti andare diverse
volte da lui che cedesse alle mie
richieste. Una volta messo insieme
tutto il materiale e saputo quanto
mi sarebbe venuto a costare,
incominciò la caccia al soldino.
Fu una vera impresa! Niente
cinema, niente canoli (i miei dolci
preferiti). La mia mamma faceva
le pulizie alla banca di Pirano,
aveva dovuto prendere questo
lavoro all’età di cinquantanni, per
bisogno. Feci un contratto con
lei, ogni giorno dopo aver fatto i
compiti sarei andata ad aiutarla
per poter ricevere una paghetta.
Finalmente comprai tutto quello
che mi serviva e portai il materiale
a casa.
Mio papà mi mise gli ami sulle
gramole, il piombino e così la
lenza fu pronta per pescare. Però
servivano ancora i vermetti da
usare come esca. Per procurarli
bisognava andare fino a Santa
Lucia, dove c’era il fango delle
saline. Con i piedi nudi si pestava
il fango così i vermetti uscivano,
se li prendeva mettendoli poi in
un vasetto. Io non possedevo una
bicicletta per andare da Pirano
alle saline, me la facevo prestare
da un mio compagno di classe
Bruno Fonda.
Quando fu tutto pronto andai
sul molo per incominciare a
pescare, accompagnata dal mio
papà. Mi mostrò come lanciare
la lenza, come avvolgerla perché
il nylon non s’attorcigli. Bisogna
tenere il nylon con il dito indice
e precisamente sulla falangina,
premendo sopra il pollice.
Avendo io una forte sensibilità sui
polpastrelli, sentivo subito quando
spigolavano mangiavano, allora
tiravo il nylon ma non sempre il
pesce aveva già mangiato (preso
l’esca con l’amo). Questo errore
l’ho fatto molto spesso durante
tutti i cinquantanni di pesca,
perdendo così molti pesci. Il pesce
(in generale) prima di abboccare
l’esca fa come un gioco con lei,
come degli assaggi. Quindi,
quando lo senti mangiucchiare
non devi tirare subito il nylon ma
aspettare che sia lui quando ingoia
l’amo con l’esca a dare lo strappo.
Quando questo avviene il pesce è
preso! Ci sono tipi di pesce molto
voraci i quali prendono in un sol
boccone l’esca e tirano. Parlo
della pesca da riva poiché dalla
barca ci sono diverse modalità.
Il primo pesciolino che presi fu
un ghiozzo guato, quel giorno
però pescai anche dei bei saraghi
spareti, ero veramente felice!
Purtroppo pescando da riva si
perdono molti piombini e ami
a causa del fondale roccioso.
Bisognava spesso cambiare sia
ami che piombini, dovevo prima
possibile imparare a farlo da sola,
il babbo si era stancato di fare
questo lavoro.
La mia amica Luisella Ravalico
aveva il papà capitano che era
amico di mio papà. Il signor
Ravalico era una persona
carissima, un papà buono come il
mio ma con molta più pazienza del
mio. Con lui imparai ad avvolgere
gli ami, mettere su i piombini e
tutto ciò che serviva per diventare
una brava pescatrice.
Diventai anche una buona cliente
del signor Moro, quando mi
vedeva entrare in negozio era
molto felice. Col tempo imparai
a conoscere le posizioni da dove
si pescava meglio, dove il pesce
si riuniva di più. Continuando
a pescare e frequentando dei
pescatori esperti venni a sapere e
a conoscere tante cose necessarie
per la pesca da riva e dalla barca.
Il mondo della pesca è molto
complesso e vasto: tipi di pesca,
attrezzi, nylon, reti, fiocine,
arpioni, esche, ecc. Tutte cose
un po’ difficili da spiegare anche
perché hanno delle terminologie
specifiche.
Bisogna
essere
veramente interessati alla pesca
per poterle capire e imparare. Non
ci sono molti libri o enciclopedie
sulla pesca (almeno da quello che
so io). Perciò è importante per
chi la pratica incontrare pescatori
esperti per farsi spiegare.
A volte andavo a pescare con
la barca di mio fratello, una
“SIRIUS”. Lui era capitano,
lavorava per l’agenzia “Splošna
Plovba” di Pirano. La prima volta
sono andata con lui a pescare
le seppie, siamo andati verso
Salvore. È stata una giornata
indimenticabile, bellissima, anche
perché la pesca fu abbondante.
Con mio fratello Livio sono
riuscita a pescare in molte altre
occasioni: pagri pagari, pagelli
fragolini riboni, occhiate ociade e
tante altre specie.
Una delle tante esperienze di
pesca è stata quando ho pescato
a panola. Si va con la barca non
lontano dalla riva, il motore
Pag. 8
deve andare al minimo e la lenza
è particolare, per questo tipo
di pesca va tirata con la mano
a strappi. Con questa pesca si
possono prendere diverse qualità
di pesce: calamari, branzini ecc.
Questa pesca a me piace, mi diverte
moltissimo. A Pirano, lungo i due
moli ci sono due dighe formate da
grandi massi di pietra grote. Ero
già adulta quando un giorno vidi
una signora che passava da una
grota all’altra; incuriosita, andai
a vedere cosa facesse. Aveva in
mano un nylon non più lungo di
due metri con un amo e l’esca,
senza piombino. Calava il nylon
dentro a un buco tra i due massi
di pietra e tirava fuori uno dopo
l’altro dei bellissimi guati. Restai
molto sorpresa e sentii un po’ di
invidia per quella sconosciuta.
La signora veniva da Trieste, mi
spiegò che dopo ogni temporale
lei veniva a pescare i guati per
poi farsi un buon brodetto. Io ero
cresciuta lì accanto, questo non
l’avevo mai saputo però d’allora
dopo ogni pioggia andavo di corsa
a pescare i guati.
Qualche volta la mia mamma mi
diceva: “Maria volaria magnâ un
po’ de pese lesso stasera, ti va a
ciapâ qualche spareto, però ti sa
che anca i guati lessi i me piasi”.
Pescare per la mamma era una
cosa speciale perché mi faceva
sentire utile.
Ormai ero una signorina, lavoravo
alle assicurazioni “DOZ” a Pirano.
Non usavo più i vermetti come
esca, avevo incominciato a usare
il calamaro o il verme di Rimini,
quando riuscivo a procurarmelo.
Avevo ventidue anni quando
nella mia vita avvennero altri
importanti cambiamenti. Per
lavoro, lasciai la mia amata
città di Pirano e andai vivere a
Fiume. Ero diventata un’attrice
del Dramma Italiano, mi sentivo
felice ma temevo di non aver più
occasioni per poter pescare. Per
fortuna non fu così! Il Dramma
Italiano dava due spettacoli a
Fiume, la prima e la ripresa. Le
altre rappresentazioni venivano
date a Capodistria, Isola, Pirano,
Umago, Cittanova, Parenzo,
Rovigno e Pola. Nomino solo le
città che si trovano sul mare, quelle
che per me furono importanti
per la mia pesca. Lo spettacolo
si dà alla sera quindi io avevo
tutta la giornata per dedicarmi al
mio sport preferito. Una volta a
Rovigno, su di un isolotto, andai
a pescare con il mio defunto
collega Nereo Scaglia (anche lui
patito di pesca). Abbiamo pescato
tanti di quei spari che a un certo
punto ci siamo fermati perché
eravamo stanchi. Mai prima né
dopo mi era accaduta una cosa
del genere! Quella sera, dopo
lo spettacolo abbiamo fatto una
cena a base di pesce, invitando
tutta la compagnia. Negli alberghi
dove andavamo, tutti i cuochi mi
conoscevano ed erano molto gentili
con me. Mi facevano il piacere
di tenermi l’esca nei frigoriferi e
quando pescavo abbastanza pesce
me lo friggevano volentieri così
che i miei colleghi avevano la
cena pronta. Quando andavamo
a Lussino e a Cherso per me era
una gioia perché si pescava per
davvero. Il mare lì è molto più
ricco di pesce e quindi si ha la
probabilità di un’abbondante
pesca. Durante il tempo che
passavo a pescare ero sempre
come in una specie di paradiso.
A volte non mi rendevo conto del
tempo che passava cosicché poi
dovevo correre in fretta e furia in
albergo a prepararmi per andare a
recitare.
LETTERE IN REDAZIONE
Gent.ma Ondina, la ringrazio, della bellissima gita nel Friuli. È bello ritornare ogni tanto dove ho vissuto
per tanti anni. Quel giorno mi sembrava di essere ringiovanita: visitare tutti quei bellissimi e interessanti
musei, mosaici, e mostre di quadri, ecc, ecc.
Sarà bello e interessante leggere tutti quei libri che ci hanno regalato. Ho saputo che è merito Suo, di tutto
questo, con ciò lo ricordo, a tutti quelli, che erano con noi, nella stessa gita. Cara Ondina, se questo che ho
detto può interessare i lettori del nostro “Trillo”Lei lo saprà valutare...
La ringrazio Aff.ma Pina
Mi sia concesso e chiedo scusa ai lettori del Trillo per la pubblicazione di quanto segue. Dopo reiterate
richieste sul quotidiano “La Voce del Popolo”, a chi di competenza di conoscere criteri e modalità di
distribuzione dei quotidiani Voce e Piccolo, che a quanto pare oltre un centinaio di persone lo ricevono
gratis in Italia, mentre il Piccolo viene inviato a pacchi, che nessuno legge alle nostre istituzioni, quale
risultato a queste semplicissime e leggittime domande, ho ricevuto offese e denigrazioni da parte proprio
di colui, il responsabile della Voce, non interpellato direttamente a darmi una risposta. Il testo che segue,
è stato inviato al signor Errol Superina, come dovuta risposta credo agli insulti ricevuti. Purtroppo, alla
luce della democrazia, non è stato pubblicato sul quotidiano “Voce del Popolo”. È stato da me inviato ed
indecorosamente cestinato. Credo giusto pertanto, quando qualcuno viene pubblicamente offeso, che costui
abbia diritto ad un’ ultima replica, specialmente se, come in questo caso, di denigrazione ed aperta offesa,
si è trattato:
Gentile Errol Superina !
Dopo aver letto con stupore la sua risposta alla mia lettera del cinque maggio, mi chiedo se forse tra le
voci che l’ Unione finanzia non sia necessario aggiungere di urgenza anche un corso di aggiornamento per
giornalisti con palesi problemi di comprensione ed interpretazione della lingua italiana. Non ho intenzione
di abbassarmi a controbattere alle astrusità che Lei ha voluto vedere e leggere nelle mie asserzioni, ma
dopo questa sua ultima risposta sono seriamente preoccupato per il futuro della democrazia e del pluralismo
dell’ informazione, che Lei tanto decanta, in quanto proprio il suo atteggiamento e la sua aggressività a
delle lecite curiosità, poichè le mie erano essenzialmente delle curiosità e non richieste, denotano la totale
mancanza dei cosidetti principi di libertà, che si manifesta nell’ abuso di potere che ognuno nel suo piccolo
può usufruire, e che del resto neanche Lei sembra poter fare a meno.
Con rispetto
Prof .Bruno Fonda
P.S. Lei alle mie leggittime richieste si è permesso di offendermi pubblicamente, dato che è Lei purtroppo
a decidere la ben misera politica del suo giornale, probabilmente senza possibilità di replica, in quanto
sarà proprio Lei a decidere se pubblicare questa mia dovuta replica alle sue allucinanti disquisizioni.
Pag. 9
Questa certamente non sarà pubblicata, alla luce della libertà, della democrazia e del pluralismo, che tanto
decanta.
Infine, per quanto concerne, come scrive Lei, di persone che si sono divertite a leggere la mia prima lettera: si
vede che è proprio ben informato e quanta importanza dia ai purtroppo tanti tromboni in libera circolazione
tra le fila del nostro gruppo nazionale. Se chiedere cose leggittime, stimola l’ ironia e l’ ilarità dei nostri
connazionali: ben misera è la nostra sorte. Anch’ io sono stato, nel recente passato redattore responsabile
di una Radio, ma mai mi sarei permesso di abusare dei miei poteri e di offendere i miei ascoltatori nella
maniera vile come Lei ha fatto nei miei confronti. Si rilegga tutti e due i miei testi e poi attentamente le sue
risposte: vedrà quanto incongruente, falsa, travisante, poco deontologica è stata la sua risposta.
Con simpatia !
Bruno Fonda
Ecco alcuni proverbi,forse utili da ricordare:
Chi ben fa`, ben avra`
L`orgoglio e`il coperchio del vuoto
I beni di fortuna passano come la luna
Si puo`imporre la legge ma non la prudenza
Le cause le vince chi non le fa`
Fai del bene e scordati, fai del male e pensaci
Tanto e` ladro chi ruba, quanto chi tiene il sacco
Onesta`: malattia rara ma non contagiosa.
La Comunità degli Italiani “Giuseppe
Tartini” di Pirano partecipa con profondo
cordoglio alla scomparsa della signora
Rita Ruzzier
BANDI – CORSI – CONCORSI
Ricerca di personale qualificato intenzionato a lavorare in Italia – società di ricerca di consulenza e
formazione specializzata nel Project Management ,chiunque fosse interessato è pregato di inviare il c.v. in
formato .pdf via e-mail a [email protected] specificando la qualifica.
*****
CORSI DI LINGUA ITALIANA PER STUDENTI E CITTADINI STRANIERI
Nei mesi di luglio (2-26 I corso) e agosto (1-25 II corso).
*****
L’italiano al cinema 23-28 luglio 2007- corso di aggiornamento per docenti di italiano L2 e.mail:info@sc
uoladantealighieri.it
Le persone interessate ai bandi e alle modalità dei concorsi sono invitate a rivolgersi alla segreteria della
Comunità (lunedì-venderdì 9.00 – 12.00).
AVVISO
Informiamo i nostri lettori che i prossimi numeri de »Il Trillo« avranno la possibilità di ospitare altri
testi, contributi e fotografie di tutti coloro che sentiranno il desiderio di inviarci aneddoti, racconti di vita
vissuta, vecchie storie, memorie e fotografie della Pirano di un tempo. È un modo per raccogliere ancora
testimonianze, prima che queste siano cancellate dell’oblio del tempo: una maniera per documentare questa
nostra presenza su questo lembo di terra istriana. Ognuno di voi certamente avrà dei racconti, delle storie
di vita vissuta, ambientate o inerenti la nostra città,conservati o celati nella propria memoria: si tratta di
estrapolarli e di inviarceli. Grazie per la collaborazione
la redazione de “Il Trillo”
Pag.10
CONOSCIAMO IL NOSTRO DIALETTO
Carissimi amici lettori!
di Donna Luisa
Per le feste del I Maggio ho incontrato gli amici piranesi e tra una chiacchiera e l’altra sono scaturiti i nostri
antichi lemmi che questo mese vi propongo:
1.
Baratâ
A. Stupidaggine
2.
Culata
B. Grezzo
3.
Desmentegon
C. Convinta
Proverbi – saggezze dei nostri avi
4.
Garbeto
D. Consumato
5.
Grandesson
E. Maldestro
“In cesa, al mulin e al mercà se senti le novità”.
6.
Greve
F. Collocare
*
7.
Grossolan
G. Acidulo
“El mal ven a sachi e va via a onse”.
8.
Inbranado
H. Manrovescio
*
9.
Insinganâ
I. Smemorato
“Meo povero sapiente che sior ignorante“.
10.
Intanto
L. Sbocconcellare
*
11.
Lindo
M. Scambiare
“Pe stâ ben ghe vol: pirole de galina,
12.
Logâ
N. Natica
siropo de cantina, bareta in testa
13.
Mocâssela
O. Pesante
e mandâ ‘l dotor a fâ festa”.
14.
Molo
P. Sdrucciolare
*
15.
Monada
Q. Incantare
“Chi mori ‘l mondo lassa, chi resta se la spassa”.
16.
Moscardin
R. Nel frattempo
*
17.
Mussignâ
S. Superbo
“Co’ poco se vivi, co’ gnente se crepa”.
18.
Persuasa
T. Molle
19.
Sberloto
U. Logoro
20.
Sbrissâ
V. Bellimbusto
21.
Smagnado
Z. Svignarsela
La soluzione dovrà pervenire entro il 14 giugno 2007. Il partecipante, la cui risposta esatta verrà estratta,
riceverà una fotografia della serie “Solo rose” di Lara Sorgo, esposta al Grand hotel Palace di Portorose in
occasione della Festa delle Rose Porto Rose.
Soluzioni del concorso pubblicato sul n. 4
A velo-A galla, in superficie, Ago de sicuressa-Spillo da balia, Andito-Corridoio, Ansipressi-Cipressi,
Ara ti-Guarda un po’, Arente-Vicino, Armereto-Armadietto, Armonica-Fisarmonica
, Arsene-Argine,
terrapieno, Arsento vivo-Mercurio, Articioco-Carciofo, Asse-Gugliata, Ave-Ape, Aventor-Cliente,
Baleniera-Cuscinetto a sfere, Barabose-Orco, spauracchio, uomo nero, Befana-Vecchiaccia, megera,
di brutto aspetto, Botonada-Stoccata, allusione, Bottega de brasso-Merceria, Broveto de fredo-Grande
infreddatura, Sesolado-Falciato.
Tra le risposte esatte è stata sorteggiata la signora Jolanda Rojec-Ravalico di Portorose che riceverà il
quadro “Mimose” di Bruno Bonin.
Immagine di una comitiva a Portorose nel
1913. La foto è della collezione del aignor
Sobota di Pirano, che riungraziamo per la
sua gentilezza.
Pag.11
APPUNTAMENTI DI G I U G N O 2007
Sabato 2 giugno 2007
alle ore 20.30 al teatro Tartini
di Pirano incontro di cori »SE
PASSI PER DI QUA…« durante
la serata si esibiranno il coro
»Giuseppe Tartini« della CI
di Pirano , diretto da Neven
Stipanov, il coro misto della
CI di Sissano diretto da Franca
Moscarda ed il coro »Voci
sull’onda« del Circolo Culturale
A.R.C.I. »Pablo Neruda« del
Lido di Venezia diretto da
Fabrizio Milone.
Ingresso libero!
Sabato 9 giugno 2007
alle ore 20 presso il Museo
Regionale di Capodistria
CONCERTO di beneficenza con
il cantante d’opera e clarinettista
Neven Stipanov, il pianista
Paolo Troian. Ospite della
serata la pianista e cantante jazz
Lucienne. Alla manifestazione
parteciperanno pure il Coro
»Giuseppe Tartini« ed il gruppo
mandolinistico »Serenate«.
Il concerto sarà presentato da
Miriam Monica e Zora Mužinič.
Lunedì 11 giugno 2007
alle ore 19.00 in Casa Tartini a
Pirano SAGGIO degli allievi
del corso di chitarra guidati da
Vanja Pegan. Le lezioni del corso
di chitarra si concluderanno
martedì 19 giugno.
Venerdì 15 giugno 2007
alle ore 11 nella sala delle
vedute di Casa Tartini a Pirano
presentazione del libro di
Enrico Miletto »ISTRIA ALLO
SPECCHIO«
Venerdì 15 giugno 2007
alle ore 18.00 in Casa Tartini a
Pirano Spettacolo a conclusione
dell’anno scolastico con la nona
classe della SE “Vincenzo de
Castro” di Pirano.
Sabato 16 giugno 2007
alle ore 20.30 al teatro Tartini di
Pirano “Su il sipario” il gruppo
filodrammatico della Comunità
degli Italiani “Giuseppe Tartini”
presenta la commedia in 2 tempi
“LASA PUR DIR LA VERA
STORIA DI MARCO DE’
BELLO, PIRANESE DEI PRIMI
ANNI DEL ‘400” di Ruggero
Paghi con la preziosa consulenza
di Marino Maurel e Massimo
Medeot. Scenografie del gruppo
di pittura guidato da Liliana
Stipanov
Ingresso libero!
Domenica 17 giugno 2007
partecipazione del gruppo
di pittura all’ex tempore di
Cittanova
Lunedì 18 giugno 2007
alle ore 18.00 al teatro Tartini di
Pirano SPETTACOLO di fine
anno della S.E. “Vincenzo de
Castro”.
Martedì 19 giugno 2007
alle ore 19.00 in Casa Tartini a
Pirano SAGGIO degli allievi
del corso di pianoforte guidato
da Milada Monica.Durante il
saggio si esibiranno pure gli
allievi dei corso di pianoforte
della CI di Momiano, ospite
d’onore Serena Buremi, premiata
con il riconoscimento d’oro al
36.concorso per giovani pianisti
della Slovenia a Lubiana.
Sabato 23 giugno 2007
partecipazione del gruppo di
pittura all’Ex tempore di Sicciole
Sabato 23 giugno 2007
uscita del coro “Giuseppe
Tartini” al Lido di Venezia
Pag.12
Martedì 26 giugno 2007
alle ore 20.30 nel Chiostro del
Convento di san Francesco a
Pirano CONCERTO con il coro
“Giuseppe Tartini” della CI di
Pirano ed il coro dall’Islanda.
Mercoledì 27 giugno 2007
alle ore 19.00 nella sala delle
vedute di Casa Tartini a Pirano,
presentazione del libro di Silvano
Prodan “ISTRA VSEPOVSOD”
L’autore ed il libro saranno
presentati da Bert Pribac. La
presentazione viene organizzata
dalla libreria Libris.
Il programma può subire
modifiche.
Fulvia Zudič
Pirano, 25 maggio 2007
STANZA RICORDO
“GIUSEPPE TARTINI”
ORARIO
Tutti i giorni
dalle ore 9.00 alle ore 12.00
dalle ore 18.00 alle ore 21.00
lunedì chiuso
Prezzo del biglietto:
adulti - 1,50 euro - 359 Sit
studenti – pensionati
1,00 euro = 240 Sit
(il prezzo in euro è informativo e
calcolato in base alla parità del
cambio centrale
1 euro = 239,640 Sit)
Prossimamente:
Presentazione del libro
di Maurizio Lo Re
“FILIPPO PAULUCCI
L’italiano che governò Riga”.