Rassegna del 15/05/2015 - Azienda Ospedaliero
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Rassegna del 15/05/2015 - Azienda Ospedaliero
Rassegna del 15/05/2015 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 15/05/2015 SANITÀ NAZIONALE Avvenire 13/05/15 P. 10 I bambini obesi sono più a rischio di poter sviluppare l'Alzheimer Avvenire 13/05/15 P. 10 «Il nostro ospedale segno per i poveri» 1 Avvenire 13/05/15 P. 11 Camilliani. «Santità alla portata di tutti» Merisi ricorda Rebuschini, angelo dei malati Avvenire 13/05/15 P. 12 Ebola, secondo caso in Italia Vito Salinaro 5 Corriere Della Sera 13/05/15 P. 21 «È un lavoro massacrante, a volte la stanchezza può far commettere errori» Michele Farina 6 Corriere Della Sera 13/05/15 P. 21 Ebola, ricoverato infermiere italiano dopo la missione in Sierra Leone Margherita De Bac 7 Corriere Della Sera 13/05/15 P. 24 «Quando dissi a mio figlio: ho il cancro, sono fortunata» La battaglia vinta da Cinzia Annachiara Sacchi 9 Giornale 13/05/15 P. 37 Sono 600mila gli italiani che accusano cuore-stanco Luisa Romagnoni Giornale 13/05/15 P. 37 A Roma una non-stop dedicata alla tiroide Giornale 13/05/15 P. 37 L'ipertensione è un flagello Luigi Cucchi 13 Giornale 13/05/15 P. 37 Microscopia a fluorescenza per l'identificazione dei melanomi Gloria Saccani Jotti 14 Italia Oggi 13/05/15 P. 28 La prova grava su medici e Asl Lucia Prete 15 Messaggero 13/05/15 P. 19 Ragazzi persi nella bottiglia Carla Massi 16 Messaggero 13/05/15 P. 20 Pressione alta: disagio senza età Antonio Caperna 18 Repubblica 13/05/15 P. 21 Ebola, contagiato infermiere sardo Pier Giorgio Pinna 20 Repubblica 13/05/15 P. 21 Fabrizio Pulvirenti: "Per curarlo useranno anche il mio sangue sono certo: ce la farà" Repubblica 13/05/15 P. 23 I trecento farmaci introvabili in Italia "Venderli all'estero rende di più" Michele Bocci 23 Sole 24 Ore 13/05/15 P. 18 Ebola, positivo al test infermiere di Emergency Nicoletta Cottone 26 Sole 24 Ore - Focus 13/05/15 P. 11 Deduzione integrale per disabili e invalidi Marcello Tarabusi 27 Sole 24 Ore - Focus 13/05/15 P. 11 Massofisioterapista, non serve la ricetta Stampa 13/05/15 P. 18 Ebola, c'e' il Paziente 2 Infermiere di Sassari contagiato iii Africa Paolo Russo 30 Stampa - Tutto Scienze 13/05/15 P. 29 Ostaggi dei pollini Ora cosa si può fare? Valentina Arcovio 32 Stampa - Tutto Scienze 13/05/15 P. 32 L'arma arti-osteoporosi nella proteina prodotta dal pancreas Stefano Massarelli 33 Stampa - Tutto Scienze 13/05/15 P. 32 Peso, vitamina D e acidi grassi omega: e tre strade per ridurre il rischio di parto pretermine Nicla Pancera 34 Stampa - Tutto Scienze 13/05/15 P. 32 Al via la corsa per decifrare le malattie orfane e rare Daniele Banfi 35 Italia Oggi 13/05/15 P. 15 Le cellule del cuore si rigenerano Ettore Bianchi 36 Messaggero 13/05/15 P. 20 Per la sclerosi multipla nuovi farmaci ma costosi Stampa - Tutto Scienze 13/05/15 P. 30 Alla sfida mondiale dei robot è una star ed è «made in Italy» Lorenza Castagneri 38 Stampa - Tutto Scienze 13/05/15 P. 30 "Quanto ci servirebbe oggi il genio di trito Volterra" Gabriele Beccaria 39 Stampa - Tutto Scienze 13/05/15 P. 31 "Con gli atomi freddi realizzo i sogni di Galileo e Einstein" Stefano Rizzato 41 Gianni Cardinale 2 4 11 12 22 29 RICERCA Indice Rassegna Stampa 37 Pagina I I b am bini obesi sono più a rischio Chili di troppo davvero insidiosi per la salute dei più piccoli. Non solo diabete, steatosi epatica, danni alla retina e cardiopatie: da grandi i bimbi obesi potrebbero sviluppare anche un deficit cognitivo progressivo fino ad arrivare alla demenza senile o all'Alzheimer. Lo rivela uno studio italiano, condotto dall'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, appena pubblicato su Pediatrics. I ricercatori hanno scoperto negli adolescenti obesi livelli elevati di una proteina, la beta 42 amiloide, coinvolta proprio nel processo di insorgenza e sviluppo di queste patologie. La ricerca del Bambino Gesù è la prima ad aver indagato i livelli della proteina e la correlazione tra obesità infantile e rischio di Alzheimer. Lo studio ha coinvolto 440 giovani (101 bambini tra i 2 e i 6 anni e 339 adolescenti). di poter sviluppare l' Izhei er Sanità nazionale Pagina 1 «Il nostro ospedale le 0 segno per i poveri» Enoc, presidente Bambino Gesù: «Il diritto alla cura è di tutti» GIANNI CARDINALE ROMA 1 Bambino Gesù deve essere un segno straordinario di attenzione della Chiesa ai poveri. Chi è malato, a qualunque fascia sociale appartenga, è comunque povero. E tutti i bambini, senza distinzione di censo, hanno diritto ad essere curati al meglio». Mariella Enoc spiega così la missione che le è stata affidata tre mesi fa dal cardinale Pietro Parolin, quando l'ha chiamata apresiedere il CdA del famoso nosocomio pediatrico di proprietà della Santa Sede, subentrando a Giuseppe Profili che ricopriva l'incarico dal 2008. Lo spiega ad Avvenire alla vigilia del Convegno che si tiene oggi presente Parolin-nell'Auditorium della Sede di San Paolo Fuori le Mura, nella ricorrenza dei 30 anni dal riconoscimento come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. «Il nostro compito - sottolinea- è curare al meglio i bamboli, essere attenti alle persone che vi lavorano, garantire una grandissima trasparenza, così che l'ospedale sia davvero come una casa di vetro dove tutti possono vedere e valutare quanto si fa». In queste prime settimane di lavoro cosa ha potuto mettere in cantiere? Al prossimo CdA presenterò un modello che introduce una riorganizzazione dellagovernancee ci saranno certamente anche alcuni cambiamenti che però non intaccheranno l'ossatura della struttura che ha un grandissi- Sanità nazionale mo valore e dove tutti stanno lavorando molto bene. Recentemente ha tracciato le luci e le ombre della sanità cattolica, storicamente così radicata ma non senza difficoltà in questo momento... La sanità cattolica in effetti si trova in una fase di grande ripensamento. Bisogna che ciascuna struttura con coraggio si ripensi e ritrovi la sorgente del carisma originario che l'ha generato in un contesto, come quello attuale, completamente cambiato. Per questo ci vuole molto coraggio e bisogna essere capaci di scelte un po' rivoluzionarie: lavorare in rete, capire anche come oggi, essendoci una vera povertà di salute intorno a noi, queste istituzioni possono intervenire. Cioè? Prima di tutto cercando la loro sostenibilità, perché se non riescono a sostenersi non riescono neanche a lavorare bene. E per fare questo c'è bisogno di cambi nella governance, nel management e nelle visioni che si debbono avere. I tagli oggi ci sono per tutti, per il pubblico, il privato, per la sanità cattolica. Di questo dobbiamo renderci conto e dobbiamo trovare idee nuove per sopperire a questo momento difficile. Ma queste idee nuove devono tenere conto della nostra visione cristiana. Noi non possiamo fare solo quello che tutti fanno. Concretamente, che vuol dire? Dobbiamo essere presenti sul territorio, anche nelle zone periferiche e marginali dove è più difficile e complicato lavorare ma dove, per noi, ha più Pagina 2 senso esistere. Negli anni scorsi il Bambino Gesù ha allargato lasuapresenza in alcuni centri pediatrici nel Sud Italia. Si continuerà su questa strada? No, non nasceranno nuovi piccoli Bambino Gesù. Questa iniziativa continuerà semplicemente con delle consulenze, quando civerranno chieste da ospedali pubblici che si rivolgeranno a noi per avere l'apporto dei nostri migliori scienziati e clinici. A volte la ricerca scientifica nella sanitàcattolicavieneraffi tacomelimitata perché vincolata all'etica cristiana... La nostra è una ricerca rispettoUM sa dell'uomo e dei principi a cui ci ispiriamo, ma, tenuto conto di questo, non ha nessun limite nella capacità di studiare e di operare. Come conciliare l'eccellenza nella ricerca scientifica con la disponibilità ad accogliere i meno abbienti? La nostra missione primaria è accogliere i più poveri . E siccome abbiamo verificato che in questa fase si è regi - strata una diminuzione di bambini delle fasce più deboli che accedono all'Ospedale, allora abbiamo deciso di andare noi da loro. Con una cooperativa stiamo attrezzando due mezzi mobili che andranno ad operare nelle periferie, nei campi rom, laddove i bambini non riescono ad essere curati. Ê il nostro modo di essere presenti sul territorio. E la ricerca? Ha i suoi fondi. E La Fondazione Bambino Gesù, che tra poco avrà un nuovo statuto, partirà con una grande campagna di raccolta fondi. Lei è la prima donna a presiedere il Bambino Gesù... Ho fatto, come donna, tante cose per la prima volta. La presidente di Confindustria Piemonte e la vice-presidente della Fondazione Cariplo, ad esempio. Credo, e spero, che non sia stata scelta in quanto donna. Ritengo comunque che sia un bel segnale anche alla luce di quanto Papa Francesco dice sulla valorizzazione delle donne. t viist «La sostenibilità è una strada obbligata , siamo presenti ovunque, anche in periferia» © RIPRODUZIONE RISERVATA Mariella Enoc, presidente del cda del Bambin Gesù di Roma Sanità nazionale Pagina 3 Camilliani. «Santità alla portata di tutti» Merisi ricorda Rebuschini, angelo dei malati Una santità alla portata di tutti. Così Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi, ha definito l'esemplarità del beato Enrico Rebuschini, testimone del carisma camilliano, morto nel 1938 e beatificato il 4maggio 1997, del quale la comunità camilliana di Cremona ha festeggiato il 10 maggio scorso la festa liturgica con una celebrazione eucaristica presieduta dallo stesso Merisi. Nella sua omelia il vescovo ha voluto sottolineare l'attualità dell'esempio offerto dal beato, «la sua attenzione verso tutti coloro Sanità nazionale che incontrava perle strade di Cremona, ma specialmente verso quei fratelli sofferenti che erano soli, che nessuno ascoltava. Lui li amava e proprio loro andava avisitare». Un richiamo forte al precetto della carità che «non è una semplice cornice della vita cristiana, ma quadro vero che rispecchia il nostro impegno a realizzare la vocazione battesimale che Dio Padre ha posto nel nostro cuore come perla preziosa per cui vale la pena spendere la propria vita di discepoli del Signore». © RIPROOUZJONE RISERVATA Pagina 4 -la Ebola, secondo caso in Italia È un infermiere di Emergency rientrato dalla Sierra Leone VITO SALINARO uando, nella serata di ieri, l'imponente C 130 J della > 46esima Aerobrigata di Pisa dell'Aeronautica militare ha approntato l'assetto di "biocontenimento assoluto", una modalità di trasporto riservata ai malati altamente infettivi, i dubbi sono stati definitivamente fugati. Un infermiere sardo di 37 anni di Emergency, che ha recentemente prestato servizio in Africa, e ricoverato da qualche giorno nell'Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, è risultato positivo al test di Ebola. L'aereo dotato di speciale barella isolata, ha fatto rotta su Alghero per poi rientrare, con il paziente, all'aeroporto militare di Pratica di Mare, a pochi chilometri da Roma, per consentire il rapido ricovero dell'operatore sanitario nell'Ospedale "Lazzaro Spallanzani" della Capitale. Struttura che, con l'Ospedale Sacco di Milano, costituisce uno dei due presidi italiani contro le emergenze sanitarie di natura infettiva. Un trasferimento complesso, che ha richiesto l'attivazione di una rete di emergenza e il concorso, oltre che dell'Aeronautica, di due ministeri - Salute e Difesa della prefettura di Sassari, e del Nas dei carabinieri. Lo stesso ministero e l'Aifa hanno intanto già reso disponibilii farmaci sperimentali previsti dai protocolli. Sanità nazionale L'infermiere, che aveva lavorato nel Centro cura dei malati di Ebola in Sierra Leone per circa tre mesi, ed era arrivato in Sardegna venerdì scorso, ha effettuato l'automonitoraggio delle proprie condizioni di salute, come previsto dai protocolli del ministero della Salute e di Emergency, e ha manifestato i primi sintomi febbre alta - nella tarda serata di domenica. Ricoverato nel nuovo reparto di malattie infettive del nosocomio di Sassari, ha atteso 48 ore per la diagnosi di positività al virus. Le sue condizioni - secondo l'ultimo bollettino medico diffuso dai medici sardi ieri sera- «sono stabili e i parametri vitali, costantemente monitorati, sono nella norma». Il suo trasporto a Roma ha osservato le stesse procedure già attuate nel novembre scorso per il medico siciliano Fabrizio Pulvirenti colpito da Ebola e poi guarito in 37 giorni: «Mi sembra di rivivere i giorni della mia malattia. Speriamo vada tutto bene, allo Spallanzani è in ottime maá», le sue parole poco dopo aver appreso la notizia. Emergency, confermando la positività al test diagnostico, ha riferito che il 37enne, «non appena ha manifestato i primi sintomi, ha applicato le procedure per l'isolamento» e che, dunque, gli interventi sono stati tempestivi. «Ricordiamo che il virus - hanno sottolineano dall'associazione è contagioso solo dopo l'insorgenza dei sintomi e che viene trasmesso esclusivamente attraverso il contatto diretto con fluidi corporei». Per evitare rischi, l'Ospedale di Sassari ha annunciato che «sono state attivate le procedure di controllo e di sicurezza per le pochissime persone che hanno avuto contatti con il paziente». Ma solo «a scopo precauzionale». Molti i messaggi di vicinanza e incoraggiamento rivolti all'infermiere: «Auguri di pronta guarigione da parte mia e di Montecitorio. Fieri del suo impegno», ha scritto in un tweet la presidente della Camera, Laura Boldrini. Per il 37enne, ricoverato a Sassari da domenica a causa dei sintomi della malattia scatenata dal virus, è stato disposto il trasferimento all'Ospedale Spallanzani di Roma con un volo dell'Aeronautica. M inistero della Salute ed Aifa hanno già reso disponibili i farmaci sperimentali per iniziare le cure a>on - ,1) c- Pagina 5 90 L intervista a Ceciflia Strada « lavoro massacrante, a volte la stanchezza pu far commettere errori» Quando tornano a casa sono felici per ciò che hanno fallo, ma sfiniti Resteremo li anche a epidemia conclusa: ci sono molte vite da salvare «Capisci quanto è dura quando tornano a casa: sembrano invecchiati di cinque anni. Contenti di aver fatto la loro parte, ma sfiniti. Con rughe che non avevano il giorno che sono partiti». Cecilia Strada, 36 anni, dal 2009 presidente di Emergency, è figlia dei suoi fondatori, Teresa Sarti e Gino Strada (quest'ultimo rientrato tre settimane fa dopo mesi passati in Sierra Leone). Quanti operatori italiani avete a Freetown? «Trenta. Quelli che si sono alternati con turni di tre mesi si contano a decine». L'infermiere che si è infettato era tornato a vivere in famiglia? «Era tornato a casa. Ai primi sintomi si è autoisolato. Tutte le procedure di sicurezza sono state seguite». Avete idea di come sia successo? «No. Ma questo avviene nella maggioranza dei casi. Se ti rendi conto che puoi aver avuto un contatto non protetto, lanci subito l'allarme senza aspettare i sintomi». L'epidemia sta scemando . Possibile che in questa fase si riduca la percezione dei rischi? «L'abbiamo visto con la popolazione sierraleonese. A fine gennaio dopo un drastico calo di contagi c'è stato un nuovo, breve picco. La gente pensa che sia finita, e riduce le precauzioni. Ma un fattore sempre presente è la stanchezza, magari nel momento in cui ti togli la tuta protettiva. E un lavoro massacrante». Quanti malati avete nel centro Ebola? «Oggi due. Da cinque giorni nel Paese non si registrano nuovi casi. E una buona notizia». Quanto tempo starete ancora? «In Sierra Leone ci siamo dal 2001 con il centro traumatologico, e non ce ne andremo il giorno in cui l'epidemia Ebola sarà finita. Tra le oltre undicimila vittime del virus ci sono decine di medici e infermieri locali. Il già fragile sistema sanitario è crollato. E importante che la comunità internazionale non dichiari vittoria e sparisca, dimenticandosi che continuano ad esserci ancora molte vite da salvare». Michele Farina ,*mikeleJarina © RIPRODUZIONE RISERVATA Sanità nazionale Pagina 6 Ebola, ricoverato infermiere italiano dopo la missione in Sierra . Leone Sardo, 37 anni, il volontario cli Emergency positivo al test. Trasferito allo Spallanzani ROMA Sembrava che fosse destinata a estinguersi l'epidemia di Ebola in Africa Occidentale. E che il virus si stesse preparando a rientrare nel suo serbatoio segreto, forse i pipistrelli. Ha seminato oltre u mila morti e infettato quasi 30 mila persone, ultimo bollettino diramato dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Europa e Stati Uniti, pur mantenendo alta la guardia, erano ottimisti circa la possibi- 1 sintomi L'uomo aveva febbre oltre 38,6 gradi. Non avrebbe avuto contatti diretti con malati lità di casi importati riguardanti medici e volontari partiti per i Paesi colpiti. Il bilancio dei casi accertati fuori dall'Africa è salito ieri a 27: da ieri notte un infermiere che aveva prestato servizio in Sierra Leone per tre mesi fino al 7 maggio, è ricoverato nel reparto ad alto contenimento dell'Istituto Spallanzani di Roma, il primo centro di riferimento italiano per le malattie infettive, diretto da Giuseppe Ippolito. Se oggi le ulteriori analisi confermassero la sua positività, altamente probabile, sarebbe il secondo malato italiano dopo il medico catanese Fabrizio Pulvirenti, dimesso a gennaio dopo oltre un mese di cure. Anche lui contagiato in Sierra Leone, unico Paese assieme alla Guinea (la Liberia è stata proclamata indenne pochi giorni fa) tuttora alle prese con l'epidemia. Anche lui di Emergency come il nuovo contagiato, cagliaritano, 37 anni, una lunga esperienza in Africa. Al momento dell'allarme, si trovava a Sassari a casa della madre, dove stava trascorrendo la quarantena volontaria di 21 giorni prevista dai protocolli, quando ha segnalato personalmente all'ospedale di avere la febbre sopra i 38 gradi e 6, il primo segnale clinico caratteristico di Ebola. Trasferito nel centro di isolamento di malattie infettive, ieri è stato portato a Pratica di Mare con un F 130 militare attrezzato di barella bioprotetta. Ora è in una delle stanze dell'unità di massima sicurezza mai smantellata, assistito da una squadra di sanitari addestrata. L'operazione è stata coordinata dai ministeri della Salute e della Difesa. E in buone condizioni. Oggi verrà diffuso il primo bollettino medico. Si attende soprattutto l'esito delle analisi di conferma. E arrivano gli «auguri di pronta guarigione», di Laura Boldrini, presidente della Camera. «Mi sembra di rivivere la malattia. Spero vada tutto bene. E in ottime mani», lo sostiene da lontano Pulvirenti che ha sperimentato fino in fondo l'aggressività dell'infezione, finendo in rianimazione. Come nella precedente occasione, l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si è subito attivata per l'importazione dei farmaci che potrebbero essere utili. In realtà non si sa quale sia la terapia vincente, né è disponibile uno schema terapeutico di comprovata efficacia. Il plasma di pazienti guariti si è rivelato prezioso. Pulvirenti lo donò allo Spallanzani una volta dimesso. La frazione del sangue contenente anticorpi anti Ebola potrebbe essere infuso al collega di Emergency. Ci sono molti punti da chiarire circa le modalità del contagio. Sembra che l'infermiere non avesse lavorato in aree a rischio né avesse avuto contatti diretti con persone in fase sintomatica avanzata, cioè con emorragie, né con animali infetti. Tutti i giorni si misurava la febbre, secondo le procedure. Ora i familiari e i sanitari che si sono occupati di lui nell'ospedale sassarese sono in quarantena. Allo Spallanzani è scattato il piano previsto dal protocollo interno che tra l'altro chiarisce: «La malattia da virus Ebola è altamente trasmissibile attraverso il contatto diretto con sangue infetto, secrezioni, tessuti o fluidi corporei inclusa la saliva di persone infette. Il contagio finora non è mai stato riportato nel periodo di incubazione, cioè prima che compaiano i sintomi, che dura da 2 a 21 giorni». Il personale, circa 15 operatori, in questi mesi non ha mai smesso di addestrarsi con le simulazioni. L'epidemia di Ebola più grave che il mondo ricordi è partita il 6 dicembre nel sud della Guinea, prima vittima un bambino. A febbraio 2014 ha cominciato a espandersi. Liberia, Sierra Leone, Mali, Senegal, Nigeria. Paesi sprovvisti perlopiù di reti sanitarie, pieni di villaggi isolati. Dove è fondamentale l'aiuto dei volontari. Margherita De Bac [email protected] © R I PRO DUZIOfN RSERVA'A Sanità nazionale Pagina 7 Assistenza Un infermiere si prepara ad accogliere malati di Ebola al centro di Emergency in Sierra Leone. L'Ong ha aperto il primo centro nel Paese lo scorso settembre Mila le vittime dell'epidemia di Ebola iniziata nel dicembre del 2013 27 I casi registrati fuori dall'Africa. Si tratta per lo più di medici o infermieri I vaccini, ancora allo stadio sperimentale, contro il virus emorragico Sanità nazionale Pagina 8 Quando dissi a mio figlio: ho il cancro, sono forftinata» La battaglia vinta da Cincia La moglie di Pisapia: salvata dalla diagnosi della ma di Annachiara Sacchi MILANO Chi se ne è accorto in tempo e si è curato. Chi ha visto morire amori, amici, figli, genitori. Chi ha fatto della ricerca una battaglia per salvare la vita a uomini e donne, a bambini e adulti. «Loro possono dirlo. Io posso dirlo». Dire cosa? «Che contro il cancro la prevenzione è l'arma più efficace. cc-iroIli Il tumore al seno è una malattia, non una sentenza di morte: con i controlli si può battere 1 Al di là di ogni polemica o strumentalizzazione». Cinzia Sasso, giornalista, scrittrice, moglie del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, ha seguito le polemiche scatenate dalle parole di Beppe Grillo sulla mammografia («Veronesi dice di farla ogni due anni e le donne la fanno perché si informano male, del resto la differenza percentuale di malattia fra chi la fa ogni due anni e chi la fa meno spesso è solo del due per mil- Sanità nazionale le»). Ha ascoltato, si è innervosita - «mi è andato il sangue al cervello» - ha sentito parole «pericolose», rettifiche e smentite. Poi ha deciso di raccontare la sua storia, lezione di coraggio femminile, di intelligenza e impegno: «Ho avuto il cancro. L'ho scoperto presto, dopo un controllo. Mi hanno operato e curato. Sono guarita». A quando risale la malattia? «Era il 2009, mi diagnosticarono un tumore al seno. Ricordo perfettamente il giorno della diagnosi. Feci un respiro profondo, tornai a casa e dissi a mio figlio Francesco: ho il cancro, sono fortunata». E lui? «Sei impazzita?, mi chiese. No, non ero matta, lo pensavo davvero: ero stata fortunata, il male non era ancora in fase avanzata. E se ho potuto sconfiggerlo è grazie alla mammografia. Altro che cattiva informazione». Lei fa la giornalista, è normale che sia informata. «Più che il mio lavoro, devo ringraziare la sanità lombarda, che funziona molto bene. E la mia storia personale». Quale? «Mia madre è morta 12 anni fa di cancro al seno. Se lei non c'è più e io sono qui a raccontare, è perché quando si è accorta di quel nodulo era troppo tardi». Chi le diede la diagnosi? «Fu la dottoressa Silvia Sfondrini, direttore del dipartimento di Diagnostica di un ospedale pubblico che ama le donne, la Mangiagalli di Milano, a salvarmi. Da allora giurai a me stessa che avrei fatto di tutto perché le donne potessero par- lare della loro malattia al passato remoto. Come è successo a me». Non tutte, però, vogliono parlarne. «Anche per me è difficile. Per questo non si può scherzare e nemmeno fare propaganda su temi così seri e delicati. E per questo motivo ho aderito al progetto "Europa Donna" che da vent'anni lavora in 47 Paesi europei perché tutte le donne abbiano cure adeguate». ogTafia Tante pensano : «A me non capiterà mai». «Lo so, lo dicevo anche io. Ma un bel giorno succede che hai il cancro, che hai bisogno di cure, che ti senti sola. Per evitare tutto questo bisogna fare subito i controlli: se oggi il tumore al seno è una malattia e non una sentenza di morte lo si deve alla prevenzione. Faccio qualche esempio: quando sono gli esami diagnostici a individuare un nodulo ancora impalpabile, il tasso di guarigione è del 99 per cento. Quando il tumore è molto piccolo, del 95 per cento». Come giudica le parole di Grillo su Veronesi? «Umberto Veronesi è un grande scienziato che ha salvato tante vite e ha avuto il merito di portare nelle case la parola cancro, che prima non si poteva nemmeno pronunciare: per molti anni, noi giornalisti scrivevamo "male incurabile". Ecco, se adesso quel male è sempre più curabile è perché gli screening consentono di scoprirlo per tempo». Lei ha parlato di suo figlio, ma suo marito come ha reagito alla malattia? «Giuliano mi è sempre stato accanto, mi ha sostenuto e non mi ha mai fatto mancare il suo amore. Ma era molto preoccupato e serio». Serio? In che senso? «Bisogna conservare sempre un po' di ironia. Quando mi operarono al seno raccomandai ai chirurghi di fare un buon lavoro. Non mi hanno deluso». © R I PRO DUZIOfN RSERVA'A Pagina 9 La vicenda I n sieme Cinzia Sasso, giornalista e scrittrice, con il marito Giuliano Pisapia, sindaco di Milano. La donna ha vinto la sfida contro il cancro Ad Assisi, domenica, Beppe Grillo ha attaccato l'oncologo Umberto Veronesi: «Va in tv a dire di fare le mammografie e, probabilmente, ha sovvenzioni perla sua fondazione» Immediata la reazione del ministro della Salute Lorenzin «Concentrato di pericolosissima disinformazione» Grillo ora dice di non aver sconsigliato le mammografie Sanità nazionale Pagina 10 C ,.. D[ Sono 600mila gli italiani che accusano cuore-stanco Luisa Romagnoni Senso di debolezza o difficoltà di respiro, dopo uno sforzo fisico. Non sempre sono segni dell'età che avanza. Possono essere sintomi iniziali di un cuore che non riesce a pompare, abbastanza sangue nell'organismo. Ovvero, di scompenso cardiaco. Una condizione patologica con un'incidenza in crescita, per via degli stili di vita, dell'aumentata sopravvivenza dopo un infarto e dell'invecchiamento della popolazione. Inltaliacolpisce oltre 600mila persone, con 500 ricoveri ogni giorno e 170milanuovicasi ogni anno. 1130% deipazienti muore a un anno dalla diagnosi. 1150% non sopravvive oltrei 5 anni. Contro questa patologia, l'Italia si mobilita. E lo fa partecipando alle Giornate europee dello scompenso cardiaco, promosse dallaSocietàEuropea di Cardiologia (Europ eanSocietyofCardiology-Esc) edalla Heart Failure Association (Hfa) ofthe Esc. Un impegno a tutto campo, per migliorare prevenzione e diagnosi. La campagna (attività e incontri in 24 città, visibile suwww. iltuocuore.com), sostenutadaNovartis, ha come capofila nazionale l'Ausl di Piacenza, la prima istitu- Sanità nazionale zione ad aver promosso, lo scorso anno, questa iniziativa in Italia. «Le Giornate europee dello scompenso cardiaco sono una campagna paneuropea che ha l'obiettivo di aumentare la conoscenza di questapatologia, principale causa di ricovero dopo ilparto eprimamalattia per giornate di ricovero», afferma Massimo Piep oli, membro del Board diHFAeresponsabile ambulatorio scompenso e cardiomiopatie, ospedale di Piacenza. «Siamo lieti che la campagna abbia avuto in Italia il patrocinio del ministero della Salute, perché lo scompenso ha pesanti ripercussioni in termini di qualità di vita, costi sociali e costi sanitari. La diagnosi tempestiva insieme al controllo dei fattori dirischio permettono di rallentare il decorso della patologia. I progressi compiuti negli ultimi anni ci permettono di intervenire con efficacia, migliorando la sopravvivenza. Per il prossimo anno, aspettiamo l'arrivo di nuove terapie farmacologiche che ci auguriamo possano migliorare la prognosi del paziente». Si stima che tra i 60 e i 70 anni il 5% di questi anziani soffra di questa insidiosa patologia. Pagina 11 A Roma una non-stop dedicata alla tiroide «Si è svolta a Roma una non stop di tre giorni sul tumore della tiroide. I registri tumori internazionali documentano come il carcinoma della tiroide siainrapido aumento in tutti i paesi del mondo, spiega Sebastiano Filetti, professore di medicinainterna presso l'università degli Studi diRoma Sapienza. Secondo i dati dell'Associazione Italiana Registri Tumori il carcinoma della tiroide nella donna rappresenta il quarto tumore più frequente, e le proiezioni suggeriscono che entro i12020 rappresenterà il secondo più frequente dopo il tumore al seno. La crescita dell'incidenza è in gran parte dovuta all'aumento di diagnosi per l'estensione dei programmi di screening radiologici per patologie non correlate alla tiroide, come le ecografie deivasi del collo nell'ambito di programmi di prevenzione cardiovascolare. Tuttavia questo non spiega per intero i dati epidemiologici registrati ed èipotizzabile anche un ruolo svolto dafattori ambientali al momento ancora da indagare. Il network tra centri USA ed Europei consentirà di promuovere nuove sperimentazioni cliniche con l'utilizzo di promettenti farmaci biologici per il trattamento deipazienti con metastasi della tiroide non rispondenti alle terapie. Sanità nazionale Pagina 12 Sono 16 milioni gli italiani ipertesi L'ip erten s i o n e è un flage ll o E la principale causa di ictus, infarti, scompensi cardiaci negli over 60 Luigi cucchi LaGiornataMondiale contro l'ipertensione, in programma il 17 maggio è promossa in tutto il mondo dalla World HypertensionLeague. Èun appuntamento annuale coordinato in Italia dalla Società Italiana dell'IpertensioneArteriosa (Sila). «Impara a conoscere la tuapressionearteriosa», èilmessaggio della Campagna. «Dopo i 60 anni è la principale causa di ictus, infarti, scompenso cardiaco e insufficienza renale», spiega il professor Giuseppe Mancia ricordando che solo il 20% dei pazienti hala pressione arterio sa entro valori normali a causa soprattutto della scarsa aderenza dei pazienti alla terapia prescritta. L'ipertensione affligge una persona sutre e rappresenta ancora oggi la prima causa di morte al mondo. Obiettivo della Giornata è quindi quello di diffondere un messaggio socialesull'importanza di conoscere e tenere sotto controllo i valori pressori. «Il problema è enorme e l'attenzione inspiegabilmente bassa», commenta il professor Claudio Borghi, presidente Sila precisando che in Italia abbiamo oltre 16 milioni di ipertesi e solo una persona sutre ha lapressioneben curata. A livello mondiale la cifra sale a circa 1 miliardo e mezzo. Sono numeri che non possiamo trascurare: ogni anno muoiono per malattie cardiovascolari dovute alla pressione alta 280mila persone in Italia e 8,5 milioni di persone nel mondo. Si fatica a comprendere come mai ilproblemap ossa esserevissuto con indifferenza dalargaparte della popolazione, quando ormai gli strumenti di diagnosi sono più che accessibili e efficaci le strategie di prevenzione ». In occasione dell'XI Giornata mondiale e con il prezioso contributo della Croce Rossa Italiana saranno allestite su tutto il territorio nazionale numerose postazioni mediche per dare l'opportunità a tutti i cittadini di effettuareilcontrollo gratuito dellapressione. Evitando così rischi elevati. Le malattie cardiovascolari sono ancora considerate una tematica prevalentemente maschile mentre il cancro al seno è percepito come tema più importante per il mondo femminile. Tuttavia, le malattie cardiovascolari rappresentano il top killer, nella popolazione femminile, in europa con il51% delle morti rispetto a13% per centro del cancro alla mammella. L'entità dei numeri in gioco contraddice la percezione comune e ha spinto l' European Society of Cardiology a porre l'accento, durante la giornata internazionale Belladonna, suquestaproblematicaspesso sotto stimata. Il rischio femminile di malattie cardiache tende a essere sottovalutato sia dal pubblico sia dalla professionemedica a causa dellapercezione che gli estrogeni costituiscano una protezione efficace. In realtà, è dimostrato chelaprotezione ormonale ritardi l'insorgenza di un periodo massimo di 10 anni. La conseguenza è che i fattori di rischio delle donne sono spesso sottostimati, rendendo la popolazione femminile piùvulnerabile a un attacco cardiaco e all' insufficienza cardiaca. Un altra ragione per cui le malattie cardiovascolari sono meno trattate e diagnosticatenelle donne è da riscontrarsi nell'insorgenza atipica e nella sintomatologia differente rispetto all'uomo, invece di dolore al petto, le donne che hanno un attacco di cuore possono provare nausea - vomito, mancanzadirespiro, dolore allamandibola, affaticamento, palpitazioni, sincope.Essendo originata da fattori genetici ereditari e ambientali, come lo stress, l'eccessiva consumo di sale el'obesità, per prevenirla si devono identificare gli individui geneticamente predisposti e al contempo vanno corretti i fattori ambientali. Fondamentale comunque lo stile divita e il frequente controllo della pressione arteriosa. Ogni anno solo in Italia muoiono 280mila persone per malattie cardio vascolari originate da pressione elevata non trattata Sanità nazionale Pagina 13 Microscopia a fluorescenza per l'identificazione dei melanomi i è svolto recentemente a Torino il Congresso nazionale dell'Associazione italiana di diagnostica non invasiva in dermatologia, daltitolo «Integrazione ed innovazione tecnologicanella diagnosi dermatologica», organizzato dal dottor Paolo Broganelli. L'evoluzione delle tecniche diagnostiche non invasive ha caratterizzato gli ultimi decenni della dermatologia mondiale.I dermatologiitaliani si sono contraddistinti nel mondo grazie al notevole contributo scientifico e, nonostante si sia scritto molto, ancora oggi è possibile migliorare la conoscenza delle tecniche già consolidate. La maggior parte di queste ci ha permesso di aumentare l'aspettativa di vita della popolazione grazie ad interventi preventivi efficaci che sino a pochi anni fa non erano immaginabili. L'apporto della diagnostica non invasiva è aumentato parallelamente all' incremento di incidenza dei tumori cutanei, in particolare del melanoma. Dal 2011 Torino è al primo posto trale cittàitaliane pernumero dimelanomi diagnosticati con circa 19 casi all'anno ogni 100mila abitanti suuna media italiana di 12 casi ed i numeri sono in costante incremento. La sola causa ambientale correlatapare Sial' esposizione intensa ed intermittente ai raggi UV solari naturali ed artificiali. Per fortuna, mentre l'incidenza è andata aumentando, la mortalità si è mantenuta sostanzialmente stabile. Fondamentale la diagnosi precoce e quindi l'individuazione ed asportazione del melanoma sottile. Pur non essendo l'unico tipo di tumore cutaneo, il melanoma è caratterizzato da un maggior rischio di mortalità. Persiste purtroppo un ristretto gruppo di pazienti con melanoma spesso, per lo più ditipo nodulare, aprognosipotenzialmente sfavorevole e ad elevato rischio di progressione a livello viscerale. Per questi pazienti vi sono oggi terapie innovative. Negli ultimi anni la dermoscopiaelamicroscopia confocalehanno affinato notevolmente le tecniche di riconoscimento pre-istologico dei tumori cutanei. La nuova microscopia a fluorescenza (sperimentale) poi permette dio sservare invivo le strutture cellulari con notevoli affinità con l'esame istologico, ma senza effettuare prelievi di cute. gloriasj(aunipr.it Sanità nazionale Pagina 14 RESPOII SABILIT4/ La Corte di cassazione circoscrive l onere a carico del paziente La prova grava su medici e As! Va dimostrata DI LucIA PRETE 1 paziente deve limitarsi a provare il rapporto con il medico o con la struttura sanitaria e che l'aggravamento o l'insorgenza di una patologia si trovi in rapporto di causalità con l'intervento stesso. Spetta invece al medico o alla struttura sanitaria la dimostrazione che non vi sia stata negligenza o imperizia del sanitario. La recentissima sentenza della Cassazione (sez. III civile, 20 marzo 2015 n. 5590) fissando gli oneri probatori non aderisce all'indirizzo enunciato in alcune sentenze di merito, su tutte tribunale Milano 17 luglio 2014 e 2 dicembre 2014, che hanno definito come extracontrattuale la responsabilità del medico dipendente di una struttura sanitaria sia pubblica che privata sulla base di quanto espresso nella legge Balduzzi. Il dibattito La formulazione dell'art. 3, comma 1 della legge citata ha mancanza di negligenza o imperizia riaperto il dibattito sulla natura giuridica da attribuire alla responsabilità sanitaria in campo civile. Alcune pronunce successive alla sua entrata in vigore hanno sostenuto che a essa non possa attribuirsi alcuna portata innovativa rispetto al precedente unanime e consolidato orientamento della giurisprudenza che qualificava come contrattuale la responsabilità sia della struttura sanitaria (fondandola sul contratto atipico di spedalità), sia del medico suo dipendente (sulla base del rapporto che si crea tra professionista e paziente in virtù del cosiddetto contatto sociale). Il tribunale di Milano Le sentenze del tribunale di Milano, facendo leva sul tenore letterale del cit. art. 3 e sulle intenzioni del legislatore, hanno, invece, ritenuto che la legge Balduzzi abbia esplicitamente configurato come extracontrattuale la responsa- bilità dell'operatore sanitario lasciando inalterato il regime giuridico applicabile alla struttura sanitaria, che risponde a titolo contrattuale sia degli inadempimenti a essa direttamente imputabili, sia di quelli riferibili ai suoi dipendenti. L'interpretazione prospettata dai giudici di Milano comporta importanti implicazioni in merito alla prescrizione e all'onere probatorio. Qualora, infatti, si definisca come extracontrattuale la responsabilità del medico dipen- la n. 7909/2014, che esclude l'applicabilità della teoria del contatto sociale alla domanda risarcitoria da errato trattamento medico compiuto da un soggetto straniero in quanto il concetto di «contatto sociale» come «fonte di obbligazione» costituisce un principio creato dalla giurisprudenza italiana che non trova riscontro nel diritto internazionale. © Riproduzione riservata dente l'azione di risarcimento del danno si prescrive col decorso di cinque anni dal momento di verificazione dell'evento (termine considerevolmente più breve rispetto ai dieci anni previsti per le ipotesi di responsabilità contrattuale) e sotto il profilo dell'onus probandi spetta al paziente danneggiato (e non all'operatore sanitario) provare l'elemento soggettivo dell'illecito. I giudici di Milano, nella sentenza del 2 dicembre 2014, hanno anche messo in evidenza come la stessa elaborazione del «fatto-contatto» come fonte di «efficacia obbligatoria di natura contrattuale non sia basata su dei presupposti condivisi unanimemente dai giuristi (che, di volta in volta, hanno fatto ricorso al principio di immedesimazione organica, alla figura del contratto in favore di terzo e, più recentemente, all'art. 1173 cc., che richiama tra le fonti delle obbligazioni ogni atto o fatto idoneo a produrle, e alla legge istitutiva del Sistema sanitario). Ulteriori aspetti Infine la decisione della Suprema corte ha richiamato un'altra sua pronuncia, Sanità nazionale Pagina 15 pt Ragazzi persi nella bottiglia L'INIZIATIVA Elio contro l'abuso di alcol tra i giovani e i giovanissimi. Elio e le storie tese cantano: «Bevi, bevi bevi.....». Il motivetto ti entra in testa, la musica ti carica ma la storia è tragica. Una come tante. Che lega l'eccesso di vino, birre e superalcolici ad un fine serata da dimenticare. Un incidente? Una corsa al pronto soccorso? Un cervello che funziona male? Potrebbe essere una o potrebbero essere tutte. Gli "Elii" hanno accettato la proposta del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e hanno scritto una canzone antisballo, "Alcol snaturato, una serata speciale". Niente prediche, né sermoni. Il gruppo ha scelto di parlare in modo schietto e dissacrante. «Speriamo che le loro parole - dice il ministro Lorenzin in collegamento video alla presentazione della campagna al liceo Kennedy di Roma - arrivino alla pancia dei ragazzi e poi anche alla testa. Quanti sanno che sono più di 775mila giovani tra gli 11 e i 17 anni che consumano regolarmente alcol in Italia? 1117% di tutte le intossicazioni alcoliche che arrivano al pronto soccorso riguardano dei ragazzi sotto i 14 anni». IL RAPPORTO A definire il quadro italiano è stato anche l'Ocse, ieri, in un rapporto su consumo di alcolici e impatto su società ed economia stilato per sollecitare i governi ad agire su un problema che è la quinta causa di morte nel mondo. Così anche in Italia è sempre più diffuso il "binge drinking", ovvero il bere grandi quantità di alcol in breve tempo per ubriacarsi in fretta, perdere il controllo e divertirsi. E questo soprattutto tra i giovani e giovanissimi, mentre il consumo di alcol in Italia resta più basso rispetto agli altri Paesi occidentali con un calo del 40% rispetto agli anni Novanta: 6,1 litri pro capite l'anno in media ben al di sotto di Francia (12 litri) Germania (11) e Spagna (9,8). Sanità nazionale GLI ESEMPI Ma resta alto l'allarme peri ragazzi. Da qui l'obbligo a parlare ai più giovani con un linguaggio diverso, non solo quello dei numeri, dei digranr mi e delle analisti degli esperti. «Guardate che cosa ho fatto per farvi saltare un'ora di lezione - è l'esordio di Elio tra gli applausi generali - Cercherà di non essere noioso e parto da lontano. Frank Zappa, uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi che tutti considerano un'icona della trasgressione in realtà non consumava né alcol né droga. Lo sapevate? Il nostro obiettivo è far capire i danni che può provocare l'alcol nel vostro corpo». «Danni irreversibili che potrebbero non farvi godere la vita futura - aggiunge Rocco Tanica, il batterista - Io sono per stravivere la vita, ma per tutta la vita. Non ve la pregiudicate con un errore adesso. Ho avuto un incidente stradale sotto effetto degli alcolici. Lì ho capito quanto sono stato stupido e, soprattutto quanto sono stato fortunato visto che sono qui». Racconta Beatrice Lorenzin: «Stavo visitando un pronto soccorso e mi hanno mostrato una ragazza di 16 anni bellissima, ricoverata per essere caduta da un cubo della discoteca. Era in fin di vita, il suo fegato spappolato». Da qui la campagna, la richiesta ad Elio e ai suoi (www.unaserataspeciale.it). Perché i ragazzi sotto i 25 anni sono più vulnerabili all'alcol, perché si metabolizza con maggiore difficoltà. Perché il danno al cervello potrebbe diventare irreversibile, perché un incidente può minare la spina dorsale come la testa. Tutto questo per una serata, queste sono le dosi, a base di oltre 6 bicchieri di alcol in un arco di tempo ristretto. La campagna utilizzerà internet con l'obiettivo di "viralizzare" i contributi video sui principali canali social del web. Pronto l'opuscolo "Alcol snaturato". Obiettivo era quello di rendere poco affascinante il modello di chi abusa di sostanze alcoliche e, soprattutto, del mix con le droghe. Il brano è accompagnato da un videoclip con la regia di Gianluca «Calu» Montesano. E stato girato interamente con la spherical cam. Un messaggio: per una serata speciale con gli amici, meglio la musica che gli effetti speciali di una sbornia o una gita in ambulanza. Carla Massi Pagina 16 L'OPUSCOLO Il mini libro per spiegare i danni provocati dall'alcol Sotto Elio e le storie tese al Kennedy di Roma (fata CECILIA FABIANO/AG. TOIAI I) WW4 Quanto bevono gli italiani Dati 2013 dal rapporto del Ministero della Salute Persone di Il anni e più che consumano alcolici (%) 2003 wì- 2013 Consumatori binge drinking * per genere e classe di età (%) Maschi 10,4 68,7 63.9 31,0 Una volta 1,1 37,6 41,2 24.8 22.7 Tutti 9 Femmine 2,5 :Occasionalmente: all'anno i giorni Consumo annuo pro capite di alcol puro (litri) 25. 8 Fuori pasto 9,3 21,9 18-24 15,9 25-44 9,26 9,12 8 ,5 9 8.59 &32 7,41 7.26 7,19 6,84 11-15 1,3 ............................................................................... 45-64 6.40 6,10 2000:2001 :2002:2003:2004: 2005:2006 :2007: 2008 : 2009:2010 lr 8,1 eu 4,4 65-74 .......... 0,5...................... 2,3 75+ p 0,3 *assunzione in un tempo ristretto di 6 o pih bicchieri di alcolici ANSA ,-E Sanità nazionale m .tri Pagina 17 Ipertens ione , do men ica G iorn ata mc ii mi sura z i on i grat i s )1 1 g a z ebo d ella Cr i me" rivolto ad un gruppo di esperti coordinati dai professori Pino Germanò e Toni Giovanazana. LA DIFFUSIONE Pressione alta: disagio senza età IL D ISTURBO a pressione alta non è solo dei nonni . Oggi, appare un paradosso , anziani e giovani, si trovano a combattere contro la stessa malattia: l'ipertensione. I più grandi pagano il prezzo dell'età e delle patologie, i più giovani , invece, per questioni genetiche ma anche per stili di vita (droga e alcol). Secondo i dati emersi dalla fase pilota dello studio "I-game", presentato nel congresso "Conoscere e curare il cuore" a Firenze, il 14% dei "giovani adulti " (tra i 18 e i 35 anni) deve fare i conti con l'ipertensione . E i maschi sono i più colpiti . Tra i fattori di rischio c'è un elevato indice di massa SEMPREPIU'ALTO I IL NUMERO I GIOVANI COLPITI TRA 1 FATTORI Di RISCHIO PESO, STRESS E SSTILE I VITA Sanità nazionale corporea, la presenza di sindromi delle apnee ostruttive nel sonno, disturbi dell'umore, come ad esempio l 'ansia. Oltre a ciò, sembra verificata l'influenza negativa dell'alto consumo di formaggi e salumi e cibi carichi di sale (in particolare quelli preconfezioni e quelli dei fast food) L'APPUNTAMENTO Anche a giovani, dunque, si rivolge l'XI Giornata mondiale contro l'ipertensione arteriosa, che si celebra domenica 17 maggio. Con il contributo della Croce Rossa Italiana saranno allestite in tutta Italia numerose postazioni mediche per dare l'opportunità a tutti i cittadini di effettuare il controllo gratuito della pressione (info www.siia.it). Sarà possibile eseguire la misurazione dei valori pressori, senza necessità di impegnativa, anche presso gli ambulatori, i centri accreditati dalla Società italiana dell'ipertensione rteriosa (SIIA) e nelle farmacie aderenti all'iniziativa. In ognuna di queste sedi sarà possibile ritirare materiale informativo e divulgativo inerente i rischi causati dalle cattive abitudini , i vantaggi di adottare uno stile di vita salutare e le indicazioni su come effettuare in modo corretto la rilevazione della pressione arteriosa. Venerdì 15 a Roma, nell'aula magna del Rettorato a La Sapienza, verrà celebrata la Giornata: postazione della Croce Rossa, ingresso libero , nel corso della mattina ci sarà un "question ti- «Il problema è enorme e l'attenzione inspiegabilmente bassa commenta Claudio Borghi, presidente della Società italiana di ipertensione arteriosa - In Italia abbiamo oltre 16 milioni di ipertesi e solo una persona su tre ha la pressione ben curata. A livello mondiale la cifra sale a circa un miliardo e mezzo. Sono numeri che non possiamo trascurare: ogni anno muoiono per malattie cardiovascolari dovute alla pressione alta 280mila persone in Italia e 8,5 milioni di persone nel mondo. Si fatica a comprendere come mai il problema possa essere vissuto con indifferenza da larga parte della popolazione, quando ormai gli strumenti di diagnosi sono più che accessibili e le strategie di prevenzione efficaci». L'ipertensione non è una malattia di per sé ma aumenta il rischio di essere colpito da ictus cerebrale, infarto di cuore, insufficienza renale ed altre malattie. D'altro canto, il ricorso alle cure oggi disponibili permette di eliminare questo rischio aggiuntivo. Gli esperti ritengono che il rischio cardiovascolare aumenti al punto di giustificare un intervento terapeutico, anche farmacologico, in presenza di valori di pressione pari o superiori a 140 mm Hg per quanto riguarda la pressione sistolica (la massima) e pari o superiori a 90 mm Hg per quanto riguarda la pressione diastolica (la minima). La Siia ha lanciato di recente anche una app, disponibile su dispositivi Apple e Android, per aiutare i pazienti a gestire la propria ipertensione: dalla possibilità di monitorare nel tempo i valori creando un grafico del proprio trend, a quella di prenotare unavisita nel centro più vicino. Antonio Caperna - - w ,,,, , -1 Pagina 18 numeri degli uomini in Italia e il 31% delle donne sono ipertesi, il 15% di ognuno di questi gruppi viene considerato a rischio j/i GGO////n .U/' ,'„ i 4,3 degli italiani, sia uomini che donne, non tiene la pressione sotto controllo regolarmente nel modo corretto Sanità nazionale Pagina 19 PERSAPERNEEqWÙ www.emergency.it roma.repubblica.it Eb ola , co ntag iato infermiere sardo Volontario 37enne di Emergency: rientrato giovedì scorso dopo tre mesi in Sierra Leone. Trasportato nella notte allo Spallanzani di Roma: "Febbre alta da domenica, ora le condizioni sono stabili". Controllati due suoi parenti PIER GIORGIO PINNA . Ebolacolpisce unvolontario italiano di Emergency nella fase finale dell'epidemia in Sierra Leone. Per l'ammalato, 37 anni, infermiere sassarese tornato dall'Africa giovedì, ieri sera è stato disposto il trasferimento d'urgenza con un C-130 dell'aviazione militare. Il jet, decollato da Pratica di Mare, è atterrato alle 21 mentre il paziente veniva trasportato con un'ambulanza attrezzata per queste emergenze dal reparto di malattie infettive dell'ospedale di Sassari all'aeroporto di Alghero. A tarda sera, il ricovero allo Spallanzani di Roma dopo i contatti tra il ministero della Salute e l'Unità di crisi sarda guidata dall'assessore regionale alla S anit à, LuigiArru. Le condizioni del volontario, allo stato attuale, sono giudicate "buone" dai medici. La famiglia chiede che non vengano divulgati né la sua identità né altri particolari che ne permettano il riconoscimento. Questo appena confermato nell'isola è il secondo caso di Ebola tra italiani. Fa seguito a quello del medico siciliano Fabrizio Pulvirenti, anche lui al lavoro per Emergency in Sierra Leone e guarito a gennaio. «L'infermiere è stato bravissimo: quando si è reso conto di stare poco bene ha subito seguito tutte le regole dei protocollo stabilendo per sé un auto-isolamento nella sua camera da letto», hanno voluto sottolineare i sanitari. Il volontario sardo era tornato dall'Africa via Fiumicino. Nella stessa giornata si è poi imbarcato per lo scalo algherese raggiungendo Sassari, dove vivono i familiari. In congedo dall'ospedale dove solitamente prestala sua attività (nonsisasenello stesso capoluogo o in un altro centro regionale), l'uomo era in Africa dal 15 febbraio. Faceva parte dell'équipe di Emergency che si occupa dell'epidemia: no- Sanità nazionale Questo è il ventisettesimo paziente fuori dall'Africa: c i nque morti , ora nessun altro in trattamento postante in Sierra Leone non si verifichi più un caso da cinque giorni, in questa struttura sanitaria lavorano 20 volontari mentre altri 17 si dedicano al centro pediatrico. L'infermiere è stato doppiamente sfortunato: intanto perché ha contrattola malattia e poi perché Ebola lo ha contagiato proprio quando l'emergenza nel paese africano sta rientrando. Come ha confermato la figlia di Gino Strada, Cecilia, presidente di Emergency, ora in Sierra Leone ci sono soltanto due ricoverati. «Quella di queste ore è una brutta notizia, ma siamo fiduciosi: speriamo che l'operatore sardo ce la faccia a sopravvivere co- La presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi (Pd), ha chiesto che il governo riferisca sulla situazione. «Auguri di pronta guarigione all'infermiere di Emergency, siamo fieri dei suo impegno»: così in un tweet la presidente della Camera, Boldrini. Altro tweet da Zingaretti, presidente della Regione Lazio: «Allo Spallanzani un altro caso Ebola. U n' ec cellenz a della s anit à del L azio ancorainprimalineapercombattere malattia». ® RIPRODUZIONE RISERVATA me tanti altri che si sono amma- lati - ha aggiunto - L'emergenza è superabile, soprattutto se si pensa che all'inizio dell'anno laggiù dovevamo accogliere ogni giorno centinaia di nuovi contagiati». Oltre che con i passeggeri degli aerei che l'hanno riportato a casa - probabilmente in una fase nella quale la malattia non era ancora contagiosa - il volontario è entrato in contatto solo con due familiari, attualmente in isolamento nella loro abitazione a scopo precauzionale. Le condizioni del paziente, secondo l'ultimo bollettino medico, «sono stabili: nella norma i parametri vitali, costantemente monitorati». L'infermiere ha iniziato a presentare i primi sintomi, con febbre oltre i 39, da domenica sera. Ricoverato lunedì pomeriggio, è stato sottoposto a terapia antipiretica e antibiotica. I medici precisanocheè autonomo, collabora elasituazione«è sotto controllo». Pagina 20 I PRIMI SINTOMI I segni di Ebola sono simili a quelli di malattie come malaria, Dengue o il virus Marburg: febbre alta, mal di testa, nausea, vom ito, d ia rrea. L'evoluzione dipende dalle difese individuali e dalla carica virale: dopo i primi due giorni oppure oltre le prime tre settimane con possibili emorragie diffuse nel corpo Sanità nazionale Pagina 21 Fabrizio Pulvirenti: "Per curarlo useranno anche il miosangue sono certo: ce la fará" AGARl per curarlo useM anche il mio sangue. Speriamo che ce la faccia». Fabrizio Pulvirenti è il medico siciliano guarito dall'Ebola. Si era ammalato nel novembre dell'anno scorso, lavorando anche lui per Emergency in Sierra Leone. Cosa hapensato quando ha saputo dell'infermiere sardo? «Mi è presa una grande angoscia. Sono in apprensione. Sto rivivendo l'inizio della mia esperienza: il trasporto nella barella ad alto contenimento biologico, il viaggio sull'aereo militare. Speriamo che non abbia le complicazioni che ho avuto io». Lei è rimasto 38 giorni in ospedale, ricorda tutto? «Sì, a parte i 6 giorni in cui sono stato in rianimazione. La malattia all'inizio è blanda, poi si complica. Ricordo l'arrivo allo Spallanzani, le prime cure, una reazione trasfusionale. Poi sono finito in terapia intensiva ed è sta- toil blackout». Al momento della dimissione era molto provato, quanto tempo ci ha messo Sanità nazionale per riprendersi? «Almeno un mese e comunque le forze sono tornate molto lentamente. Ora sono al lavoro nel mio reparto di malattie intensive». Ha mai pensato di non farcela durante la malattia? «Si, anche perché sono un medico e avevo visto quanto è pesante Ebola. Analizzavo imiei sintomie avevo unrapporto diretto con i colleghi dello Spallanzani. Ma a un certo punto ho smesso di interessarmi così tanto al mio caso. Ho lasciato fare a loro e consiglio all'infermiere lo stesso atteggiamento. Si affidi ai professionisti romani, erano già bravi quando hanno curato me e ora saranno diventati bravissimi». Le è stato prelevato il sangue per avere i suoi anticorpi, che hanno sconfitto il virus. Lo useranno sul nuovo paziente? «Penso di sì. Mi auguro che il mio plasma sia utile, che gli serva. Io avevo ricevuto quello di altri due sopravvissuti occidentali, uno in Spagna e uno in Germania». (mi.bo. ) Pagina 22 I trecento farmaci introvabili in Italia "Venderli all'estero rende di piu Prezzi diversi aseconda dei Paesi: c'è chi ne approfitta anche se nessuno lo ammette E ai pazienti non resta che aspettare MICHELE BOCCI ERVONO ad abbassare la pressione o il colesterolo, a curare infezionio a contrastare il dolore, però sono introvabili. Ogni giorno in Italia ci sono farmacisti che allargano le braccia di fronte ai clienti e dicono che no, quella medicina non è proprio disponibile, i distributori non ce l'hanno. Non è chiaro quanti siano i prodotti che "spariscono" nel nostro Paese, le stime parlano di almeno 300 in un anno. Il problema non si presenta contemporaneamente in tutte le regioni ma solo in alcune, anche in singole provincie: una molecola può essere adisposizione a Bologna ma non in Romagna. Il Lazio a fine 2014 ha fatto una lista di 52 medicinali impossibili da acquistare. Queste carenze non sono dovute a problemi di produzione da parte dell'industria. Il fenomeno è provocato dell'esportazione parallela, o "parallel trade", una pratica legale ma pericolosa per i sistemi sanitari. Quando un farmaco viene approvato dall'Ema, l'agenzia regolatoria europea, ogni Paese tratta il costo con l'industria. La prima conseguenza è che le molecole arrivano sul mercato in momenti diversi, la seconda è chei prezzi cambiano da uno Stato all'altro. Nel sud del continente di solito si strappano tariffe più basse. Questa differenza di costo spinge distributori italiani a spostare i farmaci dove vengono pagati di più, ad esempio in Germania, ottenendo un guadagno del 20-30%. Non solo. Il meccanismo fa sì che l'industria contingenti le forniture. Ai produttori non piace il parallel trade perché vogliono che i prezzi dei vari mercati siano rispettati. Quando c'è da consegnare un Sanità nazionale prodotto a rischio esportazione si basano sui consumi dell'anno precedente. Se la richiesta cresce il medicinale non si trova. Aifa parla di «distorsioni delle dinamiche distributive». Con il ministero della Salute fa controlli a farmacisti e grossisti. Ma non è facile contrastare un fenomeno basato su una norma europea. Anche se vendere all'estero non è viet ato, è molto difficile trovare qualcuno che ammetta di farlo. Anzi, tutti accusano tutti. L'industria ce l'ha con i distributori, questi con i farmacisti, che a lorovoltainviano leaccuse almittente. «Ci sono ordini anomali da parte di alcuni distributori - dice ilpresidente di F armindustria Massimo Scaccabarozzi - Se vengono evasi tutti manca il prodotto. Non èvero che mettiamo a disposizione pachi farmaci. A chi fa esportazione i medicinali dovrebbero costare di più». Adf r appresenta 50 grandi aziende di distribuzione. E' suo il dato dei 300 prodotti mancanti: « Siamo le prime vittime delle carenze, e infatti capita che per certi medicinali riceviamo solo il 15% delle confezioni che chiediamo. Il problema sono gli pseudogrossisti». Il riferimento è alle farmacie che possono ottenere dalle Regioni di diventare distributori. Secondo alcuni sono loro adeccedere con il parallel trade. «Comesi faadesseredistributoricon un negozio di 30 metri quadri?», si chiede polemicamente Giancarlo Esperti, direttore di Federmarma Servizi, che riunisce cooperative di distibutori: «Evidentemente questi esercizi commerciali esportano». ^ PIPRODl1/I()NF RISFRVt.!'T. Pagina 23 19,7 miliardi 1,4 miliardi La spesa farmaceutica territoriale in Italia (esclusa cioè La spesa degli italiani peri ticket farmaceutici quella ospedaliera) ili aver 75 che ricevono almeno una prescrizione tll'anno 1,031 % I bambini che ricevono almeno preset inno Le dosi giornaliere consumate ogni mille abitanti 60,2% La quota rimborsata dal servizio sanitario nazionale 1,8 miliardi Le confezioni dispensate all'anno 516 dosi al giorno ogni mille abitanti 242 dosi al giorno ogni mille abitanti Sanità nazionale 218 dosi al giorno ogni mille abitanti 16 1 dosi al giorno ogni mille abitanti Pagina 24 "Legale o are mai colleghi che lo fanno sbagliano" (per abbassare il colesterolo) ontro Parkinson) )agulante) )l'epilessia) ontro dolore atico) )protettore) (per ridurre l'ipertensione) 300 I farmaci a rischio carenza in un anno in Italia 52 I farmaci indicati come indisponibili dalla Regione Lazio nel 2014 +20-30% Il guadagno per confezione di chi decide di fare esportazione parallela ila Le farmacie in Italia 80 I grossisti 900 Farmacie che ottenuto di poter fare i grossisti FONTE RAPPORTO OSM ED-ADF Sanità nazionale Sì, ALCUNI colleghi fanno anche i distributori ma noi non lo approviamo, la legge che glielo permette non ci piace». Annarosa Racca è la presidente di Federfarma, l'associazione dei farmacisti italiani, alcuni dei quali sono accusati dagli stessi distributori di fare p arallel trade. Evero che alcuni suoi colleghi portano i farmaci all'estero? «E la legge a permetterglielo, se hanno il via libera della loro Regione. Questa autorizzazione, voglio sottolineare, è data ai farmacisti e non alle farmacie. Sono loro a poter fare i grossisti. Poi possono essere anche titolari di un esercizio commerciale». E lei cosa ne pensa della legge? «Non ci piace e Federfarma ha chiesto PRESIDENTE alle Regioni di Annarosa non dare le au- Racca, torizzazioni ai presidente di colleghi che lo Federfarma chiedono. Siamo totalmente contrari a questa attività, le farmacie devono fare altro, devono assicurare i medicinali ai cittadini, non spostarli altrove. Però vorrei chiarire una cosa». Quale? «La distribuzione da parte dei farmacisti non va bene, ma dobbiamo ricordare che le grandi quantità di medicinali esportati all'estero non passano certo da loro bensì dai grandi grossisti, a volte multinazionali». Co sa fate quando un cliente vi porta la ricetta per un farmaco che non si trova? «Dopo aver ricevuto risposta negativa dai grossisti dai quali normalmente ci serviamo, mandiamo una segnalazione del problema alla Regione. Ma abbiamo anche la possibilità di mandare un sos all'azienda produttrice che ci deve comunque mandare il medicinale entro 48 ore». (mi.bo. ) C RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 25 Era stato in Sierra Leone Ebola, positivo al test infermiere di Emergency Nicoletta Cottone ROMA Nuovo caso di Ebola in Italia: positivo un infermiere di Emergency che ha lavorato in un centro in Sierra Leone. L'infermiere è stato trasferito nella notte allo Spallanzani di Roma L'infermiere è stato trasferito da Sassari in aereo a Pratica di Mare con speciali barelle che consentono il trasporto del paziente in condizioni di «biocontenimento assoluto». Il trasporto del paziente, organizzato d'intesa tra il ministero della Salute e quello della Difesa, è stato eseguito dall'Aeronautica militare « in alto biocontenimento, seguendo le stesse procedure già attuate nel novembre scorso per il medico siciliano colpito dal virus e poi guarito». Il virus è contagioso solo dopo l'insorgenza dei sintomi e viene trasmesso esclusivamente attraverso il contatto diretto con fluidi corporei. Il paziente all'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma sarà sottoposto al trattamento medico. Appena l'infermiere si è reso conto del virus è stata subito attivata la rete di emergenza della Prefettura di Sassari e del Comando Carabinieri del Nas. Ilministero della Salute e Sanità nazionale l'Aifa hanno subito predisposto le misure necessarie per rendere disponibili presso lo Spallanzani i farmaci. Il ministero della Salute hareso noto che per rispettare la privacy del paziente e della famiglia, non verranno rese note le generalità. Il primo bollettino medico, come daprassi, verrà emesso dallo Spallanzani. «Faccio i miei migliori auguri all'infermiere di Emergency, so che allo Spallanzani è in buone, anzi in ottime mani», ha dichiarato Fabrizio Pulvirenti, il medico "caso zero" per il virus Ebola in Italia, curato anche lui allo Spallanzani di Roma e, dopo diversi trattamenti anche sperimentali, guarito e dimesso lo scorso gennaio. Intanto sono in frenata i casi di Ebola. Al 6 maggio il bollettino dell'Oms riferiva18 casinell a settimanaprecedente, mentre in 21 giorni ne erano stati registrati in tutto 82. In totale la malattia ha contagiato 26.593 persone, con un impressionante numero di morti:l1.oo5.I Paesipiù colpiti sono stati proprio la Sierra Leone, con 12.440 casi e 3.903 morti, seguita dala Liberia (10.564 casi e 4.716 morti) e dalla Guinea (3.589 casi e 2.386 morti). © RIPROODUONER75ERVar.A Pagina 26 Deduzione integrale per disabili e invalidi Sulle spese mediche detrazione al 19% Va sottratta la franchigia di 129,11 curo PAGINAA CURA DI Marcello Tarabusi Sono integralmente deducibili dal reddito complessivo le spesemediche e di assistenza specifica necessarie nei casi di grave e permanente invalidità o menomazione, sostenute dai soggetti disabili di cui all'articolo 3 della legge 104/1992. Su tutte le altre spese sanitarie detrazione del 19% con franchigia di 129,11 euro. Senza franchigia solo le spese per mezzi di movimento e sussidi tecnici e informatici dei disabili. Se le spese superano complessivamente 15.493,71 euro, la detrazione può essere ripartita in quattro quote annuali.Rateizzabiliin4anni senza limiti di importo le detrazioni delle spese per l'acquisto di veicoli per disabili e perl'acquisto di cane guidapernonvedenti. Sono detraibili anche le spese sostenute per familiari fiscalmente a carico. Per quelli non a carico, ma con patologie esenti dalticket, sono detraibili le spese che non trovano capienza nel reddito delfamiliare,ma solo se relative a tali patologie ed entro il limite di 6.197,48 curo. Le principali spese sanitarie detraibili sono: Sanità nazionale prestazioni del medico generico, anche per visite e cure omeopatiche; prestazioni di medici specialisti, compreseperiziemedico-legali,visite assicurative, visite sportive e per rinnovo patente (circolare 108/E/96); prestazioni chirurgiche, anche ambulatoriali, compresa anestesia, plasma, farmaci, eccetera; spese per il trapianto di organi, incluso relativo trasporto. Chirurgia plastica non detraibile, salvo per deformità funzionali o estetiche deturpanti (circolare 14/8/606/1981); spese mediche per il parto, tra cui epidurale, inseminazione artificiale, anmiocentesi,villocentesi e altre analisi prenatali e perinatali; spese di degenza (risoluzioni 8/207/79, circolare 14/8/606/1981 e 122/E/99), anche non collegate ad interventi chirurgici, e spese per cure termali. Sempre escluse le spese per pernottamento di congiunti, i servizi extra e le spese diviaggio, anche di trasporto in ambulanza (circolare 108/ E/96) ma sono detraibili però le prestazioni mediche svolte nel tragitto; prestazioni specialistiche e test di laboratorio (circolare 14/8/606/81): esami del sangue, Eeg, Ecg, risonanze, Tac, ecografie, radiografie, cob altoterapia, iodioterapia, dialisi, sedute di neuropsichiatria e psicoterapia, eccetera; acquisto e noleggi odi protesi dentarie e sanitarie in genere: ad esempio occhiali da vista (escluse parti in metalli preziosi),lenti a contatto erelativi liquidi (circolare 1o8/E/96), ausili e materassi antidecubito (risoluzione 11/E/2007), ausili per incontinenti, compresi pannoloni (risoluzione 17/ E/2006), parrucche a seguito di chemioterapia (risoluzione 9/E/2010), pace-maker e stimolatori, arti artificiali, busti, stecche, stampelle, protesi fonetiche e acustiche, apparecchi ortodontici e protesi dentarie (anche in metallo prezioso); acquisto o noleggio di attrezzature sanitarie: ad esempio aerosol,misuratori glicemia o pressione sanguigna (circolare 122/E/99 e 184/E/2003), siringhe ed aghi, strumenti per magnetoterapia, fisiokinesiterapia e laserterapia, ma non le attrezzature sportive come ad esempio piscine per idrokinesiterapia (circolare 20/E/2011); acquisto di altri dispositivi medici, impiantabili attivi e diagnostici in vitro (Dlgs 507/1992, 46/1997 e 332/2000), conservando la documentazione (ad esempio confezione o foglietto) comprovante la marcatura "Ce". Non è obbligatorio ilmarchio Ce sullo scontrino, ma se viene indicato non occorre altra documentazione (circolare 19/E/2012). La circolare 20/ E/2o11 elenca i dispositivi più comuni (siringhe, bende, cerotti, termometri, apparecchi acustici, provette per urine/feci, test autodiagnosi); se vi sono dubbi sulla classificazione- che spetta al produttore - si fa riferimento ai provvedimenti del ministero della Salute (circolare 25/1997), alla «classificazione nazionale dei dispositivi medici» ed al «nomenclatore tariffario delle protesi», allegato al Dmministero della Sanità 332/1999; acquisti di medicinali, documentabili con scontrino fiscale contenente:il codicefiscale (che deve risultare dallo scontrino: circolare 18/E/o9, paragrafo 4), la indicazione, anche abbreviata o in sigla, della natura o tipologia di medicinale, il codice Aic del prodotto, la quantità se superiore ad uno. Per i farmaci omeopatici si indica il codice identificativo univoco del prodotto. Non sono detraibili le spese sostenuteperla conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale ad uso "autologo" (circolare 155/ E/2009). Per le spese sostenute in strutture pubbliche o convenzionate con il Ssn la detrazione compete suiticket pagati, compresa la differenza di prezzo dovuta quando si rifiuta il medicinale generico. © RI PRO DD ZIO NE RISERVAI A. ,,,i¢ionr mw g,Ic 1, „rr Pagina 27 ATTENTI A... Cancellato lo sconto suil'Rc auto Dal 2014 diventa indeducibile al 100% i [ contributo versato a l servizio sanitario nazionale compresone[ costo delle polizze Re auto (articolo 12 comma 2bis Dl 102/2013), che dal 2012 era deducibilesolo perla parte eccedente i 40 euro. Si tratta della cosiddetta "tassa salute" del 10,5% versata con i premi per l'assicurazione obbligatoria contro la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, destinato a compensare i costi sanitari derivanti dagli incidenti che si verificano con tali mezzi di trasporto I punti chiave 011 INVALIDITÀ PERMANENTE Sono deducibili dal reddito complessivo le spese mediche e di assistenza specifica necessarie nei casi di grave e permanente invalidità o menomazione, sostenute dai soggetti disabili di cui all'articolo 3 della legge 104/1992 02 1 LA FRANCHIGIA Su tutte le altre spese sanitarie detrazione del 19% con franchigia di 129,11 euro. Senza franchigia solo le spese per mezzi di movimento e sussidi tecnici e informatici dei disabili 03 I PATOLOGIE ESENTI TICKET Per i familiari non a carico, ma con patologie esenti dal ticket, sono detraibili le spese che non trovano capienza nel reddito del familiare, ma solo se relative a tali patologie ed entro il limite di 6.197,48 euro 041 MEZZI PER DISABILI Rateizza bile in 4 anni senza limiti di importo la detrazione delle spese per l'acquisto di veicoli per disabili e per t'acquisto di cane guida per non vedenti 05I LE QUOTE ANNUALI Se le spese superano complessivamente 15.493,71 euro, la detrazione può essere ripartita in quattro quote annuali Sanità nazionale Pagina 28 Cancellato l'obbligo di prescrizione Massofisioterapista, non serve la ricetta In quarant'anni dalla nascita dell'Irpef gli sgravi fiscali hanno accompagnato l'evoluzione della medicina: dalla deduzione delle sole spese per "cure mediche e chirurgiche" (articolo io Dpr 597/1973) il catalogo si è ampliato fino a comprendere le più svariate tipologie di prestazioni, dai medicinali alle analisi, dalle nuove professioni sanitarie alle medicine alternative. Da ultimo la circolare 17/E/2015 ha precisato che: sono detraibili le spese del massofisioterapista con formazione equipollente al titolo di fisioterapista.Il possesso deirequisiti deve essere attestato nella fattura rilasciata dal sanitario; per la detrazione delle spese odontoiatriche è sufficiente la descrizione «ciclo di cure mediche odontoiatriche specialistiche», senza specificazione analitica delle singole prestazioni (il principio dovrebbe valere anche per altri campi medico sanitari); sono detraibili le spese per la crioconservazione di ovociti (legge 40/2004). La fattura deve essere emessa da un centro autorizzato alla procreazione medicalmente assistita, e deve contenere ladescrizione della prestazione; le spese addebitate dalla Onlus che eroga il servizio di trasporto disabili sono detraibili per il disabile se fatturate come corrispettivo del trasporto. Se invece sitratta di erogazioni liberali non collegate al servizio, spetta (se il pagamento è tracciato) la deduzione dell'articolo14D135/2005 (1o% del reddito complessivo entro il limite di 7omila curo annui). L'amministrazione si sforza di restare al passo con le innovazioni nelle professioni sanitarie e riconosce ormai che la prescrizione del medico non è più condizione esclusiva per lo sgravio fiscale. In passato la si richiedeva per detrarre spese di dietisti e chiropratici (circolare 17/E/2oo6, paragrafo 1) e fisioterapisti (circolare 95/E/2000 paragrafo 1.1.5), ma di recente l'Agenzia ha riconosciuto che le nuove professioni sono abilitate a intrattenere contattidiretti col paziente e, quindi, leprestazio- Sanità nazionale ni sono detraibili anche senzaprescrizione medica (circolare i9/ E/2012), purché dal documento di spesa risultino la qualifica e la descrizione della prestazione resa. Ciò vale per i profili professionali dell'articolo 3 Dm 29.3.2001(podologo; fisioterapista; logopedista; ortottista - assistente di oftalmologia; terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva; tecnico della riabilitazione psichiatrica; terapista occupazionale; educatore professionale) e per le arti sanitarie "maggiori" quali l'odontoiatra e lo psicologo-psicoterapeuta (circolare 20/E/2011, paragrafo 5.15), nonché per le professioni infermieristiche ed ostetriche (articolo 2 Dm 29.3.2001). Perle professioni "tecnico sanitarie" (articolo 4 Dm29.3.2001) manca una pronuncia ufficiale, ma de- Per le cure odontoiatriche diventa sufficiente una descrizione «generica» delle cure prestate ve ritenersi detraibile senza ricettala prestazione di chi opera direttamente col paziente (ad esempio l'igienista dentale). La ricetta serve invece per le spese che solo nel caso specifico hanno funzione curativa-riabilitativa: ad esempio pannoloni per incontinenti (circolare 17/E/2oo6, paragrafo 2) ed ausili antidecubito (risoluzione 11/E/2007), o l'acquisto diunaparruccapost chemioterapia (risoluzione 9/E/2o1o). L'Agenzia esclude invece la detrazione sugli integratori alimentari (risoluzione 256/E/2oo8 e 396/E/2008), e sulla iscrizione ad una palestra (risoluzione 19/ E/2o12, paragrafo 2.3), anche se prescritti dal medico. Non vi sono pronunce ufficiali sui servizi delle farmacie di cui al Dlgs 153/2009, ma trattandosi di prestazioni sanitarie previste per legge, dovrebbero essere detraibili. 0 RI PRODUZIONE RISERVATA Pagina 29 Ebola, c'è il Paziente 2 Infermiere di Sassari contagiato in _. ---LI lirica Paura per i fan-' liari con cui ha avuto contatti 11 CáSO PAOLO RUSSO ROMA p roprio mentre l'emergenza in Africa sembra rientrare, Ebola torna a colpirci da vicino. Dopo Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency, questa volta ad essere risultato positivo al test che rileva il virus è un infermiere sardo di 37 anni. Anche lui dell'organizzazione di Gino Strada e sceso a combattere l'epidemia in Sierra Leone. Solo che questa volta il «paziente due» non ha accusato i sintomi in Africa ma dopo il suo rientro in Italia. Le sue condizioni di salute sono al momento sostanzialmente buone. A parte la febbre, comunque non alta. Ma quel che preoccupa è il fatto che Salvatore (il nome è di fantasia) ha avuto contatti con familiari e amici, per i quali al momento non è scattata una vera e propria quarantena, ma che da oggi verranno tenuti sotto stretta osservazione, con il divieto di uscire di casa, comunicano le autorità sanitarie. Almeno per i prossimi 21 giorni, il periodo massimo di incubazione del virus prima che la malattia inizi a manifestarsi. Sanità nazionale A tranquillizzare i sanitari che all'ospedale di Sassari hanno subito preso in carico l'infermiere di Emergency è comunque il fatto che Ebola non si trasmette prima che si manifestino i sintomi. E alle prime linee di febbre, domenica notte, il «paziente due» si è subito auto-isolato chiudendosi nella sua camera, nell'abitazione dove vive con madre e sorella. Poi è scattato il trasferimento nel reparto malattie infettive dell'ospedale di Sassari dove è stato posto in assoluto isolamento. Questo prima di essere trasferito all'ultra blindato «braccio Ebola» dell'ospedale «Lazzaro Spallanzani» di Roma, dove si e combattuta e vinta la battaglia contro il virus che aveva colpito a novembre Pulvirenti. Anche questa volta il trasporto, previsto tra la nottata e l'alba di oggi, avverrà con un aereo di biocontenimento dell'Aeronautica militare sul quale viaggeranno solo Maurizio e i sanitari chiamati ad assisterlo nei loro scafandri bianchi. Il ministero della salute e l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, hanno già predisposto le misure necessarie per rendere disponibili allo Spallanzani i farmaci sperimentali previsti dai protocolli. Gli stessi che, insieme al siero delle persone guarite da Ebola, hanno spinto verso la guarigione Pulvirenti. Già oggi i medici dello Spallanzani dovrebbero emettere il primo bollettino medico. L'infermiere di Emergency, fa sapere la stessa organizzazione, ha una grande esperienza e al momento non si sono riscontrate infrazioni del protocollo alle quali attribuire il contagio. In Sierra Leone era sbarcato a febbraio. Poi l'8 maggio il rientro in Italia e due giorni dopo i primi sintomi, seguiti dal test effettuato allo Spallanzani con un campione di sangue e altre analisi per escludere contagi da malaria e altre malattie. Per ora si è partiti con la terapia antibiotica e anti-febbre. Ma da oggi inizia la vera battaglia contro il virus, che allo Spallanzani sperano di vincere anche questa volta. Pagina 30 ri r I •iÉ; ÌJJ c h . sc O - ;tiU ' l ! iP I'Ar. nc (J a 40 a nni Ebola è comparsa per la prima volta nel 1976 nella Repubblica democratica del Congo e in una zona remota del Sudan. Si trasmette attraverso lo stretto contatto con sangue, secrezioni, tessuti, organi e fluidi corporei di animali infetti. La malattia ha un periodo di incubazione di 21 giorni. Fatale in Africa, più curabile in Occidente. ii °r L'infermiere verrà trasportato all'ospedale Lazzaro Spallanzani da un aereo di bio contenimento dell'Aeronautica militare italiana Sanità nazionale 's nu Il periodo di incubazione prima che il virus cominci a manifestarsi an i.. L'età dell'uomo contagiato dopo la missione in Sierra Leone Pagina 31 Ostaggi dei pollini Ora cosa si può fare? Per il `Taccino è tardi, ma ci sono i trattamenti sintomatici Gli specialisti: "Troppi si sono fatti cogliere impreparati" VALENTINA ARCO\ IO tarnuti, prurito, occhi irritati e, in alcuni casi, difficoltà respiratorie. In questi giorni si è scatenato una sorta di «tsunami di pollini» che, complice il caldo, ha messo ko milioni di persone allergiche. Certo, non si può dire che sia stato un evento inaspettato. La stagione dei pollini è infatti un appuntamento che si ripete ogni anno, più o meno nello stesso periodo. Ma, nonostante la ciclicità, la stragrande maggioranza degli italiani a rischio si è fatta cogliere impreparata. Se infatti i pollini colpiscono in primavera, è già in autunno che si deve iniziare a premunirsi. Ora è troppo tardi per ricorrere alla cosiddetta «terapia preventiva», quella che prevede la somministrazione del vaccino prima della stagione critica. Quindi, a molti, forse a troppi, non rimane altro che stringere i denti e aspettare la fine di giugno, per esempio aiutandosi con qualche trattamento palliativo. I numeri. Secondo le stime della Siaac, la Società italiana di allergologia, asma ed immunologia clinica, sono sei milioni le persone colpite in questi giorni dalle allergie ai pollini. In particolare i bambini colpiti da allergie nasali e pollinosi sono circa un milione e mezzo, a cui si deve aggiungere almeno un milione di giovani sotto i 18 anni d'età affetti da asma. Il caldo. «Questo improvviso boom delle temperature al termine della stagione delle piogge ha fatto in modo che l'impollinazione sia avvenuta in modo ancora più evidente del solito - spiegano alla Siaac -. L'alta concentrazione Sanità nazionale atmosferica di questi giorni ha quindi provocato un'esplosione della sintomatologia». Si stima che un aumento di appena mezzo grado della temperatura faccia aumentare da 10 a 100 volte la quantità dei pollini nell'aria. Di conseguenza aumentano da 10 a 100 volte le persone che soffrono di allergie durante la primavera. Non solo. L'aumento delle temperature sarebbe legato anche a un incremento dell'intensità dei sintomi, in particolare delle crisi asmatiche. L'inquinamento. Potrà sembrare strano, ma i pazienti allergici ai pollini stanno peggio in città che in campagna. Questo perché a giocare un ruolo determinante, oltre alle temperature elevate, è lo smog. «L'inquinamento atmosferico ha un effetto di amplificazione e la temperatura della città è più alta rispetto alla campagna», spiega Oliviero Rossi della Siaaic, raccomandando di privilegiare il mare che, grazie alla brezza, spazza via parte dei pollini. Le terapie. L'unico trattamento desensibilizzante che frena l'infiammazione scatenata dall'allergia è il vaccino. Ma lo si può fare solo nei periodi di quiescenza e, dunque, lontano dalla diffusione dei pollini. Al momento, quindi, ci si deve accontentare di trattamenti sintomatici: antistaminici, antileucotrienici o cortisonici da spruzzare nel naso o da inalare. Può anche essere utile la terapia con un broncodilatatore, ma dipende sempre dai casi, da valutare, volta per volta, con il proprio medico. I probiotici . Sempre più numerosi studi scientifici hanno dimostrato che i probiotici, i batteri «buoni» che si trovano ad esempio nello yogurt, rappresentano un valido aiuto contro la rinite allergica. L'ultimo è stato condotto da un gruppo di ricercatori della Vanderbilt University School of Medicine (Usa). Dall'analisi di 23 studi diversi gli studiosi hanno scoperto che i probiotici possono mitigare i sintomi del- la rinite allergica, migliorando la qualità della vita dei pazienti. Non solo. L'Organizzazione mondiale per le allergie ha raccomandato, nelle nuove lineeguida internazionali, il consumo di probiotici alle donne incinte e che allattano, oltre che ai bambini a rischio, proprio per prevenire le allergie. Pagina 32 Larma antîosteoporosî nella proteina prodotta dal pancreas nico San Donato e le Università di Catanzaro, Padova e Milano. L'idea è che il C-peptide non solo sia un indicatore imporSTEFANO MASSAPAII JA I tante per la diagnosi dell'osteoporosi, ma abbia un ruoa scoperta è arrivata lo diretto nell'influenzare la J per caso e potrebbe microarchitettura ossea, renaprire prospettive im- dendo le ossa più o meno fragiportanti nella diagnosi preco- li. Un'interpretazione che ce e nella cura dell'osteoporo- chiarirebbe il motivo per cui i si. Al centro della ricerca c'è soggetti con diabete di tipo 1, una proteina prodotta dal che presentano una carenza di pancreas - chiamata C-pepti- insulina e conseguentemente de - apparentemente priva di anche di C-peptide, vadano infunzioni fisiologiche, che po- contro a un'alta incidenza di trebbe avere un'influenza di- osteoporosi, mentre i soggetti retta sulla salute delle ossa. con diabete di tipo 2, che han«Nella nostra ricerca, effet- no spesso alti livelli di insulina tuata su un e di C-pepticampione di de, presentidonne in meno ossa più nopausa e dense. «Un non diabetiaspetto importante dello che, abbiamo dimostudio sta nel DEL SERVIZIO strato che il RUOLO : È RESPONSABILE fatto che abDI ENDOCRINOLOGIA E valore di C- DIABETOLOGIA DELL'ISTITUTO CLINICO biamo effetBEATO MATTEO DI VIGEVANO tuato l'indagipeptide nel sangue si ne su un camcorrelava alla densità mine- pione di donne non diabetiche rale ossea, in modo indipen- in menopausa e quindi senza dente da altri parametri ema- l'influenza di condizioni ormotici legati al valore della den- nali che avrebbero potuto falsità dell'osso», chiarisce Car- sare la correlazione», spiega mine Gazzaruso, responsabi- Gazzaruso. La scoperta pole del Servizio di endocrinolo- trebbe segnare un passo avangia e diabetologia dell'Istitu- ti nella diagnosi dell'osteopoto Clinico Beato Matteo, co- rosi, utilizzando il C-peptide ordinatore dello studio pub- come marcatore di rischio, con blicato sulla rivista «steopo- la prospettiva di creare una rosis International» e condot- classe di farmaci in grado di to con l'Irccs Istituto Ortope- modulare i livelli di questa prodico Galeazzi, l'Irccs Policli- teina come forma di terapia. Sanità nazionale Pagina 33 Peso, vitamina D e acidi grassi omega; le tre strade per ridurre ii rischio di parto pretermune NIGLA PANCIF1RA Tenere sotto controllo il peso e mantenere livelli ottimali di vitamina D e degli acidi grassi omega-3 e omega-6 è fondamentale per ridurre il rischio di parto pretermine, prima della 37ma settimana di gestazione. Questa complicanza, che interessa una gravidanza su 10, sta diminuendo anche grazie all'attenzione all'alimentazione e allo stile di vita. Il dato è emerso nel convegno «Nutrizione parto pretermine» organizzato dall`Università di Sanità nazionale Modena e dalla Simp, la Società di medicina perinatale. «Consumare almeno 340 grammi alla settimana di grassi omega-3 e -6 (che si trovano soprattutto nel pesce) previene significativamente il parto pretermine, con una relazione lineare tra quantità ingerita e durata della gravidanza, spiega Irene Cetïn, direttrice della Simp e responsabile di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale Sacco di Milano. Quanto al sovrappeso, poi, è un fattore di rischio. In primo luogo perché determina un aumento dell'infiammazione nell'organismo: ne consegue un'alterazione dell'assorbimento del ferro, il cui fabbisogno raddoppia in gravidanza. Inoltre, un eccesso di grasso diventa motivo di deficit anche di vitamina D. «Questo micronutriente, di cui è carente il 50% della popolazione, è fondamentale non solo nei processi metabollci ma in quelli immunitari. Ë quindi importantissimo, dato che il parto pretermíne è associato ad un'alterazione dei processi immuno Se la sopravvivenza dei pretermine è aumentata senza una corrispondente crescita delle patologie neonatali, tuttavia «permane un rischio maggiore di patologie cardiovascolari o metaboliche in età adulta»: ecco perché combattere i chili di troppo e soddisfare i bisogni nutrizionali in gravidanza non è un optional. Pagina 34 Al via la corsa per decifrare le malattie orfane c rare 1-1',ntro il 2020, all'Ospedale Bambino Gesù DANIELE BANFI Conoscere per curare. Può essere questo il motto dell 'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che celebra i 30 anni dal riconoscimento come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico . Un centro d'eccellenza dove la ricerca sulle malattie rare è all'avanguardia . Qui arrivano tanti bambini affetti da patologie di cui non si conosce il nome né il difetto genetico che le causa. Grazie all'impegno dei ricercatori e alle più moderne tecniche di sequenziamento, però, negli ultimi cinque anni l'ospedale ha individuato quasi 60 nuovi geni Sanità nazionale malattia, premessa base per trarare perché poco conosciuinquadrare clinicamente i pa- te e quindi sottodiagnosticazienti e impostare le cure. te». Il primo passo è proprio la Come spiega Bruno Dalla- diagnosi: esistono patologie piccola, direttore scientifico che affliggono solo poche perdell'ospedale e genetista di fa- sone al mondo e per questo inma mondiale, «uno dei campi dividuare i geni coinvolti è difche ci sta più a cuore è quello ficile. Complice, però, lo svirelativo alle luppo delle malattie orfatecniche di sene e ultraraquenziamento del Dna di sere. Le prime conda generasono patologie in cui il zione, oggi meccanismo scoprire i geni RUOLO : E DIRETTORE SCIENTIFICO malattia è più biologico moDELL'OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESÙ DI ROMA semplice. lecolare che Negli ultimi le determina non è ancora conosciuto. Le mesi l'ospedale - in collaboraseconde sono 5 mila su 8 mila e zione con l'Istituto Superiore con una frequenza inferiore a di Sanità, le università La Sauna su un milione. Entrambe le pienza e Tor Vergata - ha mescondizioni necessitano di spe- so a segno diversi «colpi»: uno cifiche attenzioni: le malattie è relativo alla sindrome di orfane, perché si deve arrivare Zimmermann-Laband. La paa conoscerne la causa, e le ul- tologia, che si manifesta fin dai primi mesi di vita, è caratterizzata da deficit cognitivo, assenza delle unghie e delle falangi terminali di dita e piedi e, in un'alta percentuale di pazienti, da epilessia. Da poco la prestigiosa rivista «Nature Genetics» ha pubblicato uno studio in cui vengono individuati due geni responsabili: il primo codifica per una proteina coinvolta, tra le tante funzioni, nel rilascio dei neurotrasmettitori, mentre il secondo è implicato in un meccanismo di detossificazione delle cellule. «Oltre all'identificazione dei due geni, la ricerca ha consentito di identificare alcune correlazioni tra gene mutato e specifici aspetti clinici. Abbiamo osservato, per esempio, che l'epilessia è presente nei pazienti che possiedono uno solo dei due geni mutati. La scoperta fornisce perciò un nuovo strumento diagnostico, consente un più accurato inquadramento clinico e fa luce su diversi meccanismi cellulari», spiega il professore. Ma l'esempio non è isolato: negli ultimi mesi sono state diverse le patologie orfane alle quali è stato possibile dare un nome. Risultati importanti, che rappresentano un punto di inizio. L'obiettivo, entro il 2020, è colmare il «gap» nell'individuazione di tutte le patologie rare e orfane. «Centrarlo non è impossibile. In un paio di anni le nuove tecniche di sequenziamento saranno di routine e un ciclo arriverà a costare non più di mille euro. Sono convinto che ce la faremo», conclude Dallapiccola. Una prospettiva inimmaginabile sono pochi anni fa quando, per individuare un gene malattia, erano necessari anche anni. Pagina 35 EleannU scoperto gli scienziati czrnericczre.í fcrcendo alcuni esperirrrere.ti si n. topi* adulti • • r1Z Le cellule ùel cu _ur i[ S-19 Una sp eranza i DI ETTORE BL,,ìNcHi e cellule del cuore, dopo un episodio di infarto, possono essere rigenerate. A questa conclusione sono arrivati i ricercatori dell'università americana della Pennsylvania eseguendo esperimenti sui topi. In concreto, è stato loro iniettato un prodotto che sblocca momentaneamente la proliferazione delle cellule muscolari cardiache. La scoperta ha sorpreso gli addetti ai lavori, perché comunemente si riteneva che le cellule del cuore non si rinnovassero dopo la nascita dell'individuo. Qualche dubbio si era comunque insinuato sei anni fa, quando un gruppo di scienziati svedesi dimostrò che ciò può accadere all'uomo nell'1% dei casi ogni anno. Un'eccezione, dunque, che però aveva scardinato quella che era considerata una certezza tra i cardiologi. Le novità sono proseguite poco dopo grazie alla scoperta, da parte degli americani, rnunr_uènu i ® per c i è stat colpito da infarto che nel cuore dei topi che abbiano meno di sette giorni di vita il cuore è in grado di rigenerarsi dopo una parziale amputazione . Al tempo stesso , l'individuazione del meccanismo che impedisce la proliferazione delle cellule muscolari nell'adulto, utile con ogni probabilità alla conservazione di una forma costante del cuore , ha portato gli esperti a cercare il modo di bloccare tale attivazione per un certo periodo. Per raggiungere l'obiettivo si è fatto ricorso a due piccole molecole chiamate micro Rna (sigla che sta per acido resossiribonoleico): esse riescono a inibire due elementi chiave all'interno della cellula. La volontà dei ricercatori era quella di riuscire a rilanciare la moltiplicazione delle cellule muscolari del cuore che abbia subìto una lesione nel topo adulto. Così, dopo aver provocato un infarto del miocardio, sono state iniettate a più riprese nel sangue dei topi le micro Rna. Dopo due mesi si è registrato un buon recupero del cuore: il rilascio di sangue è migliorato, il tessuto cicatrizzato era in diminuzione, le vene erano in quantità superiore intorno alla parte lesa rispetto agli altri topi. Per la prima volta, quindi, è stata ottenuta una rigenerazione del tessuto muscolare cardiaco in un mammifero adulto. Un risultato di tutto rispetto. questa strategia innovativa sembra raggiungere il Graal della terapia, che consiste nel rigenerare il cuore ex novo. Essa risulterebbe meno invasiva rispetto alla chirurgia e al trapianto di cuore praticati oggigiorno e sarebbe vantaggiosa anche rispetto al trapianto di cellule staminali al quale si sta lavorando. Costruire micro Rna sarebbe più accessibile e meno costoso e risulterebbe utile anche come terapia complementare per curare i pazienti dopo un infarto. Ma lo studio sui topi, pur essendo incoraggiante, non è certo definitivo . Bisognerà avviare la sperimentazione sull'essere umano perché, nota ancora Silvestre, la capacità di rigenerarsi di un cuore rovinato da anni di tabacco o di diabete non è probabilmente la stessa di un cuore nei topi sani. Prima ancora, però, a finire sotto la lente della scienza saranno animali più grandi dei topi come i maiali. -© Riproduzione Gli scienziati della Pennsylvania, che hanno pubblicato le loro conclusioni sulla rivista Science Translational Medicine, hanno evidenziato che la procedura non ha determinato effetti collaterali su altri organi. Secondo Jean-Sébastien Silvestre, direttore della ricerca al centro cardiovascolare dell'ospedale Georges-Pompidou di Parigi, La scommessa dei ricercatori Usa è riuscire a creare un cuore con nuove cellule Ricerca Pagina 36 MEDICINE La sclerosi si cura Per la sclero si multipla nuovi farmaci ma co sto si IL CONVEGNO na malattia neurodegenerativa e progressiva come è la sclerosi multipla spesso richiede anni prima che si arrivi ad una diagnosi. Di questa patologia e delle novità terapeutiche si è parlato al "Bems - Best Evidences in Multiple Sclerosis" il convegno organizzato a Roma da Teva Italia, con i massimi esperti. In Italia si contano 72mila pazienti, il 50% giovani sotto i 40. «Ë una tra le patologie più trattabili- afferma Carlo Pozzilli, professore di Neurologia a "La Sapienza" e responsabile del Centro sclerosi multipla del Sant'Andrea di Roma- Oggi abbiamo strumenti diagnostici molto raffinati che ci consentono diagnosi precoci e nuovi farmaci, ma costosi, a carico dello Stato fino a 25mila euro l'anno a malato, rispetto al passato quando la spesa non superava i Smila euro. Si può intervenire prima che il paziente diventi un disabile, ma l'accesso a questi farmaci varia da regione a regione». h, »ll:i :: ' ` ,,, Ricerca Pagina 37 Atta sfida mondiate dei robot c"e una star ed e «made %n Itaty» LoRFatiz.A CaSIACmR[ L'umanoide del futuro, ú robot che potrebbe sostituire l'uomo in molte emergenze, è italiano. Ha l'altezza di un corazziere-1 metroe85 - emani agilissime. Pesa più di 100 chili, sa camminare, può aprire le porte, usare il trapano, afferrare un oggetto dietro la schiena senza voltarsi , perché ha braccia capaci di piegarsi all'indietroe piegarsi in avanti per raccogliere un oggetto. Si chiama Walkman (nelle foto) e l'hanno inventato all'ut, l'Istituto italiano di tecnologia di Genova, in collaborazione con d Centro di ricerche « E. Piaggio» dell'Università di Pisa e grazie al contributo della Commissione Europea . Tra meno di un mese parteciperà a una competizione internazionale lanciata dalla Darpa, l'agenzia perla ricerca avanzata del dipartimento della Difesa americano. Obiettivo: definire gli standard tecnologici peri robot da impiegare in caso di disastri ambientali , alluvioni, terremoti e incendi. La gara si chiama «Darpa robotics challenge» e si svolgerà il 5 e il 6 giugno a Pomona, Los Angeles. Walkman e 96 scienziati che lo guideranno saranno gli unici a rappresentare il nostro Paese e l'Europa. L'invito a prendere parte alla competizione è arrivato dagli organizzatori a fine 2013 : «Considerata la forza delle idee dell'lit, siamo certi che la sua partecipazione aumenterà la qualità della competizione», ha scritto Gill Pratt, responsabile dell'evento a Nikolaos Tsagarakis, che guiderà ü team genovese. Da adora è cominciata una corsa contro il tempo per mettere a punto Walkman, che dovrà vedersela con le creature messe a punto da altre 24 squadre, tra cui la stessa Darpa e la Nasa, provenienti non solo dagli Usa, ma anche da Giappone, Corea, Cina e Hong Kong. I robot dovranno dimostrare, tra l'altro, di sapersi muovere e prendere decisioni in autonomia, salire le scale, oltrepassare ostacoli. Persino guidare un veicolo tipo Ranger: la prova più complicata che at- ,;, '/N28, Ricerca tende i ricercatori dell'tit . E per rendere la situazione più realistica, in più fasi delle prove, iecomunicazioni robot-scienziati saranno interrotte . «Siamo orgogliosi. Walkman è la dimostrazione che anche l'Europa, e su tutti l'Italia, gioca un ruolo decisivo per lo sviluppo del settore», ha commentato Roberto Cinr golaní, ú direttore scientifico dell'lit. Tanto che presto il robot sarà messo alla prova in situazioni di emergenza vere, definite con la Protezione civile. Ma quella della Darpa sarà una sfida che coinvolgerà anche i team che comandano i robot . Per individuare i primi tre classificati - a cui andrà un finanziai mento di 3 milioni e mezzo di dollari - saranno valu tati il software e l'interfaccia di controllo, oltre che le tecnologie per garantire alla macchina equilibri agilità ed efficienza energetica. Pagina 38 "Quanto ci servirebbe oggi il genio di Vito Volterra" Il matematico Guerraggio: all'Istituto Veneto racconto lezione (modernissima) di uno scienziato a lungo dimenticato Gm3mFLE BixCAra.iA o chiamavano il «Signor Scienza Italiana». Negli Anni 20 del Novecento Vito Volterra & un «marchio globale». Poi, di colpo, il fascismo trasforma un genio in un fantasma e ancora nel 2015 l'Italia deve completarne la riabilitazione. Ci riuscirà il convegno organizzato in suo onore all'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti? Professor Angelo Guerraggio, lei è professore di Matematica all'Università Bocconi e storico: a Venezia ha raccontato un personaggio più che affascinante. Come si può definire Volterra? «In una battuta non è facile, con quattro è meglio. Un grande matematico, un intellettuale impegnato, un uomo che non aveva paura di sporcarsi le mani, un personaggio sempre coerente». Cominciamo dalle ultime due caratteristiche. «Non era tra quelli che discettano sul mondo e basta. Faceva seguire le azioni al pensiero. Interventista democratico, si arruola nel 1915, anche se cinquantenne, e partecipa alla Prima guerra mondiale. E nel 1931, nonostante la fama conquistata, ha il coraggio di fare un passo indietro rimasto famoso. Rifiuta il giuramento imposto dal fascismo ai professori universitari. É uno dei 12 che dice no». fare ironie sul presente». Di quel periodo tutti ricordano il dissenso di Croce e quasi nessuno quello di Volterra : perché? «Pesa che dal primo dopoguerra in poi ci siamo abituati a identificare l'intellettuale come un filosofo o un artista, mentre i matematici sono stati considerati dei tecnici. Come se il pensiero scivolasse su di loro». Tornando al genio dei numeri, lui diventa professore un anno dopo la laurea , nel 1883, ventitreenne : un altro record oggi impensabile. «Visse un momento storico diverso dal nostro, quando si doveva costruire l'università. Diventa professore di Meccanica razionale a Pisa e nel 1887, a 27 anni, ripaga la fortuna di essersi trovato al posto giusto nel momento giusto pubblicando una serie di lavori considerati l'atto di fondazione dell'analisi funzionale: è questa una delle discipline portanti della matematica del 900». Analisi che interpreta anche come uno strumento applicativo, dalla fisica all 'economia e alla biologia: un 'idea troppo in anticipo sui tempi? «Sì. Rimasta in minoranza. Fino alla comparsa del computer la matematica ha seguito un percorso prevalentemente "astratto". Volterra aveva maturato un'idea diversa, riscoperta solo di recente: per quan- to "pura", la matematica doveva servire a "qualcosa"». Equazioni da una parte e fenomeni naturali dall'altra: un dialogo continuo? «Lui incarna la libertà dello studioso: non si limita a dimostrare dei teoremi, ma fonda delle teorie, come accade con le equazioni integrali. Se deve inventare una nuova matematica, torna sempre ai problemi. Il suo modello di dinamica delle popolazioni lo conferma». E Volterra non smette di stupire: è un visionario, organizzatore di istituzioni-chiave. «Nel 1897 crea la Società italiana di fisica e nel 1906 la Società italiana per il progresso delle scienze. Poi, nel 1923, il Cnr, che rappresenta l'eredità del suo impegno durante la guerra nell'Ufficio invenzioni e ricerche. Nasce come costola del Consiglio internazionale delle ricerche: già all'epoca, quando si faceva qualcosa di buono, c'era l'Europa a suggerircelo». Tre enti, tre concezioni diverse e complementari : è così? «La Sif esprime la sua appartenenza alla comunità dei fisici, la Sips l'apertura al mondo della divulgazione, perfino dentro le mura della scienza: l'idea è spingere gli studiosi a confrontarsi con gli altri saperi. E anche in questo Volterra è moderno. E infatti è molto attento alla politica. Il messaggio è chiaro: gli scienziati possono essere importanti per l'Italia. E lo dimostra con il Cnr». In che modo? «Con il Cnr entra nella stanza dei bottoni. E lì che voleva costruire il triangolo scienza-poli- tica-industria. Se la ricerca era servita a vincere la guerra, deve costruire la pace, perché - sostiene Volterra - genera prosperità economica». Ma arriva il fascismo. Cosa spinge Volterra a diventare uno dei pochissimi scienziati italiani a opporsi con tanta determinazione al regime? «Non sopporta che la scienza venga contaminata dalla politica. Lo rivela anche il suo essere un falco anti-prussiano, convinto, ancora negli Anni 20, che i matematici tedeschi debbano essere ostracizzati per l'adesione al militarismo di Berlino. Con il fascismo accade qualcosa di simile: non sopporta che il regime decida cosa dev'essere la scuola o come deve diventare la cultura. Per lui è il contrario: è la scienza che deve consigliare la politica». Muore l'11 ottobre 1940, costretto all'isolamento . Ma perché l'oblio è durato per decenni anche dopo il 1945? «E stato riscoperto solo negli Anni 80, in occasione della donazione del suo carteggio all'Accademia dei Lincei. E ci sono varie ragioni». Ce le spieghi. «La sua matematica, così attenta alle applicazioni, non era in linea con la concezione di modernità degli Anni 50. Secondo: la sua opposizione al fascismo, in tempi di egemonia culturale del Pci, era un motivo di imbarazzo, dato che Volterra era definibile come un conservatore illuminato, non certo come un uomo di sinistra. Terzo: era ebreo e c'è voluto tempo per Coerenza rara allora e rara anche oggi, giusto? «Di sicuro è raro, oggi, vedere in scena un intellettuale di matrice scientifica. Quanto alla coerenza, sarebbe facile Ricerca Pagina 39 elaborare il dramma delle leggi razziali». Quanto ci mancano , oggi, i personaggi alla Volterra? «Se ne avessimo un po' di più, sarebbe meglio. E il congresso è un invito, il medesimo di Volterra: a studiare matematica e le scienze. Rivolto ai giovani, ai ricercatori, che non devono cadere vittime del "particulare", e ai politici, perché capiscano che il futuro è nella scienza». 29 - Continua Cr rísco rïre Vito Volterra (3 maggio 1860 11 ottobre 1940) Ricerca Pagina 40 "Con gli atomi freddi realizzo i sogni di Galileo e Einstein" =-,a rivoluzione quantistica alle "Virtual immersions in science" STEFANO RIZZATO La rivoluzione quantistica, in parte, è già tra noi. Ma il meglio deve arrivare. Il futuro ci riserva navigatori Gps precisi al millimetro e strumenti per misurare lo spazio e il tempo come mai è stato fatto prima. E ci porterà a sapere, finalmente, quali leggi e forze governano la materia. A scommetterci è chi ha scelto di indagare la gravità e i suoi segreti, utilizzando nuovi sistemi basati sulla fisica quantistica, congelando gli atomi fino a temperature vicino allo zero assoluto per misurarne le interazioni su scala microscopica. È una fisica diversa da quella del Cern, meno «pop», ma con obiettivi non troppo lontani. «Puntiamo a capire i principi fondamentali della materia e delle interazioni. Ma lavoriamo in team di 10 o 15 persone, studiando la gravità e i suoi effetti a livello degli atomi, su scala piccolissima, dove mai era stata misurata prima». A spiegarlo è Guglielmo Tino, professore all'Università di Firenze e ricercatore del Laboratorio «Lens» e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Oggi, alle 18, terrà una conferenza alla Scuola Normale Superiore di Pisa nell'ambito del ciclo «Virtual Immersions in Science» per raccontare questa peculiare e promettente direzione della fisica. Se in questo campo l'Italia è all'avanguardia, del resto, molto è merito proprio del professor Tino, che ha lavorato a lungo all'estero, in istituti come il Jila/Nist di Boulder-Colorado e l'École Normale Supérieure di Parigi. E in gruppi che in questi anni hanno sfornato Nobel a ripetizione, da Claude CohenTannoudji a Eric Cornell e John Hall. «Ho portato in Italia l'esperienza fatta - spiega Tino e lavoro soprattutto su due fronti: la realizzazione di sensori quantistici, cioè interferometri atomici e orologi atomici ottici, e lo studio della gravità, per verificare la teoria della relatività generale di Einstein». Il principio di fondo è studiare come cadono i corpi per effetto della gravità, utilizzando la doppia natura quantistica ondulatoria e corpuscolare della materia. Un'idea che mise radici 450 anni fa con Galileo Galilei. «La sfida più appassionante - dice lo scienziato - è questa: studiare la gravità con speciali sonde quantistiche e includere nelle misure la variabile tempo. Questo ci permette di mettere alla prova la relatività generale di Einstein e verificare il principio di equivalenza teorizzato da Galileo. Gli atomi servono da sonde: vengono raffreddati con la luce laser e osservati con apparati ultrasofisticati. Si tratta di un lavoro di ricerca di base, ma anche di tecnologie con applicazioni immediate. Per esempio: l'esplorazione del sottosuolo alla ricerca di giacimenti, la previsione di eruzioni vulcaniche, l'utilizzo di sensori inerziali per la navigazione sulla Terra e in futuro nello spazio». RUOLO : È PROFESSORE DI FISICA DELLA MATERIA ALL'UNIVERSITÀ DI FIRENZE E RICERCATORE DEL LABORATORIO «LENS» È un successo l'iniziativa «Un giorno da ricercatore alla Scuola Normale»: il 6 maggio scorso è stata stilata la lista dei 20 migliori articoli scientifici, mentre gli autori dei cinque più convincenti saranno premiati a Pisa il 29 da Fabio Beltram e And rea Ferrara. Ricerca Pagina 41