Tu Style - Difesa Donna

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Tu Style - Difesa Donna
Antiaggressione femminile Difesa Donna Difesa Personale Autodifesa Donne Self Defence
Tu Style
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06 Luglio 2010
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DONNA DIFENDITI:
Al TG ascolti la news dell’ennesimo episodio di violenza. E se la prossima volta fossi tu la vittima? Per mettere KO
l’aggressore, devi sorprenderlo reagendo. No, le arti marziali non servono. Serve un corso che t’insegni pochi utili ge
L’abbiamo seguito per te. Funziona così:
Leggo di aggressioni alle donne e mi chiedo come mi comporterei io nei panni della Vittima.
Da questa alla decisione di seguire un corso di difesa, di cui ho sentito parlare, il passo è breve. Mi informo e scopro
che esiste un metodo, chiamato Difesa Donna, insegnato in numerose palestre in tutt’ Italia, nell’arco di due weekend:
potrò in così poco tempo acquisire tecniche utili per imparare a reagire? Lo chiedo all’ideatore Roberto Bonomelli.
“certo: si ottengono risultati anche se non si è allenate. Durante le lezioni, viene affrontato ogni aspetto della sicurezza,
da come prevenire il rischio a come difendersi, sia verbalmente (un tono deciso già scoraggia l’aggressore) sia
fisicamente. Il fine non è diventare una lottatrice, ma colpire per fuggire. In pratica, si simulano le situazioni di pericolo
con istruttori in veste di aggressori, in modo da creare uno stato di stress che spinga a reagire―. Bene, che il corso
cominci!
Primo giorno:
Prima prova a parlare, poi colpisci:
Siamo in 10 donne. Due di noi hanno circa 20 anni, le altre vanno dai 25 ai 40, ma non manca una signora sulla
sessantina. Siamo seguite dagli istruttori Deborah Carravieri, Luca Trovato e Donatello Narracci.
“La distanza di sicurezza― spiega Deborah “corrisponde alle braccia tese di due interlocutori. Quando viene superata,
situazione comincia a essere a rischio. Se ciò accade, cioè se l’altro vi si avvicina troppo invade il vostro spazio, la
prima cosa da fare è difendervi verbalmente: assumete una posizione di avvertimento, cioè con gamba e braccio
sinistro avanti, palmi delle mani rivolti verso l’interlocutore e, guardandolo negli occhi o fissandolo tra naso e bocca, dite:
“Stia indietro!―. Il tono deve essere sicuro, le parole concise: le discussioni sono inutili e spesso fraintese, poiché per
molti uomini un no è un ni è in si―.
Iniziamo a provare. La signora più grande è molto decisa, le due ragazzine ridacchiano. “siete qui perché il corso di
aerobica era pieno?― si spazientisce Deborah. “non è un gioco: vi state preparando ad affrontare stalker e violentatori
seriali―. I racconti di un paio di episodi di cronaca bastano a raggelarle e a farle smettere di ridere.
“Se la difesa verbale non basta, dovete passare ai colpi a breve distanza: quello dato col palmo destro tra naso e bocca
e la ginocchiata ai testicoli. A ogni colpo ripetete “No!―: serve sia per attirare l’attenzione dei passanti sia per prendere
fiato―.
Colpiamo prima a vuoto, poi gli istruttori, abbiamo paura di far loro male. Deborah spiega che l’aggressore non si aspetta
una reazione: l’effetto sorpresa ci fa guadagnare secondi preziosi per scappare.
“Concludiamo con i calci, da terra. L’aggressore impiega circa 20 secondi per buttarvi giù― aggiunge Deborah. “ S
poggiate le mani indietro a terra, riuscite a sferrare calci frontali e laterali. A quel punto provate a rialzarvi per fuggire,
stando attende che il braccio protegga sempre il volto―.
Sperimentiamo calci e rialzate più volte, ma siamo scoraggiate. Ma la settimana prossima colpire diventerà spontaneo.
Secondo giorno:
TI SALTA ADDOSSO? RIBALTALO! Â
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“Oggi affronteremo una parte più complessa: quando l’aggressore ti butta a terra e ti viene addosso― comincia Debo
“Vi insegneremo due tecniche. La prima è quella del ponte: si usa quando lui è a cavalcioni sopra di voi. Probabilmente
vi sta parlando o insultando. E’ difficile restare fredde, ma dovete cercare di prendere tempo: chiedetegli cosa vuole che
facciate e con lo sguardo cercate una via di fuga. Dovete “assecondarlo―, ma senza supplicarlo lui cerca una vittima e
vuole solo vedervi sottomesse. Appena si distrae, con un colpo di bacino spingetelo di lato, rivolgete le gambe verso la
sua testa e calciate. Se lui è sdraiato su di voi con il bacino tra le vostre gambe userete la mossa antistupro: vi
spostate da un lato e alzate una gamba in modo da metterla fra voi e lui e con l’altra calciate o fate leva per ribaltarlo.
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Antiaggressione femminile Difesa Donna Difesa Personale Autodifesa Donne Self Defence
Forza provate!―.
Quello che in teoria sembrava molto complicato, in pratica si dimostra più facile, e soprattutto efficace del previsto,
anche se la sensazione di avere un uomo addosso è terribile: mi sento soffocare e istintivamente mi alzo irrita tata.
L’istruttrice da uno Stop, ma mi esorta a riprovare dopo qualche minuto il mio possibile aggressore potrebbe essere
cento volte più insistente, magari ubriaco e drogato, e in quel momento di certo il pericolo reale sarebbe superiore al
fastidio! Ci riprovo, pensando che devo salvarmi la vita. Eseguo i movimenti con un’enorme forza tanto che riesco a
ribaltare subito l’istruttore, che mi fa i complimenti. Bene: inizio a capire. Quando ci confrontiamo tra noi, siamo tutte più
convinte delle nostre potenzialità . Una delle ragazze racconta di una sua amica che è riuscita a difendersi da due
uomini scalciando a più non posso. Deborah commenta che non sempre le donne hanno voglia di confessare di avere
subito violenza.
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Terzo giorno:
ORA SEI AGGREDITA: IMPARA A FUGGIRE:
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Introduce Deborah: “ Entriamo nel vivo della situazione: le simulazioni sotto effetto adrenalinico. Luca e Donatello vi
insulteranno, pur non facendovi male, vi aggrediranno con violenza. Voi colpi teli pure con forza: hanno le protezioni. Io
sarò sempre dietro di voi nel ruolo di Angelo Custode, per suggerirvi cosa fare. All’inizio di ogni prova stabiliremo la “vi
di fuga― che in questo spazio potrebbe essere, per esempio, la porta, mentre nella realtà potrebbe trattarsi di un locale,
dell’uscita del parcheggio oppure della vostra auto. Durante la colluttazione non dovete perderla di vista―.
Comincio io. Deborah mi fa camminare nella sala. L’aggressore mi chiede dove è la farmacia. Mi metto in posizione di
avvertimento e uso la difesa verbale: “Stia lontano―. L’adrenalina sale. Faccio fatica a guardarlo negli occhi. “Ho d
stare lontano, devo tornare a casa perché.―. Deborah mi interrompe: non devo instaurare conversazioni. Lui mi viene
addosso. Uso il colpo con il palmo, poi la rabbia sale e inizia a sferrare colpi anche a caso: lui va via. Jenny viene
afferrata al collo da dietro. Deborah la esorta a respirare e a infilare le dita tra il suo collo e le mani di lui, mentre con
l’altro braccio darà delle gomitate per sfilarsi dalla presa. Franca, la signora grande, se la cava con la difesa verbale:
avverte che il marito le sta venendo incontro. Lucia teme di non farcela. L’aggressore le dice di avere avuto un incidente.
Lei si avvicina, ma Deborah la blocca: “Digli di sedersi, chiamerai l’ambulanza―. Lucia gli dà le spalle. Lui le salta ad
ma lei gli sferra una ginocchiata nei genitali e fugge. Sara invece è raggelata e se la prende con Deborah che la spinge
a reagire. Anna piange quando Luca le è addosso. Silvia, pur essendo minuta, ribalta l’uomo, ma quando lui è a terra
gli dà dei calci colpendo il volto. Deborah si arrabbia: è vietato infierire, si deve solo bloccare l’aggressore per fuggire. Il
commento finale è all’unisono: “Per la prima volta sento che posso farcela! La paura non mi blocca!―.
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Quarto Giorno:
USA ANCHE PENNE, CHIAVI & SPRAY:
 “Oggi simuleremo altre situazioni: le aggressioni in metro, in ascensore, i tentativi di scippo. Non vi ho fatto indossare la
tuta, per farvi sperimentare come sia difficile dare un calcio con jeans o usare i tacchi come arma. Vi insegneremo poi
l’uso di oggetti che avete con voi, come una penna o un mazzo di chiavi. Ma sono utili anche gli spray a peperoncino.
Tenete presente che la vostra reazione è fondamentale: l’aggressore non se l’aspetta e l’effetto sorpresa giocherÃ
vostro favore, regalandovi secondi preziosi per fuggire. E dunque per salvarvi la vita― conclude Deborah.
Ora quasi tutte riusciamo a difenderci. Incredibile a dirsi, ma ognuna di noi ha acquisito sicurezza in se stessa ed è uno
spettacolo osservare come noi―donne normali― siamo in grado di ribellarci a un’aggressione! Mi sento più sicura. E
consiglio a tutte il corso.
UN CORSO & UNA POLIZZA PER LA SICUREZZA
Un Bagaglio utile per la Vita: I corsi Difesa Donna, che ti insegnano a reagire in caso di aggressione, sono diffusi in
tutta Italia: per trovare la scuola più vicina a casa tua, vai su www.difesadonna.it . Durano due weekend, per un totale
di 14 ore. Il costo si aggira intorno ai 150 € ai quali aggiungere 25 € per la tessera associativa (ma la cifra può variare
da regione a regione).
Un’assicurazione per proteggerti. Si chiama Amidonna ed è un prodotto lanciato sul mercato di recente dal gruppo Filo
Diretto.―L’idea è nata due anni fa, in un momento di intenso allarme sulle aggressioni a donne e minori, il 70% delle
quali avviene tra le mura di casa― spiega Rossella Rossi, responsabile marketing del gruppo. “L’obbiettivo è quello d
aiutare le vittime, mettendo a punto un insieme di prestazioni: dall’assistenza medica e psicologica a quella legale. La
polizza però non può essere stipulata singolarmente: lavoriamo con associazioni, enti pubblici e aziende che vogliono
mettere questo servizio a disposizione delle donne―. Info: www.filodiretto.it
27 CONSIGLI DOC:
IN STRADA: Non prendere scorciatoie in strade deserte. Non camminare rasente a portoni. Non fare jogging da sola e
con le cuffie. Ti senti seguita? Entra in un bar. Non avvicinarti alle auto che ti chiedono informazioni:
IN AUTO: Evita di fare benzina la sera. Parcheggia in zone illuminate. Non dare mai passaggi a sconosciuti. Sei
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costretta a guidare sotto minaccia? Tampona l’auto davanti a te. Tieni il cell. Carico.
IN STAZIONE & CO. In treno: evita gli scompartimenti vuoti; in vagone letto chiuditi dentro. Evita i parcheggi degli
aeroporti: ampi e con poco controllo. Diffida sempre dei tassisti non autorizzati.
IN DISCOTECA: Vai in gruppo. Tieni il drink sotto controllo. Ti senti stordita? Non uscire da sola. Indossi mini e
scollature? Mettiti su un cappotto quando esci.
AL LAVORO: Evita di lasciare sulla scrivania e sul computer info personali. Se resti fino a tardi avvisa la sorveglianza.
IN CASA: Se vivi sola non mettere il nome sul citofono. Non aprire mai la porta a persone non identificate. Non
prendere l’ascensore con chi non conosci. Al rientro trovi la porta forzata? Non entrare e chiama la Polizia.
IN BANCA MA NON SOLO: Prelevi: mai in zone poco frequentate. In rete: non dare info personali. Segnala agli
operatori se ti vengono fatte proposte sessuali.
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14 Luglio 2009
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AGGREDITA PER STRADA E ORA MI DIFENDO DA SOLA.
UNA SERA COME TANTE, IN CENTRO A MILANO. MARIA GIOVANNA VA A CENA DAI SUOI GENITORI E POI SI
INCAMMIMA A PIEDI, SOLA VERSO LA CASA. ALL’IMPROVVISO DUE UOMINI L’AVVICINANO, LA DERUBANO E L
PRENDONO A BOTTE. UNO SHOCK CHE LE HA CAMBIATO LA VITA E DA CUI SI STA RIPRENDENDO GRAZIE A
UN CORSO DI AUTODIFESA. Â
L’anno scorso ho voluto percorrere ancora quel tratto di strada. Un atto
scaramantico, se vogliamo. Un voler ribadire a me stessa che il cerchio si chiudeva e, da quel momento, avrei
dimenticato per sempre.
E’ servito? Forse. Ma non del tutto. Lo shock è qualcosa che superi lentamente. Devi metabolizzare e, forse, io non
sono ancora pronta. Perché a volte, si, mi capita ancora.
Quando cammino in una strada poco trafficata, per esempio. I miei passi risuonano nel silenzio e dietro, subito dietro,
proprio alle mie spalle, sento altri passi. Vicini, vicinissimi.
E allora il cuore ha un tonfo, per poi riprendere a battere più forte. I muscoli si tendono, il respiro diventa affannoso,
l’adrenalina sale. Il corpo diventa come la corda di un arco tesa all’inverosimile e, io, una creatura che sta per reagire
all’attacco di un predatore.
Poi, al culmine della paura, mi giro di scatto, per capire di chi sono quei passi, pronta a tutto. Mi capita anche di giorno,
anche in strade centralissime, quando il ricordo mi invade, squarciandomi la mente, nonostante siano passati due ani
dalla sera in cui mi hanno aggredita.
Certo, ora ho imparato a stare all’erta, ho seguito un corso di autodifesa, ma il trauma resta comunque impresso nella
memoria. Nell’anima. Nella percezione del mondo, che diventa pericoloso, spietato. L'intuito di mia madre
Torno a casa di miei genitori. Le chiavi del mio appartamento le hanno loro. Come quelle della macchina.
Come tutto il resto: soldi, bancomat, carte di credito. Ma non m’importa, non riesco a pensare più a niente, se non al film
di violenza di cui sono stata protagonista. Stesa sul marciapiede, con quell’uomo che infierisce su di me senza motivo. E
senza nessuna pietà . Sono viva, si. Come dicono tutti , alla fine mi è andata bene. Sono viva, certo, ma non sono più io.
Ho capito che la vita può valere molto poco. Ho gli incubi ogni notte. E quando non ho incubi, la prima immagine al
risveglio è sempre quella: io sul marciapiede e quell’uomo che mi prende a calci. Fino ad ammazzarmi. Mi sposto
soltanto in macchina. Anche per andare al supermarket. Conduco un’esistenza da braccata. Bastano le grida di alcuni
bambini fuori da scuola per farmi sussultare. Non sono andata da uno psicologo. E non voglio prendere psicofarmaci.
Per me sarebbe un’ulteriore resa verso i miei aggressori. Ero una persona solare, aperta, ottimista. Sono diventata
diffidente, sospettosa, prevenuta. E poi c’è la rabbia. Ne ho dentro tantissima, e avrei voglia di vendicarmi. M gli
aggressori, nonostante siano state svolte varie indagini, non sono stati mai trovati. Un giorno vengo a sapere di un corso
di autodifesa. Mi iscrivo. Non mi trasformano in un’eroina cibernetica tipo Lara Croft, ma mi insegnano a reagire nel modo
giusto. Imparo a neutralizzare anche gli aggressori più orti e violenti. Bastano poche mosse precise, finalizzate soltanto a
mettere l’altro a terra e a scappare.
Un bacio dalla finestra
Ma quando esco ho ancora tanta paura e cerco sempre di evitare i luoghi e le situazioni più a rischio. Però, a poco a
poco, sto diventando più consapevole delle mie possibilità e riesco perfino a sfogare la rabbia e il desiderio di vendetta.
Lentamente recupero sicurezza. Grazie agli insegnamenti di difesa personale, mi sento meno fragile, più preparata ad
affrontare i pericoli.
Da mia madre? Ci passo tutte le sere. Ma quando vado via, lei si affaccia alla finestra per vedermi arrivare sana e salva
fino alla macchina. Io alzo lo sguardo e le mando un bacio da lontano.
I CONSIGLI DEL GURU DELLA SICUREZZA
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Antiaggressione femminile Difesa Donna Difesa Personale Autodifesa Donne Self Defence
Roberto Bonomelli, ideatore del metodo Difesa Donna ed esperto di autodifesa, è una delle massime autorità in
materia di sicurezza in Italia.
Ecco i suoi consigli:
Quando sei da sola osserva bene l’ambiente in cui ti muovi: le uscite di sicurezza e le vie di fuga.
Se un uomo si avvicina, avvertilo con voce decisa di stare indietro. La sola difesa verbale e un atteggiamento del corpo
che comunica: ―Io non sono una vittima― ferma il 30% degli aggressori.
Quando l’aggressione è a sorpresa, non rimane che la difesa fisica. Se un uomo ti afferra da dietro, colpiscilo allo
stomaco o ai genitali. Se ti minaccia standoti di fronte, spingilo, in modo da fargli perdere l’equilibrio.
Per approfondire vai sul sito www.difesadonna.it
Valeria Chierichetti
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