Trillo st 05 07.indd
Transcript
Trillo st 05 07.indd
MAGGIO 2007 FOGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI” DI PIRANO BOLLO PAGATO PRESSO L’UFFICIO POSTALE 6330 PIRANO S T A M P E Informiamo i gentili lettori che il nostro mensile Il TRILLO può venir letto in forma elettronica sul sito della Comunità, all’indirizzo: www.unione-italiana.org/pirano POŠTNINA PLAČANA PRI POŠTI 6330 PIRAN AMALIA PETRONIO BIBLIOTECARIO RESPONSABILE PER IL SETTORE ITALIANO Cari amici lettori è con grande piacere che vi voglio informare sull’attivittà del settore italiano, presso la Biblioteca centrale Srečko Vilhar di Capodistria, negli spazi ristrutturati ed acquisiti recentemente, in Via Calegaria 22. Il bibliotecario responsabile per il settore italiano continuerà a curare le necessità biblioteconomiche della nazionalità italiana in Slovenia, quindi mezzi finanziari permettendo, e con una adeguata politica degli aquisti, saranno messe a disposizione degli utenti le novità librarie italiane. Con una serie di manifestazioni, come la presentazione di autori, l’allestimento di mostre librarie, laboratori, letture ad alta voce, si contribuirà alla socializzazione della lingua e della cultura italiana. L’acquisizione del libro è solo la prima fase di un processo biblioteconomico che comprende poi la diffusione e la divulgazione del materiale librario ed il diretto inserimento nel processo formativo dell’individuo. Una biblioteca oggi è sempre di piú un centro informativo e T I S K O V I N A Numero 5 - ANNO XVII quindi il settore italiano è anche un centro informativo per la nazionalità italiana e per tutti gli altri utenti, uno sportello aperto per la ricerca delle informazioni che si riferiscono alla vita, alla cultura, all’attività sociale della Comunità italiana in Slovenia. Uno spazio per ricercatori della lingua e della cultura italiana. Il settore italiano dispone anche di un’ aula per l’ autoapprendimento della lingua italiana. Penso vi interessi sapere come mai. Una delle competenze della biblioteca di pubblica istruzione è di seguire le necessità del territorio; ultimamente la Biblioteca centrale Srečko Vilhar ha constatato che nelle scuole italiane, in quelle slovene, nelle istituzioni pubbliche nei negozi la conoscenza della lingua italiana è differenziata, ciò significa ad esempio che all’asilo italiano si iscrivono bambini con un grado diverso di conoscenza della lingua italiana, lo stesso per la scuola elemenatare e media. La lingua italiana come lingua d’uso ufficiale in questo nostro ambiente bilingue è sempre meno usata e la conoscenza della lingua italiana Pag. 1 è spesso manchevole. Gli utenti della biblioteca spesso richiedono corsi accelerati di italiano per livelli diversi, o materiale multi mediale per l’apprendimento della lingua italiana; prodotti integrativi, di appoggio al processo educativo istruttivo regolare, quindi un supporto permanente alla loro conoscenza linguistica. Sono questi ed altri i motivi che hanno incentivato la biblioteca di Capodistria a realizzare nel settore italiano un’ aula arredata con 4 computer, dove si potranno seguire corsi di autoapprendimento della lingua italiana. La biblioteca centrale Srečko Vilhar di Capodistria, grazie all’aiuto del vice sindaco Alberto Scheriani, ha ottenuto nuovamente in dotazione dal Comune gli spazi (di circa 160 m2) al primo piano dell’edificio, in Via Calegheria 22, dove era collocata temporaneamente la biblioteca per ragazzi, oggi nella nuova sede di via Verdi, per sistemare il settore italiano. Negli spazi a disposizione degli utenti di tutte le età, oltre all’aula multimediale, una sala di lettura, una sala per le manifestazioni con: un servizio di reference e materiale librario specifico. Saranno disponibili enciclopedie, opere di consultazione, di biblioteconomia, studi bibliografici. Non possono mancare libri di psicologia, soprattutto di psicologia dei piccoli gruppi, ricerche sui metodi di apprendimento, sui problemi della formazione. Un altro settore importante le scienze sociali; non può mancare una buona raccolta di testi sulla scienza della comunicazione, sui nuovi approcci educativo istruttivi, sul rapporto educazione e massmedia, sui modelli di sviluppo condivisi, materiale librario sulla vita sociale della nazionalità italiana in Slovenia, sulla vita dei gruppi marginali, e libri di sociologia della lettura. Il settore curerà in modo particolare l’acquisto dei libri di linguistica e letteratura; opere di consultazione sulla letteratura italiana, la linguistica in Italia ed autori di narrativa scelti. Ovviamente appena ci saranno ulteriori mezzi finanziari, si realizzeranno programmi di autoapprendimento della lingua italiana con un valido supporto multimediale. Il settore italiano è un punto informativo destinato alla nazionalità italiana e a tutti gli utenti della biblioteca, un ulteriore punto di diffusione e divulgazione della lingua e cultura italiana come pure di presentazione della cultura ed attività della nazionalità italiana in Slovenia. Ci auguriamo che diventi quanto prima un centro di ritrovo culturale animato da un dibattito creativo, propositivo per ogni singolo individuo e per tutte le istituzioni che possono poi contribuire in qualche modo allo sviluppo civile dell’ umanità. CONOSCIAMOCI di Isabella Flego Nelle azioni che coinvolgono le donne, organizzate dall’Associazione (POEM) per le pari opportunità e dalla Biblioteca centrale “Srečko Vilhar« di Capodistria, nella persona della responsabile per il settore italiano professoressa Amalia Petronio, cerchiamo di unire pensiero e sentimenti da poter condividere, per dare impulso alla creatività, dalla cui forza si riceve l’energia per agire alle restrizioni culturali che ancora circondano il mondo femminile. Il 19 aprile 2007 abbiamo avuto il piacere di ospitare due vere signore, umili e preziose per l’identità della propria città: Maria Palaković di Pirano e Ada Gombač di Isola. La prima scrive nel nostro dialetto e in lingua italiana, la seconda in lingua slovena. Tutte e due hanno dimostrato che la forza di volontà è tutto nella vita e che per assaporare la gioia di stare insieme, di dire poche parole, ma vere l’età non conta. Anche nel tempo della “anima” una donna può produrre pensieri nuovi come il domani e antichi come l’inizio dei tempi. Le poesie di Maria Palaković sono l’espressione di un soggettivo femminile. Attraverso la natura, collante principale tra le persone, le genti e le culture, ci fa partecipi della sua sensibilità, come nella poesia: “El vecio olivo”, contorto segno di antiche sofferenze e di pace. “Sto povero corpo mio / pien de rughe el xè.../Finchè rendevo // Torno de mi i zapava.../Adeso che son invecì, cosa go pensà?/ Che ‘l mio povero tronco no vegnaria smenticà...” È come dire, pensando alla metafora, che si fa presto a sbiadire in un sussurro, se non si sceglie il proprio mondo e il lavoro ancora da svolgere con particolare sorveglianza. Rimane comunque la “Paura della veciaia”. ...no ti rendi più / a tuti te par de intrigar /... no ti ga con chi / far la ciacolada...” È il fluire del tempo che passa e che purtroppo lascia spesso le persone nella solitudine, il male peggiore per una vita in declino. Ma anche quando non si intravedono sentieri, Maria, autrice schiva e lontana da una qualsiasi forma di autocompiacimento, cerca versi colorati da segnalare Pag. 2 ai più piccoli: “Quanta nana ancor farei!/Però.../ Tanti bimbi mi aspettan.../un bel girotondo / ci facciam”. L’incontro con l’ autrice ci ha regalato qualcosa di intimo di cui noi presenti siamo stati partecipi, guadagnando in esperienza e in apprendimento. Il faccia a faccia con le persone che interpretano se stesse è sempre un arricchimento. Oggi più che mai, in questo mondo stridente che canta menzogne, lontano dai grandi interrogativi della vita. La signora Palaković può ben dire “vivo e mi godo la vita fatta a mano”. Maria Palaković Capodistria, maggio 2007 L’ARCHIVIO DI PIRANO E TARTINI di Elio Musizza Associandomi a quanti si oppongono al trasferimento dell’Archivio di Pirano all’Archivio regionale di Capodistria, vedi Consiglio comunale di Pirano e la Società di studi storici e geografici in seno alla nostra CI, come di certo la nostra CAN di Pirano, vorrei far riferimento all’importanza dell’Archivio piranese e quanto conserva del nostro illustre concittadino il grande violinista Giuseppe Tartini. Allora viene da chiedersi, per coloro che s’interessano di Tartini e lo studiano, perché dovrebbero recarsi in altra località a far delle ricerche e non nella sua Pirano che gli diede i natali? Dalla sua morte avvenuta nel 1770 la documentazione d’archivio ebbe varie vicissitudini: dapprima gran parte del suo archivio venne a Pirano, una parte andò al governo della Repubblica di Venezia ed un’altra parte ancora venne presa dai suoi allievi e sparsa per tutta l’Europa; qualcosa rimase nella Basilica del Santo /Sant’Antonio/ a Padova, città in cui il Nostro trascorse gran parte della sua vita. Comunque sempre a Pirano il Tartini ebbe degli ammiratori ed entusiasti propensi a conservare e a completare il suo archivio, come pure di trascriverne le sue opere. Fra questi molto assiduo fu l’abate Colombo, che si prodigò a scrivere dei commentari sulle opere tartiniane che si trovano nell’Archivio piranese. Ma nella stessa Pirano si dedicarono a Tartini i conti Attilio Stefani e Stefano Rota che cercavano in particolare lettere inedite ed altri manoscritti; vi furono altri cittadini piranesi che si dedicarono a conservare documentazioni sul grande concittadino. Durante il secondo conflitto mondiale si ebbe cura di nascondere dei cimeli di Tartini nel sottoscala dell’edificio municipale, per impedirne le ruberie da parte degli occupatori tedeschi. Nel dopoguerra la stessa direzione del Museo del mare di Pirano si prodigò a custodire e conservare il lascito tartiniano; così pure la Biblioteca civica di Pirano; nonché con la ristrutturazione di Casa Tartini si giunse all’apertura della Stanza Tartini o Stanza ricordo. Ma nonostante queste attenzioni di conservazione delle opere e cimeli tartiniani, l’Archivio di Pirano mantiene registrate e conservate circa 500 voci, con scritti originali del Tartini: studi musicali, manoscritti, calcoli matematici, lettere ecc… Ecco perché si pone l’esigenza che l’Archivio di Pirano rimanga nella città, per tutte le sue ricche documentazioni di secoli e secoli or sono, ma anche per il Suo figlio prediletto, simbolo della musica del Settecento e vanto della città e comune di Pirano. I MANDOLINI IN SVIZZERA di Arcangelo Svettini Il Gruppo mandolinistico »Serenate« della nostra Comunità, guidato da Arcangelo Svettini, è stato ospite a Bellinzona della locale “Orchestra mandolinistica Bellinzonese” ad un concerto di gala tenutosi nella bellissima e storica “Sala Patriziale” del loro municipio. Partiti da Pirano venerdì 20 aprile i nostri valenti musicisti hanno avuto l’occasione di visitare la bella città di Bellinzona, capoluogo del Cantone Svizzero Ticinese, sovrastata da imponenti mura e castelli. Sabato mattina, giorno di mercato, Bellinzona brulicava di persone affollate attorno alle numerose bancarelle, come pure i nostri mandolinisti del “Serenate”. Nel pomeriggio, prove nell’atrio dell’albergo dove alloggiavamo, e alle ore 20.30 i nostri mandolinisti hanno avuto l’onore di iniziare il concerto nell’affollatissima Sala Patriziale. Dopo di loro si sono esibiti nel concerto di gala il “Gruppo Mandolinisti del Bellinzonese” diretti dal maestro Luigi Pedrazzi, e hanno dimostrato di essere veramente dei bravi artisti. Alla fine scambio di doni, e poi tutti assieme in pizzeria dove hanno avuto l’occasione di conoscersi meglio. Il loro organizzatore sig. Stefano Morettini, persona veramente Pag. 3 squisita e ottimo suonatore di mandola, si dava molto da fare per far sentire i nostri a loro agio, così oltre a cenare si è pure suonato e cantato assieme. Poi, dopo i saluti si sono dati appuntamento a Pirano per sabato 12 maggio alla terza edizione di “Suonando e cantando in riva al mare”. Domenica mattina partenza per Pirano, con delle brevi soste fuori autostrada visitando qualche cittadina Lombarda, e poi rientro a casa un po’ stanchi ma soddisfatti della loro visita ed esibizione a Bellinzona nella Confederazione Elvetica. “SUONANDO E CANTANDO IN RIVA AL MARE” 2007 di Lara Sorgo Mi ricordo che una volta, un mio amico scherzando, mi aveva detto che se vuoi conoscere l’Italia devi amare spaghetti, pizza e mandolino. Allora ero rimasta un po’ perplessa… Il mandolino!? Sì, il mandolino, il tipico strumento napoletano. Ma ciò che il mio amico non sapeva, era che il mandolino è presente da sempre anche nella tradizione musicale istriana. Devo ammettere che non avevo mai sentito dei mandolini dal vivo, perciò l’occasione che mi si è presentata sabato 12 maggio al Teatro Tartini di Pirano, non me la sono lasciata sfuggire. Per il terzo anno consecutivo, la CI “Giuseppe Tartini” di Pirano, ha presentato la manifestazione “Suonando e cantando in riva al mare”, in cui si sono esibiti tre gruppi mandolinistici: il gruppo piranese “Serenate”, il “Gruppo mandolinistico del Bellinzonese” di Bellinzona (Svizzera) e il gruppo “Caput Gauri” di Codigoro (FE). Ad aprire la serata, la storica canzone napoletana “Torna a Surriento”, suonata dal gruppo di casa “Serenate” guidato da Arcangelo Svettini e per l’occasione accompagnato dal gruppo “Do-re-mi” della CI di Momiano . Il gruppo “Serenate” si è formato solo pochi anni fa, nel 2004, ma ben presto si è imposto all’attenzione del pubblico con la partecipazione a varie manifestazioni locali ed internazionali. Nel 2006 ha preso parte all’incontro regionale sloveno dei gruppi mandolinistici a Fara presso Kočevje e nel marzo dello stesso anno a Neuotting in Germania, che segna anche la prima uscita all’estero. Ne seguirà presto un’altra, questa volta a Bellinzona in Svizzera, dove i nostri mandolinisti sono stati ospiti della locale orchestra mandolinistica del Bellinzonese. Lo stesso gruppo svizzero, è stato invitato a Pirano proprio per questa manifestazione. Il “Gruppo mandolinisti e chitarristi” di Bellinzona è ricco di storia e tradizione poiché è stato fondato nel 1898. La formazione ticinese è composta da 15 elementi suddivisi tra mandolini primi e secondi, mandole, chitarre e contrabbasso. L’intento del gruppo è da sempre quello di salvaguardare la tradizione mandolinistica del Ticino, con un repertorio che spazia dalla musica popolare alla musica tradizionale per formazioni a plettro. I musicisti svizzeri hanno dato prova di grande professionalità, con un repertorio di brani vari, riscuotendo notevoli consensi da parte del pubblico presente. Infine è stata la volta dell’orchestra di “Caput Gauri”, un ensamble cameristico che nasce dall’allargamento dell’organico del quintetto omonimo che svolge intensa attività fin dal 1989. Caput Gauri è l’antico nome del Comune ferrarese di Codigoro, nelle vicinanze dell’antica abbazia di Pomposa. Il principale intento di questi musicisti è la rivalutazione della musica originale o trascritta che rappresenti adeguatamente la sonorità e le caratteristiche degli strumenti a plettro. Numerose sono state le manifestazioni in Italia e all’estero a cui hanno partecipato, riscuotendo sempre grandi successi. L’orchestra a plettro “Caput Gauri” è espressione dell’Associazione Musicale Pomposiana, un ente non commerciale che si occupa della promozione e della divulgazione della cultura musicale. Per l’occasione il gruppo ha presentato brani scelti relativi al mare, una sorta di “fantasie marine” in chiave musicale. Presentatrice e regista della serata, Miriam Monica, che è apparsa fin dalla prima scena in versione “marinara” con remi veri e propri, e ha coinvolto gli spettatori in prima persona nel melos mediterraneo, mentre sullo sfondo si alternavano particolari di quadri ispirati al mare di Martina Žerjal. Quando rivedrò il mio amico, gli farò sapere che anche a Pirano è possibile ascoltare dal vivo i mandolini. E poi, la zona della Punta, il lungomare con gli scogli e i ristorantini sul mare... non vi sembra un po’ Sorrento!? Orchestra a plettro Caput Gauri, fotografia: Martina Žerjal Pag. 4 ANTONIO MICULIAN (1950-2007) di Kristjan Knez, Presidente della Società di studi storici e geografici – Pirano Dopo una breve malattia ci ha lasciati Antonio Miculian, storico rovignese, dottore in ricerca, uno dei più attenti e preparati ricercatori della Comunità Nazionale Italiana. Dopo la laurea conseguita alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Zara trovò impiego al Centro di ricerche storiche di Rovigno. Per lunghi anni si dedicò allo studio del protestantesimo in Istria e della Controriforma della Chiesa cattolica in queste terre, nonché della realtà ecclesiastica in generale tra Cinque e Settecento, i cui saggi scientifici, caratterizzati da meticolose ricerche d’archivio e bibliografiche, furono pubblicati dagli »Atti« del Centro rovignese, ma anche in altre riviste, volumi e negli atti dei vari convegni internazionali a cui sovente partecipava. Accanto a tali campi d’indagine, rammentiamo l’interesse per i secoli dell’età moderna nelle terre dell’Adriatico settentrionale. I risultati delle sue defatiganti ricerche hanno portato alla luce nuovi elementi di notevole interesse per la conoscenza del passato della nostra regione. Ha pubblicato un notevole numero di fonti, precedute da ampie e attente introduzioni, relative alle confraternite, alle visite pastorali e apostoliche, alla storia di Veglia, ecc. Oltre a questi campi d’indagine studiò pure taluni aspetti relativi alla storia contemporanea dell’Istria e al confronto politico tra i partiti autonomista e nazionale in Dalmazia tra XIX e XX secolo. Nel 1990 ottenne il titolo di magister discutendo la tesi »Materiali d’archivio di recente scoperta sul movimento protestante in Istria nel corso del XVI secolo«, mentre nel 2001, sempre a Zara, conseguì il dottorato in ricerca con la tesi »Il movimento protestante in Istria nel XVI secolo alla luce delle nuove ricerche archivistiche«, il cui testo venne pubblicato l’altr’anno dalla casa editrice »Žakan Juri« di Pola. Antonio Miculian, intellettuale di notevoli capacità, era altresì docente di storia al Liceo italiano di Rovigno, mentre alla Facoltà di Pola deteneva la cattedra di storia croata. Oltre agli impegni accademici era impegnato anche alla Comunità degli Italiani della sua città e da ultimo anche nella Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, infatti gli era stato affidato l’incarico di responsabile del settore Università e ricerca scientifica. Era una persona modesta e schiva, uno studioso che preferiva essere anziché apparire, è stato un intellettuale impegnato e contribuì in vari modi per il bene della nostra minoranza, che le stava molto a cuore. Ricordiamo Antonio Miculian anche perché è stato un valido collaboratore sia della Società di studi storici e geografici di Pirano sia della Comunità degli Italiani »Giuseppe Tartini«. Grazie al suo apporto e ai suoi consigli abbiamo cercato di migliorare gli incontri scientifici che dal 2001 ad oggi vengono ospitati in Casa Tartini. Fin dall’inizio ha creduto in ciò che proponevamo, giudicando positivamente il discorso avviato. Appena formata la Società, il contributo di Antonio Miculian non venne meno, anzi, considerava la nostra esperienza come un’iniziativa scientifica e culturale seria e valida, importante nel panorama culturale della CNI, nonché complementare a quanto già esiste sul territorio. Era dell’avviso che la Società dovesse crescere ulteriormente perché le premesse avevano dimostrato che l’impegno stava portando a risultati più che soddisfacenti, e poi riteneva molto importante la pluralità delle iniziative all’interno della CNI medesima, che andava vista non come potenziale »concorrenza« bensì come contributo che giovi a crescere intellettualmente la nostra minoranza, in primo luogo qualitativamente. Pag. 5 Nel 2005 uscì il primo volume della nostra collana »Acta Historica Adriatica« contenente gli atti del convegno dedicato ai confini militari di Venezia e dell’Austria nell’età moderna, la cui edizione era stata curata proprio da colui che ci ha lasciati. Ricordo che aveva accettato molto volentieri di visionare e riordinare i materiali; si tratta di un volume che ha destato l’interesse degli studiosi. La nostra collaborazione si era intensificata e così divenne pure nostro sodale, oltre che un apprezzato relatore, ormai fisso, ai convegni piranesi. Lo scorso novembre lo ospitammo in occasione della giornata di studio concernente l’Istria e le Province illiriche nell’età napoleonica, e in quell’occasione lo avevamo trovato esaurito e stanco, triste presagio di una gravissima malattia. Lo vogliamo, però, ricordare come una persona modesta, affidabile, solidale, pronta alla collaborazione, entusiasta e completamente coinvolta in ciò che faceva. Ma anche come un uomo sensibile verso la lingua e la cultura italiane di questi territori, nonché battagliero e desideroso di vivere, tant’è che l’ultima volta che lo sentii telefonicamente, prima che la situazione precipitasse, auspicava di superare il problema di salute e di riprendere gli studi e gli impegni che aveva dovuto accantonare. Il prof. Antonio Miculian al convegno »L’Istria e le Province illiriche nell’eta’ napoleonica« (Pirano, 25 novembre 2006), a destra il prof. Salvator Žitko BIMBI DELLA »COCCINELLA« IN GITA A GULLIVERLANDIA di Laura Maglica Martedì, 8 maggio i bambini del gruppo delle »Giraffe« del giardino d’infanzia la »Coccinella« sezione di Lucia, accompagnati dai loro genitori hanno partecipato alla gita di fine anno scolastico al parco tematico di Gulliverlandia a Lignano Sabbiadoro. Quel giorno ci siamo alzati presto e siamo arrivati puntuali all’asilo, il pullman era già lì, pronto per portarci a Lignano. Siamo saliti, preso posto e poi via si parte! Durante il viaggio abbiamo fatto una breve sosta a Gonars per far merenda. Eccoci finalmente arrivati. Dopo le formalità alla biglietteria siamo entrati, abbiamo fatto una bella foto di gruppo e, poi via ognuno ha iniziato la propria avventura all’interno del Parco. Abbiamo viaggiato con un trenino che ci ha portato a conoscere il mondo dell’antica civiltà dei Maya, ammirato le miniature delle Meraviglie del Mondo antico, passeggiato per la valle dei Dinosauri... che paura... sembravano veri, guardato il panorama dall’alto della Torre Panoramica, dimostrato le nostre abilità di guida al volante di piccole auto da corsa simili a quelle della Formula 1... quante risate e quanti scontri. Abbiamo avuto modo di navigare con dei tronchi lungo vere e proprie rapide, quanti spruzzi. Ci siamo divertiti a scivolare sui scivoloni gonfiabili a forma di gallo, a scendere a tutta velocità seduti su dei tappeti dal grande Scivolone Niagara. Abbiamo partecipato ad un torneo medioevale. Visitato il Museo delle Farfalle e l’Acquario, qui siamo passati sotto al tunnel della Vasca Oceanica dove squali e pesci vari nuotavano sopra alle nostre teste. Ci siamo divertiti ad assistere allo spettacolo delle otarie... incredibile quante cose sanno fare questi animali. Siamo rientrati a casa nel tardo pomeriggio, stanchi ma felici della giornata trascorsa all’insegna di tanto divertimento e tante emozioni soprattutto per i più piccini. Foto di Denis Markežič BIBLIOTECA “Diego de Castro” Tutti i venerdì dalle ore 12.40 incontriamo la Comunità Italiana RADIO TARTINI 102.8 100.8 IL TRILLO, Foglio della comunità Italiana di Pirano. Redattore responsabile: Bruno Fonda. Tel. segreterie: +386 (5) 673 30 90 Contabilita: +386 (5) 673 30 91 Fulvia Zudič: +386 (5) 673 01 40 E-mail: [email protected] ORARIO Lunedì 10-12 Giuliana Del Giusto Martedì 10-12 Gianna Roškar Mercoledì 16-18 Ondina Lusa Giovedì 10-12 Lara Sorgo Venerdì 10-12 Ondina Lusa Stampa e impaginazione: PIGRAF s.r.l. numero copie: 1100 A questo numero de “Il Trillo” hanno collaborato: Fulvia Zudič, Marisa Zottich De Rosario, Ondina Lusa, Kristjan Knez, Lara Sorgo, Isabella Flego, Elio Musizza, Maria Braico-Štifanić, Amalia Petronio, Laura Maglica, Arcangelo Svettini, Adriana Cah, Nadia Zigante. Pirano, 25 maggio 2007 Pag. 6 La PESCA il mio grande AMORE di Maria Braico-Štifanić Ad un’amica che stimi e alla quale sei legata da tanti ma tanti anni, non puoi negare un favore. In fondo si tratta solo di raccontarle dei ricordi, le mie esperienze da fanatica pescatrice: La PESCA il mio grande AMORE. Ed è questo il problema! Mi sono sentita male, ricordare quella vecchia passione, no non è semplice. Da un paio d’anni in qua io cerco di dimenticarla, volevo chiudere per sempre con la pesca. Sono nata e cresciuta accanto al mare, quasi dentro a lui. Ho imparato a nuotare da piccolina, prima dei cinque anni. La mia passione per la pesca però è arrivata un po’ più tardi, avrò avuto forse dieci anni. Ricordo i pescatori di Pirano quando arrivavano con le loro barche ed io che correvo a vedere com’era andata la loro pesca, se le reti erano piene, vuote o a metà. Stavo lì a guardare mentre tiravano fuori il pesce dalla rete. Poi secondo la specie venivano messi dentro a delle cassette. Dapprima conoscevo solo poche specie di pesci, poi col tempo, facendomi insegnare da mio papà, ne ho imparato a distinguerne molte. C’era sempre tanta gente sul molo del mandracchio dove erano attraccate le barche da pesca. Il grande porto era riservato per le barche più grandi, quelle mercantili, appartenenti ai capitani di Pirano, i siori. Noi curiosi guardavamo tutto quel pesce, ancora vivo danzare come se fossero dei ballerini. Forse si muovevano così per farsi belli d’innanzi a noi pubblico. Che spettacolo! C’era un bragozzo il cui proprietario era un pescatore di Chioggia che si era stabilito a Pirano. Mio padre, che per la sua età non poteva più navigare, si era messo a fare il pescatore con il chioggiotto. La sua barca era un’attrazione anche senza tutte quelle bellissime specie di pesce che riusciva a pescare. Era dipinta di nero con degli ornamenti coloratissimi ed una strana vela. Le barche da pesca piranesi avevano dei colori chiari e le vele erano di diversi tipi ma sempre con toni di colori naturali. Anche le barchette, caici, a remi erano di colore celeste o bianco. Nel mandracio era un continuo via vai di gente, pescatori che dalle barche portavano le cassette piene di pesce in pescheria, vicina al molo. La pescheria era all’aperto, aveva le bancarelle in pietra bianca liscia come il marmo, con un solco da dove scorreva l’acqua quando le pescivendole bagnavano il pesce. La nostra pescheria era molto bella, sembrava un quadro vivente. Tutti si muovevano, parlavano, gesticolavano ed il richiamo delle pescivendole formava un coro non molto intonato. Nel pomeriggio il panorama sulla riva cambiava. Poche persone che passeggiavano, bambini che giocavano e le reti lunghe distese lungo il molo. Venivano controllate dai pescatori che guardavano se c’erano dei buchi da rammendare. Le donne e gli anziani erano incaricati a fare questo lavoro, lavoro di pazienza e abilità che veniva eseguito con la gusela. Nel tardo pomeriggio con il mio papà e la mamma andavamo sotto i portici di San Giorgio, si mangiava i mussoli. Li cucinavano lì sotto i portici, dove c’era anche una vetrinetta sul muro con dentro l’immagine di San Giorgio nostro protettore. I mussoli venivano venduti a porzioni dentro delle ciotole di legno. Erano squisiti, veramente una prelibatezza! Tutto questo avveniva prima che io prendessi in mano la prima volta una lenza. Il mio primo giorno da pescatrice è stato indimenticabile. D’allora per cinquantanni ho sempre continuato a pescare ed Pag. 7 ho vissuto moltissime esperienze che racconterò. Un giorno sentii il desiderio di andare a pescare, fu come se mi fossi innamorata, tanto era forte questo mio desiderio. Ne parlai subito con mio papà, ma non volle ascoltarmi. Mi disse che una ragazzina non poteva andare a pescare sul molo, oppure sulle grote!! A Pirano non si era mai visto una cosa del genere, quindi sarebbe stato sconveniente per le Piranesi. Io avevo ricevuto tanto amore dal mio papà e quindi non dubitai che prima o poi mi avrebbe aiutato. Dopo cinque figli maschi, la sesta ero arrivata io la cocola de casa. Non mi diede il “nulla osta” subito. Andai dal signor Moro, l’unico piranese il quale gestiva un negozio d’attrezzi per la pesca, in tutta la città. Da lui mi feci spiegare un po’ di cosette. Quale tipo di nylon mi servirebbe per pescare da riva, quanto veniva a costare. Quale numero dovevano avere gli ami? Quanti grammi dovevano avere i piombini sulla mia lenza? Capii subito che il signor Moro non era molto convinto di dovermi dare tutte queste risposte. Così per la prima volta non volle perdere il suo tempo con una bambina la quale s’interessava di pesca roba de ciodi. Dovetti andare diverse volte da lui che cedesse alle mie richieste. Una volta messo insieme tutto il materiale e saputo quanto mi sarebbe venuto a costare, incominciò la caccia al soldino. Fu una vera impresa! Niente cinema, niente canoli (i miei dolci preferiti). La mia mamma faceva le pulizie alla banca di Pirano, aveva dovuto prendere questo lavoro all’età di cinquantanni, per bisogno. Feci un contratto con lei, ogni giorno dopo aver fatto i compiti sarei andata ad aiutarla per poter ricevere una paghetta. Finalmente comprai tutto quello che mi serviva e portai il materiale a casa. Mio papà mi mise gli ami sulle gramole, il piombino e così la lenza fu pronta per pescare. Però servivano ancora i vermetti da usare come esca. Per procurarli bisognava andare fino a Santa Lucia, dove c’era il fango delle saline. Con i piedi nudi si pestava il fango così i vermetti uscivano, se li prendeva mettendoli poi in un vasetto. Io non possedevo una bicicletta per andare da Pirano alle saline, me la facevo prestare da un mio compagno di classe Bruno Fonda. Quando fu tutto pronto andai sul molo per incominciare a pescare, accompagnata dal mio papà. Mi mostrò come lanciare la lenza, come avvolgerla perché il nylon non s’attorcigli. Bisogna tenere il nylon con il dito indice e precisamente sulla falangina, premendo sopra il pollice. Avendo io una forte sensibilità sui polpastrelli, sentivo subito quando spigolavano mangiavano, allora tiravo il nylon ma non sempre il pesce aveva già mangiato (preso l’esca con l’amo). Questo errore l’ho fatto molto spesso durante tutti i cinquantanni di pesca, perdendo così molti pesci. Il pesce (in generale) prima di abboccare l’esca fa come un gioco con lei, come degli assaggi. Quindi, quando lo senti mangiucchiare non devi tirare subito il nylon ma aspettare che sia lui quando ingoia l’amo con l’esca a dare lo strappo. Quando questo avviene il pesce è preso! Ci sono tipi di pesce molto voraci i quali prendono in un sol boccone l’esca e tirano. Parlo della pesca da riva poiché dalla barca ci sono diverse modalità. Il primo pesciolino che presi fu un ghiozzo guato, quel giorno però pescai anche dei bei saraghi spareti, ero veramente felice! Purtroppo pescando da riva si perdono molti piombini e ami a causa del fondale roccioso. Bisognava spesso cambiare sia ami che piombini, dovevo prima possibile imparare a farlo da sola, il babbo si era stancato di fare questo lavoro. La mia amica Luisella Ravalico aveva il papà capitano che era amico di mio papà. Il signor Ravalico era una persona carissima, un papà buono come il mio ma con molta più pazienza del mio. Con lui imparai ad avvolgere gli ami, mettere su i piombini e tutto ciò che serviva per diventare una brava pescatrice. Diventai anche una buona cliente del signor Moro, quando mi vedeva entrare in negozio era molto felice. Col tempo imparai a conoscere le posizioni da dove si pescava meglio, dove il pesce si riuniva di più. Continuando a pescare e frequentando dei pescatori esperti venni a sapere e a conoscere tante cose necessarie per la pesca da riva e dalla barca. Il mondo della pesca è molto complesso e vasto: tipi di pesca, attrezzi, nylon, reti, fiocine, arpioni, esche, ecc. Tutte cose un po’ difficili da spiegare anche perché hanno delle terminologie specifiche. Bisogna essere veramente interessati alla pesca per poterle capire e imparare. Non ci sono molti libri o enciclopedie sulla pesca (almeno da quello che so io). Perciò è importante per chi la pratica incontrare pescatori esperti per farsi spiegare. A volte andavo a pescare con la barca di mio fratello, una “SIRIUS”. Lui era capitano, lavorava per l’agenzia “Splošna Plovba” di Pirano. La prima volta sono andata con lui a pescare le seppie, siamo andati verso Salvore. È stata una giornata indimenticabile, bellissima, anche perché la pesca fu abbondante. Con mio fratello Livio sono riuscita a pescare in molte altre occasioni: pagri pagari, pagelli fragolini riboni, occhiate ociade e tante altre specie. Una delle tante esperienze di pesca è stata quando ho pescato a panola. Si va con la barca non lontano dalla riva, il motore Pag. 8 deve andare al minimo e la lenza è particolare, per questo tipo di pesca va tirata con la mano a strappi. Con questa pesca si possono prendere diverse qualità di pesce: calamari, branzini ecc. Questa pesca a me piace, mi diverte moltissimo. A Pirano, lungo i due moli ci sono due dighe formate da grandi massi di pietra grote. Ero già adulta quando un giorno vidi una signora che passava da una grota all’altra; incuriosita, andai a vedere cosa facesse. Aveva in mano un nylon non più lungo di due metri con un amo e l’esca, senza piombino. Calava il nylon dentro a un buco tra i due massi di pietra e tirava fuori uno dopo l’altro dei bellissimi guati. Restai molto sorpresa e sentii un po’ di invidia per quella sconosciuta. La signora veniva da Trieste, mi spiegò che dopo ogni temporale lei veniva a pescare i guati per poi farsi un buon brodetto. Io ero cresciuta lì accanto, questo non l’avevo mai saputo però d’allora dopo ogni pioggia andavo di corsa a pescare i guati. Qualche volta la mia mamma mi diceva: “Maria volaria magnâ un po’ de pese lesso stasera, ti va a ciapâ qualche spareto, però ti sa che anca i guati lessi i me piasi”. Pescare per la mamma era una cosa speciale perché mi faceva sentire utile. Ormai ero una signorina, lavoravo alle assicurazioni “DOZ” a Pirano. Non usavo più i vermetti come esca, avevo incominciato a usare il calamaro o il verme di Rimini, quando riuscivo a procurarmelo. Avevo ventidue anni quando nella mia vita avvennero altri importanti cambiamenti. Per lavoro, lasciai la mia amata città di Pirano e andai vivere a Fiume. Ero diventata un’attrice del Dramma Italiano, mi sentivo felice ma temevo di non aver più occasioni per poter pescare. Per fortuna non fu così! Il Dramma Italiano dava due spettacoli a Fiume, la prima e la ripresa. Le altre rappresentazioni venivano date a Capodistria, Isola, Pirano, Umago, Cittanova, Parenzo, Rovigno e Pola. Nomino solo le città che si trovano sul mare, quelle che per me furono importanti per la mia pesca. Lo spettacolo si dà alla sera quindi io avevo tutta la giornata per dedicarmi al mio sport preferito. Una volta a Rovigno, su di un isolotto, andai a pescare con il mio defunto collega Nereo Scaglia (anche lui patito di pesca). Abbiamo pescato tanti di quei spari che a un certo punto ci siamo fermati perché eravamo stanchi. Mai prima né dopo mi era accaduta una cosa del genere! Quella sera, dopo lo spettacolo abbiamo fatto una cena a base di pesce, invitando tutta la compagnia. Negli alberghi dove andavamo, tutti i cuochi mi conoscevano ed erano molto gentili con me. Mi facevano il piacere di tenermi l’esca nei frigoriferi e quando pescavo abbastanza pesce me lo friggevano volentieri così che i miei colleghi avevano la cena pronta. Quando andavamo a Lussino e a Cherso per me era una gioia perché si pescava per davvero. Il mare lì è molto più ricco di pesce e quindi si ha la probabilità di un’abbondante pesca. Durante il tempo che passavo a pescare ero sempre come in una specie di paradiso. A volte non mi rendevo conto del tempo che passava cosicché poi dovevo correre in fretta e furia in albergo a prepararmi per andare a recitare. LETTERE IN REDAZIONE Gent.ma Ondina, la ringrazio, della bellissima gita nel Friuli. È bello ritornare ogni tanto dove ho vissuto per tanti anni. Quel giorno mi sembrava di essere ringiovanita: visitare tutti quei bellissimi e interessanti musei, mosaici, e mostre di quadri, ecc, ecc. Sarà bello e interessante leggere tutti quei libri che ci hanno regalato. Ho saputo che è merito Suo, di tutto questo, con ciò lo ricordo, a tutti quelli, che erano con noi, nella stessa gita. Cara Ondina, se questo che ho detto può interessare i lettori del nostro “Trillo”Lei lo saprà valutare... La ringrazio Aff.ma Pina Mi sia concesso e chiedo scusa ai lettori del Trillo per la pubblicazione di quanto segue. Dopo reiterate richieste sul quotidiano “La Voce del Popolo”, a chi di competenza di conoscere criteri e modalità di distribuzione dei quotidiani Voce e Piccolo, che a quanto pare oltre un centinaio di persone lo ricevono gratis in Italia, mentre il Piccolo viene inviato a pacchi, che nessuno legge alle nostre istituzioni, quale risultato a queste semplicissime e leggittime domande, ho ricevuto offese e denigrazioni da parte proprio di colui, il responsabile della Voce, non interpellato direttamente a darmi una risposta. Il testo che segue, è stato inviato al signor Errol Superina, come dovuta risposta credo agli insulti ricevuti. Purtroppo, alla luce della democrazia, non è stato pubblicato sul quotidiano “Voce del Popolo”. È stato da me inviato ed indecorosamente cestinato. Credo giusto pertanto, quando qualcuno viene pubblicamente offeso, che costui abbia diritto ad un’ ultima replica, specialmente se, come in questo caso, di denigrazione ed aperta offesa, si è trattato: Gentile Errol Superina ! Dopo aver letto con stupore la sua risposta alla mia lettera del cinque maggio, mi chiedo se forse tra le voci che l’ Unione finanzia non sia necessario aggiungere di urgenza anche un corso di aggiornamento per giornalisti con palesi problemi di comprensione ed interpretazione della lingua italiana. Non ho intenzione di abbassarmi a controbattere alle astrusità che Lei ha voluto vedere e leggere nelle mie asserzioni, ma dopo questa sua ultima risposta sono seriamente preoccupato per il futuro della democrazia e del pluralismo dell’ informazione, che Lei tanto decanta, in quanto proprio il suo atteggiamento e la sua aggressività a delle lecite curiosità, poichè le mie erano essenzialmente delle curiosità e non richieste, denotano la totale mancanza dei cosidetti principi di libertà, che si manifesta nell’ abuso di potere che ognuno nel suo piccolo può usufruire, e che del resto neanche Lei sembra poter fare a meno. Con rispetto Prof .Bruno Fonda P.S. Lei alle mie leggittime richieste si è permesso di offendermi pubblicamente, dato che è Lei purtroppo a decidere la ben misera politica del suo giornale, probabilmente senza possibilità di replica, in quanto sarà proprio Lei a decidere se pubblicare questa mia dovuta replica alle sue allucinanti disquisizioni. Pag. 9 Questa certamente non sarà pubblicata, alla luce della libertà, della democrazia e del pluralismo, che tanto decanta. Infine, per quanto concerne, come scrive Lei, di persone che si sono divertite a leggere la mia prima lettera: si vede che è proprio ben informato e quanta importanza dia ai purtroppo tanti tromboni in libera circolazione tra le fila del nostro gruppo nazionale. Se chiedere cose leggittime, stimola l’ ironia e l’ ilarità dei nostri connazionali: ben misera è la nostra sorte. Anch’ io sono stato, nel recente passato redattore responsabile di una Radio, ma mai mi sarei permesso di abusare dei miei poteri e di offendere i miei ascoltatori nella maniera vile come Lei ha fatto nei miei confronti. Si rilegga tutti e due i miei testi e poi attentamente le sue risposte: vedrà quanto incongruente, falsa, travisante, poco deontologica è stata la sua risposta. Con simpatia ! Bruno Fonda Ecco alcuni proverbi,forse utili da ricordare: Chi ben fa`, ben avra` L`orgoglio e`il coperchio del vuoto I beni di fortuna passano come la luna Si puo`imporre la legge ma non la prudenza Le cause le vince chi non le fa` Fai del bene e scordati, fai del male e pensaci Tanto e` ladro chi ruba, quanto chi tiene il sacco Onesta`: malattia rara ma non contagiosa. La Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano partecipa con profondo cordoglio alla scomparsa della signora Rita Ruzzier BANDI – CORSI – CONCORSI Ricerca di personale qualificato intenzionato a lavorare in Italia – società di ricerca di consulenza e formazione specializzata nel Project Management ,chiunque fosse interessato è pregato di inviare il c.v. in formato .pdf via e-mail a [email protected] specificando la qualifica. ***** CORSI DI LINGUA ITALIANA PER STUDENTI E CITTADINI STRANIERI Nei mesi di luglio (2-26 I corso) e agosto (1-25 II corso). ***** L’italiano al cinema 23-28 luglio 2007- corso di aggiornamento per docenti di italiano L2 e.mail:info@sc uoladantealighieri.it Le persone interessate ai bandi e alle modalità dei concorsi sono invitate a rivolgersi alla segreteria della Comunità (lunedì-venderdì 9.00 – 12.00). AVVISO Informiamo i nostri lettori che i prossimi numeri de »Il Trillo« avranno la possibilità di ospitare altri testi, contributi e fotografie di tutti coloro che sentiranno il desiderio di inviarci aneddoti, racconti di vita vissuta, vecchie storie, memorie e fotografie della Pirano di un tempo. È un modo per raccogliere ancora testimonianze, prima che queste siano cancellate dell’oblio del tempo: una maniera per documentare questa nostra presenza su questo lembo di terra istriana. Ognuno di voi certamente avrà dei racconti, delle storie di vita vissuta, ambientate o inerenti la nostra città,conservati o celati nella propria memoria: si tratta di estrapolarli e di inviarceli. Grazie per la collaborazione la redazione de “Il Trillo” Pag.10 CONOSCIAMO IL NOSTRO DIALETTO Carissimi amici lettori! di Donna Luisa Per le feste del I Maggio ho incontrato gli amici piranesi e tra una chiacchiera e l’altra sono scaturiti i nostri antichi lemmi che questo mese vi propongo: 1. Baratâ A. Stupidaggine 2. Culata B. Grezzo 3. Desmentegon C. Convinta Proverbi – saggezze dei nostri avi 4. Garbeto D. Consumato 5. Grandesson E. Maldestro “In cesa, al mulin e al mercà se senti le novità”. 6. Greve F. Collocare * 7. Grossolan G. Acidulo “El mal ven a sachi e va via a onse”. 8. Inbranado H. Manrovescio * 9. Insinganâ I. Smemorato “Meo povero sapiente che sior ignorante“. 10. Intanto L. Sbocconcellare * 11. Lindo M. Scambiare “Pe stâ ben ghe vol: pirole de galina, 12. Logâ N. Natica siropo de cantina, bareta in testa 13. Mocâssela O. Pesante e mandâ ‘l dotor a fâ festa”. 14. Molo P. Sdrucciolare * 15. Monada Q. Incantare “Chi mori ‘l mondo lassa, chi resta se la spassa”. 16. Moscardin R. Nel frattempo * 17. Mussignâ S. Superbo “Co’ poco se vivi, co’ gnente se crepa”. 18. Persuasa T. Molle 19. Sberloto U. Logoro 20. Sbrissâ V. Bellimbusto 21. Smagnado Z. Svignarsela La soluzione dovrà pervenire entro il 14 giugno 2007. Il partecipante, la cui risposta esatta verrà estratta, riceverà una fotografia della serie “Solo rose” di Lara Sorgo, esposta al Grand hotel Palace di Portorose in occasione della Festa delle Rose Porto Rose. Soluzioni del concorso pubblicato sul n. 4 A velo-A galla, in superficie, Ago de sicuressa-Spillo da balia, Andito-Corridoio, Ansipressi-Cipressi, Ara ti-Guarda un po’, Arente-Vicino, Armereto-Armadietto, Armonica-Fisarmonica , Arsene-Argine, terrapieno, Arsento vivo-Mercurio, Articioco-Carciofo, Asse-Gugliata, Ave-Ape, Aventor-Cliente, Baleniera-Cuscinetto a sfere, Barabose-Orco, spauracchio, uomo nero, Befana-Vecchiaccia, megera, di brutto aspetto, Botonada-Stoccata, allusione, Bottega de brasso-Merceria, Broveto de fredo-Grande infreddatura, Sesolado-Falciato. Tra le risposte esatte è stata sorteggiata la signora Jolanda Rojec-Ravalico di Portorose che riceverà il quadro “Mimose” di Bruno Bonin. Immagine di una comitiva a Portorose nel 1913. La foto è della collezione del aignor Sobota di Pirano, che riungraziamo per la sua gentilezza. Pag.11 APPUNTAMENTI DI G I U G N O 2007 Sabato 2 giugno 2007 alle ore 20.30 al teatro Tartini di Pirano incontro di cori »SE PASSI PER DI QUA…« durante la serata si esibiranno il coro »Giuseppe Tartini« della CI di Pirano , diretto da Neven Stipanov, il coro misto della CI di Sissano diretto da Franca Moscarda ed il coro »Voci sull’onda« del Circolo Culturale A.R.C.I. »Pablo Neruda« del Lido di Venezia diretto da Fabrizio Milone. Ingresso libero! Sabato 9 giugno 2007 alle ore 20 presso il Museo Regionale di Capodistria CONCERTO di beneficenza con il cantante d’opera e clarinettista Neven Stipanov, il pianista Paolo Troian. Ospite della serata la pianista e cantante jazz Lucienne. Alla manifestazione parteciperanno pure il Coro »Giuseppe Tartini« ed il gruppo mandolinistico »Serenate«. Il concerto sarà presentato da Miriam Monica e Zora Mužinič. Lunedì 11 giugno 2007 alle ore 19.00 in Casa Tartini a Pirano SAGGIO degli allievi del corso di chitarra guidati da Vanja Pegan. Le lezioni del corso di chitarra si concluderanno martedì 19 giugno. Venerdì 15 giugno 2007 alle ore 11 nella sala delle vedute di Casa Tartini a Pirano presentazione del libro di Enrico Miletto »ISTRIA ALLO SPECCHIO« Venerdì 15 giugno 2007 alle ore 18.00 in Casa Tartini a Pirano Spettacolo a conclusione dell’anno scolastico con la nona classe della SE “Vincenzo de Castro” di Pirano. Sabato 16 giugno 2007 alle ore 20.30 al teatro Tartini di Pirano “Su il sipario” il gruppo filodrammatico della Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” presenta la commedia in 2 tempi “LASA PUR DIR LA VERA STORIA DI MARCO DE’ BELLO, PIRANESE DEI PRIMI ANNI DEL ‘400” di Ruggero Paghi con la preziosa consulenza di Marino Maurel e Massimo Medeot. Scenografie del gruppo di pittura guidato da Liliana Stipanov Ingresso libero! Domenica 17 giugno 2007 partecipazione del gruppo di pittura all’ex tempore di Cittanova Lunedì 18 giugno 2007 alle ore 18.00 al teatro Tartini di Pirano SPETTACOLO di fine anno della S.E. “Vincenzo de Castro”. Martedì 19 giugno 2007 alle ore 19.00 in Casa Tartini a Pirano SAGGIO degli allievi del corso di pianoforte guidato da Milada Monica.Durante il saggio si esibiranno pure gli allievi dei corso di pianoforte della CI di Momiano, ospite d’onore Serena Buremi, premiata con il riconoscimento d’oro al 36.concorso per giovani pianisti della Slovenia a Lubiana. Sabato 23 giugno 2007 partecipazione del gruppo di pittura all’Ex tempore di Sicciole Sabato 23 giugno 2007 uscita del coro “Giuseppe Tartini” al Lido di Venezia Pag.12 Martedì 26 giugno 2007 alle ore 20.30 nel Chiostro del Convento di san Francesco a Pirano CONCERTO con il coro “Giuseppe Tartini” della CI di Pirano ed il coro dall’Islanda. Mercoledì 27 giugno 2007 alle ore 19.00 nella sala delle vedute di Casa Tartini a Pirano, presentazione del libro di Silvano Prodan “ISTRA VSEPOVSOD” L’autore ed il libro saranno presentati da Bert Pribac. La presentazione viene organizzata dalla libreria Libris. Il programma può subire modifiche. Fulvia Zudič Pirano, 25 maggio 2007 STANZA RICORDO “GIUSEPPE TARTINI” ORARIO Tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 12.00 dalle ore 18.00 alle ore 21.00 lunedì chiuso Prezzo del biglietto: adulti - 1,50 euro - 359 Sit studenti – pensionati 1,00 euro = 240 Sit (il prezzo in euro è informativo e calcolato in base alla parità del cambio centrale 1 euro = 239,640 Sit) Prossimamente: Presentazione del libro di Maurizio Lo Re “FILIPPO PAULUCCI L’italiano che governò Riga”.