Liber - Mensa Italia

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Liber - Mensa Italia
liber
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006
Galleria Liber
Editoriale
l’Altra Copertina
uattro parole di bilancio sulle attività di Liber.
Liber ha al suo attivo centinaia di
racconti e poesie, altri lavori in attesa di
pubblicazione in numero non precisato e
due concorsi letterari conclusisi con successo.
La sua struttura, divisa in sezioni fisse
(Galleria Liber e Dal Diario di un medico) e
sezioni mobili (le altre), risponde con elasticità all’esigenza delle alternanze dei
nomi degli autori: un po’ per volta e un po’
per uno, si viene pubblicati tutti (o quasi).
Le attività, di per loro divertenti, sono rese
più leggere dal rapporto interpersonale fra
i collaboratori di Liber, con cui non ci sono
sostanziali discordanze, tutt’altro. Come si
dice in gergo, siamo una squadra.
La speranza è quella di continuare ad
operare finché voi ce ne darete motivo, finché saremo motivati a farlo e finché ci crederemo come ci crediamo adesso. Liber
era un sogno, le cui geometrie erano sconosciute persino a me che l’ho pensato e
voluto.
Ne approfitto per ringraziare i sostenitori
di Liber, ma ancor di più i suoi detrattori,
che con le loro critiche negative e disfattiste hanno contribuito a rafforzare la nostra
determinazione a rendere Liber un prodotto sempre migliore, che va crescendo con
il tempo.
Buona lettura
“L’attrice”, di Attilio Graffino
A
ltra opera di Graffino che lascia
il segno. La bellezza signorile
dell’attrice giovane ma famosa e
composta, si presenta in abiti semplici, acconciatura giovanile. Nessun segno civettuolo. Solo il garbo
di un abito femminile ma non vistosamente scollato, di due orecchini e di un rossetto acceso tanto
quanto l’azzurro degli occhi, tratto
costante o quasi dell’opera di Graffino. La pelliccia appoggiata sulla
spalla dinamizza la postura della
figura, già dinamizzata dall’asimmetria delle spalle, del collo e del
braccio sinistro, che chiude in un auto abbraccio la figura dell’attrice,
richiamando in questo la Dama col mazzolino
del Verrocchio (foto a sinistra).
I toni caldi e quelli freddi si dislocano lungo
un’ideale diagonale, che comprende la pelle e
lo sfondo, poi l’azzurro dell’abito e l’altra parte
della parete alle spalle dell’attrice.
Il tutto esprime il carattere composto e perbene dell’autore.
Loredana Bua
Galleria Liber è uno spazio espositivo aperto
alle vostre creazioni artistiche. Se volete, inviate a
[email protected] le foto in formato gif o jpg. Saranno
pubblicate (in 4ª di copertina) e commentate.
Q
Loredana Bua
Norme editoriali di Liber
Con l’invio dei Vs. scritti a Liber, s’intende resa implicita attestazione di paternità
dell’elaborato. Si ricorda che le opinioni espresse nei testi sono quelle dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelle degli altri soci o del Mensa stesso. In caso di ripensamento da parte dei rispettivi autori su quanto fornito a Liber,
gli stessi autori sono tenuti a darne tempestiva comunicazione a [email protected].
Per principio del silenzio assenso, la mancata comunicazione di correzioni o di
divieto di pubblicazione, da parte dei soci che hanno inviato i loro contributi creativi a questo foglio letterario, autorizza Liber ad avere piena libertà di pubblicare
sulle sue pagine quanto ricevuto, nella forma e nella sostanza in cui è stato ricevuto, salvo ovvie correzioni sintattiche e di stile, pubblicazione che può essere
fatta anche a considerevole distanza di tempo dall’invio. Liber è con questa nota
sollevato da qualunque responsabilità derivante da omesse correzioni – tanto nei
testi che nelle note biografiche - o da omesse revoche di consenso alla pubblicazione da parte degli stessi autori. Solo i rispettivi autori sono responsabili di quanto scritto su questo foglio letterario. Pertanto ed eventualmente, Liber non ne
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della redazione di Liber, non si accettano elaborati che possano esporre Liber,
Memento ed il Mensa Italia a contenziosi di qualsiasi natura.
La Redazione di Liber
È nato il il Sig Scrivere.
(Fondatori Giuseppe Provenza e Loredana Bua – Coordinatore Loredana Bua)
Per informazioni: [email protected].
Labyrinth Liber
Con questa Guida, dal nome Labyrinth Liber, ricordiamo le sezioni di questo foglio letterario.
• Autori Liber ~ Piccole note biografiche per presentare i soci, scritte dai soci stessi.
• Galleria Liber ~ Qui viene presentata una creazione
artistica di un socio alla volta.
• La Musa Calliope ~ Dedicata alle liriche composte
dai soci.
• Dal diario di un medico ~ Sezione di Liber, dedicata
ai racconti scritti da Cecilia Deni.
• LiberLibris ~ Spazio aperto alle recensioni scritte dai
soci.
• Ut Pictura Poesis ~ Dall’omonimo adagio oraziano; in questa sezione è prevista la presentazione di
una lirica, ispirata ad un qualunque celebre dipinto.
• Le voci di dentro ~ Dall’omonima commedia di Edoardo de Filippo, da cui trae il solo titolo, dedicata a
quei brani narrativi che adottino l’io narrante, senza
cadere nella mera autobiografia.
• Il giallo e il nero ~ Dedicato evidentemente ai misteri
e al noir.
• Sogni ~ Dall’omonima pellicola di Akira Kurosawa,
tutto quanto fa sogno, fantastico - fantasy - fantascienza, irreale o non-sense.
• LibeRidendo ~ Dedicato all’umorismo.
• Spazio Concorsi ~ Dedicato a quei concorsi che
vorrete occasionalmente segnalare per Liber.
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liber libris
Sì! Lo voglio
Recensione di
Fabio Moioli e Viviana Sprio (*)
Vuoi tu
prendere
donare
ricevere
senza limiti
quest’uomo
questa donna
semplicemente
per sempre?
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006
Bianca
ne in cui ci siamo conosciuti, la parte
centrale ai molti anni trascorsi assieme, e l’ultima è dedicata al nostro matrimonio.
La scrittura dello stesso è stata occasione per riflettere sul significato della
nostra relazione e per rivivere molti momenti felici sotto nuovi “punti di vista”.
Fra questi ultimi non abbiamo potuto fare a meno di dedicare una
sezione intera al giorno ed al luogo in cui abbiamo preso la decisione di sposarci: Cabo Sao Vicente, punta estrema dell’Algarve, a Sud-Ovest del Portogallo.
Sei qui
finalmente davanti
a me
nuda
pallida
da giorni
io ti penso
che dirti
che farti
che importi...
ho paura
il tempo è poco
come iniziare
quale finale
eppure tu mi osservi
attendi
fissi
come sempre
conscia
di ciò che va fatto
che non potremo
mai più
ritornare indietro
nuda
pura
immacolata
mi fai sentire inerme
sommerso da mille domande
ci ameranno?
ci derideranno?
ci disprezzeranno?
da parte mia
io ti dedicherò tutto me stesso
fidati di me
non ti lascerò sola
senza ricordi
vuota
vergine
come ti ho trovata
piccola pagina bianca.
Il tramonto più grande
La poesia sopra,
presente sulla quarta di copertina del libro SÌ! LO VOGLIO!,
sintetizza ciò a cui
abbiamo dedicato questa nostra raccolta di poesie: l’8 settembre 2006,
quando, in occasione del nostro matrimonio, pubblicheremo questa atipica “bomboniera” da noi creata per celebrare il coronamento degli ultimi 13
anni trascorsi assieme. 13 anni che iniziarono nel 1993 con un
Primo incontro
Vidi il tuo sguardo
cercare i miei occhi,
due stelle brillavano,
ed era il tramonto.
Sentii il tuo sguardo
sfiorare il mio volto,
la pelle scottava,
ed era d’inverno.
Notai il tuo sguardo
parlare al mio cuore,
palpitanti i miei sensi,
giungeva la notte.
Un tuono nell’aria
dissolse il tempo
e lo spazio stravolto
perse i contorni.
Cadde una pioggia
dai mille colori
e cosparse la mente
di sconosciuti sapori.
Folle era il mondo quella sera d’inverno,
eppure a me parve di scoprire l’eterno.
Il libro si divide in diverse sezioni: le
prime liriche sono dedicate all’occasio4
Vento
sposta sabbia
onde
agitano mare
gabbiani
colorano cielo
io
guardo il sole
all’orizzonte
il tramonto più grande
per noi
eternamente
Cabo Sao Vicente.
Immenso e rosso
Immenso e rosso, il sole alto in cielo
rifletteva il verde del mare, azzurro
mentre schegge di luce gialla
abitavano scogliere di roccia, nera
sorvolate da stormi di gabbiani
bianchi, variegati, screziati...
ed io
immerso in tali colori, della natura
ti chiesi
di dipingere assieme a me, la vita.
Lavorare alla creazione del libro è
stata un’esperienza divertente ed interessante. Siamo entrambi amanti della lettura ma non avremmo mai pensato di pubblicare un libro tutto nostro.
All’inizio l’idea ci era addirittura sembrata un po’ folle. Poi, l’avere vinto alcuni concorsi di poesia e la disponibilità della casa editrice I fiori di campo ci
hanno però convinto ad immergerci in
tale avventura. Certo, dobbiamo ammettere che la sensazione sia spesso
stata quella descritta nella poesia seguente, inserita fra le liriche spiritose o
a tema libero da noi aggiunte alla fine
della raccolta.
Alla fine però ce l’abbiamo fatta.
Come recita la poesia seguente, ci siamo lasciati andare, e l’ispirazione ha
fatto tutto da sé.
Amore
Mi lascio cadere e tu mi accogli.
"
Titolo del libro: SÌ! LO VOGLIO!
Autori: Fabio Moioli e Viviana Sprio
Edizioni I Fiori Di Campo
Collana I Fiordalisi, Pagine: 116
http://www.edizionifioridicampo.it/
bodycatalogogenerale5.html
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Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006
sogni
La tortura
cinese
di Pietro Dattola
I
l mercante era stato sbattuto in cella senza tanti complimenti e, soprattutto, senza regolare processo. Le
prove a suo carico, secondo l’ispettore, erano schiaccianti - si trattava di una
lurida spia, al soldo del regno confinante: nascosti tra la sua mercanzia erano stati rinvenuti dei documenti compromettenti con tanto di sigillo del sovrano del regno nemico, certamente
destinati a gruppi clandestini incaricati
di far scoppiare una rivolta nella capitale. Nonostante il mercante avesse
protestato insistentemente la sua innocenza, i suoi accusatori non cambiarono idea. I documenti vennero sequestrati - e con essi anche lui. Dapprima
rimase in cella per tre giorni, in regime
di pane e acqua; poi, dato che anche
così non si riusciva a cavargli nulla, si
decise di sottoporlo alla tortura.
Il mercante fu trasferito dalla prigione a una celletta nel sotterraneo della
stazione di polizia, dove fu denudato
e rasato alla testa, codino compreso,
e legato alle caviglie, ai polsi e al collo
in modo tale che aderisse al muro con
la schiena e con la nuca: finché non lo
avessero liberato, il mercante sarebbe
stato costretto a rimanere in piedi.
La celletta era nuda e priva di finestre o aperture di sorta, salvo che per
una piccola feritoia, scavata molto in
alto nella parete cui era stato legato il
prigioniero, quasi all’altezza del soffitto. Dalla feritoia sporgeva per un breve tratto una canna di bambù cava,
leggermente inclinata verso il basso.
La feritoia e la canna si trovavano in
corrispondenza della testa del prigioniero, un paio di metri più in alto.
Dopo averlo legato, le guardie uscirono dalla cella. Con lui rimase solo
l’ispettore, appoggiato con la schiena
alla parete di fronte. Ai suoi piedi teneva una lanterna, l’unica fonte di luce
della celletta. L’ispettore si lisciò i baffetti per un buon minuto, poi con voce
neutra disse: “Vedi quella canna che
sporge da quel buco lassù? Oh, no,
non ti sforzare - in ogni caso ti abbiamo legato in modo che tu non possa
vederla - fa parte della tortura, capisci?
- ebbene, da quella canna, ogni mezz’ora - precisamente ogni mezz’ora - e
questo posso garantirtelo sulla tomba
del Re: mezz’ora - non un minuto di
più, non un minuto di meno - ti cadrà
una goccia d’acqua in testa. Una goccia. Una soltanto.”
Il mercante era incredulo: era quella
la temutissima tortura della polizia? Era
così che speravano di estorcergli la loro
verità - una verità che in ogni caso non
avrebbe potuto confessare, dato che
la ignorava? L’ispettore scrutò con attenzione il volto dell’altro, quasi a leggergli nel pensiero. Ma non ne aveva
bisogno; l’esperienza gli aveva insegnato che le persone sottoposte a tortura all’inizio non avevano idea. Semplicemente non avevano idea. “Ti verrà servito un pasto al giorno: un brodo
da succhiare con una cannuccia. A...
presto,” disse l’ispettore e uscì portando via con sé la lanterna e chiudendo
la porta di legno massiccio. Il mercante rimase solo, al buio. Era stanco e
prostrato. Si addormentò all’impiedi.
Plock.
Il contatto del liquido con la pelle
nuda del capo svegliò il prigioniero.
Una goccia... Era vero, dunque. Fino
ad allora aveva temuto che l’ispettore
avesse voluto prendersi gioco di lui,
ma la sua era stata una paura infondata. Certo, era ben strano: se paragonata ad altre di cui aveva sentito nei discorsi da taverna lungo i suoi viaggi,
questa non poteva davvero dirsi una
tortura. Che il vero supplizio consistesse nel dovere stare in piedi per giornate intere? O nel singolo pasto che sarebbe stato costretto a succhiare da
una cannuccia? Il mercante provò a
forzare le catene, ma fu ovviamente
fatica sprecata. Che fosse stato con-
Wong Wing
Kuen
L’attrazione
orientale
dannato a marcire lì dentro? Lui non
era una spia, non aveva mai visto quei
documenti prima (e neanche dopo, a
dir la verità). Avrebbe dovuto inventare di sana pianta una falsa confessione, per uscire di lì?
Plock.
La seconda goccia. Era già passata
mezz’ora? Ma dove si trovava, esattamente, quella canna? Di certo, sopra
la sua testa, perché la goccia gli cadeva proprio al centro della calotta cranica - neanche fosse fatto apposta! O lo
era? - ma voleva vederla. La celletta
era buia, sì, ma forse... Si sforzò di alzare la testa, ma la catena che gli cingeva il collo era troppo stretta e non gli
permetteva il movimento. Doveva tenersi la sua curiosità...
Plock.
La terza goccia. A un’ora e mezza
dall’inizio di quella... tortura, il mercante già pensava a quando sarebbe uscito, a come avrebbe raccontato alla famiglia e agli amici di quella sua esperienza, e anzi già cominciava a preoccuparsi dei suoi affari -plock- e di come
nel frattempo rischiavano di andare a
rotoli in sua assenza -plock-; un’assenza la cui durata per il momento non
avrebbe saputo stimare.
Plock. Plock. Plock.
Passarono quattro giorni. L’ispettore
era stato di parola: un brodo al giorno
da succhiare - non molto gustoso e
certamente poco nutriente, ma tant’è e 48 gocce al giorno (o, perlomeno,
48 gocce tra un brodo e l’altro: per
quanto potesse valere, una volta si era
sforzato di rimanere sveglio apposta
per controllare). Al quarto giorno, il prigioniero si chiese se la tortura non mirasse a scavargli un buco in testa, con
quel gocciolìo dolce ma regolare - non
si diceva forse che la goccia d’acqua a
lungo andare avesse ragione anche
sulla roccia? - ma dopo qualche ora (e
un numero doppio di plock) rigettò
l’idea come troppo balzana. Piuttosto,
occorreva pensare a come uscire di lì.
Per ore e ore si arrovellò: Confessare?
-plock- E cosa? Non sarebbe forse stato come firmare la propria condanna a
morte? -plock- Del resto l’ispettore non
era più tornato, né la guardia che gli
portava il brodo accennava a porgli
delle domande -plock- quindi tutto dipendeva da lui. Tutto dipendeva da
lui... -plock.
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Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006
dal diario di un medico
la musa calliope
Infermiere - Uno
XXII
di Cecilia Deni
di Mauro Lesti
M
arika è piccola e rotonda. Quando scende dall’auto di servizio e prende in spalla
i due borsoni con l’equipaggiamento e trascina la terza valigia dotata di rotelle e, chiuso lo
sportello, si incammina, scompare dietro i suoi
bagagli. Raggiunta la porta, suona, sale le scale
intrepida e scruta il volto di chi l’accoglie.
La poesia
È altra cosa
La poesia
Rincorre l’anima
E spezza il vento
Armata d’un sorriso leggero, ottiene le notizie della notte e sceglie. Sceglie se
dirigersi “in casa”, come chiamano qui la cucina o il soggiorno, dove sul tavolo
è pronta la cartella, o in camera. Posa le borse, saluta Piero, lo scopre. Estrae la
sala di medicazione racchiusa nei suoi impedimenta: guanti, garze, strumenti
sterili, tamponi, farmaci, disinfettanti, cateterini, set da infusione, tappi, deviatori,
con calma. Si mette i guanti, rimuove le garze, i cerotti, scruta il drenaggio che
scaturisce verdastro dalla pelle itterica. Intanto dolcemente parla. E dolcemente
ascolta.
Piero, bellissimo ancora, abbandonato tra le coltri ma spirante l’idea della forza che l’ha pervaso, l’osserva con delicatezza mentre le risponde, mentre lei con
fermezza lo pulisce, con attenzione lava il drenaggio, applica la pomata, le garze, controlla il serbatoio transdermico di anestetico che consente a Piero di muoversi e respirare con poco dolore.
In sélam di magia
Stringe in mazzi
Gli steli del cuore
Come incanto violento
Con lunghe ombre
Crea
Il creato di Dio
La mia poesia
Cara
È vera sopraffazione
Del tuo corpo
Prepara le soluzioni da infondere, le numera, le ordina sul comò, ricorda a
Lara come sostituirle, come toglierle, per ultimo avvia la flebo, somministra il
Plasil in vena, sorride, saluta.
Nell’altra stanza Lara ha disposto il caffé accanto alla cartella. Mentre registra
l’operato del mattino, Marika ascolta le domande del giorno, risponde, riflette,
propone. Beve il caffé. E’ come medicare Lara dopo aver curato Piero.
Issa in spalla le cinghie dei borsoni, si avvia alla porta, scende le scale. Raggiunge l’auto, si libera dei bagagli e cerca un fazzoletto.
Marika, in silenzio, piange.
$
In alto: Florence Nightingale (Firenze, 12 maggio 1820 - Londra, 13 agosto, 1910),
infermiera britannica, considerata la pioniera della moderna professione di infermiere e
dell’organizzazione degli ospedali da campo militari.
Aveva tentato per giorni e giorni plock, plock, plock- di ricostruire i suoi
ultimi movimenti al porto, dove aveva
ricevuto il carico incriminato. Che il suo
fornitore fosse un agente del governo
nemico? -plock- O forse che qualcuno
l’avesse voluto incastrare? -plock- Un
concorrente, magari? -plock- Ma chi? plock- Niente: per quanto si sforzasse,
non trovava nulla che potesse servire
a scagionarlo agli occhi dell’ispettore plock-, eppure tutto dipendeva da lui,
accidenti... tutto dipendeva da lui... E
cosa aspettava quella dannata goccia
a cadere? Perché non volevano che
vedesse la canna?
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Se la immaginava troncata obliquamente, con la parte appuntita rivolta
verso il basso- ecco: vedeva, nella sua
mente, la goccia formarsi lentamente,
accrescersi piano piano sulla punta
della canna: prima appena un’ombra
di umidità; poi una sottilissima stria liquida che, fuoriuscita dall’orifizio, ripercorreva a ritroso la strada fatta restando attaccata, contro ogni ragione, al
bordo inferiore dalla canna; infine una
pallina d’acqua, che ingrossava sempre più finché il peso non la faceva precipitare - sulla sua testa, dove poteva
sentirla. Ora, dov’era quella dannata
goccia? Cosa stava aspettando? Non
F. Hayez, La Meditazione
era ancora passata, mezz’ora?
Quando sarebbe arriv-plock- ...finalmente!
Passarono mesi; per il mercante,
quel plock divenne un’ossessione. Lo
aspettava, quel suo appuntamento
immancabile, ne attendeva il rumore,
il contatto - e contemporaneamente lo
temeva e non poteva soffrirlo. Finì per
non dormire, in attesa di quel plock, e
per non mangiare più.
Finché, un giorno, non gli tornò la
memoria. E confessò tutto.
"
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Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006
autori liber
Errata corrige
Attilio Graffino
N
Generale degli Alpini in pensione, Attilio Graffino è nato nel 1929 a Busca (Cn) e vive a
Belluno. Grinta da vendere, si dedica a numerose attività ed interessi, fra cui la pittura, la
scrittura narrativa, gli sport della montagna, la
vela e il cicloturismo. Ha pubblicato sul Commensale alcuni suoi scritti, fra cui il racconto
Per grazia ricevuta e recentemente un brano
dedicato alla vincitrice del Concorso BRAIN ®
2002, Antonella Giacomin. Brano dal titolo
quasi “linawertmulleriano”: Se un giorno all’improvviso una valforettese diventasse la più intelligente del mondo? Su Liber, è tra l’altro già
uscito il suo racconto L’espresso 1014 e Il bracciale di luce. Attilio Graffino è stato anche l’organizzatore della I^ Mostra di Pittura del Mensa Italia, che ha trovato spazio nel corso del
XX° Convegno Nazionale, tenutosi a Iesolo.
Numerose sue opere si trovano negli Stati Uniti.
La Galleria Liber presenta un’altra delle sue
numerose e pregevoli opere.
el precedente numero,
per mero errore sono
“saltati” gli ultimi tre righi della
poesia Speranza e preghiera di
Marina Rossi Marcelli.
Ripubblichiamo la poesia per
intero, scusandoci con l’Autrice
e con i Lettori per l’involontario
errore.
Speranza
e preghiera
Fabio Moioli
di Marina Rossi Marcelli
Fabio Moioli è nato il 6 giugno 1975 e fino a
19 anni circa ha abitato a Grassobbio (BG), trasferendosi a Milano nel 1995 per studiare Ingegneria Informatica al Politecnico. Ha frequentato contemporaneamente l’Università di Stoccolma Royal Institute of Technology, dove ha
conseguito nel 2000 una laurea in Ingegneria
Elettrica e Telecomunicazioni, a due mesi di
distanza dalla laurea ottenuta a Milano. Spostarsi di frequente fra Svezia ed Italia per sostenere gli esami, lo ha fatto appassionare ai
viaggi e allo studio di lingue e culture straniere. A Stoccolma ha anche poi lavorato come
project manager per una multi-nazionale del
settore telecomunicazioni. Rientrato nel 2001
a Milano, ha poi accettato nel 2003 un nuovo
incarico lavorativo a Düsseldorf. E’ appassionato di arte e ama leggere tutto, in particolare
saggi di organizzazione aziendale e psicologia. Appassionatissimo di dama e scacchi e
sportivo praticante - mezze maratone in Svezia, campionato Europeo di calcio EMFA Cup
2004. Per i più curiosi, maggiori dettagli sul
suo percorso accademico e lavorativo, pubblicazioni professionali, premi ed altro, sono
su www.geocities.com/fabiomoioli/cv.html
A volte
sei troppo stanco
per ricordarti
di sperare.
A volte
sei troppo stanco
per ricordarti
di pregare.
A volte
sei troppo felice
e non serve la speranza
non serve la preghiera.
A volte
sei così disperato
che la speranza
e la preghiera
sembrano non bastare.
Ma non c’è vuoto
che non possano riempire,
non c’è baratro
che non possano colmare.
Prega e spera
quando la vita
non basta
prega e spera
quando la vita
è abbastanza.
Marina Rossi Marcelli
Marina Rossi Marcelli è nata a Roma dove
vive tutt’ora, ha conseguito una laurea in lingue e letterature straniere e una in materie letterarie, ha conseguito inoltre l’abilitazione a svolgere la professione di interprete turistico. Da
anni insegna come precaria l’inglese e il francese nelle scuole di Roma e provincia. Nel tempo libero fa volontariato con la Croce Rossa.
Ha l’abitudine di portare in borsa carta e penna nel caso le “scappi da scrivere”, ma questo
è il suo primo lavoro che viene pubblicato.
Mauro Lesti
Medico legale, Mauro Lesti e’ nato nel 1955
a Draga S. Elia (TS). Ha partecipato a numerosi premi letterari. In ambito locale ha vinto, fra
È cambiato
il tuo CAP?
i numerosi altri, il Premio di Poesia Il Carso e
ha ricevuto numerose altre segnalazioni, come
al Premio Città di Novara e ha vinto il Primo
premio al Secondo Trofeo Ketty Daneo di Trieste (1996). In ambito nazionale ed internazionale, segnaliamo il Terzo posto al concorso Il
Platano d’Oro (1994) e il Premio Speciale della
Giuria al Premio San Marco Città di Venezia
(2001). Ha pubblicato varie raccolte, fra cui Minimalia, Le riscoperte, La notte delle intemperie, Deragliamenti. La poesia qui riportata è tratta dalla sua raccolta Deragliamenti (liber sextus), Trieste 1997.
Piero Dattola
Siracusano, laureando in Giurisprudenza a
Roma, lavora in qualità di traduttore di videogiochi per PC e consolle. Scrive prevalentemente per il teatro (vincendo, tra gli altri, la
coppa del Presidente della Repubblica del Premio internazionale Flaiano (Il signor Cugino), il
premio Oddone Cappellino (L’attesa), il premio
Oltreparola per autori under 30 (Pazzi); tutti testi
scaricabili da www.gliantinati.it, sezione copioni) e narrativa breve. Nel 2005 ha fondato una
compagnia, DoveComeQuando, per la quale
ha diretto Pazzi (2005) e Fools (2006), ricevendo premi (tra cui miglior spettacolo e miglior
regia) e nomination in diverse rassegne. Molto
curioso, a volte troppo puntiglioso e possibilista a fin di bene anche quando forse non ce
ne sarebbe bisogno, tanto che persino la sua
ragazza gli dà dell’antipatico «(mmm)». Di lui
dicono anche che è permaloso, ma non è vero
«non è assolutamente vero, non sono affatto
permaloso! Capito?!»
Cecilia Deni
Medico di famiglia con un migliaio di pazienti
sparsi prevalentemente tra Lavino ed il Reno,
Cecilia Deni è nata in Sardegna nel 1957. Cresciuta tra il Sarrabus ed il Campidano, ha frequentato a Cagliari il liceo classico ed il biennio di Medicina. Trasferitasi a Bologna, vi ha
conseguito la laurea nel 1984, insieme ad una
specializzazione in Medicina dello Sport, un’abilitazione in psicoterapia che però non utilizza,
il biennio di formazione in Medicina Generale
e un particolare genere di Master in comunicazione. Sposata a un bolognese, ha due figli,
che definisce “i grandi amori della mia vita”. Si
dichiara lettrice accanita, compulsiva, e molto
istintiva: dalla narrativa di genere, soprattutto
FS, a quella per ragazzi, saggistica, fumetti,
classici, poesia, teatro, umoristica, di tutto un
bel po’. Tranne il tedesco, ha imparato i fondamenti delle principali lingue europee – francese più che bene, poi inglese e spagnolo – e
dice di aver viaggiato poco per cronica mancanza di denaro. Ama ascoltare musica, andare a teatro, fare lavori manuali, soprattutto
ricamo e falegnameria; si definisce cuoca passabile ma appassionata. Eclettica come spesso molti Soci del Mensa, si interessa di cure
palliative, tanatologia, bioetica. Infine, dice di
sé: “Sono irrimediabilmente e piacevolmente
golosa e grassa.” Ha recentemente pubblicato il libro “Nessuno a cui parlare”, edizioni
Untitl.Ed..
$
P
oste Italiane ha comunicato che a partire dal 20 settembre sono cambiati i CAP di 79
Comuni e 2.400 frazioni, sono stati introdotti nuovi CAP nelle 27 città divise per zone postali
(Ancona, Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, La Spezia, Livorno, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Perugia, Pescara, Pisa, Reggio Calabria,
Roma, Salerno, Torino, Trieste, Venezia, Verbania, Verona) con l’abolizione del CAP generico.
Invitiamo tutti gli iscritti al Mensa Italia a controllare attentamente i dati presenti nell’Elenco Soci (area riservata - aggiornamento dati
personali), anche considerando che con i prossimi numeri di Memento sarà inviata la documentazione per partecipare alle consultazioni per il rinnovo del Consiglio Nazionale (cfr pag. 9 - richiesta candidature).
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liberaccademia
Terzo Concorso
Letterario
LiberAccademia
Scadenza: 15 gennaio 2007
L
iber (foglio letterario contenuto
nel periodico Memento), il Sig Accademia Alighieri e il Sig Scrivere bandiscono il loro Terzo Concorso
Letterario rivolto ai soci del Mensa Italia.
Sono esclusi dal concorso gli ex soci
del Mensa Italia.
La scadenza è il 15 gennaio 2007.
Non si accetta materiale spedito oltre questa data (farà fede il timbro postale).
Regolamento
1. Per i soci del Mensa, anche residenti all’estero purché iscritti al Mensa
Italia, si richiede di essere in regola con
la quota associativa 2006 e il rinnovo
quota 2007, pena l’esclusione in caso
di vittoria.
2. Il concorso prevede le due sezioni Poesia e Racconto breve, suddivise
in: sezione A: Poesia; sezione B: Racconto.
3. E’ possibile partecipare con un
massimo di cinque racconti e/o cinque liriche a tema libero.
4. Gli elaborati devono essere inediti
e mai stati presentati e/o premiati in
altre manifestazioni interne o esterne
al Mensa, né mai già letti pubblicamente e neppure già esposti dai rispettivi
autori nelle proprie home page o in
sezioni particolari di siti Internet o in
concorsi letterari on line o in informali
pubblicazioni cartacee e/o elettroniche. L’assenza dei presenti requisiti
comporterà l’immediata squalifica del
brano concorrente.
5. Qualora lo desideri, ciascun concorrente può partecipare ad entrambe
le sezioni, anche con il massimo numero dei brani consentiti per ciascuna
sezione.
6. Ciascuna lirica non deve superare
una pagina dattiloscritta, anche in due
colonne. Ciascun racconto non deve
superare sei fogli dattiloscritti. Tanto per
i racconti che per le liriche è possibile,
ma non obbligatorio, inviare anche
delle illustrazioni a firma dell’autore
stesso.
8
Memento - rivista del Mensa Italia - n. 5/2006
7. Saranno squalificati gli scritti che
conterranno frasi insindacabilmente
valutate dalla Giuria gratuitamente volgari, ovvero situazioni obiettivamente
indecorose, o espressioni di vilipendio
o apologia nei confronti di ideologie
religiose o politiche o di singole persone o comunità, o qualunque altra caratteristica che possa esporre il Concorso, Liber, Memento e il Mensa Italia
a qualunque tipo di contenzioso o che
possa lederne l’immagine pubblica.
8. Quanto contenuto negli elaborati
partecipanti è sotto la diretta responsabilità dei rispettivi autori, che sono
gli unici a risponderne in qualunque
sede, in caso di contenzioso con terzi.
9. Gli elaborati saranno valutati da
una Giuria di Soci, in via di definizione.
10. Inviare gli elaborati entro e non
oltre il 15 gennaio 2007 a:
3° Concorso Letterario LiberAccademia
c/o Pillitteri
via Ammiraglio Cagni 13
90146 Palermo.
11. La mancata indicazione sulla
busta della/e sezione/i a cui si partecipa (A oppure B oppure A/B) comporterà l’immediata squalifica.
12. La busta deve contenere:
- cinque copie anonime di ciascun elaborato;
- una copia autografa con:
- nome e cognome dell’autore
- residenza attuale e telefono
- indirizzo e-mail attivo (obbligatorio).
13. Con lo stesso invio, s’intende
resa implicita dichiarazione di paternità delle opere presentate.
14. I sei vincitori saranno avvertiti per
e-mail e saranno premiati durante il
prossimo Convegno Nazionale Mensa
Italia (primavera 2007) e saranno infine pubblicati su Liber, sezione letteraria di Memento.
15. Ai sei vincitori sarà consegnato
l’attestato di merito.
16. Poiché il Mensa è un’associazione senza fini di lucro, i premi non consisteranno in denaro, ma saranno concordati coi vincitori, indicativamente
potranno essere libri d’arte, CD, DVD,
buoni per acquisti on line ecc.
17. Elaborati meritevoli, anche se
non risultassero vincitori effettivi, saranno presi comunque in considerazione
per la pubblicazione su Liber.
18. Per quanto qui non contemplato, si rimanda alle decisioni della Giuria, il cui giudizio è inappellabile.
19. Diritti d’Autore - Gli autori per il
fatto stesso di partecipare al concorso, consentono all’Associazione Mensa Italia, a Memento e a Liber di pubblicare le opere partecipanti sull’omonima rivista o su eventuale Antologia
del premio o eventualmente anche nei
siti Internet del Mensa, senza aver nulla a pretendere come diritti d’autore. I
diritti (di riproduzione e di sfruttamento economico) rimangono comunque
di proprietà dei singoli Autori, che sono
liberi di ripubblicare i loro elaborati, nei
modi e nei termini che meglio desiderano, previa comunicazione scritta da
inviare al Consiglio del Mensa Italia
([email protected]) e alla redazione
di Liber ([email protected]) e dopo aver
ottenuto da questi autorizzazione.
20. Gli elaborati dei partecipanti al
Premio non saranno materialmente
restituiti.
21. La partecipazione al concorso
implica la piena accettazione di tutte
le clausole del presente regolamento.
Per ulteriori info e chiarimenti
sul concorso:
[email protected] oppure 340 5984485
Palermo, 22 ottobre 2006
Accesso all’area riservata
del sito Internet mensa.it
Quasi il 95% degli iscritti al Mensa Italia è oggi raggiungibile via posta elettronica.
Se non hai ancora comunicato il tuo indirizzo e-mail, scrivi a tesoriere @mensa.it
specificando il tuo nome, cognome e numero di tessera (è consigliabile indicare,
se disponibili, due indirizzi email con indicazione del principale). Se invece hai
dimenticato la chiave d’accesso all’area riservata “clicca” su “accedi all’area riservata” (nella home page del sito mensa.it) e premi “annulla” nella finestra di dialogo senza inserire alcun dato; il sistema ti porterà ad una pagina dove ti sarà
richiesto di inserire il tuo alias (cioè nome.cognome). Premendo su “richiedi dati
di accesso”, riceverai immediatamente la password di accesso all’indirizzo email
principale (email1) disponibile in elenco Soci.
Memento