Stampa Riciclaggio della plastica: redditizio e versatile Quote di

Transcript

Stampa Riciclaggio della plastica: redditizio e versatile Quote di
Stampa
Riciclaggio della plastica: redditizio e versatile
Quote di riciclaggio del 35 percento realistiche
Al giorno d’oggi l’impiego di materie plastiche è la cosa più normale
del mondo un po’ ovunque. E pensare che la marcia trionfale della
plastica è iniziata relativamente tardi, appena negli anni ’50, e a
quell’epoca con una produzione di un milione di tonnellate l’anno.
Grazie ai numerosi vantaggi offerti (ad es. robustezza, resistenza
agli agenti chimici, plasmabilità e colorazione a piacere) e al loro
peso leggero, nel giro di poco tempo le materie plastiche hanno
conquistato tutti i campi di applicazione – dal settore edilizio a
quello automobilistico, dal packaging fino al segmento farmaceutico
e medico. La leggera plastica ha sorpassato in termini di volume un
materiale tradizionale come l’acciaio già nel 1989. Allora la
produzione ammontava a 100 milioni di tonnellate; nel 2002 questo
materiale poliedrico ha superato la soglia dei 200 milioni e nel
frattempo in tutto il mondo si è arrivati a produrne quasi 300 milioni
di tonnellate.
Dal punto di vista regionale, negli ultimi decenni gli stabilimenti di
produzione della plastica sono migrati verso est, e così oggi l’Asia
detiene con il 44% il primato per la produzione mondiale di questo
materiale. Con il loro 56%, le poliolefine rappresentano le materie
plastiche più diffuse, seguite dal PVC e da altri polimeri standard
come il PS e il PET. Solo il 15% di tutte le materie plastiche
prodotte è composto da materiali tecnici utilizzati per applicazioni
speciali di alta gamma. Anche per quanto riguarda il futuro, la
PlasticsEurope/Bruxelles – l’associazione europea dei produttori
della plastica – parte dal presupposto di un’ulteriore crescita pro
1
capite annua di circa il 4%. Di pari passo con questa marcia
trionfale, la K di Düsseldorf, che quest’anno si terrà dal 16 al 23
ottobre, si è trasformata nella più importante e vasta fiera
specialistica per il settore delle materie plastiche e della gomma.
Assieme a questo enorme successo di mercato è cresciuta anche la
quantità di materie plastiche usate. E se ancora dagli anni ’60 agli
anni ’80 l’industria della plastica non si era preoccupata un granché
dello smaltimento intelligente o del recupero di rifiuti di plastica, al
più tardi con l’entrata in vigore della normativa sugli imballaggi
tedesca,
avvenuta
nel
1991,
questo
aspetto
ha
assunto
un’eminente importanza. All’epoca la Germania assunse un ruolo di
precursore: fu il primo paese a stabilire regole per il recupero di
imballaggi di plastica e ad imporle sul mercato. Nel frattempo
questa tematica è stata accolta anche da numerosi paesi in Europa,
dove sono stati sviluppati concetti molto efficaci per la raccolta e il
recupero. Da indagini svolte da PlasticsEurope risulta che nel 2011
nei 27 paesi dell’UE più Svizzera e Norvegia sono stati consumati
circa 47 milioni di tonnellate di plastica, di cui il 40% per applicazioni
a ciclo breve e il 60% a ciclo lungo. Nello stesso anno sono stati
raccolti circa 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, dei quali il
40% depositato in discarica e il 60% destinato al recupero. Con
oltre il 60% del totale, la maggior parte dei rifiuti proveniva da
sistemi di raccolta differenziata per imballaggi usati, seguiti da
prodotti
provenienti
dal
settore
edilizio,
automobilistico
ed
elettronico.
Sistemi di raccolta esemplari sono in funzione in nove paesi
europei: Svizzera, Germania, Austria, Belgio, Svezia, Danimarca,
Norvegia, Paesi Bassi e Lussemburgo (in ordine decrescente). Qui
le quote di raccolta vanno dal 99 al 92%. Al tempo stesso sei di
questi paesi detengono le maggiori quote di riciclaggio in Europa.
Nettamente in testa Norvegia, Svezia, Germania, Paesi Bassi,
Belgio e Austria con quote dal 35 al 26%. Il resto dei rifiuti raccolti
viene destinato ad uno sfruttamento di tipo energetico.
2
Fortunatamente negli ultimi cinque anni non è solo aumentata
costantemente la quantità di rifiuti raccolti ma anche la quota di
riciclaggio – andando a ridurre il volume depositato in discarica. Ciò
nonostante il riciclaggio di materie plastiche presenta ancora un
enorme potenziale di espansione, soprattutto in paesi dove finora le
quote di recupero sono rimaste piuttosto basse.
Gli esperti guardano con occhio critico anche alla classificazione
dello sfruttamento energetico, e cioè la combustione di materiale
plastico, quale operazione di recupero sensata. In Germania, il 95%
di tutti gli inceneritori di rifiuti è catalogato come impianto di
recupero ed è dunque autorizzato allo sfruttamento energetico.
Michael Scriba, amministratore della società di trattamento della
plastica mtm plastics a Niedergebra, sostiene che da un punto di
vista ecologico è inconfutabile che lo sfruttamento energetico sia
meno opportuno del riciclaggio dei materiali.
Negli ultimi anni, all’interno del settore della plastica il riciclaggio si è
trasformato in un importante ramo economico. Un altro problema
che il settore del riciclaggio si trova ad affrontare è l’esportazione di
rifiuti plastici – soprattutto verso l’Estremo Oriente. In questo modo
sul suolo europeo vengono meno i quantitativi di materiale
necessario per un recupero efficace; questo aspetto incrementa la
concorrenza e fa galoppare i costi.
Un settore forte grazie alle associazioni e alle aziende
Con un ruolo precorritore in fatto di riciclaggio, a partire dagli anni
’90 in Germania sono sorte molte aziende e associazioni che si
occupano in particolare della tematica del recupero di materie
plastiche e che nel frattempo sono in parte attive a livello europeo.
Prima fra tutte in questo contesto la società Der Grüne Punkt –
Duales System Deutschland GmbH (DSD)/Colonia, fondata nel
1990 come primo sistema duale e oggi azienda leader nel campo
dei sistemi di recupero. Oltre alla raccolta e riciclaggio di confezioni
3
e contenitori a livello domestico, ne fanno parte anche il recupero
ecologico ed economico di apparecchi elettrici ed elettronici nonché
di imballaggi di trasporto, la gestione dei rifiuti in loco e la
compensazione di depositi cauzionali. Nel 1992 è stata fondata a
Wiesbaden la società RIGK GmbH, che come azienda certificata si
occupa del ritiro presso la clientela tedesca di imballaggi usati e
svuotati su incarico di utilizzatori di marchi (riempitori/imbottigliatori,
distributori, commercianti e importatori), per poi affidare i vuoti al
riciclaggio.
Un‘importante
protagonista
è
la
BKV,
fondata
inizialmente nel 1993 per garantire il riciclaggio di imballaggi di
plastica provenienti da sistemi di raccolta duali. Oggi la BKV si vede
nel ruolo di piattaforma per la plastica e il suo recupero, e si occupa
attualmente di importanti questioni riguardanti la sostenibilità delle
materie plastiche e soprattutto del riciclaggio di rifiuti di plastica.
Il 1993 ha visto anche la nascita di un’altra importante associazione
di settore, il Bundesverband Sekundärrohstoffe und Entsorgung
e.V. (bvse)/Bonn, sorta dalla precedente Altpapierverband e.V. Nel
settore della plastica, in Germania essa offre una patria sia da un
punto di vista specialistico che degli interessi associativi alle
aziende che raccolgono e riciclano rifiuti plastici. Oltre alla BKV, a
sua
volta
aggregata
all’associazione
GKV
Gesamtverband
Kunststoffverarbeitende Industrie e.V./Bad Homburg, esistono
anche altre associazioni che si occupano del recupero di materie
plastiche, come ad esempio la tecpol Technologieentwicklungs
GmbH, dedita al recupero ecoefficiente dei polimeri, e la
Fachgruppe Compoundierer und Recycler in TecPart e.V. –
organismo responsabile del GKV. Nel 2002 i principali produttori
tedeschi di profili in materiale sintetico si sono raggruppati
nell’iniziativa
collettiva
Rewindo
Fenster-Recycling-Service
GmbH/Bonn. L’obiettivo di questo progetto è di incrementare la
quota di recupero di finestre, porte e avvolgibili in materiale plastico
e contribuire così a una gestione sostenibile e responsabile delle
risorse. Naturalmente anche le maggiori associazioni del settore
della plastica, affermate da diversi decenni, come la PlasticsEurope
4
e
l’IK
Industrieverband
Kunststoffverpackungen
e.V./Frankfurt
dispongono di propri gruppi di lavoro per il riciclaggio della plastica.
Procedimenti di riciclaggio affermati
Esatte informazioni relative alle attività di riciclaggio in Germania
sono presentate nel Consultic – uno studio pubblicato ogni due anni
su commissione di BKV, PlasticsEurope Deutschland e.V., bvse,
Fachverband Kunststoff und Gummimaschinen nel VDMA nonché
di IK. Secondo questa indagine, nel 2011 in Germania si sono
accumulati circa 5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, dei quali la
maggior parte, con l’82%, è rappresentata da scarti post-consumer.
Con il rimanente 18%, composto da scarti di produzione, si ottiene
una quota di recupero del materiale pari al 90%. Per quanto
riguarda gli scarti di produzione selezionati di genere unico, presso
la maggior parte delle aziende trasformatrici funziona un sistema
diretto di riciclaggio in-house. Per i rifiuti post-consumer la quota di
recupero del materiale è soltanto del 30-35%, ma anche in questo
caso per flussi di rifiuti di genere unico sono già state implementate
soluzioni efficaci. Ne sono un esempio il riciclaggio di PVC, così
come quello di PET. Dopo soli dieci anni di attività, con il suo
sistema di riciclaggio per finestre e porte in PVC a fine ciclo, la
Rewindo si è conquistata una salda posizione di mercato. Lo scorso
anno l’output di PVC riciclato prodotto da aziende specializzate
come la Tönsmeier Kunststoffe GmbH & Co. KG/Höxter e Veka
Umwelttechnik GmbH/Hörserlberg-Hainich, partendo da materiale
obsoleto, ammontava a quasi 22.000 tonnellate – con tendenza al
rialzo.
Anche le bottiglie in PET possono essere raccolte e trattate in modo
selettivo. Qui la gamma di prodotti di riciclo va dalle fibre alle
pellicole fino ad arrivare a nuove bottiglie. I più disparati produttori
come le aziende austriache Starlinger & Co. GmbH/Vienna, NGR
GmbH/Feldkirchen ed Erema GmbH/Ansfelden hanno sviluppato
speciali impianti di riciclaggio per PET. Gneuss Kunststofftechnik
GmbH/Bad Oeynhausen con il suo estrusore MRS, per il quale
5
dispone addirittura della certificazione FDA (Food and Drug
Association), ha successo sul mercato. Inoltre i costruttori di
macchinari offrono diversi sistemi di essiccazione come quello con
tubo rotante a raggi infrarossi della Kreyenborg Plant Technology
GmbH/Senden, speciali sistemi di filtraggio per la lavorazione di
PET o anche processi di cristallizzazione, come il Crystall-Cut della
Automatik Plastics Machinery/Großostheim. Ricicli a ciclo chiuso
come il PETcycle si sono imposti come soluzione per produrre
veramente nuove bottiglie partendo da bottiglie usate. In poche
parole, il riciclaggio di PET, che in Europa ha pur sempre raggiunto
un volume annuo di mercato pari a 1 milione di tonnellate, funziona.
Situazione analoga per quanto riguarda i flussi di rifiuti selezionati di
genere unico in PE o PP, ovvero i flussi di materiale che con un
opportuno procedimento di separazione possono diventare tali in
tutta semplicità. Solo in Germania esistono circa dieci grandi
aziende, e molte altre di entità minore, specializzate nella
produzione di granulati di recupero per lo stampaggio a iniezione,
provenienti da rifiuti di poliolefine di origine industriale e domestica.
Questi granulati possono essere impiegati per la produzione degli
articoli più disparati come pallet, vasche, secchi e tubi.
Difficoltà di riciclaggio
Gli articoli in plastica composti da diversi materiali difficilmente
separabili fra loro costituiscono un ulteriore ostacolo per il settore
del riciclaggio – così come tutti quei prodotti non completamente
svuotabili. Problemi creano anche i rifiuti di pellicole di scarto postconsumer dovuti al pessimo rapporto fra superficie e sporco che
rende necessaria una lavorazione molto impegnativa. Stando alle
dichiarazioni di Scriba, in questo campo esistono sì esperti di
grande esperienza per il recupero, ma sul territorio europeo
mancano mercati di sbocco funzionanti. Altre sfide vengono imposte
da bottiglie in PET non destinate a bevande, di tipi diversissimi e a
loro volta recuperabili solo in parte. Anche le materie plastiche
6
provenienti dal recupero di automobili o di articoli elettronici sono
finora difficilmente riciclabili.
In presenza di casi talmente problematici, le aziende che si
occupano di recupero e i costruttori di macchinari sono chiamati a
fornire risposte efficaci. Una soluzione per le pellicole di scarto postconsumer provenienti dai centri di raccolta del DSD è stata ad
esempio
fornita
di
recente
dalla
Herbold
Meckesheim
GmbH/Meckesheim alla società di smaltimento WRZ-Hörger GmbH
& Co. KG di Sontheim. L’impianto chiavi in mano, formato da
separatore di sostanze indesiderate, centro di frantumazione ad
umido e compattatore di plastica, trasforma 7.000 tonnellate di rifiuti
l’anno in agglomerati scorrevoli con un’elevata densità apparente,
idonei alla produzione di articoli mediante stampaggio ad iniezione.
Assieme alla Coperion GmbH & Co. KG/Stoccarda, la società
Erema ha sviluppato appositamente per le frazioni miste Corema,
una combinazione fra impianto di riciclaggio e di compounding. Una
caratteristica tipica di questa apparecchiatura è la sua idoneità ad
un’ampia gamma di materiali. Stando a quanto afferma Manfred
Hackl, amministratore dell’Erema, si tratta dell’impianto ideale per
trasformare frazioni miste reperibili a buon prezzo e per produrre da
scarti PP-tessuto non tessuto un compound con il 20% di talco,
oppure per elaborare una frazione mista PET/PE con l’aggiunta di
additivi.
Una soluzione speciale è anche quella proposta da Gneuß alla
società britannica K2 Polymer: un impianto di estrusione MRS, per
trattare residui macinati di poliammide 11. Il materiale in entrata
proviene da condotte petrolifere sottomarine, divenute obsolete in
seguito all’esaurimento di un pozzo e trasportate in terraferma.
L’estrusore a sistema multirotatorio (MRS) è in
grado di
decontaminare e recuperare in una sola fase di lavorazione il
prezioso materiale di scarto, fortemente imbrattato di petrolio in
seguito a periodi di utilizzo a volte decennali – senza dover ricorrere
al lavaggio chimico.
7
A questo elenco potrebbero aggiungersi ancora moltissimi esempi.
In conclusione si può affermare che complessivamente negli ultimi
anni il settore del recupero di materiali è diventato in un importante
ramo economico. Benché molte procedure siano ormai ben avviate,
il riciclaggio presenta tuttora un ampio potenziale di ottimizzazione.
Quest’ottica implica già una progettazione di articoli in plastica che
tenga in considerazione l’aspetto del recupero e analizzi in partenza
la possibilità di un’efficace riutilizzazione a posteriori. Anche le
procedure di recupero e le soluzioni meccaniche per il trattamento
di rifiuti complicati offrono ancora spazio per ulteriori sviluppi. In
parte c’è ancor molto da fare anche per quanto concerne le direttive
politiche che dovrebbero prescrivere in ciascun paese concetti di
raccolta e recupero realizzabili e interdire il commercio e
l’esportazione di rifiuti.
Didascalie:
1. I sistemi di filtrazione del fuso, come questo cambiafiltro a
risciacquo, giocano un ruolo di primaria importanza nella
lavorazione di materiali riciclati, poiché sono in grado di filtrare con
sicurezza le impurità dalla massa fusa.
Foto: Kreyenborg
2. Grazie all’ampia superficie di fuso presente nel tamburo
multicilindro, l’estrusore MRS ottiene un’elevata prestazione di
degassificazione e decontaminazione, tanto da essere addirittura
omologato per l’impiego nel settore alimentare.
Foto: Gneuß
3. Gli agglomerati prodotti con materiali residui possono essere
efficacemente riutilizzati, al pari dei rigranulati, per procedimenti di
stampaggio a iniezione.
Foto: Herbold Meckesheim
4. Vecchie porte e finestre in PVC sono state utilizzate l’anno scorso
per produrre circa 20.000 tonnellate di rigranulato, impiegato a sua
volta successivamente per la produzione di nuove porte e finestre.
8
Foto: Rewindo
5. In una sola fase, nell’impianto combinato di riciclaggio e
compouding è possibile ritrasformare praticamente qualsiasi
materiale in preziosi compound.
Foto: Erema
6. Molti articoli diversi possono essere prodotti senza problemi
partendo da rigranulati di poliolefine con procedimenti di
stampaggio a iniezione.
Foto: mtm plastics
7. Gli scarti particolarmente selezionati di genere unico, come ad es. i
poliolefinici, possono essere ampiamente recuperati e anche
ricolorati a piacere.
Foto: mtm plastics
Maggio 2013
Per contatti:
Ufficio stampa K 2013
Eva Rugenstein/Desislava Angelova
Tel.: +49-211-4560 240
Fax.: +49-211-4560 8548
E-mail: [email protected]
E-mail: [email protected]
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Per ulteriori informazioni:
www.k-online.de o nei social network
Xing: https://www.xing.com/net/pri4bd1eex/k2013
Facebook: https://www.facebook.com/K.Tradefair?fref=ts
Twitter: https://twitter.com/K_tradefair
9