Cineforum N-3 - Cinema Odeon

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Cineforum N-3 - Cinema Odeon
Cineforum
ODEON
Società Generale di Mutuo Soccorso
2009-10
3
N-
gennaio
febbraio
Ore 16 - 18 - 20 - 22
(Salvo diversa indicazione)*
12/13/14 gennaio 2010
NEMICO PUBBLICO
di Michael Mann
(15:30 - 18:15 - 21)*
19/20/21 gennaio 2010
OGGI SPOSI
di Luca Lucini
(15:40 - 17:50 - 20 - 22:10)*
26/27/28 gennaio 2010
GLI ABBRACCI SPEZZATI
di Pedro Almodóvar
(15:20 - 17:40 - 20 - 22:15)*
2/3/4 febbraio 2010
A SERIOUS MAN
di Joel Coen, Ethan Coen
9/10/11 febbraio 2010
AMELIA
di Mira Nair
16/17/18 febbraio 2010
IL RICCIO
di Mona Achache
23/24/25 febbraio 2010
IO, LORO e LARA
di Carlo Verdone
p. 2
p. 4
p. 6
p. 7
p. 9
p. 10
p. 11
I BIGLIETTI SONO IN VENDITA TUTTI I GIORNI.
Si prega di tenere spenti i cellulari in sala.Grazie.
Si ricorda che non è consentito riservare più di
un posto per gli amici ritardatari, e comunque
non oltre dieci minuti dall’inizio dello spettacolo.
IMPORTANTE: le tessere del Cineforum
Odeon e del Filmstudio danno diritto al biglietto
ridotto al Cinema Odeon escluso la Domenica.
CON LE E.MAIL I PROGRAMMI DEL CINEMA
ODEON A CASA VOSTRA. E’ sufficiente collegarsi al sito: www.odeonline.it
w w w. o d e o n l i n e . i t . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
12 - 13 - 14 gennaio (Ore 15:30 - 18:15 - 21)
Regia: Michael Mann Attori: Johnny
Depp (John Dillinger), Christian Bale
(Melvin Purvis), Marion Cotillard (Billie
Frechette), Billy Crudup (J. Edgar
Hoover), Channing Tatum (Pretty Boy
Floyd) Soggetto: Brian Burrough (saggio) Sceneggiatura: Ronan Bennett,
Ann Biderman (revisione), Michael
Mann (revisione) Fotografia: Dante
Spinotti Musiche: Elliot Goldenthal
Montaggio: Paul Rubell, Jeffrey Ford
Scenografia: Nathan Crowley
Arredamento: Rosemary Brandenburg
Costumi: Colleen Atwood Effetti:
Robert Stadd Produzione: KEVIN
MISHER E MICHAEL MANN PER
FORWARD PASS, MISHER FILMS
Distribuzione: UNIVERSAL Durata:
140 min. Origine: USA, 2009 Genere:
DRAMMATICO, POLIZIESCO Tratto
da: saggio "Public Enemies: America's
Greatest Crime Wave and the Birth of
the FBI, 1933-34" di Brian Burrough
Il regista
Nasce a CHICAGO, Illinois (USA) il
05-02-1943. Autore di serial televisivi di
grande successo, come "Miami Vice",
"Crime Story" e "Starsky e Hutch",
Michael Mann debutta sul grande
schermo nel 1981 con il film "Strade
violente", interpretato da James Caan.
Trasferitosi
in
Inghilterra nel 1964
per studiare alla
London Film School,
Mann inizia a lavorare come regista di
documentari, girando
Abbigliamento donna
negli Stati Uniti "17
Vicenza
Days Down the Line".
Viale Trieste, 18 - 0444.304800
Parallelamente studia
P.zza XX settembre, 2 - 0444317574
sceneggiatura, e nel 1979 vince il suo
primo Emmy come miglior regista, grazie al film "Jericho Mile". Nel 1983
scrive e dirige il thriller gotico "La fortezza", e nel 1986 "Munhunter- frammenti di un omicidio", elaborato partendo dal romanzo di Thomas Harris "Il
delitto della terza luna". Il suo lavoro
più recente, prima di "The Insider", è il
film d'azione "Heat - La sfida", tratto da
una sua sceneggiatura e interpretato
da Al Pacino, Robert De Niro, Val
Kilmer e Jon Voight. Michael Mann,
con il film "The Insider- dietro la verità",
è stato candidato all'Oscar 2000 per la
migliore regia e per la miglior sceneggiatura non originale (insieme con Eric
Roth).
LA STORIA
Nell'America piegata dalla Grande
Depressione Economica un uomo fuori
dal comune riuscì ad attirarsi il favore e
l'attenzione dell'opinione pubblica:
John Dillinger, qualificato dalle autorità
statunitensi come Nemico Pubblico
Numero Uno. Spietato ma galante,
Dillinger e la sua banda seminarono il
terrore nelle banche degli Stati Uniti e
si fecero beffe di J. Edgar Hoover e del
suo Bureau of Investigation (futuro
F.B.I.), guadagnandosi il plauso di coloro che avevano visto i risparmi di una
vita confiscati dagli istituti di credito. A
porre fine all'attività criminale di
Dillinger fu poi Melvin Purvis, soprannominato 'il Clark Galble dell'FBI', che
dopo un'interminabile serie di inseguimenti e sparatorie, con l'ausilio di un
gruppo di sceriffi del West e di alcuni
sedicenti amici di Dillinger, riuscì a tendere una letale trappola al celebre ed
acclamato malvivente, ucciso all'uscita
di un cinema di Chicago nel luglio del
'43.
LA CRITICA
Mann è un cineasta radicale che da
giovane ha lavorato molto in
Inghilterra perché negli Usa,
per lui, tirava un'ariaccia:
pur essendo un ebreo
bianco, le sue simpatie per le Black
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CINEFORUM ODEON
Società Generale
Mutuo soccorso
Buone Feste
AUGURI
Panthers lo avevano messo nei guai.
Poi, è anche un grande stilista, e
Nemico pubblico è un clamoroso esercizio di stile, né più né meno di
Collateral o Miami Vìce: lo straordinario
realismo delle sparatorie si sovrappone
all'uso straniante della colonna sonora
quasi rock, e nel finale il suddetto gangster-movie con Gable e Powell diventa un controcanto ironico alla fine di
Dillinger, un po' come il numero di tiptap in 'Cotton Club' di Coppola. Johnny
Depp, bravo come sempre, sfida il mito
di Gable: ed è forse l'unico attore
vivente a poterci provare.
Alberto Crespi, 'L'Unità', 06 novembre
2009
In cifre in cui si tende via via sempre
di più a un iperrealismo che di ogni
personaggio fa una persona, di ogni
evento, vivo e immediato, fa un fatto
di cronaca. Naturalmente tanta ricerca della verità concreta avrebbe difficilmente dato i suoi frutti senza l'interpretazione magistrale di Johnny
Depp: mai gridata, mai sopra le righe,
con un intimismo e perfino un minimalismo che
risolve tutto negli sguardi,
se non addirittura nei
silenzi. Mentre intorno
esplodono solo gli spari
dei revolver e dei mitra.
Fino all'ossessione.
Gian Luigi Rondi, 'Il
Tempo', 06 novembre
2009
Dopo diverse trasposizioni di nemici pubblici
(James Cagney per
William Wellman nel '31,
Warren Oates per John
Milius nel '74), Mann propone l'esposizione del
rapinatore
lavorando
sull'abbellimento e la
coreograficità dell'atto
furtivo come dei mortali
scontri a fuoco. Le rapine, le sparatorie, le spartizioni di bottino sono seguite sia con
un voluttuoso montaggio, sia con una
macchina da resa che stringe d'improvviso il quadro, seguendo la direzione del gesto (per esempio lo smontaggio delle armi al ritorno dalla prima
evasione). Anche se alla fine è sempre la sintesi compositiva tra sguardo,
suono e cromatismi a infondere la
carica. L'arrembaggio arriva sempre
da fuori, da chi compone e non da chi
interpreta il componimento. Prendete
un qualsiasi inseguimento (tutti i set
del film, tra Illinois e Wisconsin, sono
stati veri luoghi battuti dalla banda di
Dillinger) e noterete i raggi di
sole che creano bolle e riflessi
sull'otturatore, clangore di auto e
armi d'epoca, epiche
armonie di Elliot
Goldenthal a riecheggiare L'Ultimo
dei
Mohicani.
Opinabile la presenza della pupa del
gangster (Marion
Cotillard). Da ricordare uno degli
highlights del cine-
ma di superficie di Mann: la concitata
presentazione dell'agente Purvis
(Christian Bale) sulle note di Ten million
slames. Un paio di minuti in visibilio, un
paio di secondi per l'oblio. Davide
Turrini, 'Liberazione', 06 novembre 2009
La psicologia non interessa Mann, che
resta un fenomenologo: il narcisismo
del gangster è senza spessore e
background. Il che (con la pretestuosa
polemica di Dillinger contro le banche
che 'rapinano' la gente) fa la modernità
del film, un catalogo del male spregiudicato e deduttivo, ma senza ideali né
romanticismo, ormai privo dell'aura del
mito, più reality che realtà.
Piera Detassis, 'Panorama', 13 novembre 2009
CINEFORUM ODEON
3
19 - 20 - 21 gennaio
(Ore 15:40 - 17:50 - 20 - 22:10)
Regia: Luca Lucini Attori: Luca
Argentero (Nicola Impanato), Moran
Atias (Alopa), Dario Bandiera (Salvatore
Sciacca), Carolina Crescentini
(Giada), Francesco Montanari (Attilio
Panecci), Filippo Nigro (Fabio Di Caio),
Gabriella Pession (Sabrina Monti),
Michele Placido (Sabino Impanato),
Renato Pozzetto (Renato Di Caio),
Isabella Ragonese (Chiara Malagò),
Lunetta Savino (Violetta Impanato),
Hassani Shapi (Ambasciatore)
Soggetto: Fausto Brizzi, Marco
Martani,
Fabio
Bonifacci
Sceneggiatura: Fabio Bonifacci,
Fausto Brizzi (collaborazione), Marco
Martani (collaborazione) Fotografia:
Manfredo Archinto Musiche: Giuliano
Taviani, Carmelo Travia Montaggio:
Fabrizio Rossetti
Scenografia:
Marco Belluzzi Costumi: Roberto
Chiocchi Produzione: RICCARDO
TOZZI, MARCO CHIMENZ, GIOVANNI
STABILINI
PER
CATTLEYA
Distribuzione: UNIVERSAL Durata:
118 min. Origine: ITALIA, 2009
Genere: COMMEDIA
Il regista
Nato a Milano nel 1967, dal 1993 al
1997 lavora come assistente alla produzione per un programma televisivo di
Super Channel London. Nello stessO
periodo realizza numerosi video musicali per molti artisti italiani. Seguono
negli anni successivi la regia di spot
pubblicitari e programmi televisivi. Nel
2002 realizza il cortometraggio "Il sorriso di Diana", prodotto da Cattleya e
Cinecittà Holding. Nel 2003 firma la
regia del suo primo lungometraggio,
"Tre metri sopra il cielo", tratto dall'omonimo romanzo di Federico Moccia.
LA STORIA
Storia di quattro coppie alle prese con i
preparativi delle rispettive nozze:
Nicola Impanato, poliziotto pugliese ed
ex dongiovanni incallito, ha deciso di
sposare la figlia dell'Ambasciatore
indiano e si prepara a convincere suo
padre, un contadino nato e cresciuto a
Morticola, ad accettare un matrimonio
hindu; due giovani precari, Salvatore e
Chiara, per organizzare un matrimonio
a costo zero, decidono di far imbucare
i parenti di lui, siciliani attenti alle tradizioni, al matrimonio del secolo, quello
della soubrette Sabrina con il magnate
Attilio Panecci. Nel frattempo, il pm
romano Fabio Di Caio, che segue da
tempo le mosse di Attilio cercando di
incastrarlo, deve riuscire a dissuadere
suo padre dallo sposare una massaggiatrice poco più che ventenne.
Abbigliamento donna
Vicenza
Viale Trieste, 18 - 0444.304800
P.zza XX settembre, 2 - 0444317574
LA CRITICA
Il racconto, secondo
la struttura degli episodi a tema incrociati,
mescola fra loro la
storia
di
Luca
Argentero, che vorrebbe sposare la
bella indiana Moran
Atias, nonostante lo
stile rustico del padre
contadino Michele Placido; quella dei
precari Dario Bandiera e Isabella
Ragonese, che vorrebbero sposarsi a
costo zero; quella della soubrette
Gabriella Pession, che vorrebbe impalmare il magnate della finanza
Francesco Montanari; quella del magistrato Filippo Nigro, che cerca di dissuadere suo padre Renato Pozzetto
dai condurre all'altare la massaggiatrice Carolina Crescentini. Il tutto spingendo sul pedale della farsa, a furia di
avare risate e generose volgarità.
Giacomo Vallati, 'Avvenire', 21 ottobre
2009
Il film di Luca Lucini con un ottimo cast,
conferma che il regista ha un particolare feeling con la commedia-corale
(come il suo precedente Amore, bugie
e calcetto). Una commedia frizzante,
allegra e ben recitata dove, ed è la
cosa più importante, si ride molto. Una
sceneggiatura che intreccia le storie di
quattro coppie, scritta dall'esperto
Fabio Bonifacci, con la collaborazione
del duo Martani-Brizzi, la coppia d'oro
di Notte prima degli esami.
Giampiero De Chiara, 'Libero', 21 ottobre 2009
Oggi sposi lavora su formule consolidate, tra affondi dialettali, sfide etnico-gastronomiche, un pizzico di
mostruosità antropologici riferimenti
alla dittatura mediatica e una punta
di critica sociale (per fortuna non
moralistica). All'incontro stampa,
Dario Bandiera s'è divertito
a sfottere noi giornalisti,
trattandoci da "sagome". Pare che qualche collega se la sia
presa.
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CINEFORUM ODEON
Michele Anselmi, 'Il Riformista', 21
ottobre 2009
Oggi sposi è più di una frizzante
commedia. E' un investimento. E' la
razione sotto il marchio Cattleya di
gran parte delle energie creative
della generazione dei quarantenni
che si dedicano a coltivare e rinnovare il linguaggio del cinema leggero e
di intrattenimento di massa. La convergenza dei due principali filoni di
successo nella commedia giovanile
italiana sia comica che romantica:
Tre metri sopra il cielo e Notte prima
degli esami. Il regista Luca Lucini di
Tre metri ..., L'uomo perfetto, Amore
bugie e calcetto, Solo un padre. Lo
sceneggiatore Fabio Bonifacci di
Diverso da chi?, Si può fare, Notturno
bus, E allora mambo. Gli ideatori
Fausto Brizzi e Marco Martani a
lungo partner di fiducia di Neri Parenti
per i cinepanettoni, coartefici dell'exploit di Notte prima degli esami, il
primo regista di Ex.
Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 21
ottobre 2009
Oggi sposi di Lucini è molto più elementare e lineare ma sa comunque
indovinare alcune situazioni davvero
esilaranti. Il soggetto (di Brizzi e
Martani) ricorda molto Ex, con meno
ambizioni sociologiche ma con un più
evidente gusto per il ritmo e la risata:
protagoniste, quattro coppie che si
preparano al giorno del sì. Non tutte
le storie hanno la stessa forza e la
stessa carica comica e l'intreccio del
caso che si incarica di legare i destini
di tutti qualche volta arranca. Ma
alcuni personaggi sono decisamente
ben inventati, a cominciare da Placido
e Pannofino, contadini zotici e testardi, a Vito, poliziotto bulimico e pasticcione, all'imbranato commissario
interpretato da Filippo Nigro. Fossimo
stati a Hollywood avrebbero forse
fatto riscrivere la sceneggiatura un
altro paio di volte, ma nessuno è perfetto e nel cinema italiano di oggi
sarebbe ingiusto lamentarsi.
Paolo Mereghetti, 'Corriere della
Sera', 21 ottobre 2009
Una commedia, evviva. E siccome di
mezzo non ci sono i gay si ride per
davvero. Fabio Bonifacci di
Amore bugie e calcetto si conferma il più bravo sceneggiare
italiano. Il regista Luca Lucini
compie il miracolo mai riuscito
a nessun regista di casa
nostra: non solo riesce a far
cambiare pettinatura agli attori, si impegna anche sugli
accenti. Luca Argentero recita
in un credibile pugliese, e speriamo che finalmente la finiranno di rimproverargli il reality.
Maria Rosa Mancuso, 'Il
Foglio', 21 ottobre 2009
Inconsapevolmente, lo spunto per il
Oggi sposi di Luca Lucini dev'essere
stato I mostri di Dino Risi. Il problema
che, alla fine, si coglie che questi
personaggi non sono mostri, neppure
il magistrato che usa la polizia come
Don Rodrigo i bravi. Nemmeno il
finale - in stile Bollywood (la Cinecittà
indiana) - è originale, ma offre l'unico
momento sereno di quadro desolante
per ciò che rappresenta più che per
come lo rappresenta, cioè senza cattiveria. Quattro giovani coppie di
fidanzati e due mature coppie sposate in età affastellano velleità che
forse sono comuni: lo diranno gli
incassi. A infastidire è che ogni personaggio paia uscito dalle fiction di
Italia 1. Lucini guida questo sodalizio
di diseredati dell'intelligenza.
Abdicando alla sua.
Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 21
ottobre 2009
CINEFORUM ODEON
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con il fratello Augustin, fonda la
propria casa di produzione, 'El
Deseo'. Nel 1988 firma il suo
primo vero grande successo di
pubblico, "Donne sull'orlo di una
crisi di nervi", cui seguono tra gli
altri "Légami" ('90), "Carne tremula" ('97), "Tutto su mia
madre" ('99, vincitore nel 2000
dell'Oscar, il Golden Globe, il
César, e il David di Donatello
come miglior film straniero e
sette premi Goya) e "Parla con
lei" (2002, candidato all'Oscar
come miglior film straniero e
vincitore del César come miglior
film dell'Unione Europea e del
Golden Globe come miglior film
straniero) che gli fa guadagnare
26 - 27 - 28 gennaio
(Ore 15:40 - 17:50 - 20 - 22:15) l'Oscar 2003 per la miglior sceneggiatura originale. Continua il
Regia: Pedro Almodóvar Attori:
successo
di pubblico con "La Mala
Penélope Cruz (Lena), Lluís Homar
(Mateo Blanco/Harry Caine) Blanca educación" nel 2004 mentre nel 2006
Portillo (Judit García), José Luis Gómez vince a Cannes il premio per la migliore
(Ernesto Martel) Soggetto: Pedro sceneggiatura con "Volver".
Almodóvar Sceneggiatura: Pedro (BIOGRAFIA COMPLETA SU: www.odeonline.it)
Almodóvar Fotografia: Rodrigo Prieto LA STORIA
Musiche: Alberto Iglesias Montaggio: In un incidente d'auto avvenuto quatJosé Salcedo Scenografia: Antxón tordici anni prima, lo sceneggiatore
Gómez Costumi: Sonia Grande Harry Caine ha perso la vista e la
Produzione: EL DESEO S.A., donna amata, Lena. Da allora la sua
UNIVERSAL INTERNATIONAL PICTURES vita non è stata più la stessa, nonoDistribuzione: WARNER BROS. stante l'aiuto economico e morale della
ITALIA Durata: 129 min. Origine: sua amica e direttrice di produzione
SPAGNA,
2009
Genere: Judit García, e sono in pochi a conoDRAMMATICO, THRILLER
scere la sua storia e la sua vera identità. Poi, una notte, Harry decide di racIl regista
Nasce a CALZADA DE CALATRAVA contare la sua storia al figlio di Judit,
(Toledo) SPAGNA il 25-09-1951. Diego, che verrà così a conoscenza
Frequenta le scuole elementari e medie dell'universo di Mateo Blanco, Lena,
a Caceres, nella Mancha, in istituti Judit e Ernesto Martel, fatta di "amour
gestiti dai Salesiani e dai Francescani fou" e dominata da fatalità, gelosia,
iniziando, nello stesso periodo, a fre- tradimenti, abuso di
quentare freneticamente le sale cine- potere e sensi di colpa.
matografiche. Esordisce alla regia di
lungometraggi proprio agli albori della
demo- crazia con "Pepi, Luci, Bom e
le altre ragazze del mucchio", girato in 16mm,
gonfiato a 35mm ed arrivato nelle sale nel
1980. Nel 1986 è la
volta di "Matador".
L'anno successivo,
sabilità di chi lo fa e, per estensione, su
quello che l'occhio umano può e vuole
vedere. Disperata perché, nonostante
il piacere che spesso le storie possono
offrire, e che l'ultimo film (nel film) diretto da Mateo Blanco cercava di trasmettere al pubblico (ne vediamo alcune
scene, che non a caso citano Donne
sull'orlo di una crisi di nervi), proprio
quel piacere può essere causa di dolore. Oppure, può costare molto dolore a
un regista per portarlo a termine. Da un
po' di tempo a questa parte Almodóvar
sembra aver messo da parte il piacere
di raccontare storie immaginifiche e
colorate per addentrarsi in una riflessione sul proprio mestiere (Il fior del
mio segreto, La mala educació) oppure
sul materiale dei suoi sogni, a cominciare dal melò hollywoodiano (Tutto su
mia madre, Volver) che con Los abrazos rotos tocca il suo culmine, per
interrogarsi su cosa davvero possono
dire le immagini. Come quelle girate da
Mateo Blanco e che possono essere
manipolate da un produttore ostile o
quelle senza sonoro che il giovane
Ernesto gira sul set per spiare i comportamenti dell'amante del padre e che
hanno bisogno di qualcuno che sappia
leggere sulle labbra per poter diventare
davvero «parlanti». Anche se è curioso, che in questo film generoso e complesso, il regista spagnolo abbia così
tanto bisogno di rivolgersi alla parola
per spiegare allo spettatore il senso
delle immagini.
Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera',
20 maggio 2009
(...) stavolta vuole fare una dichiarazione totale al cinema, e non ad alcuni
film, ma al mistero del cinema come
LA CRITICA
Costruito come un
gioco di scatole cinesi
dove il doppio binario
temporale (...) il film di
Almodóvar Los abrazos rotos è una disperata riflessione sul
cinema, sulle respon-
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CINEFORUM ODEON
macchina produttrice di piacere e dolore, e alla realtà di chi lo fabbrica, nessuna
maestranza
esclusa...
Paradossalmente, infine, scegliendo
un eroe... cieco. (...) Ovvio che
Almodovar abbia messo dentro il film
anche un numero considerevole di
riferimenti alla storia del cinema, con
tanto di quiz, e brani veri e propri da
film (uno per tutti 'Viaggio in Italia', la
scena della visita alle rovine di
Pompei). Alla fine però, nel flamenco
struggente finale sui titoli di coda,
con il suo ripetitivo ritmo avvolgente
e mortale, ci offre la chiave del film,
della vita e del cinema. L'accettazione
della vita, un grande sì alla vita, fin
dentro alla morte, alla fine, al The
end. Roberto Silvestri, 'Il Manifesto',
20 maggio 2009
Più dramma che commedia, cinema
nel cinema, le immagini lunari
dell'isola di Lanzarote, la solita rivelazione catartica, i vari personaggi
costretti a fare i conti col passato. E
una superba Penelope Cruz, attrice
mai così matura e sensuale, che cita
le dive di ieri con frangetta alla
Audrey Hepburn e chioma platinata
alla Marilyn. Mentre Pedro rende
omaggio a se stesso (con espliciti
riferimenti a Donne sull'orlo di una
crisi di nervi) e difende appassionatamente il proprio mestiere: il protagonista di Gli abbracci spezzati è un
regista al quale il produttore ha
scempiato il film, montando proditoriamente solo le scene
scartate.
Gloria
Satta,
'Il
Messaggero', 20 maggio 2009
Regia: Ethan Coen, Joel
Coen Attori: Michael
Stuhlbarg (Larry Gopnik),
Fred Melamed (Sy
Ableman), Richard Kind
(Zio Arthur), Aaron Wolff
(Danny Gopnik)
Soggetto:
Ethan Coen, Joel Coen 2 - 3 - 4
Sceneggiatura:
Joel
Coen, Ethan Coe Fotografia: Roger
Deakins Musiche: Carter Burwell
Montaggio: Ethan Coen (Roderick
Jaynes), Joel Coen (Roderick Jaynes)
Scenografia:
Jess
Gonchor
Arredamento: Nancy Haigh Costumi:
Mary Zophres Effetti: Vincent Cirelli,
Luma Pictures Produzione: JOEL ED
ETHAN COEN PER FOCUS FEATURES,
WORKING TITLE Distribuzione:
MEDUSA FILM Durata: 106 min.
Origine: USA, 2009 Genere:
COMMEDIA, NOIR
febbraio (Ore 16 - 18 - 20 - 22)
anche la moglie di Joel. Ad esso seguono altri due successi, "Il grande
Lebowsky" (1998) e "Fratello, dove
sei?"(2000) di cui Ethan è ancora una
volta, autore, regista e sceneggiatore
insieme a Joel. Nel 2003 sono di nuovo
vincitori a Cannes con "L'uomo che
non c'era" interpretato da Billy Bob
Thornton, che vince anche il David di
Donatello come miglior film straniero.
Nello stesso anno Ethan scrive la sceneggiatura per "Prima ti sposo, poi ti
rovino" diretto dal fratello, cui segue
"Ladykkillers". Nel 2008, con "Non è un
paese per vecchi", tratto dal romanzo
omonimo di Cormac McCarthy, si
aggiudicano l'Oscar per la miglior regia.
Il film viene premiato come miglior film
e Javier Bardem vince come miglior
attore non protagonista. (Joel Coen)
Nasce a MINNEAPOLIS, Minnesota,
(USA) il 29-11-1954. Nel 1972 si iscrive
al New York University Institute of Film
and Tv e incomincia a lavorare come
aiuto montatore in diversi film horror a
basso costo. Nel frattempo, con il fratello Ethan, insieme al quale collabora
sempre, esordisce come regista per il
film "Blood Simple - Sangue facile"
(1984), una squallida storia di disgraziati ambientata nel Texas. Presentato
a Cannes, il film suscita molto interesse. (...)
Il regista (Ethan Coen)
Nasce a MINNEAPOLIS (Minnesota,
USA) il 21-09-1957. Regista, sceneggiatore, autore, produttore. Figlio di un
professore universitario e di un'insegnante di storia dell'arte, il minore dei
fratelli Coen è laureato in Filosofia alla
prestigiosa università di Princeton.
Subito dopo la laurea, inizia a scrivere
sceneggiature assieme al fratello Joel:
da quella intitolata "Sangue facile"
(1984) è tratto l'omonimo film d'esordio. Dagli inizi perciò i fratelli lavorano
sempre in coppia, tanto da meritarsi
l'appellativo di "Il regista a due teste".
"Barton Fink - E' successo ad
Hollywood" (1991) vince la Palma
d'Oro al Festival di Cannes e John
Turturro riceve il premio come migliore
(BIOGRAFIA COMPLETA SU: www.odeonline.it)
attore protagonista. Ma il film con il
quale i fratelli ottengono la consacrazione definitiva è
"Fargo"(1996), con il
quale
ottengono
l'Oscar 1997 per la
sceneggiatura origiAbbigliamento donna
nale e quello per la
migliore attrice protaVicenza
gonista per Frances
Viale Trieste, 18 - 0444.304800
McDormand che è
P.zza XX settembre, 2 - 0444317574
CINEFORUM ODEON
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LA STORIA
Larry Gopnik, un professore ebreo del
Midwest, vive in un tranquillo quartiere
della periferia di Minneapolis. La sua
esistenza subisce una brusca svolta
quando la moglie Judith decide di
lasciarlo. Larry apprende con sconforto
che Judith ha una relazione con un
vecchio amico di famiglia, Sy Ableman,
ma non può fare a meno di constatare
che negli ultimi tempi la situazione è
diventata invivibile: da quando suo fratello, un uomo inetto e incapace di
provvedere a se stesso, si è insediato
nel loro soggiorno e non ne vuole sapere di andarsene. Mentre è alle prese
con il proprio dolore, Larry deve fronteggiare un figlio in piena crisi adolescenziale, una vicina di casa tutto
pepe, e uno studente che sta cercando
di minare la sua carriera. Forse l'unica
soluzione è quella di rivolgersi ai rabbini...
LA CRITICA
Come Crocevia della morte era un
mirabolante esercizio di stile sulla letteratura hard-boiled (Hammett, Chandler,
Spillane) e Barton Fink un capitolo
apocrifo della Bibbia con agganci al
teatro sociale di Odets, così 'A Serious
Man' è una mimesi dei grandi scrittori
ebrei-americani come Bellow, Roth e
Singer. E sicuramente il film più personale dei Coen, e per certi versi il più
difficile: lungi da noi affermare che sia
solo 'per ebrei', ma una conoscenza
non superficiale della Torah e della
cabala aiuterebbero. Per farvelo spiegare, non aspettatevi aiuti da Joel e
Ethan.
Alberto Crespi, 'L'Unità', 23 ottobre
2009
Per rendere più inusuale il tutto, A
Serious Man comincia con un episodio
avulso dal film e ambientato in uno
shtetl (villaggio ebraico) dalle parti di
Leopoli, si direbbe un secolo fa. In originale vi si parla yiddish, una sorta di
dialetto tedesco che accomunava gli
ebrei dell'Europa orientale. E qui siamo
appunto nello stile di Mel Brooks. Poi la
scena si sposta in una di quelle villette
tutte uguali, col prato davanti, Arcadie
nei film e telefilm di oltre mezzo secolo
fa, poi sentina di ogni orrore in epoca
recente. E qui i Coen sconfinano nelle
situazioni care a Todd Solondz. Resta
un quesito. Nel Minnesota chi andrebbe a vedere un film ambientato nel
1967 su un docente cattolico di fisica
all'Università di Milano, con problemi
coniugali e familiari, raccontata dai fratelli Taviani?
Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 23 ottobre 2009
Come Woody Allen in Radio Days o in
Crimini e misfatti, i fratelli Coen evocano il proprio passato, l'ambiente della
comunità ebraica
americana, in A
Serious Man, film
divertente e nero,
incantevole e ironico.
Satira di usi e costumi
ebraici, della particoAbbigliamento donna
lare ansietà cupa,
della religione e soliVicenza
darietà coatte, del
Viale Trieste, 18 - 0444.304800
P.zza XX settembre, 2 - 0444317574
pessimismo oppres-
sivo: eppure, per la finezza e la bravura
degli autori, si ride molto.
Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 23 ottobre 2009
La commedia di oggi, dopo tanti film
belli e un capolavoro, Il grande
Lebowski, mettono a nudo le proprie
radici ebraiche in un tripudio di umorismo nero squisitamente alleniano. La
cosa più pregevole di questa tragicomica radiografia di una comunità ebrea
nella più anonima America degli anni
60, è la sua galleria di minuti personaggi, servita da un casting strepitoso fin
nei ruoli minimi, passata in rassegna
con la stessa 'accorata impassibilità'
che ha distinto il grande Woody. Intorno
al prof di matematica Larry Gopnik
sommerso da una pioggia di contrarietà e stordito dalle inique prove di un
destino che si accanisce contro la sua
natura, imbelle ma degna, di serious
man, vortica un'esilarante passerella:
figli, loro amici e insegnanti della scuola ebraica, fratello parassita, moglie
adultera, l'altro uomo, il vicino forcaiolo,
la vicina tentatrice, un avvocato, il collega professore, uno studente coreano
che lo vuole corrompere per ottenere
un buon voto. E soprattutto i tre rabbini
dai quali invano cerca indicazioni e
conforto.
Paolo D'Agostini, 'la
Repubblica', 23 ottobre
2009
8
CINEFORUM ODEON
9 - 10 - 11 febbraio
Distribuzione:
20TH CENTURY
FOX
ITALIA
Durata: 85 min.
Origine:
USA,
Genere:
(Ore 16 - 18 - 20 - 22) 2009
BIOGRAFICO,
DRAMMATICO Tratto da: Libri
"East to the Dawn: The Life of
Amelia Earhart" di Susan Butler
e "The Sound of Wings: The
Life of Amelia Earhart" di Mary
S. Lovell
Regia: Mira Nair Attori: Hilary Swank
(Amelia Earhart), Richard Gere
(George Putnam), Ewan McGregor
(Gene Vidal), Christopher Eccleston
(Fred Noonan), Virginia Madsen
(Dorothy Binney Putnam), Joe
Anderson (Bill Stultz), Aaron Abrams
(Slim Gordon), Mia Wasikowska
(Elinor Smith), Gord Rand (Sam
Chapman), Dylan Roberts (Leo
Bellarts) Soggetto: Susan Butler
(libro),
Mary
Lovell
(libro)
Sceneggiatura: Ronald Bass, Anna
Hamilton Phelan Fotografia: Stuart
Dryburgh Musiche: Gabriel Yared
Montaggio: Allyson C. Johnson,
Lee Percy Scenografia: Stephanie
Carroll Arredamento: Gordon Sim
Costumi: Kasia Walicka-Maimone
Effetti: Brendan Carmody, Gentle
Giant Studios Inc., Mr. X Inc.
Produzione: AVALON PICTURES,
AE ELECTRA PRODUCTIONS, FOX
SEARCHLIGHT
PICTURES
Il regista
Nasce a BHUBANESHWAR,
Orissa (India) il 15-10-1957.
Regista, sceneggiatrice, produttrice e attrice. Dopo aver
frequentato la Irish Catholic
School a Simla e l'Università di
Nuova Deli, nel 1976 va ad
Harvard e si laurea in Sociologia
nel 1979. Dopo un periodo di
attività come interprete di opere
tradizionali nei teatri indiani inizia a realizzare documentari sull'India. Nel 1988 dirige il suo primo lungometraggio, "Salaam Bombay!",
candidato all'Oscar come miglior film
in lingua originale e vincitore della
Camera d'Or e del Premio del pubbl-
laughing club of India", vincitore del
Premio speciale della giuria al
Festival Internazionale dei Programmi
Audiovisivi 2000, portato sugli schermi televisivi americani dalla HBO. Nel
2001 con "Monsoon Wedding" vince
il Leone d'oro alla 58^ Mostra del
Cinema di Venezia. Attualmente risiede negli Stati Uniti.
LA STORIA
La storia di Amelia Earhart, la leggendaria aviatrice americana. Il suo spirito libero, il suo indomito coraggio, la
notorietà, la tempestosa e intensa
relazione con George Putnam, un
legame che passa indenne anche
attraverso la sua storia d'amore con
Gene Vidal. Prima pilota ad attraversare il Pacifico, la vita di Amelia si
chiude con un mistero: partita il 1°
giugno 1937 per una trasvolata
dell'intero globo terrestre, non fece
mai ritorno a casa.
LA CRITICA
SEZIONE
CRITICA
NON
DISPONIBILIE; IL FILM E’ IN USCITA
NAZIONALE IL 23 DICEMBRE 2009
Per la terza volta
co al Festival di Cannes, cui seguono
"Mississipi Masala" (1991), "La famiglia Perez" (1995) e "Kamasutra"
(1996). Nel 1999 si cimenta nuovamente con un documentario, "The
CINEFORUM ODEON
9
IL
RICCIO
16 - 17 - 18 febbraio (Ore 16 - 18 - 20 - 22)
Regia: Mona Achache Attori: Josiane
Balasko (Renée Michel), Garance Le
Guillermic (Paloma Josse), Togo Igawa
(Kakuro Ozu), Anne Brochet (Solange
Josse) Soggetto: Muriel Barbery (romanzo) Sceneggiatura: Mona Achache
Fotografia: Patrick Blossier Musiche:
Gabriel Yared Montaggio: Julia Grégory
Scenografia: Yves Brover-Rabinovici
(Yves Brover) Arredamento: Thierry
Rouxel Costumi: Catherine Bouchard
ANNE-DOMINIQUE
Produzione:
TOUSSAINT PER LES FILMS DES
TOURNELLES, PATHÉ, FRANCE 2
CINÉMA,
EAGLE
PICTURES
Distribuzione: EAGLE PICTURES
(2010) Durata: 100 min. Origine:
FRANCIA, ITALIA, 2009 Genere:
COMMEDIA, DRAMMATICO Tratto da:
"L'eleganza del riccio" di Murile Barbery
(edizione e/o)
Il regista
Mona Achache è al suo esordio alla
regia.
LA STORIA
Parigi, rue de Grenelle, 7. Renée Michel,
la portinaia di uno stabile abitato esclusivamente dall'alta borghesia, sembra
essere il prototipo della sua categoria: è
infatti una donna grassa, sciatta e teledipendente. Renée però nasconde un
segreto che nessuno sospetta: in realtà è
una donna coltissima interessata all'arte,
alla letteratura e alla musica e ha una
predilezione spiccata per tutto ciò che è
giapponese. Nello stesso palazzo abita
Paloma Josse, una ragazzina di 12 anni
dall'intelligenza straordinaria che però ha
deciso di suicidarsi il 16 giugno, giorno
del suo tredicesimo compleanno. Nel
frattempo, Paloma si comporta come le
sue coetanee e, mentre osserva critica
tutto ciò che la circonde, si finge una
ragazzina mediocre e interessata alla
vita. Sarà l'enigmatico monsieur Ozu, un
ricco giapponese, a farle incontrare e a
cambiare il corso delle loro vite...
LA CRITICA
SEZIONE CRITICA RIDOTTA; IL FILM E’ IN
USCITA NAZIONALE IL 5 GENNAIO 2010
Abbigliamento donna
Vicenza
Viale Trieste, 18 - 0444.304800
P.zza XX settembre, 2 - 0444317574
Perde "l'eleganza" nel
titolo e diventa un film il
caso letterario del 2007,
che vanta ristampe,
premi letterari e centinaia di migliaia di copie
vendute. Il riccio della
debuttante
Mona
Achache sfida l'immaginario dei lettori, incar-
nando sullo schermo i personaggi letterari (e amati) di Muriel Barbery e il suo
racconto intimo, chiuso in un condominio
e in atmosfere di acceso lirismo. La
generosità narrativa dell'autrice cede il
passo nel film a una sorta di diario intimo
simile a quello redatto dalla Paloma letteraria e mutuato in immagini attraverso
una vecchia videocamera.
La giovane protagonista depone allora
penna e calamaio e filma in modo pregnante tutto quello che le rende la vita
intollerabile e l'idea del suicidio ammissibile. Ad arginare la sua ossessione e a
canalizzare la sua intelligenza, indirizzandola verso una sana realizzazione,
saranno la concierge di Josiane Balasko
(quella che si nasconde) e il gentiluomo
nipponico di Togo Igawa (quello che si
dichiara), voci adulte e segnate da ferite
profonde che riecheggiano lungo le
scale, dentro gli ascensori, dietro alle
pareti.
Renée e Kakuro insegneranno alla bambina i segreti della vita, attraverso un
rapporto pedagogico di continua e affettuosa interrogazione e adottando quella
"distanza amorosa" che permette di
vedere bene e di prendersi cura dell'altro.
Allo stesso modo l'entrata in scena e
nella vita ripiegata di Renée dei due
eccentrici inquilini disporrà altrimenti la
sua esistenza, aprendola finalmente
all'azione. Paloma e Kakuro, non soggetti per natura (quella dei bambini) e cultura
(quella orientale) a pregiudizi o sovrastrutture, scoprono e danno nuova attenzione alla bellezza di Renée, esplorandone la profondità e l'affettività. Il corpo
morbido e abbondante della Balasko
diviene il set d'elezione dove la regista
francese racconta la parabola malinconica eppure mai completamente disperata
di una donna invisibile.
L'esordiente Achache coglie il cuore de
"L'eleganza del riccio", l'elegia dell'ascolto all'altro che avvia il dinamismo emozionale e permette la vita, ma anche i suoi
limiti, un esasperante esibizionismo culturale e una storia compiaciuta della
propria sottigliezza, che confeziona meticolosamente e inverosimilmente "caso",
dialoghi e monologhi. Il film come il
romanzo rivela magnifici lampi nel grigio,
che ci sollevano dalla mediocrità del
cinema e delle letteratura contemporanea ma che non bastano a proiettarci al
livello delle sue esperienze più dense di
significato.
Marzia Gandolfi, mymovies.it, dicembre
2009
10
CINEFORUM ODEON
come regista nel teatro lirico portando in scena a Roma "Il barbiere
di Siviglia". Una delle sue passioni
principali è la musica che diventa
la protagonista di molti suoi film.
(BIOGRAFIA COMPLETA SU: www.odeonline.it)
23 - 24 - 25 febbraio
(Ore 16 - 18 - 20 - 22)
Regia: Carlo Verdone Attori: Carlo
Verdone (Carlo Mascolo), Laura Chiatti
(Lara), Anna Bonaiuto (Beatrice, sorella
di Carlo), Angela Finocchiaro (Assistente
sociale) Soggetto: Carlo Verdone,
Francesca Marciano, Pasquale Plastino
Sceneggiatura: Carlo Verdone,
Francesca Marciano, Pasquale Plastino
Fotografia: Danilo Desideri Musiche:
Fabio Liberatori Montaggio: Claudio Di
Mauro Scenografia: Luigi Marchione
Costumi: Tatiana Romanoff Produzione:
WARNER BROS. ITALIA Distribuzione:
WARNER BROS. ITALIA (2010) Origine:
ITALIA, 2009 Genere: COMMEDIA
Durata: 102 min.
Il regista
Nasce a ROMA (Italia) il 17-11-1950. Suo
padre Mario, critico cinematografico, professore universitario e per molti anni
Direttore del Centro Sperimentale di
Cinematografia, fa sorgere in lui e nel
fratello Luca la passione per il cinema. I
due, sin da bambini vedono sfilare nel
loro salotto autori come Pier Paolo
Pasolini, Roberto Rossellini e Vittorio De
Sica e il sabato sera si divertono a proiettare per parenti e amici i capolavori della
storia del cinema. Sin da giovanissimo
Carlo intrattiene i suoi compagni di classe del liceo "Nazzareno" con le sue
divertenti e impeccabili imitazioni dei
professori. Durante gli anni dell'Università frequenta la scuola dei burattini di
Maria Signorelli e prova la via del palcoscenico recitando nel Gruppo Teatro
d'Arte, diretto da suo fratello Luca. Una
sera gli capita di dover sostituire ben
quattro attori e scopre così le sue capacità di trasformista. Nel 1972, dopo aver
conseguito la laurea in Lettere, si iscrive
alla scuola di regia del Centro
Sperimentale dove si diploma due anni
dopo. La svolta arriva nel 1977 con lo
spettacolo di cabaret "Tali e quali", messo
in scena al Teatro Alberichino di Roma, in
cui dà vita a 12 personaggi. All'inizio degli
anni Ottanta l'amico Sergio Leone si propone come produttore del suo primo lungometraggio, "Un sacco bello" (1980), in
cui molti dei personaggi messi in scena
sul palcoscenico arrivano sul grande
schermo e che gli vale il David di
Donatello come miglior attore esordiente.
L'anno successivo con "Bianco, rosso e
Verdone" Carlo ripete l'esperimento; ma
a partire dal film successivo, "Borotalco"
(1982), comincia a condensare i tic e le
caratteristiche dei suoi personaggi nel
suo protagonista-tipo, un
ragazzotto semplice e complessato che non riesce a
imporre la propria volontà. In
quello stesso anno, Carlo
viene diretto da Alberto Sordi,
suo maestro dichiarato e fonte
d'ispirazione, in "In viaggio
con papà". Nel 1988 realizza
uno dei suoi film più famosi,
"Compagni di scuola". Nel
corso della sua carriera sforna
un successo dopo l'altro
aggiudicandosi il consenso di
pubblico e critica, confermati
dai molteplici premi e dal
Nastro d'Argento. Aperto a
esperienze in vari campi, scrive libri, può contare diverse
partecipazioni in programmi
televisivi e radiofonici e nel
1992 esordisce addirittura
LA STORIA
Carlo Mascolo, sacerdote missionario in Africa, viene assalito da una
profonda crisi esistenziale e di fede.
Tornato a Roma, dietro suggerimento dei suoi superiori, decide di prendersi una pausa di riflessione, ritrovare il calore della sua famiglia e
cercare di superare il problema.
Tuttavia, il suo ritorno gli riserverà amare
sorprese, poiché si troverà intrappolato in
una società schizofrenica assolutamente
priva di rapporti umani, con i suoi familiari
- il padre Alberto , il fratello Luigi e la sorella Beatrice - troppo concentrati su se
stessi e che sembrano ignorare i suoi problemi. Poi, un giorno, nel già complicato
universo della famiglia Mascolo irrompe
all'improvviso Lara, atipica guida turistica,
bella e dalla vita complicata che, dopo
l'iniziale ostilità, aiuterà Carlo e la sua
famiglia a ritrovare l'armonia.
LA CRITICA
SEZIONE CRITICA NON DISPONIBILIE;
IL FILM E’ IN USCITA NAZIONALE IL 5
GENNAIO 2010
C.so Palladio, 18 Ang. P.zza Castello
CINEFORUM ODEON
11
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