short skin - Comune di Rosignano Marittimo
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SHORT SKIN Italia, Iran, Gran Bretagna 2014 Regia: Duccio Chiarini Interpreti: Matteo Creatini, Francesca Agostini, Nicola Nocchi, Miriana Raschillà, Bianca Ceravolo Sceneggiatura: Duccio Chiarini, Ottavia Maddeddu, Marco Pettenello con la collaborazione di Miroslav Mandic Durata: 83’ Distribuzione: Good Films SINOSSI Sin da quando è piccolo, il diciassettenne Edoardo soffre di una malformazione al prepuzio che gli impedisce di masturbarsi e lo rende insicuro ed impacciato con le ragazze. Chiuso nel suo microcosmo asessuato, Edoardo reagisce infastidito alle pressioni del mondo circostante che non fanno che peggiorare le sue insicurezze. Tutti attorno a lui sembrano saper parlare solo di sesso: l’amico Arturo, talmente ossessionato dall'idea di perdere la verginità che sarebbe pronto anche a pagare per farlo, i suoi genitori che premono affinché Edoardo si dichiari a Bianca, la vicina di casa arrivata come ogni anno da Milano per passare le vacanze dalla nonna; persino la sorellina Olivia, alla frenetica ricerca di una canina con cui fare accoppiare il cane di famiglia Teagan. A sbloccare Edoardo dalla sua timidezza non saranno le pressioni degli altri quanto il ravvicinato incontro con una ragazza conosciuta per caso ed un'inaspettata apertura di Bianca nei suoi confronti. Così, costretto suo malgrado ad uscire dal cono d'ombra nel quale era rimasto nascosto per anni, Edoardo da prima cercherà di risolvere il suo problema attraverso dei goffi stratagemmi per trovare infine il coraggio di affrontare le proprie paure. COMMENTO DEL REGISTA SUL FILM Short skin racconta il percorso di formazione sessuale ed affettiva di Edoardo, un adolescente alle prese con una malformazione che gli impedisce di vivere pienamente la propria sessualità. Costretto dalle proprie paure ed insicurezze in un guscio che lo isola dalle ragazze, Edoardo imparerà a sviluppare altre doti che gli saranno utili a comprendere più profondamente il mondo femminile e le infinite contraddizioni dei sentimenti una volta che avrà superato il proprio empasse. L'idea di questo film è quella di raccontare le fragilità e le debolezze del sesso maschile, troppo spesso rappresentato facendo esclusivo riferimento agli stereotipi del machismo. SOLDATO SEMPLICE Italia 2015 Regia: Paolo Cevoli Interpreti: Paolo Cevoli, Antonio Orefice, Matteo Cremon, Nicola Adobati, Giuseppe “Beppe” Salmetti, Luca Lionello, Ernesto Mahieux, Toomas Kaidaru, Massimo Fanelli Sceneggiatura: Paolo Cevoli Durata: 99’ Distribuzione: Koch Media SINOSSI 1917. Siamo nel pieno della Grande Guerra. Gino Montanari è un maestro elementare romagnolo, ateo, anti-interventista e donnaiolo. A causa delle sue idee e dei suoi comportamenti libertini, viene costretto dal preside ad arruolarsi volontario nonostante abbia da tempo superato l’età della leva obbligatoria. Arrivato al fronte, viene destinato ad un piccolo avamposto in Valtellina come eliografista per trasmettere segnali morse con la luce del sole. Gino non ha nessuna esperienza di montagna e di vita militare; i primi incontri con i suoi compagni e con il Tenente Mazzoleni sono all’insegna delle vessazioni e delle prese in giro. La guerra passa in secondo piano e lascia il ruolo da protagonista ad un intreccio di vite umane che mettono in scena le differenze e tipicità dell’Italia di quegli anni. Il protagonista si trova a convivere con ragazzi che provengono da tutte le parti d’Italia, tra cui Aniello Pasquale, un ragazzo del ‘99 di Capri, analfabeta, che gli farà da assistente. Aniello è un ragazzo sveglio che a Capri si industria con mille lavoretti. È aperto e curioso verso tutta la realtà; i suoi principi morali, imparati dal parroco di Capri e dalla madre molto religiosa, sono semplici: Dio, Patria e Famiglia. Aniello si lega subito a Gino anche perché come volontario lo considera un eroe. Nel loro viaggio verso la postazione di vedetta e durante gli accampamenti notturni, i due imparano a conoscersi; Gino, ateo e convinto che il matrimonio sia la tomba dell’amore, Aniello molto credente sia nei confronti della religione che dell’amore. Dall’altra parte della valle sempre lo stesso messaggio che “echeggia”, attraverso il codice morse dei segnali luminosi: “Sursum Corda!” (in alto i cuori), messaggio che segnerà i destini dei protagonisti. La guerra, la montagna, il nemico ma soprattutto l’incontro con Aniello, cambieranno la vita di Gino. NOTE DI REGIA Raccontare cose “serie” e positive facendo ridere. Questa è la mia passione e la mia caratteristica. Da questo è nata l’idea di Soldato Semplice, una commedia ambientata nella prima guerra mondiale. La vicenda inizia e finisce a Capri, da dove proviene Aniello, un ragazzo del ’99, e si svolge in Alta Valtellina, e questo mette in risalto il carattere epico della guerra di montagna, dove il nemico, oltre agli austriaci, era soprattutto il freddo, la fame e la malattia. Il personaggio principale del film, il maestro elementare Gino Montanari, è una tipica figura romagnola: il patacca. Ironico, vitale e fanfarone. Trovandosi in una situazione drammatica sarà costretto a dare il meglio di sé. Assieme a Gino ci saranno altri soldati con la loro forte connotazione regionale e di temperamento: lo scugnizzo napoletano, il tenente cattivo, il “mona” veneto, gli alpini bergamaschi incomprensibili a tutti con il loro dialetto stretto. Facce autentiche, parlate e inflessioni dalle parti più diverse d’Italia inseriti in un contesto narrativo drammatico. La storia, con sviluppo classico e lineare, è al centro del film, non una semplice cornice o un pretesto per sviluppare gag e battute. Raccontare l’Italia dei nostri nonni, i loro atti di eroismo, l’ironia e la voglia di vivere dei nostri soldati ed alpini, vuole essere una celebrazione, in un modo leggero e non retorico, del centenario della grande guerra. Sperando che i valori, l’umanità ed il coraggio degli italiani di cento anni fa, riusciranno a farci sorridere e riflettere sulla nostra situazione attuale, portando i nostri cuori un po’ più in alto. LEONI Italia 2015 Regia: Pietro Parolin Interpreti: Neri Marcorè, Piera Degli Esposti, Stefano Pesce, Anna Dalton, Antonio Pennarella, Paolo Bessegato Sceneggiatura: Pietro Parolin con la collaborazione di Mario Cristiani e Andrea Fazzini Durata: 90’ Distribuzione: Bolero Film SINOSSI La crisi è ormai assodata, anche in Veneto, dove si era abituati a veder le cose marciare in un unico modo, quello “giusto”. Ma ora sopravvivere è difficile. Gualtiero Cecchin non ha mai avuto problemi di soldi: fino a poco tempo fa era un vero figlio di papà, arrogante e viziato… ma simpatico. Ora che i soldi sono finiti come farà a tornare ai vecchi fasti? Con un’idea e una buona dose di incoscienza o con una nuova impresa, anche se in modo non del tutto convenzionale? Gualtiero Cecchin decide di agire nel minor tempo possibile e senza porsi troppi problemi. La sorella Elisa, professoressa di matematica, e suo marito, il sovrintendente di polizia Alessio Leopardi, sono una coppia problematica: lei estranea alla realtà perché cresciuta in una campana di vetro, lui un insicuro cronico che mette la divisa davanti alle sue debolezze. È una rivalità senza tregua quella tra Gualtiero e Alessio: si sfidano sui temi del quotidiano, su questioni di eredità e di condivisione di spazi comuni. Alessio cercherà di mettere in difficoltà Gualtiero in ogni modo, Elisa sarà ingiustamente coinvolta in uno scandalo semi serio a scuola e l’epilogo sarà imbarazzante… ma giusto. I personaggi di contorno sono quelli di un Veneto vivo e attuale: ognuno coinvolto in qualche modo in quelle “bassezze” umane che spesso, viste da fuori, possono far ridere, perché ci ricordano come le cose dovrebbero andare e come invece... non vanno. Leoni non è una commedia contro un sistema di vita o contro la società nordestina, e nemmeno una presa di posizione contro alcuni facili stereotipi, ma uno spaccato “universale” di un certo tipo di italianità, immersa nella tipicità e nel colore di una regione come il Veneto, che aggiunge valore al turbine di situazioni, gag e battute. NOTE DI REGIA Facciamo un salto indietro nel tempo e andiamo a pensare al sapore di una certa commedia all’italiana. Ripensiamo all’opera di Germi, Signore e signori, a quando Vincenzoni gli mise in mano il copione. Ripensiamo a chi ebbe la fortuna di vedere quel film al cinema, magari in Veneto, uscire dalla sala e andare al bar con gli amici a bere qualcosa e parlare di quello che avevano appena visto. È quel momento che ci interessa: la quotidianità di tante persone che si ritrovano in piazza, ieri come oggi, per parlare di qualcosa, nel bene e nel male. Questo sottofondo, questo brusio corale, è il tappeto sociale su cui si è costruito Leoni. Mescoliamo assieme una riflessione tragicomica sulla crisi, una frustata alle insicurezze umane e qualche tocco iperbolico per andare a far squillare un campanello, o almeno provarci, che tace da tanto tempo: quello della satira, pura, a tratti esagerata, mai volgare. E cerchiamo, come nella satira vera, quel tempo,quella pausa di silenzio tra un sorriso e un ghigno che spesso, se funziona, può caricarsi anche di commiserazione, non gratuita, costruttiva: vedremo come non bisogna comportarsi, per lasciare un solco di speranza nello sguardo dopo la visione. VERGINE GIURATA Italia, Albania, Svizzera, Germania, Kosovo 2015 Regia: Laura Bispuri Interpreti: Alba Rohrwacher, Flonja Kodheli, Lars Eidinger, Luan Jaha, Bruno Shllaku, Drenica e Dajana Selimaj Sceneggiatura: Laura Bispuri, Francesca Manieri Durata: 90’ Distribuzione: Cinecittà Luce SINOSSI La storia ha inizio sulle 'montagne maledette' dell'Albania del nord, 30 anni fa. Un mondo a parte, una società patriarcale dove vige il codice Kanun che regola la vita di tutta la comunità delle montagne, basato sulla vendetta di sangue, sull'onore e sui clan familiari. Nel Kanun c'è scritto che la donna è un otre che deve solo sopportare. Qui nasce Hana, una giovane che vorrebbe urlare al mondo 'io sono libera, forte e donna' e si scontra con questa società arcaica. Hana perde i genitori e viene adottata dagli zii dove cresce insieme alla loro figlia, la cugina Lila. Due ragazzine che hanno lo stesso spirito d'evasione, ma le cui strade si dividono. Lila scappa da un matrimonio combinato. Hana, legata alla famiglia che l'ha accolta, in particolare allo zio che avrebbe voluto un figlio maschio, non ha la forza di andarsene ma deve fare i conti con la sua natura ribelle in quel mondo così arcaico. Decide così di diventare una 'vergine giurata'. La donna in quei paesi ha la possibilità di fare un giuramento davanti a 12 vecchi del villaggio: prendere il nome di un uomo, indossare i vestiti maschili e così essere libera come lo sono gli uomini, a condizione che neghi per sempre la sessualità e l'amore, rimanendo vergine per tutta la vita. Hana trascorre da sola ben 10 anni tra quelle montagne, ma un giorno, dopo aver perso entrambi gli zii, Hana raggiunge l'Italia dove c'è la cugina Lila e sua figlia Ionida, una ragazzina che fa nuoto sincronizzato, avendo un'idea della femminilità perfetta. Attraverso queste due figure Hana fa un percorso di micromovimenti per riprendersi la parte di femminilità che aveva rinnegato per tanti anni, fino ad avere un contatto con un uomo ed essere pronta ad amare. NOTE DI REGIA La femminilità, raccontata nelle sue mille dimensioni e contraddizioni, è il cuore di Vergine giurata. Ho scelto di raccontare il percorso di un essere umano profondamente diviso, assumendo tale complessità come punto d’ingresso nella storia stessa. Con Hana/Mark passiamo costantemente la linea di una doppia identità, attraversando dimensioni temporali, storie, stati d’animo diversi. Nel seguire la storia di Hana/Mark, necessariamente frammentata, siamo però guidati da una continuità emotiva. Sono stata il più possibile vicino al mio personaggio e ho cercato di farlo essere vicino a noi. Ho lavorato per sottrazione, più che per addizione, scegliendo sempre un punto di vista specifico della macchina da presa, cercando di usare la forza di quell’angolo specifico. Volevo che fosse la poesia ad accompagnare la visione della storia; una poesia ruvida ma capace di commuovere. Ispirato all’omonimo romanzo di Elvira Dones (Feltrinelli, 2007) Vergine giurata racconta alcuni aspetti del Kanun, l’antica legge delle montagne albanesi dove, ancora oggi, vige una cultura arcaica, maschilista, basata sull’onore, che non riconosce alle donne alcuna libertà; padri, fratelli e mariti hanno potere di vita e di morte su figlie, sorelle e mogli.. IL GIOVANE FAVOLOSO Italia 2014 Regia: Mario Martone Interpreti: Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Isabella Ragonese, Paolo Graziosi, Iaia Forte, Edoardo Natoli Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo Durata: 137’ Distribuzione: 01 Distribution SINOSSI Leopardi è un bambino prodigio che cresce sotto lo sguardo implacabile del padre, in una casa che è una biblioteca. La sua mente spazia ma la casa è una prigione: legge di tutto, ma l’universo è fuori. In Europa il mondo cambia, scoppiano le rivoluzioni e Giacomo cerca disperatamente contatti con l’esterno. A ventiquattro anni, quando lascia finalmente Recanati, l’alta società italiana gli apre le porte ma il nostro ribelle non si adatta. A Firenze si coinvolge in un triangolo sentimentale con Antonio Ranieri, l'amico napoletano con cui convive da bohémien, e la bellissima Fanny. Si trasferisce infine a Napoli con Ranieri dove vive immerso nello spettacolo disperato e vitale della città plebea. Scoppia il colera: Giacomo e Ranieri compiono l'ultimo pezzo del lungo viaggio, verso una villa immersa nella campagna sotto il Vesuvio. NOTE DI REGIA Abbiamo scritto la sceneggiatura del film attingendo agli scritti di Leopardi e all'insieme del suo epistolario, lo scrigno attraverso cui è possibile seguire la sua breve vita dalla Recanati della biblioteca paterna fino alla Napoli del colera e del Vesuvio. Ed ecco la famiglia di Giacomo, il padre Monaldo, il compagno della vita Antonio Ranieri, gli intellettuali del tempo, la donna per la quale si accese di passione, Fanny Targioni Tozzetti... Ma il mio interesse non è per l'aneddoto: la vita di Leopardi è tutt'uno con la sua scrittura, si potrebbe dire che non c'è un suo verso, non c'è un suo rigo che non sia autobiografico. Leopardi sa, con molto anticipo su Proust, o su Beckett, che solo la radicale esperienza di se stessi consente la partita con la verità: da qui le poesie, lo Zibaldone, le Operette morali. È per questo che oggi possiamo sentire Leopardi con tanta forza. Affrontare la vita di Leopardi significa inoltre svelare un uomo libero di pensiero, ironico e socialmente spregiudicato, un ribelle, per questa ragione spesso emarginato dalla società ottocentesca nelle sue varie forme, un poeta che va sottratto una volta e per tutte alla visione retorica che lo dipinge afflitto e triste perché malato. Dopo Noi credevamo, ho voluto insistere con questo film nel tentativo di riportare alla luce pezzi del nostro passato a mio avviso preziosi per il presente, ma questa volta non si tratta di un film storico. Il giovane favoloso vuole essere la storia di un'anima, che ho provato a raccontare, con tutta libertà, con gli strumenti del cinema. MARAVIGLIOSO BOCCACCIO Italia 2015 Regia: Paolo e Vittorio Taviani Interpreti: Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine TRinca, Josafat Vagni Sceneggiatura: Paolo e Vittorio Taviani Durata: 120’ Distribuzione: Teodora Film SINOSSI Dopo il successo trionfale di Cesare deve morire, premiato con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino, i fratelli Taviani si ispirano a cinque novelle del Decamerone per l’attesissimo Maraviglioso Boccaccio. Lo sfondo è quello della Firenze trecentesca colpita dalla peste, che spinge dieci giovani a rifugiarsi in campagna e a impiegare il tempo raccontandosi delle brevi storie. Drammatiche o argute, erotiche o grottesche, tutte le novelle hanno in realtà un unico, grande protagonista: l’amore, nelle sue innumerevoli sfumature. Sarà proprio l’amore a diventare per tutti il migliore antidoto contro le sofferenze e le incertezze di un’epoca. Anche grazie a un cast d’eccezione che raccoglie alcuni dei migliori attori italiani contemporanei, Maraviglioso Boccaccio si annuncia come uno dei grandi eventi di questa stagione cinematografica. NOTE DI REGIA Raccontiamo questa storia, anzi queste storie, ispirate al Decamerone di Boccaccio, perché accettiamo la sfida: ai colori cupi della peste – ieri come oggi la peste, in varie forme, è dappertutto – contrapporre i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno, della fantasia. Poi c’è il caso, come sempre, ma questo renderà più appassionante il nostro racconto. Abbiamo detto grazie a questo gigante teneramente illuminato dalle vicende amorose, anche aspre, dei suoi personaggi: donne per lo più, giovani, meno giovani, tante femmine desiderose d’amare in libertà. Abbiamo detto grazie Boccaccio, arrivederci Boccaccio: ora noi ce ne andiamo per la nostra strada a raccontare una nuova verità, quella di un film, il nostro. Il film è tratto da cinque novelle del Decameron di Giovanni Boccaccio: • La novella di Messer Gentil de' Carisendi e Monna Catalina • La novella di Calandrino • La novella narrante l'amore fra Ghismunda e Guiscardo osteggiato dal padre di lei, il principe Tancredi • La badessa e le brache del prete • Federigo degli Alberighi