Liber - Mensa Italia
Transcript
Liber - Mensa Italia
liber Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006 Galleria Liber Editoriale l’Altra Copertina uattro parole di bilancio sulle attività di Liber. Liber ha al suo attivo centinaia di racconti e poesie, altri lavori in attesa di pubblicazione in numero non precisato e due concorsi letterari conclusisi con successo. La sua struttura, divisa in sezioni fisse (Galleria Liber e Dal Diario di un medico) e sezioni mobili (le altre), risponde con elasticità all’esigenza delle alternanze dei nomi degli autori: un po’ per volta e un po’ per uno, si viene pubblicati tutti (o quasi). Le attività, di per loro divertenti, sono rese più leggere dal rapporto interpersonale fra i collaboratori di Liber, con cui non ci sono sostanziali discordanze, tutt’altro. Come si dice in gergo, siamo una squadra. La speranza è quella di continuare ad operare finché voi ce ne darete motivo, finché saremo motivati a farlo e finché ci crederemo come ci crediamo adesso. Liber era un sogno, le cui geometrie erano sconosciute persino a me che l’ho pensato e voluto. Ne approfitto per ringraziare i sostenitori di Liber, ma ancor di più i suoi detrattori, che con le loro critiche negative e disfattiste hanno contribuito a rafforzare la nostra determinazione a rendere Liber un prodotto sempre migliore, che va crescendo con il tempo. Buona lettura “L’attrice”, di Attilio Graffino A ltra opera di Graffino che lascia il segno. La bellezza signorile dell’attrice giovane ma famosa e composta, si presenta in abiti semplici, acconciatura giovanile. Nessun segno civettuolo. Solo il garbo di un abito femminile ma non vistosamente scollato, di due orecchini e di un rossetto acceso tanto quanto l’azzurro degli occhi, tratto costante o quasi dell’opera di Graffino. La pelliccia appoggiata sulla spalla dinamizza la postura della figura, già dinamizzata dall’asimmetria delle spalle, del collo e del braccio sinistro, che chiude in un auto abbraccio la figura dell’attrice, richiamando in questo la Dama col mazzolino del Verrocchio (foto a sinistra). I toni caldi e quelli freddi si dislocano lungo un’ideale diagonale, che comprende la pelle e lo sfondo, poi l’azzurro dell’abito e l’altra parte della parete alle spalle dell’attrice. Il tutto esprime il carattere composto e perbene dell’autore. Loredana Bua Galleria Liber è uno spazio espositivo aperto alle vostre creazioni artistiche. Se volete, inviate a [email protected] le foto in formato gif o jpg. Saranno pubblicate (in 4ª di copertina) e commentate. Q Loredana Bua Norme editoriali di Liber Con l’invio dei Vs. scritti a Liber, s’intende resa implicita attestazione di paternità dell’elaborato. Si ricorda che le opinioni espresse nei testi sono quelle dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelle degli altri soci o del Mensa stesso. In caso di ripensamento da parte dei rispettivi autori su quanto fornito a Liber, gli stessi autori sono tenuti a darne tempestiva comunicazione a [email protected]. Per principio del silenzio assenso, la mancata comunicazione di correzioni o di divieto di pubblicazione, da parte dei soci che hanno inviato i loro contributi creativi a questo foglio letterario, autorizza Liber ad avere piena libertà di pubblicare sulle sue pagine quanto ricevuto, nella forma e nella sostanza in cui è stato ricevuto, salvo ovvie correzioni sintattiche e di stile, pubblicazione che può essere fatta anche a considerevole distanza di tempo dall’invio. Liber è con questa nota sollevato da qualunque responsabilità derivante da omesse correzioni – tanto nei testi che nelle note biografiche - o da omesse revoche di consenso alla pubblicazione da parte degli stessi autori. Solo i rispettivi autori sono responsabili di quanto scritto su questo foglio letterario. Pertanto ed eventualmente, Liber non ne risponde in nessuna sede di contenzioso. In ogni caso, a insindacabile giudizio della redazione di Liber, non si accettano elaborati che possano esporre Liber, Memento ed il Mensa Italia a contenziosi di qualsiasi natura. La Redazione di Liber È nato il il Sig Scrivere. (Fondatori Giuseppe Provenza e Loredana Bua – Coordinatore Loredana Bua) Per informazioni: [email protected]. Labyrinth Liber Con questa Guida, dal nome Labyrinth Liber, ricordiamo le sezioni di questo foglio letterario. • Autori Liber ~ Piccole note biografiche per presentare i soci, scritte dai soci stessi. • Galleria Liber ~ Qui viene presentata una creazione artistica di un socio alla volta. • La Musa Calliope ~ Dedicata alle liriche composte dai soci. • Dal diario di un medico ~ Sezione di Liber, dedicata ai racconti scritti da Cecilia Deni. • LiberLibris ~ Spazio aperto alle recensioni scritte dai soci. • Ut Pictura Poesis ~ Dall’omonimo adagio oraziano; in questa sezione è prevista la presentazione di una lirica, ispirata ad un qualunque celebre dipinto. • Le voci di dentro ~ Dall’omonima commedia di Edoardo de Filippo, da cui trae il solo titolo, dedicata a quei brani narrativi che adottino l’io narrante, senza cadere nella mera autobiografia. • Il giallo e il nero ~ Dedicato evidentemente ai misteri e al noir. • Sogni ~ Dall’omonima pellicola di Akira Kurosawa, tutto quanto fa sogno, fantastico - fantasy - fantascienza, irreale o non-sense. • LibeRidendo ~ Dedicato all’umorismo. • Spazio Concorsi ~ Dedicato a quei concorsi che vorrete occasionalmente segnalare per Liber. 3 liber liber libris Sì! Lo voglio Recensione di Fabio Moioli e Viviana Sprio (*) Vuoi tu prendere donare ricevere senza limiti quest’uomo questa donna semplicemente per sempre? Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006 Bianca ne in cui ci siamo conosciuti, la parte centrale ai molti anni trascorsi assieme, e l’ultima è dedicata al nostro matrimonio. La scrittura dello stesso è stata occasione per riflettere sul significato della nostra relazione e per rivivere molti momenti felici sotto nuovi “punti di vista”. Fra questi ultimi non abbiamo potuto fare a meno di dedicare una sezione intera al giorno ed al luogo in cui abbiamo preso la decisione di sposarci: Cabo Sao Vicente, punta estrema dell’Algarve, a Sud-Ovest del Portogallo. Sei qui finalmente davanti a me nuda pallida da giorni io ti penso che dirti che farti che importi... ho paura il tempo è poco come iniziare quale finale eppure tu mi osservi attendi fissi come sempre conscia di ciò che va fatto che non potremo mai più ritornare indietro nuda pura immacolata mi fai sentire inerme sommerso da mille domande ci ameranno? ci derideranno? ci disprezzeranno? da parte mia io ti dedicherò tutto me stesso fidati di me non ti lascerò sola senza ricordi vuota vergine come ti ho trovata piccola pagina bianca. Il tramonto più grande La poesia sopra, presente sulla quarta di copertina del libro SÌ! LO VOGLIO!, sintetizza ciò a cui abbiamo dedicato questa nostra raccolta di poesie: l’8 settembre 2006, quando, in occasione del nostro matrimonio, pubblicheremo questa atipica “bomboniera” da noi creata per celebrare il coronamento degli ultimi 13 anni trascorsi assieme. 13 anni che iniziarono nel 1993 con un Primo incontro Vidi il tuo sguardo cercare i miei occhi, due stelle brillavano, ed era il tramonto. Sentii il tuo sguardo sfiorare il mio volto, la pelle scottava, ed era d’inverno. Notai il tuo sguardo parlare al mio cuore, palpitanti i miei sensi, giungeva la notte. Un tuono nell’aria dissolse il tempo e lo spazio stravolto perse i contorni. Cadde una pioggia dai mille colori e cosparse la mente di sconosciuti sapori. Folle era il mondo quella sera d’inverno, eppure a me parve di scoprire l’eterno. Il libro si divide in diverse sezioni: le prime liriche sono dedicate all’occasio4 Vento sposta sabbia onde agitano mare gabbiani colorano cielo io guardo il sole all’orizzonte il tramonto più grande per noi eternamente Cabo Sao Vicente. Immenso e rosso Immenso e rosso, il sole alto in cielo rifletteva il verde del mare, azzurro mentre schegge di luce gialla abitavano scogliere di roccia, nera sorvolate da stormi di gabbiani bianchi, variegati, screziati... ed io immerso in tali colori, della natura ti chiesi di dipingere assieme a me, la vita. Lavorare alla creazione del libro è stata un’esperienza divertente ed interessante. Siamo entrambi amanti della lettura ma non avremmo mai pensato di pubblicare un libro tutto nostro. All’inizio l’idea ci era addirittura sembrata un po’ folle. Poi, l’avere vinto alcuni concorsi di poesia e la disponibilità della casa editrice I fiori di campo ci hanno però convinto ad immergerci in tale avventura. Certo, dobbiamo ammettere che la sensazione sia spesso stata quella descritta nella poesia seguente, inserita fra le liriche spiritose o a tema libero da noi aggiunte alla fine della raccolta. Alla fine però ce l’abbiamo fatta. Come recita la poesia seguente, ci siamo lasciati andare, e l’ispirazione ha fatto tutto da sé. Amore Mi lascio cadere e tu mi accogli. " Titolo del libro: SÌ! LO VOGLIO! Autori: Fabio Moioli e Viviana Sprio Edizioni I Fiori Di Campo Collana I Fiordalisi, Pagine: 116 http://www.edizionifioridicampo.it/ bodycatalogogenerale5.html (*) liber Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006 sogni La tortura cinese di Pietro Dattola I l mercante era stato sbattuto in cella senza tanti complimenti e, soprattutto, senza regolare processo. Le prove a suo carico, secondo l’ispettore, erano schiaccianti - si trattava di una lurida spia, al soldo del regno confinante: nascosti tra la sua mercanzia erano stati rinvenuti dei documenti compromettenti con tanto di sigillo del sovrano del regno nemico, certamente destinati a gruppi clandestini incaricati di far scoppiare una rivolta nella capitale. Nonostante il mercante avesse protestato insistentemente la sua innocenza, i suoi accusatori non cambiarono idea. I documenti vennero sequestrati - e con essi anche lui. Dapprima rimase in cella per tre giorni, in regime di pane e acqua; poi, dato che anche così non si riusciva a cavargli nulla, si decise di sottoporlo alla tortura. Il mercante fu trasferito dalla prigione a una celletta nel sotterraneo della stazione di polizia, dove fu denudato e rasato alla testa, codino compreso, e legato alle caviglie, ai polsi e al collo in modo tale che aderisse al muro con la schiena e con la nuca: finché non lo avessero liberato, il mercante sarebbe stato costretto a rimanere in piedi. La celletta era nuda e priva di finestre o aperture di sorta, salvo che per una piccola feritoia, scavata molto in alto nella parete cui era stato legato il prigioniero, quasi all’altezza del soffitto. Dalla feritoia sporgeva per un breve tratto una canna di bambù cava, leggermente inclinata verso il basso. La feritoia e la canna si trovavano in corrispondenza della testa del prigioniero, un paio di metri più in alto. Dopo averlo legato, le guardie uscirono dalla cella. Con lui rimase solo l’ispettore, appoggiato con la schiena alla parete di fronte. Ai suoi piedi teneva una lanterna, l’unica fonte di luce della celletta. L’ispettore si lisciò i baffetti per un buon minuto, poi con voce neutra disse: “Vedi quella canna che sporge da quel buco lassù? Oh, no, non ti sforzare - in ogni caso ti abbiamo legato in modo che tu non possa vederla - fa parte della tortura, capisci? - ebbene, da quella canna, ogni mezz’ora - precisamente ogni mezz’ora - e questo posso garantirtelo sulla tomba del Re: mezz’ora - non un minuto di più, non un minuto di meno - ti cadrà una goccia d’acqua in testa. Una goccia. Una soltanto.” Il mercante era incredulo: era quella la temutissima tortura della polizia? Era così che speravano di estorcergli la loro verità - una verità che in ogni caso non avrebbe potuto confessare, dato che la ignorava? L’ispettore scrutò con attenzione il volto dell’altro, quasi a leggergli nel pensiero. Ma non ne aveva bisogno; l’esperienza gli aveva insegnato che le persone sottoposte a tortura all’inizio non avevano idea. Semplicemente non avevano idea. “Ti verrà servito un pasto al giorno: un brodo da succhiare con una cannuccia. A... presto,” disse l’ispettore e uscì portando via con sé la lanterna e chiudendo la porta di legno massiccio. Il mercante rimase solo, al buio. Era stanco e prostrato. Si addormentò all’impiedi. Plock. Il contatto del liquido con la pelle nuda del capo svegliò il prigioniero. Una goccia... Era vero, dunque. Fino ad allora aveva temuto che l’ispettore avesse voluto prendersi gioco di lui, ma la sua era stata una paura infondata. Certo, era ben strano: se paragonata ad altre di cui aveva sentito nei discorsi da taverna lungo i suoi viaggi, questa non poteva davvero dirsi una tortura. Che il vero supplizio consistesse nel dovere stare in piedi per giornate intere? O nel singolo pasto che sarebbe stato costretto a succhiare da una cannuccia? Il mercante provò a forzare le catene, ma fu ovviamente fatica sprecata. Che fosse stato con- Wong Wing Kuen L’attrazione orientale dannato a marcire lì dentro? Lui non era una spia, non aveva mai visto quei documenti prima (e neanche dopo, a dir la verità). Avrebbe dovuto inventare di sana pianta una falsa confessione, per uscire di lì? Plock. La seconda goccia. Era già passata mezz’ora? Ma dove si trovava, esattamente, quella canna? Di certo, sopra la sua testa, perché la goccia gli cadeva proprio al centro della calotta cranica - neanche fosse fatto apposta! O lo era? - ma voleva vederla. La celletta era buia, sì, ma forse... Si sforzò di alzare la testa, ma la catena che gli cingeva il collo era troppo stretta e non gli permetteva il movimento. Doveva tenersi la sua curiosità... Plock. La terza goccia. A un’ora e mezza dall’inizio di quella... tortura, il mercante già pensava a quando sarebbe uscito, a come avrebbe raccontato alla famiglia e agli amici di quella sua esperienza, e anzi già cominciava a preoccuparsi dei suoi affari -plock- e di come nel frattempo rischiavano di andare a rotoli in sua assenza -plock-; un’assenza la cui durata per il momento non avrebbe saputo stimare. Plock. Plock. Plock. Passarono quattro giorni. L’ispettore era stato di parola: un brodo al giorno da succhiare - non molto gustoso e certamente poco nutriente, ma tant’è e 48 gocce al giorno (o, perlomeno, 48 gocce tra un brodo e l’altro: per quanto potesse valere, una volta si era sforzato di rimanere sveglio apposta per controllare). Al quarto giorno, il prigioniero si chiese se la tortura non mirasse a scavargli un buco in testa, con quel gocciolìo dolce ma regolare - non si diceva forse che la goccia d’acqua a lungo andare avesse ragione anche sulla roccia? - ma dopo qualche ora (e un numero doppio di plock) rigettò l’idea come troppo balzana. Piuttosto, occorreva pensare a come uscire di lì. Per ore e ore si arrovellò: Confessare? -plock- E cosa? Non sarebbe forse stato come firmare la propria condanna a morte? -plock- Del resto l’ispettore non era più tornato, né la guardia che gli portava il brodo accennava a porgli delle domande -plock- quindi tutto dipendeva da lui. Tutto dipendeva da lui... -plock. ## 5 liber Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006 dal diario di un medico la musa calliope Infermiere - Uno XXII di Cecilia Deni di Mauro Lesti M arika è piccola e rotonda. Quando scende dall’auto di servizio e prende in spalla i due borsoni con l’equipaggiamento e trascina la terza valigia dotata di rotelle e, chiuso lo sportello, si incammina, scompare dietro i suoi bagagli. Raggiunta la porta, suona, sale le scale intrepida e scruta il volto di chi l’accoglie. La poesia È altra cosa La poesia Rincorre l’anima E spezza il vento Armata d’un sorriso leggero, ottiene le notizie della notte e sceglie. Sceglie se dirigersi “in casa”, come chiamano qui la cucina o il soggiorno, dove sul tavolo è pronta la cartella, o in camera. Posa le borse, saluta Piero, lo scopre. Estrae la sala di medicazione racchiusa nei suoi impedimenta: guanti, garze, strumenti sterili, tamponi, farmaci, disinfettanti, cateterini, set da infusione, tappi, deviatori, con calma. Si mette i guanti, rimuove le garze, i cerotti, scruta il drenaggio che scaturisce verdastro dalla pelle itterica. Intanto dolcemente parla. E dolcemente ascolta. Piero, bellissimo ancora, abbandonato tra le coltri ma spirante l’idea della forza che l’ha pervaso, l’osserva con delicatezza mentre le risponde, mentre lei con fermezza lo pulisce, con attenzione lava il drenaggio, applica la pomata, le garze, controlla il serbatoio transdermico di anestetico che consente a Piero di muoversi e respirare con poco dolore. In sélam di magia Stringe in mazzi Gli steli del cuore Come incanto violento Con lunghe ombre Crea Il creato di Dio La mia poesia Cara È vera sopraffazione Del tuo corpo Prepara le soluzioni da infondere, le numera, le ordina sul comò, ricorda a Lara come sostituirle, come toglierle, per ultimo avvia la flebo, somministra il Plasil in vena, sorride, saluta. Nell’altra stanza Lara ha disposto il caffé accanto alla cartella. Mentre registra l’operato del mattino, Marika ascolta le domande del giorno, risponde, riflette, propone. Beve il caffé. E’ come medicare Lara dopo aver curato Piero. Issa in spalla le cinghie dei borsoni, si avvia alla porta, scende le scale. Raggiunge l’auto, si libera dei bagagli e cerca un fazzoletto. Marika, in silenzio, piange. $ In alto: Florence Nightingale (Firenze, 12 maggio 1820 - Londra, 13 agosto, 1910), infermiera britannica, considerata la pioniera della moderna professione di infermiere e dell’organizzazione degli ospedali da campo militari. Aveva tentato per giorni e giorni plock, plock, plock- di ricostruire i suoi ultimi movimenti al porto, dove aveva ricevuto il carico incriminato. Che il suo fornitore fosse un agente del governo nemico? -plock- O forse che qualcuno l’avesse voluto incastrare? -plock- Un concorrente, magari? -plock- Ma chi? plock- Niente: per quanto si sforzasse, non trovava nulla che potesse servire a scagionarlo agli occhi dell’ispettore plock-, eppure tutto dipendeva da lui, accidenti... tutto dipendeva da lui... E cosa aspettava quella dannata goccia a cadere? Perché non volevano che vedesse la canna? 6 Se la immaginava troncata obliquamente, con la parte appuntita rivolta verso il basso- ecco: vedeva, nella sua mente, la goccia formarsi lentamente, accrescersi piano piano sulla punta della canna: prima appena un’ombra di umidità; poi una sottilissima stria liquida che, fuoriuscita dall’orifizio, ripercorreva a ritroso la strada fatta restando attaccata, contro ogni ragione, al bordo inferiore dalla canna; infine una pallina d’acqua, che ingrossava sempre più finché il peso non la faceva precipitare - sulla sua testa, dove poteva sentirla. Ora, dov’era quella dannata goccia? Cosa stava aspettando? Non F. Hayez, La Meditazione era ancora passata, mezz’ora? Quando sarebbe arriv-plock- ...finalmente! Passarono mesi; per il mercante, quel plock divenne un’ossessione. Lo aspettava, quel suo appuntamento immancabile, ne attendeva il rumore, il contatto - e contemporaneamente lo temeva e non poteva soffrirlo. Finì per non dormire, in attesa di quel plock, e per non mangiare più. Finché, un giorno, non gli tornò la memoria. E confessò tutto. " liber Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006 autori liber Errata corrige Attilio Graffino N Generale degli Alpini in pensione, Attilio Graffino è nato nel 1929 a Busca (Cn) e vive a Belluno. Grinta da vendere, si dedica a numerose attività ed interessi, fra cui la pittura, la scrittura narrativa, gli sport della montagna, la vela e il cicloturismo. Ha pubblicato sul Commensale alcuni suoi scritti, fra cui il racconto Per grazia ricevuta e recentemente un brano dedicato alla vincitrice del Concorso BRAIN ® 2002, Antonella Giacomin. Brano dal titolo quasi “linawertmulleriano”: Se un giorno all’improvviso una valforettese diventasse la più intelligente del mondo? Su Liber, è tra l’altro già uscito il suo racconto L’espresso 1014 e Il bracciale di luce. Attilio Graffino è stato anche l’organizzatore della I^ Mostra di Pittura del Mensa Italia, che ha trovato spazio nel corso del XX° Convegno Nazionale, tenutosi a Iesolo. Numerose sue opere si trovano negli Stati Uniti. La Galleria Liber presenta un’altra delle sue numerose e pregevoli opere. el precedente numero, per mero errore sono “saltati” gli ultimi tre righi della poesia Speranza e preghiera di Marina Rossi Marcelli. Ripubblichiamo la poesia per intero, scusandoci con l’Autrice e con i Lettori per l’involontario errore. Speranza e preghiera Fabio Moioli di Marina Rossi Marcelli Fabio Moioli è nato il 6 giugno 1975 e fino a 19 anni circa ha abitato a Grassobbio (BG), trasferendosi a Milano nel 1995 per studiare Ingegneria Informatica al Politecnico. Ha frequentato contemporaneamente l’Università di Stoccolma Royal Institute of Technology, dove ha conseguito nel 2000 una laurea in Ingegneria Elettrica e Telecomunicazioni, a due mesi di distanza dalla laurea ottenuta a Milano. Spostarsi di frequente fra Svezia ed Italia per sostenere gli esami, lo ha fatto appassionare ai viaggi e allo studio di lingue e culture straniere. A Stoccolma ha anche poi lavorato come project manager per una multi-nazionale del settore telecomunicazioni. Rientrato nel 2001 a Milano, ha poi accettato nel 2003 un nuovo incarico lavorativo a Düsseldorf. E’ appassionato di arte e ama leggere tutto, in particolare saggi di organizzazione aziendale e psicologia. Appassionatissimo di dama e scacchi e sportivo praticante - mezze maratone in Svezia, campionato Europeo di calcio EMFA Cup 2004. Per i più curiosi, maggiori dettagli sul suo percorso accademico e lavorativo, pubblicazioni professionali, premi ed altro, sono su www.geocities.com/fabiomoioli/cv.html A volte sei troppo stanco per ricordarti di sperare. A volte sei troppo stanco per ricordarti di pregare. A volte sei troppo felice e non serve la speranza non serve la preghiera. A volte sei così disperato che la speranza e la preghiera sembrano non bastare. Ma non c’è vuoto che non possano riempire, non c’è baratro che non possano colmare. Prega e spera quando la vita non basta prega e spera quando la vita è abbastanza. Marina Rossi Marcelli Marina Rossi Marcelli è nata a Roma dove vive tutt’ora, ha conseguito una laurea in lingue e letterature straniere e una in materie letterarie, ha conseguito inoltre l’abilitazione a svolgere la professione di interprete turistico. Da anni insegna come precaria l’inglese e il francese nelle scuole di Roma e provincia. Nel tempo libero fa volontariato con la Croce Rossa. Ha l’abitudine di portare in borsa carta e penna nel caso le “scappi da scrivere”, ma questo è il suo primo lavoro che viene pubblicato. Mauro Lesti Medico legale, Mauro Lesti e’ nato nel 1955 a Draga S. Elia (TS). Ha partecipato a numerosi premi letterari. In ambito locale ha vinto, fra È cambiato il tuo CAP? i numerosi altri, il Premio di Poesia Il Carso e ha ricevuto numerose altre segnalazioni, come al Premio Città di Novara e ha vinto il Primo premio al Secondo Trofeo Ketty Daneo di Trieste (1996). In ambito nazionale ed internazionale, segnaliamo il Terzo posto al concorso Il Platano d’Oro (1994) e il Premio Speciale della Giuria al Premio San Marco Città di Venezia (2001). Ha pubblicato varie raccolte, fra cui Minimalia, Le riscoperte, La notte delle intemperie, Deragliamenti. La poesia qui riportata è tratta dalla sua raccolta Deragliamenti (liber sextus), Trieste 1997. Piero Dattola Siracusano, laureando in Giurisprudenza a Roma, lavora in qualità di traduttore di videogiochi per PC e consolle. Scrive prevalentemente per il teatro (vincendo, tra gli altri, la coppa del Presidente della Repubblica del Premio internazionale Flaiano (Il signor Cugino), il premio Oddone Cappellino (L’attesa), il premio Oltreparola per autori under 30 (Pazzi); tutti testi scaricabili da www.gliantinati.it, sezione copioni) e narrativa breve. Nel 2005 ha fondato una compagnia, DoveComeQuando, per la quale ha diretto Pazzi (2005) e Fools (2006), ricevendo premi (tra cui miglior spettacolo e miglior regia) e nomination in diverse rassegne. Molto curioso, a volte troppo puntiglioso e possibilista a fin di bene anche quando forse non ce ne sarebbe bisogno, tanto che persino la sua ragazza gli dà dell’antipatico «(mmm)». Di lui dicono anche che è permaloso, ma non è vero «non è assolutamente vero, non sono affatto permaloso! Capito?!» Cecilia Deni Medico di famiglia con un migliaio di pazienti sparsi prevalentemente tra Lavino ed il Reno, Cecilia Deni è nata in Sardegna nel 1957. Cresciuta tra il Sarrabus ed il Campidano, ha frequentato a Cagliari il liceo classico ed il biennio di Medicina. Trasferitasi a Bologna, vi ha conseguito la laurea nel 1984, insieme ad una specializzazione in Medicina dello Sport, un’abilitazione in psicoterapia che però non utilizza, il biennio di formazione in Medicina Generale e un particolare genere di Master in comunicazione. Sposata a un bolognese, ha due figli, che definisce “i grandi amori della mia vita”. Si dichiara lettrice accanita, compulsiva, e molto istintiva: dalla narrativa di genere, soprattutto FS, a quella per ragazzi, saggistica, fumetti, classici, poesia, teatro, umoristica, di tutto un bel po’. Tranne il tedesco, ha imparato i fondamenti delle principali lingue europee – francese più che bene, poi inglese e spagnolo – e dice di aver viaggiato poco per cronica mancanza di denaro. Ama ascoltare musica, andare a teatro, fare lavori manuali, soprattutto ricamo e falegnameria; si definisce cuoca passabile ma appassionata. Eclettica come spesso molti Soci del Mensa, si interessa di cure palliative, tanatologia, bioetica. Infine, dice di sé: “Sono irrimediabilmente e piacevolmente golosa e grassa.” Ha recentemente pubblicato il libro “Nessuno a cui parlare”, edizioni Untitl.Ed.. $ P oste Italiane ha comunicato che a partire dal 20 settembre sono cambiati i CAP di 79 Comuni e 2.400 frazioni, sono stati introdotti nuovi CAP nelle 27 città divise per zone postali (Ancona, Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, La Spezia, Livorno, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Pescara, Pisa, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Torino, Trieste, Venezia, Verbania, Verona) con l’abolizione del CAP generico. Invitiamo tutti gli iscritti al Mensa Italia a controllare attentamente i dati presenti nell’Elenco Soci (area riservata - aggiornamento dati personali), anche considerando che con i prossimi numeri di Memento sarà inviata la documentazione per partecipare alle consultazioni per il rinnovo del Consiglio Nazionale (cfr pag. 9 - richiesta candidature). 7 liberaccademia Terzo Concorso Letterario LiberAccademia Scadenza: 15 gennaio 2007 L iber (foglio letterario contenuto nel periodico Memento), il Sig Accademia Alighieri e il Sig Scrivere bandiscono il loro Terzo Concorso Letterario rivolto ai soci del Mensa Italia. Sono esclusi dal concorso gli ex soci del Mensa Italia. La scadenza è il 15 gennaio 2007. Non si accetta materiale spedito oltre questa data (farà fede il timbro postale). Regolamento 1. Per i soci del Mensa, anche residenti all’estero purché iscritti al Mensa Italia, si richiede di essere in regola con la quota associativa 2006 e il rinnovo quota 2007, pena l’esclusione in caso di vittoria. 2. Il concorso prevede le due sezioni Poesia e Racconto breve, suddivise in: sezione A: Poesia; sezione B: Racconto. 3. E’ possibile partecipare con un massimo di cinque racconti e/o cinque liriche a tema libero. 4. Gli elaborati devono essere inediti e mai stati presentati e/o premiati in altre manifestazioni interne o esterne al Mensa, né mai già letti pubblicamente e neppure già esposti dai rispettivi autori nelle proprie home page o in sezioni particolari di siti Internet o in concorsi letterari on line o in informali pubblicazioni cartacee e/o elettroniche. L’assenza dei presenti requisiti comporterà l’immediata squalifica del brano concorrente. 5. Qualora lo desideri, ciascun concorrente può partecipare ad entrambe le sezioni, anche con il massimo numero dei brani consentiti per ciascuna sezione. 6. Ciascuna lirica non deve superare una pagina dattiloscritta, anche in due colonne. Ciascun racconto non deve superare sei fogli dattiloscritti. Tanto per i racconti che per le liriche è possibile, ma non obbligatorio, inviare anche delle illustrazioni a firma dell’autore stesso. 8 Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006 7. Saranno squalificati gli scritti che conterranno frasi insindacabilmente valutate dalla Giuria gratuitamente volgari, ovvero situazioni obiettivamente indecorose, o espressioni di vilipendio o apologia nei confronti di ideologie religiose o politiche o di singole persone o comunità, o qualunque altra caratteristica che possa esporre il Concorso, Liber, Memento e il Mensa Italia a qualunque tipo di contenzioso o che possa lederne l’immagine pubblica. 8. Quanto contenuto negli elaborati partecipanti è sotto la diretta responsabilità dei rispettivi autori, che sono gli unici a risponderne in qualunque sede, in caso di contenzioso con terzi. 9. Gli elaborati saranno valutati da una Giuria di Soci, in via di definizione. 10. Inviare gli elaborati entro e non oltre il 15 gennaio 2007 a: 3° Concorso Letterario LiberAccademia c/o Pillitteri via Ammiraglio Cagni 13 90146 Palermo. 11. La mancata indicazione sulla busta della/e sezione/i a cui si partecipa (A oppure B oppure A/B) comporterà l’immediata squalifica. 12. La busta deve contenere: - cinque copie anonime di ciascun elaborato; - una copia autografa con: - nome e cognome dell’autore - residenza attuale e telefono - indirizzo e-mail attivo (obbligatorio). 13. Con lo stesso invio, s’intende resa implicita dichiarazione di paternità delle opere presentate. 14. I sei vincitori saranno avvertiti per e-mail e saranno premiati durante il prossimo Convegno Nazionale Mensa Italia (primavera 2007) e saranno infine pubblicati su Liber, sezione letteraria di Memento. 15. Ai sei vincitori sarà consegnato l’attestato di merito. 16. Poiché il Mensa è un’associazione senza fini di lucro, i premi non consisteranno in denaro, ma saranno concordati coi vincitori, indicativamente potranno essere libri d’arte, CD, DVD, buoni per acquisti on line ecc. 17. Elaborati meritevoli, anche se non risultassero vincitori effettivi, saranno presi comunque in considerazione per la pubblicazione su Liber. 18. Per quanto qui non contemplato, si rimanda alle decisioni della Giuria, il cui giudizio è inappellabile. 19. Diritti d’Autore - Gli autori per il fatto stesso di partecipare al concorso, consentono all’Associazione Mensa Italia, a Memento e a Liber di pubblicare le opere partecipanti sull’omonima rivista o su eventuale Antologia del premio o eventualmente anche nei siti Internet del Mensa, senza aver nulla a pretendere come diritti d’autore. I diritti (di riproduzione e di sfruttamento economico) rimangono comunque di proprietà dei singoli Autori, che sono liberi di ripubblicare i loro elaborati, nei modi e nei termini che meglio desiderano, previa comunicazione scritta da inviare al Consiglio del Mensa Italia ([email protected]) e alla redazione di Liber ([email protected]) e dopo aver ottenuto da questi autorizzazione. 20. Gli elaborati dei partecipanti al Premio non saranno materialmente restituiti. 21. La partecipazione al concorso implica la piena accettazione di tutte le clausole del presente regolamento. Per ulteriori info e chiarimenti sul concorso: [email protected] oppure 340 5984485 Palermo, 22 ottobre 2006 Accesso all’area riservata del sito Internet mensa.it Quasi il 95% degli iscritti al Mensa Italia è oggi raggiungibile via posta elettronica. Se non hai ancora comunicato il tuo indirizzo e-mail, scrivi a tesoriere @mensa.it specificando il tuo nome, cognome e numero di tessera (è consigliabile indicare, se disponibili, due indirizzi email con indicazione del principale). Se invece hai dimenticato la chiave d’accesso all’area riservata “clicca” su “accedi all’area riservata” (nella home page del sito mensa.it) e premi “annulla” nella finestra di dialogo senza inserire alcun dato; il sistema ti porterà ad una pagina dove ti sarà richiesto di inserire il tuo alias (cioè nome.cognome). Premendo su “richiedi dati di accesso”, riceverai immediatamente la password di accesso all’indirizzo email principale (email1) disponibile in elenco Soci. Memento