pdf - Ottica Mancini
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Sono miope? È colpa di un gene Secondo i ricercatori del Duke University Medical Center in North Carolina il responsabile di questa patologia è una particella cromosomica fondamentale per la funzione retinica e per la memorizzazione delle immagini Sulle cause della miopia il dibattito è ancora aperto: c'è chi dice che dipenda da fattori ambientali e chi, invece, da alterazioni genetiche. Come riferisce Repubblica.it, la maggior parte degli studiosi, fino ad ora, ha puntato il dito contro le troppe ore passate davanti a uno schermo: sforzare quasi sempre la visione da vicino, a scuola, al computer, davanti alla televisione, determinerebbe una maggiore tendenza ad andare incontro a questa anomalia. Ma ora una ricerca pubblicata su Nature Genetics dà ragione a chi sostiene che le cause siano genetiche. «Tutto dipende da un'alterazione del RasGRF1, un gene che, proprio perché presente nella retina e nei neuroni, è fondamentale per la messa a fuoco e per il consolidamento della memoria visiva» sostiene il team di studiosi, che ha analizzato le abilità visive di 13.414 persone di origine caucasica, e ha individuato piccole variazioni del gene in associazione a errori di messa a fuoco nella visione. «Questa è una prova biologicamente convincente - dice Terry Young, coordinatore della ricerca - Ora che abbiamo identificato RasGRF1, possiamo studiare un nuovo meccanismo molecolare per prevenire la più comune causa di disabilità visiva». Proprio per arginare la diffusione di questo difetto visivo, che secondo alcune stime, in Italia, interessa un adolescente su quattro, i ricercatori ora sperano di poter capire come il gene interagisca con la crescita dell'occhio. In questo modo, dicono, sarà possibile intervenire in tempo e sviluppare una terapia utile a prevenire e a curare il disturbo. «Non è abbastanza per la fine degli occhiali, ma chiaramente la speranza è che un giorno saremo in grado di bloccare i percorsi di genetica che causano la miopia - ha detto Christopher Hammond del King's College di Londra, uno degli autori dello studio - Sarà una sfida e prima di almeno 10 anni non ci sarà nessun trattamento». Verso una cura contro il glaucoma Dopo la recente scoperta del gene che provocherebbe la miopia, un team di scienziati di Southampton ha individuato l’alterazione genetica responsabile della grave malattia agli occhi che rappresenta la principale causa di cecità La diagnosi precoce del glaucoma potrebbe essere, infatti, possibile grazie al lavoro di Andrew Lotery, professore di oftalmologia presso il Southampton General Hospital, che, insieme a un team di esperti internazionali, ha scoperto la derivazione genetica della malattia, permettendo di conoscerne i processi biologici. Come riporta il sito dailyecho.co.uk, questa innovazione rappresenta una concreta conquista nel campo delle scienze oculistiche in quanto l’individuazione della provenienza genetica del male è il primo passo per lo sviluppo e la scoperta di nuovi trattamenti clinici. Il glaucoma, infatti, attualmente viene trattato riducendo la pressione all'interno dell'occhio per mezzo di gocce o tramite intervento chirurgico, ma questo non è efficace in tutti i pazienti, soprattutto per coloro che scoprono la diagnosi in uno stadio avanzato. Mangio mirtilli e vedo meglio L' estratto di questa bacca viene spesso consigliato per disturbi visivi generici e nelle difficoltà di adattamento a condizioni di luce scarsa Una delle più gravi complicanze del diabete è la retinopatia diabetica e l'opacizzazione del cristallino, che costituiscono la prima causa di cecità negli individui in età lavorativa. Responsabile di queste alterazioni, unitamente alla generale compromissione microcircolatoria, è l'eccessiva trasformazione del glucosio intracellulare in sorbitolo, capace di provocare danno tissutale per effetto osmotico. Tale danno è tanto più elevato quanto più precocemente è insorto il diabete e si aggrava in presenza di obesità, ipertensione arteriosa, compromissione renale, gravidanza. Gli antocianosidi del mirtillo posseggono una notevole azione capillaro-protettrice e hanno una forte capacità inibente nell'enzima aldoso reduttasi, responsabile della trasformazione del glucosio a sorbitolo. Come riferisce Sportweek di settembre, oltre ad agire sulla circolazione dell’occhio, di sicuro questo frutto può essere molto utile nell’emeralopia, detta anche cecità notturna, ossia nei casi in cui, verso sera, al calare della luce, non si vede più nulla. Questo perché la perdita di visone notturna può essere causata da una mancanza nella retina (in particolare nei bastoncelli) di una sostanza derivata dalla vitamina A, di cui il mirtillo è ricco.