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Rovereto
TRENTINO SABATO 28 FEBBRAIO 2015
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» L’ANALISI DI APERTURE E CHIUSURE
«Commercio, il centro è ancora vivo»
I DATI DEL COMUNE
E alle categorie economiche il sindaco propone un nuovo patto: «Lavoriamo tutti per rilanciare il settore»
di Giancarlo Rudari
◗ ROVERETO
Sono sotto gli occhi di tutti, eppure non sembra che il settore
del commercio a Rovereto sia
così in sofferenza come potrebbe apparire. Perché se in
centro storico molti negozi
hanno chiuso o si sono trasferiti, se ancora sono parecchi i
cartelli “affittasi” in vetrina, i
dati che arrivano dagli uffici
comunali segnalano una tendenza opposta: a fine 2014 gli
esercizi commerciali presenti
sul territorio di Rovereto erano
744 quando nel 2013 erano invece 715 ; una crescita registrata anche in centro storico visto
che da 322 (sempre nel 2013)
sono passati a fine 2014 a 334.
«Non dico assolutamente che
questo è un periodo florido
per il commercio e facile per
gli operatori economici. Ma i
dati mi sembra che parlino
chiaro: durante la nostra amministrazione, in un periodo
congiunturale difficile a livello
nazionale, gli esercizi commerciali sono aumentati: nel 2009
erano 703 e ora 744; in centro
storico da 316 sono aumentati
fino ad arrivare a quota 334.
Pur con mille difficoltà, pur
con i fatturati e i margini di
guadagno in calo, il settore del
commercio è in crescita. Certo, non è vero che tutto va bene ma non si può dire nemmeno che la città è morta...». Il
sindaco Andrea Miorandi non
vuole che passi il messaggio di
una Rovereto sempre meno vivace anche dal punto di vista
commerciale con negozi che
chiudono o si trasferiscono al
Millennium.
«E’ vero che in centro storico c’è un certo turn over ma le
aperture di nuovi esercizi sono
sempre superiori alle chiusure
e il saldo è positivo. Detto questo - continua il sindaco - il Comune deve farsi carico della
necessità di rivitalizzare il centro storico. Come? Continuando nelle opere di infrastrutture
come i parcheggi, nell’abbellimento e nella cura del centro
storico, in nuovi eventi culturali... Ai commercianti propongo di remare nella stessa direzione, di fare un patto e sedersi
ad un tavolo per costruire percorsi comuni, per rinsaldare
un rapporto virtuoso tra pubblico e privato. Un patto solo
con persone che vogliono costruire il bene comune, che siano disposte a sudare e spaccarsi la schiena. Perché la vivacità
del centro storico passa anche
per una luce del negozio accesa, per una vetrina che sappia
attirare, per quelle iniziative
che ridiano slancio e vigore.
Questa è una partita da giocare assieme. Io sono disposto
ad andare in campo subito,
ora chiedo che anche le categorie economiche si facciano
avanti per siglare questo nuovo patto non più con un dare e
un avere. Ma con la consapevolezza che sono necessarie
tutte le forze per innestare un
circuito virtuoso...»
©RIPRODUZIONE RISERVATA
‘‘
ANDRA
MIORANDI
Non è vero
che aumentano
le chiusure. Dal 2010
gli esercizi commerciali
sono in aumento
su tutto il territorio
Secondo i dati del Comune aumentano i negozi sia in centro storico che in periferia (F. Festi)
L’AVVOCATO BALLARDINI
in via della terra
«Leoni teme ritorsioni
da parte di gruppi politici»
La casa delle donne con Menapace
◗ ROVERETO
«Il mio assistito non intende
costituirsi parte civile perché
teme ritorsioni da parte di
gruppi politici. Abbiamo segutio il processo e speriamo
che la vicenda si concluda al
più presto...» Così l’avvocato
Renato Ballardini, legale di
Andrea Leoni, risponde alla
mancata costituzione di parte civile al precesso che vede
imputati il roveretano Nicola
Paolini e l’operaio arcense
Michele Prandi accusati
dell’accoltellamento (il reato
è tentato omicidio) del giovane militante di sinistra davanti al publ Il Gatto Nero. Da ieri
i due imputati sono liberi do-
po che il gup Dies ha revocato
l’ordine di custodia cautelare
ai due che si trovavano ai domiciliari. Se per potrebbe
sembrare curioso che Leoni
non abbiano promosso una
costituzione di partre civile, il
suo legale risponde che «non
vogliamo drammatizzare la
situazione. Non facciamo
drammi e speriamo che la vicenda finisca al più presto.
Devo dire però che la scelta
del mio assistito - spiega l’avvocato Ballardini - è dettata
anche dal fatto che teme ritorsioni da parte di gruppi politici vicini ai due accusati
dell’accoltellamento».
La
prossima udienza del processo è fissata per il 19 marzo.
La storica esponente politica inaugura lo spazio di confronto
◗ ROVERETO
Lidia Menapace
Oggi alle 16.30 si inaugura a
Rovereto, in via della Terra 27,
la Casa delle donne, luogo voluto e gestito dall’Osservatorio di Cara Città, associazione
di donne attivamente presente a Rovereto ormai da alcuni
anni. Il taglio del nastro della
nuova sede avverrà direttamente per mano di Lidia Menapace, 92 anni, storica esponente della politica delle donne, e della piccola Caterina di
5 anni, simbolica abitante di
spazi futuri al femminile. La
sede, contesto nuovo nel panorama cittadino, vuole essere un luogo di incontro e di costruzione di relazioni fra don-
Don Ciotti: «Non scendete a compromessi»
Il messaggio agli educatori al convegno nazionale di Animazione Sociale, la rivista del gruppo Abele
◗ ROVERETO
Don Ciotti ieri allo Smart Lab per il convegno di Animazione Sociale (F. Festi)
«Date ai ragazzi concretezza,
cose vere, realtà; non scendete
in compromessi, cadendo in
scorciatoie o facendo l'occhiolino a mondi compromessi; siate "eretici", nel senso di chi sceglie di mettersi in gioco, di chi
rifiuta realtà di seconda mano». Questo il messaggio di
don Luigi Ciotti dato a quasi
trecento educatori provenienti
da tutta Italia. Il fondatore di
Libera era ieri a Rovereto per il
convegno nazionale di Animazione Sociale, la rivista del
gruppo Abele. Il convegno ha
portato a confronto a Rovereto
operatori ed educatori del
mondo giovanile, che operano
in associazioni, cooperative,
centri giovani di ogni parte
d'Italia. Si conclude oggi, ieri
ha vissuto due momenti particolari, con la scrittrice sarda
Michela Murgia, e con don
Ciotti. Murgia, narratrice e protagonista di una originale e innovativa candidatura alla presidenza della Sardegna, ha parlato del rapporto coi giovani,
all'importanza di concedere
spazio, inizialmente anche al
caos, all'improvvisazione, e a
mettere da parte del gerarchie,
sostituendole con la rete.
Nel pomeriggio don Ciotti
ha invitato a dare speranza ai
giovani oggi in Italia, di fronte
alle mafie che riprendono forza, alle povertà, alla disoccupazione, alle difficoltà che vivono
le nuove generazioni, rispondendo con fermezza etica, trasparenza. «C'è un furto di parole in atto: legalità, quando tutti
ne parlano e poi scelgono quella legalità "malleabile"; società
civile, quando persino i mafiosi oggi si dicono antimafia». A
chi gli chiede cosa avrebbe fatto di fronte ad un appalto "aggiustato" che avrebbe fatto
ne anche di diversa provenienza, generazione e cultura, al fine di valorizzare esperienze e consentire l’incrocio
di saperi. Lo spazio è aperto a
iniziative culturali, come letture, mostre, i concerti, presentazioni di libri e incontri
su specifiche tematiche di carattere culturale, politico e sociale, un luogo in cui sia possibile interrogarsi sul nostro
tempo, consolidare relazioni
e poter scambiare pensieri e
parole. Si brinderà, insomma,
ai progetti futuri. L'invito a
partecipare alla cerimonia tra musica, parole, poesia e
storia - arriva per conto
dell’Osservatorio di Cara Città da Rita Farinelli. (m.cass.)
guadagnare molto denaro alla
propria associazione, risponde
«guai ai compromessi. Il gruppo Abele ha ricevuto tante offerte, ma non siamo mai scesi a
compromessi. Anche nelle nostre realtà c'è chi fa l'occhiolino ad altri mondi, ma se facciamo tutti così è finita». All'Italia
chiede uno scatto, come quello che per la legge sui beni confiscati alla mafia, che donerebbe allo Stato in un baleno "55
mila beni: ville, case, alberghi,
appartamenti". Di fronte al salire della mafia, alla corruzione, alla disoccupazione, ad
una Banca d'Italia che certifica
che "ci sono corrotti nei Cda di
enti pubblici", don Ciotti chiede che non venga meno la responsabilità a lottare per il
cambiamento, dando segni
concreti. «E l'umilità - conclude - diffidate di chi ha capito
tutto».
(m.s.)