IV. DALLA COPERTINA1 - Dipartimento di Analisi dei processi

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IV. DALLA COPERTINA1 - Dipartimento di Analisi dei processi
IV. DALLA COPERTINA1
M. Arcelli, L’economia monetaria e la politica monetaria dell’Unione Europea,
CEDAM, Padova, 2002.
Indice del volume: Prefazione; Capitolo 1: La moneta, 1. I temi trattati, 1.1. La
moneta: una definizione problematica, 1.2. La moneta come mezzo di scambio, 1.3. La
moneta come fondo di valore, 1.4. La moneta come misura di valore e il valore della moneta, 1.5. La realtà istituzionale dell’Unione Monetaria Europea (UME) – L’avvento dell’euro come nuova moneta; Capitolo 2: La moneta e le attività finanziarie nell’area euro,
2.1. Gli aggregati monetari nella terza fase dell’Unione Monetaria Europea (UME),
2.2. Gli aggregati monetari dell’area dell’euro, 2.3. La base monetaria in Italia e nell’eurosistema, 2.4. Creazione e utilizzo della base monetaria nell’eurosistema – La mobilitazione della riserva obbligatoria e il mercato interbancario; Capitolo 3: Il moltiplicatore dei depositi e del credito, 3.1. Il moltiplicatore dei depositi e del credito e la critica contemporanea; Capitolo 4: Mercato dei depositi e del credito ed offerta di moneta, 4.1. Il
mercato dei depositi, 4.8. Il moltiplicatore della moneta e la sua generalizzazione, 4.9.
Approccio classico e approccio post – keynesiano all’offerta di moneta; Capitolo 5: La
domanda di moneta, 5.1. Generalità sulle diverse teorie della domanda di moneta, 5.2.
La domanda di moneta nella teoria classica, 5.3. Teoria quantitativa della moneta di
Fisher, 5.4. La teoria quantitativa secondo Pigou, 5.5. Il tasso di interesse e la teoria
quantitativa – Fischer – Wicksell; Capitolo 6: La domanda di moneta quale fondo di
valore, 6.1. Criteri di scelta tra moneta e attività finanziarie: generalità, 6.2. La
domanda di moneta di Keynes; Capitolo 7: La sintesi di Hicks e gli sviluppi dello schema IS – LM come approfondimenti della teoria macroeconomica della moneta, 7.1. Le
equazioni della sintesi hicksiana, 7.2. Moltiplicatori e retroazione monetaria, 7.3. Il
fenomeno dello spiazzamento, 7.4. La scelta degli strumenti di politica monetaria in situazione di incertezza, 7.5. Teoria dei fondi prestabili e preferenza per la liquidità keynesiana in un contesto dinamico. Insufficienze dello schema IS – LM, 7.6. Nuove estensioni
dello schema IS – LM – Nota esplicativa; Capitolo 8: Dalla domanda di moneta keynesiana alla teoria delle scelte di portafoglio, 8.1. Il progressivo superamento della teoria
della domanda di moneta keynesiana a livello microeconomico, 8.2. Domanda di moneta per
Questa rubrica, curata da Felice Fiorentino, raccoglie la presentazione, pubblicata
sul retro della copertina, dei libri di nuova edizione.
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transazioni e saggio di interesse, 8.3. La domanda di moneta di Tobin, 8.4. Dalla domanda di moneta alle scelte di portafoglio con più titoli, 8.5. Scelte di portafoglio con soli titoli, 8.6. La teoria delle scelte di portafoglio e i fondi comuni di investimento; Capitolo 9:
L’approccio di portafoglio di Tobin e i meccanismi di trasmissione della politica monetaria,
9.1. La domanda di moneta e la teoria dell’approccio di portafoglio di Tobin come sviluppo
del filone keynesiano, 9.2. Interventi delle autorità monetarie e aggiustamenti di portafoglio,
9.3. Da Keynes alla “New View” di Tobin; Capitolo 10: Teoria monetarista e teoria keynesiana, 10.1. La rinascita della teoria quantitativa della moneta, 10.2. La domanda di
moneta in Friedman e l’approccio di portafoglio, 10.3. La formalizzazione della domanda
di moneta di Friedman, 10.4. L’evidenza empirica come banco di prova nel confronto keynesiani – monetaristi, 10.5. La teoria del reddito nominale di Friedman; Capitolo 11.
Aspettative razionali e politica monetaria, 11.1. Teoria delle aspettative e analisi economica, 11.2. Aspettative razionali, nuova macroeconomia e politica economica, 11.3. I limiti
dell’asserita impotenza della politica economica, 11.4. Il teorema di Lucas sul rapporto tra
politica economica e formazione dei prezzi – La critica ai modelli econometrici, 11.5. Aspettative razionali e sviluppi della Nuova Teoria Keynesiana – Appendice: Politiche dal lato
dell’offerta: la “Supply Side Economics”; Capitolo 12: La politica monetaria nel monetarismo e nell’Inflation Targeting e nell’eurosistema, 12.1. I meccanismi di trasmissione della
politica monetaria nella logica monetaria – Differenza rispetto ai keynesiani, 12.2. La teoria monetarista e gli obiettivi intermedi della politica monetaria, 12.3. L’Inflation Targeting; Capitolo 13: Profili storico – istituzionali dell’Unione Monetaria Europea, 13.1.
Dall’integrazione economica all’unificazione monetaria, 13.2. La convergenza istituzionale, 13.3. La convergenza economica, 13.4. Il nuovo quadro istituzionale, 13.5. La strategia di politica monetaria, 13.6. Il sistema dei pagamenti TARGET, 13.7. Considerazioni conclusive; Capitolo 14: La strategia di politica monetaria dell’eurosistema, 14.1. L’obiettivo primario della politica monetaria dell’eurosistema, 14.2. I due pilastri della strategia della BCE, 14.3. Gli strumenti della politica monetaria, 14.4. Operazioni di mercato, 14.5. I meccanismi di trasmissione della politica monetaria nell’euro-area, 14.6.
Aspettative e meccanismi di trasmissione della politica monetaria, 14.7. L’Unione Monetaria Europea, i mercati dei capitali, i cambiamenti strutturali e gli shocks asimmetrici, 14.8.
I primi tre anni di operatività; Capitolo 15: La politica monetaria dell’eurosistema e le
altre politiche economiche, 15.1. Autonomia e coordinamento tra politica monetaria e politica fiscale, 15.2. La credibilità della politica monetaria e l’autonomia della Banca Centrale. La soluzione prevista per il Sistema europeo di banche centrali (SEBC), 15.3. Il patto
di stabilità per la finanza pubblica; Capitolo 16: Regole, discrezionalità, reputazione e
autonomia della Banca Centrale Europea, 16.1. Dibattito discrezionalità verso regole,
16.2. Le posizioni delle diverse teorie, 16.3. Regole e teoria del controllo ottimale, 16.4.
L’incoerenza temporale delle politiche ottimali, 16.5. Regole e reputazione, 16.6. La politica monetaria come “gioco” strategico, 16.7. Il modello di Barro e Gordon, 16.8. Nuovi sviluppi negli equilibri di reputazione, 16.9. Interventi per stabilizzare le aspettative –
Appendice: L’analisi di Barro – Gordon (1983); Capitolo 17: Prodotti derivati e politica monetaria, 17.1. I derivati finanziari e la politica monetaria, 17.2. Il canale dei tassi
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di interesse, 17.3. Il canale del tasso di cambio, 17.4. Il canale creditizio, 17.5. Nuove
sfide per la politica monetaria, 17.6. Gli accordi di Basilea, 17.7. L’accresciuta difficoltà
del controllo della liquidità, 17.8. Il target delle orderly market conditions e i derivati
finanziari; Bibliografia consigliata.
P. Avallone (a cura di), Prestare ai poveri. Il credito su pegno e i Monti di Pietà in
area Mediterranea (secoli XV–XIX), Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo, Napoli, 2007.
Diversi studiosi hanno preso in esame la nascita e la diffusione dei monti di
pietà, come “invenzione” tipicamente italiana. Le ricerche svolte sul tema si sono soffermate in prevalenza su quelle aree geografiche dell’Italia Centrale dove la predicazione francescana favorevole al prestito su pegno si diffuse a partire dal tardo Medioevo. Oltre all’analisi dei singoli casi, varie iniziative sono state promosse per mettere
a confronto le varie realtà geografiche della penisola italiana, nelle quali, seppure in
tempi diversi, i monti di pietà si affermarono. Mancava a tutt’oggi un confronto tra
le varie realtà mediterranee. Questo libro rappresenta un primo tentativo in questa
direzione. I saggi raccolti mostrano come, in realtà, i monti di pietà si siano diffusi
in tutto il bacino del Mediterraneo, e soprattutto in quegli stati che, per motivi economici o per motivi politici e religiosi, erano in stretto rapporto con la nostra penisola. Queste istituzioni svolsero dapprima funzioni di carattere sociale, diventando
poi vere e proprie banche in mancanza di un sistema creditizio di carattere pubblico.
F.R. Averna-G. Rosa, Mezzogiorno d’impresa. L’utopia del possibile, Editori Laterza,
Bari, 2006.
Dai problemi della ricerca e dell’innovazione all’accordo per il Mezzogiorno
definito con le forze economiche e sociali; dai rapporti banca – impresa all’efficacia dei sistemi di incentivazione; dalla relazione tra formazione professionale,
competitività e sviluppo all’importanza di una formazione di eccellenza; dai gap
infrastrutturali ai principi che devono guidare una nuova politica per il Sud, a
iniziare dal ‘buon governo’ e dal ruolo delle amministrazioni pubbliche. Un
gruppo di esperti si confronta su come affrontare il dislivello economico e sociale
tra nord e sud d’Italia, in un progetto complessivo capace di unire opportunità
economiche e motivazioni politiche e culturali.
G. Bartolucci, La repubblica ebraica di Carlo Sigonio. Modelli politici dell’età moderna, Leo S. Olschki Editore, Città di Castello (Pg), 2007.
Ringraziamenti; Introduzione; I. Le origini della Respublica Hebraeorum:
Jean Bodin e Corneille Bertram: 1. François Roaldés, 2. La Francia nelle guerre di
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religione: ‘iurisdictio’, storia del diritto e studio dell’ebraico, 3. Jean Bodin, 3.1. La legge,
3.2. La ‘respublica Hebraeorum’, 4. Corneille Bertram, 4.1. La legge, 4.2. Le assemblee
e i magistrati; II. Il De Republica Hebraeorum di Carlo Siconio: genesi e struttura: 1. Sigonio a Bologna, 2. Struttura e contenuto del De repubblica Hebraeorum, 3. La
lettera dedicatoria, 4. Il proemio, 5. La legge; III. Il De Republica Hebraeorum di
Carlo Siconio: la forma e le istituzioni dello Stato ebraico: 1. ‘De forma reipublicae’,
2. Divisione della ‘respublica’ e cittadinanza, 3. Le assemblee, 4. I tribunali, 5. I magistrati, 6. Alcune forme ebraiche di Sigonio; IV. Sigonio e il pensiero giuridico – politico europeo in età moderna: 1. Le istituzioni greche e romane nel pensiero di Carlo
Sigonio, 2. L’aristocratia’ ebraica di Sigonio, 3. L’aristotelismo politico, 4. Il diritto
mosaico, 5. Il De republica Hebraeorum da Bologna all’Europa; Bibliografia.
L. Bini Smaghi, L’euro. Con la nuova moneta in tasca, Il Mulino, Bologna, 1998.
Per comprare questo libro ci vogliono 7 euro e 25 centesimi, per un quotidiano 77 centesimi: ecco come dovremo “reimparare” a contare per poter fare
acquisti a partire dal 1° gennaio 2002. Certo, l’euro era già in funzione dal 1°
gennaio 1999, e avremo due mesi di doppia circolazione delle nuove e vecchie
monete. Ma dal 1° marzo 2002 la lira scompare ed è bene non farsi cogliere
impreparati. Questo volume, che ha monitorato il passaggio all’euro negli ultimi
tre anni, ritorna ora in un’edizione aggiornata per l’appuntamento finale. Oltre a
fornire alcuni utili consigli, spiega perché, incentivando la stabilità economica e
monetaria in Europa, la moneta unica influenza positivamente il mercato del
lavoro e le decisioni delle imprese. Il libro individua inoltre alcuni dei fattori sottostanti al recente deprezzamento dell’euro e delinea un quadro generale delle
prospettive aperte da questo evento storico che porta a compimento la realizzazione del grande mercato europeo.
P. Bosi-M.C. Guerra, I tributi nell’economia italiana, Settima edizione 2006, Il
Mulino, Bologna, 2006.
Negli ultimi trent’anni sono state realizzate tre grandi riforme fiscali: la prima,
ispirata ai lavori della Commissione Cosciani, risale alla metà degli anni ’60 ed è
entrata in vigore nel 1973-74; la seconda, realizzata dai governi di centro – sinistra,
nota come riforma Visco, ha avuto inizio nel 1996. Con l’approvazione della legge
delega di riforma del sistema tributario statale nell’aprile 2003 si è aperta una terza
stagione, quella della riforma Tremonti. Pur con un destino incerto (la delega è scaduta nell’aprile 2005), essa ha preso concreto avvio con un primo modulo di riforma dell’imposta sul reddito ed è proseguita nel 2004 con l’introduzione di un
nuovo sistema di tassazione del reddito di impresa, l’Ires, mentre con la finanziaria
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per il 2005 è stato varato un secondo modulo di riforma dell’Irpef. Il volume, qui
presentato in una nuova edizione aggiornata che tiene conto dei provvedimenti
approvati fino al gennaio 2006, fornisce una chiara e accurata esposizione delle
imposte esistenti in Italia, interpretate alla luce dell’evoluzione dei sistemi tributari e inquadrate sotto i profili dell’efficienza e dell’equità.
D. Brianta-L. Laureti, Cartografia, scienza di governo e territorio nell’Italia liberale, Edizioni Unicopli, Milano, 2006.
Eventi sismici e vulcanici, dissesti idrogeologici, degrado dell’ambiente e dei
suoli: la fragilità del tessuto naturale, unita alle conseguenze di una crescente
antropizzazione e di non sempre oculati interventi, fanno del territorio italiano
un laboratorio ideale per lo studio dell’emergenza ambientale. Un processo lento
e dalla storia secolare che ha conosciuto una forte accelerazione tra Otto e Novecento in sintonia con la crescente pressione indotta dalla rivoluzione industriale.
L’appena conseguita unità nazionale apriva scenari nuovi e, in mancanza di una
adeguata sensibilità ambientale, le scelte politiche in tema di sfruttamento produttivo e valorizzazione delle ricchezze del suolo e del sottosuolo, si inserivano
all’interno della più grande opera di costruzione di un sistema nazionale di governo delle risorse naturali che si veniva incardinando nei servizi tecnici del nuovo
Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. In tale contesto, la storia del
territorio italiano avrebbe potuto essere diversa se in tempo utile fosse stata
disponibile una carta geologica completa e affidabile? A tale domanda, in gran
parte retorica, il presente saggio vuole dare una sua risposta ricostruendo la storia
del Servizio geologico italiano e del suo main goal, la serie cartografica al 100.000,
grande progetto, delineato nelle sue linee guida già all’Esposizione nazionale di
Firenze del 1861, poi portato avanti con ritardi e intermittenze, per rimanere in
gran parte incompiuto sino all’ultimo decennio dello stesso secolo, mentre la sua
realizzazione definitiva avverrà solo nella seconda metà del Novecento. Il volume
analizza le ragioni di tale ritardo che, per le modalità con cui si realizzò il processo di unificazione nazionale, anziché favorire la coesione tra politica, scienza ed
economia, ne evidenziò le vistose incrinature rinviando nel tempo il completamento di un’opera di razionale intervento e di pianificazione territoriale.
S. Cavazza, Dimensione massa. Individui, folle, consumi 1830-1945, Il Mulino,
Bologna, 2004.
Questo volume ricostruisce le origini della società di massa partendo dal
momento in cui la parola “massa” ha cominciato a imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica. Nell’arco degli ultimi due secoli la massa è stato spesso quali177
ficata come folla irrazionale e, come tale, contrapposta all’individuo. Una tensione dialettica che viene esplorata analizzando il contributo che psicologi sociali,
criminologi e studiosi di scienza politica hanno offerto a una definizione del concetto di massa e di folla, e cercando di mettere in relazione tale elaborazione teorica con la parallela evoluzione politica e sociale. Nella sfera politica le masse
hanno dato origine a proteste sociali e movimenti politici: se sono state almeno in
parte assorbite e manipolate da regimi totalitari, hanno anche costituito la base di
consenso delle democrazie del benessere.
Non meno importante appare il loro ruolo nella sfera sociale come masse di
consumatori che popolano i grandi magazzini o i luoghi del tempo libero.
Entrambi questi aspetti concorrono non solo a disegnare il nostro modello di
vita, ma anche e soprattutto a fondare la legittimazione dei sistemi politici contemporanei. In quest’ottica la dimensione di massa è la cifra della società in cui
viviamo.
P. Ciocca-G. Toniolo (a cura di), Storia economica d’Italia. 3. Industrie, mercati,
istituzioni. Volume 1: Le strutture dell’economia; Volume 2: I vincoli e le opportunità, Editori Laterza, Roma-Bari, 2004.
L’indagine economica rivolta negli ultimi anni alla storia dell’Italia unita
ha notevolmente arricchito gli elementi disponibili per una nuova sintesi. Questa Storia economica d’Italia intende contribuire a tale ricerca sia con apporti
informativi e analitici, sia nell’interpretazione d’assieme. Lo sviluppo economico che il paese ha realizzato, l’adesione all’Unione monetaria europea configurano ulteriori motivi per stilare un bilancio critico: per dipanare l’intreccio tra
forze e debolezze della nostra economia, per valutarne la prospettiva nell’Euro,
per aiutare a capire autenticità, natura, spessore del contrasto, che molti ravvisano e lamentano, fra progresso economico e carenze dello Stato e della società
civile in Italia. Una storia economica, dunque, conforme ai criteri di metodo
teorici e quantitativi dell’economia politica, ma attenta alla dimensione istituzionale, culturale, dell’Italia contemporanea. Quella dello sviluppo economico
italiano è indubbiamente la storia di una performance spettacolare e in partenza
impensabile. E’ anche la storia, però, della persistente difficoltà nel superare i
dualismi non soltanto territoriali. I capitoli di questo volume – dedicati a temi
che spaziano dalla demografia all’agricoltura e all’industria, dalle infrastrutture
alle tecnologie – sono ordinati secondo una ideale ‘contabilità della crescita’.
Danno conto degli esiti quantitativi complessivi (ricchezza, reddito totale e settoriale, benessere) per affrontare alcuni dei fattori che hanno consentito di raggiungerli: capitale, lavoro, risorse non riproducibili, progresso tecnico, imprenditorialità.
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G. Di Giorgio, Lezioni di economia monetaria, CEDAM, Padova, 2007.
La terza edizione del volume presenta alcuni approfondimenti relativi all’assetto istituzionale attraverso il quale è ora condotta la politica monetaria della
Banca Centrale Europea e una trattazione aggiornata delle modifiche ai requisiti
di capitalizzazione delle banche adottati con il nuovo Accordo di Basilea (Basilea
2). Nella prima parte del volume (“Fondamenti”) si affrontano i temi tipicamente trattati in un corso istituzionale di politica monetaria, dalle funzioni della
moneta alle determinanti della scelta di detenzione di saldi monetari, dagli obiettivi della politica monetaria alle procedure operative utilizzate dalle banche centrali per conseguirli. Una particolare attenzione è stata dedicata alle differenze di
impostazione sottostanti l’approccio della Banca Centrale Europea e quello della
Federal Riserve negli USA. Il testo discute anche le diverse teorie che giustificano l’esistenza ed il funzionamento degli intermediari finanziari. Si descrivono i
principi sottostanti alla regolamentazione finanziaria tentando di cogliere il collegamento tra i principali istituti regolamentari adottati e le diverse teorie utilizzate per razionalizzare il funzionamento dei moderni sistemi finanziaria. Infine,
viene analizzato il meccanismo di trasmissione degli impulsi monetari all’economia reale, attraverso l’individuazione dei possibili diversi canali di trasmissione
che possono essere coinvolti. La seconda parte del volume (“Lezioni Avanzate”) è
dedicata allo studio della politica monetaria nei principali modelli macroeconomici. L’analisi è svolta ad un livello più avanzato rispetto a quello di un corso istituzionale. Dopo una introduzione all’utilizzo delle tecniche di statica comparata
nei modelli statici di tipo classico e keynesiano. Il volume approfondisce il tema
delle aspettative razionali e analizza gli effetti della politica monetaria sia in
modelli competitivi che con concorrenza imperfetta. Viene esaminato il problema
dell’incoerenza temporale delle politiche ottimali, nell’ambito del dibattito regole – discrezionalità e le soluzioni proposte al possibile trade off tra credibilità e
flessibilità nella gestione della politica monetaria stessa: particolare attenzione
riceve la soluzione che prevede contratti incentivanti per i banchieri centrali. Infine, si presenta anche una introduzione alle metodologie di indagine empirica più
in uso in questo filone di ricerca, dalla stima di una funzione di reazione della
banca centrale all’identificazione degli shocks esogeni di politica monetaria nei
modelli autoregressivi vettoriali (VAR).
G. Di Giorgio-S. Nisticò-A. Pandimiglio, Problemi di economia e politica monetaria, CEDAM, Padova, 2005.
Il volume offre una vasta gamma di esercizi e di materiali di approfondimento utili ad un più efficace studio delle principali problematiche affrontate
nella teoria e nella politica monetaria. Si analizzano domanda e offerta di mone179
ta, obiettivi, strumenti e meccanismi di trasmissione della politica monetaria,
modelli con aspettative razionali e con intermediazione finanziaria. Pensato come
strumento integrativo ai volumi di Mario Arcelli “Economia e Politica Monetaria” e Giorgio Di Giorgio “Lezioni di Economia Monetaria”, sempre della
CEDAM, può essere utilizzato come utile supporto didattico anche per approfondimenti ed iniziative di tipo seminariale in corsi relativi a discipline affini quali
la macroeconomia o la politica economica.
M. Di Pace, La politica economica dell’Unione Europea. Base giuridica e contenuti delle
politiche comunitarie in campo economico, CEDAM, Padova, 2000.
All’indomani dell’avvento della moneta unica europea, l’euro (1/1/99), con
l’entrata in vigore della nuova versione dei trattati che istituiscono la Comunità
Europea e l’Unione Europea (1/5/99), riformati dal Trattato di Amsterdam, e con
l’avvio di Agenda 2000 recante una riforma delle principali politiche comunitarie, si sono creati i presupposti per dare un nuovo slancio alla politica economica
comunitaria. Il presente volume intende offrire una visione completa delle politiche comunitarie nei vari settori della politica economica, così da consentire la
comprensione dei meccanismi che presiedono l’attività dell’Unione Europea, e
delle direzioni in cui sta marciando la sua economia alle soglie del XXI secolo.
L’opera è pertanto diretta non solo agli studenti universitari delle discipline di
politica economica, macroeconomia, e diritto comunitario, ma anche agli economisti e ai giuristi che, per motivi di lavoro, o anche solo per interesse culturale,
hanno necessità di conoscere le competenze e le azioni dell’UE nei diversi ambiti
della politica economica. A questo riguardo va detto che il grado di dettaglio con
il quale vengono descritte le singole politiche comunitarie, consente al testo di
assumere anche la funzione di guida per tutti gli operatori economici e i funzionari della P.A., che hanno motivo di intrattenere rapporti con la Commissione
Europea e le altre istituzioni comunitarie. Il libro ha un duplice taglio: giuridico
ed economico. Giuridico, perché si illustra la normativa comunitaria che determina le caratteristiche delle varie politiche comunitarie, incluse le norme dei
trattati, e si riportano i riferimenti dei provvedimenti su cui si basano le singole
misure. Economico, poiché vengono descritte le principali misure prese dall’UE
nei vari campi della politica economica, le loro ragioni, gli obiettivi, gli strumenti per conseguirli, e le modalità di attuazione. Non mancano poi le descrizioni degli scenari che caratterizzano il contesto macroeconomico.
G. Favero, Benetton. I colori del successo, Egea, Milano, 2005.
Un modello di impresa a rete, un caso internazionale di successo tra difficoltà
di mercato, capacità innovativa e flessibilità.
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Fondazione Assi, Annali di storia dell’impresa, 17 / 2006, Marsilio, Venezia,
2006.
Indice del volume: G. Jones, L’innovazione nella grande impresa: l’esperienza della
Unilever dal 1960 al 1990. Business history: un dibattito: K. Lipartito, La storia
d’impresa secondo una “rivista di frontiera”; Y. Cassis-R. Giannetti, Due commenti al
paper di Kenneth Lipartito. L’industria automobilistica nella competizione globale: L.
Ciravegna, Il sistema mondiale dell’auto e la sua nuova configurazione; T. Pardi, Quando il post-fordismo entra in crisi: Toyota e il sindacato inglese 1989 – 2004; A. Enrietti-F. Barichello, FIAT – Gm Powertrain: chi ha guadagnato dall’alleanza?; G. Volpato, L’evoluzione dell’industria automobilistica internazionale e il ruolo della FIAT.
Interventi: P. Scranton, Tecnologia, scienza e innovazione nella storia degli Stati Uniti;
S. Bologna, I “lavoratori della conoscenza” fuori e dentro l’impresa; C. Martignone,
La costruzione dell’imprenditore italiano: appunti per una ricerca; H.G. Schroter, Alla
ricerca dell’impresa europea; F. Amatori, Frande e piccola impresa nella storia dell’industria
italiana. Ricerche: A. D’Agostini, Il viaggio del benchmark dall’industria alla finanza: America – Giappone, andata e ritorno; M. Comei, Impresa pubblica e neocapitalismo:
Vitantonio Di Cagno dalla presidenza della SME all’Enel nelle pagine del suoi diari.
Documenti: F. Lavista (a cura di), Considerazioni sul ruolo e le funzioni dell’IRI. Il
“documento dei funzionari” del 26 marzo 1975.
B.M. Friedman, Il valore etico della crescita. Sviluppo economico e progresso civile, Università Bocconi Editore, Milano, 2006.
Perché si guarda con sospetto alla crescita economica? Questa è la domanda
essenziale del libro. Friedman non fa ricorso solo all’economia, ma usa la storia
sociale e politica delle democrazie occidentali per dimostrare che lo sviluppo economico rende una società più aperta, tollerante e democratica: queste tre caratteristiche stimolano a loro volta iniziativa, creatività e quindi nuovo sviluppo. Il confronto stringente sul terreno dell’etica sociale, civile, politica prende in considerazione
diversi casi, paradigmatici anche per il nostro paese, in cui, da diversi anni, la crescita è stentata. L’analisi non fa sconti a nessuno, neanche agli Stati Uniti, di cui critica la dinamica di crescita e sviluppo tra gli anni Settanta e gli anni Novanta del
Novecento, quando reddito medio e occupazione sono cresciuti, lasciando inalterato lo standard di vita della grande maggioranza della popolazione. Per i paesi a reddito molto basso, infine, la crescita economica diventa un elemento chiave non solo
per gli standard di vita, ma anche per le libertà sociali e politiche. L’uscita dalla
povertà costituisce la strada maestra per imboccare la via della democrazia.
A. Gauthier, L’economia mondiale dal 1945 ad oggi, Il Mulino, Bologna, 1998.
Questo libro analizza i meccanismi e i ritmi dello sviluppo economico mondiale dal 1945 ai giorni nostri. Dopo avere delineato il quadro generale postbel181
lico per quanto riguarda la demografia, le nuove istituzioni e i cicli economici e
tecnologici, l’autore delimita i tre grandi insiemi che costituiscono il “sistema
mondo”, analizzandone le reciproche relazioni finanziarie, economiche e commerciali. I paesi del capitalismo avanzato, con particolare attenzione al ruolo svolto
da Germania e Regno Unito nell’evoluzione dell’economia mondiale, i paesi
comunisti, fino al loro recente passaggio all’economia di mercato, e i paesi del
Terzo mondo sono così studiati nelle rispettive esperienze e trasformazioni, secondo una prospettiva che integra l’approccio storico con quello proprio della geografia economica. Un’opera efficace che ci fornisce gli strumenti per comprendere l’assetto economico del mondo contemporaneo, in particolare i problemi posti
dal crollo del comunismo nei paesi dell’Est, dalla fine del bipolarismo e dall’attuale fenomeno della globalizzazione.
A. Gigliobianco, Via Nazionale. Banca d’Italia e classe dirigente. Cento anni di storia, Donzelli Editore, Roma, 2006.
Mentre nella maggior parte dei paesi industriali le banche centrali sono
rimaste confinate in un ruolo esecutivo rispetto alle grandi scelte della politica
economica, la Banca d’Italia ha conquistato un posto di rilievo nel dibattito e non
di rado nelle scelte di indirizzo, anche al di fuori dell’ambito monetario. Analizzando i percorsi di carriera, le coordinate intellettuali, le reti di relazione, le decisioni cruciali dei banchieri centrali del passato, da Stringher a Menichella, da
Einaudi a Carli, da Baffi a Ciampi, l’autore svela le origini della supremazia di
questa istituzione nel sistema economico italiano, e al tempo stesso mostra la
peculiare funzione di collegamento che i governatori hanno svolto fra i vari segmenti delle nostre frammentate élites: politici, industriali, banchieri, amministratori, scienziati. Attraverso le storie di vita dei protagonisti – si pensi solo a
Einaudi e a Ciampi, e al loro approdo da via Nazionale al Quirinale – si ripercorrono, da un punto di vista originale, temi di storia intellettuale, di storia economica, di storia delle istituzioni, dalla fine dell’Ottocento fino al dibattito sulla
moneta unica europea. Discorrendo delle origini sociali e ideali dei governatori,
di come alcuni abbiano assunto ruoli di primo piano nella politica e nell’amministrazione, l’autore ci induce a riflettere sul problema più generale della formazione e del ricambio della classe dirigente italiana.
P. Gualtieri (a cura di), I fondi comuni di investimento in Italia, Il Mulino, Bologna, 2006.
A venti anni dalla loro introduzione i fondi comuni rappresentano per i
risparmiatori italiani uno strumento di investimento ormai molto conosciuto e
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facilmente accessibile. Basandosi sull’analisi di un campione composto da oltre
500 fondi, quindi assai vasto e pienamente rappresentativo dell’intero settore, il
volume fornisce una indagine approfondita sulle determinanti dei flussi di sottoscrizione e di riscatto dei fondi comuni italiani. Tra l’altro sono presentati i risultati di un’analisi econometrica degli effetti che hanno la pubblicità e le opinioni
dei principali giornali sui comportamenti dei risparmiatori. Dallo studio emerge
l’importanza di alcuni fattori come la presenza sui media e la pubblicità, che finora erano stati trascurati e che invece contribuiscono a spiegare le decisioni degli
investitori.
D. Ivone-M. Santillo, Alcide De Gasperi e la ricostruzione (1943-1948), Edizioni Studium, Roma, 2006.
Nel decennio in cui resse il timone della politica nazionale, Alcide De
Gasperi si trovò a dover fronteggiare tutte le più scottanti questioni di natura
politica, sociale, economica, diplomatica. E si trattava di questioni epocali, come
lo svolgimento del referendum istituzionale per la Repubblica, il varo della nuova
carta costituzionale, la firma del “Trattato di Pace”, le trattative per promuovere
l’adesione dell’Italia alle istituzioni finanziarie di Bretton Wood, al Piano Marshall,
al Patto Atlantico, ai primi organismi intereuropei. Di assoluta rilevanza furono,
poi – per uno statista che pure veniva additato di assoluta imperizia nelle cose
economiche -, le scelte strategiche abbracciate in materia di politica monetaria e
valutaria, così come le misure di controllo della base monetaria e di allocazione
del credito varate nel contesto della “linea Einaudi”. Del complesso intreccio di
problemi e opportunità che si posero alla società italiana nel secondo dopoguerra,
De Gasperi ebbe, più di ogni altro statista del suo tempo, piena consapevolezza e
profonda coscienza, giacché egli non si limitò a realizzare una mera opera di
mediazione tra forze sociali ed esperienze storiche diverse, ma mirò a coinvolgere
e sospingere queste forze e queste esperienze dentro un grande progetto – insieme sociale, politico ed economico -, dal quale sarebbero emerse le direttrici di
sviluppo dell’economia italiana degli anni Cinquanta. Ed è indubbio che i semi
più fecondi della trasformazione strutturale dell’economia e della società italiana
del “miracolo economico” erano stati, proficuamente, gettati da Alcide De Gasperi e dai governi di sua emanazione negli anni “eroici” della ricostruzione.
E. Letta, L’Europa a venticinque. Dai referendum alla Turchia: le sfide della nuova
Europa, Il Mulino, Bologna, 2005.
L’Unione Europea ha portato a termine, dopo un cammino iniziato più di 50
anni fa, il più grande allargamento della sua storia, e per la prima volta ha pro183
vato a darsi una Costituzione. La firma del 29 ottobre 2004 ha rappresentato un
approdo storico ma ha aperto anche una fase di transizione complessa e carica di
incognite, in particolare dopo i risultati negativi dei referendum francese e olandese. Alla difficoltà di comporre in un unico spazio le diversità dei sistemi politici ed economici dei singoli stati si aggiungono gli ostacoli legati al raggiungimento di un’effettiva identità comune di tutti i cittadini. Il volume, ripresentato
in edizione aggiornata, fa il punto sui nodi istituzionali e politici connessi alla
nuova Costituzione; esamina i costi e i benefici dell’allargamento; chiarisce gli
snodi fondamentali della politica estera e di sicurezza; si sofferma infine sui problemi legati ai futuri allargamenti nell’area balcanica e soprattutto alla controversa candidatura della Turchia.
D. Losurdo, Controstoria del liberalismo, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006.
Come spiegare che nell’ambito della tradizione liberale la celebrazione della
libertà va spesso di pari passo con l’assimilazione dei lavoratori salariati a strumenti di lavoro e con la teorizzazione del dispotismo e persino della schiavitù a
carico dei popoli coloniali? In questo volume Losurdo indaga le contraddizioni e
le zone d’ombra da sempre trascurate dagli studiosi, siglando una controstoria che
evidenzia la difficoltà di consiliare la difesa teorica delle libertà individuali con la
realtà dei rapporti politici e sociali.
S. Magagnoli, Arcipelaghi industriali. Le aree industriali attrezzate in Italia,
Rosenberg & Sellier, Torino, 2007.
Le aree industriali attrezzate (AIA) rappresentano uno strumento di politica
industriale molto diffuso, tanto nei paesi industrializzati che in quelli arretrati.
Delle AIA si sa però ben poco. Scarsa la letteratura economica, pressoché assente
quella storica. Eppure esse punteggiano il territorio industriale europeo da oltre
un secolo, scandendone la crescita e la trasformazione. In questo volume. l’autore
si interroga sulla loro natura, tracciando un quadro organico delle loro funzioni e
dei molteplici vantaggi (economici e non) che possono mettere a disposizione
delle imprese. Il percorso espositivo procede dal generale verso il particolare: con
l’analisi teorica delle loro funzioni si prepara l’osservazione di alcuni casi emblematici dell’Italia del secondo dopoguerra (valli del Tronto, dell’Aso, del Tesino; la
Sardegna e l’area del torinese come quella alessandrina; le Dock Estate della Sicilia
Orientale e di Trieste … il Vajont e il modello emiliano), non dimenticando di
ricostruire le origini e il percorso evolutivo delle AIA, a cominciare dalla costruzione di Trafford Park nell’Inghilterra di fine Ottocento per soffermarsi sulla
legge per l’industrializzazione di Napoli scritta da Nitti all’inizio del Novecento.
184
Il volume propone infine una formalizzazione del “modello italiano” delle AIA,
da cui emergono alcune rilevanti diversità rispetto alle esperienze britannica e
statunitense, ponendo alcuni interrogativi su potenziali politiche di sviluppo
ottenute attraverso la qualificazione delle aree industriali attrezzate.
G. Maifreda, La disciplina del lavoro. Operai, macchine e fabbriche nella storia italiana. Bruno Mondadori, Milano, 2007.
La storia degli uomini letta attraverso il filtro della produzione industriale:
questo, in sintesi, il contributo che Germano Maifreda offre alla costituzione di un
nuovo tassello della disciplina storica. Attraverso un viaggio stimolante che dagli
albori settecenteschi dell’industrializzazione nazionale ci conduce fino agli ultimi
decenni del Novecento, il suo libro ripercorre la trasformazione dei luoghi, delle
culture, delle procedure e dei risultati che permisero l’affermarsi e il perpetuarsi
della disciplina di fabbrica. Dall’ingresso negli opifici di donne, ragazzi, contadini
e artigiani alle proposte riformatrici e rivoluzionarie, dall’introduzione dei telai
meccanici alla scomparsa della classe operaia, a delinearsi è l’affresco dettagliato di
un importante capitolo della nostra storia. Avvalendosi di una ricca documentazione inedita, lo studio di Maifreda propone un’interpretazione innovativa del
fenomeno dell’organizzazione del lavoro, riuscendo a fondere, con grande acume e
chiarezza espositiva, l’approccio politico – sociologico e quello storiografico.
M. Malatesta, Professionisti e gentiluomini. Storia delle professioni nell’Europa contemporanea, Einaudi, Torino, 2006.
Da tempo nel nostro paese la riforma delle professioni è al centro di un acceso dibattito. Questo libro ci aiuta a comprendere un tema di così stringente
attualità ripercorrendo la storia delle principali professioni liberali europee dalla
caduta degli antichi regimi al 2006. L’analisi privilegia il campo legale e quello
contabile, i medici e gli ingegneri: professioni di cui è sottolineato il ruolo “costituzionale” esercitato nella costruzione e nelle trasformazioni dell’Europa contemporanea. L’autrice prende in esame, oltre all’Italia, anche Gran Bretagna, Francia
e Germania. Quest’approccio comparativo tra le singole professioni in differenti
contesti nazionali permette di rilevare interessanti elementi di somiglianza e
discontinuità, particolarmente visibili nel momento in cui si affronta la questione femminile. La storia delle professioni infatti è stata anche una storia di esclusione di genere, risoltasi oggi con la femminilizzazione della maggior parte delle
professioni, anche di quelle che furono una roccaforte maschile inespugnabile. La
chiave di lettura del volume sta nel concetto di mutamento professionale e nei
fattori che lo hanno provocato: endogeni (motivi di status, ricerca di legittima185
zione), ma anche esogeni, che si concentrano nei momenti di crisi (rivoluzioni,
guerre, regimi totalitari, emergenze economiche). Oggi è il mercato ad agire
come elemento di trasformazione profonda, sia culturale che organizzativa, delle
professioni, equiparate sempre più, nella rappresentazione collettiva, a imprese. Il
volume si chiude discutendo l’approccio apocalittico che proclama la fine del
ruolo civile delle professioni e il loro allineamento su valori mercantili, mettendo
a confronto le deriva affaristiche con le storie di altruismo e volontariato che
ancora sono presenti all’interno di questo settore.
M. Marchetti, Il futuro dimenticato. L’economia italiana dalla metà degli anni ’60
ad oggi, Franco Angeli, Milano, 2006.
Le gravi difficoltà o, come qualcuno dice, il declino dell’economia italiana
hanno le loro radici nella storia degli ultimi quaranta anni e nel cambiamento
dello scenario competitivo in cui operano le imprese italiane. Impossibile quindi
comprendere le ragioni della situazione attuale e definire le necessarie terapie
senza ripercorrere la recente storia dell’economia italiana alla ricerca degli errori
commessi e delle ragioni politiche (cattive ragioni) che li hanno determinati.
Altrettanto importante per definire gli interventi da operare è comprendere perché i cambiamenti nella competizione internazionale hanno colpito l’Italia più di
altri paesi. E’ l’itinerario che compie questo libro, ma non la classe politica italiana, che è sempre avara di analisi serie sui problemi dell’economia, sulle loro
origini e sulle possibili soluzioni. Oggi come ieri non si pensa al futuro. Eppure
invertire il trend negativo iniziato circa 40 anni fa è possibile, così come ridare
una prospettiva a questo paese ed in particolare ai suoi giovani, i veri danneggiati di questa fase storica. Perché ciò accada è necessario che la politica italiana
superi la prigionia dell’accontentare, della cosiddetta “tenuta del sociale”, della
fruizione immediata e ritorni ad occuparsi del futuro (investimenti, ricerca, produttività, scuola e università serie, ecc.). È questo un cambiamento molto forte
che non potrà essere percorso senza il consenso degli italiani, consenso che può
venire solamente dalla profonda comprensione di quanto è accaduto in questo
quarantennio e dei cambiamenti nello scenario competitivo internazionale.
P. Meli-S. Tognetti, Il principe e il mercante nella Toscana del Quattrocento. Il
Magnifico Signore di Piombino Jacopo III Appiani e le aziende Maschiani di Pisa,
Leo S. Olschki Editore, Città di Castello (Pg), 2006.
Il volume prende spunto da alcuni registri conservati nell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze. Si tratta di cinque libri contabili appartenuti a una
famiglia di lanaioli e mercanti pisani del ‘400, i Maschiani, la cui ascesa econo186
mica e politica si situa esattamente nei decenni successivi alla conquista fiorentina di Pisa (1406). Particolarmente interessante un libro di debitori e creditori del
1458 – 1468, contenente il conto corrente di Jacopo III Appiani, signore del piccolo Stato di Piombino, che includeva una parte dell’arcipelago toscano, tra cui
l’isola d’Elba. L’importanza storica del registro risiede soprattutto in una serie di
informazioni sull’estrazione e lo smercio a Pisa del ferro elbano, il cui monopolio
era stato concesso da Jacopo III ai Maschiani. La documentazione permette di
aprire ampi squarci sulle principali voci di spesa di un piccolo principe del Rinascimento, sulle risorse finanziarie grazie alle quali poteva esercitare la sua signoria e su alcuni aspetti della siderurgia toscana alla fine del Medioevo. Il volume si
compone di due parti. La prima, curata da Patrizia Meli, che si è avvalsa soprattutto di fonti diplomatico – canceleresche reperite negli archivi di Stato di Firenze, Siena e Milano, inquadra il principato Appiani, dalle origini (1399) siano
all’epoca di Jacopo III (1457 – 1474), nel più generale contesto politico e culturale degli stati regionali e delle tante piccole corti dell’Italia rinascimentale. Una
seconda parte, di Sergio Tognetti, si occupa dell’ascesa economico – politica della
famiglia Maschiani, dei rapporti di affari che questi mercanti pisani (probabilmente con l’appoggio dei Medici) stabilirono con Jacopo III, ma anche dei costi
di edificazione della cittadella di Piombino e del movimento marittimo dello
scalo maremmano. In chiusura, un saggio di Lorenzo Fabbri spiega le complesse
vicende dinastico – patrimoniali e finanziarie per le quali le carte Maschiani sono
pervenute all’Opera metropolitana fiorentina.
Meridiana (Rivista di Storia e Scienze Sociali), Declino economico, n. 54, 2005.
Il declino economico, soprattutto dal 2003 ad oggi, è stato oggetto di un
numero sorprendentemente alto di convegni, libri e articoli scientifici; l’argomento ha trovato, inoltre, ospitalità frequente sui quotidiani italiani e esteri;
dunque, chiosa Spaventa, appunto in un ennesimo saggio dedicato ai problemi
della economia italiana, quella delle diagnosi e prescrizioni per contrastare l’arretratezza è “un’industria – forse la sola – in rapida crescita”. Cosa si debba intendere esattamente con questo termine, cioè la reale natura del fenomeno, non è
facile a dirsi e altrettanto difficile è stabilire se esso sia tipicamente italiano o
abbia, viceversa, una dimensione più ampia, al punto da riguardare quella parte
estremamente significativa di occidente che è rappresentata dall’Europa. Ma,
come si dirà meglio in seguito, gli indicatori macroeconomici in grado di documentare il disagio italiano sono numerosi e, sotto un certo punto di vista, vi è soltanto l’imbarazzo della scelta. D’altro canto, negli anni più recenti, la cronaca non
ha risparmiato episodi che, al di là del loro specifico impatto macroeconomico,
hanno contribuito a restituire un’immagine molto negativa del paese e a legittimare un’interpretazione del declino basata sulla poco temprata fibra morale del
187
Paese. Il nuovo governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nei primissimi
passaggi delle Considerazioni finali, afferma che con la fine del 2005 si chiude
anche un “periodo convulso di scandali, di speculazioni, durante il quale era parso
che il mercato, i risparmi degli italiani, il destino si società in settori rilevanti per
l’economia nazionale fossero preda dell’arbitrio, dell’interesse, delle trame di
pochi individui” (Banca d’Italia, 2006). Qui si fa riferimento alle Opa lanciate
dagli olandesi dell’Abn sull’Ambroveneta e dal gruppo spagnolo Bbv sulla Bnl,
contrastate, rispettivamente, dalla Banca Popolare Italiana e da Unipol. Ma al di
là di questi episodi, gli anni della crisi economica italiana sono stati tristemente
segnati da una serie di dissesti gravi: come i crack Parmalat e Cirio e il default dei
bond argentini, che hanno messo in evidenza quanto opaca e labile fosse, in Italia,
la tutela del risparmio, a fronte di una propensione a accantonare risorse per il
futuro tra le più elevate d’Europa. La concomitante crisi della Fiat, con la rinuncia da parte della General Motors ad esercitare l’opzione di acquisto, rappresentano
ulteriori segnali del rischio di scomparsa dell’Italia industriale. Per porre un freno
ai rischi di sgretolamento economico e per ricomporre l’identità del paese, si
mobilita una sorta di unità intellettuale di crisi, a cui partecipano anche economisti solitamente dediti ad altre specificità tematiche, oltre che studiosi di varie
discipline. In questo quadro complesso di deludenti risultati macroeconomici e di
preoccupanti cedimenti istituzionali, non appare privo di fondamento parlare di
declino. Di cosa esattamente si tratta quando si discute di declino? Dove si collocano le radici storiche dei fenomeni ai quali assistiamo? È questa una “chiave”
adeguata per valutare lo stato in cui versa il nostro paese e le sue prospettive future, in ambito economico e non solo? Quali indicazioni ne possiamo trarre per una
questione esenziale nel nostro pese: i rapporti tra politica ed economia? Sono questi i principali quesiti attorno ai quali ruotano i saggi che compongono questo
fascicolo di “Meridiana”…
G. Monestarolo, Negozianti e imprenditori nel Piemonte d’antico regime. La cultura
economica di Ignazio Donaudi delle Mallere (1744-1795), Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2006.
Indice del volume: Linee principali della famiglia Donaudi; Abbreviazioni di
archivi e biblioteche; Introduzione. Parte prima: L’eredità del negozio: I. I
Donaudi: ascesa e declino di una famiglia di mercanti tra Barcelonnette e Torino:
1. Benedetto e i suoi fratelli (ovvero dell’esordio), 2. Michelangelo e Giovanni Pietro (ovvero del successo), 3. Splendore e declino; II. Le finanze di Ignazio Donaudi: 1. Come un
banchiere preparò l’avvenire a suo figlio gentiluomo (1762-1768), 2. Grandi investimenti, grandi spese: il patrimonio di Ignazio Donaudi (1769-1775), 3. Vendere, vendere: la
fase della stabilizzazione (1776-1794); III. Da borghese a nobile: un contrastato
cammino: 1. Negozianti senza onore, 2. Il prezzo della nobiltà, 3. Il matrimonio, 4. Un
188
uomo isolato. Parte seconda: La carriera di un economista: I. La formazione culturale di Ignazio Donaudi: 1. Gli studi accademici, 2. Letture e formazione culturale, 3.
Un giudizio da rivedere, 4. Profilo teorico, 5. Tra libertà del commercio e produttivismo;
II. Il problema dello sviluppo nei trattati degli anni ’70: 1. Una risposta alla crisi:
commerciare grani, 2. L’analisi di una società bloccata: terra e seta nel Saggio di economia
politica; III. Piemonte e Sardegna: centro e periferia di una nazione commerciante: 1. Progettare il censimento, 2. Commerciare con la Sardegna; IV. Un economista nel
Consiglio di Commercio di Torino: 1. Le vicissitudini di una carriera mancata, 2.
Cosa pensava Ignazio del Consiglio di commercio, 3. Di fronte alla crisi: le memorie sulla
questione della seta; Bibliografia delle opere edite e inedite di Ignazio Donaudi;
Bibliografia.
F. Papadia-C. Santini, La Banca Centrale Europea. L’istituzione che governa l’euro, Il
Mulino, Bologna, 1998.
Nata nel 1998, dopo un lungo lavoro di preparazione e sancita formalmente
nel Trattato di Maastricht, la Banca Centrale Europea è un organo indipendente
e sovranazionale che ha lo straordinario potere di creare moneta e stabilire il tasso
al quale questa viene data e presa in prestito nei dodici paesi dell’Unione che
hanno adottato l’euro. Suo compito è quello di definire e gestire la politica monetaria unificata della Comunità, con il fine primario di assicurare la stabilità dei
prezzi. Il libro, qui presentato in edizione aggiornata, racconta la storia e illustra
funzioni, strutture e responsabilità della nuova istituzione, tracciando un bilancio
a otto anni dalla sua costituzione.
P. Pecorari (a cura di), L’Italia economica. Tempi e fenomeni del cambiamento (18612000), CEDAM, Padova, 2006.
Il libro delinea le grandi trasformazioni economiche che hanno consentito
all’Italia di passare dall’arretratezza allo sviluppo. Particolare attenzione è rivolta
alla politica economica, che, dall’iniziale orientamento liberista e agricolturista
della Destra storica, pervenne prima alle opzioni protezionistiche e industrialiste
dei governi di Sinistra, poi a quelle produttivistiche ed espansive dell’età giolittiana. La Grande guerra segnò una cesura rispetto alla crescita economica del
primo ‘900 e preparò la fine dello Stato liberale e l’avvento al potere del fascismo.
Del nuovo regime il volume evidenzia la discontinuità tra l’iniziale indirizzo economico di tipo neoliberistico e l’adozione, dopo il 1925, di una politica dirigistica applicata anzitutto agli ambiti monetario e agrario. Tale interventismo si
affermò compiutamente negli anni ’30, in concomitanza con la “grande depressione” mondiale, allorché il fascismo, sospinto dalla necessità di salvare il sistema
189
industriale e bancario sull’orlo del collasso, creò, specie con la fondazione dell’IRI, lo Stato “imprenditore e banchiere”, ponendo nel contempo le basi di un’economia mista. Dopo il tragico epilogo della seconda guerra mondiale, la ricostruzione economica dell’Italia repubblicana si ispirò ai principi della libertà d’impresa e del mercato concorrenziale, riservando però un notevole peso alle partecipazioni statali e avviando importanti riforme finalizzate al superamento del dualismo Nord – Sud. La stabilizzazione monetaria, l’adesione al sistema di Bretton
Woods e la ‘scelta occidentale’ furono decisive per l’entrata del paese nei grandi
organismi sovranazionali e per guadagnargli un ruolo non secondario nel circuito
degli scambi internazionali, da cui, del resto, un’economia di trasformazione
come la sua non poteva (e ancora oggi non può) prescindere. Dopo gli anni del
‘miracolo’, l’Italia conobbe la “grande inflazione” e le tensioni valutarie del ventennio successivo, imputabili a fattori quali gli shock petroliferi e l’abbandono dei
cambi fissi, il deterioramento del quadro politico – istituzionale e la creazione di
un sistema di welfare” che diede luogo a un profondo dissesto nei conti pubblici.
Gli impegni di Maastricht, necessari per approdare all’euro, costrinsero il paese a
imboccare la via di un drastico risanamento, tuttora in corso.
R. Petri, Storia economica d’Italia. Dalla grande guerra al miracolo economico (19181963), Il Mulino, Bologna, 2002.
Il filo di questa ricostruzione storica è costituito dal processo di industrializzazione che, nel corso del Novecento, ha portato un paese semiagricolo come l’Italia ad appaiarsi alle altre potenze industriali. Entrato in una fase decisiva con la
grande guerra, tale processo può dirsi compiuto quasi mezzo secolo dopo, tra la
fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, con il “miracolo economico”. Il
volume dapprima segue cronologicamente gli avvenimenti del periodo in questione, poi mette in luce le caratteristiche di fondo della politica economica italiana e le basi tecnologiche e organizzative del mutamento strutturale. L’autore
illustra puntualmente gli elementi che contraddistinguono le direttrici dello sviluppo economico e l’intervento dello Stato. Elementi che trascendono le pur
drammatiche rotture politiche del Novecento, suffragando la tesi della sostanziale continuità nelle vicende economiche tra periodo fascista e primo periodo
repubblicano.
T. Piffer, Il banchiere della Resistenza. Alfredo Pizzoni, il protagonista cancellato della
guerra di liberazione, Mondadori, Milano, 2005.
A sessant’anni dalla liberazione, la prima biografia di Alfredo Pizzoni, presidente del Comitato di liberazione Alta Italia, massimo responsabile dei finanzia190
menti e dei rapporti con gli alleati. Il 27 aprile 1945 le correnti rivoluzionarie del
Comitato pretesero e ottennero la sua sostituzione. Da allora se ne perse completamente la memoria.
G. Piluso, Mediobanca. Tra regole e mercato, Egea, Milano, 2005.
Mito e realtà di un protagonista dell’economia italiana.
V. Pirro (a cura di), Sull’avvenire industriale di Terni. Scritti di Luigi Campo Fregoso, Crace, Terni, 2005.
Luigi Campo Fregoso fu, per formazione e professione, essenzialmente un
militare che la guerra concepì secondo lo spirito dell’ultimo Risorgimento.
Approdò alla storia sempre per ragioni militari, adottando l’ottica geopolitica che
gli derivava dalla filosofia giobertiana del primato italiano sul Mediterraneo.
Nacque a Milano il 17 dicembre 1844, da Giuseppe e da Vicenza Campana. Nel
capoluogo lombardo intraprese la carriera militare a soli diciotto anni, come soldato volontario nell’Esercito. Fu allievo nel Collegio Militare di Milano e quindi
allievo alla Regia Militare Accademia per l’Arma di Cavalleria dal 1862 al 1864.
Promosso sottotenente nel Reggimento Savoia Cavalleria con decreto del 28 agosto 1864, partecipò alla Terza guerra di Indipendenza come applicato dapprima al
Quartier Generale del 2° Corpo d’Armata e poi all’Ufficio del Corpo di Stato
Maggiore. Il suo primo impatto con la realtà umbra risale al settembre del 1868,
quando venne destinato presso lo Stato Maggiore della Divisione Militare di
Perugina. Dal 1869 al 1873 fu addetto al Corpo di Stato Maggiore delle Truppe
con incarichi presso il Comando generale del Corpo. La sua carriera militare fu
rapida ma breve. Nel 1874 venne promosso capitano di Stato Maggiore; più
tardi, e precisamente nel settembre del 1882, ottenne il grado di maggiore nel
Reggimento Genova Cavalleria. Nel 1884 abbandonò l’Esercito, per contrasti con
i comandi superiori. Visse fino al 1908 quasi dimenticato, soffrendo le angustie
della povertà e della solitudine. Concluse i suoi giorni nel buio della follia. Luigi
Campo Fregoso legò il suo nome a un unico grande progetto: l’organizzazione
nella Val Ternana di un vasto complesso industriale – militare per mettere l’Italia in grado di difendersi in caso di attacco da parte dell’Austria o della Francia,
come pure di affrontare una politica di espansione nel Mediterraneo. Su quella
che egli chiamava la “Questione Ternana” pubblicò, tra il 1871 e il 1876, tre
opere: il campo trincerato di Terni nel sistema difensivo dell’Italia peninsulare;
sulla straordinaria importanza militare industriale di Terni; sulla riorganizzazione
dei nostri stabilimenti militari per la produzione del materiale da guerra e dell’industria metallurgica nazionale. Questa trilogia viene ora pubblicata in un
191
unico volume con l’intento di ricostruire un momento importante della storia di
Terni, così come venne interpretato negli ambienti militari e istituzionali di fine
Ottocento.
D. Preti, Storia economica contemporanea, CEDAM, Padova, 2003.
Questo volume nasce dall’esigenza di fornire agli studenti delle facoltà di
Economia, recentemente interessate dalla riforma universitaria, uno strumento in
grado di riassumere in un unico testo il programma di insegnamento impartito
nel corso di “Storia economica”. Il volume è stato pensato come una specie di bussola che serva a guidare studenti per lo più a digiuno di materie e di ragionamenti economici nella visita dei grandi scenari della storia economica contemporanea. L’indicazione di questi scenari, scelti in base alla loro significatività, contiene già un giudizio di valore, dal momento che essi sono proprio quelli che
secondo l’autore sono destinati ad assumere particolare importanza nella formazione dell’asse culturale di uno studente che scelga oggi una Facoltà di Economia
e che non voglia arenarsi nelle secche di un arido aziendalismo. Questo percorso,
necessariamente selettivo, intende sgombrare il campo da fatti e nozioni di marginale importanza, soffermandosi su realtà del passato la cui comprensione appare indispensabile per capire e per riflettere sul presente, e che gli studenti di Economia non possono non conoscere senza cadere in una imperdonabile ignoranza.
La selezione degli argomenti è stata inoltre guidata dalla necessità di trovare
vicende economiche la cui spiegazione consentisse di mettere bene in evidenza il
ruolo svolto dagli interessi economici nel determinarle ma anche le condizioni
storiche nelle quali le cosiddette “variabili macroeconomiche” hanno avuto modo
di combinarsi per ottenere quel certo risultato. Tutto questo, per cercare di allontanare il lettore inesperto di cose economiche da quello che può essere considerato come il rischio più grave nel quale può incappare chi si avvicina allo studio
dell’economia, e cioè, quello di cadere nell’economicismo, ovvero di arrivare a
considerare l’economia e i fatti economici come accadimenti autonomi, separati
dalla sfera politica e dai sistemi di potere e di dominio esistenti.
Economia e società nella storia dell’Italia Centrale, in “Proposte e ricerche”, n. 57,
anno XXIX, autunno – inverno 2006.
Indice del volume: Il distretto fermano dei cappelli. Dalla manifattura alla fabbrica: secoli XIX-XX, Montappone (AP), 15 luglio 2006 – Atti del convegno (a
cura di P.S. Severini); P.S. Severini, Un’industria esportatrice. La manifattura di
trecce e cappelli di paglia nei secoli XIX e XX; M. Perugini, L’industria dei cappelli
in Italia (1911-1971); R. Senesi, Il distretto industriale del cappello di paglia nelle
192
Marche. Nascita, sviluppo ed evoluzione competitiva, 1920-1970; F. Petritoli, Mercati e istituzioni nel distretto fermano dei cappelli di paglia nel XIX secolo; E. Massaccesi, La manifattura della paglia a Montappone; D. Cocciaretto, La Cassa di
Risparmio di Falerone dal 1890 al 1926; A.M. Napolioni, Attività commerciali e
industriali nelle foto Balelli della Biblioteca Statale di Macerata. Ricerche: R. Rossi,
Marca e “danesmarche”: un nesso tra storia economica e valutaria; M. Severini, Il
Risorgimento nel percorso di vita di Andrea Cattabeni: avvocato, politico e costituente;
M.G. Pagnani, L’invenzione del mare: il turismo balneare a Civitanova Marche tra
Otto e Novecento. Convegni, letture, note: Paesaggi rurali italiani, Perugia, 30-31
maggio 2006 (C. Pongetti); Giornate Europee di Studio (European Paper
Days), La carta nell’era del segno. L’impiego delle tecniche e dell’opera dei cartai fabrianesi in Italia e in Europa, Fabriano, Teatro “Gentile”, 16-17 giugno 2006 (G.
Castagnari); Roma tra occupazione e liberazione: i quartieri, Roma, 6 dicembre
2005 (B. Bonomo); Vesna Miovic, Il ghetto ebraico nella Repubblica di Ragusa
(1546-1808) (R. Petrovic); G. Volpe, La casa a maltone. Architettura di terra e
musei del territorio anconetano (R. Paci); F. Dandolo, Interessi in gioco. L’Unione
Industriale di Napoli tra le due guerre (L. Iaselli), R. Lupi, Gli studia del papa.
Nuova cultura e tentativi di riforma tra Sei e Settecento (C. Coletti). San Benedetto
negli anni Cinquanta: M. Troilo, San Benedetto del Tronto negli anni Cinquanta.
Uno sguardo attraverso gli occhi del senatore Alessandro Schiavi e del giornalista Guido
Piovene; R. Novelli, Pierpaolo Pisolini a San Benedetto del Tronto. La città che intravide e gli sviluppi che previde. Rassegna bibliografica.
G. Provasi-T. Maccabelli (a cura di), Per una nuova cultura industriale, Gius.
Laterza & Figli, Bari, 2004.
Il volume raccoglie gli atti di un ciclo di conferenze organizzato e promosso
dalla Fondazione Lucchini sui temi della cultura industriale e del lavoro, alla luce
dei processi di globalizzazione e mondializzazione dell’economia. Oltre ai saggi il
volume comprende commenti e discussioni di E. Auci, A. Bonomi, C. Borgomeo,
A. Cavalli, I. Cipolletta, E. Grilli, B. Manghi, E. Rullani, M. Salvati, E. Sassoon,
S. Veca, V. Zanone.
M. Regini, Modelli di capitalismo. Le risposte europee alla sfida della globalizzazione,
Editori Laterza, Roma-Bari, 2003.
Di fronte alla globalizzazione dei mercati e all’intensificarsi della competizione internazionale, qual è nei diversi paesi europei il ruolo delle istituzioni politiche e sociali preesistenti e quali margini vi sono perché essi operino autonome
scelte di politica economica?
193
R. Rossi, La lana nel regno di Napoli nel XVII secolo. Produzione e commercio, G.
Giappichelli Editore, Torino, 2007.
Indice del volume: Avvertenze; Introduzione; I. Il mercato laniero napoletano in
età moderna: 1. Il mercato laniero napoletano, 2. La struttura della Dogana di Foggia
dalle origini al XVII secolo, 3. Il conflitto tra lana e grano, 4. Il mercato regolamentato;
II. La lana: prodotto e produttori: 1. Produzione, commercio e cicli economici della
lana, 2. Le tipologie qualitative del prodotto, 3. L’origine dei produttori; III. I produttori: origine geografica e sociale: 1. I produttori e le loro dimensioni, 2. L’origine sociale dei produttori di lana, 3. Ecclesiastici, nobili e borghesi nella paranza di Sulmona
(1623-1665); 4. Ecclesiastici, nobili e borghesi. Tutte le paranze (1665-1705); IV. Gli
acquirenti: tipologia e origine: 1. La Fiera di Foggia e lo sviluppo delle manifatture
regnicole, 2. Il volume del commercio della lana foggiana, 3. L’origine degli acquirenti;
Conclusioni; Appendice I: Origine dei venditori di lana, quantità di lana prodotta per
singola paranza (anni 1623-1705); Appendice II: Produzione laniera divisa per qualità, quantità e relative percentuali rispetto al totale prodotto (anni 1623-1705);
Appendice III: Produzione laniera divisa per paranza (anni 1675-1700); Fonti
archivistiche e manoscritti; Fonti a stampa; Bibliografia; Indice dei nomi.
A. Salini, Amos Zanibelli e la rappresentanza degli interessi locali, Edizioni Agrilavoro, Roma, 2006.
La ricerca che pubblichiamo fa parte del programma del Comitato “L’eredità
di Amos Zanibelli”, costituitosi per celebrare il 20° anniversario della morte del
parlamentare cremonese. Fare rappresentanza è un modo concreto di rapportarsi
ad una categoria, ad un gruppo sociale, ad una popolazione, ad un territorio per
diventarne interprete e difensore rispetto alla società e alle istituzioni, proporre
soluzioni ai problemi, trovare giuste mediazioni, conciliare gli interessi particolari con quelli generali. Avendo conosciuto Zanibelli, sapevamo che questi comportamenti erano la sua norma di vita, ma era nostro desiderio che venissero analizzati ed esposti sistematicamente, utilizzando l’ampia documentazione già
disponibile ed altre eventuali fonti documentarie, in modo da renderli pubblici e
farne una specie di “manuale” per chi si trovi ad essere rappresentante politico o
sindacale e senta il desiderio di attingere ad una esperienza esemplare.
R. Santaniello, Il mercato unico europeo. Come siamo diventati una forza economica
mondiale, Il Mulino, Bologna, 1998.
Il 1° gennaio 1958 nasce la Comunità Economica Europea, primo fondamentale passo verso l’Europa unita. Già nei primi anni ’60 gli scambi commer194
ciali fra paesi comunitari aumentano del 50 per cento e nel periodo 1958 – 1970
raddoppiano percentualmente rispetto a quelli del commercio mondiale nel suo
complesso. Le misure di liberalizzazione via via adottate hanno portato a una consistente espansione del commercio intracomunitario, che è giunto a toccare circa
il 60 per cento di tutti gli scambi della Comunità. Questi dati offrono un’idea
della dimensione economica di quello che è anche un grande progetto ideale. In
questa nuova edizione, pubblicata a cinquant’anni dalla firma del trattato di
Roma, avvenuta il 25 marzo 1957, si fa il punto della situazione: i passi compiuti e quelli ancora da compiere per giungere ad uno spazio europeo senza frontiere e accrescere i livelli di sviluppo e occupazione.
G. Silengo (a cura di), Camillo Cavour. Epistolario, volume XIX, Appendice A
(1837-1843), Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2006.
Con questo volume inizia la collaborazione tra la Commissione nazionale per la
pubblicazione dei carteggi di Camillo Cavour, il Centro Studi Piemontesi e la Compagnia di San Paolo. Questo progetto editoriale sull’epistolario cavouriano assume
una rilevanza scientifica di assoluto pregio, per la determinazione, l’impegno e la
competenza che fin dal 1962 hanno reso possibile svelare e rendere fruibile un ampio
e complesso patrimonio documentario di fondamentale importanza per la storia dell’Italia in Europa. E’ quindi un onore per la Compagnia essere stata chiamata a sostenere questa grande impresa culturale, in vista del traguardo conclusivo del 2011,
anno celebrativo del Centocinquantenario dell’unità d’Italia. Il mio pensiero riconoscente va a Carlo Pischedda, ora non più con noi, alla cui ostinata dedizione scientifica e umana si deve l’avanzamento di questi preziosi studi, il cui completamento
sarà da ora un impegno che la Compagnia è grata di condividere con due istituzioni
d’eccellenza quali la Commissione e il Centro Studi Piemontesi (Franzo Grande Stevens – Presidente Compagnia di San Paolo).
E. Sori, Merloni. Da Fabriano al mondo, Egea, Milano, 2005.
Da Aristide Merloni a Indesit Company. Una storia “diversa” di crescita e di
successi internazionali: da capire, da studiare. Forse da imitare.
G. Stefani, Economia della finanza pubblica, CEDAM, Padova, 1999.
Questa ottava edizione, interamente riveduta ed aggiornata, mantiene il
carattere di testo universitario che tratta in modo piano ed esauriente, sotto il
profilo economico, pressoché tutti gli aspetti della finanza pubblica contempora195
nea, senza trascurare i risvolti giuridici. La trattazione teorica è utilizzata soprattutto per educare alla logica ed alla consequenzialità, senza raffinate astrazioni. I
ventidue capitoli trattano successivamente le questioni generali, i tre moderni
obiettivi, il bilancio pubblico e quello Stato italiano, la razionalizzazione delle
scelte di bilancio, le spese pubbliche, la politica tariffaria delle imprese di pubblica utilità. Seguono i capitoli dedicati alle entrate: principi della tassazione,
struttura e caratteri dei sistemi tributari, le imposte sul reddito, il patrimonio e
i plusvalori, sui trasferimenti, gli scambi e i consumi; equità e capacità contributiva, effetti economici delle imposte a livello micro e macro finanziario, evasione
ed elusione fiscale, debito pubblico e vincoli della Unione Monetaria all’Italia
circa il debito pubblico, politiche di bilancio per la stabilità e lo sviluppo, la
finanza locale e il federalismo fiscale, protezione sociale. L’indice per materie è un
valido ausilio per riesaminare gli argomenti.
Studium (Rivista bimestrale), n. 5, settembre-ottobre 2006.
Indice del volume: V. Cappelletti, Laicità e scienza; P. Vanzan S.J.-M. Scatena, L’Islam tra noi, da Regensburg alla Carta dei valori. Fede e ragione, laicità e pluralismo religioso, dialogo e integrazione; P. Viotto, La verità, radice della conversione di
Jacques e Rissa Maritain (1906-2006); N. Bombaci, Maria Zambiano e la guerra
civile di Spagna. Una testimonianza per Esprit; M. Apa, P. Bevilacqua e mons. Macchi.
La testimonianza nell’arte; Testimonianze: M.L.P. Valier, Vittore Branca: un debito
di amicizia; G.B. Varnier, Un cristiano nel mondo delle relazioni internazionali. L’itinerario culturale di Giuseppe Vedovato; Pagine di storia: L. Tedesco, Luigi Einaudi e la trasfigurazione mitica dei ceti medi in Italia nell’immediato secondo dopoguerra; Il
Festival del cinema di Venezia: P. Dalla Torre, L’elefante cinese e l’America tra
documentario e noir. Frammenti di passato e presente; Interventi critici: P. Vanzan S.J.,
Fanfani storico dell’economia; G. Scarsi, Carla Vidiri Varano. I passi del freddo; A.
Zambardi, Storia e fantasia nel romanzo di Giuseppe Neri ‘Il sole dell’avvenire’.
M. Taccolini, La costruzione di un’Europa del lavoro. La Commissione per gli affari
sociali dalle origini all’applicazione del Trattato di Roma (1953-1960), Franco
Angeli, Milano, 2006.
La consapevolezza dei limiti e delle ristrette prospettive dell’Europa “sociale”
– rispetto anche alle attuali esitazioni che pongono in discussione il futuro stesso
della costruzione comunitaria europea – ha indotto ad affrontare peculiarmente
gli aspetti sociali dello sviluppo economico europeo, indagando le attività di una
singolare commissione istituita dai sei paesi che gettarono le fondamenta dell’odierna Unione dei venticinque. Lo studio che confluisce in queste pagine, pur
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preliminare, consente di sostenere come anche a livello europei il lavoro presentasse aspetti di disimpiego: per i sei paesi membri della Ceca e della prima CEE si
sarebbe dunque trattato di una questione comune, della quale emergevano tuttavia
matrici differenti. La fonte prevalentemente adottata per la stesura del presente
volume è rappresentata dalle relazioni della Commissione parlamentare per gli affari sociali, organismo comunitario attivo in una prima fase (1952 – 1958) a supporto delle attività della Ceca, e dopo il 1958 posto a servizio dell’Assemblea parlamentare europea, formatasi a seguito della firma dei Trattati di Roma istitutivi
della Comunità Economica Europea (CEE) e della Comunità europea per l’energia
atomica (Ceea o Euratom): Il quadro degli interessi per i problemi del lavoro offerto da tale fonte va bene oltre la pure urgente questione dello squilibrio nel mercato del lavoro, che ancora oggi differenzia negativamente l’esperienza europea da
quella statunitense e giapponese, per toccare tutti gli aspetti minuti caratterizzanti
le condizioni di svolgimento del lavoro negli anni Cinquanta.
Unione Industriali Napoli, Novant’anni dell’Unione degli industriali della Provincia di Napoli, Napoli, 2007.
Indice del volume: Introduzione; Intervista al Presidente dell’Unione degli Industriali di Napoli Giovanni Lettieri; Come nasce l’Unione; Le attività; Appendice.
Università degli Studi di Napoli Federico II, Come alla Corte di Federico II
ovvero parlando e riparlando di scienza, Gli incontri del 2005, Napoli, 2006.
Indice del volume: Presentazione; A. Quarteroni, Tecnologia, medicina,
sport …. e la matematica?: La modellistica in diagnostica per immagini (M. Salvatore), Dalla modellistica alla cardiochirurgia: ipotesi per il futuro (M. Cotrufo), La
TAC viene da lontano! (N. Fusco), Matematica e Telecomunicazioni: un binomio inscindibile (O.M. Bucci), Tecniche numeriche nelle misure sperimentali (G.M. Carlomagno), I ponti sospesi e la sfida alla gravità (G. Manfredi), Un modello matematico in
biologia (C. Sbordone), Navigare sulla matematica (S. Miranda), Matematica ed
Economia: il caso delle aste (A. Basile), I modelli, l’analisi numerica e l’ingegneria dei
materiali (D. Acierno); R. Sparacio, Oggi la scienza del costruire sa difenderci dal
sisma: Una nuova tecnica per il restauro (B. Gravagnuolo), Dallo scienziato-artista
all’ingegnere-architetto (A. Buccaro), Dai sassolini di Newton alla difesa sismica (P.
Renno), La matematica …. materiale (V. Ferone), Gaudì e le forme della geometria
elementare (L.A. Lomonaco), Conoscere per prevenire (L. Lirer), Rischi prevedibili ed
effetti controllabili (V. Amato), Rione Traiano: un sogno svedese degli anni ’50 (L.
Pagano); F. Garofano, È tutto prevedibile? Dal determinismo al caos: Intedeterminazione e libertà (F. Tessitore), Reversibilità e irreversibilità: si può tornare indietro nel
tempo? (A. Coniglio), La previsione economica (M. Marrelli), Rigore matematico e
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incertezza (P. de Lucia), Realtà naturale e realtà sociale (E. Amaturo), Macromolecole
biologiche: dalla sequenza alla forma spaziale (L. Mozzarella), Dal determinismo al caos
(M. Malatesta), La predizione (G. D’Alessio); A. Ballabio, Geni, genomi e malattie: Geni e malattie (E.V. Avvedimento), Geni, dieta e arteriosclerosi: il futuro è già
arrivato? (G. Riccardi), Il genoma non è solo l’insieme dei geni (L. Lania), Genoma,
natura, terapia genica: domande bioetiche (G. Acocella), Proteine: le molecole più versatili (F. Cimino), Biomatematica (P. Fergola), Bioinformatica: una prospettiva innovativa
nella ricerca biologica (M.L. Chiusano), Innovazione delle tecnologie per immagini dal
macro al micro (M. Bracale); B. D’Argenio, I diluvi universali tra scienza e leggenda: Il diluvio biblico (A.V. Nazzaro), Meteoriti e le tracce del loro impatto sulla terra
(G. Russo), Città inghiottite dal mare (G. Greco), Gli Tsunami (E. Marsella), La
rigenerazione del mondo (M. Lospinoso); C. Viggiani, La Torre di Pisa: ritorno al
futuro: La Torre di Pisa dopo la cura (S. Settis), Campo dei miracoli a Pisa (R. De
Fusco), Pisa, Federico II e la matematica (G. Vitolo), Pisa e la Torre, una storia inscindibile (C. Greco), L’antica alleanza. Arte e Matematica in Piazza dei Miracoli (L. Carbone), Galileo e la Torre pendente (M. Napolitano); S. Auricchio, Alimenti, salute ed evoluzione dell’uomo: Ogni uomo assume il 50% del cibo per se ed il 50% per i
medici (G. Marone), Accumulo di grassi nei posti sbagliati (A. Barletta), Caffè e
razionalità (G. Pecchinenda), I tempi e gli alimenti (P. Masi), La pellagra: una
malattia sociale mai ereditaria (L. Gaudio), Alimentazione in guerra (P. De Marco); B.
Coppi, Clima e sorgenti di energia: dramma delle scelte e dei tempi: Ma non è solo
colpa delle farfalle (L. De Menna), Reattore a fusione: certezze della fisica, incertezze della
tecnologia (V. Coccorese), La fusione termonucleare controllata (G. Rubinacci), Il
punto sulla fissione nucleare come fonte di energia (M. Sandoli), Energia: futuro prossimo
(L.R.M. Vicari), L’origine del petrolio (P. Gasparini), Il nucleare alla ricerca di una
strategia politica (T. D’Aponte), Fusione fredda: mito o realtà? (F. Nicodemi); L.L.C.
Sforza, Vedute sull’evoluzione dell’uomo moderno: Aumentare il “meticciato genetico”
(G. Saccone-C. Polito), Le popolazioni e le lingue evolvono: parallelismi e differenze (A.
Varvaro), Tante facce, un’unica razza (G. Barone), Un filo comune nell’evoluzione del
cervello? (A. Simeone), Il circolo evoluzione-formazione (A. Masullo), La razzializzazione dell’alterità culturale (A. Mirando); P. De Luca-B. Menale, Appendice di
botanica storica: Gli agrumi, Il carciofo, L’asparago, Il noce, Il melograno; Concorso diffusione della cultura scientifica – Elaborati premiati.
P. Varvaro, Sul fascismo. Il pregiudizio antiliberale nella costruzione del regime totalitario, Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz), 2007.
In un celebre discorso di piazza in cui affermava di avere bruciato i bastimenti alle proprie spalle, Mussolini rivendicava la cesura storica operata dal fascismo nei confronti dell’età liberale. Questo libro intende verificare l’attendibilità
del giudizio mussoliniano. La transizione verso la dittatura è esaminata dalla prospettiva costituzionale, legislativa, ideologica e architettonica. Ciascuno di questi
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capitali esprime un diverso approccio del fascismo nei confronti del passato e uno
specifico punto di vista riguardo al futuro. Nella sua multiforme e talvolta disomogenea elaborazione del regime totalitario, il fascismo evidenzia una continuità
tematica che rivela una chiara identità di fondo. In questa chiave il pregiudizio
antiliberale rappresenta più di ogni altro l’elemento in grado di coagulare nel
medesimo progetto le diverse tendenze dell’universo fascista.
S. Zaninelli-P. Cafaro-A. Locatelli, La banca delle imprese. Storia del Mediocredito Lombardo. Volume 1: Fonti per la ricostruzione storica; Volume 2: Uno sviluppo possibile, Intesa Mediocredito – Editori Laterza, Roma-Bari, 2003.
Indice del volume 1: M.Z. Poma, Presentazione; S. Zaninelli, Prefazione; A.
Locatelli, Introduzione; Cronologia; Presidenti e Direttori Generali; Nota alla lettura; Atto costitutivo e Statuto di Medio Credito Regionale Lombardo (2 marzo 1953); Statuto di Banca Intesa Mediocredito S.p.A. (10 aprile 2003); Relazioni al Bilancio
(1953-2002).
Indice del volume 2: G. Guzzetti, Presentazione; G. Bazoli, Prefazione; Presidenti e Direttori Generali; Dieci lettere; Parte Prima: P. Cafaro, Il Mediocredito
Lombardo di Giordano Dell’Amore (1954-1980) – Premessa: le vie dello sviluppo possibile, 1. “Un lodevole intendimento”, 2. Piccola impresa e sviluppo economico, 3. Efficienza
economica come sviluppo sociale: la scelta della PMI; I: Avvio e consolidamento di uno strumento innovativo, 1. Il fertile ambiente lombardo, 2. La Camera di Commercio e la Provincia, 3. Il governatore e le piccole banche, 4. La creatura di Giordano Dell’Amore, 5.
Banca efficiente, impresa “leggera”; II. Sistemi e sottosistemi: il ruolo del “Gran Lombardo”, 1. Spirito pubblico e anima privata, 2. Una diarchia annunciata: il vertice tecnico e
il vertice politico, 3. Il credito agevolato: una risposta allo scenario in mutamento, 4. Il
peso crescente del “Gran Lombardo”; III. Al di là della piena occupazione, 1. Piena occupazione e congiuntura negativa, 2. La genesi di una “questione settentrionale”?, 3. ASSIREME: abbozzo di un network?, 4. Produttività del lavoro e tecnologia: le opportunità
della “Sabatini”, 5. La naturale “vocazione” estera delle medie imprese lombarde; IV.
Oltre il sistema: autonomia crescente ed espansione, 1. Vent’anni di attività: “tempi nuovi
… difficoltà crescenti, 2. Crisi delle agevolazioni e vincolo di portafoglio: disagi e opportunità; 3. La banca delle imprese; Conclusioni: L’intermediario finanziario tra risparmiatore / investitore e imprese in trasformazione; Parte Seconda: S. Zaninelli, Economia, impresa e lavoro nella Lombardia della seconda metà del Novecento; I. La ricostruzione, 1. I danni della guerra, 2. Problemi comuni, difficoltà e occasioni specifiche, 3. Nel
segno della continuità; II. I decenni della crescita, 1. Le linee generali di una evoluzione
agricola e demografica, 2. Non uno, ma difformi percorsi provinciali di industrializzazione, 3. Il ruolo del lavoro e dell’impresa; III. Un trentennio di andamenti alterni, 1. Una
premessa necessaria, 2. La fase di rallentamento negli anni Settanta, 3. La ripresa degli
anni Ottanta, 4. Dagli anni Novanta alla fine del XX secolo, 5. Considerazioni finali;
M.Z. Poma, Postfazione; Elenco delle opere consultate.
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