Rassegna del 15/05/2015 - Azienda Ospedaliero

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Rassegna del 15/05/2015 - Azienda Ospedaliero
Rassegna del 15/05/2015
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 15/05/2015
SANITÀ NAZIONALE
Avvenire
13/05/15 P. 10
I bambini obesi sono più a rischio di poter sviluppare l'Alzheimer
Avvenire
13/05/15 P. 10
«Il nostro ospedale segno per i poveri»
1
Avvenire
13/05/15 P. 11
Camilliani. «Santità alla portata di tutti» Merisi ricorda Rebuschini, angelo dei malati
Avvenire
13/05/15 P. 12
Ebola, secondo caso in Italia
Vito Salinaro
5
Corriere Della Sera
13/05/15 P. 21
«È un lavoro massacrante, a volte la stanchezza può far commettere errori»
Michele Farina
6
Corriere Della Sera
13/05/15 P. 21
Ebola, ricoverato infermiere italiano dopo la missione in Sierra Leone
Margherita De Bac
7
Corriere Della Sera
13/05/15 P. 24
«Quando dissi a mio figlio: ho il cancro, sono fortunata» La battaglia vinta da Cinzia
Annachiara Sacchi
9
Giornale
13/05/15 P. 37
Sono 600mila gli italiani che accusano cuore-stanco
Luisa Romagnoni
Giornale
13/05/15 P. 37
A Roma una non-stop dedicata alla tiroide
Giornale
13/05/15 P. 37
L'ipertensione è un flagello
Luigi Cucchi
13
Giornale
13/05/15 P. 37
Microscopia a fluorescenza per l'identificazione dei melanomi
Gloria Saccani Jotti
14
Italia Oggi
13/05/15 P. 28
La prova grava su medici e Asl
Lucia Prete
15
Messaggero
13/05/15 P. 19
Ragazzi persi nella bottiglia
Carla Massi
16
Messaggero
13/05/15 P. 20
Pressione alta: disagio senza età
Antonio Caperna
18
Repubblica
13/05/15 P. 21
Ebola, contagiato infermiere sardo
Pier Giorgio Pinna
20
Repubblica
13/05/15 P. 21
Fabrizio Pulvirenti: "Per curarlo useranno anche il mio sangue sono certo: ce la farà"
Repubblica
13/05/15 P. 23
I trecento farmaci introvabili in Italia "Venderli all'estero rende di più"
Michele Bocci
23
Sole 24 Ore
13/05/15 P. 18
Ebola, positivo al test infermiere di Emergency
Nicoletta Cottone
26
Sole 24 Ore - Focus
13/05/15 P. 11
Deduzione integrale per disabili e invalidi
Marcello Tarabusi
27
Sole 24 Ore - Focus
13/05/15 P. 11
Massofisioterapista, non serve la ricetta
Stampa
13/05/15 P. 18
Ebola, c'e' il Paziente 2 Infermiere di Sassari contagiato iii Africa
Paolo Russo
30
Stampa - Tutto Scienze
13/05/15 P. 29
Ostaggi dei pollini Ora cosa si può fare?
Valentina Arcovio
32
Stampa - Tutto Scienze
13/05/15 P. 32
L'arma arti-osteoporosi nella proteina prodotta dal pancreas
Stefano Massarelli
33
Stampa - Tutto Scienze
13/05/15 P. 32
Peso, vitamina D e acidi grassi omega: e tre strade per ridurre il rischio di parto
pretermine
Nicla Pancera
34
Stampa - Tutto Scienze
13/05/15 P. 32
Al via la corsa per decifrare le malattie orfane e rare
Daniele Banfi
35
Italia Oggi
13/05/15 P. 15
Le cellule del cuore si rigenerano
Ettore Bianchi
36
Messaggero
13/05/15 P. 20
Per la sclerosi multipla nuovi farmaci ma costosi
Stampa - Tutto Scienze
13/05/15 P. 30
Alla sfida mondiale dei robot è una star ed è «made in Italy»
Lorenza Castagneri
38
Stampa - Tutto Scienze
13/05/15 P. 30
"Quanto ci servirebbe oggi il genio di trito Volterra"
Gabriele Beccaria
39
Stampa - Tutto Scienze
13/05/15 P. 31
"Con gli atomi freddi realizzo i sogni di Galileo e Einstein"
Stefano Rizzato
41
Gianni Cardinale
2
4
11
12
22
29
RICERCA
Indice Rassegna Stampa
37
Pagina I
I b am bini obesi sono più a rischio
Chili di troppo
davvero insidiosi
per la salute dei
più piccoli. Non
solo diabete, steatosi epatica, danni alla retina e cardiopatie: da grandi i
bimbi obesi potrebbero sviluppare anche un deficit cognitivo progressivo
fino ad arrivare alla demenza senile o all'Alzheimer. Lo rivela uno studio
italiano, condotto dall'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, appena
pubblicato su Pediatrics. I ricercatori hanno scoperto negli adolescenti
obesi livelli elevati di una proteina, la beta 42 amiloide, coinvolta proprio
nel processo di insorgenza e sviluppo di queste patologie. La ricerca del
Bambino Gesù è la prima ad aver indagato i livelli della proteina e la
correlazione tra obesità infantile e rischio di Alzheimer. Lo studio ha
coinvolto 440 giovani (101 bambini tra i 2 e i 6 anni e 339 adolescenti).
di poter sviluppare l' Izhei er
Sanità nazionale
Pagina 1
«Il nostro ospedale
le
0
segno per i poveri»
Enoc, presidente Bambino Gesù:
«Il diritto alla cura è di tutti»
GIANNI CARDINALE
ROMA
1 Bambino Gesù deve essere un
segno straordinario di attenzione della Chiesa ai poveri.
Chi è malato, a qualunque fascia sociale appartenga, è comunque povero.
E tutti i bambini, senza distinzione di
censo, hanno diritto ad essere curati al
meglio». Mariella Enoc spiega così la
missione che le è stata affidata tre mesi fa dal cardinale Pietro Parolin, quando l'ha chiamata apresiedere il CdA del
famoso nosocomio pediatrico di proprietà della Santa Sede, subentrando a
Giuseppe Profili che ricopriva l'incarico dal 2008. Lo spiega ad Avvenire alla
vigilia del Convegno che si tiene oggi presente Parolin-nell'Auditorium della Sede di San Paolo Fuori le Mura, nella ricorrenza dei 30 anni dal riconoscimento come Istituto di ricovero e cura
a carattere scientifico. «Il nostro compito - sottolinea- è curare al meglio i
bamboli, essere attenti alle persone che
vi lavorano, garantire una grandissima
trasparenza, così che l'ospedale sia davvero come una casa di vetro dove tutti
possono vedere e valutare quanto si fa».
In queste prime settimane di lavoro
cosa ha potuto mettere in cantiere?
Al prossimo CdA presenterò un modello che introduce una riorganizzazione dellagovernancee ci saranno certamente anche alcuni cambiamenti
che però non intaccheranno l'ossatura della struttura che ha un grandissi-
Sanità nazionale
mo valore e dove tutti stanno lavorando molto bene.
Recentemente ha tracciato le luci e le
ombre della sanità cattolica, storicamente così radicata ma non senza difficoltà in questo momento...
La sanità cattolica in effetti si trova in
una fase di grande ripensamento. Bisogna che ciascuna struttura con coraggio si ripensi e ritrovi la sorgente del
carisma originario che l'ha generato in
un contesto, come quello attuale, completamente cambiato. Per questo ci
vuole molto coraggio e bisogna essere
capaci di scelte un po' rivoluzionarie:
lavorare in rete, capire anche come oggi, essendoci una vera povertà di salute intorno a noi, queste istituzioni possono intervenire.
Cioè?
Prima di tutto cercando la loro sostenibilità, perché se non riescono a sostenersi non riescono neanche a lavorare bene. E per fare questo c'è bisogno
di cambi nella governance, nel management e nelle visioni che si debbono
avere. I tagli oggi ci sono per tutti, per
il pubblico, il privato, per la sanità cattolica. Di questo dobbiamo renderci
conto e dobbiamo trovare idee nuove
per sopperire a questo momento difficile. Ma queste idee nuove devono tenere conto della nostra visione cristiana. Noi non possiamo fare solo quello
che tutti fanno.
Concretamente, che vuol dire?
Dobbiamo essere presenti sul territorio, anche nelle zone periferiche e marginali dove è più difficile e complicato lavorare ma dove, per noi, ha più
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senso esistere.
Negli anni scorsi il Bambino Gesù ha
allargato lasuapresenza in alcuni centri pediatrici nel Sud Italia. Si continuerà su questa strada?
No, non nasceranno nuovi piccoli
Bambino Gesù. Questa iniziativa continuerà semplicemente con delle consulenze, quando civerranno chieste da
ospedali pubblici che si rivolgeranno a
noi per avere l'apporto dei nostri migliori scienziati e clinici.
A volte la ricerca scientifica nella sanitàcattolicavieneraffi
tacomelimitata perché vincolata all'etica cristiana...
La nostra è una
ricerca rispettoUM
sa dell'uomo e
dei principi a cui
ci ispiriamo, ma,
tenuto conto di
questo, non ha
nessun limite
nella capacità di
studiare e di operare.
Come conciliare l'eccellenza nella ricerca scientifica con la disponibilità
ad accogliere i meno abbienti?
La nostra missione primaria è accogliere i più poveri . E siccome abbiamo
verificato che in questa fase si è regi -
strata una diminuzione di bambini
delle fasce più deboli che accedono
all'Ospedale, allora abbiamo deciso
di andare noi da loro. Con una cooperativa stiamo attrezzando due mezzi mobili che andranno ad operare
nelle periferie, nei campi rom, laddove i bambini non riescono ad essere
curati. Ê il nostro modo di essere presenti sul territorio.
E la ricerca?
Ha i suoi fondi. E La Fondazione Bambino Gesù, che tra poco avrà un nuovo statuto, partirà con una grande campagna di raccolta fondi.
Lei è la prima donna a presiedere il
Bambino Gesù...
Ho fatto, come
donna, tante cose per la prima
volta. La presidente di Confindustria Piemonte e la vice-presidente della Fondazione Cariplo,
ad esempio. Credo, e spero, che non sia stata scelta in
quanto donna. Ritengo comunque che
sia un bel segnale anche alla luce di
quanto Papa Francesco dice sulla valorizzazione delle donne.
t viist
«La sostenibilità è una strada
obbligata , siamo presenti
ovunque, anche in periferia»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mariella Enoc, presidente del cda del Bambin Gesù di Roma
Sanità nazionale
Pagina 3
Camilliani. «Santità alla portata di tutti»
Merisi ricorda Rebuschini, angelo dei malati
Una santità alla portata di tutti. Così Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi, ha
definito l'esemplarità del beato Enrico Rebuschini, testimone del carisma camilliano,
morto nel 1938 e beatificato il 4maggio 1997,
del quale la comunità camilliana di Cremona ha festeggiato il 10 maggio scorso la festa
liturgica con una celebrazione eucaristica
presieduta dallo stesso Merisi.
Nella sua omelia il vescovo ha voluto sottolineare l'attualità dell'esempio offerto dal
beato, «la sua attenzione verso tutti coloro
Sanità nazionale
che incontrava perle strade di Cremona, ma
specialmente verso quei fratelli sofferenti che
erano soli, che nessuno ascoltava. Lui li amava e proprio loro andava avisitare». Un richiamo forte al precetto della carità che «non
è una semplice cornice della vita cristiana,
ma quadro vero che rispecchia il nostro impegno a realizzare la vocazione battesimale
che Dio Padre ha posto nel nostro cuore come perla preziosa per cui vale la pena spendere la propria vita di discepoli del Signore».
© RIPROOUZJONE RISERVATA
Pagina 4
-la
Ebola, secondo caso in Italia
È un infermiere di Emergency rientrato dalla Sierra Leone
VITO SALINARO
uando, nella serata di ieri,
l'imponente C 130 J della
> 46esima Aerobrigata di Pisa
dell'Aeronautica militare ha approntato l'assetto di "biocontenimento assoluto", una modalità di
trasporto riservata ai malati altamente infettivi, i dubbi sono stati definitivamente fugati. Un infermiere
sardo di 37 anni di Emergency, che
ha recentemente prestato servizio
in Africa, e ricoverato da qualche
giorno nell'Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, è risultato positivo al test di Ebola. L'aereo dotato
di speciale barella isolata, ha fatto
rotta su Alghero per poi rientrare,
con il paziente, all'aeroporto militare di Pratica di Mare, a pochi chilometri da Roma, per consentire il rapido ricovero dell'operatore sanitario nell'Ospedale "Lazzaro Spallanzani" della Capitale. Struttura che,
con l'Ospedale Sacco di Milano, costituisce uno dei due presidi italiani
contro le emergenze sanitarie di natura infettiva. Un trasferimento
complesso, che ha richiesto l'attivazione di una rete di emergenza e il
concorso, oltre che dell'Aeronautica,
di due ministeri - Salute e Difesa della prefettura di Sassari, e del Nas
dei carabinieri. Lo stesso ministero
e l'Aifa hanno intanto già reso disponibilii farmaci sperimentali previsti dai protocolli.
Sanità nazionale
L'infermiere, che aveva lavorato nel
Centro cura dei malati di Ebola in
Sierra Leone per circa tre mesi, ed era arrivato in Sardegna venerdì scorso, ha effettuato l'automonitoraggio
delle proprie condizioni di salute,
come previsto dai protocolli del ministero della Salute e di Emergency,
e ha manifestato i primi sintomi febbre alta - nella tarda serata di domenica. Ricoverato nel nuovo reparto di malattie infettive del nosocomio di Sassari, ha atteso 48 ore per
la diagnosi di positività al virus. Le
sue condizioni - secondo l'ultimo
bollettino medico diffuso dai medici sardi ieri sera- «sono stabili e i parametri vitali, costantemente monitorati, sono nella norma».
Il suo trasporto a Roma ha osservato le stesse procedure già attuate nel
novembre scorso per il medico siciliano Fabrizio Pulvirenti colpito da
Ebola e poi guarito in 37 giorni: «Mi
sembra di rivivere i giorni della mia
malattia. Speriamo vada tutto bene, allo Spallanzani è in ottime maá», le sue parole poco dopo aver appreso la notizia. Emergency, confermando la positività al test diagnostico, ha riferito che il 37enne,
«non appena ha manifestato i primi sintomi, ha applicato le procedure per l'isolamento» e che, dunque, gli interventi sono stati tempestivi. «Ricordiamo che il virus - hanno sottolineano dall'associazione è contagioso solo dopo l'insorgenza dei sintomi e che viene trasmesso esclusivamente attraverso il contatto diretto con fluidi corporei». Per
evitare rischi, l'Ospedale di Sassari
ha annunciato che «sono state attivate le procedure di controllo e di
sicurezza per le pochissime persone che hanno avuto contatti con il
paziente». Ma solo «a scopo precauzionale».
Molti i messaggi di vicinanza e incoraggiamento rivolti all'infermiere: «Auguri di pronta guarigione da
parte mia e di Montecitorio. Fieri del
suo impegno», ha scritto in un tweet
la presidente della Camera, Laura
Boldrini.
Per il 37enne,
ricoverato a Sassari
da domenica a causa
dei sintomi della
malattia scatenata dal
virus, è stato disposto
il trasferimento
all'Ospedale
Spallanzani di Roma
con un volo
dell'Aeronautica.
M inistero della Salute
ed Aifa hanno già reso
disponibili i farmaci
sperimentali per
iniziare le cure
a>on - ,1) c-
Pagina 5
90
L intervista a Ceciflia Strada
«
lavoro massacrante,
a volte la stanchezza
pu far commettere errori»
Quando
tornano a
casa sono
felici per ciò
che hanno
fallo, ma
sfiniti
Resteremo
li anche a
epidemia
conclusa:
ci sono
molte vite
da salvare
«Capisci quanto è dura quando tornano a casa: sembrano invecchiati di cinque anni. Contenti di aver fatto la loro parte, ma sfiniti. Con rughe che non avevano il giorno che sono partiti».
Cecilia Strada, 36 anni, dal 2009 presidente di
Emergency, è figlia dei suoi fondatori, Teresa
Sarti e Gino Strada (quest'ultimo rientrato tre
settimane fa dopo mesi passati in Sierra Leone).
Quanti operatori italiani avete a Freetown?
«Trenta. Quelli che si sono alternati con turni
di tre mesi si contano a decine».
L'infermiere che si è infettato era tornato a
vivere in famiglia?
«Era tornato a casa. Ai primi sintomi si è autoisolato. Tutte le procedure di sicurezza sono
state seguite».
Avete idea di come sia successo?
«No. Ma questo avviene nella maggioranza
dei casi. Se ti rendi conto che puoi aver avuto un
contatto non protetto, lanci subito l'allarme senza aspettare i sintomi».
L'epidemia sta scemando . Possibile che in
questa fase si riduca la percezione dei rischi?
«L'abbiamo visto con la popolazione sierraleonese. A fine gennaio dopo un drastico calo di
contagi c'è stato un nuovo, breve picco. La gente
pensa che sia finita, e riduce le precauzioni. Ma
un fattore sempre presente è la stanchezza, magari nel momento in cui ti togli la tuta protettiva.
E un lavoro massacrante».
Quanti malati avete nel centro Ebola?
«Oggi due. Da cinque giorni nel Paese non si
registrano nuovi casi. E una buona notizia».
Quanto tempo starete ancora?
«In Sierra Leone ci siamo dal 2001 con il centro traumatologico, e non ce ne andremo il giorno in cui l'epidemia Ebola sarà finita. Tra le oltre
undicimila vittime del virus ci sono decine di
medici e infermieri locali. Il già fragile sistema
sanitario è crollato. E importante che la comunità internazionale non dichiari vittoria e sparisca,
dimenticandosi che continuano ad esserci ancora molte vite da salvare».
Michele Farina
,*mikeleJarina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sanità nazionale
Pagina 6
Ebola, ricoverato infermiere italiano
dopo la missione in Sierra . Leone
Sardo, 37 anni, il volontario cli Emergency positivo al test. Trasferito allo Spallanzani
ROMA Sembrava che fosse destinata a estinguersi l'epidemia
di Ebola in Africa Occidentale.
E che il virus si stesse preparando a rientrare nel suo serbatoio segreto, forse i pipistrelli.
Ha seminato oltre u mila morti
e infettato quasi 30 mila persone, ultimo bollettino diramato
dall'Organizzazione mondiale
della Sanità.
Europa e Stati Uniti, pur
mantenendo alta la guardia,
erano ottimisti circa la possibi-
1 sintomi
L'uomo aveva febbre
oltre 38,6 gradi. Non
avrebbe avuto contatti
diretti con malati
lità di casi importati riguardanti medici e volontari partiti per
i Paesi colpiti.
Il bilancio dei casi accertati
fuori dall'Africa è salito ieri a
27: da ieri notte un infermiere
che aveva prestato servizio in
Sierra Leone per tre mesi fino
al 7 maggio, è ricoverato nel reparto ad alto contenimento
dell'Istituto Spallanzani di Roma, il primo centro di riferimento italiano per le malattie
infettive, diretto da Giuseppe
Ippolito.
Se oggi le ulteriori analisi
confermassero la sua positività, altamente probabile, sarebbe il secondo malato italiano
dopo il medico catanese Fabrizio Pulvirenti, dimesso a gennaio dopo oltre un mese di cure. Anche lui contagiato in Sierra Leone, unico Paese assieme
alla Guinea (la Liberia è stata
proclamata indenne pochi
giorni fa) tuttora alle prese con
l'epidemia. Anche lui di Emergency come il nuovo contagiato, cagliaritano, 37 anni, una
lunga esperienza in Africa.
Al momento dell'allarme, si
trovava a Sassari a casa della
madre, dove stava trascorrendo
la quarantena volontaria di 21
giorni prevista dai protocolli,
quando ha segnalato personalmente all'ospedale di avere la
febbre sopra i 38 gradi e 6, il
primo segnale clinico caratteristico di Ebola. Trasferito nel
centro di isolamento di malattie infettive, ieri è stato portato
a Pratica di Mare con un F 130
militare attrezzato di barella
bioprotetta. Ora è in una delle
stanze dell'unità di massima sicurezza mai smantellata, assistito da una squadra di sanitari
addestrata. L'operazione è stata
coordinata dai ministeri della
Salute e della Difesa. E in buone condizioni. Oggi verrà diffuso il primo bollettino medico.
Si attende soprattutto l'esito
delle analisi di conferma. E arrivano gli «auguri di pronta
guarigione», di Laura Boldrini,
presidente della Camera.
«Mi sembra di rivivere la
malattia. Spero vada tutto bene. E in ottime mani», lo sostiene da lontano Pulvirenti
che ha sperimentato fino in
fondo l'aggressività dell'infezione, finendo in rianimazione. Come nella precedente occasione, l'Agenzia italiana del
farmaco (Aifa) si è subito attivata per l'importazione dei farmaci che potrebbero essere
utili. In realtà non si sa quale
sia la terapia vincente, né è disponibile uno schema terapeutico di comprovata efficacia. Il
plasma di pazienti guariti si è
rivelato prezioso. Pulvirenti lo
donò allo Spallanzani una volta
dimesso. La frazione del sangue contenente anticorpi anti
Ebola potrebbe essere infuso al
collega di Emergency.
Ci sono molti punti da chiarire circa le modalità del contagio. Sembra che l'infermiere
non avesse lavorato in aree a rischio né avesse avuto contatti
diretti con persone in fase sintomatica avanzata, cioè con
emorragie, né con animali infetti. Tutti i giorni si misurava
la febbre, secondo le procedure. Ora i familiari e i sanitari
che si sono occupati di lui nell'ospedale sassarese sono in
quarantena.
Allo Spallanzani è scattato il
piano previsto dal protocollo
interno che tra l'altro chiarisce:
«La malattia da virus Ebola è altamente trasmissibile attraverso il contatto diretto con sangue infetto, secrezioni, tessuti
o fluidi corporei inclusa la saliva di persone infette. Il contagio finora non è mai stato riportato nel periodo di incubazione, cioè prima che compaiano i sintomi, che dura da 2 a 21
giorni». Il personale, circa 15
operatori, in questi mesi non
ha mai smesso di addestrarsi
con le simulazioni.
L'epidemia di Ebola più grave che il mondo ricordi è partita il 6 dicembre nel sud della
Guinea, prima vittima un bambino. A febbraio 2014 ha cominciato a espandersi. Liberia,
Sierra Leone, Mali, Senegal, Nigeria. Paesi sprovvisti perlopiù
di reti sanitarie, pieni di villaggi isolati. Dove è fondamentale
l'aiuto dei volontari.
Margherita De Bac
[email protected]
© R I PRO DUZIOfN RSERVA'A
Sanità nazionale
Pagina 7
Assistenza
Un infermiere
si prepara
ad accogliere
malati di Ebola
al centro di
Emergency
in Sierra Leone.
L'Ong ha aperto
il primo centro
nel Paese
lo scorso
settembre
Mila le vittime
dell'epidemia
di Ebola iniziata
nel dicembre
del 2013
27
I casi registrati
fuori dall'Africa.
Si tratta per lo
più di medici o
infermieri
I vaccini,
ancora allo
stadio
sperimentale,
contro il virus
emorragico
Sanità nazionale
Pagina 8
Quando dissi a mio figlio:
ho il cancro, sono forftinata»
La battaglia vinta da Cincia
La moglie di Pisapia: salvata dalla diagnosi della ma
di Annachiara Sacchi
MILANO Chi se ne è accorto in
tempo e si è curato. Chi ha visto
morire amori, amici, figli, genitori. Chi ha fatto della ricerca
una battaglia per salvare la vita
a uomini e donne, a bambini e
adulti. «Loro possono dirlo. Io
posso dirlo».
Dire cosa?
«Che contro il cancro la prevenzione è l'arma più efficace.
cc-iroIli
Il tumore al seno
è una malattia, non una
sentenza di morte: con
i controlli si può battere
1
Al di là di ogni polemica o strumentalizzazione». Cinzia Sasso, giornalista, scrittrice, moglie del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, ha seguito le polemiche scatenate dalle parole
di Beppe Grillo sulla mammografia («Veronesi dice di farla
ogni due anni e le donne la fanno perché si informano male,
del resto la differenza percentuale di malattia fra chi la fa
ogni due anni e chi la fa meno
spesso è solo del due per mil-
Sanità nazionale
le»). Ha ascoltato, si è innervosita - «mi è andato il sangue
al cervello» - ha sentito parole
«pericolose», rettifiche e
smentite. Poi ha deciso di raccontare la sua storia, lezione di
coraggio femminile, di intelligenza e impegno: «Ho avuto il
cancro. L'ho scoperto presto,
dopo un controllo. Mi hanno
operato e curato. Sono guarita».
A quando risale la malattia?
«Era il 2009, mi diagnosticarono un tumore al seno. Ricordo perfettamente il giorno della diagnosi. Feci un respiro
profondo, tornai a casa e dissi a
mio figlio Francesco: ho il cancro, sono fortunata».
E lui?
«Sei impazzita?, mi chiese.
No, non ero matta, lo pensavo
davvero: ero stata fortunata, il
male non era ancora in fase
avanzata. E se ho potuto sconfiggerlo è grazie alla mammografia. Altro che cattiva informazione».
Lei fa la giornalista, è normale che sia informata.
«Più che il mio lavoro, devo
ringraziare la sanità lombarda,
che funziona molto bene. E la
mia storia personale».
Quale?
«Mia madre è morta 12 anni
fa di cancro al seno. Se lei non
c'è più e io sono qui a raccontare, è perché quando si è accorta
di quel nodulo era troppo tardi».
Chi le diede la diagnosi?
«Fu la dottoressa Silvia Sfondrini, direttore del dipartimento di Diagnostica di un ospedale pubblico che ama le donne,
la Mangiagalli di Milano, a salvarmi. Da allora giurai a me
stessa che avrei fatto di tutto
perché le donne potessero par-
lare della loro malattia al passato remoto. Come è successo a
me».
Non tutte, però, vogliono
parlarne.
«Anche per me è difficile.
Per questo non si può scherzare e nemmeno fare propaganda su temi così seri e delicati. E
per questo motivo ho aderito al
progetto "Europa Donna" che
da vent'anni lavora in 47 Paesi
europei perché tutte le donne
abbiano cure adeguate».
ogTafia
Tante pensano : «A me non
capiterà mai».
«Lo so, lo dicevo anche io.
Ma un bel giorno succede che
hai il cancro, che hai bisogno
di cure, che ti senti sola. Per
evitare tutto questo bisogna fare subito i controlli: se oggi il
tumore al seno è una malattia e
non una sentenza di morte lo si
deve alla prevenzione. Faccio
qualche esempio: quando sono gli esami diagnostici a individuare un nodulo ancora impalpabile, il tasso di guarigione
è del 99 per cento. Quando il
tumore è molto piccolo, del 95
per cento».
Come giudica le parole di
Grillo su Veronesi?
«Umberto Veronesi è un
grande scienziato che ha salvato tante vite e ha avuto il merito
di portare nelle case la parola
cancro, che prima non si poteva nemmeno pronunciare: per
molti anni, noi giornalisti scrivevamo "male incurabile". Ecco, se adesso quel male è sempre più curabile è perché gli
screening consentono di scoprirlo per tempo».
Lei ha parlato di suo figlio,
ma suo marito come ha reagito alla malattia?
«Giuliano mi è sempre stato
accanto, mi ha sostenuto e non
mi ha mai fatto mancare il suo
amore. Ma era molto preoccupato e serio».
Serio? In che senso?
«Bisogna conservare sempre
un po' di ironia. Quando mi
operarono al seno raccomandai ai chirurghi di fare un buon
lavoro. Non mi hanno deluso».
© R I PRO DUZIOfN RSERVA'A
Pagina 9
La vicenda
I n sieme
Cinzia Sasso,
giornalista e
scrittrice, con il
marito Giuliano
Pisapia,
sindaco
di Milano.
La donna
ha vinto
la sfida contro
il cancro
Ad Assisi,
domenica,
Beppe Grillo ha
attaccato
l'oncologo
Umberto
Veronesi: «Va
in tv a dire di
fare le mammografie e,
probabilmente,
ha sovvenzioni
perla sua
fondazione»
Immediata
la reazione del
ministro della
Salute Lorenzin
«Concentrato
di pericolosissima disinformazione»
Grillo ora
dice di non aver
sconsigliato le
mammografie
Sanità nazionale
Pagina 10
C
,.. D[
Sono 600mila
gli italiani
che accusano
cuore-stanco
Luisa Romagnoni
Senso di debolezza o difficoltà
di respiro, dopo uno sforzo fisico.
Non sempre sono segni dell'età
che avanza. Possono essere sintomi iniziali di un cuore che non riesce a pompare, abbastanza sangue nell'organismo. Ovvero, di
scompenso cardiaco. Una condizione patologica con un'incidenza
in crescita, per via degli stili di vita,
dell'aumentata sopravvivenza dopo un infarto e dell'invecchiamento della popolazione. Inltaliacolpisce oltre 600mila persone, con 500
ricoveri ogni giorno e 170milanuovicasi ogni anno. 1130% deipazienti muore a un anno dalla diagnosi.
1150% non sopravvive oltrei 5 anni.
Contro questa patologia, l'Italia si
mobilita. E lo fa partecipando alle
Giornate europee dello scompenso cardiaco, promosse dallaSocietàEuropea di Cardiologia (Europ eanSocietyofCardiology-Esc) edalla Heart Failure Association (Hfa)
ofthe Esc. Un impegno a tutto campo, per migliorare prevenzione e
diagnosi. La campagna (attività e
incontri in 24 città, visibile suwww.
iltuocuore.com), sostenutadaNovartis, ha come capofila nazionale
l'Ausl di Piacenza, la prima istitu-
Sanità nazionale
zione ad aver promosso, lo scorso
anno, questa iniziativa in Italia.
«Le Giornate europee dello scompenso cardiaco sono una campagna paneuropea che ha l'obiettivo
di aumentare la conoscenza di questapatologia, principale causa di ricovero dopo ilparto eprimamalattia per giornate di ricovero», afferma Massimo Piep oli, membro del
Board diHFAeresponsabile ambulatorio scompenso e cardiomiopatie, ospedale di Piacenza. «Siamo
lieti che la campagna abbia avuto
in Italia il patrocinio del ministero
della Salute, perché lo scompenso
ha pesanti ripercussioni in termini
di qualità di vita, costi sociali e costi sanitari. La diagnosi tempestiva
insieme al controllo dei fattori dirischio permettono di rallentare il
decorso della patologia. I progressi compiuti negli ultimi anni ci permettono di intervenire con efficacia, migliorando la sopravvivenza.
Per il prossimo anno, aspettiamo
l'arrivo di nuove terapie farmacologiche che ci auguriamo possano
migliorare la prognosi del paziente». Si stima che tra i 60 e i 70 anni il
5% di questi anziani soffra di questa insidiosa patologia.
Pagina 11
A Roma una non-stop
dedicata alla tiroide
«Si è svolta a Roma una non stop di tre giorni sul tumore
della tiroide. I registri tumori internazionali documentano
come il carcinoma della tiroide siainrapido aumento in tutti i paesi del mondo, spiega Sebastiano Filetti, professore di
medicinainterna presso l'università degli Studi diRoma Sapienza. Secondo i dati dell'Associazione Italiana Registri
Tumori il carcinoma della tiroide nella donna rappresenta
il quarto tumore più frequente, e le proiezioni suggeriscono
che entro i12020 rappresenterà il secondo più frequente dopo il tumore al seno. La crescita dell'incidenza è in gran parte dovuta all'aumento di diagnosi per l'estensione dei programmi di screening radiologici per patologie non correlate alla tiroide, come le ecografie deivasi del collo nell'ambito di programmi di prevenzione cardiovascolare. Tuttavia
questo non spiega per intero i dati epidemiologici registrati
ed èipotizzabile anche un ruolo svolto dafattori ambientali
al momento ancora da indagare.
Il network tra centri USA ed Europei consentirà di promuovere nuove sperimentazioni cliniche con l'utilizzo di
promettenti farmaci biologici per il trattamento deipazienti con metastasi della tiroide non rispondenti alle terapie.
Sanità nazionale
Pagina 12
Sono 16 milioni gli italiani ipertesi
L'ip erten s i o n e è un flage ll o
E la principale causa di ictus, infarti, scompensi cardiaci negli over 60
Luigi cucchi
LaGiornataMondiale contro l'ipertensione, in programma il 17 maggio è
promossa in tutto il mondo dalla World HypertensionLeague. Èun appuntamento annuale coordinato in Italia dalla Società Italiana dell'IpertensioneArteriosa (Sila). «Impara a conoscere la
tuapressionearteriosa», èilmessaggio
della Campagna. «Dopo i 60 anni è la
principale causa di ictus, infarti, scompenso cardiaco e insufficienza renale», spiega il professor Giuseppe Mancia ricordando che solo il 20% dei pazienti hala pressione arterio sa entro valori normali a causa soprattutto della
scarsa aderenza dei pazienti alla terapia prescritta. L'ipertensione affligge
una persona sutre e rappresenta ancora oggi la prima causa di morte al mondo. Obiettivo della Giornata è quindi
quello di diffondere un messaggio socialesull'importanza di conoscere e tenere sotto controllo i valori pressori.
«Il problema è enorme e l'attenzione
inspiegabilmente bassa», commenta il
professor Claudio Borghi, presidente
Sila precisando che in Italia abbiamo
oltre 16 milioni di ipertesi e solo una
persona sutre ha lapressioneben curata. A livello mondiale la cifra sale a circa 1 miliardo e mezzo. Sono numeri
che non possiamo trascurare: ogni anno muoiono per malattie cardiovascolari dovute alla pressione alta 280mila
persone in Italia e 8,5 milioni di persone nel mondo. Si fatica a comprendere
come mai ilproblemap ossa esserevissuto con indifferenza dalargaparte della popolazione, quando ormai gli strumenti di diagnosi sono più che accessibili e efficaci le strategie di prevenzione ». In occasione dell'XI Giornata
mondiale e con il prezioso contributo
della Croce Rossa Italiana saranno allestite su tutto il territorio nazionale numerose postazioni mediche per dare
l'opportunità a tutti i cittadini di effettuareilcontrollo gratuito dellapressione. Evitando così rischi elevati.
Le malattie cardiovascolari sono ancora considerate una tematica prevalentemente maschile mentre il cancro
al seno è percepito come tema più importante per il mondo femminile. Tuttavia, le malattie cardiovascolari rappresentano il top killer, nella popolazione femminile, in europa con il51%
delle morti rispetto a13% per centro del
cancro alla mammella. L'entità dei numeri in gioco contraddice la percezione comune e ha spinto l' European Society of Cardiology a porre l'accento,
durante la giornata internazionale Belladonna, suquestaproblematicaspesso sotto stimata. Il rischio femminile di
malattie cardiache tende a essere sottovalutato sia dal pubblico sia dalla professionemedica a causa dellapercezione che gli estrogeni costituiscano una
protezione efficace. In realtà, è dimostrato chelaprotezione ormonale ritardi l'insorgenza di un periodo massimo
di 10 anni. La conseguenza è che i fattori di rischio delle donne sono spesso
sottostimati, rendendo la popolazione
femminile piùvulnerabile a un attacco
cardiaco e all' insufficienza cardiaca.
Un altra ragione per cui le malattie cardiovascolari sono meno trattate e diagnosticatenelle donne è da riscontrarsi nell'insorgenza atipica e nella sintomatologia differente rispetto all'uomo, invece di dolore al petto, le donne
che hanno un attacco di cuore possono provare nausea - vomito, mancanzadirespiro, dolore allamandibola, affaticamento, palpitazioni, sincope.Essendo originata da fattori genetici ereditari e ambientali, come lo stress, l'eccessiva consumo di sale el'obesità, per
prevenirla si devono identificare gli individui geneticamente predisposti e al
contempo vanno corretti i fattori ambientali. Fondamentale comunque lo
stile divita e il frequente controllo della
pressione arteriosa.
Ogni anno
solo in Italia
muoiono
280mila
persone
per malattie
cardio
vascolari
originate
da pressione
elevata
non trattata
Sanità nazionale
Pagina 13
Microscopia a fluorescenza per l'identificazione dei melanomi
i è svolto recentemente a Torino il Congresso nazionale dell'Associazione italiana di
diagnostica non invasiva in dermatologia,
daltitolo «Integrazione ed innovazione tecnologicanella diagnosi dermatologica», organizzato
dal dottor Paolo Broganelli. L'evoluzione delle
tecniche diagnostiche non invasive ha caratterizzato gli ultimi decenni della dermatologia
mondiale.I dermatologiitaliani si sono contraddistinti nel mondo grazie al notevole contributo
scientifico e, nonostante si sia scritto molto, ancora oggi è possibile migliorare la conoscenza
delle tecniche già consolidate. La maggior parte
di queste ci ha permesso di aumentare l'aspettativa di vita della popolazione grazie ad interventi
preventivi efficaci che sino a pochi anni fa non
erano immaginabili. L'apporto della diagnostica non invasiva è aumentato parallelamente all'
incremento di incidenza dei tumori cutanei, in
particolare del melanoma. Dal 2011 Torino è al
primo posto trale cittàitaliane pernumero dimelanomi diagnosticati con circa 19 casi all'anno
ogni 100mila abitanti suuna media italiana di 12
casi ed i numeri sono in costante incremento. La
sola causa ambientale correlatapare Sial' esposizione intensa ed intermittente ai raggi UV solari
naturali ed artificiali. Per fortuna, mentre l'incidenza è andata aumentando, la mortalità si è
mantenuta sostanzialmente stabile. Fondamentale la diagnosi precoce e quindi l'individuazione ed asportazione del melanoma sottile. Pur
non essendo l'unico tipo di tumore cutaneo, il
melanoma è caratterizzato da un maggior rischio di mortalità. Persiste purtroppo un ristretto gruppo di pazienti con melanoma spesso, per
lo più ditipo nodulare, aprognosipotenzialmente sfavorevole e ad elevato rischio di progressione a livello viscerale. Per questi pazienti vi sono
oggi terapie innovative. Negli ultimi anni la dermoscopiaelamicroscopia confocalehanno affinato notevolmente le tecniche di riconoscimento pre-istologico dei tumori cutanei. La nuova
microscopia a fluorescenza (sperimentale) poi
permette dio sservare invivo le strutture cellulari con notevoli affinità con l'esame istologico,
ma senza effettuare prelievi di cute.
gloriasj(aunipr.it
Sanità nazionale
Pagina 14
RESPOII SABILIT4/ La Corte di cassazione circoscrive l onere a carico del paziente
La prova grava su medici e As!
Va dimostrata
DI LucIA PRETE
1 paziente deve limitarsi a
provare il rapporto con il
medico o con la struttura
sanitaria e che l'aggravamento o l'insorgenza di una
patologia si trovi in rapporto
di causalità con l'intervento
stesso. Spetta invece al medico o alla struttura sanitaria la
dimostrazione che non vi sia
stata negligenza o imperizia
del sanitario.
La recentissima sentenza
della Cassazione (sez. III civile, 20 marzo 2015 n. 5590) fissando gli oneri probatori non
aderisce all'indirizzo enunciato
in alcune sentenze di merito,
su tutte tribunale Milano 17
luglio 2014 e 2 dicembre 2014,
che hanno definito come extracontrattuale la responsabilità
del medico dipendente di una
struttura sanitaria sia pubblica che privata sulla base
di quanto espresso nella legge
Balduzzi.
Il dibattito
La formulazione dell'art. 3,
comma 1 della legge citata ha
mancanza di negligenza o imperizia
riaperto il dibattito sulla
natura giuridica da attribuire alla responsabilità
sanitaria in campo civile.
Alcune pronunce successive alla sua entrata
in vigore hanno sostenuto che a essa non possa
attribuirsi alcuna portata innovativa rispetto
al precedente unanime e
consolidato orientamento
della giurisprudenza che
qualificava come contrattuale la responsabilità sia
della struttura sanitaria
(fondandola sul contratto
atipico di spedalità), sia del
medico suo dipendente (sulla
base del rapporto che si crea
tra professionista e paziente
in virtù del cosiddetto contatto sociale).
Il tribunale di Milano
Le sentenze del tribunale
di Milano, facendo leva sul tenore letterale del cit. art. 3 e
sulle intenzioni del legislatore,
hanno, invece, ritenuto che la
legge Balduzzi abbia esplicitamente configurato come extracontrattuale la responsa-
bilità dell'operatore sanitario
lasciando inalterato il regime
giuridico applicabile alla struttura sanitaria, che risponde a
titolo contrattuale sia degli
inadempimenti a essa direttamente imputabili, sia di quelli
riferibili ai suoi dipendenti.
L'interpretazione prospettata
dai giudici di Milano comporta
importanti implicazioni in merito alla prescrizione e all'onere probatorio.
Qualora, infatti, si definisca
come extracontrattuale la responsabilità del medico dipen-
la n. 7909/2014, che esclude
l'applicabilità della teoria del
contatto sociale alla domanda
risarcitoria da errato trattamento medico compiuto da un
soggetto straniero in quanto il
concetto di «contatto sociale»
come «fonte di obbligazione»
costituisce un principio creato
dalla giurisprudenza italiana
che non trova riscontro nel diritto internazionale.
© Riproduzione riservata
dente l'azione
di risarcimento del danno
si prescrive
col decorso di
cinque anni
dal momento
di verificazione dell'evento
(termine considerevolmente più breve
rispetto ai
dieci anni
previsti per le
ipotesi di responsabilità
contrattuale) e sotto il profilo
dell'onus probandi spetta al
paziente danneggiato (e non
all'operatore sanitario) provare l'elemento soggettivo dell'illecito.
I giudici di Milano, nella
sentenza del 2 dicembre 2014,
hanno anche messo in evidenza come la stessa elaborazione
del «fatto-contatto» come fonte
di «efficacia obbligatoria di natura contrattuale non sia basata su dei presupposti condivisi unanimemente dai giuristi
(che, di volta in volta, hanno
fatto ricorso al principio di immedesimazione organica, alla
figura del contratto in favore
di terzo e, più recentemente,
all'art. 1173 cc., che richiama
tra le fonti delle obbligazioni
ogni atto o fatto idoneo a produrle, e alla legge istitutiva del
Sistema sanitario).
Ulteriori aspetti
Infine la decisione della
Suprema corte ha richiamato un'altra sua pronuncia,
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Pagina 15
pt
Ragazzi persi nella bottiglia
L'INIZIATIVA
Elio contro l'abuso di
alcol tra i giovani
e i giovanissimi.
Elio e le storie tese cantano: «Bevi, bevi bevi.....».
Il motivetto ti entra in
testa, la musica ti carica ma la storia è tragica. Una come tante.
Che lega l'eccesso di vino, birre e superalcolici ad
un fine serata da dimenticare. Un incidente? Una corsa al
pronto soccorso? Un cervello che
funziona male? Potrebbe essere
una o potrebbero essere tutte.
Gli "Elii" hanno accettato la proposta del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e hanno scritto una
canzone antisballo, "Alcol snaturato, una serata speciale". Niente prediche, né sermoni. Il gruppo ha
scelto di parlare in modo schietto e
dissacrante. «Speriamo che le loro
parole - dice il ministro Lorenzin
in collegamento video alla presentazione della campagna al liceo
Kennedy di Roma - arrivino alla
pancia dei ragazzi e poi anche alla
testa. Quanti sanno che sono più di
775mila giovani tra gli 11 e i 17 anni
che consumano regolarmente alcol in Italia? 1117% di tutte le intossicazioni alcoliche che arrivano al
pronto soccorso riguardano dei ragazzi sotto i 14 anni».
IL RAPPORTO
A definire il quadro italiano è stato anche l'Ocse, ieri, in un rapporto su consumo di alcolici e impatto su società ed economia stilato
per sollecitare i governi ad agire
su un problema che è la quinta
causa di morte nel mondo. Così
anche in Italia è sempre più diffuso il "binge drinking", ovvero il bere grandi quantità di alcol in breve
tempo per ubriacarsi in fretta, perdere il controllo e divertirsi. E questo soprattutto tra i giovani e giovanissimi, mentre il consumo di
alcol in Italia resta più basso rispetto agli altri Paesi occidentali
con un calo del 40% rispetto agli
anni Novanta: 6,1 litri pro capite
l'anno in media ben al di sotto di
Francia (12 litri) Germania (11) e
Spagna (9,8).
Sanità nazionale
GLI ESEMPI
Ma resta alto l'allarme peri ragazzi.
Da qui l'obbligo a parlare ai più giovani con un linguaggio diverso, non
solo quello dei numeri, dei digranr
mi e delle analisti degli esperti.
«Guardate che cosa ho fatto per
farvi saltare un'ora di lezione - è
l'esordio di Elio tra gli applausi
generali - Cercherà di non essere
noioso e parto da lontano. Frank
Zappa, uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi che tutti considerano un'icona della trasgressione in realtà non consumava
né alcol né droga. Lo sapevate? Il
nostro obiettivo è far capire i
danni che può provocare l'alcol
nel vostro corpo».
«Danni irreversibili che potrebbero non farvi godere la vita
futura - aggiunge Rocco Tanica,
il batterista - Io sono per stravivere la vita, ma per tutta la vita.
Non ve la pregiudicate con un errore adesso. Ho avuto un incidente stradale sotto effetto degli
alcolici. Lì ho capito quanto sono
stato stupido e, soprattutto quanto sono stato fortunato visto che
sono qui».
Racconta Beatrice Lorenzin:
«Stavo visitando un pronto soccorso e mi hanno mostrato una
ragazza di 16 anni bellissima, ricoverata per essere caduta da un
cubo della discoteca. Era in fin di
vita, il suo fegato spappolato».
Da qui la campagna, la richiesta
ad Elio e ai suoi (www.unaserataspeciale.it). Perché i ragazzi
sotto i 25 anni sono più vulnerabili all'alcol, perché si metabolizza con maggiore difficoltà. Perché il danno al cervello potrebbe
diventare irreversibile, perché
un incidente può minare la spina
dorsale come la testa. Tutto questo per una serata, queste sono le
dosi, a base di oltre 6 bicchieri di
alcol in un arco di tempo ristretto. La campagna utilizzerà internet con l'obiettivo di "viralizzare" i contributi video sui principali canali social del web. Pronto
l'opuscolo "Alcol snaturato".
Obiettivo era quello di rendere
poco affascinante il modello di
chi abusa di sostanze alcoliche e,
soprattutto, del mix con le droghe. Il brano è accompagnato da
un videoclip con la regia di
Gianluca «Calu» Montesano. E
stato girato interamente con la
spherical cam. Un messaggio:
per una serata speciale con gli
amici, meglio la musica che gli
effetti speciali di una sbornia o
una gita in ambulanza.
Carla Massi
Pagina 16
L'OPUSCOLO
Il mini libro
per spiegare i
danni
provocati
dall'alcol
Sotto Elio e le
storie tese al
Kennedy di
Roma
(fata CECILIA
FABIANO/AG. TOIAI I)
WW4
Quanto bevono gli italiani
Dati 2013 dal rapporto del Ministero della Salute
Persone di Il anni e più che consumano alcolici (%)
2003 wì- 2013
Consumatori binge drinking * per genere e
classe di età (%)
Maschi 10,4
68,7 63.9
31,0
Una volta
1,1
37,6 41,2
24.8
22.7
Tutti
9 Femmine 2,5
:Occasionalmente:
all'anno
i giorni
Consumo annuo pro capite di alcol puro (litri)
25. 8
Fuori
pasto
9,3
21,9
18-24
15,9
25-44
9,26 9,12 8 ,5 9
8.59 &32
7,41 7.26 7,19
6,84
11-15
1,3
...............................................................................
45-64
6.40 6,10
2000:2001 :2002:2003:2004: 2005:2006 :2007: 2008 : 2009:2010
lr
8,1
eu
4,4
65-74
.......... 0,5......................
2,3
75+ p 0,3
*assunzione in un tempo ristretto di 6 o pih bicchieri di alcolici
ANSA ,-E
Sanità nazionale
m .tri
Pagina 17
Ipertens ione , do men ica G iorn ata mc ii
mi sura z i on i grat i s )1 1 g a z ebo d ella Cr i
me" rivolto ad un gruppo di
esperti coordinati dai professori
Pino Germanò e Toni Giovanazana.
LA DIFFUSIONE
Pressione
alta: disagio
senza età
IL D ISTURBO
a pressione alta non è solo
dei nonni . Oggi, appare un
paradosso , anziani e giovani, si trovano a combattere
contro la stessa malattia:
l'ipertensione. I più grandi
pagano il prezzo dell'età e delle
patologie, i più giovani , invece,
per questioni genetiche ma anche per stili di vita (droga e alcol).
Secondo i dati emersi dalla fase pilota dello studio "I-game",
presentato nel congresso "Conoscere e curare il cuore" a Firenze,
il 14% dei "giovani adulti " (tra i 18
e i 35 anni) deve fare i conti con
l'ipertensione . E i maschi sono i
più colpiti . Tra i fattori di rischio
c'è un elevato indice di massa
SEMPREPIU'ALTO
I
IL NUMERO
I GIOVANI COLPITI
TRA 1 FATTORI
Di RISCHIO PESO,
STRESS E SSTILE I VITA
Sanità nazionale
corporea, la presenza di sindromi delle apnee ostruttive nel sonno, disturbi dell'umore, come ad
esempio l 'ansia. Oltre a ciò, sembra verificata l'influenza negativa dell'alto consumo di formaggi
e salumi e cibi carichi di sale (in
particolare quelli preconfezioni
e quelli dei fast food)
L'APPUNTAMENTO
Anche a giovani, dunque, si rivolge l'XI Giornata mondiale contro
l'ipertensione arteriosa, che si celebra domenica 17 maggio. Con il
contributo della Croce Rossa Italiana saranno allestite in tutta
Italia numerose postazioni mediche per dare l'opportunità a tutti
i cittadini di effettuare il controllo gratuito della pressione (info
www.siia.it). Sarà possibile eseguire la misurazione dei valori
pressori, senza necessità di impegnativa, anche presso gli ambulatori, i centri accreditati dalla
Società italiana dell'ipertensione
rteriosa (SIIA) e nelle farmacie
aderenti all'iniziativa. In ognuna
di queste sedi sarà possibile ritirare materiale informativo e divulgativo inerente i rischi causati dalle cattive abitudini , i vantaggi di adottare uno stile di vita salutare e le indicazioni su come effettuare in modo corretto la rilevazione della pressione arteriosa. Venerdì 15 a Roma, nell'aula
magna del Rettorato a La Sapienza, verrà celebrata la Giornata:
postazione della Croce Rossa, ingresso libero , nel corso della
mattina ci sarà un "question ti-
«Il problema è enorme e l'attenzione inspiegabilmente bassa commenta Claudio Borghi, presidente della Società italiana di
ipertensione arteriosa - In Italia
abbiamo oltre 16 milioni di ipertesi e solo una persona su tre ha
la pressione ben curata. A livello
mondiale la cifra sale a circa un
miliardo e mezzo. Sono numeri
che non possiamo trascurare:
ogni anno muoiono per malattie
cardiovascolari dovute alla pressione alta 280mila persone in Italia e 8,5 milioni di persone nel
mondo. Si fatica a comprendere
come mai il problema possa essere vissuto con indifferenza da
larga parte della popolazione,
quando ormai gli strumenti di
diagnosi sono più che accessibili
e le strategie di prevenzione efficaci».
L'ipertensione non è una malattia di per sé ma aumenta il rischio di essere colpito da ictus
cerebrale, infarto di cuore, insufficienza renale ed altre malattie.
D'altro canto, il ricorso alle cure
oggi disponibili permette di eliminare questo rischio aggiuntivo. Gli esperti ritengono che il rischio cardiovascolare aumenti
al punto di giustificare un intervento terapeutico, anche farmacologico, in presenza di valori di
pressione pari o superiori a 140
mm Hg per quanto riguarda la
pressione sistolica (la massima)
e pari o superiori a 90 mm Hg
per quanto riguarda la pressione
diastolica (la minima).
La Siia ha lanciato di recente
anche una app, disponibile su dispositivi Apple e Android, per
aiutare i pazienti a gestire la propria ipertensione: dalla possibilità di monitorare nel tempo i valori creando un grafico del proprio trend, a quella di prenotare
unavisita nel centro più vicino.
Antonio Caperna
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Pagina 18
numeri
degli uomini in Italia e il 31%
delle donne sono ipertesi, il 15%
di ognuno di questi gruppi
viene considerato a rischio
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degli italiani, sia uomini che
donne, non tiene la pressione
sotto controllo regolarmente
nel modo corretto
Sanità nazionale
Pagina 19
PERSAPERNEEqWÙ
www.emergency.it
roma.repubblica.it
Eb ola , co ntag iato infermiere sardo
Volontario 37enne di Emergency: rientrato giovedì scorso dopo tre mesi in Sierra Leone. Trasportato nella notte
allo Spallanzani di Roma: "Febbre alta da domenica, ora le condizioni sono stabili". Controllati due suoi parenti
PIER GIORGIO PINNA
. Ebolacolpisce unvolontario italiano di Emergency nella
fase finale dell'epidemia in Sierra Leone. Per l'ammalato, 37 anni, infermiere sassarese tornato
dall'Africa giovedì, ieri sera è stato disposto il trasferimento d'urgenza con un C-130 dell'aviazione militare. Il jet, decollato da
Pratica di Mare, è atterrato alle
21 mentre il paziente veniva trasportato con un'ambulanza attrezzata per queste emergenze
dal reparto di malattie infettive
dell'ospedale di Sassari all'aeroporto di Alghero. A tarda sera, il
ricovero allo Spallanzani di Roma dopo i contatti tra il ministero della Salute e l'Unità di crisi
sarda guidata dall'assessore regionale alla S anit à, LuigiArru. Le
condizioni del volontario, allo
stato attuale, sono giudicate
"buone" dai medici. La famiglia
chiede che non vengano divulgati né la sua identità né altri particolari che ne permettano il riconoscimento. Questo appena confermato nell'isola è il secondo caso di Ebola tra italiani. Fa seguito
a quello del medico siciliano Fabrizio Pulvirenti, anche lui al lavoro per Emergency in Sierra
Leone e guarito a gennaio.
«L'infermiere è stato bravissimo: quando si è reso conto di stare poco bene ha subito seguito
tutte le regole dei protocollo stabilendo per sé un auto-isolamento nella sua camera da letto»,
hanno voluto sottolineare i sanitari. Il volontario sardo era tornato dall'Africa via Fiumicino.
Nella stessa giornata si è poi imbarcato per lo scalo algherese
raggiungendo Sassari, dove vivono i familiari. In congedo dall'ospedale dove solitamente prestala sua attività (nonsisasenello stesso capoluogo o in un altro
centro regionale), l'uomo era in
Africa dal 15 febbraio. Faceva
parte dell'équipe di Emergency
che si occupa dell'epidemia: no-
Sanità nazionale
Questo è il ventisettesimo
paziente fuori dall'Africa:
c i nque morti , ora nessun
altro in trattamento
postante in Sierra Leone non si
verifichi più un caso da cinque
giorni, in questa struttura sanitaria lavorano 20 volontari mentre altri 17 si dedicano al centro
pediatrico.
L'infermiere è stato doppiamente sfortunato: intanto perché ha contrattola malattia e poi
perché Ebola lo ha contagiato
proprio quando l'emergenza nel
paese africano sta rientrando.
Come ha confermato la figlia di
Gino Strada, Cecilia, presidente
di Emergency, ora in Sierra Leone ci sono soltanto due ricoverati. «Quella di queste ore è una
brutta notizia, ma siamo fiduciosi: speriamo che l'operatore sardo ce la faccia a sopravvivere co-
La presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia
Grazia De Biasi (Pd), ha chiesto
che il governo riferisca sulla situazione. «Auguri di pronta guarigione all'infermiere di Emergency, siamo fieri dei suo impegno»: così in un tweet la presidente della Camera, Boldrini. Altro tweet da Zingaretti, presidente della Regione Lazio: «Allo
Spallanzani un altro caso Ebola.
U n' ec cellenz a della s anit à del L azio ancorainprimalineapercombattere malattia».
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me tanti altri che si sono amma-
lati - ha aggiunto - L'emergenza è superabile, soprattutto
se si pensa che all'inizio dell'anno laggiù dovevamo accogliere
ogni giorno centinaia di nuovi
contagiati».
Oltre che con i passeggeri degli aerei che l'hanno riportato a
casa - probabilmente in una fase nella quale la malattia non era
ancora contagiosa - il volontario è entrato in contatto solo con
due familiari, attualmente in isolamento nella loro abitazione a
scopo precauzionale. Le condizioni del paziente, secondo l'ultimo bollettino medico, «sono stabili: nella norma i parametri vitali, costantemente monitorati».
L'infermiere ha iniziato a presentare i primi sintomi, con febbre oltre i 39, da domenica sera.
Ricoverato lunedì pomeriggio, è
stato sottoposto a terapia antipiretica e antibiotica. I medici precisanocheè autonomo, collabora
elasituazione«è sotto controllo».
Pagina 20
I PRIMI SINTOMI
I segni di Ebola
sono simili a quelli
di malattie come
malaria, Dengue
o il virus Marburg:
febbre alta, mal
di testa, nausea,
vom ito, d ia rrea.
L'evoluzione
dipende dalle
difese individuali e
dalla carica virale:
dopo i primi due
giorni oppure oltre
le prime tre
settimane con
possibili emorragie
diffuse nel corpo
Sanità nazionale
Pagina 21
Fabrizio Pulvirenti:
"Per curarlo useranno
anche il miosangue
sono certo: ce la fará"
AGARl per curarlo useM anche il mio
sangue. Speriamo
che ce la faccia». Fabrizio
Pulvirenti è il medico siciliano guarito dall'Ebola. Si era
ammalato nel novembre
dell'anno scorso, lavorando
anche lui per Emergency in
Sierra Leone.
Cosa hapensato quando ha
saputo dell'infermiere sardo?
«Mi è presa una grande
angoscia. Sono in apprensione. Sto rivivendo l'inizio della mia esperienza: il trasporto nella barella ad alto contenimento biologico, il viaggio sull'aereo militare. Speriamo che non abbia le complicazioni che ho avuto io».
Lei è rimasto 38 giorni in
ospedale, ricorda tutto?
«Sì, a parte i 6 giorni in cui
sono stato in rianimazione.
La malattia all'inizio è blanda, poi si complica. Ricordo
l'arrivo allo Spallanzani, le
prime cure, una reazione
trasfusionale. Poi sono finito
in terapia intensiva ed è sta-
toil blackout».
Al momento della dimissione era molto provato,
quanto tempo ci ha messo
Sanità nazionale
per riprendersi?
«Almeno un mese e comunque le forze sono tornate molto lentamente. Ora sono al lavoro nel mio reparto
di malattie intensive».
Ha mai pensato di non farcela durante la malattia?
«Si, anche perché sono un
medico e avevo visto quanto
è pesante Ebola. Analizzavo
imiei sintomie avevo unrapporto diretto con i colleghi
dello Spallanzani. Ma a un
certo punto ho smesso di interessarmi così tanto al mio
caso. Ho lasciato fare a loro e
consiglio all'infermiere lo
stesso atteggiamento. Si affidi ai professionisti romani,
erano già bravi quando hanno curato me e ora saranno
diventati bravissimi».
Le è stato prelevato il sangue per avere i suoi anticorpi, che hanno sconfitto
il virus. Lo useranno sul
nuovo paziente?
«Penso di sì. Mi auguro che
il mio plasma sia utile, che gli
serva. Io avevo ricevuto
quello di altri due sopravvissuti occidentali, uno in Spagna e uno in Germania».
(mi.bo. )
Pagina 22
I trecento farmaci
introvabili in Italia
"Venderli all'estero
rende di piu
Prezzi diversi aseconda dei Paesi: c'è chi
ne approfitta anche se nessuno lo ammette
E ai pazienti non resta che aspettare
MICHELE BOCCI
ERVONO ad abbassare la pressione o il colesterolo, a curare infezionio a contrastare il
dolore, però sono introvabili.
Ogni giorno in Italia ci sono farmacisti che allargano le braccia
di fronte ai clienti e dicono che
no, quella medicina non è proprio disponibile, i distributori
non ce l'hanno. Non è chiaro
quanti siano i prodotti che "spariscono" nel nostro Paese, le stime parlano di almeno 300 in un
anno. Il problema non si presenta contemporaneamente in tutte le regioni ma solo in alcune, anche in singole provincie: una molecola può essere adisposizione a
Bologna ma non in Romagna. Il
Lazio a fine 2014 ha fatto una lista di 52 medicinali impossibili
da acquistare. Queste carenze
non sono dovute a problemi di
produzione da parte dell'industria. Il fenomeno è provocato
dell'esportazione parallela, o
"parallel trade", una pratica legale ma pericolosa per i sistemi
sanitari.
Quando un farmaco viene approvato dall'Ema, l'agenzia regolatoria europea, ogni Paese
tratta il costo con l'industria. La
prima conseguenza è che le molecole arrivano sul mercato in
momenti diversi, la seconda è
chei prezzi cambiano da uno Stato all'altro. Nel sud del continente di solito si strappano tariffe
più basse. Questa differenza di
costo spinge distributori italiani
a spostare i farmaci dove vengono pagati di più, ad esempio in
Germania, ottenendo un guadagno del 20-30%. Non solo. Il meccanismo fa sì che l'industria contingenti le forniture. Ai produttori non piace il parallel trade
perché vogliono che i prezzi dei
vari mercati siano rispettati.
Quando c'è da consegnare un
Sanità nazionale
prodotto a rischio esportazione
si basano sui consumi dell'anno
precedente. Se la richiesta cresce il medicinale non si trova. Aifa parla di «distorsioni delle dinamiche distributive». Con il ministero della Salute fa controlli a
farmacisti e grossisti. Ma non è
facile contrastare un fenomeno
basato su una norma europea.
Anche se vendere all'estero
non è viet ato, è molto difficile trovare qualcuno che ammetta di
farlo. Anzi, tutti accusano tutti.
L'industria ce l'ha con i distributori, questi con i farmacisti, che a
lorovoltainviano leaccuse almittente. «Ci sono ordini anomali da
parte di alcuni distributori - dice ilpresidente di F armindustria
Massimo Scaccabarozzi - Se
vengono evasi tutti manca il prodotto. Non èvero che mettiamo a
disposizione pachi farmaci. A chi
fa esportazione i medicinali dovrebbero costare di più». Adf r appresenta 50 grandi aziende di distribuzione. E' suo il dato dei 300
prodotti mancanti: « Siamo le prime vittime delle carenze, e infatti capita che per certi medicinali
riceviamo solo il 15% delle confezioni che chiediamo. Il problema sono gli pseudogrossisti». Il
riferimento è alle farmacie che
possono ottenere dalle Regioni
di diventare distributori. Secondo alcuni sono loro adeccedere con il parallel trade. «Comesi faadesseredistributoricon
un negozio di 30 metri quadri?»,
si chiede polemicamente Giancarlo Esperti, direttore di Federmarma Servizi, che riunisce cooperative di distibutori: «Evidentemente questi esercizi commerciali esportano».
^ PIPRODl1/I()NF RISFRVt.!'T.
Pagina 23
19,7 miliardi
1,4 miliardi
La spesa
farmaceutica
territoriale
in Italia (esclusa cioè
La spesa degli italiani
peri ticket
farmaceutici
quella ospedaliera)
ili aver 75 che ricevono
almeno una prescrizione
tll'anno
1,031
%
I bambini che ricevono
almeno
preset
inno
Le dosi giornaliere
consumate
ogni mille abitanti
60,2%
La quota rimborsata
dal servizio sanitario
nazionale
1,8 miliardi
Le confezioni
dispensate all'anno
516 dosi
al giorno ogni
mille abitanti
242 dosi al giorno
ogni mille abitanti
Sanità nazionale
218 dosi
al giorno ogni
mille abitanti
16 1 dosi al giorno
ogni mille abitanti
Pagina 24
"Legale o are
mai colleghi
che lo fanno
sbagliano"
(per abbassare
il colesterolo)
ontro
Parkinson)
)agulante)
)l'epilessia)
ontro dolore
atico)
)protettore)
(per ridurre
l'ipertensione)
300
I farmaci a rischio
carenza in un anno
in Italia
52
I farmaci indicati
come indisponibili
dalla Regione Lazio
nel 2014
+20-30%
Il guadagno
per confezione
di chi decide
di fare
esportazione
parallela
ila
Le farmacie in Italia
80
I grossisti
900
Farmacie
che ottenuto
di poter fare
i grossisti
FONTE RAPPORTO OSM ED-ADF
Sanità nazionale
Sì, ALCUNI colleghi fanno
anche i distributori
ma noi non lo approviamo, la legge che glielo permette non ci piace». Annarosa
Racca è la presidente di Federfarma, l'associazione dei farmacisti italiani, alcuni dei quali sono accusati dagli stessi distributori di fare p arallel trade.
Evero che alcuni suoi colleghi
portano i farmaci all'estero?
«E la legge a permetterglielo, se hanno il via libera della loro Regione. Questa autorizzazione, voglio sottolineare, è data ai farmacisti e non alle farmacie. Sono loro a poter fare i
grossisti. Poi
possono essere anche titolari di un esercizio commerciale».
E lei cosa ne
pensa della
legge?
«Non ci piace e Federfarma ha chiesto PRESIDENTE
alle Regioni di Annarosa
non dare le au- Racca,
torizzazioni ai presidente di
colleghi che lo Federfarma
chiedono. Siamo totalmente contrari a questa attività, le farmacie devono
fare altro, devono assicurare i
medicinali ai cittadini, non
spostarli altrove. Però vorrei
chiarire una cosa».
Quale?
«La distribuzione da parte
dei farmacisti non va bene, ma
dobbiamo ricordare che le
grandi quantità di medicinali
esportati all'estero non passano certo da loro bensì dai grandi grossisti, a volte multinazionali».
Co sa fate quando un cliente vi
porta la ricetta per un farmaco che non si trova?
«Dopo aver ricevuto risposta negativa dai grossisti dai
quali normalmente ci serviamo, mandiamo una segnalazione del problema alla Regione. Ma abbiamo anche la possibilità di mandare un sos all'azienda produttrice che ci deve
comunque mandare il medicinale entro 48 ore».
(mi.bo. )
C RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 25
Era stato in Sierra Leone
Ebola, positivo al test
infermiere di Emergency
Nicoletta Cottone
ROMA
Nuovo caso di Ebola in
Italia: positivo un infermiere
di Emergency che ha lavorato
in un centro in Sierra Leone.
L'infermiere è stato trasferito nella notte allo Spallanzani
di Roma
L'infermiere è stato trasferito da Sassari in aereo a Pratica
di Mare con speciali barelle
che consentono il trasporto
del paziente in condizioni di
«biocontenimento assoluto».
Il trasporto del paziente, organizzato d'intesa tra il ministero della Salute e quello della
Difesa, è stato eseguito dall'Aeronautica militare « in alto
biocontenimento, seguendo
le stesse procedure già attuate
nel novembre scorso per il
medico siciliano colpito dal virus e poi guarito». Il virus è
contagioso solo dopo l'insorgenza dei sintomi e viene trasmesso esclusivamente attraverso il contatto diretto con
fluidi corporei. Il paziente all'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma sarà sottoposto al trattamento medico.
Appena l'infermiere si è reso conto del virus è stata subito attivata la rete di emergenza della Prefettura di Sassari e
del Comando Carabinieri del
Nas. Ilministero della Salute e
Sanità nazionale
l'Aifa hanno subito predisposto le misure necessarie per
rendere disponibili presso lo
Spallanzani i farmaci. Il ministero della Salute hareso noto
che per rispettare la privacy
del paziente e della famiglia,
non verranno rese note le generalità. Il primo bollettino
medico, come daprassi, verrà
emesso dallo Spallanzani.
«Faccio i miei migliori auguri all'infermiere di Emergency, so che allo Spallanzani
è in buone, anzi in ottime mani», ha dichiarato Fabrizio
Pulvirenti, il medico "caso zero" per il virus Ebola in Italia,
curato anche lui allo Spallanzani di Roma e, dopo diversi
trattamenti anche sperimentali, guarito e dimesso lo scorso gennaio.
Intanto sono in frenata i casi di Ebola. Al 6 maggio il bollettino dell'Oms riferiva18 casinell a settimanaprecedente,
mentre in 21 giorni ne erano
stati registrati in tutto 82. In
totale la malattia ha contagiato 26.593 persone, con un impressionante numero di morti:l1.oo5.I Paesipiù colpiti sono stati proprio la Sierra Leone, con 12.440 casi e 3.903
morti, seguita dala Liberia
(10.564 casi e 4.716 morti) e
dalla Guinea (3.589 casi e
2.386 morti).
© RIPROODUONER75ERVar.A
Pagina 26
Deduzione integrale
per disabili e invalidi
Sulle spese mediche
detrazione al 19%
Va sottratta
la franchigia
di 129,11 curo
PAGINAA CURA DI
Marcello Tarabusi
Sono integralmente deducibili dal
reddito complessivo le spesemediche
e di assistenza specifica necessarie nei
casi di grave e permanente invalidità o
menomazione, sostenute dai soggetti
disabili di cui all'articolo 3 della legge
104/1992. Su tutte le altre spese sanitarie detrazione del 19% con franchigia
di 129,11 euro. Senza franchigia solo le
spese per mezzi di movimento e sussidi tecnici e informatici dei disabili.
Se le spese superano complessivamente 15.493,71 euro, la detrazione può
essere ripartita in quattro quote annuali.Rateizzabiliin4anni senza limiti
di importo le detrazioni delle spese
per l'acquisto di veicoli per disabili e
perl'acquisto di cane guidapernonvedenti. Sono detraibili anche le spese
sostenute per familiari fiscalmente a
carico. Per quelli non a carico, ma con
patologie esenti dalticket, sono detraibili le spese che non trovano capienza
nel reddito delfamiliare,ma solo se relative a tali patologie ed entro il limite
di 6.197,48 curo.
Le principali spese sanitarie detraibili sono:
Sanità nazionale
prestazioni del medico generico,
anche per visite e cure omeopatiche;
prestazioni di medici specialisti,
compreseperiziemedico-legali,visite
assicurative, visite sportive e per rinnovo patente (circolare 108/E/96);
prestazioni chirurgiche, anche ambulatoriali, compresa anestesia, plasma, farmaci, eccetera;
spese per il trapianto di organi, incluso relativo trasporto. Chirurgia
plastica non detraibile, salvo per deformità funzionali o estetiche deturpanti (circolare 14/8/606/1981);
spese mediche per il parto, tra cui
epidurale, inseminazione artificiale,
anmiocentesi,villocentesi e altre analisi prenatali e perinatali;
spese di degenza (risoluzioni
8/207/79, circolare 14/8/606/1981 e
122/E/99), anche non collegate ad interventi chirurgici, e spese per cure
termali. Sempre escluse le spese per
pernottamento di congiunti, i servizi
extra e le spese diviaggio, anche di trasporto in ambulanza (circolare 108/
E/96) ma sono detraibili però le prestazioni mediche svolte nel tragitto;
prestazioni specialistiche e test di
laboratorio (circolare 14/8/606/81):
esami del sangue, Eeg, Ecg, risonanze, Tac, ecografie, radiografie, cob altoterapia, iodioterapia, dialisi, sedute di neuropsichiatria e psicoterapia, eccetera;
acquisto e noleggi odi protesi dentarie e sanitarie in genere: ad esempio
occhiali da vista (escluse parti in metalli preziosi),lenti a contatto erelativi
liquidi (circolare 1o8/E/96), ausili e
materassi antidecubito (risoluzione
11/E/2007), ausili per incontinenti,
compresi pannoloni (risoluzione 17/
E/2006), parrucche a seguito di chemioterapia (risoluzione 9/E/2010),
pace-maker e stimolatori, arti artificiali, busti, stecche, stampelle, protesi
fonetiche e acustiche, apparecchi ortodontici e protesi dentarie (anche in
metallo prezioso);
acquisto o noleggio di attrezzature
sanitarie: ad esempio aerosol,misuratori glicemia o pressione sanguigna
(circolare 122/E/99 e 184/E/2003), siringhe ed aghi, strumenti per magnetoterapia, fisiokinesiterapia e laserterapia, ma non le attrezzature sportive
come ad esempio piscine per idrokinesiterapia (circolare 20/E/2011);
acquisto di altri dispositivi medici,
impiantabili attivi e diagnostici in vitro (Dlgs 507/1992, 46/1997 e
332/2000), conservando la documentazione (ad esempio confezione o foglietto) comprovante la marcatura
"Ce". Non è obbligatorio ilmarchio Ce
sullo scontrino, ma se viene indicato
non occorre altra documentazione
(circolare 19/E/2012). La circolare 20/
E/2o11 elenca i dispositivi più comuni
(siringhe, bende, cerotti, termometri,
apparecchi acustici, provette per urine/feci, test autodiagnosi); se vi sono
dubbi sulla classificazione- che spetta
al produttore - si fa riferimento ai
provvedimenti del ministero della Salute (circolare 25/1997), alla «classificazione nazionale dei dispositivi medici» ed al «nomenclatore tariffario
delle protesi», allegato al Dmministero della Sanità 332/1999;
acquisti di medicinali, documentabili con scontrino fiscale contenente:il
codicefiscale (che deve risultare dallo
scontrino: circolare 18/E/o9, paragrafo 4), la indicazione, anche abbreviata
o in sigla, della natura o tipologia di
medicinale, il codice Aic del prodotto,
la quantità se superiore ad uno. Per i
farmaci omeopatici si indica il codice
identificativo univoco del prodotto.
Non sono detraibili le spese sostenuteperla conservazione delle cellule
staminali del cordone ombelicale ad
uso "autologo" (circolare 155/
E/2009). Per le spese sostenute in
strutture pubbliche o convenzionate
con il Ssn la detrazione compete suiticket pagati, compresa la differenza di
prezzo dovuta quando si rifiuta il medicinale generico.
© RI PRO DD ZIO NE RISERVAI A.
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1,
„rr
Pagina 27
ATTENTI A...
Cancellato lo sconto suil'Rc auto
Dal 2014 diventa indeducibile al
100% i [ contributo versato a l
servizio sanitario nazionale
compresone[ costo delle polizze Re
auto (articolo 12 comma 2bis Dl
102/2013), che dal 2012 era
deducibilesolo perla parte
eccedente i 40 euro. Si tratta della
cosiddetta "tassa salute" del 10,5%
versata con i premi per
l'assicurazione obbligatoria contro
la responsabilità civile derivante
dalla circolazione dei veicoli a
motore e dei natanti, destinato a
compensare i costi sanitari
derivanti dagli incidenti che si
verificano con tali mezzi di
trasporto
I punti chiave
011 INVALIDITÀ PERMANENTE
Sono deducibili dal reddito
complessivo le spese mediche e
di assistenza specifica
necessarie nei casi di grave e
permanente invalidità o
menomazione, sostenute dai
soggetti disabili di cui all'articolo
3 della legge 104/1992
02 1 LA FRANCHIGIA
Su tutte le altre spese sanitarie
detrazione del 19% con
franchigia di 129,11 euro. Senza
franchigia solo le spese per
mezzi di movimento e sussidi
tecnici e informatici dei disabili
03 I PATOLOGIE ESENTI TICKET
Per i familiari non a carico, ma
con patologie esenti dal ticket,
sono detraibili le spese che non
trovano capienza nel reddito del
familiare, ma solo se relative a
tali patologie ed entro il limite di
6.197,48 euro
041 MEZZI PER DISABILI
Rateizza bile in 4 anni senza
limiti di importo la detrazione
delle spese per l'acquisto di
veicoli per disabili e per
t'acquisto di cane guida per
non vedenti
05I LE QUOTE ANNUALI
Se le spese superano
complessivamente 15.493,71
euro, la detrazione può essere
ripartita in quattro quote annuali
Sanità nazionale
Pagina 28
Cancellato l'obbligo di prescrizione
Massofisioterapista,
non serve la ricetta
In quarant'anni dalla nascita
dell'Irpef gli sgravi fiscali hanno
accompagnato l'evoluzione della medicina: dalla deduzione delle sole spese per "cure mediche e
chirurgiche" (articolo io Dpr
597/1973) il catalogo si è ampliato fino a comprendere le più svariate tipologie di prestazioni, dai
medicinali alle analisi, dalle nuove professioni sanitarie alle medicine alternative.
Da ultimo la circolare 17/E/2015
ha precisato che:
sono detraibili le spese del massofisioterapista con formazione
equipollente al titolo di fisioterapista.Il possesso deirequisiti deve
essere attestato nella fattura rilasciata dal sanitario;
per la detrazione delle spese
odontoiatriche è sufficiente la descrizione «ciclo di cure mediche
odontoiatriche specialistiche»,
senza specificazione analitica delle singole prestazioni (il principio
dovrebbe valere anche per altri
campi medico sanitari);
sono detraibili le spese per la
crioconservazione di ovociti (legge 40/2004). La fattura deve essere emessa da un centro autorizzato alla procreazione medicalmente assistita, e deve contenere ladescrizione della prestazione;
le spese addebitate dalla Onlus
che eroga il servizio di trasporto
disabili sono detraibili per il disabile se fatturate come corrispettivo del trasporto. Se invece sitratta
di erogazioni liberali non collegate al servizio, spetta (se il pagamento è tracciato) la deduzione
dell'articolo14D135/2005 (1o% del
reddito complessivo entro il limite di 7omila curo annui).
L'amministrazione si sforza di
restare al passo con le innovazioni
nelle professioni sanitarie e riconosce ormai che la prescrizione
del medico non è più condizione
esclusiva per lo sgravio fiscale.
In passato la si richiedeva per
detrarre spese di dietisti e chiropratici (circolare 17/E/2oo6, paragrafo 1) e fisioterapisti (circolare
95/E/2000 paragrafo 1.1.5), ma di
recente l'Agenzia ha riconosciuto
che le nuove professioni sono abilitate a intrattenere contattidiretti
col paziente e, quindi, leprestazio-
Sanità nazionale
ni sono detraibili anche senzaprescrizione medica (circolare i9/
E/2012), purché dal documento di
spesa risultino la qualifica e la descrizione della prestazione resa.
Ciò vale per i profili professionali
dell'articolo 3 Dm 29.3.2001(podologo; fisioterapista; logopedista;
ortottista - assistente di oftalmologia; terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva;
tecnico della riabilitazione psichiatrica; terapista occupazionale; educatore professionale) e per
le arti sanitarie "maggiori" quali
l'odontoiatra e lo psicologo-psicoterapeuta (circolare 20/E/2011,
paragrafo 5.15), nonché per le professioni infermieristiche ed ostetriche (articolo 2 Dm 29.3.2001).
Perle professioni "tecnico sanitarie" (articolo 4 Dm29.3.2001) manca una pronuncia ufficiale, ma de-
Per le cure odontoiatriche
diventa sufficiente
una descrizione
«generica»
delle cure prestate
ve ritenersi detraibile senza ricettala prestazione di chi opera direttamente col paziente (ad esempio
l'igienista dentale).
La ricetta serve invece per le
spese che solo nel caso specifico
hanno funzione curativa-riabilitativa: ad esempio pannoloni per incontinenti (circolare 17/E/2oo6,
paragrafo 2) ed ausili antidecubito
(risoluzione 11/E/2007), o l'acquisto diunaparruccapost chemioterapia (risoluzione 9/E/2o1o).
L'Agenzia esclude invece la detrazione sugli integratori alimentari (risoluzione 256/E/2oo8 e
396/E/2008), e sulla iscrizione ad
una palestra (risoluzione 19/
E/2o12, paragrafo 2.3), anche se
prescritti dal medico.
Non vi sono pronunce ufficiali sui servizi delle farmacie
di cui al Dlgs 153/2009, ma trattandosi di prestazioni sanitarie
previste per legge, dovrebbero
essere detraibili.
0 RI PRODUZIONE RISERVATA
Pagina 29
Ebola, c'è il Paziente 2
Infermiere di Sassari
contagiato in _. ---LI lirica
Paura per i fan-' liari con cui ha avuto contatti
11 CáSO
PAOLO RUSSO
ROMA
p
roprio mentre l'emergenza in Africa sembra rientrare, Ebola
torna a colpirci da vicino.
Dopo Fabrizio Pulvirenti, il
medico di Emergency, questa volta ad essere risultato
positivo al test che rileva il
virus è un infermiere sardo
di 37 anni. Anche lui dell'organizzazione di Gino Strada
e sceso a combattere l'epidemia in Sierra Leone. Solo
che questa volta il «paziente
due» non ha accusato i sintomi in Africa ma dopo il suo
rientro in Italia. Le sue condizioni di salute sono al momento sostanzialmente buone. A parte la febbre, comunque non alta. Ma quel che
preoccupa è il fatto che Salvatore (il nome è di fantasia)
ha avuto contatti con familiari e amici, per i quali al
momento non è scattata una
vera e propria quarantena,
ma che da oggi verranno tenuti sotto stretta osservazione, con il divieto di uscire
di casa, comunicano le autorità sanitarie. Almeno per i
prossimi 21 giorni, il periodo
massimo di incubazione del
virus prima che la malattia
inizi a manifestarsi.
Sanità nazionale
A tranquillizzare i sanitari
che all'ospedale di Sassari
hanno subito preso in carico
l'infermiere di Emergency è
comunque il fatto che Ebola
non si trasmette prima che si
manifestino i sintomi. E alle
prime linee di febbre, domenica notte, il «paziente due»
si è subito auto-isolato chiudendosi nella sua camera,
nell'abitazione dove vive con
madre e sorella. Poi è scattato
il trasferimento nel reparto
malattie infettive dell'ospedale di Sassari dove è stato posto
in assoluto isolamento. Questo
prima di essere trasferito all'ultra blindato «braccio Ebola» dell'ospedale «Lazzaro
Spallanzani» di Roma, dove si
e combattuta e vinta la battaglia contro il virus che aveva
colpito a novembre Pulvirenti.
Anche questa volta il trasporto, previsto tra la nottata e l'alba di oggi, avverrà con un aereo di biocontenimento dell'Aeronautica militare sul quale viaggeranno solo Maurizio e
i sanitari chiamati ad assisterlo nei loro scafandri bianchi.
Il ministero della salute e
l'Aifa, l'Agenzia italiana del
farmaco, hanno già predisposto le misure necessarie per
rendere disponibili allo Spallanzani i farmaci sperimentali
previsti dai protocolli. Gli
stessi che, insieme al siero delle persone guarite da Ebola,
hanno spinto verso la guarigione Pulvirenti. Già oggi i
medici dello Spallanzani dovrebbero emettere il primo
bollettino medico.
L'infermiere di Emergency,
fa sapere la stessa organizzazione, ha una grande esperienza e al momento non si sono riscontrate infrazioni del protocollo alle quali attribuire il
contagio. In Sierra Leone era
sbarcato a febbraio. Poi l'8
maggio il rientro in Italia e due
giorni dopo i primi sintomi, seguiti dal test effettuato allo
Spallanzani con un campione
di sangue e altre analisi per
escludere contagi da malaria e
altre malattie.
Per ora si è partiti con la terapia antibiotica e anti-febbre.
Ma da oggi inizia la vera battaglia contro il virus, che allo
Spallanzani sperano di vincere anche questa volta.
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Ebola è comparsa
per la prima volta nel
1976 nella Repubblica
democratica del Congo
e in una zona remota
del Sudan. Si trasmette
attraverso lo stretto
contatto con sangue,
secrezioni, tessuti, organi e fluidi corporei di
animali infetti. La malattia ha un periodo di
incubazione di 21 giorni. Fatale in Africa, più
curabile in Occidente.
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L'infermiere
verrà
trasportato
all'ospedale
Lazzaro
Spallanzani
da un aereo
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dell'Aeronautica militare
italiana
Sanità nazionale
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Il periodo di
incubazione
prima che il
virus cominci
a manifestarsi
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L'età
dell'uomo
contagiato
dopo la missione in
Sierra Leone
Pagina 31
Ostaggi dei pollini
Ora cosa si può fare?
Per il `Taccino è tardi, ma ci sono i trattamenti sintomatici
Gli specialisti: "Troppi si sono fatti cogliere impreparati"
VALENTINA ARCO\ IO
tarnuti, prurito, occhi
irritati e, in alcuni casi,
difficoltà respiratorie.
In questi giorni si è scatenato una sorta di «tsunami di
pollini» che, complice il caldo, ha messo ko milioni di
persone allergiche. Certo,
non si può dire che sia stato
un evento inaspettato. La
stagione dei pollini è infatti
un appuntamento che si ripete ogni anno, più o meno
nello stesso periodo. Ma, nonostante la ciclicità, la stragrande maggioranza degli
italiani a rischio si è fatta cogliere impreparata.
Se infatti i pollini colpiscono in primavera, è già in autunno che si deve iniziare a
premunirsi. Ora è troppo tardi per ricorrere alla cosiddetta «terapia preventiva»,
quella che prevede la somministrazione del vaccino prima della stagione critica.
Quindi, a molti, forse a troppi, non rimane altro che
stringere i denti e aspettare
la fine di giugno, per esempio
aiutandosi con qualche trattamento palliativo.
I numeri. Secondo le stime della Siaac, la Società italiana di allergologia, asma ed
immunologia clinica, sono sei
milioni le persone colpite in
questi giorni dalle allergie ai
pollini. In particolare i bambini colpiti da allergie nasali
e pollinosi sono circa un milione e mezzo, a cui si deve
aggiungere almeno un milione di giovani sotto i 18 anni
d'età affetti da asma.
Il caldo. «Questo improvviso boom delle temperature
al termine della stagione delle piogge ha fatto in modo che
l'impollinazione sia avvenuta
in modo ancora più evidente
del solito - spiegano alla
Siaac -. L'alta concentrazione
Sanità nazionale
atmosferica di questi giorni
ha
quindi
provocato
un'esplosione della sintomatologia». Si stima che un aumento di appena mezzo grado della temperatura faccia
aumentare da 10 a 100 volte
la quantità dei pollini nell'aria. Di conseguenza aumentano da 10 a 100 volte le
persone che soffrono di allergie durante la primavera.
Non solo. L'aumento delle
temperature sarebbe legato
anche a un incremento dell'intensità dei sintomi, in particolare delle crisi asmatiche.
L'inquinamento. Potrà
sembrare strano, ma i pazienti allergici ai pollini stanno peggio in città che in campagna. Questo perché a giocare un ruolo determinante,
oltre alle temperature elevate, è lo smog. «L'inquinamento atmosferico ha un effetto
di amplificazione e la temperatura della città è più alta rispetto alla campagna», spiega Oliviero Rossi della
Siaaic, raccomandando di
privilegiare il mare che, grazie alla brezza, spazza via
parte dei pollini.
Le terapie. L'unico trattamento desensibilizzante che
frena l'infiammazione scatenata dall'allergia è il vaccino.
Ma lo si può fare solo nei periodi di quiescenza e, dunque, lontano dalla diffusione dei pollini. Al momento, quindi, ci si
deve accontentare di trattamenti sintomatici: antistaminici, antileucotrienici o cortisonici da spruzzare nel naso o
da inalare. Può anche essere
utile la terapia con un broncodilatatore, ma dipende sempre
dai casi, da valutare, volta per
volta, con il proprio medico.
I probiotici . Sempre più
numerosi studi scientifici hanno dimostrato che i probiotici,
i batteri «buoni» che si trovano
ad esempio nello yogurt, rappresentano un valido aiuto
contro la rinite allergica. L'ultimo è stato condotto da un
gruppo di ricercatori della
Vanderbilt University School
of Medicine (Usa). Dall'analisi
di 23 studi diversi gli studiosi
hanno scoperto che i probiotici
possono mitigare i sintomi del-
la rinite allergica, migliorando
la qualità della vita dei pazienti. Non solo. L'Organizzazione
mondiale per le allergie ha raccomandato, nelle nuove lineeguida internazionali, il consumo di probiotici alle donne incinte e che allattano, oltre che
ai bambini a rischio, proprio
per prevenire le allergie.
Pagina 32
Larma antîosteoporosî
nella proteina
prodotta dal pancreas
nico San Donato e le Università
di Catanzaro, Padova e Milano.
L'idea è che il C-peptide non
solo sia un indicatore imporSTEFANO MASSAPAII
JA I
tante per la diagnosi dell'osteoporosi, ma abbia un ruoa scoperta è arrivata lo diretto nell'influenzare la
J per caso e potrebbe microarchitettura ossea, renaprire prospettive im- dendo le ossa più o meno fragiportanti nella diagnosi preco- li. Un'interpretazione che
ce e nella cura dell'osteoporo- chiarirebbe il motivo per cui i
si. Al centro della ricerca c'è soggetti con diabete di tipo 1,
una proteina prodotta dal che presentano una carenza di
pancreas - chiamata C-pepti- insulina e conseguentemente
de - apparentemente priva di anche di C-peptide, vadano infunzioni fisiologiche, che po- contro a un'alta incidenza di
trebbe avere un'influenza di- osteoporosi, mentre i soggetti
retta sulla salute delle ossa. con diabete di tipo 2, che han«Nella nostra ricerca, effet- no spesso alti livelli di insulina
tuata su un
e di C-pepticampione di
de, presentidonne in meno ossa più
nopausa e
dense. «Un
non diabetiaspetto importante dello
che, abbiamo dimostudio sta nel
DEL SERVIZIO
strato che il RUOLO : È RESPONSABILE
fatto che abDI ENDOCRINOLOGIA E
valore di C- DIABETOLOGIA DELL'ISTITUTO CLINICO biamo effetBEATO MATTEO DI VIGEVANO
tuato l'indagipeptide nel
sangue si
ne su un camcorrelava alla densità mine- pione di donne non diabetiche
rale ossea, in modo indipen- in menopausa e quindi senza
dente da altri parametri ema- l'influenza di condizioni ormotici legati al valore della den- nali che avrebbero potuto falsità dell'osso», chiarisce Car- sare la correlazione», spiega
mine Gazzaruso, responsabi- Gazzaruso. La scoperta pole del Servizio di endocrinolo- trebbe segnare un passo avangia e diabetologia dell'Istitu- ti nella diagnosi dell'osteopoto Clinico Beato Matteo, co- rosi, utilizzando il C-peptide
ordinatore dello studio pub- come marcatore di rischio, con
blicato sulla rivista «steopo- la prospettiva di creare una
rosis International» e condot- classe di farmaci in grado di
to con l'Irccs Istituto Ortope- modulare i livelli di questa prodico Galeazzi, l'Irccs Policli- teina come forma di terapia.
Sanità nazionale
Pagina 33
Peso, vitamina D e acidi grassi omega;
le tre strade per ridurre ii rischio di parto pretermune
NIGLA PANCIF1RA
Tenere sotto controllo il peso e mantenere
livelli ottimali di vitamina D e degli acidi grassi
omega-3 e omega-6 è fondamentale per ridurre
il rischio di parto pretermine, prima della 37ma
settimana di gestazione. Questa complicanza,
che interessa una gravidanza su 10, sta diminuendo anche grazie all'attenzione all'alimentazione e allo stile di vita.
Il dato è emerso nel convegno «Nutrizione parto pretermine» organizzato dall`Università di
Sanità nazionale
Modena e dalla Simp, la Società di medicina perinatale. «Consumare almeno 340 grammi alla
settimana di grassi omega-3 e -6 (che si trovano
soprattutto nel pesce) previene significativamente il parto pretermine, con una relazione lineare tra quantità ingerita e durata della gravidanza, spiega Irene Cetïn, direttrice della Simp
e responsabile di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale Sacco di Milano.
Quanto al sovrappeso, poi, è un fattore di rischio. In primo luogo perché determina un aumento dell'infiammazione nell'organismo: ne
consegue un'alterazione dell'assorbimento del
ferro, il cui fabbisogno raddoppia in gravidanza. Inoltre, un eccesso di grasso diventa motivo
di deficit anche di vitamina D. «Questo micronutriente, di cui è carente il 50% della popolazione,
è fondamentale non solo nei processi metabollci ma in quelli immunitari. Ë quindi importantissimo, dato che il parto pretermíne è associato
ad un'alterazione dei processi immuno
Se la sopravvivenza dei pretermine è aumentata
senza una corrispondente crescita delle patologie neonatali, tuttavia «permane un rischio
maggiore di patologie cardiovascolari o metaboliche in età adulta»: ecco perché combattere i
chili di troppo e soddisfare i bisogni nutrizionali
in gravidanza non è un optional.
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Al via la corsa per decifrare
le malattie orfane c rare
1-1',ntro il 2020, all'Ospedale Bambino Gesù
DANIELE BANFI
Conoscere per curare.
Può essere questo il
motto dell 'Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù di
Roma che celebra i 30 anni
dal riconoscimento come
Istituto di ricovero e cura a
carattere scientifico . Un centro d'eccellenza dove la ricerca sulle malattie rare è all'avanguardia . Qui arrivano
tanti bambini affetti da patologie di cui non si conosce il
nome né il difetto genetico
che le causa. Grazie all'impegno dei ricercatori e alle più
moderne tecniche di sequenziamento, però, negli ultimi
cinque anni l'ospedale ha individuato quasi 60 nuovi geni
Sanità nazionale
malattia, premessa base per trarare perché poco conosciuinquadrare clinicamente i pa- te e quindi sottodiagnosticazienti e impostare le cure.
te». Il primo passo è proprio la
Come spiega Bruno Dalla- diagnosi: esistono patologie
piccola, direttore scientifico
che affliggono solo poche perdell'ospedale e genetista di fa- sone al mondo e per questo inma mondiale, «uno dei campi dividuare i geni coinvolti è difche ci sta più a cuore è quello ficile. Complice, però, lo svirelativo alle
luppo
delle
malattie orfatecniche di sene e ultraraquenziamento
del Dna di sere. Le prime
conda generasono patologie in cui il
zione,
oggi
meccanismo
scoprire
i
geni
RUOLO : E DIRETTORE SCIENTIFICO
malattia è più
biologico moDELL'OSPEDALE PEDIATRICO
BAMBINO GESÙ DI ROMA
semplice.
lecolare che
Negli ultimi
le determina
non è ancora conosciuto. Le mesi l'ospedale - in collaboraseconde sono 5 mila su 8 mila e zione con l'Istituto Superiore
con una frequenza inferiore a di Sanità, le università La Sauna su un milione. Entrambe le pienza e Tor Vergata - ha mescondizioni necessitano di spe- so a segno diversi «colpi»: uno
cifiche attenzioni: le malattie è relativo alla sindrome di
orfane, perché si deve arrivare Zimmermann-Laband. La paa conoscerne la causa, e le ul- tologia, che si manifesta fin dai
primi mesi di vita, è caratterizzata da deficit cognitivo, assenza delle unghie e delle falangi terminali di dita e piedi e,
in un'alta percentuale di pazienti, da epilessia. Da poco la
prestigiosa rivista «Nature
Genetics» ha pubblicato uno
studio in cui vengono individuati due geni responsabili: il
primo codifica per una proteina coinvolta, tra le tante funzioni, nel rilascio dei neurotrasmettitori, mentre il secondo è
implicato in un meccanismo di
detossificazione delle cellule.
«Oltre all'identificazione
dei due geni, la ricerca ha consentito di identificare alcune
correlazioni tra gene mutato e
specifici aspetti clinici. Abbiamo osservato, per esempio,
che l'epilessia è presente nei
pazienti che possiedono uno
solo dei due geni mutati. La
scoperta fornisce perciò un
nuovo strumento diagnostico,
consente un più accurato inquadramento clinico e fa luce
su diversi meccanismi cellulari», spiega il professore. Ma
l'esempio non è isolato: negli
ultimi mesi sono state diverse
le patologie orfane alle quali è
stato possibile dare un nome.
Risultati importanti, che
rappresentano un punto di inizio. L'obiettivo, entro il 2020, è
colmare il «gap» nell'individuazione di tutte le patologie
rare e orfane. «Centrarlo non è
impossibile. In un paio di anni
le nuove tecniche di sequenziamento saranno di routine e
un ciclo arriverà a costare non
più di mille euro. Sono convinto che ce la faremo», conclude
Dallapiccola. Una prospettiva
inimmaginabile sono pochi anni fa quando, per individuare
un gene malattia, erano necessari anche anni.
Pagina 35
EleannU scoperto gli scienziati czrnericczre.í fcrcendo alcuni esperirrrere.ti si n. topi* adulti
•
•
r1Z
Le cellule ùel cu _ur i[
S-19
Una sp eranza i
DI ETTORE BL,,ìNcHi
e cellule del cuore,
dopo un episodio di
infarto, possono essere rigenerate. A questa
conclusione sono arrivati i
ricercatori dell'università
americana della Pennsylvania eseguendo esperimenti
sui topi. In concreto, è stato
loro iniettato un prodotto che
sblocca momentaneamente
la proliferazione delle cellule
muscolari cardiache.
La scoperta ha sorpreso
gli addetti ai lavori, perché
comunemente si riteneva
che le cellule del cuore non si
rinnovassero dopo la nascita
dell'individuo. Qualche dubbio si era comunque insinuato
sei anni fa, quando un gruppo
di scienziati svedesi dimostrò
che ciò può accadere all'uomo
nell'1% dei casi ogni anno.
Un'eccezione, dunque, che
però aveva scardinato quella
che era considerata una certezza tra i cardiologi.
Le novità sono proseguite
poco dopo grazie alla scoperta, da parte degli americani,
rnunr_uènu
i ® per c i è stat colpito da infarto
che nel cuore dei topi che
abbiano meno di sette giorni
di vita il cuore è in grado di
rigenerarsi dopo una parziale amputazione . Al tempo
stesso , l'individuazione del
meccanismo che impedisce
la proliferazione delle cellule muscolari nell'adulto, utile
con ogni probabilità alla conservazione di una forma costante del cuore , ha portato
gli esperti a cercare il modo
di bloccare tale attivazione
per un certo periodo.
Per raggiungere l'obiettivo
si è fatto ricorso a due piccole
molecole chiamate micro Rna
(sigla che sta per acido resossiribonoleico): esse riescono a
inibire due elementi chiave
all'interno della cellula. La
volontà dei ricercatori era
quella di riuscire a rilanciare
la moltiplicazione delle cellule muscolari del cuore che
abbia subìto una lesione nel
topo adulto. Così, dopo aver
provocato un infarto del miocardio, sono state iniettate a
più riprese nel sangue dei
topi le micro Rna. Dopo due
mesi si è registrato un buon
recupero del cuore: il rilascio di sangue è migliorato,
il tessuto cicatrizzato era in
diminuzione, le vene erano in
quantità superiore intorno
alla parte lesa rispetto agli
altri topi. Per la prima volta, quindi, è stata ottenuta
una rigenerazione del tessuto muscolare cardiaco in un
mammifero adulto. Un risultato di tutto rispetto.
questa strategia innovativa
sembra raggiungere il Graal della terapia, che consiste nel rigenerare il cuore
ex novo. Essa risulterebbe
meno invasiva rispetto alla
chirurgia e al trapianto di
cuore praticati oggigiorno e
sarebbe vantaggiosa anche
rispetto al trapianto di cellule staminali al quale si sta
lavorando. Costruire micro
Rna sarebbe più accessibile
e meno costoso e risulterebbe utile anche come terapia
complementare per curare i
pazienti dopo un infarto.
Ma lo studio sui topi, pur
essendo incoraggiante, non
è certo definitivo . Bisognerà
avviare la sperimentazione
sull'essere umano perché,
nota ancora Silvestre, la
capacità di rigenerarsi di
un cuore rovinato da anni
di tabacco o di diabete non
è probabilmente la stessa di
un cuore nei topi sani. Prima
ancora, però, a finire sotto la
lente della scienza saranno
animali più grandi dei topi
come i maiali.
-© Riproduzione
Gli scienziati della Pennsylvania, che hanno pubblicato le loro conclusioni sulla
rivista Science Translational
Medicine, hanno evidenziato
che la procedura non ha determinato effetti collaterali
su altri organi. Secondo Jean-Sébastien Silvestre, direttore della ricerca al centro
cardiovascolare dell'ospedale
Georges-Pompidou di Parigi,
La scommessa dei ricercatori Usa è riuscire
a creare un cuore con nuove cellule
Ricerca
Pagina 36
MEDICINE La sclerosi si cura
Per la sclero si
multipla
nuovi farmaci
ma co sto si
IL CONVEGNO
na malattia neurodegenerativa e progressiva come
è la sclerosi multipla spesso richiede anni prima
che si arrivi ad una diagnosi.
Di questa patologia e delle novità terapeutiche si è parlato
al "Bems - Best Evidences in
Multiple Sclerosis" il convegno organizzato a Roma da
Teva Italia, con i massimi
esperti. In Italia si contano
72mila pazienti, il 50% giovani
sotto i 40.
«Ë una tra le patologie più
trattabili- afferma Carlo Pozzilli, professore di Neurologia
a "La Sapienza" e responsabile
del Centro sclerosi multipla
del Sant'Andrea di Roma- Oggi abbiamo strumenti diagnostici molto raffinati che ci consentono diagnosi precoci e
nuovi farmaci, ma costosi, a
carico dello Stato fino a 25mila euro l'anno a malato, rispetto al passato quando la spesa
non superava i Smila euro. Si
può intervenire prima che il
paziente diventi un disabile,
ma l'accesso a questi farmaci
varia da regione a regione».
h,
»ll:i :: ' ` ,,,
Ricerca
Pagina 37
Atta sfida mondiate dei robot
c"e una star ed e «made %n Itaty»
LoRFatiz.A CaSIACmR[
L'umanoide del futuro, ú robot che potrebbe sostituire l'uomo in molte emergenze, è italiano. Ha
l'altezza di un corazziere-1 metroe85 - emani agilissime. Pesa più di 100 chili, sa camminare, può aprire
le porte, usare il trapano, afferrare un oggetto dietro
la schiena senza voltarsi , perché ha braccia capaci di
piegarsi all'indietroe piegarsi in avanti per raccogliere un oggetto.
Si chiama Walkman (nelle foto) e l'hanno inventato
all'ut, l'Istituto italiano di tecnologia di Genova, in
collaborazione con d Centro di ricerche « E. Piaggio»
dell'Università di Pisa e grazie al contributo della
Commissione Europea . Tra meno di un mese parteciperà a una competizione internazionale lanciata dalla Darpa, l'agenzia perla ricerca avanzata del dipartimento della Difesa americano. Obiettivo: definire gli
standard tecnologici peri robot da impiegare in caso
di disastri ambientali , alluvioni, terremoti e incendi.
La gara si chiama «Darpa robotics challenge» e si
svolgerà il 5 e il 6 giugno a Pomona, Los Angeles.
Walkman e 96 scienziati che lo guideranno saranno
gli unici a rappresentare il nostro Paese e l'Europa.
L'invito a prendere parte alla competizione è arrivato dagli organizzatori a fine 2013 : «Considerata la
forza delle idee dell'lit, siamo certi che la sua partecipazione aumenterà la qualità della competizione», ha scritto Gill Pratt, responsabile dell'evento a
Nikolaos Tsagarakis, che guiderà ü team genovese.
Da adora è cominciata una corsa contro il tempo per
mettere a punto Walkman, che dovrà vedersela con
le creature messe a punto da altre 24 squadre, tra
cui la stessa Darpa e la Nasa, provenienti non solo
dagli Usa, ma anche da Giappone, Corea, Cina e
Hong Kong.
I robot dovranno dimostrare, tra l'altro, di sapersi
muovere e prendere decisioni in autonomia, salire
le scale, oltrepassare ostacoli. Persino guidare un
veicolo tipo Ranger: la prova più complicata che at-
,;, '/N28,
Ricerca
tende i ricercatori dell'tit . E per rendere la situazione
più realistica, in più fasi delle prove, iecomunicazioni robot-scienziati saranno interrotte . «Siamo orgogliosi. Walkman è la dimostrazione che anche l'Europa, e su tutti l'Italia, gioca un ruolo decisivo per lo
sviluppo del settore», ha commentato Roberto Cinr
golaní, ú direttore scientifico dell'lit. Tanto che presto il robot sarà messo alla prova in situazioni di
emergenza vere, definite con la Protezione civile.
Ma quella della Darpa sarà una sfida che coinvolgerà anche i team che comandano i robot . Per individuare i primi tre classificati - a cui andrà un finanziai
mento di 3 milioni e mezzo di dollari - saranno valu
tati il software e l'interfaccia di controllo, oltre che
le tecnologie per garantire alla macchina equilibri
agilità ed efficienza energetica.
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"Quanto ci servirebbe oggi
il genio di Vito Volterra"
Il matematico Guerraggio: all'Istituto Veneto racconto
lezione (modernissima) di uno scienziato a lungo dimenticato
Gm3mFLE BixCAra.iA
o chiamavano il «Signor
Scienza Italiana». Negli
Anni 20 del Novecento
Vito Volterra & un «marchio
globale». Poi, di colpo, il fascismo trasforma un genio in un
fantasma e ancora nel 2015
l'Italia deve completarne la
riabilitazione. Ci riuscirà il
convegno organizzato in suo
onore all'Istituto Veneto di
Scienze, Lettere e Arti?
Professor Angelo Guerraggio,
lei è professore di Matematica
all'Università Bocconi e storico: a Venezia ha raccontato un
personaggio più che affascinante. Come si può definire
Volterra?
«In una battuta non è facile,
con quattro è meglio. Un
grande matematico, un intellettuale impegnato, un uomo
che non aveva paura di sporcarsi le mani, un personaggio
sempre coerente».
Cominciamo dalle ultime due
caratteristiche.
«Non era tra
quelli che discettano sul
mondo e basta. Faceva
seguire le
azioni
al
pensiero. Interventista
democratico, si arruola nel 1915, anche
se cinquantenne, e partecipa
alla Prima guerra mondiale. E
nel 1931, nonostante la fama
conquistata, ha il coraggio di
fare un passo indietro rimasto
famoso. Rifiuta il giuramento
imposto dal fascismo ai professori universitari. É uno dei
12 che dice no».
fare ironie sul presente».
Di quel periodo tutti ricordano il
dissenso di Croce e quasi nessuno quello di Volterra : perché?
«Pesa che dal primo dopoguerra in poi ci siamo abituati a
identificare l'intellettuale come
un filosofo o un artista, mentre i
matematici sono stati considerati dei tecnici. Come se il pensiero scivolasse su di loro».
Tornando al genio dei numeri, lui
diventa professore un anno dopo la laurea , nel 1883, ventitreenne : un altro record oggi impensabile.
«Visse un momento storico diverso dal nostro, quando si doveva costruire l'università. Diventa professore di Meccanica
razionale a Pisa e nel 1887, a
27 anni, ripaga
la fortuna di
essersi trovato
al posto giusto
nel momento
giusto pubblicando una serie di lavori
considerati l'atto di fondazione
dell'analisi funzionale: è questa
una delle discipline portanti
della matematica del 900».
Analisi che interpreta anche come uno strumento applicativo,
dalla fisica all 'economia e alla
biologia: un 'idea troppo in anticipo sui tempi?
«Sì. Rimasta in minoranza. Fino alla comparsa del computer
la matematica ha seguito un
percorso
prevalentemente
"astratto". Volterra aveva maturato un'idea diversa, riscoperta solo di recente: per quan-
to "pura", la matematica doveva servire a "qualcosa"».
Equazioni da una parte e fenomeni naturali dall'altra: un dialogo continuo?
«Lui incarna la libertà dello studioso: non si limita a dimostrare dei teoremi, ma fonda delle
teorie, come accade con le
equazioni integrali. Se deve inventare una nuova matematica,
torna sempre ai problemi. Il suo
modello di dinamica delle popolazioni lo conferma».
E Volterra non smette di stupire:
è un visionario, organizzatore di
istituzioni-chiave.
«Nel 1897 crea la Società italiana di fisica e nel 1906 la Società
italiana per il progresso delle
scienze. Poi, nel 1923, il Cnr, che
rappresenta l'eredità del suo
impegno durante la guerra nell'Ufficio invenzioni e ricerche.
Nasce come costola del Consiglio internazionale delle ricerche: già all'epoca, quando si faceva qualcosa di buono, c'era
l'Europa a suggerircelo».
Tre enti, tre concezioni diverse e
complementari : è così?
«La Sif esprime la sua appartenenza alla comunità dei fisici, la
Sips l'apertura al mondo della
divulgazione, perfino dentro le
mura della scienza: l'idea è
spingere gli studiosi a confrontarsi con gli altri saperi. E anche in questo Volterra è moderno. E infatti è molto attento alla
politica. Il messaggio è chiaro:
gli scienziati possono essere
importanti per l'Italia. E lo dimostra con il Cnr».
In che modo?
«Con il Cnr entra nella stanza
dei bottoni. E lì che voleva costruire il triangolo scienza-poli-
tica-industria. Se la ricerca era
servita a vincere la guerra, deve
costruire la pace, perché - sostiene Volterra - genera prosperità economica».
Ma arriva il fascismo. Cosa spinge Volterra a diventare uno dei
pochissimi scienziati italiani a
opporsi con tanta determinazione al regime?
«Non sopporta che la scienza
venga contaminata dalla politica. Lo rivela anche il suo essere
un falco anti-prussiano, convinto, ancora negli Anni 20, che i
matematici tedeschi debbano
essere ostracizzati per l'adesione al militarismo di Berlino.
Con il fascismo accade qualcosa di simile: non sopporta che il
regime decida cosa dev'essere
la scuola o come deve diventare
la cultura. Per lui è il contrario:
è la scienza che deve consigliare la politica».
Muore l'11 ottobre 1940, costretto all'isolamento . Ma perché l'oblio è durato per decenni
anche dopo il 1945?
«E stato riscoperto solo negli
Anni 80, in occasione della donazione del suo carteggio all'Accademia dei Lincei. E ci sono varie ragioni».
Ce le spieghi.
«La sua matematica, così attenta alle applicazioni, non era in
linea con la concezione di modernità degli Anni 50. Secondo:
la sua opposizione al fascismo,
in tempi di egemonia culturale
del Pci, era un motivo di imbarazzo, dato che Volterra era definibile come un conservatore
illuminato, non certo come un
uomo di sinistra. Terzo: era
ebreo e c'è voluto tempo per
Coerenza rara allora e rara anche oggi, giusto?
«Di sicuro è raro, oggi, vedere
in scena un intellettuale di
matrice scientifica. Quanto
alla coerenza, sarebbe facile
Ricerca
Pagina 39
elaborare il dramma delle leggi
razziali».
Quanto ci mancano , oggi, i personaggi alla Volterra?
«Se ne avessimo un po' di più,
sarebbe meglio. E il congresso è
un invito, il medesimo di Volterra: a studiare matematica e le
scienze. Rivolto ai giovani, ai ricercatori, che non devono cadere vittime del "particulare", e ai
politici, perché capiscano che il
futuro è nella scienza».
29 - Continua
Cr
rísco rïre
Vito
Volterra
(3 maggio
1860
11 ottobre
1940)
Ricerca
Pagina 40
"Con gli atomi freddi realizzo
i sogni di Galileo e Einstein"
=-,a rivoluzione quantistica alle "Virtual immersions in science"
STEFANO RIZZATO
La rivoluzione quantistica,
in parte, è già tra noi. Ma
il meglio deve arrivare. Il
futuro ci riserva navigatori Gps
precisi al millimetro e strumenti per misurare lo spazio e il
tempo come mai è stato fatto
prima. E ci porterà a sapere, finalmente, quali leggi e forze governano la materia. A scommetterci è chi ha scelto di indagare la gravità e i suoi segreti,
utilizzando nuovi sistemi basati
sulla fisica
quantistica,
congelando gli
atomi fino a
temperature
vicino allo zero assoluto
per misurarne
le interazioni
su scala microscopica.
È una fisica diversa da quella
del Cern, meno «pop», ma con
obiettivi non troppo lontani.
«Puntiamo a capire i principi
fondamentali della materia e
delle interazioni. Ma lavoriamo
in team di 10 o 15 persone, studiando la gravità e i suoi effetti
a livello degli atomi, su scala
piccolissima, dove mai era stata
misurata prima». A spiegarlo è
Guglielmo Tino, professore all'Università di Firenze e ricercatore del Laboratorio «Lens»
e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Oggi, alle 18,
terrà una conferenza alla
Scuola Normale Superiore di Pisa nell'ambito del ciclo «Virtual
Immersions in
Science» per raccontare questa
peculiare e promettente direzione della fisica.
Se in questo campo l'Italia è
all'avanguardia, del resto, molto è merito proprio del professor Tino, che ha lavorato a lungo all'estero, in istituti come il
Jila/Nist di Boulder-Colorado e
l'École Normale Supérieure di
Parigi. E in gruppi che in questi
anni hanno sfornato Nobel a ripetizione, da Claude CohenTannoudji a Eric Cornell e John
Hall. «Ho portato in Italia
l'esperienza fatta - spiega Tino e lavoro soprattutto su due
fronti: la realizzazione di sensori quantistici, cioè interferometri atomici e orologi atomici ottici, e lo studio della gravità, per
verificare la teoria della relatività generale di Einstein».
Il principio di fondo è studiare come cadono i corpi per effetto della gravità, utilizzando
la doppia natura quantistica ondulatoria e corpuscolare della materia. Un'idea che mise
radici 450 anni fa con Galileo
Galilei. «La sfida più appassionante - dice lo scienziato - è
questa: studiare la gravità con
speciali sonde quantistiche e
includere nelle misure la variabile tempo. Questo ci permette
di mettere alla prova la relatività generale di Einstein e verificare il principio di equivalenza
teorizzato da Galileo. Gli atomi
servono da sonde: vengono raffreddati con la luce laser e osservati con apparati ultrasofisticati. Si tratta di un lavoro di
ricerca di base, ma anche di
tecnologie con applicazioni immediate. Per esempio: l'esplorazione del sottosuolo alla ricerca di giacimenti, la previsione di eruzioni vulcaniche, l'utilizzo di sensori inerziali per la
navigazione sulla Terra e in futuro nello spazio».
RUOLO : È PROFESSORE DI FISICA
DELLA MATERIA ALL'UNIVERSITÀ
DI FIRENZE E RICERCATORE
DEL LABORATORIO «LENS»
È un successo l'iniziativa «Un giorno da
ricercatore alla Scuola
Normale»: il 6 maggio
scorso è stata stilata la
lista dei 20 migliori articoli scientifici, mentre gli autori dei cinque più convincenti
saranno premiati a Pisa il 29 da Fabio Beltram e And rea Ferrara.
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