prevenzione
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■ Altre terapie ■ Simonetta Bellometti - Scuola di Specializzazione in Idrologia Medica, Università di Pavia Diagnosi e prevenzione È possibile individuare i radicali liberi nell’organismo e prevenirne i danni. Diversi i sistemi di intervento del danno da stress ossidativo D Dai numerosi studi condotti, e reperibili in letteratura scientifica internazionale, appare chiaramente come molte patologie siano correlate a un’elevata concentrazione di radicali liberi nell’organismo. Ma cosa sono i radicali liberi? Sono specie chimiche capaci di esistenza indipendente, caratterizzate dal fatto di avere 1 o più elettroni spaiati (1) Questo fa sì che essi siano molto instabili e reattivi e, per raggiungere l’equilibrio, tendono a reagire con tutte le molecole o gli atomi con i quali vengono a contatto, che a loro volta possono divenire molecole instabili. I radicali liberi di maggiore interesse per la patologia umana rientrano nella grande famiglia dei radicali liberi dell’ossigeno (ROS, reactive oxigen species): f anione superossido f radicale idrossile f peridrossile. I radicali liberi si formano all’interno dell’organismo con meccanismi che sono in parte fisiologici e in parte legati a interazioni con fattori esterni chimici e fisici (2): a) modalità endogena all’interno dell’organismo i radicali liberi si formano naturalmente per f generazione accidentale dalla catena di trasporto di elettroni mitocondriale, quando l’O2 viene utilizza48 Medicina Naturale - novembre 2007 to nei processi metabolici per produrre energia o nei processi di detossificazione a livello epatico (citocromo P450). f sintesi deliberata ad esempio produzione di ROS da parte delle cellule fagocitarie del sistema immunitario (macrofagi e monoliti), che li utilizzano come armi per difendersi da virus, batteri, m.o. b) modalità esogena per interazione con sorgenti esterne ambientali (farmaci, attività fisica intensa, eccessiva esposizione solare, fumo, alcool, diete squilibrate). f (durante l’attività muscolare intensa Lo stress ossidativo Le difese fisiologiche In condizioni fisiologiche i ROS prodotti vengono equilibratamente neutralizzati dai sistemi di difesa antiossidanti, ma se la produzione si incrementa, le difese fisiologiche non sono più sufficienti e i ROS non sono più neutralizzati. (3) Si configura così una condizione di “stress ossidativo”, situazione con connotati negativi per la salute e l’equilibrio dell’organismo che, se protratta nel tempo, può indurre danni cellulari e tessutali irreversibili. In condizioni di salute la produzione di radicali liberi può essere aumentata in seguito a: f sforzi muscolari Le specifiche difese antiossidanti dell’organismo possono essere classificate (4): f in base all’origine: esogene (polifenoli, antocianine, bioflavonoidi e pigmenti vari); endogene (coenzima Q, ac. urico, transferrina) f in base alla natura chimica: enzimatiche (SOD, GST, GSH, catalasi); non enzimatiche f in base alla solubilità: liposolubili; idrosolubili. Le specifiche difese antiossidanti dell’organismo possono agire come: f agenti preventivi: bloccano in anticipo il danno radicalico perché inattivano il consumo di O2 può aumentare anche di 20 volte e quindi, di conseguenza, aumenta la produzione di radicali liberi) f Stress psico-fisico f Eccessivo consumo di tabacco f Eccessiva esposizione alle radiazioni ultraviolette f Terapia estroprogestinica f Invecchiamento (perché l’efficienza del sistema antiossidante diminuisce, ciò che favorisce l’accumulo di radicali liberi e l’insorgere di patologie età-dipendenti). Non sono solo l’attività fisica, lo stress o le cattive abitudini alimentari a determinare un aumento di radicali liberi, infatti in quasi tutte le situazioni patologiche si assiste a un incremento dei livelli di radicali liberi: aterosclerosi, malattie cardiovascolari, patologie allergiche, malattie autoimmuni come alcune dermatiti, l’artrite reumatoide, alcune affezioni polmonari. L’aumento di radicali liberi in condizioni patologiche può essere considerato in parte causa scatenante e in parte conseguenza della situazione: f l’accumulo di radicali liberi può generare malattia f la malattia induce aumento di radicali liberi. Tuttavia è noto che la terapia adeguata alla specifica malattia, non è in grado di f alterazioni del materiale genetico. Riassumendo: ➪ danno cellulare ➪ invecchiamento stress ossidativo danno tessutale ➪ ➪ ➪ Le reazioni dell’organismo umano in condizioni di stress ossidativo influenzare i radicali liberi riportandoli alla norma. Pertanto essi richiedono una valutazione e un trattamento a parte e specifico, con specifiche sostanze antiossidanti. Riassumendo possiamo dire che: efficienza funzionale Malattie degenerative Malattie cardiovascolari Processi di invecchiamento ➪ il radicale libero, tipo chelazione di metalli o altro. Agiscono così gli enzimi. f agenti di interruzione della catena delle reazioni innescate dai ROS f agenti di riparo: intervengono dopo che il danno si è stabilito (vedi idrolisi, transferasi, polimerasi). Essi non hanno una vera e propria attività antiossidante, ma provvedono a riparare il danno causato a DNA, proteine di membrana ecc. L’ottimale funzionamento del meccanismo di neutralizzazione dei radicali liberi prevede che tutti questi elementi siano di vicendevole supporto e interazione: per esempio, le vitamine C ed E, hanno bisogno della presenza del glutatione per funzionare ottimamente e la vitamina E funziona ancora meglio se è presente pure il CoQ10. Gli agenti antiossidanti di prevenzione e di interruzione della catena sono conosciuti con il termine di “spazzini dei radicali liberi”. Gli antiossidanti esogeni, soprattutto quelli introdotti con la dieta, sono reperibili nel sangue, dove costituiscono la barriera antiossidante, che cerca di neutralizzare immediatamente le sostanze circolanti che possono indurre danno ossidativi. Aumento di radicali liberi Essi aggrediscono le cellule dei vari tessuti e producono danni ossidativi alle molecole costitutive Molecole importanti, target di danno da parte dei radicali liberi sono: f lipidi di membrana essi regolano la permeabilità selettiva delle pareti cellulari; questo tipo di danno innesca il processo di invecchiamento cellulare e di morte precoce del tessuto colpito. Le LDL, una volta che sono state ossidate, si depositano nei vasi sanguigni, favorendo lesioni aterosclerotiche e malattie cardiovascolari. f DNA e RNA: alterazioni del materiale genetico possono indurre mutazioni anche con gravi conseguenze. f Proteine: - strutturali (ac. ialuronico, collagene) - regolatrici (enzimi, ormoni, emoglobina) Perdono la loro funzionalità e inducono l’invecchiamento cellulare precoce. Ogni cellula riceve quotidianamente circa 10.000 attacchi da parte dei radicali liberi, e i danni provocati non danno immediatamente corpo a un quadro clinico ben identificabile ed evidenziabile, ma, nel tempo, si possono manifestare: f accelerato invecchiamento di tutti i tessuti (es. la pelle) f danni all’endotelio con aumentata % di aterosclerosi e malattie cardiovascolari f malattie infiammatorie croniche (dermatiti, artrosi, artrite reumatoide, malattie polmonari) stato di salute Il danno cellulare può manifestarsi come: f danno di membrana, cui conseguono alterati scambi tra l’interno e l’esterno della cellula f alterata formazione di ATP, fonte cellulare di energia f alterazione del materiale genetico (5,6,7). Radicali liberi e invecchiamento: la free radical theory of ageing È l’ipotesi più accreditata dei fenomeni di invecchiamento e delle malattie ad esso correlate. I radicali liberi sono prodotti in modo ubiquitario sia in condizioni fisiologiche di metabolismo sia per intervento di fattori esterni; essi aggrediscono le macromolecole biologiche ossidandole e denaturandole. L’invecchiamento della pelle, per esempio, comporta l’ossidazione delle molecole di elastina, collagene, acido ialuronico.(8) Malattie cardiovascolari Frequentissime e spesso riconducibili alla presenza di placche aterosclerotiche all’interno dei vasi sanguigni. Va ricordato che tale placca non è altro che la stratificazione di lipoproteine, macrofagi, agglomerati di piastrine e di elementi figurati del sangue. La placca blocca la circolazione creando un’ostruzione che impedisce il normale deflusso del sangue. Le LDL ossidate dai radicali liberi vengono fagocitate dai macrofagi che si trasformano in cellule schiumose, passaggio essenziale per la conseguente formazione della placca. novembre 2007 - Medicina Naturale 49 ■ Altre terapie I radicali liberi sono anche in grado di attivare la xantina ossidasi, capace di produrre una buona quantità di anione superossido, meccanismo che entra in gioco nel danno da infarto. (9, 10) Memoria A cominciare dai 30 anni il cervello inizia una perdita quotidiana di neuroni che vanno incontro all’apoptosi, cioè la morte geneticamente determinata della cellula. Per contrastare questa perdita esiste il fisiologico fenomeno della ridondanza, cioè il n° elevatissimo di neuroni presenti nel sistema nervoso, e il fenomeno della plasticità: alcuni neuroni non specializzati, che si qualificano per svolgere determinate funzioni che in quel momento sono prioritarie e necessitano di sostegno. Il danno da degenerazione neuronale può essere considerato dovuto a un accumulo ossidativo: in queste cellule, infatti, sono stati dimostrati sia danni del materiale genetico che un aumento dei radicali liberi. (11) Chi deve difendersi dai radicali liberi? Non esiste categoria di persone che può considerarsi immune dal danno da radicali liberi. Come abbiamo già detto con l’età aumenta la produzione di radicali li50 Medicina Naturale - novembre 2007 beri e diminuisce la capacità dei sistemi antiossidanti. Il fenomeno della longevità può essere considerato il risultato di un equilibrio ottimale tra meccanismo dell’invecchiamento e potenzialità antiossidanti. Le terapie antiossidanti sono quindi importanti per contrastare l’invecchiamento precoce di organi e tessuti e fare prevenzione delle malattie degenerative. Condizioni predisponenti al configurarsi di una condizione di stress ossidativo possono essere considerate: - Stress psico-fisico Vita frenetica, problemi, sollecitazioni emotive, soprattutto se per tempo prolungato portano all’aumento degli ormoni dello stress, come il cortisolo e i glucocorticoidi che inducono aumento di radicali liberi e dei loro effetti dannosi. (12) - Attività fisica intensa Anche l’attività sportiva, se in eccesso, non è scevra da effetti collaterali. Aumentano tutte le reazioni che incrementano il consumo di ossigeno (respirazione polmonare, cellulare, mitocondriale) con aumentata produzione di perossido di idrogeno. Va inoltre ricordato che anche le reazioni legate alla rimozione dell’acido lattico comportano un aumento di ra- dicali liberi. Tuttavia un atleta allenato, che segue una dieta corretta ed equilibrata e assume integratori antiossidanti riesce a fronteggiare bene questo fenomeno. Soggetto più a rischio è chi pratica saltuariamente attività fisica e non ha attenzione per la dieta e le integrazioni alimentari. (13) - Raggi UV Radiazioni ionizzanti e UV favoriscono la formazione di radicali liberi dall’acqua, abbondante in ogni tessuto dell’organismo. Esposizioni ripetute e prolungate possono provocare alterazioni strutturali significative che a livello di derma e di epidermide accelerano i processi di invecchiamento. (14) - Fumo di sigaretta È una vera e propria fonte di sostanze chimiche che causano ossidazione. Ricordiamo che a livello polmonare è favorita l’ossidazione dell’alfa-1-antitripsina con conseguente alterazione dei meccanismi che mantengono l’elasticità polmonare. (15) - Inquinamento ambientale Sia atmosferico che chimico, favoriscono la produzione di radicali liberi. (16) Se lo stress ossidativo non dà adito a un vero e proprio quadro clinico è possibile identificarlo dal punto di vista diagnostico (17) solo attraverso analisi molto sensibili e specifiche, ricordando che il dosaggio dei radicali liberi è complicato dalle loro elevate: f Instabilità f Reattività f Reattività locale f Emivita breve. Una tecnica conosciuta è la risonanza di spin elettronico, metodica spettroscopica che misura i cambiamenti di energia su elettroni spaiati, ma si tratta di una metodologia sofisticata e costosa non proponibile su larga scala. (18) I test per valutare lo stress ossidativo, in genere, misurano non i radicali liberi in sé, ma sostanze generate in seguito al danno ossidativo, oppure la quanti- tà di difese antiossidanti presenti nel sangue. Esistono tecniche di dosaggio più semplici e applicabili su larga scala? Cos’è il d-RoMs test? Reactive oxygene metabolites È un test che misura i metabolici reattivi dell’ossigeno, che sono prodotti intermedi che si generano nel corso delle reazioni radicaliche e sono un po’ più stabili dei radicali liberi. In particolare gli idroperossidi (ROOH), prodotti intermedi, marcatori e amplificatori di danno cellulare (19) L’inquadramento della condizione ossidativa dell’organismo dovrebbe essere completato dalla valutazione del livello di protezione antiossidante: f difesa antiossidante globale f presenza di antiossidanti: vit. C, vit. E f carenza di difese enzimatiche (catalasi, glutatione). Il test d-ROM test si esegue su 1 goccia di sangue capillare, in 10 minuti, e valuta il livello di radicali liberi, che corrisponde al livello pro-ossidante (il potenziale biologico antiossidante corrisponde, invece, al livello antiossidante). Razionale della metodologia di dosaggio Gli idroperossidi sono generati dall’attacco dei radicali liberi alle strutture cellulari. Essi vengono espulsi dalla cellula ed entrano in circolo nel sangue, quindi la concentrazione di radicali liberi può considerarsi proporzionale alla concentrazione di idroperossidi. Il sangue capillare viene centrifugato, viene addizionato con del reattivo cromogeno e il risultato di questa reazione è letto da uno spettrofotometro. La concentrazione di ROM è direttamente proporzionale all’intensità di colorazione che viene valutata fotometricamente ed è espressa in unità convenzionali denominate U CARR (unità Caratelli) dal nome del chimico che ha inventato la metodica e lo strumento per seguirla. 1 unità Caratelli corrisponde a 0,08 mg/ 100ml H2O2 Il d-ROMs test si è mostrato estremamente utile nell’identificare il grado di stress ossidativo in soggetti con stili di vita a rischio: fumo, abuso di alcool, sovrappeso, attività fi sica inadeguata, ma anche con squilibri del bilancio redox a seguito di situazioni particolari. Sono comunque numerose le condizioni patologiche in cui si osserva un aumento dei livelli di radicali liberi. Per esempio, studiando una popolazione di ipertesi, si è evidenziato che essi hanno un livello di idroperossidi più elevato rispetto ai soggetti normotesi, ma all’interno della popolazione ipertesa in terapia, risultano essere meglio compensati coloro che utilizzano calcio-antagonisti rispetto ad altri tipi di terapie farmacologiche. Anche l’AR si accompagna a livelli elevati di radicali liberi. In questi pazienti la magnetoterapia e la terapia cortisonica si accompagnano a una riduzione dei livelli di perossidazione. È possibile interpretare il d-ROMs test come un utile strumento per: f identificare e misurare lo stress ossidativo e prevenire le sue conseguenze in soggetti normali, clinicamente asintomatici, con o senza fattori di rischio f monitorare lo stress ossidativo e l’efficacia di specifiche terapie in soggetti patologici f monitorare e combattere lo stress os- sidativo in soggetti a rischio per comportamenti o stili di vita scorretti f verificare l’efficacia delle terapie antiossidanti. (20) BAP test (Biological Antioxidant Potential) Può essere considerato come il livello ulteriore di approfondimento delle condizioni di stress ossidativo, infatti misura anche la componente antiossidante nel sangue. Anche in questo caso la tecnica prevede il prelievo di una goccia di sangue capillare dal polpastrello, dalla quale si evince la misura della barriera antiossidante plasmatica, cioè l’insieme delle proteine, vitamine e di altre sostanze antiossidanti in grado di contrastare l’attività dei radicali liberi. In questo test, l’entità della decolorazione indotta su una soluzione precedentemente colorata è direttamente proporzionale al potenziale biologico antiossidante. Valore ottimale della barriera antiossidante è 2200 micromol/L. Valori superiori indicano una particolare efficienza e funzionalità della medesima, mentre valori inferiori dovrebbero orientare a modifiche dello stile di vita e a integrazioni (21). Concludendo, possiamo affermare che con 2 semplici test eseguiti in ambulatorio è possibile porre una diagnosi di stress ossidativo, ove esso sia presente, e valutare anche le potenzialità an- novembre 2007 - Medicina Naturale 51 ■ Altre terapie tiossidanti dell’organismo, basandosi su dati validi e concreti: d-ROMs e BAP danno al medico la possibilità di avere dati specifici sulle condizioni del paziente cui consigliare terapie mirate o modifiche di stili di vita. Questi 2 test sono realizzabili mediante un unico strumento, chiamato FRAS, che significa Free Analytical System, cioè sistema analitico di studio dei radicali liberi. È uno strumento costituito da 1 fotometro e da una centrifuga che consentono di valutare: f livello di stress ossidativi (anche come autodiagnosi) Bibliografia 1. 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Agiscono in sinergia con la vit. E. E ancora timo, origano, cannella, rosmarino e salvia (22). Quali le possibili integrazioni anti-ossidative consigliabili? Ricerche di settore hanno portato a identificare una serie di piante officinali con attività antiossidante provata sperimentalmente. Tra questi sussidi ricordiamo: f the verde: induce espressione di enzimi antiossidanti e favorisce la chelazione di metalli f Rooiboster: ha un’elevata concentrazione di vitamina C e polifenoli, flavonoidi con effetto scavenger in aging, Rejuvenation Res, Summer; 9(2): 169-81. Review, 2006. 9. Victor VM, Rocha M, Targeting antioxidants to mitochondria: a potential new therapeutic strategy for cardiovascular diseases, Curr Pharm Res; 13(8): 845-63, 2007. 10. 10. Jeremy JY, Shukla N, Muzaffar S, Handley A, Angelini GD, Reactive oxygen species, vascular diseases and cardiovascular surgery, Curr Vasc Pharmacol, July; 2(3): 229-36, 2004. 11. 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