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AUTUMN 2011 Alert Diver Digital Magazine DAN Europe News - Organo ufficiale del Divers Alert Network Europe Periodico trimestrale - Aut. Trib. Pescara n. 19/91 del 4/2/94 - Anno 2011 - n.3 EUROPEAN EDITION Le piscine profonde: un pozzo di dati A Conflans, ricerca e formazione di eccellenza Storie Di Successo L’aiuto ai subacquei in difficoltà: ecco come DAN ha fatto la differenza Niente panico, siamo subacquei! Sgombriamo il campo dai malintesi DAN stringe il cerchio intorno ai pregiudizi sul trattamento iperbarico APNEA I tempi di lavoro subacqueo di apneisti tradizionali in Asia 1/ AUTUMN 2011 2/ AUTUMN 2011 Alert Diver AUTUMN 2011 Publisher DAN Europe Foundation Casella Postale 77 64026 Roseto degli Abruzzi - Italy Editor-in-chief Prof. Alessandro Marroni, M.D. Managing Editor Dr. Nuccia De Angelis Editors Cristian Pellegrini, Laura Marroni, Franca Di Muzio Graphic Designer: Laura Volpe Layout : Francesca Di Ferdinando Contributors to this issue: Dr. Andreas Aceranti Dr. Joel Dovenbarger Dr. Marty McCafferty Dr. Marina Motta Dr. Jeff Myers Massimo Pieri Prof. Erika Schagatay, PhD Dr. Simonetta Vernocchi Our Translators : Croatian Ivan Ivicevic Czech Klement Hartinger Danish Olav Balslev Dutch Els Knaapen English Davide Arnold Lamagni Estonian Markko Junolainen Tuuli Piirsalu Finnish JP Vuorio French Gwendolyn Hayden German Stefanie Eder Greek Viviana Delidaki Hungarian László Fogarasi Italian Maria Grazia Montanucci Polish Jaroslaw Woch Portuguese Tiago Fernandes Slovenian Igor Urh Spanish Ramon Verdaguer Swedish Gustaf Lundskog Turkish Ozkan Bahar - Murat Egi SCRIV ETECI editor@ alertdiv o all’in ! er.eu di rizzo: Editor, Alert D iver ma c/o DA gazine N Euro p e Foun Casella dation Postale 77 – 64 Roseto 026 degli A bruzzi – Italia 2/ 3 AUTUMN 2011 Sommario Editoriale 6 6 Cristian Pellegrini Bacheca Una domenica speciale, fuori e dentro il Lago di Lugano Evento Research in Ticino, Svizzera. 8 di Cristian Pellegrini Le piscine profonde: un pozzo di dati A Conflans, ricerca e formazione di eccellenza 12 Sempre Pronti al Soccorso Il recente salvamento ad opera di un Istruttore DAN 15 12 Report di Massimo Pieri A cura dello Staff DAN Europe Incidenti Visti Da Vicino Neo subacquei sperimentano l’acqua E scoprono che la scarsa esperienza può creare situazioni difficili 17 Ibernazione e Formazione Condizioni meteo spaventose possono significare un viaggio di scoperta 21 Di Joel Dovenbarger, Vice Presidente dei Servizi medici DAN America Di Jeff Myers 21 4/ AUTUMN 2011 17 24 28 Linea Medica Sgombriamo il campo dai malintesi DAN stringe il cerchio intorno ai pregiudizi sul trattamento iperbarico 24 Le cure termali per la rinosinusite 28 Di Marty McCafferty, esperto di informazione medica DAN America Della Dott.ssa Marina Motta Speciali Il rischio malaria Quanto dovremmo prenderlo sul serio? 30 Niente panico, siamo subacquei! 37 37 Di Joel Dovenbarger, Vice Presidente dei Servizi Medici DAN America Dei Dott. Andreas Aceranti e Simonetta Vernocchi Storie Di Successo MDD e figli minorenni, situazione borderline 42 44 A cura dello Staff DAN Europe Apnea I tempi di lavoro subacqueo di apneisti tradizionali in Asia Uno studio di Erika Schagatay, Angelica Lodin-Sundström ed Erik Abrahamsson* 44 41 Curiosità Scooter subacqueo, un’esperienza per due Scorrazzare in coppia nei fondali marini? Adesso è possibile. 47 A cura dello Staff DAN Europe 47 4/ 5 AUTUMN 2011 Ale ED rt D ive ITO r RIA L Editoriale Un messaggio dal Presidente Cari iscritti DAN Europe, è con grande piacere che vi presento Cristian Pellegrini, il nuovo Direttore della nostra rivista Alert Diver. Cristian ha lavorato sodo in questi ultimi mesi, insieme a tutto il team Comunicazione e Editoria del DAN Europe - Laura Volpe, Francesca Di Ferdinando, Franca Di Muzio - per migliorare la Rivista e renderla un agile strumento per tutti i subacquei, informativa e il più “partecipata” possibile. Vi invito a prendere un ruolo attivo in questo processo, a partecipare alla nostra Alessandro Marroni, M.D. iniziativa per migliorare l’informazione sulla sicurezza delle immersioni; potete Presidente DAN Europe condividere storie ed esperienze personali, e donare i vostri profili d’immersione Presidente International DAN al DAN Europe Diving Safety Laboratory. Diventate parte attiva, protagonisti nel progresso della Sicurezza dell’Immersione! Acque Chiare a tutti voi! La sicurezza è una “faccenda privata” Questo è il decimo numero della nuova rivista Alert Diver: una buona occasione per rivedere ciò che è stato fatto negli ultimi due anni ed un’opportunità per parlare degli obiettivi di questa pubblicazione del DAN Europe, fondata molto tempo fa e ben considerata. Molto è cambiato. Quando optammo per il formato digitale, a metà del 2009, lo scegliemmo perché era un modo per dare un servizio migliore a voi tutti, a ciascuno individualmente. Abbiamo cercato di farlo con più contenuti e con traduzioni per tutti. Sicuramente ricordate la vecchia rivista a stampa: solo 6 lingue, circa 20 pagine, Cristian Pellegrini, Editor, rivista Alert Diver con la maggior parte dei contenuti presentati come semplice testo. La versione digitale ha una nuova veste grafica, molte più pagine e nuove rubriche. Viene tradotta in 18 lingue: oggi, praticamente ogni singolo iscritto DAN può avere accesso a contenuti importanti sulla sicurezza dei subacquei nella propria lingua, cosa semplicemente impensabile con la versione a stampa. Digitale significa anche senza emissioni di anidride carbonica, decisione che supporta la nostra filosofia di responsabilità ambientale. 6 / AUTUMN 2011 Infine, ma non meno importante, leggere su supporti digitali sta diventando più semplice e anche divertente, con tablet ed e-book. Ciononostante, non a tutti piace. La tradizionale edizione stampata era magari più comoda (io stesso amo molto la carta), non servivano connessioni, niente download, nessuna alfabetizzazione informatica; veniva solo consegnata ed era pronta all’uso. Ma: quanti subacquei non potevano leggerla a causa delle barriere linguistiche? Un ostacolo molto più consistente che familiarizzare con un computer! Il nostro scopo primario è, e sarà sempre, fornire informazioni importanti su temi relativi alle immersioni. La rivista ha subito modifiche importanti nello stile, nella grafica, nella consegna e nei contenuti. Altri cambiamenti sono in cantiere, dateci solo un po’ di tempo! Siate anche pronti alle tonnellate di nuove interviste con guru della medicina subacquea (Convegno annuale EUBS e il 7^ DAN Divers Day), a nuove avvincenti storie dal mondo della subacquea, agli aggiornamenti sui progetti di ricerca che saranno recapitati direttamente nella vostra casella e-mail nei prossimi mesi. Ed ora veniamo a questo numero. Troverete la consueta varietà di argomenti, tutti centrati sulla subacquea: medicina, ricerca, formazione. Ma ciò che ho trovato speciale in questo numero sono le tante, belle o brutte, storie personali. “Faccende private” che possono significare molto se condivise con la comunità dei subacquei. In Sempre pronti al soccorso, Ciro Piccolo, Istruttore DAN, racconta come l’addestramento DAN gli abbia consentito di salvare un apneista incosciente dal fondo di una piscina. Se per voi è vero che si impara dagli errori degli altri, troverete interessanti le esperienze descritte nella rubrica Le dinamiche degli eventi. In Neo subacquei sperimentano l’acqua due incidenti testimoniano come la certificazione da sola non basti a fare un subacqueo. La nuova rubrica Storie di successo chiude la rivista. Perché? Perché, naturalmente, esiste anche il lieto fine! Mi auguro che vi piacerà leggere questo numero quanto a noi è piaciuto lavorarci con impegno per realizzarlo. Ci interessa ricevere i vostri commenti, perché sono la maniera più valida per migliorare ancora. Il nostro slogan è: “Aiutiamo i subacquei dal 1983”… Ma abbiamo anche bisogno dell’aiuto dei subacquei! SCRIV editor@ ETECI alertdiv o all’in ! er.eu di rizzo: Editor, Alert D iver ma c/o DA gazine N Euro pe Fou Casella ndation Postale 77 – 64 Roseto 026 degli A bruzzi – Italia 6/ 7 AUTUMN 2011 Bacheca Progetti in corso Una domenica speciale, fuori e dentro il Lago di Lugano Evento Research in Ticino, Svizzera. di Cristian Pellegrini 8/ AUTUMN 2011 Test pre- e post-immersione I mmersioni, scienza, ricerca. Ma anche sole, buona compagnia e tanto divertimento. Sono stati questi gli ingredienti azzeccati di “Sicuri sott’acqua”, splendida giornata dedicata alla subacquea sul Lago di Lugano, lo scorso 3 luglio. Più di 50 sub hanno partecipato alle immersioni organizzate da Planet Sea insieme a SSS Lugano, ed ai test scientifici del DSL (Diving Safety Laboratory), il laboratorio mobile del DAN Europe. Una serie di test pre e post immersione, volti a raccogliere dati e così aiutare la ricerca in campo subacqueo. L’obiettivo? Cercare di fornire risposte a quesiti tuttora irrisolti: ottimizzazione dei profili d’immersione, cause della MDD, idratazione del subacqueo e così via. Ovvero, migliorare lo stato di sicurezza di questo meraviglioso sport. La giornata è iniziata presto, con il briefing del primo gruppo ed i primi test: doppler, vibrazione preimmersione, ematocrito etc. Poi via via gli altri gruppi, che si sono immersi nel lago accompagnati dalle imbarcazioni di Salvataggio Lugano, Protezione Civile e Polizia Lacuale, e “guardati a vista” dall’imbarcazione della Croce Verde, che si è occupata della sicurezza. Un susseguirsi frenetico di uscite in barca, rilevazioni fisiologiche e scarico dei profili d’immersione che ha messo in evidenza la capacità degli organizzatori di gestire, senza intoppi o ritardi, un evento unico nel suo genere in Svizzera. Lo scenario era suggestivo: i riflessi accecanti del Lago Ceresio in una giornata estiva, il lussureggiante Monte Bré sullo sfondo, l’affascinante sede della Canottieri Lugano. E poi loro, i subacquei: tanti, colorati ed entusiasti. Gente di età (c’erano adolescenti ed “esperti”), provenienza (Ticino, ma anche Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) e livelli diversi (dal novizio all’istruttore), tutti accomunati 8/ 9 AUTUMN 2011 Bacheca Progetti in corso dalla passione per l’acqua e la profondità. E tutti con un sorriso stampato sul viso, consapevoli di aver contribuito anche loro, nel loro piccolo, ad una subacquea più sicura. Conferenza al Palazzo dei Congressi La giornata è culminata con una conferenza presso il Palazzo dei Congressi. I relatori, Prof. Alessandro Marroni (presidente DAN Europe) e Dr. med. Claudio Camponovo (presidente SUHMS) hanno presentato gli ultimi studi sulla sicurezza in immersione. Un’occasione per ripercorrere le tappe della giornata, spiegando i test effettuati e dando informazioni pratiche ai sub. La Planet Sea è stata invitata a diventare “Research Base”, un punto di riferimento in Ticino, per una più stretta collaborazione ai progetti di ricerca in corso. 10 / AUTUMN 2011 La relazione del Dr. med Claudio Camponovo, Presidente SUHMS Staff sempre pronto a dare una mano! La ricarica bombola per la seconda immersione è stata offerta gratuitamente In alto: Intervista al Prof. Alessandro Marroni Presidente DAN Europe A destra: Intervista a Massimo Pieri Research Area Supervisor Ringraziamenti e link • • • • • • Diving Planet Sea Lugano e SSS Lugano, per aver organizzato insieme un evento di successo. Bravi ragazzi! Croce Verde Lugano per aver vegliato sulla manifestazione con uomini e mezzi di soccorso Polizia Lacuale, Protezione Civile e Club Canottieri per il supporto tecnico-logistico Municipio e Dicastero Sport di Lugano per il supporto logistico e per aver messo a disposizione la sala conferenze ditta Comida che ha offerto il lunch pack e Chicco d’Oro per il caffè ditta Franchini10 di Lamone, che si è occupata 11 / AUTUMN 2011 dell’impianto elettrico, necessario per il buon funzionamento del DSL Bacheca Progetti in corso Le piscine profonde: un pozzo di dati A Conflans, ricerca e formazione di eccellenza Report di Massimo Pieri 12 / AUTUMN 2011 Nel campo dell’attività subacquea, assistiamo da tempo allo sviluppo crescente di una serie di attività complementari, in cui la formazione professionale si coniuga alla ricerca scientifica. Tra gli esempi più promettenti in questa direzione si colloca la collaborazione di DAN Europe con le piscine profonde del Centre Aquatique Conflans, nella regione dell’Ile de France, dove i sub possono fare pratica in tutta sicurezza per poi completare la propria formazione al mare o al lago. Pierre-Yves Cousteau, presidente di Cousteau Divers collabora ai progetti DAN Europe Link: DAN Europe Research Centre Aquatique de Conflans Cousteau Divers Nella Fosse de Conflans profonda 20 metri, che ospita ben 18.000 immersioni l’anno, il laboratorio di ricerca del DAN Europe, DSL (Diving Safety Laboratory), effettuerà una serie di monitoraggi relativi alla produzione di bolle gassose, correlata anche alle variazioni della temperatura corporea. I test vengono effettuati su immersioni quadre, in cui i fattori profondità/ tempo e velocità di risalita possono essere misurati con certezza. Tutto il personale a Conflans, dal direttore Christophe Riou che ha aperto il “Centre” alle ricerche del DSL, fino al responsabile dei servizi della Fosse Christian Furet, che si è immerso insieme a noi nel test di un nuovo computer subacqueo, ci ha offerto ampio spazio e disponibilità. Il primo monitoraggio riprodurrà l’attività di un istruttore in ambito tropicale come numero di immersioni, profondità e temperatura dell’acqua. Per effettuare un’adeguata misurazione della temperatura corporea, DAN Europe si è dotata di apparecchiature idonee come le camere termografiche, tenendo conto che la temperatura della piscina è circa di 28°C e che l’immersione risulta piuttosto “fredda”, non solo indossando il costume ma anche con l’uso di mute short. Nel corso di due giornate di lavoro, sono già stati eseguiti dei profili d’immersione con profondità di 20 metri e deep stop a metà profondità per circa 3 minuti. Ha partecipato ai test anche Pierre-Yves Cousteau, presidente di Cousteau Divers, che si è sottoposto al doppler post immersione per il controllo delle bolle gassose. La tecnica di registrazione doppler permette di raccogliere un segnale che sarà analizzato successivamente dagli scienziati del DAN Europe Research, senza conoscere il tipo di profilo dell’immersione; solo dopo che i segnali doppler saranno stati interpretati e valutati verranno, tramite appositi codici, ricollegati al profilo individuale. Il database del DSL contiene un patrimonio ineguagliabile di informazioni su ogni dettaglio dell’esperienza subacquea -- per così dire, la “reale” vita del sub: dati scientifici, impressioni e sensazioni del subacqueo e tutti i profili nel formato DAN DL7, riconosciuto a livello internazionale e adottato dalle maggiori case costruttrici di computer subacquei. Un protocollo di raccolta e analisi che permette di elaborare informazioni preziosissime per il futuro della sicurezza delle immersioni; grazie a centri d’eccellenza come il Centre Aquatique di Conflans, potremo disporre in tempi ragionevolmente brevi di maggiori risposte sul fenomeno della decompressione. 12 / 13 AUTUMN 2011 Bacheca Progetti in corso Ma non basta: sempre all’avanguardia nello sviluppo della raccolta dati sul campo, DAN Europe ha iniziato una collaborazione con Pierre-Yves Cousteau e Cousteau Divers per il monitoraggio comparativo dei fondali marini esplorati e fotografati, in passato, da Jacques Cousteau, fondatore della “subacquea” moderna. Una comparazione a dir poco affascinante, per la quale Pierre-Yves mette a disposizione sul suo sito le migliori foto scattate da suo padre: sarà come fare un’immersione nel tempo insieme a lui, rivivendo emozioni uniche al mondo. Com’è facile immaginare, la collaborazione tra DAN Europe ed il Centre Aquatique Conflans è solo agli inizi: sono infatti in programma una serie di attività di raccolta dati, campi di ricerca avanzati nella Fosse de Conflans e la creazione, all’interno dello stesso “Centre”, di una base DSL, presso cui i subacquei potranno usufruire di una pluralità di servizi: da un lato tutte le informazioni relative alle ricerche effettuate da DAN Europe, dall’altro la formazione da parte di Christian Furet, futuro DAN Research Technician. Centre Aquatique Conflans 14 / AUTUMN 2011 14 / Le piscine profonde: un pozzo di dati Sempre Pronti al Soccorso Il recente salvamento ad opera di un Istruttore DAN A cura dello Staff DAN Europe Voglia di muoversi, l’entusiasmo di un gruppo di amici e uno specchio d’acqua a portata di pinne: gli ingredienti per una spensierata sessione in piscina c’erano tutti. Se non fosse stato per l’incoscienza, che spesso gioca brutti scherzi a chi vuole improvvisarsi apneista. Lo dimostra quanto accaduto il 18 giugno scorso ad un ragazzo di 22 anni ospite della piscina “Aquagym Nervisia” di Nervesa della Battaglia (TV), il quale ha voluto testare la propria resistenza sott’acqua: dopo qualche tentativo non autorizzato di apnea, ha perso conoscenza e si è accasciato sul fondo. Per sua fortuna, nella struttura svolgeva l’abituale servizio di assistenza bagnanti il neo Istruttore DAN Ciro Piccolo. Alcuni ragazzi richiamano la sua attenzione in modo poco chiaro, certamente dovuto al panico suscitato dall’imprevisto, facendogli notare che uno di loro è in un “inspiegabile” stato di rigidità e immobilità. Poteva sembrare uno scherzo più che una richiesta d’aiuto, col pericolo di confondere un soccorritore poco esperto ritardando così la prima, fondamentale fase della catena del soccorso: quella di riconoscimento ed allertamento precoce. Pericolo scongiurato grazie all’esperienza di Ciro, che invece intuisce subito la gravità della situazione, chiedendo ai ragazzi di avvicinare a bordo vasca il loro amico infortunato, provvedendo poi al suo recupero e collocandolo fuori dall’acqua nel modo più utile ad intraprendere le prime fasi del soccorso. Il ragazzo non risponde agli stimoli, si trova in evidenti condizioni di rigidità e di arresto cardiocircolatorio. Valutati questi segnali, Ciro chiede ai presenti di chiamare immediatamente il 118; avvalendosi dell’aiuto di Deborah Coghetto, anche lei assistente bagnanti della piscina e DAN Provider BLS-D1, fa alcuni tentativi per aprire le vie aeree dell’infortunato: con scarsi risultati, in quanto la rigidità coinvolge tutti i muscoli facciali e del collo. Senz’altro indugio si indossano i guanti e si effettuano le prime 30 compressioni toraciche: ancora nessun effetto. Si iniziano le insufflazioni, ma la difficoltà di aprire le vie aeree dovuta alla contrattura della mandibola impedisce la somministrazione di ventilazioni efficaci. Parte il secondo ciclo di massaggi, che determinano la fuoriuscita di escreato rosa dalla bocca e una lieve epistassi dal naso. 1 Sigla che comprende i corsi BLS (Basic Life Support) e AED (Automated External Defibrillator). 14 / 15 AUTUMN 2011 Bacheca Progetti in corso Il ragazzo inizia finalmente a manifestare i primi segnali di circolo, una smorfia di dolore sul volto ed il repentino cambiamento del colore della pelle ne evidenziano la ripresa delle funzioni vitali: il tutto, nel giro di un minuto dal suo drammatico recupero. L’attività respiratoria spontanea si normalizza, nonostante un leggero aumento della massa schiumosa in uscita dalla bocca del ragazzo, che viene perciò subito girato in posizione laterale di sicurezza. Si monitora la qualità del respiro e si parla continuamente con l’infortunato, riscontrandone lo stato confusionale e la difficoltà di risposta. Nei minuti successivi la situazione migliora, la reattività agli stimoli verbali e cognitivi diviene sempre più pronta e chiara. Arriva il 118: fino ad allora, il ragazzo è stato continuamente assistito dai soccorritori, che comunicano ai sanitari lo svolgersi dei fatti e le manovre effettuate, rimanendo a disposizione per collaborare al trasporto in ambulanza. Mentre viene caricato in barella l’infortunato sorride, con gran sollievo di tutti i presenti. La sensazione di tragedia evitata viene confermata quando, contattato al telefono il pronto soccorso, la responsabile di segreteria della piscina riceve ulteriori rassicurazioni sulle sue condizioni: il ragazzo sarebbe tornato a casa entro 6/7 ore. Nel frattempo gli amici in piscina confermano la dinamica dell’incidente: stavano facendo a turno delle apnee non autorizzate, facendo attenzione... a non essere scoperti dall’assistente bagnanti! Il ragazzo adesso sta bene e non ricorda niente di quanto gli è successo, ma senza la prontezza e le competenze degli istruttori DAN sarebbe potuta finire malissimo. Ne dà conferma Simone Giovanelli, Istruttore DAN nonché Vigile del Fuoco ed attivo collaboratore della piscina: “Tempo fa, confrontandomi con Ciro sui temi del soccorso acquatico, gli fornii alcune informazioni che lo convinsero ad approfondire le proprie conoscenze in materia di BLS e First Aid, integrando la sua pluridecennale esperienza nella formazione di assistenti bagnanti ed istruttori di nuoto con le nozioni contenute nei corsi proposti dal DAN, diventando così Istruttore First Aid, BLS e AED. Non avremmo mai immaginato che questi ‘rinfrescanti’ insegnamenti sarebbero stati applicati sul campo (anzi, a bordo vasca!) a distanza di poche settimane”. L’episodio dimostra non solo l’efficacia della didattica DAN, ma anche la sua lungimiranza nell’aprire i propri corsi di Primo Soccorso anche alla popolazione non subacquea: nella struttura dove si sono svolti gli eventi, lavorano infatti istruttori e assistenti bagnanti che per loro libera scelta sono quasi tutti abilitati come DAN Provider BLS-D. La direzione della piscina “Aquagym Nervisia” si è raccomandata affinché il livello di addestramento e preparazione del personale venga aggiornato in modo costante, a prescindere dalla scadenza delle certificazioni: una scelta fatta non solo sull’onda dell’emozione, ma della consapevolezza di una formazione continua sulle tematiche della sicurezza subacquea. Una scelta “contagiosa” e dall’alto valore sociale: Giovanelli ha infatti confermato il suo impegno nel promuovere i corsi DAN BLS e AED in tutte le principali associazioni del Comune di Nervesa della Battaglia. 16 / AUTUMN 2011 Neo subacquei sperimentano l’acqua E scoprono che la scarsa esperienza può creare situazioni difficili Di Joel Dovenbarger, Vice Presidente dei Servizi medici DAN America 16 / 17 AUTUMN 2011 Incidenti Visti Da Vicino Subacqueo 1 Il subacqueo è uno studente di 19 anni brevettato da sei mesi. È sano, attivo, non fuma e non beve alcol. Da bambino soffriva di congestione toracica e infezioni sporadiche, ma non ha più avuto sintomi da molti anni. Il suo medico ha certificato l’idoneità alle immersioni. Da quando si è brevettato non si è più immerso e sta iniziando una settimana di immersioni poco profonde con degli amici. I fatti Il primo giorno iniziò con quattro immersioni tra i 6 e i 12 metri, di 25 minuti al massimo ciascuna. Il sito d’immersione era nuovo per lui. Nel corso di due delle immersioni il ragazzo venne colto dall’ansia e si separò dal resto del gruppo con una risalita rapida verso la superficie. In entrambe le occasioni la guida riuscì a fermare la risalita ed a incoraggiare il subacqueo, calmandolo e facendolo tornare in profondità. Il secondo giorno il subacqueo in questione fece due immersioni nello stesso posto. La prima a 18,2 metri per 30 minuti, la seconda a 15,2 metri per 20 minuti, con un intervallo di superficie di 60 minuti. Durante la seconda immersione, il sub venne di nuovo preso da una forte ansia ed iniziò a risalire rapidamente verso la superficie. Di nuovo, la guida fermò il sub vicino alla superficie e lo convinse ad aspettare qualche minuto (evitando forse un danno immediato grave). I sintomi Poco dopo, uscito dall’acqua, il subacqueo aveva freddo e si sentiva molto stanco. La sera tardi, dopo essere tornato a casa, notò il graduale inizio di un dolore al gomito destro. Il dolore crebbe in intensità e gli venne anche un mal di testa generalizzato. Chiamò l’istruttore che lo aveva certificato, il quale gli disse che secondo lui era improbabile che avesse la malattia da decompressione (MDD). La notte seguente, visto che i sintomi persistevano, chiamò il DAN. Sfortunatamente, il subacqueo non era un iscritto DAN e si trovava a più di tre ore di automobile dalla camera iperbarica più vicina. Dato il costo di una visita in zona, decise di andare in auto con degli amici fino alla struttura e di non rivolgersi ad un medico locale per visita e assistenza. La terapia Fortunatamente per il subacqueo, tutti i sintomi scomparvero completamente quando venne trattato secondo la Tabella 6 U.S. Navy. Rimasto in osservazione in ospedale per il resto del giorno successivo, venne poi dimesso. Nonostante accusasse sintomi relativamente lievi, il subacqueo fece bene a rivolgersi a degli esperti. Anche se sarebbe stato meglio se si fosse fatto visitare da un medico locale, se gli avessero somministrato ossigeno al 100% e trasferito ad una struttura iperbarica, il subacqueo ha comunque vissuto un’esperienza con esito positivo, dopo l’incidente. Con sintomi post-immersione come quelli del subacqueo del racconto, è consigliato farsi visitare da un medico del posto, anche se non competente in medicina dell’immersione. Quel medico può raccogliere informazioni di base ed effettuare le valutazioni fisica e neurologica di base. Ciò è utile non solo per diagnosticare la MDD, ma aiuta anche ad escludere altre possibili cause dei sintomi. La MDD non si manifesta sempre in maniera ovvia, e può capitare anche dopo immersioni che normalmente non farebbero sospettare la MDD. 18 / AUTUMN 2011 Subito dopo l’immersione si mise in viaggio verso casa. Per arrivare a casa doveva però attraversare montagne alte fino a 1.981 metri dopo circa 90 minuti dall’ultima immersione. A casa iniziò, dopo circa cinque ore fuori dall’acqua, a sentirsi debole e con un formicolio, una sensazione “pungente”, al braccio sinistro, poi estesa Subacqueo 2 Il subacqueo è una donna di 30 anni; ha una salute eccellente, è in forma, non fuma. Ha il brevetto da un mese. Va con la propria automobile ad un sito per immersioni ricreative, ha in programma due giorni di immersioni. I fatti Per il primo giorno aveva programmato due immersioni per riprendere confidenza con le tecniche apprese di recente. Le immersioni, entrambe a 7,6 metri per 26 minuti, andarono lisce come l’olio, senza fatti da segnalare. Per il secondo giorno era in programma una immersione a 18,2 metri per 50 minuti. Verso la fine dell’immersione ebbe problemi di assetto e tentò di regolare il suo giubbetto ad assetto variabile (GAV ) per mantenere un assetto neutro. Ciò aumentò i problemi e lei finì col fare, nel panico, una risalita incontrollata fino alla superficie. a debolezza in tutto il braccio sinistro; la nausea era riapparsa dopo circa un’ora dal rientro a casa. La terapia La subacquea si recò al pronto soccorso locale e venne visitata da un medico. Non era iscritta al DAN, ma il medico chiamò il DAN per discutere il caso. La sub venne trasferita ad un centro iperbarico nella struttura medica locale meglio attrezzata. Venne I sintomi sottoposta ad un singolo trattamento secondo la Dopo essere riemersa le girava la testa ed avvertiva Tabella 6 U.S. Navy e si ristabilì completamente. un po’ di nausea. Toltasi l’attrezzatura si distese per riposare. Dopo un intervallo di superficie di due ore Conclusioni si sentiva meglio, non manifestava sintomi, e decise I due incidenti dimostrano come l’essere subacquei di fare la seconda immersione, programmata a 13,7 sia qualcosa di più che avere una certificazione. metri per un tempo di fondo di 25 minuti. Fece una Da subacquei, dovremmo chiederci se noi - con i tappa di sicurezza di cinque minuti e uscì dall’acqua nostri compagni – siamo pronti per certe esperienze senza alcun sintomo. subacquee; la questione dell’essere a proprio agio ricorre in molti dei casi di incidente riferiti al DAN. 18 / 19 AUTUMN 2011 Incidenti Visti Da Vicino Entrambi i subacquei potevano non essere sicuri delle proprie capacità in quanto neofiti, ma entrambi hanno agito con buon senso quando si sono resi conto che qualcosa non andava con le immersioni. Hanno preso la decisione giusta e chiesto assistenza, pur non conoscendo nello specifico la MDD. In piscina e sotto diretta supervisione i subacquei possono anche eseguire correttamente tutte le tecniche, ma quanto sono a proprio agio una volta da soli? Dipende dal subacqueo e dalla situazione, ma avere il controllo della respirazione è un fattore determinante per mantenere il confort in acqua. Fattori che possono aumentare la resistenza ad una respirazione normale, come i cinghiaggi del GAV, un GAV parzialmente gonfio o una muta stretta possono causare disagio nel sub; aggiungiamo a questo la mancanza di esperienza di immersioni ad una nuova profondità e in un nuovo sito. Consideriamo che il livello tecnico ed il livello di conoscenze del subacqueo non corrispondono necessariamente al confort del neosubacqueo. Idealmente, ogni immersione dovrebbe essere al livello delle abilità e delle conoscenze del sub. Le prime immersioni dopo il brevetto sono ancora di addestramento. Fare l’abitudine agli effetti della sommersione ha molto a che fare con l’aumento del confort e la riduzione dello stress, dell’ansia e persino del panico del sub. In questo senso, il confort in acqua è una tecnica di sicurezza tanto quanto lo è il controllo dell’assetto. A questo riguardo, anche associarsi al DAN e Alert Diver possono avere un ruolo. Nei mesi durante i quali non vi immergete, potete avere informazioni importanti riguardo la sicurezza dell’immersione, informazioni che possono aiutare voi – e le persone con le quali vi immergete – a capire meglio l’immersione ricreativa con le bombole. Se i vostri compagni di immersione non sono iscritti DAN o se conoscete nuovi subacquei che non si sono ancora uniti al DAN, incoraggiateli a farlo ora. Non esiste un’azione che da sola possa eliminare i danni da immersione, ma iscriversi al DAN è un eccellente inizio di una lunga e bene informata carriera nel campo delle immersioni ricreative con autorespiratore. 20 / AUTUMN 2011 Ibernazione e Formazione Condizioni meteo spaventose possono significare un viaggio di scoperta Di Jeff Myers Ci sono subacquei che durante i mesi invernali scelgono di rintanarsi, comportandosi più come orsi in letargo che come avventurosi amanti dell’acqua. Sembra che l’unico momento buono per avvistare queste sfuggenti creature sia quando hanno bisogno di un boccaglio nuovo per una fuga ai tropici. Ma il viaggio non dovrebbe essere l’unica ragione che spinge i subacquei ad uscire dalle “tane” sfoggiando l’attrezzatura da sub. “Attivo” è un termine relativo, che significa cose diverse a persone diverse. La maggior parte dei sub si colloca tra l’essere in uno stato di semi-dormienza e l’immergersi diverse volte al mese. Se fuori c’è la tormenta, trovare la motivazione può semplicemente dipendere dal pensare alle immersioni da una prospettiva diversa. Con un po’ di pianificazione e di creatività, si può continuare a coltivare l’abitudine ad andare sott’acqua durante tutto l’anno. Nei climi freddi, le immersioni invernali più ovvie sono quelle sotto i ghiacci. Anche se non per tutti, i subacquei incalliti le troveranno molto “cool” (gioco di parole voluto). Pensandoci per tempo, può essere più facile di quanto non si pensi convincere il compagno di immersione a partecipare ad un’attività che richiede l’uso di una motosega. È un’eccellente occasione per espandere i propri orizzonti cercando nuove sfide. 20 / 21 AUTUMN 2011 Incidenti Visti Da Vicino Ma cos’altro si può fare che non richieda di doversi Salvami: la pratica rende perfetti misurare con l’acqua ghiacciata? Le tecniche per l’assetto non sono le sole che valga la pena esercitare. La piscina è un ambiente eccelTutti in vasca! lente per fare pratica con le tecniche di salvamenEsistono innumerevoli attività che permettono di to, che comprendono il saper reagire a situazioni di rimanere in esercizio e che richiedono di passare mancanza d’aria, a crampi alle gambe, al panico e all’aperto un tempo minimo. Molte di queste iniziano che spaziano, tra le altre cose, dall’addestramento con una piscina e contribuiscono a formare un di livello iniziale, a subacquei svenuti sott’acqua e in subacqueo più preparato. superficie, subacquei in panico e uscite dall’acqua. È logico che le abilità di un subacqueo non attivo si Potreste assistere a lezioni di salvamento programmadeteriorino prima di quelle di un subacqueo attivo, te – sempre che siate subacquei di salvamento brequindi perché non trascinare il compagno al centro vettati – per far pratica delle tecniche con nuovi subacimmersioni locale per una sessione di pratica? I quei “rescue”. E se non siete subacquei di salvamento, centri immersioni di ogni dove riconoscono che i mesi questo potrebbe essere il momento migliore per iscriinvernali sono eccellenti per migliorare le tecniche, vervi con il vostro compagno ad un apposito corso. pertanto propongono lezioni di assetto, aggiornamenti di salvamento, introduzioni alla muta stagna e corsi Le mute stagne: calde e meravigliose pratici di foto e video subacquei. Come protezione invernale, le mute stagne sono eccellenti – ed in alcune zone assolutamente necessaAssetto: impariamo a restare sospesi rie. Potrebbero essere esattamente ciò che vi serve Eccellenti tecniche di assetto sono importanti per per estendere la stagione delle immersioni. Poiché tutti i subacquei. La capacità di evitare di disturbare esistono diversi tipi di muta stagna e diverse esigenla fragile vita marina, di rimanere staccati dal fondo ze di configurazione dell’attrezzatura aggiuntiva, fate per mantenere la visibilità, la capacità di completare una prova in piscina prima di impegnarvi nell’acquile tappe di sicurezza richiedono tutte una costante sto. Il centro immersioni locale ed il vostro istruttore attenzione al controllo dell’assetto. La piscina possono guidarvi nella scelta del sistema più adatconsente di lavorare su queste capacità in un to e anche fornire le informazioni e l’addestramento ambiente controllato. necessari a rendere facile il passaggio da una muta Le sessioni sull’assetto sono anche l’occasione per umida ad una muta stagna. lavorare sul peso di zavorra. In genere, si constata che Fotografare: la quantità di chili necessari per le prime immersioni creare una memoria ed affinare le tecniche poi non serve più. L’esperienza consente di essere Per gli entusiasti di foto e video sub, potrebbe non più rilassati sott’acqua, con il risultato di un miglior esserci momento migliore di un’immersione invernale controllo della respirazione. Atti respiratori lenti e in piscina per lavorare su tecnica e composizione controllati possono servire per piccoli aggiustamenti fotografica. Investire in qualche rollino (o batterie per nell’assetto, ma solo se la zavorra è giusta. la macchina digitale) o nastro video per la pratica in La piscina consente anche di provare diverse confi- piscina pagherà dividendi nelle immersioni future. gurazioni di zavorra adatte a vari livelli di protezione, Alcuni centri immersioni sono noti per l’allestimento di con e senza cappuccio, guanti e sottomuta. Fate una “barriere artificiali” sul fondo della piscina, che possono scommessa col compagno per vedere chi riuscirà a comprendere giocattoli ed altri oggetti che richiedono togliere più peso alla zavorra assicurandovi, naturaldiverse manovre per ottenere una buona foto. Ciò mente, di lasciarne abbastanza per simulare una taprichiede un’attenzione più concentrata sul controllo pa d’emergenza con una bombola semivuota. dell’assetto mentre si compone l’inquadratura, si scatta la foto o si gira il video e poi mentre ci si districa dall’area senza disturbare la barriera artificiale. 22 / AUTUMN 2011 Se il meteo è spaventoso Anche se avete deciso che entrare in vasca – pur se al coperto – nel cuore dell’inverno non è proprio la vostra idea di divertimento, potete continuare ad immergervi senza una singola goccia d’acqua. A noi tutti serve tenere aggiornate le tecniche di RCP e di primo soccorso nel caso servisse la nostra assistenza, su un sito d’immersione come in mezzo ad una strada. Anche i corsi sull’utilizzo dei defibrillatori automatici esterni (DAE) e sulla somministrazione di ossigeno sono naturali per i subacquei. Tenete presente che la popolazione dei subacquei continua nel complesso ad invecchiare, rendendo l’addestramento all’uso dei DAE molto indicato per i sub. Informatevi presso il vostro istruttore DAN, che potrebbe avere in programma questi ed altri corsi. C’è sempre da imparare, sia che vi serva l’intero corso o solo un aggiornamento. Perché non usare quegli algidi giorni per affinare la capacità di dare una mano? Anche se fuori fa freddo e l’acqua gela, ci si può divertire tutto l’anno con le attività correlate alle immersioni. Per informazioni sugli altri corsi, compresi Esame neurologico sul posto per subacquei e Lesioni da organismi marini pericolosi, contattate il vostro centro immersioni. 22 / 23 AUTUMN 2011 Sgombriamo il campo dai malintesi LINEA MEDICA DAN stringe il cerchio intorno ai pregiudizi sul trattamento iperbarico Di Marty McCafferty, esperto di informazione medica DAN America 24 / AUTUMN 2011 Tutti noi subacquei sappiamo che c’è un piccolo ma reale rischio nell’attività che amiamo, ossia i danni da pressione, come la malattia da decompressione (MDD). Sappiamo che l’incidenza della malattia da decompressione (MDD, o malattia dei cassoni) e dell’embolia (EGA) è molto bassa *, ma vogliamo essere sicuri che otterremo la migliore terapia se queste improbabili lesioni dovessero verificarsi. Nella comunità dei subacquei resistono da tempo dei pregiudizi sulla terapia iperbarica. Ecco degli esempi: • Un subacqueo con sintomi da sospetta MDD venne inviato ad una struttura iperbarica locale per una valutazione ed un eventuale trattamento. Al medico DAN disse che la struttura non poteva praticargli il trattamento perché la camera “va solo a 18 metri”. • Durante il trasferimento di un subacqueo con sospette lesioni, gli operatori di un servizio medico d’emergenza (SME) chiedevano al DAN l’indicazione di una struttura iperbarica alternativa alla struttura più vicina, che aveva una camera che, secondo il subacqueo interessato, “andava solo a 18 metri”. • In una remota isola del Pacifico una struttura militare non poteva più praticare trattamenti a subacquei civili. I subacquei locali contattarono il DAN per chiedere consigli. Erano preoccupati perché l’unica altra camera sull’isola poteva “andare solo a 18 metri”. In ciascuna di queste situazioni, un medico DAN poté disperdere i timori che accompagnavano i subacquei. Ma cos’è che fa perdurare questo pregiudizio? * L’incidenza della MDD rispettando i limiti di non decompressione delle tabelle U.S. Navy è di 1-8,4 MDD/10.000 immersioni. Da: Vann RD. “Mechanisms and risks of decompression,” Bove AA, ed. Bove and Davis’ Diving Medicine, 4^ ed. (Philadelphia: Saunders; 2004:127-164.) La terapia non è solo pressione Una terapia iperbarica efficace non è tale solo in funzione della pressione. Un’elevata pressione parziale dell’ossigeno è probabilmente altrettanto importante. Per capire meglio l’adeguatezza di una camera iperbarica che può “andare solo a 18 metri”, dobbiamo fare un breve riassunto della storia della terapia iperbarica. La terapia per i disturbi da bolle di azoto iniziò nel XIX secolo con gli operai dei cassoni – operai edili che lavoravano in cassoni sommersi per la costruzione di ponti ed altre strutture con le basi sott’acqua. Potevano lavorare in profondità respirando aria proveniente dalla nuova (1837) pompa ad aria compressa. Ma presto scoprirono che con l’aumento dei tempi e delle profondità sviluppavano ciò che chiamavano “reumatismi e raffreddori”. Passarono quasi quarant’anni prima che questo fenomeno venisse identificato come malattia da decompressione. La terapia che venne sviluppata consisteva nel riportare gli operai alla pressione alla quale avevano lavorato finché i sintomi non miglioravano, per poi iniziare una lenta risalita verso la superficie. 24 / 25 AUTUMN 2011 LINEA MEDICA Figura1: Dal Report DAN su Decompression Illness and Project Dive Exploration, 2005 (dati 2003) Questa procedura continuò per tutto l’inizio del 20° secolo. Il gas respirato durante la terapia era l’aria. Procedure simili vennero inizialmente utilizzate per la terapia della MDD nei subacquei. Alla fine, per il trattamento vennero fissate delle profondità definite grazie all’impegno della Royal Navy, del fisiologo britannico J.S. Haldane e della U.S. Navy. Dal momento che l’aria era l’unico gas respirabile ampiamente disponibile, i casi gravi erano spesso compressi a profondità più elevate, soprattutto se non si vedevano rapidi miglioramenti durante la terapia. Questo spiega perché, per una terapia iperbarica, si riteneva essenziale che la camera fosse in grado di fornire una pressione massima equivalente ad una profondità di 50 metri. Alla fine degli anni ’30, il Dott. Albert Behnke tentò, con i suoi collaboratori, di inserire l’ossigenoterapia nel trattamento per abbreviare il tempo necessario alla cura della malattia da decompressione. Sebbene fondata su principi fisiologici, questa idea incontrò delle resistenze. Negli anni ’60 i ricercatori Dott. Michael W. Goodman e Dott. Robert D. Workman svilupparono le tabelle per la terapia con ossigeno che poi diventarono le Tabelle Terapeutiche 5 e 6 della U.S. Navy. Dalla loro adozione nel 1965, queste tabelle hanno condotto regolarmente a buoni risultati. La Tabella 6 è quella più spesso utilizzata per i danni da immersione (Vedi Figura 1). Per diversi anni, il manuale d’immersione della U.S. Navy ha raccomandato il trattamento iniziale per MDD ed embolia gassosa arteriosa (EGA) a 18 metri, conservando però i 50 metri come una possibilità per i casi in cui il subacqueo non migliori, o peggiori, col trattamento a 18 metri. Tali casi sono estremamente rari. Una ragione per la dimostrata efficacia delle Tabelle terapeutiche 5 e 6 è la differenza tra le pressioni parziali dell’azoto nei tessuti e negli alveoli polmonari 1 o il sangue arterioso. Questa differenza di pressione, di solito misurata in millimetri di mercurio (mm Hg), è la forza che spinge le bolle di azoto a dissolversi. Figura 2: Finestra ossigeno da: Diving Medicine, 3rd Edition, Bove and Davis 26 / AUTUMN 2011 La Figura 2 mostra come, se nel subacqueo si formano bolle di azoto, la differenza tra la pressione parziale dell’azoto nelle bolle e quella nel tessuto è di 142 mm Hg (in alto a sinistra). Il grafico nell’angolo in basso a destra indica che a 2,8 atmosfere assolute (ATA; 18 metri di acqua salata), se si respira ossigeno al 100 per cento la differenza tra le pressioni parziali aumenta a 2.086 mm Hg. Più è alto il gradiente di pressione, più rapido sarà il dissolvimento dell’azoto dalla bolla verso il tessuto circostante. Lo stesso principio può essere usato per spiegare una delle ragioni dell’efficacia dell’ossigeno normobarico. Figura 3: La Tabella di Trattamento 6 della U.S. Navy può essere estesa fino a due periodi supplementari di 25 minuti ciascuno a 60 piedi/18 metri (20 minuti di ossigeno, 5 minuti di aria) o fino a due periodi supplementari di 75 minuti l’uno a 30 piedi (15 minuti di aria, 60 minuti di ossigeno), o entrambi. Il grafico in alto a destra rappresenta un subacqueo trattato a 2,8 ATA (18 m. di acqua salata) con aria senza ossigeno aggiunto (la differenza tra le pressioni parziali dell’azoto è 482 mm Hg). Il grafico nell’angolo in basso a sinistra illustra la differenza di pressione parziale con solo ossigeno normobarico (pressione parziale dell’azoto 718 mm HG). L’ossigeno normobarico da solo crea una differenza tra le pressioni parziali dell’azoto più elevata che respirare aria alla pressione di 18 metri di acqua salata. Usando l’ossigeno, la maggior parte dei casi di malattia da decompressione può essere trattata a 18 metri. Il manuale d’immersioni U.S. Navy raccomanda il trattamento iniziale per tutti i casi con la Tabella 6 (Vedi la Figura 3). L’efficacia delle tabelle per 18 metri è tale che anche i casi gravi di solito hanno un esito positivo. Una tabella terapeutica sviluppata dallo staff della camera iperbarica “Catalina” della Università of Southern California è una modifica della Tabella 6 U.S. Navy, con fino a otto cicli di ossigeno a 18 metri. Con questa tabella vengono trattati efficacemente subacquei con sintomi gravi (Vedi la Figura 4). Sono state sviluppate altre tabelle terapeutiche specifiche per camere monoposto che non possono fornire interruzioni con aria; sembrano essere efficaci nella maggior parte dei casi. NOTE 1 Moon, R.E.; Sheffield, P.J.; eds. Treatment of Decompression Illness (Kensington, Md.: Undersea and Hyperbaric Medical Society, 1996. 2 Moon, R.E.; Sheffield, P.J.; “Guidelines for treatment of decompression illness,” Aviat Space Environ Med 1997; 68:234-43. Figura 4: Tabella di Trattamento, Catalina 26 / 27 AUTUMN 2011 LINEA MEDICA Le cure termali per la rinosinusite Della Dott.ssa Marina Motta 28 / AUTUMN 2011 La dott.ssa Motta ha un’esperienza pluriennale nel campo delle cure termali. Negli anni ha apportato ai macchinari utilizzati delle modifiche sostanziali, potenziandone il raggio di azione terapeutico. Oltre ai tradizionali problemi legati alla presenza di catarro nell’orecchio medio, con le cure termali, la dott.ssa è così in grado di trattare le rinosinusiti sia negli adulti che nei bambini. I seni paranasali sono delle cavità piene d’aria inserite nello spessore delle ossa craniche, comunicanti con il naso attraverso dei piccoli condotti che garantiscono l’eliminazione del muco eventualmente presente. La rinosinusite è la condizione patologica determinata da uno stato infiammatorio di naso e seni paranasali. Tale situazione è caratterizzata dall’aumentata produzione di muco e dal contemporaneo restringimento dei canali di drenaggio, fatto che causa il ristagno locale di catarro. La rinosinusite insorge in seguito a infezioni batteriche, virali o micotiche delle cavità nasali. In alcuni casi, ha un’origine allergica o dentaria ed è favorita da difetti anatomici (es. la deviazione del setto e l’ipertrofia dei turbinati). La manifestazione clinica che fa sospettare che non ci si trovi di fronte a un semplice raffreddore è la presenza di dolore nella zona frontale, sopra e sotto gli occhi e ai lati del naso; inoltre, il disturbo si accentua coi movimenti del capo e con gli sbalzi di pressione atmosferica (es. la sinusite barotraumatica nelle immersioni subacquee o nelle fasi di decollo e atterraggio durante il volo). La sintomatologia può includere febbre, cefalea, ostruzione nasale, tosse con catarro, riduzione del gusto e dell’olfatto, comparsa di secrezione giallo-verdastra che scende dal naso o direttamente in gola, russamento, alitosi. Quando i disturbi non durano più di due-tre settimane si parla di rinosinusite acuta, se si protraggono oltre, si tratta di una forma cronica. La rinosinusite non deve essere trascurata poiché solitamente non guarisce da sola. Sull’au trice Dott.ss a Marin a Motta Medico , Chirurg o - Spec ialista in Otorino laringo iatria presso “Il Melo ”, Gallara te (Var ese) Il Medico prescrive antibiotici specifici associati ad antinfiammatori, decongestionanti topici e antistaminici nei pazienti allergici. E’ consigliabile evitare ambienti secchi e affollati (l’umidificazione facilita il drenaggio nasale), il fumo, le correnti d’aria e temperature molto rigide (indossare cappello e sciarpa nei mesi invernali! Non esagerare con l’aria condizionata in estate!). Per risolvere quei casi di rinosinusite che non rispondono alla terapia farmacologica, e prima di ricorrere alla chirurgia, io propongo il Politzer ultravibrato, che consiste nell’insufflazione nelle cavità nasali di vapore ottenuto per gorgogliamento e non per ebollizione dell’acqua solfurea, mantenuto a temperatura corporea costante, spinto e direzionato da un’adeguata pressione-vibrazione: questo nuovo sistema rappresenta un valido aiuto per ripristinare una corretta ventilazione e rimuovere il catarro dai seni paranasali in modo naturale e indolore. 28 / 29 AUTUMN 2011 Speciali Il rischio malaria Quanto dovremmo prenderlo sul serio? Di Joel Dovenbarger, Vice Presidente dei Servizi Medici DAN America 30 / AUTUMN 2011 Sognate la vacanza subacquea per eccellenza, un viaggio dall’altra parte del mondo fino al sito tanto decantato, dove ogni immersione è più bella dell’ultima. Ogni mese avete messo da parte i soldi per la vacanza, e certo non volete che qualcosa vada storto. Il problema è che generalmente il sito d’immersione per eccellenza non si trova in luoghi ideali. L’abbondanza di vita marina, gli insoliti giardini di corallo e i climi tropicali esistono da un’altra parte, di solito remota. Di fatto, molti di questi siti si trovano all’interno di una fascia che si estende tra i 45 gradi di latitudine nord ed i 40 gradi di latitudine sud, in un’area chiamata “la zona della malaria”. Queste regioni sono lontane dalle comodità moderne. Contrarre la malaria I subacquei Consideriamo il caso di una coppia di iscritti DAN che fece una vacanza in Indonesia, che si trova nella zona della malaria. Consultarono il sito dei Centers for Disease Control and Prevention [Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie] che elenca il rischio malaria per certe zone. Quando si rivolsero a gente del posto, ai nostri due iscritti DAN venne detto che da un po’ di tempo in Indonesia “non venivano registrati casi” di malaria. Inoltre i residenti dissero che, dato che non prendevano farmaci antimalarici e non avevano contratto la malattia, potevano considerare l’area un posto abbastanza sicuro, con un “rischio minimo”. Da queste conversazioni, i due subacquei trassero due conclusioni: 1) nella zona c’era un rischio minimo di malaria; e 2) persone che avevano preso farmaci antimalarici avevano riferito di rari effetti collaterali come annebbiamento mentale e allucinazioni. Sapendo che tali effetti non sarebbero andati bene per le immersioni, i due viaggiatori decisero di non assumere antimalarici. Prima di partire fecero tutte le altre vaccinazioni consigliate per i viaggi in Indonesia. In Indonesia la coppia soggiornò in un cottage con aria condizionata con vetri alle finestre (non con solo uno schermo anti insetti), ed utilizzarono un repellente per insetti con dietiltoluamide (DEET). Entrambe le precauzioni sono di solito utili per proteggere le persone dai morsi di zanzara e di altri insetti. La mattina presto il marito era solito fare una passeggiata, la sera dopo cena la coppia tornava al cottage in short e camicia a maniche corte. I due subacquei passarono una settimana meravigliosa, con immersioni ogni giorno più emozionanti. Fecero 25 immersioni in 10 giorni, dichiarando di non avere mai spinto al limite i profili di immersione. Entrambi confermarono di avere usato regolarmente repellente per insetti e di non avere mai avvertito punture di zanzara. Alla fine della settimana fecero i bagagli e tornarono a casa, dopo aver trascorso una vacanza da sogno. Il problema e la cura La coppia non ebbe alcun problema durante il volo verso casa, ma durante la prima settimana dal rientro il marito iniziò ad avvertire sintomi simili a quelli dell’influenza, con dolori generalizzati per tutto il corpo. Al lavoro cominciò a sentirsi fiacco e prese un paio di giorni di riposo per riprendersi. 30 / 31 AUTUMN 2011 Speciali La sua pressione sanguigna iniziò ad abbassarsi in maniera intermittente; la sua temperatura si alzò rapidamente e gli si offuscò la vista. A questo punto, preoccupato che potesse trattarsi di qualcosa di più grave di un’influenza, sospettò di avere la malaria. Si recò alla clinica locale. Dopo una visita, venne trasferito rapidamente in terapia intensiva presso un ospedale locale. Dopo essere stato sottoposto ad una serie di test ematici, trasfusioni, procedure endovenose e diagnostiche, il subacqueo ricorda di essersi risvegliato. Erano passati 22 giorni e non ricordava nulla delle tre settimane precedenti, né del fatto che aveva rischiato di morire. Rimase in ospedale per 32 giorni, per poi essere mandato a un centro per la riabilitazione per due settimane e mezzo. Lì recuperò le forze, la capacità di camminare e di nutrirsi da solo. Ci vollero altri quattro mesi perché recuperasse un livello “normale” di energie e tornasse al lavoro. Conclusioni Questi iscritti DAN agirono quasi sempre nel modo giusto, ma vogliono che tutti sappiano ciò che hanno imparato a proprie spese. Per prima cosa, è generalmente meglio assumere farmaci antimalarici, e tollerarne i possibili effetti collaterali, che contrarre la malattia. Se dovessero rifarlo, dicono, prenderebbero gli antimalarici, anche in assenza di un allarme specifico per la zona e anche se il rischio fosse minimo. Per un viaggio in una zona con un rischio malaria noto, tenete presenti le seguenti raccomandazioni: • Fate la profilassi. Usate i farmaci consigliati per la zona. Consultate i siti dei CDC (www.cdc.gov/travel) e dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (www. who.int/ith) per gli ultimi aggiornamenti sulle vaccinazioni e per informazioni sanitarie specifiche per il paese visitato. Portate queste informazioni al vostro medico, che provvederà a fornirvi tutte le prescrizioni di cui avete bisogno. • Usate il DEET. Mettete un buon repellente per insetti contenente DEET1 sulla pelle, sugli abiti e sulle zanzariere. • Copritevi. Se vi trovate all’aperto dal tramonto all’alba, coprite la pelle utilizzando camicie a manica lunga e pantaloni. Se possibile, evitate proprio di trovarvi all’aria aperta tra il tramonto e l’alba. • Usate le zanzariere. Se la situazione lo richiede, usate le zanzariere nel vostro alloggio. Ciò è indicato, per esempio, se avete degli ordinari schermi anti insetti alle finestre o qualsiasi apertura che potrebbe far passare una zanzara. La malaria ha causato più morti in tutto il mondo che qualsiasi altra malattia infettiva: È la malattia infettiva a più alto rischio per i subacquei che vanno ai tropici. 32 / AUTUMN 2011 1 Con almeno il 30 per cento di DEET (Nota: concentrazioni superiori al 30 per cento non aumentano in maniera significativa né l’efficacia della protezione né la durata). Le preparazioni standard sono efficaci per circa quattro ore; sono disponibili preparazioni con azione più prolungata. Per sopire i dubbi e le preoccupazioni che potreste avere, sarà meglio prendere farmaci antimalarici. La profilassi migliore La scelta del farmaco più indicato per il trattamento può richiedere un consulto col medico di base, o struttura sanitaria, mentre si sta organizzando il viaggio – prima della programmazione finale. Generalmente il medico deciderà in base a quattro criteri: 1. Il rischio di malaria - determinato dalla vostra destinazione e dal luogo specifico della destinazione, dal periodo dell’anno e dalla durata della permanenza. 2. Il vostro profilo come viaggiatore - la vostra età e lo stato di gravidanza, e qualsiasi elemento afferente alla vostra storia medica recente o pregressa. Altre valutazioni riguardano lo scopo del viaggio, considerando che viaggiatori avventurosi, missionari e volontari (ad esempio i Corpi di pace) affrontano un rischio maggiore di coloro che viaggiano per affari. 3. L’efficacia del farmaco - stabilita in base a note aree di farmaco-resistenza. 4. La vostra tolleranza individuale al farmaco. Aralen (clorochina fosfato), comunemente chiamata “clorochina”, è considera- ta un trattamento iniziale efficace contro la malaria in alcune zone. Per chi si avventura in aree dove il Plasmodium falciparum malaria (considerato la forma più grave) non è presente, la clorochina è spesso il farmaco indicato. Sfortunatamente, data l’ampia distribuzione del P. falciparum, questo farmaco è divenuto meno efficace. Nella profilassi il farmaco viene somministrato settimanalmente, iniziando almeno una settimana prima della partenza e continuando per quattro settimane dopo il rientro. Gli effetti collaterali più comuni sono disturbi gastrointestinali e mal di testa, ma alcune persone hanno lamentato vista offuscata, acufeni (rumori nelle orecchie) o capogiri. Lariam (meflochina cloridrato), o “meflochina”, rimane la scelta più comune per chi è diretto in zone dove è presente P. falciparum. La sua reputazione controversa, dovuta agli effetti collaterali, crea preoccupazione trai viaggiatori più avventurosi, che potrebbero partecipare ad attività rischiose che richiedono un alto livello di capacità motorie e di coordinazione. Come con qualsiasi farmaco, i subacquei che non lo tollerano devono considerare i rischi associati con il farmaco e con la sicurezza in immersione. Alcuni subacquei riferiscono che operatori del settore subacqueo non consentono di praticare immersioni a coloro che usano la meflochina, apparentemente perché i suoi effetti collaterali possono essere difficili da distinguere dalla malattia da decompressione. Questi racconti non sono stati confermati. Tra i più comuni effetti collaterali vi sono disturbi del sonno, cambiamenti di umore, nausea, diarrea e mal di testa, che generalmente compaiono entro le prime tre settimane di utilizzo. Se assunta per la prima volta, la profilassi con meflochina dovrebbe iniziare almeno tre settimane prima della partenza per consentire la stabilizzazione o per cambiarla per tempo con un farmaco più adatto. Generalmente, gli effetti collaterali che si manifestano nelle prime tre settimane difficilmente peggiorano nelle settimane successive. Come la clorochina, la meflochina richiede solo una dose settimanale, iniziando almeno due settimane prima della partenza e continuando per quattro settimane 32 / 33 AUTUMN 2011 Speciali dopo il ritorno. Ci sono alcuni dati relativi alla sicurezza dell’utilizzo durante la gravidanza: normalmente si ritiene che possa essere usata in sicurezza durante il secondo ed il terzo trimestre, ma molte organizzazioni raccomandano cautela nell’utilizzo durante il primo trimestre. Malarone (atovaquone/proguanil), prima approvato negli Stati Uniti nel 2002. Da allora è la scelta comune per chi è diretto in zone dove esistono ceppi resistenti alla clorochina. Gli effetti collaterali più comunemente riportati comprendono disturbi gastrointestinali, mal di testa e capogiri. Sebbene di recente sia stata registrata una certa resistenza del P. falciparum, il malarone continua ad avere una buona reputazione per la profilassi antimalarica. Plaquenil (idrossiclorochina) è stato usato per molti anni nella cura e nell’elimi- nazione della malaria. Gli effetti collaterali più comuni sono una lieve nausea, a volte crampi allo stomaco e diarrea. Vibramycin (doxiciclina) è tra i farmaci più efficaci provati nei test clinici; ha dimostrato notevole efficacia contro la malaria da P. falciparum. Essendo sia un antimalarico che un antibiotico, può avere un effetto benefico riducendo l’incidenza di altre patologie come la diarrea del viaggiatore. La sua posologia ed i suoi effetti collaterali lo rendono però poco attraente per il subacqueo che viaggia. Gli effetti collaterali più comuni sono disturbi gastrointestinali, fotosensibilizzazione (sensibilità alla luce) e maggiore suscettibilità alla candidosi per le donne. La doxiciclina viene presa una volta al giorno, iniziando almeno il giorno prima dell’arrivo in una zona malarica e continuando per quattro settimane dopo aver lasciato l’area. È sconsigliata alle donne incinte ed ai bambini al di sotto degli 8 anni. FARMACI ANTIMALARICI Farmaco Posologia Durata prima e dopo il viaggio Contro-indicazioni Effetti collaterali comuni Resistenza Aralen Clorochina fosfato 1 volta/sett. 2 sett. prima 4 sett. dopo Alterazioni retiniche o del campo visivo Mal di testa prurito Resistenza apparentemente diffusa Lariam Meflochina cloridrato 1 volta/sett. 1 sett. prima 4 sett. dopo Non indicato per pazienti con disturbi psichiatrici o depressivi o epilettici Nausea / vomito, sogni lucidi, capogiri, cambiamenti di umore, insonnia, mal di testa e diarrea La resistenza sembra rara, nota soprattutto nell’Asia sudorientale Malarone Atovaquoneproguanil Settimanale 1-2 giorni prima 7 giorni dopo Profilassi con insufficienza renale grave Disturbi g.i./ dolore, mal di testa Plaquenil idrossiclorochina 1 volta/sett. 2 sett. prima 8 sett. dopo Utilizzo prolungato nei bambini. Alterazioni retiniche o del campo visivo Mal di testa, capogiri, disturbi g.i. Vibramycin Settimanale 1-2 giorni prima 4 sett. dopo Scottature solari, disturbi g.i., candidosi 34 / AUTUMN 2011 Il meccanismo della malaria Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la malaria uccide dalle 700.000 ai 2,7 milioni di persone ogni anno. L’organizzazione registra tra i 300 ed i 500 milioni di nuovi casi ogni anno. Negli Stati Uniti, delle 1.000-1.500 persone che contraggono la malattia ogni anno, la maggior parte sono quelle che tornano dalla zona della malaria, che si estende per tutta la lunghezza del globo nella fascia compresa tra i 45° di latitudine nord ed i 40° di latitudine sud. Nel mondo la malaria è tra le prime cause di morte e malattia. La malaria non viene trasmessa da contatto casuale tra esseri umani. Malattia causata dal parassita Plasmodium species, la malaria viene trasmessa dal morso della zanzara Anopheles femmina infetta, che morde dal tramonto all’alba. Con il morso, la zanzara infetta rilascia saliva e sporozoiti (lo stadio infettivo del parassita) nella vittima. Gli sporozoiti invadono il fegato nel primo stadio dell’infezione, noto come lo stadio esoeritrocitico, o stadio precedente all’invasione del flusso sanguigno (eso- = fuori; eritrocitico = relativo agli eritrociti, i globuli rossi del sangue). Nel fegato, gli sporozoiti hanno un periodo di incubazione che va da una settimana a diversi mesi. Maturano fino a divenire merozoiti (lo stadio mobile del parassita), che vengono rilasciati dalle cellule epatiche. I merozoiti invadono i globuli rossi in quello che viene definito lo stadio eritrocitico. Nei globuli rossi un merozoita, riproducendosi per schizogonia – riproduzione asessuata per segmentazione multipla – dà origine a molti merozoiti. I globuli rossi si lacerano rilasciando una nuova generazione di merozoiti e dando inizio al “parossismo”, un nuovo ciclo infettivo per altre cellule del sangue. A queste lacerazioni si devono molti sintomi della malaria simili a quelli dell’influenza. Dato che la malaria attacca i globuli rossi, si può trasmettere condividendo aghi, con trasfusioni di sangue o da madre a bambino in fase di sviluppo. (Il riferimento è a un feto durante la gravidanza. Cfr. http://www.cdc.gov/malaria/pregnancy.htm) Quando la zanzara morde una persona già infetta, ingerisce il microscopico parassita col sangue della persona. Il parassita si sviluppa nella zanzara per circa una settimana, poi viene trasmesso dalla saliva della zanzara alla persona morsa successivamente. Tipi di malaria Esistono quattro specie del parassita che infetta gli esseri umani: Plasmodium vivax, P. ovale, P. malaria e il più pericoloso, Plasmodium falciparum. P. falciparum ha cicli di 48 ore e attacca il cervello, i reni ed il tratto gastrointestinale. A causa della tendenza che hanno i globuli rossi infetti ad aggregarsi, P. falciparum può colpire i vasi sanguigni ostruendoli ed impedendo al sangue di arrivare ad organi vitali. Se la fase epatica della malattia non viene curata in maniera adeguata, P. vivax e P. ovale possono provocare una ricaduta dalla fase dormiente nel fegato. P. malariae può resistere in forma dormiente per anni nelle cellule del sangue – e questo spiega perché non si può donare il sangue se si è stati esposti alla malaria. - Con resoconti del dott. David Dubois. 34 / 35 AUTUMN 2011 Speciali Cosa fare Consultate i siti dei CDC (www.cdc.gov/travel) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (www.who.int/ith) per le ultime informazioni sulle vaccinazioni e per informazioni sanitarie specifiche per paese. Gli iscritti DAN possono inoltre chiamare la info-line DAN per chiedere informazioni su allarmi sanitari specifici. 36 / AUTUMN 2011 Niente panico, siamo subacquei! Dei Dott. Andreas Aceranti e Simonetta Vernocchi 36 / 37 AUTUMN 2011 Speciali Vivere l’ansia, anche solo per un breve periodo, non è mai piacevole. A maggior ragione quando è accompagnata dal suo fratellastro cattivo, il panico, e ancora di più quando se ne fa esperienza non sulla terraferma, ma sott’acqua. Il motivo per cui soggetti sani e senza anamnesi o familiarità di ansia o panico soffrano all’improvviso di attacchi di panico subacquei resta, ad oggi, ignoto. Tuttavia, è importante cercare di comprenderne i meccanismi. Il panico, infatti, sebbene innocuo per sua natura, può essere la causa più comune di incidente tra i subacquei; come ha scritto James Jones nel suo romanzo Go to the Widowmaker: “Il panico era il più grande pericolo, il nemico, l’unico pericolo che c’era nell’immersione.” Concordi, anche se estranei all’ambito della fiction, gli esperti sul panico in immersione Arthur Bachrach e Glen Egstrom, autori del saggio Stress and Performance in Diving: “La maggior parte di chi lavora nella ricerca subacquea crede che il panico sia la causa schiacciante della maggioranza dei feriti e morti in immersione”. Qualsiasi guida subacquea o istruttore esperto può confermare queste affermazioni. Ciò però non deve farci pensare che il panico sia un nemico sempre in agguato, pronto a colpire chiunque senza distinzione di età, esperienza, sesso o razza: per quanto pericoloso, il panico è generalmente evitabile. Uno studio recente (Colvard et al., 2000) ha preso in esame oltre 12.000 subacquei che hanno sperimentato il panico durante l’immersione con l’obiettivo di scoprirne i motivi. I risultati sono stati sorprendenti. 38 / AUTUMN 2011 Agli intervistati è stato offerto un elenco di 43 possibili cause del panico, quali “squali”, “oscurità”, “mancanza di aria” e così via. Le opzioni erano suddivise in tre categorie, relative a condizioni di immersione, problemi all’attrezzatura, problemi fisici e/o psicologici. I subacquei sono stati invitati a valutare quali di queste minacce fossero (state) presenti durante gli attacchi di panico. Ebbene, tra tutte le 43 possibili minacce, le tre caselle più selezionate in ogni categoria sono state le ultime, ovvero: “Altro.” Insomma, gli eventi scatenanti le reazioni di panico subacqueo non rientrano tra le cause oggettive di un problema o di una giustificata ansia situazionale. Nella maggior parte dei casi, il motivo scatenante era qualcosa di banale o di routine, qualcosa che in momenti di calma nessuno vedrebbe come motivo di panico. Leggendo i rapporti annuali DAN sugli infortuni e incidenti mortali in immersione, è sorprendente riscontrare come un gran numero di immersioni si sarebbero potute concludere tranquillamente se il subacqueo si fosse attenuto ai consigli basilari della formazione. Pensiamo alla regola “Non trattenete il respiro e non risalite troppo velocemente”, a quante volte l’abbiamo letta, studiata, insegnata, messa in pratica, pensando che mai e poi mai faremmo un errore del genere. Eppure, chiunque può essere preso dal panico: un attacco di panico è volontario quanto un attacco cardiaco. Il panico non è vigliaccheria, non è mancanza di coraggio, ma una reazione involontaria ad una secrezione massiccia di adrenalina nel flusso sanguigno per ordine del sistema nervoso simpatico, che di fronte a una minaccia enorme fa sì che la frequenza cardiaca, la temperatura corporea e lo zucchero nel sangue salgano rapidamente e vertiginosamente. Cominciano a muoversi le “farfalle” nello stomaco o si prova un senso di nausea. Si inizia a sudare. La pelle si arrossa o impallidisce. Si respira più velocemente, meno profondamente e in maniera dispnoica (o irregolare). Si verifica il fenomeno definito “restringimento percettivo”: il campo visivo si può restringere perdendo la vista periferica, ottenendo un risultato simile al guardare il mondo esterno attraverso un tubo. La cosa peggiore è che ci si sente sempre più agitati e non si riesce a pensare con chiarezza. Ne consegue che la nostra attenzione viene focalizzata sul problema, così che la soluzione giusta per quella determinata situazione sembra svanire e non esistere più. Con un vero attacco di panico in corso, c’è ben poco che la parte razionale del cervello possa fare per fermarlo in breve tempo, perché al corpo servono diversi minuti per metabolizzare l’adrenalina, ed il rischio di fare azioni avventate aumenta. La buona notizia è che, nonostante il mistero che lo circonda, il panico può quasi sempre essere prevenuto. Lo dimostra un indizio, a prima vista insignificante, riportato nello studio sopra menzionato. Anche se i risultati forniti dai sub sulle plausibili cause dei loro attacchi di panico sembravano apparentemente non correlati e talmente dispersivi da non poterne trarre una conclusione logica, statistica o epidemiologica, tutti tendevano a concordare sul fatto che avessero iniziato ad iperventilare poco prima che l’attacco di panico si manifestasse. Vale la pena di ricordare che l’iperventilazione (il respiro rapido, superficiale, irregolare) è un classico segno di ansia. L’ansia è un accumulo di stress quotidiano che giunge al punto di generare un inconscio timore di non riuscire a risolvere i problemi; da qui scaturisce una sensazione di impotenza che amplifica l’incertezza, la preoccupazione, la fatica, la frustrazione e la paura che fanno comunque parte della vita quotidiana. È pertanto verosimile che questo sia ciò che accade al subacqueo che, come la maggior parte di noi, è stressato già prima di entrare in acqua. Può esserci il ricordo di un’immersione difficile o spaventosa – il sub è preoccupato per questo. Forse le condizioni d’immersione sono insolitamente difficili. O forse ha fatto troppo tardi la sera prima, ha trovato traffico la mattina e ha dovuto correre per non perdere la barca. Oppure non riesce a togliersi quel dannato problema dell’ufficio dalla testa. Oppure l’istruttore, che a quel punto dovrebbe cambiare metodo, lo sta innervosendo, schernendo, insultando. O gli altri allievi sono particolarmente indisciplinati e rifiutano di seguire le direttive. Nel momento in cui entra in acqua il sub è tormentato, irritato, meno capace di reagire in modo coerente e pronto: quindi, si spaventa facilmente. La respirazione risulta più difficile del normale, usa il GAV più del solito, e quando succede qualcosa di inatteso, anche innocuo (come la maschera che si stacca o la pinna che rimane impigliata) inizia ad iperventilare, ma l’aria sembra non bastare mai. Aumenta la sensazione di “fame d’aria” e il rischio di soffocamento. Il panico è vicino. Ovviamente non bisogna dare per scontato che tutti i subacquei che restano imbottigliati nel traffico mattutino avranno un attacco di panico: le persone, in quanto esseri umani diversi ed unici, affrontano lo stress e le preoccupazioni quotidiane in modi differenti. Alcuni sono più preoccupati di altri per lo stress e sono, quindi, più vulnerabili al panico. Tuttavia nessuno, come già detto, è immune al panico, perché la nostra soglia individuale di panico può anche cambiare da un giorno all’altro. Per quanto possa apparire inquietante, ciò dovrebbe rassicurare il lettore sul fatto che un attacco di panico subacqueo raramente è improvviso -- nella maggior parte dei casi, lo stress ha già lavorato per ore e, a volte, anche giorni. Alla fine la classica goccia fa traboccare il vaso e il sub si sente sopraffatto: la paura del fallimento scatena il panico. Pensiamo a un giocoliere con tre piatti in aria, poi quattro, poi cinque. Infine, un elemento in più risulta di troppo, e l’esibizione si conclude con una pioggia di stoviglie e un’esplosione di cocci. La causa della perdita di controllo non è il sesto piatto in sé, ma semplicemente l’avere troppi piatti in aria. Allo stesso modo, qualsiasi cosa può innescare e far esplodere il panico, che però può essere facilmente prevenuto “togliendo qualche piatto”, ovvero riducendo lo stress e la pressione psicologica quando siamo sott’acqua e rifiutando di farci carico di pesi inutili e responsabilità che non ci competono. 38 / 39 AUTUMN 2011 Speciali Uno dei modi migliori per ridurre ed evitare lo stress è istituire una serie di pause nella giornata dell’immersione: riposare, fare il punto della situazione e pensare a quello che si ha intenzione di fare dopo. Se arrivi stressato al punto di ritrovo, una volta par- cheggiata l’auto, possibilmente prima di scaricare, fai una pausa di un minuto o due e rilassati. Quando l’attrezzatura è a bordo, ma prima di vestirti, fai una pausa. Quando sei in acqua, ma prima di immergerti, pausa. E così via per tutta l’immersione. Ci sono almeno tre buone ragioni per cui pause frequenti riducono lo stress e aiutano a prevenire il panico. In primo luogo, le pause regolari riducono l’affaticamento; il riposo favorisce l’abbassamento del livello di adrenalina, il rallentamento del battito cardiaco, una respirazione più lenta e profonda, e il livello di anidride carbonica in soluzione ematica ritorna1 a valori normali. In secondo luogo, le pause sono una possibilità per godersi un momento di riposo mentale e senza stress in cui si può rallentare la corsa degli eventi con cui siamo obbligati a stare al passo, prestando così maggiore attenzione alle nuove esigenze che si presentano. Infine, le pause frequenti sono un’opportunità per pensare al prossimo compito e a come farlo. Il prossimo passo è quello di vestirsi? Prima di saltare nella muta, fai una pausa ed organizza mentalmente gli step da seguire, uno dopo l’altro, e scorri mentalmente la lista degli adempimenti. Cerca di visualizzare i problemi che 40 / AUTUMN 2011 possono capitare e le relative soluzioni: nella psicologia dello sport, la visualizzazione si è dimostrata un’arma potente contro ansia, stress e panico. Le pause possono anche essere l’occasione per tenere la respirazione sotto controllo. La respirazione con la parete toracica, e non diaframmatica, è ad alta intensità energetica perché vengono usati i muscoli sbagliati. Respirare con il diaframma è invece il modo naturale di respirare, induce uno stato di rilassamento ed è fondamentale per mantenere la respirazione sotto controllo: l’iperventilazione è infatti nota causa di ansia e panico. In conclusione, quando non ci si sente bene è meglio non immergersi. Quando si ha una sensazione di nausea e proprio non si ha voglia di immergersi per qualche ragione che non si riesce a identificare, è meglio non farlo. Non bisogna lasciare che la pressione dei compagni ci spinga oltre i nostri limiti perché inizieremmo l’immersione già stressati e più suscettibili al panico. Se c’è chi non capisce ed insiste facendoti sentire in imbarazzo, accusare un’otalgia improvvisa o sostenere di non riuscire a compensare bene è un’ottima scappatoia! NOTA 1: In fase d’iperventilazione la CO2 scende (aumenta la saturazione di O2), e una respirazione normale aiuta il ripristino delle condizioni naturali. Questo, tuttavia, è un punto ancora dibattuto. Storie Di Successo L’aiuto ai subacquei in difficoltà: ecco come DAN ha fatto la differenza 40 / 41 AUTUMN 2011 Storie Di Successo MDD e figli minorenni, situazione borderline A cura dello Staff DAN Europe 42 / AUTUMN 2011 Desiderosa di condividere con la sua numerosa famiglia il relax di una vacanza sul Mar Rosso, a metà novembre dello scorso anno una quarantasettenne olandese si reca a Marsa Alam insieme al marito e ai quattro figli minorenni. Purtroppo, dopo una serie di immersioni ripetitive a 32 metri di profondità, la signora accusa tutti gli spiacevoli sintomi di MDD – malattia da decompressione dell’orecchio interno: nausea, vomito, giramenti di testa. Allarmato, suo marito recupera la tessera di iscrizione al DAN della consorte e chiama la centrale internazionale di emergenza DAN Europe, che lo mette in contatto con un medico specialista di madrelingua olandese il quale, accertata la sintomatologia ed emessa la diagnosi di MDD di tipo II, indirizza immediatamente l’infortunata verso la camera iperbarica più vicina, la Baromedical di Marsa Alam. Essendo la signora assicurata con il piano Sport Silver DAN Europe prende subito in carico direttamente il caso, coprendo i costi per la sua terapia iperbarica: due trattamenti da sei ore ciascuno. Risolto il problema più urgente, restava quello del rientro a casa, previsto per il 21 novembre: ma, com’è noto, i protocolli di medicina subacquea impongono uno stop ai voli di minimo 72 ore dopo terapia iperbarica. Si presentava quindi la necessità di far ritorno in Olanda in tempi diversi, suddividendo la famiglia in due gruppi: prima i quattro minori assistiti da un accompagnatore, successivamente il marito e la signora, impossibilitata a ripartire a breve. Purtroppo, al loro rientro i figli non avrebbero trovato nessun parente pronto ad accoglierli. Restavano dunque non coperti i costi per la proroga forzata del soggiorno dei piccoli componenti della famiglia, nonché i loro biglietti aerei per il volo di ritorno. A questa situazione tanto particolare, DAN Europe ha fatto fronte con misure eccezionali, riuscendo solo dopo laboriose trattative ad estendere la copertura assicurativa della signora, che comprendeva lei ed il marito, anche ai figli. Risultato: il 26 novembre scorso, con la paziente in condizioni ormai stabili, la famiglia al completo rientra in Olanda senza aver dovuto sostenere i costi considerevoli della terapia iperbarica e dei biglietti aerei, ed avendo ottenuto il rimborso di quelli alberghieri per un totale di circa 14,000 euro. Un caso che, da un lato, evidenzia la notevole disponibilità del DAN rispetto ad altre realtà di tipo mutualistico ed assistenziale, ma dall’altro ribadisce la necessità di scegliere un piano assicurativo innanzitutto in base alle proprie effettive esigenze, oltre che a fattori economici. 42 / 43 AUTUMN 2011 Apnea APNEA Notizie dalla letteratura medica I tempi di lavoro subacqueo di apneisti tradizionali in Asia Uno studio di Erika Schagatay, Angelica Lodin-Sundström ed Erik Abrahamsson* Sintesi da “Underwater working times in two groups of traditional apnea divers in Asia: the Ama and the Bajau” Sugli autori *Prof.ssa Erika Schagatay, nsegna fisiologia animale presso la Mid Sweden University, Östersund, Svezia. Studia le attività umane in ambienti estremi, inclusi l’immersione in apnea, le grandi altitudini e vari climi, ad esempio quello freddo. Coordina il Gruppo di fisiologia ambientale che enumera, tra le scoperte principali, alcuni fattori che permettono di prevedere le prestazioni in immersioni in apnea degli esseri umani. *Angelica Lodin-Sundström, dottoranda presso il Dipartimento di ingegneria e sviluppo sostenibile della Mid Sweden University. *Erik Abrahamsson, specializzando presso il Dipartimento di Sociologia, Divisione di Antropologia sociale, Università di Lund, Lund, Svezia. 44 / AUTUMN 2011 Su Diving and Hyperbaric Medicine (Vol. 41 n. 1 marzo 2011) è apparso un interessante articolo con i risultati di uno studio condotto nell’agosto 2009 e tra marzo e aprile 2010 da un gruppo di ricercatori svedesi in due comunità asiatiche di apneisti tradizionali: gli Ama del Giappone e i Bajau nelle Filippine. L’articolo inizia tratteggiando la differenza che c’è tra l’apnea competitiva, il cui scopo è un’unica immersione della massima durata/distanza/profondità, e l’apnea per la raccolta o “naturale”, dove i subacquei mirano a limitare la durata dell’apnea per ottenere un più esteso tempo di lavoro subacqueo giornaliero. I subacquei Ama lavorano ad Hegura, un’isola semideserta la cui popolazione cresce nella stagione della pesca (di soli 3 mesi l’anno, 4 ore al giorno). Il gruppo comprende circa 60 subacquei, che lavorano in acque relativamente fredde; un tempo erano considerati gli esseri umani più resistenti al freddo, ma l’introduzione di mute ha portato ad una progressiva de-acclimatazione. I subacquei che hanno partecipato allo studio comprendevano 14 donne Ama (età media 60 anni) che utilizzavano una muta umida completa, maschera, pinne di gomma, cintura di zavorra, guanti di cotone e uno strumento per la raccolta delle conchiglie, e che lavoravano ad una temperatura media dell’acqua di 23°C. I subacquei Bajau vivono in insediamenti di case galleggianti o di palafitte. Alla fine degli anni ’80 si scoprì che passano il 50% della giornata lavorativa sott’acqua, con poca o nessuna attrezzatura subacquea – solo occhialini di legno fatti a mano. Un tempo non usavano occhialini, ed ancora oggi si incontrano bambini dotati di una vista subacquea straordinaria. Oggi, alcuni Bajau usano semplici attrezzature da apnea. Sono stati registrati i cicli di immersione di 5 uomini Bajau (età media 38 anni), impegnati nella caccia subacquea con indosso occhialini di legno, costume da bagno e pinne ad una temperatura media dell’acqua di 26°C. Non sono state evidenziate chiare differenze di genere nel confronto tra i risultati delle immersioni degli Ama e dei Bajau; in entrambi i gruppi esistono sia subacquei donne che uomini. La differenza tra la più alta percentuale di subacquei donna tra gli Ama e la maggioranza di uomini tra i subacquei Bajau è, di fatto, dovuta alla tradizione ed a ragioni socio-economiche. La raccolta dei dati è stata effettuata da imbarcazioni e sott’acqua, misurando tempi d’immersione ed intervalli di superficie, profondità e tempi della risalita/ discesa. Entrambi i gruppi hanno presentato schemi di immersione efficienti, con tempi medi di immersione del 50% per gli Ama e del 60% per i Bajau. Giornalmente il tempo trascorso trattenendo il respiro era in media di 2 ore per gli Ama e oltre 5 ore per i Bajau, differenza attribuita in parte alla temperatura dell’acqua. Ulteriori studi tratteranno delle differenze delle prestazioni in immersione date da fattori come l’affaticamento e l’età. 44 / 45 AUTUMN 2011 Curiosità dal mondo subacqueo Curiosità Dal mondo subacqueo 46 / AUTUMN 2011 Scooter subacqueo, un’esperienza per due Scorrazzare in coppia nei fondali marini? Adesso è possibile. A cura dello Staff DAN Europe Le attrezzature oggi in uso per l’attività subacquea potrebbero sembrare molto diverse da quelle utilizzate da un pioniere come Jacques-Yves Cousteau. In realtà, gli elementi base restano gli stessi: ci si immerge con una bombola di aria compressa, usando maschera, snorkel e pinne. Da qualche anno esistono però accessori e strumenti che rendono l’esperienza dell’immersione non solo più sicura e piacevole, ma anche, volendo, più “dinamica”: parliamo degli scooter subacquei, sperimentati nelle loro prime, rudimentali versioni anche dal Comandante Cousteau per le sue mitiche spedizioni. Gli scooter eliminano la fatica di usare le gambe e consentono di spostarsi velocemente in immersione, ma ai tempi di Cousteau erano appannaggio di pochi professionisti speleologi e subacquei, dati i costi esorbitanti e la scarsa maneggevolezza. Da qualche anno sono però sul mercato alcuni modelli prodotti in serie, con ingombro e peso ridotto, comandi semplici e prezzi decisamente più accessibili. Realizzati con tecnopolimeri e ABS antiurto, muniti di maniglioni laterali su cui sono collocati i comandi, gli scooter subacquei sono costruiti per resistere a profondità di 40/50 metri, alimentati da batterie elettriche stagne per un’autonomia variabile dai 40 ai 60 minuti, forniti di sistemi anti-allagamento del motore e predisposti per raggiungere i 3,5/4 Km l’ora. Oltre a queste caratteristiche generali, comuni a tutti i modelli in commercio, ogni casa costruttrice escogita particolarità tecniche per distinguere il proprio prodotto dagli altri. L’ultimo, originale arrivato è uno scooter grazie al quale è possibile fare elettrizzanti, romantiche passeggiate subacquee: è infatti costruito per portare due persone. Un simpatico, agile veicolo, che può essere pilotato senza permessi particolari; i passeggeri possono anche usufruire di uno speciale casco che permette una visione quasi completamente priva di distorsioni. Dotato di un’autonomia di 70 minuti, lo scooter biposto ha due motori che permettono di muoversi indifferentemente in orizzontale o in verticale, ad una velocità di 5 km orari e fino a 12 metri di profondità: non saranno le classiche “20.000 leghe”, ma di sicuro un’esperienza unica e, soprattutto, condivisa. 46 / 47 AUTUMN 2011 DAN Mission Statement DAN EUROPE FOUNDATION Territory: Geographical Europe, European territories and protectorates, with regional IDAN responsability for the Mediterranean Sea and Shore, the Red Sea, the Arabian Gulf, Ethiopia, and the Maldives. Registered Address and Headquarters: 26, Triq Fidel Zarb, Gharghur NXR07, Malta; TEL. +356 2141 9804 - FAX. +356 2141 9294 Operations Head Office: P:O: BOX: DAN, 64026 Roseto Italy, TEL. +39 085 8930333 FAX. +39 085 8930050 E-mail: [email protected] Web: www.daneurope.org DAN Europe Regional Offices DAN Europe Balkans (Serbia and Montenegro, Bosnia and Hezegovina) Area Drector: Prof. Alessandro Marroni Regional Director: Dr. Dragana Ivkovic,M.D. Milovana Marinkovica 17. 11000 Belgrade, Serbia and Montenegro TEL. and FAX. +381 (0) 11 247 10 40 MOBILE. +381 (0) 63 8129 687 E-mail: [email protected] DAN Europe BeNeLux (Belgium, Netherlands, Luxembourg) Area Director: Prof. Costantino Balestra Ph.D. Area Medical Director: Dr. Peter Germonpre M.D. National Medical Director for The Netherlands: Dr. Menno Gaastra M.D. Regional Head of Training (Dutch): Guy Thomas Regional Head of Training ( French): Frédéric Venderschueren Phone and Fax: refer to Central Office in Italy Email: [email protected] DAN Europe Česko Area Director: Prof Alessandro Marroni National Director Dr. Pavel Macura M.D. K Břízkám 4/7, Hradec Králové, PSC 500 Divers Alert Network (DAN), a nonprofit organization, exists to provide expert medical information and advice for the benefit of the diving public. DAN´s historical and primary function is to provide emergency medical advice and assistance for underwater diving accidents, to work to prevent accidents and to promote diving safety. Second, DAN promotes and supports underwater diving research and education, particularly as it relates to the improvement of diving safety, medical treatment and first aid. Third, DAN strives to provide the most accurate, up-todate and unbiased information on issues of common concern to the diving public, primarily, but not exclusively, for diving safety. 09, Česká Republika Phone + 420 495 516 147 Fax-phone + 420 495 264 641 Email: [email protected] Phone +34 93 347 7366, Fax +34 93 450 3736, Email: [email protected] DAN Europe Croatia Area Director: Prof Alessandro Marroni National Director Dr. Darko Kovacevic M.D. Kruge 19A, 10000 Zagreb, Croatia , Fax +385 (0)1 6151900 Email: [email protected] DAN Europe France Area Director: Prof. Costantino Balestra Ph.D. Area Medical Director: Dr. Peter Germonpre M.D. National Medical Director: Dr. Bruno Grandjean M.D. Service de Médecine Hyperbare, Centre Hospitalier d'Ajaccio, 27 Avenue Impératrice Eugénie, 20303 AJACCIO CEDEX. Phone and Fax : refer to Central Office in Italy Email: [email protected] DAN Europe Germany, Austria & Hungary Area Director: Dr. Ulrich van Laak M.D. Eichkoppelweg 70, 24119 Kronshagen, Germany, Phone +49 (0)431 549 861 (Monday and Thursday, 18 until 21 h CET), Fax +49 (0)431 544 288, Email: [email protected] Hungary National Info-line Tel.: +36 30 8114451, National Emergencies Tel.: +36 30 5222497 DAN Europe Hellas Area Director: Prof Alessandro Marroni Medical Director: Dr Bassilis Zachariades C/o Hyperbaric Medical Center:, 5 Klazomenon st., Tavros Athens, 17778 Tel/Fax +30 210 3462898 (workdays,14:00 to 19:00 pm) e-mail : [email protected] DAN Europe Ibérica (Andorra, Portugal, Spain) Area Director: Dr. Jordi Desola, M.D., Ph.D. CRIS Unitat de Terapèutica Hiperbàrica, Dos de Maig 301, Hospital Creu Roja, 08025 Barcelona, Spain, DAN Europe Italia National Director: Dr. Nuccia De Angelis Medical Director: Prof. Alessandro Marroni M.D. P.O. Box DAN, 64026 Roseto , Italy, Phone +39 085 893 0333, Fax +39 085 893 0050. Email: [email protected] DAN Europe Malta National Director: Dr. Ramiro Cali Corleo M.D. 26, Triq Fidiel Zarb, Gharghur NXR07, Malta. Tel: +356 2141 9804; Fax: +356 2141 9294 ; Email: [email protected] DAN Europe Polska Area Director: Prof Alessandro Marroni Medical Director, Zdzislaw Sicko, M.D., Ph.D. Membership Assistance Coordinator, Jacek Kot, M.D., Ph.D. National Center for Hyperbaric Medicine, Institute of Maritime and Tropical Medicine, Medical University of Gdansk Powstania Styczniowego 9B Gdynia 81-519, Poland Phone +48 58 699 8610 ( 08:00 – 15:00) Fax: +48 58 622 2789 Email: [email protected] DAN Europe Skandinavien (Denmark, Norway, Sweden, Finland) Area Director: Dr. Ole Hyldegaard, MD, Ph.D. P.O.Boks 11, 2830 Virum, Denmark. Tel +45 45 836330 Fax +45 45 836 331. 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Nápoles Mexico, D.F. 03710, Phone +52 55 5568 8082, Fax +52 55 5568 8083 Email: [email protected] Website: http:// www.diversalertnetwork.org DAN Japan Territory: Japanese mainland and islands, with regional IDAN responsibility for Northeast Asia-Pacific Director Prof. Yoshihiro Mano, M.D. DAN JAPAN /J apan Marine Recreation Association Kowa-Ota-Machi Bldg,2F, 47 Ota-machi 4-Chome Nakaku, Yokohama City, Kagawa 231-0011 Japan Tel:(81)45-228-3066 Fax:(81)45-228-3063 Email: [email protected] Website: http://www.danjapan.gr.jp DAN Asia-Pacific Territory: Australia and New Zealand, with regional IDAN responsibility for Papua New Guinea, Fiji, Indonesia, Malaysia, Vietnam, Singapore, Cambodia, Myanmar, Philippines, Vanuatu, Solomon Islands, Brunei, Thailand, Hong Kong, Korea, China and Taiwan Director Mr. John Lippmann 49A Karnak Rd, Ashburton, Victoria 3163, Australia. Postal address: PO Box 384 Ashburton, Vic. 3147, Australia. Tel: +61-3-9886 9166; Fax: +61-3-9886 9155 Email: [email protected] Website: http://www.danasiapacific.org DAN Asia Pacific - Philippines Medical Director, Dr. Benjamin G. Luna, Jr.M.D. Makati Medical Center; 2 Amorsolo St.; Makati City 1200; Philippines Phone/Fax: +63 (0)2 817 5601 (office hours); or Phone: +63 (0)2 815 9911 (ask for Ext. 2123; office hours); Email: [email protected] DAN Southern Africa Territory: Austral Africa, Comoros, Madagascar, Seychelles Islands, plus Kenya and Zanzibar (for residents only, European expatriates refer to DAN Europe) Director Dr. Frans J. Cronje, M.D. DAN-SA Building, Rosen Office Park, Cnr Invicta and Third Roads, Halfway House, South Africa 1685 Telephone: + 27 11 312 0512 Fax:+ 27 11 312 0054 Email: [email protected] Website: http://www.dansa.org DAN Europe E-mail address list General [email protected], Membership [email protected] Medical [email protected] Training [email protected] DAN Europe Sponsor Program [email protected] Insurance Claims [email protected] 48 / 49 Moving? If you have moved in the last year, please send DAN your new address. Questions? Call DAN Europe al +39 085 893 0333 or any of your regional offices indicated above AUTUMN 2011 DAN Partner Program 50 / AUTUMN 2011 50 / 51 AUTUMN 2011 52 / AUTUMN 2011 52 / 53 AUTUMN 2011 54 / AUTUMN 2011 54 / 55 AUTUMN 2011 Shop € 8,16 + IVA Segnale a LED Segnale a LED singolo per condizioni di scarsa visibilità o per immersioni notturne (a tenuta stagna fino a 300 metri), a prova di urto e disponibile in 2 colori. Le batterie durano circa 36 ore. € 12,00 + IVA 56 / AUTUMN 2011 Specchietto Scuba Sight Lo ScubaSight è uno strumento pratico ed innovativo per ampliare il campo visivo sott’acqua, spesso limitato da ostacoli e dalle difficoltà di movimento dovute all’attrezzatura da immersione. Questo speciale specchietto da immersione permette di localizzare il vostro compagno di immersione senza movimenti superflui; controllare la vostra attrezzatura; risolvere problemi subacquei e fare segnali visivi. DAN Europe Product Selection Visit the online catalogue today and discover the complete range of DAN products! € 3,30 + IVA DAN keycord Il gancio anti soffocamento è conforme alle norme europee in materia di sicurezza e si apre automaticamente in caso di eccessiva tensione sul keycord/sul gancio. Il moschettone separabile vi permette di usare le vostre chiavi senza dover rimuovere l’intero keycord. Evita inoltre che un lungo keycord penda dal blocchetto di accensione dell’auto o della moto. Il cordoncino per il telefono cellulare può essere rimosso. DAN Europe polo Questa Polo rossa da uomo, in cotone al 100%, moderna e alla moda è creata in esclusiva per DAN Europe. € 26,39 + IVA € 31,46 + IVA Camicia maniche lunghe DAN Europe Camicia sportiva a maniche lunghe, bianca, 100% cotone, personalizzata per DAN Europe con logo DAN sulla tasca frontale, bandiera Alfa (bianca e blu) sulla manica destra e toppa con logo DAN e l’immagine di una piovra sulla manica sinistra. 56 / 57 AUTUMN 2011 DAN Europe Product Selection € 30,64 + IVA Modello orecchio 1,5 volte le dimensioni naturali Questo modello ingrandito di un orecchio umano con riproduzione dettagliata di tutti i dettagli anatomici mostra il canale uditivo, la membrana timpanica, il martello, l’incudine, la staffa e la coclea. Le strutture ossee circostanti sono visibili, così come i tessuti muscolari e cartilaginei. Un modello perfetto per un utilizzo da tavolo. Altri modelli anatomici disponibili sul nostro sito. Dimensioni: 11 x 9 x 5 cm Unità ossigeno “Pin Index” DAN (con bombola vuota) L’unità ossigeno standard DAN è progettata appositamente per prestare soccorso a subacquei feriti e comprende una bombola d’ossigeno Pin Index da 2.5 litri. € 668,84 + IVA € 132,33 + IVA 58 / AUTUMN 2011 Kit di primo soccorso ‘Cura estensiva’ DAN Questo kit di primo soccorso per subacquei è stato realizzato da DAN sia per subacquei dilettanti che per subacquei professionisti. Non solo contiene lo stesso occorrente del Kit DAN Standard per la cura e la disinfezione delle lesioni che ci si può procurare nel corso di una immersione, ma comprende anche una maschera oronasale di primo soccorso, un tutore SAM, un gel anti scottatura, un ghiaccio spray, impacchi caldi, una coperta aggiuntiva di emergenza ed uno stetoscopio. 58 / 60 / AUTUMN 2011 Organo ufficiale del Divers Alert Network Europe Periodico trimestrale - Anno 2011 - n.3 Sped. in abb.post. art.2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Teramo