aggettivo qualificativo

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aggettivo qualificativo
AGGETTIVO QUALIFICATIVO
Vi sono due classi di aggettivi qualificativi che si riconoscono dalla desinenza del singolare.
La prima classe comprende gli aggettivi a due uscite, U per il maschile, A per il femminile:
longu, longa (lungo, lunga); bellu, bella (bello, bella); tristu, trista (triste); artu, arta (alto,
alta); ecc.
La seconda classe comprende gli aggettivi a una sola uscita, I sia per il maschile che per il
femminile: grai (pesante), aresti (selvatico, selvatica), ecc.
Formazione del femminile:
- gli aggettivi uscenti in U cambiano tale vocale in A: un’òmini artu, una fèmina arta (un uomo
alto, una donna alta);
- gli aggettivi uscenti in I rimangono invariati: un’òmini aresti, una fèmina aresti (un uomo
scorbutico, una donna scorbutica);
- gli aggettivi uscenti in - AU fanno il femminile in - ADA: unu sonu dilicau (un suono delicato),
una saludi dilicada (una salute delicata);
- gli aggettivi uscenti in - ERI, - IDORI, - ADORI, - ONI, - ORI cambiano la I finale in A: unu
pipiu impiasteri (un bambino pasticcione), una pipia impiastera (una bambina pasticciona).
I comparativi rimangono invariati: su peus, sa peus (il peggiore, la peggiore); su mellus, sa
mellus (il migliore, la migliore).
Formazione del plurale
Come per i sostantivi, il plurale degli aggettivi si forma aggiungendo una S al singolare: longu,
longus (lungo, lunghi); arta, artas (alta, alte).
L’aggettivo concorda con il sostantivo il numero e il genere: òminis arricus (uomini ricchi).
Se un aggettivo si riferisce a più sostantivi dello stesso genere è messo al plurale: lìngua e
literadura sardas (lingua e letteratura sarda).
COLLOCAZIONE DELL’AGGETTIVO
In sardo gli aggettivi in funzione attributiva si pospongono sempre al sostantivo cui si
riferiscono: unu cuaddu nieddu (un cavallo nero), una domu manna (una casa grande).
Gli aggettivi BONU (buono), MALU (cattivo), NISCIUNU (nessuno), SEGUNDU (secondo),
ÙRTIMU (ultimo), SANTU (santo), BELLU (bello) possono anteporsi al sostantivo: bonu
meri’(buon pomeriggio), po nisciun’arrexoni (per nessun motivo), s’ùrtima borta (l’ultima
volta), sa segunda cantzoni (la seconda canzone), ecc.
L’aggetivo GRANDU (grande) è usato solo al maschile e può solo anteporsi al sostantivo, mai
posporsi. Ha un significato morale di eccellenza e stima, mai un significato materiale: unu
grandu òmini (un uomo importante); un’ òmini mannu (un uomo grande fisicamente); una
grandu cosa (una cosa importante).
Anche l’aggettivo TOTU (tutto) in funzione attributiva è indeclinabile e precede sempre sia il
nome che l’articolo: totu sa di’ (tutto il giorno), totu is òminis (tutti gli uomini).
Quando invece è in funzione predicativa si può posporre ed è declinabile, ma solo al maschile:
d’apu papada totu (l’ho mangiata tutta), funt arribadas totus (sono arrivate tutte).
Gli aggettivi CADA e DOGNA (ogni) rimangono invariati tanto al singolare che al plurale: dogna
di’ (ogni giorno), dogna tres dis (ogni tre giorni).
PRIMU (primo) è usato al maschile anche quando precede un nome femminile: sa primu borta
(la prima volta). Anche SEGUNDU e ÙRTIMU possono usarsi al maschile nonostante precedano
un sostantivo femminile: sa segundu borta, s’ùrtimu borta (oltre a sa segunda borta, s’urtima
borta).
L’aggettivo MESU (mezzo) può anteporsi o posporsi al sostantivo. E’ invariabile: mesudi’
(mezzogiorno), mesunoti (mezzanotte), duas oras e mesu (due ore e mezza), cincu litrus e
mesu (cinque litri e mezzo), un’ora e mesu (un’ora e mezza).
L’aggettivo BERU (vero) prende una S avverbiale nell’espressione “è vero”: no est berus (non è
vero).
GRADI DI COMPARAZIONE
COMPARATIVO
I comparativi di maggioranza e di minoranza si formano rispettivamente con PRUS…DE, PRUS
PAGU…DE: deu seu prus pagu artu de tui (io sono meno alto di te).
"Più di quanto", "meno di quanto" si traducono rispettivamente: prus de su chi , prus pagu de
su chi, che reggono il verbo all’indicativo: ses prus pagu becciu de su chi parit (sei meno
vecchio di quanto sembri), scisi prus de su chi mi pensamu (sai più di quanto pensassi).
"Maggiore", "minore" si traducono PRUS, PRUS PAGU: sa passièntzia sua est prus de sa mia (la
sua pazienza è maggiore della mia).
Ricordiamo altri due comparativi derivati dal latino: MELLUS (meglio), PEUS (peggio): ses
andau mellus de su chi mi pensamu (sei andato meglio di quel che pensassi).
Il comparativo di uguaglianza può dar luogo ai seguenti casi:
a) comparazioni dirette CHE: biancu che ni’ (bianco come la neve), callenti che fogu (caldo
come il fuoco);
b) AICI (TANTI) …CHE se nel primo termine si trova un avverbio: aici atesu che Casteddu de
Arroma (tanto lontano come Cagliari da Roma);
c) tra due aggettivi si può usare semplicemente E: mannu e bonu (tanto grande quanto
buono);
d) tra aggettivo e pronome personale, oltre CHE, sono usate le forme COMENT’ ‘E A, CANT’ ‘E:
est artu cant’ ‘e a mei (è alto quanto me).
SUPERLATIVO
Il superlativo relativo si forma con SU PRUS… DE, SU PRUS PAGU…DE: Giuanni est su prus
lestru de totus (Giovanni è il più veloce di tutti), Luisu est su prus pagu lestru de totus (Luigi è
il meno veloce di tutti).
Il superlativo assoluto si forma:
1) posponendo all’aggettivo positivo l’avverbio MEDA, oppure anteponendo l’avverbio TROPU:
Maria est tropu bella (Maria è bellissima), oi du at basca meda (oggi è caldissimo, molto
afoso);
2) raddoppiando l’aggettivo positivo: su cafei est callenti callenti (il caffè è caldissimo).
Vi sono aggettivi che formano il comparativo e il superlativo da radici diverse:
BONU (buono)
MELLU (meglio)
SU MELLUS (il migliore)
MALU (cattivo)
PEUS (peggio)
SU PEUS (il peggiore)
SU MELLUS, SU PEUS si antepongono sempre al sostantivo cui si riferiscono: sa mellus cosa
chi podiasta fai (la cosa migliore che tu potessi fare).
Bibliografia
Eduardo Blasco Ferrer “PROMO DOMO” Grammatica essenziale della lingua sarda Poliedro; Antonio Lepori GRAMATIGA
SARDA PO IS CAMPIDANESUS COMPENDIO DI GRAMMATICA CAMPIDANESE PER ITALOFONI Edizioni C.R.; Emilio
Atzeni “VOCABOLARIO DOMESTICO SARDO-ITALIANO e prontuario Italiano-Sardo” Brancato Editore; Giovanni Spano
“VOCABOLARIEDDU SARDU-ITALIANU ITALIANU-SARDU” a cura di Salvatore Colomo; Antonio Lepori DIZIONARIO
ITALIANO-SARDO CAMPIDANESE Edizioni Castello.